Turisti per Caso in primo piano: Pankarita
Elena/PatPat133 : Sono molto contenta di poter intervistare oggi Manuela/Pankarita. Su TPC ho scoperto che abbiamo molti punti in comune : entrambe viviamo all’estero, da poco siamo diventate mamme, entrambe abbiamo una” famiglia mista”, siamo appassionate di letteratura indiana e sudamericana, ma soprattutto di viaggi… Questa intervista é l’occasione per conoscerla ancora meglio! Ciao Manuela, Mispieghi l’origine del nickname Pankarita? Ha un significato particolare? Pankarita: La scelta di questo nickname è dettata dalla mia passione per il Sud America e per le civiltà pre-colombiane. Pankarita era il nome di una leggendaria principessa che fu scelta per diventare la sposa dell’Inca e vivere con lui sull’isola del Sole nel lago Titicaca. Isola che spero di poter visitare un giorno o l’altro…
PatPat: Cominciamo a parlare un po’ di te… Da dove vieni? Pankarita: Sono nata e cresciuta a Milano, ma i miei genitori sono siciliani. Questo vuol dire che sono molto legata anche a quella terra meravigliosa e non solo affettivamente: la “sicilianità” fa parte di me… In fondo anch’io sono cresciuta a “pane e panelle” e “arancine”!
PatPat: Cosa fai nella vita? Pankarita: Al momento faccio la mamma a tempo pieno e ne sono felicissima perché è il “lavoro” più bello del mondo! In realtà, scegliendo di venire a vivere in Australia, ho messo anche in conto di dovermi creare una carriera diversa da quella per cui avevo studiato in Italia. La mia laurea in Scienze Politiche qui non mi è molto utile, per cui ho rispolverato un mio vecchio sogno: quello di fare la traduttrice. Il mio amore per le lingue straniere risale a molti anni fa, quando frequentavo il liceo linguistico e scrivevo decine di lettere ai miei corrispondenti sparsi per il mondo, e non si è mai spento completamente. Adesso sto studiando per entrare a far parte dell’associazione australiana di interpreti e traduttori e spero di riuscirci presto. Penso che la mia passione per le lingue sia strettamente legata a quella per i viaggi e per le culture straniere, visto che le ho sempre considerate uno strumento fondamentale per entrare in contatto con le popolazioni locali in maniera più profonda e che mi hanno permesso di costruire delle belle amicizie che durano ancora oggi, nonostante le distanze.
PatPat: Leggo nella tua scheda e nei racconti di viaggio che hai pubblicato che vivi in Australia e che tuo marito è australiano. Dove vi siete conosciuti? Pankarita: In realtà non è una storia molto strana! Ci siamo conosciuti mentre lui era in vacanza in Europa e ci siamo subito resi conto che si trattava di una “cosa seria”, tanto che un paio di mesi dopo, io che non amo molto volare, mi sono ritrovata su un aereo da sola alla volta di Sydney dove sono rimasta 3 mesi! Dopo varie vicissitudini, siamo riusciti a riunirci in Italia, ci siamo sposati 6 anni fa e adesso abbiamo una bellissima e dolcissima bambina di 1 anno e mezzo. Ogni tanto, quando mi guardo intorno, mi ritrovo a pensare a quanto sia stata fortunata nel trovare la mia “metà”, nonostante la distanza, nonostante le differenze di lingua, di cultura e di vissuto! Chi l’avrebbe mai detto che una vacanza mi avrebbe portato l’Amore dall’altro capo del mondo e avrebbe cambiato per sempre la mia vita??
