Vi racconto il Festival Cruzando Fronteras
Per esempio, poco tempo fa, il mare ha gettato sulla riva un pezzo di astronave 4 metri per 2, il frammento di un vettore o razzo per sparare in orbita satelliti, c’è sopra il nome della ditta, è pregata di venire a riprenderselo con tante scuse all’umanità (allego foto). Il festival è nato dalle chiacchierate di un anno fa su questa meravigliosa spiaggia tra me, Gloria Corica e Luciano Consoli: noi due eravamo qui di “passaggio”, lui ci vive e gestisce un hotel (che è uno dei più belli che abbia mai visto, veramente a “misura umana” e senza troppe colate di cemento), e… il sogno è diventato follia a tre, poi sfida che ha coinvolto tanti altri che qui ci vivono, e infine realtà.
Per la cronaca, l’inaugurazione domenicale è stata un tripudio, da lunedì si sono alternati teatro, cinema, incontri sul palco, marionette per i bambini, esposizioni d’arte (grande scalpore per le sculture di Pietro Alagna), laboratori (quello sulla scrittura di Gloria Corica ha spopolato per iscritti), concerti (il gruppo Caracol di David Sarnelli e Italia Migrante hanno conquistato locali e ospiti), l’arrivo di Paco Taibo II con Elmer Mendoza, Paloma Saez, Francesca Gargallo, Bernardo Fernández “Bef”, ha scatenato entusiasmi da delirio, Tomás Serrano come relatore-danzatore assieme alla voce struggente di Silvia María Zuñiga e la chitarra di Héctor Diaz ha stravolto il pubblico, e per finire, la presenza affabile e simpatica di Guillermo Arriaga, sul palco con Paula Chaurand, ha sconcertato alcuni giornalisti italiani che già prima di venirci chiedevano “ma davvero il premio Oscar Arriaga ci sarà?”. Sì, c’è, però deve riprendere un aereo per l’Australia perché sta girando e producendo un complesso film in vari continenti.
Il programma lo trovate qui: http://www.mahahualcruzandofronteras.com/
Ma tante cose non le troverete nel sito perché… l’improvvisazione che nasce dalla mescolanza di messicani e italiani rende infinitamente più ricco il cartellone!
Un saluto da Mahahual, pensateci per l’anno prossimo, qua si sta da favola.
Pino Cacucci