Turisti per Caso in primo piano: Patrizia- JefaPat!

Nuovo aggiornamento, nuovo appuntamento con i TPC in primo piano: Matusca ha intervistato per noi JefaPat, o meglio, Patrizia, Guida per Caso del Messico! Nelle ultime interviste a Turisti e Guide per caso si é parlato molto di America Latina, ma mancava il paese forse (mio parere personale) piú affascinante, il piú vario...
Turisti Per Caso.it, 01 Ott 2009
turisti per caso in primo piano:  patrizia- jefapat!
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Nuovo aggiornamento, nuovo appuntamento con i TPC in primo piano: Matusca ha intervistato per noi JefaPat, o meglio, Patrizia, Guida per Caso del Messico! Nelle ultime interviste a Turisti e Guide per caso si é parlato molto di America Latina, ma mancava il paese forse (mio parere personale) piú affascinante, il piú vario culturalmente: il Messico. Visto che ho potuto scegliere chi intervistare ho preso, come suol dirsi, la palla al balzo e… Ecco qui Jefapat che puó dirci qualcosa di nuovo e di diverso sul Messico.

Matusca: Temo di non essere molto originale ma vorrei iniziare questa chiaccherata chiedendoti di presentarti e di spiegarci cosa significa il tuo nikname. Immagino che Pat stia per Patrizia, ma Jefa? Femminile di jefe? JefaPat: Brava, hai indovinato! Il nome l’ha inventato Marco, un amico conosciuto sulle pagine del forum e appassionato di Messico quanto me. Lui diceva che io ero capo del gruppo, così è nato il nick. Insomma sono Patrizia, “la capa”.

Matusca: Nel tuo profilo dici che sono 20 anni che viaggi in Messico e nei paesi vicini. Qual è stato il motivo che ti ha spinto a visitarlo per la prima volta? JefaPat: Per la precisione tutto è cominciato nel 1986. La prima molla è stato il mio interesse per l’archeologia e per le culture precolombiane, ma è stato solo il punto di partenza.

Matusca: Cosa ti ha colpito (e continua a colpirti) particolarmente tanto da suscitare il tuo amore per quella terra? Che importanza ha il Messico nella tua vita? JefaPat: Credo che il Messico sia uno dei paesi più ricchi di cultura, storia, natura e fascino. Mi incanta il colore, la facilità di comunicazione della gente, la cucina, le tradizioni, la musica. Poco a poco ha assunto un ruolo sempre più importante nella mia vita. Dopo vari anni di attivismo all’interno di Amnesty International, grazie al mio interesse e alla conoscenza del Messico, ho chiesto e ottenuto di entrare a far parte del Coordinamento America Latina. Ora sono tre anni che collaboro con il team che nell’associazione si occupa dei diritti umani in quella parte del mondo.

Matusca: Sempre dal tuo profilo arguisco che non ami molto i villaggi turistici. Immagino, perció, che i tuoi viaggi non siano stati (e non siano) semplici spostamenti da un paese ad un altro, in cerca di avventure o esotismo un po’ da cartolina, ma qualcosa di qualitativamente diverso. Cosa significa per te viaggiare? Cosa cerchi nei tuoi viaggi? Quali emozioni ti provoca conoscere paesi nuovi o tornare in luoghi che giá conosci? JefaPat: Sarà scontato ma da un viaggio cerco la conoscenza, il contatto con una cultura diversa dalla mia. Mi piace parlare con la gente, provare cibi nuovi, sperimentare… Tutto questo mi porta poi invariabilmete a considerare che c’è anche tanto che accomuna le culture apparentemente più lontane fra loro, che me le fa le sentire amiche, mi fa pensare ad esse con simpatia.

Matusca: Vedo, leggendo i vari forum sul Messico, che quasi tutti i turisti si dirigono soprattutto verso le zone maya e Quintana Roo. Potresti indicarci circuiti alternativi, che permettano di conoscere altri aspetti di un paese così ricco di etnie, di cultura, di storia come il Messico? JefaPat: Questo è un tasto dolente su cui io batto spesso. Purtroppo la maggioranza dei tour operator vende solo soggiorni e circuiti nella penisola dello Yucatán e anche i viaggiatori individuali quasi sempre si limitano a questa e alla zona di Oaxaca, con una breve puntata nella capitale. Città del Messico non ha mai l’attenzione che merita: io la trovo una città estremamente affascinante e ricca di stimoli. Tanto per dirne una ci si possono vedere esempi della migliore architettura contemporanea, ma questo è un lato della città che quasi nessuno prende in considerazione. Per quello che riguarda il mare trovo che tutta la costa del Pacifico sia ingiustamente poco frequentata dagli italiani, che si riversano in massa su quella caraibica. Scarsa attenzione anche al centro-nord del paese, ricchissimo di città coloniali meravigliose. Un pochino più di curiosità suscita la Baja California, soprattutto grazie al passaggio delle balene.