PatPat: Nel tuo itinerario di viaggio” Singapover Stopover” racconti della vostra partenza dall’Italia in Australia. Perché questa scelta? Pankarita: Hai detto bene… È stata proprio una scelta di vita, dettata da molte considerazioni. L’Australia è stata una scelta ovvia perché mio marito è cittadino australiano (anche se ha origini indiane). Diciamo che ne parlavamo da sempre perché volevamo una vita diversa, meno schizofrenica e più rilassata di quella che facevamo a Milano e sapevamo che qui l’avremmo trovata. Inoltre, ci sembrava che l’Australia fosse il posto più adatto per mettere su famiglia, dal momento che la nostra è una famiglia “mista”, una cosa che qui è normalissima, mentre in Italia siamo solo agli inizi nella costruzione di una società multi-etnica. E poi ci sono state anche considerazioni di tipo lavorativo, la possibilità di fare carriera grazie ai propri meriti più che alle proprie conoscenze… Infine direi che è stata anche una sfida, un’avventura. Non è stato facile prendere una decisione così importante e lasciare tutto e tutti, come immagino saprai bene visto che anche tu fai parte della numerosa comunità degli “Italiani residenti all’estero”, ma a distanza di quasi 3 anni posso confermare che per noi è stata la scelta giusta, visto che qui ci troviamo molto bene… E poi, grazie soprattutto ad Internet, non è così difficile mantenere i contatti con amici e parenti.
PatPat: Quali sono le differenze culturali più evidenti tra l’Italia e l’Australia? Pankarita: Differenze ce ne sono molte. Diciamo che il termine che meglio descrive la cultura e lo stile di vita “Aussi” è “mateship”, parola praticamente intraducibile, ma che significa “solidarietà verso il prossimo”. La gente è molto disponibile e fa di tutto per aiutare e integrare gli altri. Un’altra caratteristica fondamentale è lo stile di vita rilassato caratterizzato dal “no worries, mate”, frase che si sente dire spessissimo e che significa “nessun problema, amico”. Non esistono l’impazienza e la fretta. La gente non bada molto all’esteriorità… Non si è schiavi delle mode. Una cosa che mi stupisce ancora adesso è vedere i manager che, durante la pausa pranzo, si mettono in maglietta e calzoncini e vanno a giocare a rugby o a correre nei tanti parchi della città e poi tornano a lavorare nei loro uffici, che sono spesso attrezzati con spogliatoi e docce. Lo sport è molto importante, soprattutto il nuoto e il surf. Un’altra usanza molto carina è quella dei barbecue pubblici che si trovano nelle aree per il picnic di quasi tutti i parchi. C’è molto rispetto per l’ambiente e per gli animali e si vive a contatto con la natura… Spesso così tanto che moltissime persone vanno in giro scalze! Altra cosa che non ho potuto fare a meno di notare da quando sono diventata mamma è la quantità di bambini e di pance che si vedono in giro… La media è di 3 figli a coppia, cosa che in Italia sarebbe inimmaginabile. L’Australia è un Paese molto ben attrezzato per i piccoli e per le mamme. Invece una cosa negativa è che gli Australiani sono a volte un po’ troppo rigidi e inquadrati, per cui non esistono le eccezioni e si seguono le regole anche quando non hanno senso o sono obsolete.
PatPat: Anche qui in Francia la natalità è altissima, (non a caso è il paese europeo insieme all’Irlanda con il più alto tasso di natalità). A questo proposito come hai vissuto la gravidanza in Australia? Te lo chiedo perché io sono rimasta positivamente colpita dalla quantità di “aiuti” e “sostegno” che ho avuto (ed ho tuttora) dallo Stato francese Pankarita: Devo dire che qui si viene seguiti molto sia durante la gravidanza, sia dopo. Si può usufruire del servizio sanitario pubblico che è gratuito, o di quello privato, che alla fine viene quasi tutto rimborsato dall’assicurazione sanitaria (obbligatoria dopo una certa età) e dalla “mutua”. Inoltre, alla nascita di ogni figlio, lo Stato dà un baby bonus, che fino all’anno scorso ammontava a $5000 australiani (circa 2500€) e veniva dato a tutti, indipendentemente dal reddito. Da quest’anno invece viene giustamente dato solo a chi ne ha bisogno. Inoltre, se il nucleo familiare guadagna meno di $150000 l’anno, lo Stato versa anche un contributo mensile per le spese correnti e uno per il nido. E poi tutto ciò che riguarda i bambini costa meno della metà rispetto all’Italia: pannolini, latte in polvere, pappe… Tutto! La gravidanza viene vissuta come un evento naturalissimo, forse proprio perché si fanno tanti figli. Un’altra cosa molto carina sono gli Early Childhood Centres… Dei centri comunali in cui lavorano delle infermiere professioniste e dove le mamme portano i propri bimbi sin dai primi mesi per i vari controlli di routine (peso, altezza, ecc.). Io l’ho trovato utilissimo per chiedere consigli e risolvere tutti i dubbi e le incertezze legate al primo figlio.
