Cari Turisti per Caso, abbiamo il piacere di annunciare che il 18 novembre 2006 arriverà in libreria “Turisti per Cibo, il grand tour del buon mangiare“, l’atteso seguito dell’epistolario gastronomico “Golosi per Caso” scritto a sei mani da Martino Ragusa, Patrizio Roversi e Syusy Blady, per la casa editrice Il Sole 24 Ore Edagricole. In anteprima esclusiva per il nostro sito pubblichiamo la copertina e due brani inediti tratti dal libro!
Continua il viaggio di Martino sulle tracce dei prodotti tipici italiani, regione per regione, assaggiando i sapori della nostra tradizione culinaria dalla Val d’Aosta alla Sicilia. E continua anche parallelamente il viaggio tra i sapori del mondo, attraverso i ricordi e i racconti di Patrizio e Syusy. Tra le pagine di “Turisti per Cibo” trovate gli approfondimenti e le descrizioni di un saggio sulla tradizione gastronomica, gli indirizzi e le segnalazioni di una guida, i consigli e le dritte di un ricettario, i racconti e gli aneddoti di un diario di viaggio, le interviste e le fotografie di una narrazione giornalistica a stretto contatto con i suoi protagonisti… Difficile da riassumere in una definizione, meglio darvene un assaggio! Leggetevi allora le nostre anticipazioni, trovate altri due contributi inediti sul nostro sito fratello di Velisti per Caso. Sul sito scopriremo le date e i luoghi delle presentazioni con gli autori-viaggiatori gastronomici, non perdete i prossimi aggiornamenti.
Io, lei e il super-io
Questo libro è scritto a sei mani: tre persone. Tre persone che si conoscono e si frequentano da più di 30 anni, e da 15 lavorano assieme. Martino Ragusa infatti ha cominciato – in quanto studente di medicina – a curare i raffreddori di Syusy e il mal di stomaco di Patrizio. Poi – come psichiatra – ha curato le loro frequenti crisi esistenziali e matrimoniali. Quindi – quando ha deciso di diventare autore e scrittore – hanno scritto libri assieme. E assieme gestiscono quella personalità collettiva che si chiama Turisti per Caso: Martino infatti da sempre coordina i siti web in cui prospera la Comunità dei viaggiatori che si identificano nei filmati prodotti da Patrizio e Syusy (www.Turistipercaso.It e www.Velistipercaso.It).
Tre persone quindi, ma in un certo senso una sola personalità. Sia pure frammentaria, contradditoria, a tratti lacerata: io che cerco da sempre un punto di equilibrio nelle cose, Syusy che parte per la tangente spinta dalla sua prorompente istintività e curiosità, Martino che approfondisce razionalmente e scava culturalmente. Io (Patrizio), lei (Syusy) e Martino. Io, Es e Super-io. E dal precario equilibrio di questa triade è nato il filone di viaggi gastronomici, che è incominciato con Golosi per Caso e continua con questo Turisti per Cibo. Se mettiamo assieme i due titoli ne esce una frase con un suo senso compiuto: Golosi per caso, turisti per cibo…
Anche stavolta infatti le nostre tre personalità continuano ad assolvere alla propria funzione reciproca: in viaggio Syusy mangia per nutrirsi. Io mangio un po’ per malinconia regressiva e un po’ per assaggiare la realtà. Martino invece viaggia da eno-Io, lei e il super-io gastronomo professionista: il Super-io, appunto, colui che spiega, analizza, contestualizza, registra e divulga. Noi viaggiamo per il mondo, Martino viaggia in Italia. Noi saltabecchiamo da un Paese all’altro, dall’Europa alla Polinesia passando per l’estremo Oriente. Martino invece batte palmo a palmo tutto il territorio italiano, seguendo un itinerario che si snoda dalla Val d’Aosta alla Sicilia: sembra uno di quei cani da punta che setacciano implacabili tutta la campagna, inseguendo una traccia. Nel suo caso inseguendo un profumo, un sapore, una storia. E ci raccontiamo i rispettivi viaggi paralleli, spedendoci delle cartoline postali gastronomiche, delle lettere che sono in realtà pagine del nostro reciproco diario di viaggio. Noi ci conosciamo da tempo, e ci capiamo al volo, con poco. Speriamo che anche voi lettori capiate e apprezziate però il tanto che c’è dietro ad ogni tappa, dentro ad ogni lettera. C’è soprattutto la convinzione che territorio, clima, storia, economia e prodotti rappresentino un tutto indissolubile. E che quindi, al di là delle mode, un sapore è legato ad un paesaggio. Come un colore. Quante volte abbiamo acquistato dei souvenir (stoffe che avevano colori meravigliosi, spezie che sapevano sapori unici) che poi una volta portati a casa nostra, lontano dal loro contesto, si sono spenti e sono finiti nella spazzatura! Quindi per assaggiare bisogna viaggiare, essere disposti a gustare un prodotto nella sua complessità, e nel suo luogo d’origine. Partendo da questo presupposto l’Italia diventa un posto – letteralmente – unico al mondo: sul piano della varietà di dialetti, paesaggi e tradizioni gastronomiche non ci batte nessuno. E’ la nostra più grande risorsa, anche economica. Se la coltiviamo (in tutti i sensi) produciamo benessere (in tutti i sensi). Buon Viaggio (in tutti sensi)…