Matusca: Quali altri paesi della zona conosci? Mi piacerebbe che ci dicessi qualcosa della loro composizione etnica, bellezze naturali e architettoniche. JefaPat: Se parliamo di America Latina posso dirti di aver visto tutto il Centro e Sud America, con l’esclusione di Perù, Bolivia, Cile e Argentina, che mi riservo per la vecchiaia… Fra tutti i paesi che ho visitato ho amato molto il Nicaragua, El Salvador, Panama, la Colombia, il Guatemala, il Belize e Cuba. Troppi? Bah, dicono che l’amore non si divide ma si moltiplica… Ma al primo posto naturalmente c’è mi querido Mexico! Per raccontare questi paesi ci vorrebbero pagine e pagine, così provo a stimolare l’interesse dei nostri amici viaggiatori dicendo che secondo me le città coloniali più belle di tutta l’America Latina sono Cartagena in Colombia e Santiago de Cuba, che il gruppo etnico più singolare è quello dei Kuna dell’arcipelago San Blas di Panama, che il mercato più affascinante è quello di Chichicastenango in Guatemala, che il lago più bello è il lago Nicaragua, il parco naturale più suggestivo il Sendero de los quetzales a Panama, le acque più turchesi quelle dei cayos del Belize e il museo più sorprendente è il museo dell’oro di Bogotà, Colombia.

Matusca: La cultura messicana è poco conosciuta in Italia e, comunque, molto spesso ci accostiamo a culture diverse dalla nostre un po’ accecati da eurocentrismo. Consigliaci film, libri (narrativa e saggistica), musica che ci aiutino a comprendere meglio il Messico ed i messicani. E a proposito di cultura, visto che tutti gli intervistatori ne hanno parlato: quali piatti ci consigli? Annaffiati da quale bevanda? JefaPat: Purtroppo sono pochi i film messicani distribuiti in Italia. Uno di quelli che a mio avviso danno uno scorcio più interessante sulla società di oggi è “Y tu mamà tambièn” di Alfonso Cuaròn, con un giovanissimo e affascinantissimo Gael Garcia Bernal (il futuro Che dei “Diari della motocicletta”). Diverso è il discorso sui libri, quelli per fortuna non mancano. C’è tantissima narrativa messicana contemporanea valida, molte scrittrici interessanti. La mia preferenza però va ad un autore un po’ dimenticato, George Ibarguengoitia, morto tragicamente da alcuni anni, che ha scritto alcuni romanzi deliziosi. Uno di questi “Le morte”, nonostante il titolo è un vero concentrato di vitalità, passione, ironia, la quintessenza della “messicanità”. Tra i saggi consiglierei poi una delle biografie o opere su Frida Kahlo (ce ne sono parecchie), un’altra delle mie grandi passioni, tanto per entrare in contatto con un personaggio singolare e un periodo molto vivace nella storia del paese. Emozionante è anche la lettura del diario intimo di Frida, con i suoi stupendi disegni.

Quanto alla cucina questo non può che essere un altro tema che mi è caro. Adoro il cibo messicano e dicono che sono una discreta cuoca quando riesco a trovare tutti gli ingredienti necessari. Se devo proprio limitarmi a un piatto la scelta cade sul “ceviche”, pesce crudo marinato nel succo di lime, da gustare sorseggiando una “margarita” ghiacciata. Anche qui c’è da dire che quello che arriva agli italiani su questo argomento è molto poco: quasi tutti credono che la cucina messicana si limiti a tacos e guacamole, quei pochi piatti che preparano i ristoranti tex-mex di casa nostra…