PatPat: Mi ritrovo moltissimo in alcune tue risposte… Anche qui ci sono dei centri di questo tipo… E mi sono stati utilissimi, soprattutto i primi mesi… Ma riveniamo a noi… Com’è vivere da “italiana” in Australia? Pankarita: All’inizio è stato un po’ difficile entrare nella mentalità locale e abituarsi al forte accento Aussi, ma poi mi sono ambientata. Qui la cultura principale è britannica, ma esistono molte altre influenze culturali portate dai milioni di immigrati provenienti da tutto il mondo. Penso sia per questo che alla fine non ho avuto grandi difficoltà. L’Australia è una terra che include e armonizza le differenze culturali e religiose, non le cancella, non cerca di omogeneizzarle. E’ un Paese dove c’è posto per tutti, dove tutti hanno la possibilità di crearsi una nuova vita, dove la multi-etnicità e la multi-razzialità sono già una realtà. Inoltre, essendo un po’ tutti immigrati, ci sono molti servizi pensati per rendere più facile la vita e l’integrazione dei nuovi arrivati: traduzioni e interpreti anche gratuiti, un canale televisivo pubblico che trasmette telegiornali di mezzo mondo (persino il TG1) e film in lingua originale, insegnamento dell’inglese per chi ne ha bisogno… E poi, quando ho nostalgia dell’Italia, incontro i miei amici italiani che vivono qui (e che sono tanti, visto che, anche se non se ne parla abbastanza, ci sono ancora molti giovani Italiani che emigrano) e ci andiamo a mangiare un’ottima pizza nel quartiere italiano!
PatPat: Tre cose che adori e che detesti dell’Italia: Pankarita: Partiamo con le cose che adoro e che quindi mi mancano molto: l’arte e la storia, il cibo e la passione e il coinvolgimento per ciò che succede nella società e nel mondo. L’Australia è un Paese giovane, con una storia molto breve e un patrimonio artistico non paragonabile a quello italiano. Il cibo… Beh, da brava Italiana che si rispetti, anche se mi piace assaggiare le cucine di tutto il mondo, preferisco quella italiana! Anche se qui si trovano tutti gli ingredienti basilari, non esistono quelle sfumature regionali che sono la ricchezza dell’arte culinaria italica. Per quanto riguarda la passione civica, diciamo che qui è molto più blanda, soprattutto per quanto riguarda ciò che succede fuori dall’Australia. Le tre cose che detesto dell’Italia? Ti parlo più che altro della realtà milanese, che è quella che conosco meglio. Direi che sono la poca pazienza della gente, la diffidenza mista a paura nei confronti degli altri e la non meritocrazia.
PatPat: Sei GPC di Sydney e dell’Austrialia e dai informazioni e consigli a tutti i TpC che vogliono visitare l’Australia. Ti va adesso di parlarmi un po’ della tua città? Pankarita: Secondo me Sydney è una delle città più belle del mondo! Non lo dico solo perché ci vivo… Ma ha la fortuna di essere situata in una baia fantastica. E’ una città molto vivibile, a misura d’uomo, con una rete di trasporti molto efficiente. Ci sono tante cose da vedere e da fare, sia come turisti che come abitanti! Oltre ai simboli della città (l’Opera House e l’Harbour Bridge), ci sono i bellissimi Royal Botanic Gardens, l’elegante centro commerciale liberty Queen Victoria Building, lo storico quartiere di The Rocks con i suoi edifici antichi riconvertiti in pub o gallerie d’arte, Darling Harbour con una splendida vista sui grattacieli della city e l’Acquario, il bel mercato del pesce, le famosissime spiagge di Bondi e Manly traboccanti di surfisti e gente che fa jogging… Poi ci sono delle piccole “perle” un po’ nascoste, come il Chinese Garden of Friendship, piccolo giardino in stile orientale vicino a Darling Harbour e luogo molto rilassante, o Watsons Bay quartiere storico in cui sbarcò il primo governatore Arthur Phillip nel 1788 e da cui si gode una vista spettacolare sulla baia. Ma c’è anche la città mondana dei pub e dei ristorantini etnici dei quartieri meno centrali (e poco turistici) come Newtown, Glebe, Leichhardt, Balmain… E poi c’è la Sydney di chi ci vive… Di chi lavora in centro ed abita in una villetta con giardino nei sobborghi e che, ogni tanto, fa una gita alle Blue Mountains, o alla zona vinicola dell’Hunter Valley, o sulla costa per vedere le balene e godere della bellezza della natura che ci circonda.