Patrizio
Il folletto della Maison Rosset
Cari Patrizio e Syusy, So bene che anche voi, come tutti i veri viaggiatori, siete spesso alla ricerca del “genius loci”, quella persona particolarmente “giusta” capace di raccontare per davvero un luogo, di farne respirare l’atmosfera, di svelarne il senso più intimo. Non sempre si riesce a incontrare questa specie di folletto benevolo che può avere qualunque età, sesso e sembianza. Ma quando accade è la benedizione di quel viaggio, che improvvisamente moltiplica il suo valore di esperienza. Qui in Valle D’Aosta io ho avuto la fortuna di trovare Camillo Rosset, che del folletto ha un po’ anche “le fibrique du rôle”, con i suoi capelli rossi, e il carattere, gentilissimo ma anche caustico e saggio. Anche per voi sarà facilissimo incontrarlo. Basterà che andiate a mangiare nel suo agriturismo, o, meglio ancora, che restiate suoi ospiti per un week end. Poi sarà sufficiente che vi mostriate interessati alla Valle D’Aosta e ci penserà lui a sottoporvi a una piacevolissima full immersion nel territorio. Camillo è anzitutto un valdostano fiero di esserlo. Lo è dal 1764, quando il suo antenato Jean Pantaleon Rosset si trasferì a Nus dalla Svizzera Vallese. Se gli sarete simpatici, racconterà anche a voi le antiche storie della sua famiglia fatte di miniere di rame e di mezzadrie, di eredità e feudi baronali, insomma tutta un’affascinante saga ora testimoniata dalla Maison Rosset dove attualmente sorge l’agriturismo ma che soprattutto è ancora la casa dei Rosset, di Camillo, dei suoi genitori e dei suoi fratelli.
La Maison sorge nella strada principale del piccolo centro di Nus, di circa 2500 abitanti, collocato nella Media Valle sulla riva sinistra della Dora Baltea e a 12 chilometri da Aosta. La collocazione all’interno di un villaggio può sembrare strana per un agriturismo, ma non lo è in Valle D’Aosta, dove fino agli anni ottanta la vita rurale si svolgeva integralmente dentro ai borghi. Solo successivamente si sono cominciati a costruire i moderni chalet hors de village, fuori dal villaggio. L’aspetto è quello di un piccolo palazzetto settecentesco. Oltre il cortile, le ex stalle e le rimesse ora ospitano le sei camere dell’agriturismo e soprattutto il punto vendita dei prodotti agricoli. “La nostra è anzitutto un’azienda agricola, e solo secondariamente una struttura dedicata all’accoglienza dei visitatori”, ha voluto precisare Camillo. “È una casa di contadini che si è aperta agli ospiti per presentare al meglio i prodotti della terra, non un ristorante. Sai qual è un nostro punto di orgoglio? Poter dire che compriamo solo il sale, lo zucchero e il caffè. Tutto quello che serviamo a tavola proviene dall’orto, dal bosco, dal porcile e soprattutto dalle nostre mucche”.
La cucina della Maison Rosset è quella della Valle d’Aosta ma sospesa tra tradizione e innovazione. La tradizione si trova nelle ricette rigorosamente locali e stagionali (salsiccia di vacca, cotechino, zuppe con ortaggi di stagione, polenta e fonduta, carbonade e squisite patate coltivate a 1800 metri di altitudine) e nell’ostinazione a cuocere tutti i cibi sulla fiamma della legna. Grazie a questa accortezza, tutti i piatti cotti sono arricchiti dall’aroma di affumicato tipico dell’antica cucina montanara di queste valli. L’innovazione è nello sforzo di alleggerire per quanto possibile preparazioni “forti”, ricche di grassi animali, che nella loro versione originale non si possono certo definire dietetiche. Il menu è uguale per tutti come in una casa, offre molte portate permettendo un excursus veramente completo della cucina della stagione e non è affatto caro. Vostro Martino
Post Scriptum, l’indirizzo dell’Agriturismo di Camillo è: Maison Rosset Via Risorgimento 39 Nus (Ao) Tel. 0165/767176 E-mail: maison.Rosset@libero.It