Tsunami: scusate se non sono uno scrittore, ma un sopravvissuto
Di seguito la recensione:
Un sopravvissuto, un’isola tropicale della bella Thailandia dove ci era capitato per un errore, dove aveva costruito passo dopo passo le sue risorse economiche, una vita quasi perfetta fino al giorno della catastrofe che tutti ricorderanno e che è racchiusa in un nome: Tsunami.
L’autore racconta la fuga dallo stesso. Fugge, inseguito da una macchina tritatutto che lascia dietro di se centinaia, migliaia di corpi senza vita. Poi, la ricerca di cibo e acqua per aiutare tutto il suo staff e per la sua stessa sopravvivenza. Nel suo rifugio, nel punto più alto dell’isola per lunghi tredici giorni, mangia radici, banane, riso e qualche uova, cerca di aiutare, grazie ad alcuni cellulari, tutte quelle persone che cercavano disperatamente i propri cari dispersi.
Perché aveva deciso di viverci, perché aveva cambiato tutta la sua vita per quel paradiso? Un luogo senza auto, con una temperatura ideale, con della gente splendida, un posto apparentemente senza pericolo. C’è voluto un colpo di coda della natura per distruggere tutto quanto aveva costruito. L’autore lo racconta nei dettagli, la storia è pura realtà. Coinvolge, ci fa sognare quei posti tropicali ma poi ci porta dritto nella tragedia, soprattutto, quando racconta la storia di altri che hanno perso i genitori, una futura moglie, un figlio.
Luciano è una delle tante persone comuni che senza pensarci due volte si sono fatte in quattro per aiutare gli altri superstiti: non solo è rimasto in Thailandia, ma ha fatto pubblicare il suo numero sui principali quotidiani italiani e ha cercato attivamente i dispersi. Senza aspettarsi in cambio onorificenze o riconoscimenti. Parte del ricavato di questo libro sarà devoluto ai sopravvissuti di Phi Phi Island, dove ancora adesso Luciano vive e lavora. Potete acquistare la vostra copia in libreria o direttamente on line
La Redazione