PatPat: Dalla tua scheda leggo che hai viaggiato molto: Europa, Sud est asiatico, Sud America, Cuba, Australia. Come ti piace viaggiare? Pankarita: Devo dire che ho provato molte tipologie di viaggio: da quello organizzato, alla crociera, al villaggio all inclusive, allo scambio scolastico, al viaggio di lavoro volontario… Ma il mio preferito, e quello che ho fatto più spesso, è il fai da te. Per me, il divertimento inizia proprio dall’organizzazione e penso che sia normale tra gli appassionati di viaggi. Cosa c’è di più bello di sedersi con una cartina e una guida in mano e decidere dove andare, cosa fare, cosa vedere, dove dormire…? Io faccio parte del gruppo delle persone che pensano che un viaggio inizi molto prima di prendere un aereo (o un treno, o una nave… ;-))… Anzi, spesso il vero viaggio è solo la conclusione di un percorso durato settimane e a volte mesi. E’ un po’ come quando da bambini si aspettava il Natale per aprire i regali! L’attesa e l’immaginazione del “come sarà” sono una parte fondamentale dell’emozione di una partenza. Anche per questo temo di non lasciare troppo spazio all’improvvisazione… E questo, delle volte, è un difetto! Come il fatto di volere vedere e fare troppo! Ci sono state delle volte che avrei voluto poter cambiare le carte in tavola all’ultimo momento per restare di più in un posto e non ho potuto farlo. Credo di dover migliorare molto su questo punto!
PatPat: Toglimi una curiosità: sei già stata in India? Mi hai detto che tuo marito é di origini indiane, hai già visitato i luoghi dove tuo marito ha trascorso la sua infanzia? E nel caso positivo, come hai vissuto questo viaggio? Pankarita: Ci sono stata 2 volte, anche se in realtà ho visitato solo Mumbai, dove mio marito è nato e cresciuto, e Goa, luogo d’origine della sua famiglia. Sono stati dei viaggi molto emozionanti che mi hanno consentito di vedere l’India con occhi diversi da quelli del turista o anche del viaggiatore. Io l’ho vissuta dall’interno, come la vive un Indiano della classe media. Ho potuto fare cose che il turista di solito non fa, come andare a fare la spesa per il pranzo in un mercato di un quartiere di Mumbai per niente turistico, o assistere a un matrimonio cattolico (quello di mia cognata) per molti versi simile ai nostri, ma con elementi che derivano dalla tradizione indù, o vivere in una casa di Mumbai per qualche giorno… E’ stato molto bello vedere i luoghi in cui mio marito è cresciuto: la sua casa, la scuola, il giardinetto dove giocava, il chiosco dove beveva il lassi (una bevanda dolce a base di yoghurt) e dove il proprietario, un signore ormai anziano, l’ha riconosciuto e si è commosso nel rivederlo. E poi che dire di Goa? Molti pensano che sia un luogo di solo mare, palme e rave parties. Io posso assicurare che non è affatto così. Basta esplorare anche un po’ i villaggi dell’interno o visitare Old Goa con le sue bellissime chiese. A me ha colpito molto vedere chiese e templi indù costruiti vicini gli uni agli altri… Infatti a Goa (ex colonia portoghese) ci sono tutt’ora moltissimi cattolici. La cultura goese è unica: una sintesi di cultura occidentale-cristiana e induista ed è per questo che quando sento certi commenti piuttosto superficiali su questa bellissima parte dell’India mi arrabbio molto. L’India è un Paese molto complesso e difficile da capire completamente… Ma diciamo che questi viaggi mi hanno aiutato a coglierne qualche sprazzo e a comprendere meglio quali sono i luoghi comuni più diffusi e le verità un po’ nascoste di un Paese in continua e velocissima evoluzione. Ma dell’India e di Goa in particolare potrei parlare per ore… 😉
