Vado in Australia per un anno!
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L’unica luce attorno a noi era il nostro fuoco. Non si sentiva nessun altro rumore che lo scoppiettio dei rami secchi che bruciavano. L’odore di patate e salsicce ci faceva pregustare la cena. Attendavamo il momento in cui il loro sapore si sarebbe fuso con il retrogusto che lasciava in bocca il vino. Era un rosso della Barossa Valley, comprato al mercato di Adelaide la mattina stessa in un negozio accanto alla bottega del macellaio, nipote di italiani. Ci aveva fatto un buon prezzo per le salsicce perché “simmu paesà”. Non c’era alcuna luce, eppure si vedeva. Si potevano distinguere le forme degli alberi e le curve delle montagne del Flinders Rangers National Park. La porta sud dell’outback australiano. Rimasi spaesato fermandomi a guardare le stelle per la prima volta. Guardare. Osservare con attenzione. Il cielo notturno non era il medesimo che ero abituato a vedere in Europa. Le stelle erano diverse, o meglio, non erano le stesse stelle. Un conto è saperlo, e un conto è essere nella situazione. Disorientato e affascinato. Il mio compagno di viaggio mi indicò un insieme di punti luminosi e le unì in un disegno come nei giochi della Settimana Enigmistica. Il risultato fu la costellazione della Croce del Sud. Andrea era il mio guru. Aveva già viaggiato in Australia per un anno. Aveva viaggiato. Visto, provato e conosciuto. Aveva deciso di fermarsi qui e viverci. Avrebbe continuato a scoprire il mondo, ma l’Australia sarebbe diventata la piattaforma dalla quale decollare verso altre mete. E così andò. Mi spiegava quali stelle formassero il simbolo dell’emisfero australe come se mi stesse svelando un segreto. Un passaggio di testimone. Un’iniziazione. In realtà si stava comportando come è natura di chi gira il mondo con curiosità. Stava mettendo a disposizione la propria esperienza. Molto aveva ricevuto dagli incontri avvenuti sulla strada, e molto aveva imparato a rendere. Da quel momento sarei stato in grado a mia volta di mostrare ad altri come riconoscere la Croce del Sud.
Scambiarsi informazioni per i propri viaggi è una sorta di tradizione che ci si tramanda. Una cultura sviluppatasi tra ostelli, campeggi, stazioni ferroviarie, alberghi e ogni altro punto di incontro per turisti, viandanti, esploratori o nomadi che siano. I ragguagli possono svariare da un ambito ad un altro del tutto differente: dalla meravigliosità di un luogo da non perdere ad un cavillo burocratico del visto, dal cibo tipico da assaggiare a come far partire le lavatrici a gettone con i cotton fioc. Una volta entrati a far parte di questa comunità, si contribuisce continuamente al suo accrescimento assorbendo conoscenze e rilasciandole strizzando le proprie esperienze al momento opportuno. Da qui l’idea di isolare alcune nozioni chiave, temi ricorrenti nelle domande che mi sono state poste da chi si stava apprestando a partire per l’Australia, comprensibilmente con molti dubbi. A voi il piacere di smentirle o confermarle. Mi permetto di parlarne come se, offrendoci una birra, fossimo vicino le nostre tende, seduti davanti a un focolare e un canguro poco distante stesse mangiando le bucce delle nostre patate.
Come funziona il Working Holiday Visa.
Il Working Holiday Visa è il visto che permette di concedersi una lunga vacanza dall’altra parte del mondo finanziando il proprio viaggio lavorando sul posto.La sua validità è di 12 mesi e ne possono usufruire i maggiorenni che non abbiano ancora compiuto 31 anni al momento dell’arrivo in Australia. Grazie a questo visto si può lavorare per uno stesso datore di lavoro fino a un massimo di sei mesi consecutivi, e di frequentare un corso di studi per quattro mesi durante la permanenza.
Andiamo con ordine. La richiesta del visto va compilata sul sito www.immi.gov.au. Solitamente la risposta non tarda ad arrivare. So di persone che hanno atteso mezza giornata, ma si sono verificati anche casi in cui si è aspettato per diversi giorni. In ogni caso, una volta terminata la vostra domanda per ottenere il visto, vi sarà assegnato un codice che vi permetterà di controllore la progressione della vostra richiesta. Meglio non rischiare e compilare il tutto per tempo, anche perché, una volta ricevuta una comunicazione positiva, si avrà a disposizione un anno di tempo per mettere piede sul suolo australiano. Farlo proprio nei giorni prossimi alla partenza potrebbe risultare azzardato. I 12 mesi di durata del Visa inizieranno a partire dal giorno in cui sarete atterrati in AUS e, nell’arco dei 365 giorni, è possibile uscire e rientrarvi senza restrizioni. Ovviamente il tempo trascorso al di fuori del paese durante la validità del visto non è recuperabile.
Come rinnovare il Working Holiday Visa per un secondo anno.
Per chi l’esperienza di un anno non fosse bastata, è prevista la possibilità di rinnovare il visto per un secondo. Gli ulteriori 12 mesi non devono obbligatoriamente essere consecutivi alla prima permanenza. Valgono le stesse condizioni del primo visto, quindi è permesso tornare con un secondo entro il compimento del trentunesimo anno di età. La condizione del rinnovo consiste nel lavorare per un periodo di 12 settimane nei mestieri rurali. Non è necessario che quei tre mesi siano continuativi e tanto meno trascorsi nella stessa azienda. Per mestieri rurali, nella gran parte dei casi, si intende la raccolta nei campi o nei frutteti, ma anche la potatura delle piante da frutto, la manutenzione dei tubi di irrigazione e tutto ciò che è inerente ai lavori agricoli. La stagione della raccolta varia a seconda dell’area geografica e dal prodotto, ed è il periodo in cui le aziende hanno maggiore necessità di manodopera. Vi consiglio di tenere sotto controllo il sito http://jobsearch.gov.au/harvesttrail/default.aspx. Questa pagina web, gestita dal governo australiano, offre tutte le informazioni necessarie, e vi troverete un documento in pdf in cui viene indicato il periodo di raccolta in ogni zona, di quali prodotti ci si occuperà, numeri utili e ulteriori dettagli. Inoltre nella homepage si possono trovare annunci di lavoro di diverso genere divisi per categoria e località.
Ci tengo a sottolineare che i lavori agricoli sono i più comuni per rinnovare il visto, ma esistono anche altre possibilità. L’intenzione del governo australiano è facilmente interpretabile: “Vuoi rimanere un altro anno? Ti diamo la possibilità di farlo, però per un periodo lavorerai dove noi abbiamo bisogno di manodopera”. Mi sembra un buon accordo. Quindi potreste ritrovarvi a vivere per un periodo su una barca a Broome per lavorare nella raccolta delle perle, a tosare pecore chissà dove nell’outback, ma potreste anche lavorare nell’edilizia in zone isolate…