Matusca: Si parla sempre di shopping, su cosa portarci dal paese in cui si viaggia. Eduardo Galeano scrive che la cultura ufficiale chiama “artigianato” le creazioni popolari mentre invece sono vera e propria arte. Condivido la sua opinione soprattutto per “l’artigianato” messicano (e guatemalteco) che trovo splendido, tutto, ma vorrei che fossi tu a indicarci oggetti e/o abiti tipici da portare a casa come ricordo. JefaPat: Ancora una volta sono d’accordo con Galeano, grande scrittore e conoscitore dell’America Latina. Tra gli oggetti che mi sono più cari ci sono alcune “xicaras“: ciotole ricavate da grossi semi, tipo gusci di noce di cocco, intagliate con figure di animali di una finezza eccezionale. Le ho comprate da un vecchio contadino di Mazunte che arrotondava il suo bilancio vendendo quegli oggetti al mercatino domenicale; mi ha detto che si usano per bere il “cafè de olla”. Questo è un esempio di come il vero artigianato abbia la funzione di rendere bello e dignitoso ogni semplice oggetto di uso quotidiano. Un campo sconfinato a cui attingere è quello delle ceramiche e terracotte: ogni zona del paese ne ha un tipo peculiare. Personalmete adoro l’ “albero della vita”, una sorta di candeliere ricco di figurine allegoriche o ispirate al tema della creazione del mondo. Anche nel campo dell’abbigliamento si possono fare acquisti deliziosi: gli “huipiles“, le belle casacche bianche con bordure di fiori ricamati che indossano le donne maya, i “rebozos“, stole di lana tessuta a telaio, diverse da regione a regione, e per gli uomini le “guyaberas“, camicie bianche con piegoline sottili, di tela finissima, che si portano fuori dai pantaloni. Se si va poi al nord c’è tutto l’abbigliamento “charro“: stivali, cinture, cappelli, che noi erroneamente definiamo da cow boy.

Matusca: Immagino che tu conosca molto bene lo spagnolo, soprattutto nel suo registro messicano, e che quindi questo fatto ti permetta di conoscere in maniera esauriente e non superficiale la situazione sociale e dei diritti umani in Messico (della quali si conosce molto poco). Puoi parlarcene un poco? JefaPat: Occasionalmente faccio lavori di traduzione e interpretariato dallo spagnolo, adoro la musicalità e la ricchezza di questa lingua. Se parliamo di diritti umani mi sento di giocare un po’ in casa, ho già detto del mio impegno in Amnesty, no? Così colgo l’occasione per fare un po’ di promozione alla mia associazione. Amnesty International cura e pubblica ogni anno un rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo, un lavoro che viene universalmente considerato uno dei documenti più autorevoli su questo tema. C’è un capitolo per ogni singolo paese, quindi naturalmente esiste anche quello del Messico. Questo esaurientissimo rapporto è stampato e venduto nelle librerie ma è anche consultabile in rete nel sito dell’associazione. Aggiungo qui il link perchè mi piacerebbe che I nostri amici turisti per caso diventassero “turisti consapevoli” informandosi sulla situazione dei diritti umani che troveranno ogni volta che stanno per conoscere un paese.

Matusca: Si è fatto un gran parlare (a proposito e molto a sproposito, secondo me) della febbre suina in Messico. Sarebbe interessante conoscere il tuo parere sulla questione. JefaPat: Credo che il Messico sia stato già abbastanza penalizzato da questa storia e che sia ora che ritrovi in pieno il suo flusso turistico, che è molto importante per l’economia del paese. Questa epidemia non mi spaventa più di quella della solita influenza che ci aspettiamo ogni anno tra autunno e inverno, e mi comporterò esattamente come ogni altro anno.

Matusca: Altra domanda di rito: Come hai conosciuto TPC? Ti sta bene così o ti piacerebbe che fossero apportati miglioramenti? Se sì, quali? JefaPat: Sinceramente non me lo ricordo più… È passato tanto di quell tempo! Sono una frequentatrice della prima ora e ho aderito al progetto delle guide per caso dal suo inizio. Probabilmente mi ci ha portato un motore di ricerca mentre stavo organizzando qualche viaggio. Una cosa che mi piacerebbe trovare nel sito è una serie di link che conducano da ogni nazione al sito di Amnesty e di altre organizzazioni che possano informare sulla situazione dei diritti umani nel paese.

Matusca: Chi proporresti per la prossima intervista? JefaPat: Mi piacerebbe saperne di più di Costanzo, la guida di Roma, dato che siamo concittadini.

Ringrazio tanto Jefa: non solo ci ha fatto uscire dai soliti circuiti turistici mostrandoci un paese affascinante, ma ci dato anche la possibilitá e lo strumento per conoscere la sua realtá sociale, popolare, in modo da poter essere non turisti ma esseri umani che cercano di conoscere altri esseri umani. Grazie Patrizia anche per il suggerimento finale e chissá che non ci si veda in Messico, paese che amo moltissimo.



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