PatPat: Anche io:-)!!!! John Steinbeck diceva: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” sei d’accordo? Pankarita: Sono d’accordissimo! Io penso che un viaggio insegni tanto e per questo ritengo che sia molto importante che i bambini viaggino il più possibile. Io ho avuto la fortuna di poterlo fare sin da quando ero molto piccola: con i miei genitori ho girato quasi tutta l’Europa. Mio padre alla guida, mia madre a fare da navigatrice e io sul sedile di dietro che mi godevo le immagini di vita che scorrevano fuori dal finestrino! Ogni viaggio ti lascia dentro qualcosa. Spesso, quando sei piccolo non te ne accorgi nemmeno, ma poi ti rendi conto di quanto ti hanno arricchito. La cosa più bella è che ti fanno crescere con una grande apertura mentale, cosa che ritengo fondamentale. Ricordo di aver giocato con bambini di mezza Europa, a dispetto del fatto che non ci capissimo nemmeno! Quando si cresce così, non si può non avere addosso la “malattia” del viaggio e la voglia di conoscere persone e culture di tutto il mondo! Ed è proprio quello che vorrei poter fare con la mia Victoria!
PatPat: 3 immagini indimenticabili dei tuoi viaggi.. Pankarita: La prima immagine che mi viene in mente è quella di una bambina che ho visto al mercato di Chichicastenango, in Guatemala. Avrà avuto 5 o 6 anni e portava sulle spalle la sorellina più piccola. Mi ha fatto venire in mente le parole di una bellissima canzone dei Modena City Ramblers ispirata al libro di García Márquez “Cent’anni di solitudine”, uno dei miei preferiti in assoluto, che dicono: Remédios lavora al mercato a San Cristóbal / Al banco della frutta di sua madre / A cinque anni ha già imparato a fregare sul resto / Con i gringos e i turisti giapponesi / Discende dai Maya, signori della terra / Per un dollaro la puoi fotografare / E nella foto non sorride, ma sembra che ascolti / Il suono di una musica lontana Mi aveva molto impressionato vedere come una bambina così piccola che dovrebbe solo preoccuparsi di correre, ridere e giocare, potesse invece avere un’espressione tanto matura, seria e concentrata nel suo lavoro. Non la dimenticherò mai. Un’altra immagine indelebile è quella di un venditore indiano che alle 5 di mattina spingeva il suo carretto nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Mumbai. Il carretto era stracolmo di coriandolo fresco e verdissimo, che emanava un profumo così intenso che mi è rimasto nelle narici per molto tempo! Ancora adesso, quando sento l’odore pungente del coriandolo mi viene in mente questa scena. L’ultima immagine è quella della luce della luna che si riflette sulla neve in un bellissimo bosco. Ero a Rovaniemi con mio marito, durante un’escursione notturna molto romantica su una slitta trainata dalle renne… Eravamo solo noi e la natura, immersi nel silenzio più totale!
