Val d’Orcia, la terra da cartolina della Toscana e il Brunello di Montalcino

Viaggio nella terra del Brunello di Montalcino DOCG, il vino iconico del buon bere italiano
Manuela Titta, 24 Feb 2023
val d'orcia, la terra da cartolina della toscana e il brunello di montalcino
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Toscana è la parola che racconta tutto: i paesaggi, la storia, l’arte, le città senza tempo. Siamo di fronte a ciò che più ci rappresenta nel mondo, forse nessuna come lei ha la capacità di evocare tutto il meglio che l’Italia può offrire. Un concentrato di pura poesia, declinato nelle sue forme più nobili, talmente potenti che nessuno ha bisogno di spiegazioni: ci si lascia andare a ciò che i sensi possono catturare, si rimane letteralmente rapiti da tanta bellezza. L’immersione totale che si prova in un posto come la Val d’Orcia è esattamente l’esperienza che mette insieme tutto, non a caso questo posto riserva un paesaggio da sogno, tra colline a perdita d’occhio, con i suoi casali, i borghi antichi e i castelli medievali. Si procede attraverso gli uliveti e i vigneti, con questi incredibili viali disegnati dai cipressi, gli spazi dominati dai colori come il verde intenso dei campi di grano che lascia il posto all’oro dell’estate. Siamo a sud della Toscana, tra Siena e Grosseto, dal 2004 il Parco della Val d’Orcia è Patrimonio dell’Umanità UNESCO, a testimonianza della capacità di conservazione del paesaggio, la cui cura è stata tradotta nella migliore espressione delle caratteristiche naturali e del patrimonio storico-culturale.

La storia di uno dei vini simbolo dell’Italia: il Brunello di Montalcino DOCG

montalcino

Montalcino è un piccolo borgo medievale, spicca la rocca che domina dall’alto e dalla cui visuale si scorgono il Monte Amiata e le Crete senesi. Il paese risulta immutato nel corso dei secoli, nel caratteristico centro storico troviamo la Piazza del Popolo e il Palazzo dei Priori: è circondato dalle mura medievali, il nome di Montalcino è legato al celebre vino rosso. Come per altre storie che ho raccontato, anche qui è protagonista un vitigno autoctono, il Sangiovese, che risulta essere quello più coltivato in tutta Italia, grazie alla sua capacità di adattamento. Le sue origini si possono individuare nella zona appenninica della Toscana a cavallo con la Romagna, già citato nel “Trattato della coltivazione delle viti” dell’agronomo fiorentino Soderini del 1590, dove si cita il Sangioveto, descrivendolo come un “vitigno sugoso e pienissimo di vino che non fallisce mai”.

Montalcino è stato sempre un luogo vocato alla produzione di vini, questo è testimoniato già nel medioevo. La collina dove affaccia il paese ha quattro versanti, ognuna con la propria capacità produttiva a seconda dell’influenza climatica: quella che arriva dal mare distante 50 km a ovest, oppure quella del Monte Amiata collocato a sud – est, sul versante settentrionale abbiamo un clima più continentale, a sud ci sono temperature più mitigate. La storia del Brunello è legata alla dinastia Biondi Santi: fu il farmacista Clemente Santi a creare un vigneto selezionando il Sangiovese Grosso, verso la metà dell’800, dando vita a un progetto pionieristico che ad oggi esprime al meglio il concetto di terroir. Brunello è il nome che si usava per indicare il colore scuro, appunto bruno, della buccia, un nome che oggi è sinonimo di un vino nato dall’intuizione di vinificare in purezza e di commercializzare a distanza di molto tempo dalla vendemmia.

Brunello di Montalcino, le caratteristiche inconfondibili di un vino molto pregiato

brunello di montalcino, uva

Il Brunello di Montalcino è sottoposto a periodo di invecchiamento in botti di rovere per almeno ventiquattro mesi, segue un successivo affinamento in bottiglia di almeno quattro, sei mesi invece per la menzione Riserva. È un vino limpido, dal colore rosso rubino intenso, con l’invecchiamento tende al granato; al naso intenso, con un bouquet ampio: si sentono profumi di sottobosco, piccoli frutti e gli aromi sprigionati dal legno, come la vaniglia. I tannini ammorbiditi dal tempo rendono questo meraviglioso vino un rosso di grande struttura, equilibrato e armonico.

Degustare un vino così robusto non è una operazione banale, perché il suo sapore va esaltato al meglio: tra la maturazione del vino in botte e il suo affinamento in bottiglia, abbiamo a disposizione diverse scelte, nonché le annate storiche. Da valutare anche il Brunello di Montalcino nella versione Riserva, che viene commercializzata un anno dopo rispetto ai cinque anni previsti per la normale DOCG.

Le ricette dai sapori intensi: i piatti tipici della cucina toscana

pecorino toscano

Quando apriamo un Brunello dobbiamo pensare di berlo con un piatto che sia ben strutturato, che siano all’altezza della grande complessità del vino, con una ricchezza di salse: ideale il demi-glace, la preparazione che si ricava dal fondo bruno addensato, qualcosa che conferisce alla pietanza grande succulenza. Sicuramente i piatti ideali sono quelli a base di carne come gli stracotti, i brasati, gli arrosti di manzo e suino, perfetta la selvaggina come il cinghiale, la faraona. Ma se dobbiamo indicare un primo piatto possiamo sicuramente attingere al ricettario toscano: i Tortelli alla Mugellana sono pasta ripiena, un primo semplice che viene dalla tradizione contadina, dobbiamo sempre considerare le tante varianti rispetto alla ricetta base e per abbinare il Brunello è ideale un ragù di cinghiale. Anche i formaggi molto stagionati si prestano bene per l’abbinamento: ottimo il pecorino toscano, il ‘’cacio’’ termine che indica la sua antichissima tradizione, negli ultimi anni è stato oggetto di lavorazione proprio in vista dell’abbinamento con il Brunello, nell’ottica di mettere insieme la straordinaria qualità e pregio dei prodotti tipici.

Nel panorama gastronomico della zona dobbiamo tener presente un altro prodotto di indiscusso pregio, il diamante per eccellenza: il tartufo bianco. Nella zona delle Crete Senesi abbiamo il tuber magnatum Pico, tra i più pregiati d’Italia, grazie all’ambiente incontaminato e la presenza dei boschi che preservano un ambiente intatto.

Quando si parla di abbinamento tartufo vino, va considerato il piatto nella sua completezza, in questo caso il tartufo lo possiamo abbinare alla carne, in modo da esaltare la preparazione e ricavarne una complessità tale da renderlo ideale con un grande rosso come il Brunello di Montalcino DOCG.