PatPat: C’è stato un viaggio in cui hai mai pensato di voler tornare a casa? Pankarita: In realtà sono state molte di più le volte in cui ho pensato di NON voler tornare a casa! Cosa che mi succede quasi ad ogni viaggio! 😉 L’unica volta che ricordo di avere avuto un attacco di sconforto è stata a Rio Dulce, in Guatemala. Avevo insistito tanto per andarci perché avevo sentito parlare molto bene di Livingston e per raggiungerla dovevamo necessariamente dormire una notte a Rio Dulce. Siamo arrivati col buio e l’albergo che avevamo prenotato era una costruzione un po’ strampalata sotto un cavalcavia, in una zona che sembrava malfamata… Appena siamo saliti in camera, l’abbiamo trovata sporca e con un bagno in pessime condizioni… E, soprattutto, l’aria condizionata promessa non funzionava. Fuori c’erano un caldo e un’umidità pazzeschi. Inoltre eravamo proprio in riva al fiume, e le zanzariere erano tutte rotte… Quindi non potevamo tenere le finestre aperte a meno di non voler essere attaccati da centinaia di zanzare. In quel momento ho proprio pensato “ma chi me l’ha fatto fare”?? Per fortuna abbiamo deciso di uscire subito a fare un giro! Così abbiamo scoperto che l’hotel non era poi tanto male… Era pieno di gente simpatica e chiacchierona e aveva un ristorante proprio sul molo, dove tirava una bella brezza. Alla fine abbiamo risolto il problema fondamentale (il caldo!) con 2 ventilatori che ci hanno dato alla reception e siamo anche riusciti a farci una bella dormita! 🙂
PatPat: Tiziano Terzani diceva: “I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo senza chiedere nulla”. Cosa ne pensi? Pankarita: Io adoro leggere e i libri mi accompagnano nel viaggio per eccellenza che è la vita, ma in realtà durante le vacanze non ho mai abbastanza tempo! Non ho molti “tempi morti” e anche durante gli spostamenti solitamente mi perdo a guardare la gente che mi circonda o i paesaggi che sfilano fuori dal finestrino. Le mie letture le faccio tutte prima e dopo il viaggio vero e proprio, anche se spesso porto con me uno o due libri legati al luogo che sto visitando. Mi è anche capitato di scegliere una meta per via di un libro che avevo letto, o di leggere un libro perché ambientato in un posto che avevo visitato o volevo vistare, o di andare alla ricerca di luoghi citati in libri che avevo letto! Non a caso tutti i miei scrittori preferiti sono Latinoamericani e Indiani… Luoghi che adoro.
PatPat: Quanto è importante la musica durante un viaggio? Pankarita: Tantissimo! Io ho sempre viaggiato con la musica come colonna sonora. Quando ero piccola, avevo un walkman da cui non mi separavo mai e partivo con una scorta di cassette di tutti i generi. Poi, crescendo, ho scoperto anche la possibilità di esplorare la musica dei luoghi che visitavo e da allora non torno mai da un viaggio senza almeno un CD di un artista locale! E’ così che ho scoperto i Maná in Messico, Silvio Rodríguez e Pablo Milanés a Cuba, Ismael Serrano e gli SKA-P in Spagna… E’ anche per questo che un po’ di tempo fa ho aperto un forum proprio su TpC che si intitola “Scoprire nuova musica in viaggio” e mi sono resa conto di non essere l’unica ad avere questa passione
PatPat: Quale sarà il prossimo viaggio? Pankarita: Per i prossimi mesi non sono previsti viaggi… Aspettiamo che Victoria cresca ancora un po’… Più che altro per pigrizia nostra, perché fare un viaggio come piace a noi, magari “itinerante”, è molto più stancante con una bambina piccola… Soprattutto per mamma e papà! Comunque di luoghi in mente ne abbiamo un bel po’. Penso che inizieremo con le Fiji o la Nuova Zelanda, che sono abbastanza vicine e ben collegate con Sydney. Poi altre due mete che mi sembrano abbastanza abbordabili, anche con una bimba piccola, sono il Giappone e la Patagonia ma, almeno per quest’ultima, aspettiamo che Victoria cammini meglio da sola… 😉
PatPat: Veniamo a TpC. Come l’hai conosciuto? da quanto tempo? Pankarita: Seguo da sempre Syusy e Patrizio e penso di aver visto TUTTE le puntate di Turisti e Velisti per Caso! Informazioni e viaggi fai da te con ironia… Cosa c’è di meglio?? Sul sito ci sono capitata proprio “per caso” agli inizi del 2004, quando cercavo informazioni per il viaggio on the road in America centrale che ho fatto con mio marito e da allora non l’ho più lasciato!
PatPat: Cosa ti ha spinto a diventare GpC dell’Australia e di Sidney? Pankarita: Sicuramente la passione per i viaggi e in particolare per il fai da te. Secondo me la rete è uno strumento utilissimo per scambiarsi pareri e consigli che possono fare la differenza quando si organizza un viaggio. Già prima di diventare GpC avevo ricevuto molte email di TpC che mi chiedevano consigli e ho sempre risposto con piacere perché anche io avevo chiesto aiuto ad altri utenti per organizzare qualcuno dei miei viaggi! Una volta trasferitami qui, è stato naturale propormi come GpC, visto che è sicuramente più facile per chi vive sul posto dare consigli e informazioni sempre aggiornate. Devo dire che ho ricevuto anche qualche soddisfazione: è bello quando qualcuno torna da un viaggio e ripassa sul forum per condividere la propria esperienza e far sapere agli altri che è andato tutto bene!
PatPat: Come usi TPC per organizzare i tuoi viaggi? Pankarita: Quando ho una meta in mente comincio col leggere più racconti di viaggio possibile per cercare di capire cosa mi piacerebbe vedere, che tipo di itinerario seguire, quanto tempo dedicare ad ogni luogo, con che mezzi spostarmi, ecc. Una volta messo insieme lo “scheletro” del viaggio, consulto le GpC o i forum dei singoli Paesi per chiarire eventuali dubbi. Per me il parere o il consiglio di qualcuno che ha già fatto lo stesso giro può essere molto più utile di una guida cartacea.
PatPat: Quali cambiamenti proporresti per migliorare il sito? e perché? Pankarita: Penso che sia già stato detto e non so se sia fattibile o meno, ma sarebbe molto utile, sia per le GpC che per gli utenti in cerca di informazioni, se si potesse inserire un motore di ricerca all’interno dei singoli forum. Ce ne sono alcuni con centinaia di interventi e spesso le domande degli utenti si ripetono… Per le GpC può essere complicato e dispendioso in termini di tempo andare a ricercare le proprie risposte o riscriverle da capo. Inoltre si eviterebbe di ripetere sempre le stesse cose. Un’altra idea che mi piacerebbe vedere realizzata sarebbe la possibilità di inserire delle foto nei propri racconti di viaggio.
PatPat: Ci sono delle persone che hai incontrato grazie al sito? Pankarita: Di persona per il momento ne ho conosciuta sola una. Poco tempo dopo essere arrivata qui ho ricevuto un’email da una ragazza italiana che si era trasferita a Sydney da poco e aveva letto il racconto del mio viaggio ad Uluru. Così ci siamo incontrate e adesso siamo ottime amiche! Purtroppo non conosco nessun altro di persona perché per ovvi motivi non riesco a venire ai vari raduni! Ho proposto di farne uno da queste parti, ma temo non sia possibile! 😉 In ogni caso ci sono delle persone che ho incontrato sul sito più spesso di altre e alle quali mi sento legata da interessi comuni! Oltre a te, ci sono le altre mamme: Chiarina e CaterinaC. Poi le mitiche Aurora e Annarita Z., il poetico Holderlin, Matusca che mi dà sempre ottimi consigli su film, musica e molto altro che riguarda l’America Latina, grignanilaura di cui vorrei seguire l’esempio visto che viaggia in tutto il mondo con i suoi figli sin da quando erano piccoli, la dolcissima Orsagiuliva che mi manca tanto e Robin con la quale ho scoperto di avere tantissime cose in comune!
PatPat: E per finire, chi vorresti intervistare? Pankarita: Sono tanti!!!! Ma diciamo che, tra i non ancora intervistati, mi piacerebbe molto fare 4 chiacchiere con Robin, Chiarina, grignanilaura o Matusca! Grazie Manuela di avermi dedicato un po’ del tuo tempo… È stato un piacere conoscerti meglio…E chissà magari ci si incontrerà presto in uno dei prossimi viaggi con le nostre bimbe:)! Buon viaggio a tutti!!