Tsunami: scusate se non sono uno scrittore, ma un sopravvissuto

Amici Turisti per Caso, questa volta siamo noi a consigliarvi un libro! Si tratta di "Scusate se non sono uno scrittore, ma un sopravvissuto” di Luciano Butti (edito Diple Edizioni). Il titolo parla da sé: da ben 14 anni Luciano gestiva un ristorante a Phi Phi Island, in Thailandia, quando lo scorso dicembre la tragedia dello...
Turisti Per Caso.it, 14 Nov 2005
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Amici Turisti per Caso, questa volta siamo noi a consigliarvi un libro! Si tratta di “Scusate se non sono uno scrittore, ma un sopravvissuto” di Luciano Butti (edito Diple Edizioni). Il titolo parla da sé: da ben 14 anni Luciano gestiva un ristorante a Phi Phi Island, in Thailandia, quando lo scorso dicembre la tragedia dello tsunami si è abbattuta sull’Asia centro meridionale spazzando via tutto. Ormai è passato quasi un anno da quei difficili momenti arrivati ai nostri occhi tramite le immagini dei media, ma i lavori e gli sforzi per riportare la situazione alla normalità sono ancora in corso. Il tempo scorre implacabile, i telegiornali divulgano nuove notizie, i quotidiani pubblicano reportage di altri allarmi… Il rischio a questo punto è dimenticare che finita l’emergenza, inizia la ricostruzione. Il libro di Luciano ha proprio questo scopo, un libro “per raccontare la tragedia con gli occhi di chi l’ha vissuta dal vivo, per non dimenticare e per aiutare coloro che hanno salvato la vita ma hanno perso tutto il resto”.

Di seguito la recensione:

Un sopravvissuto, un’isola tropicale della bella Thailandia dove ci era capitato per un errore, dove aveva costruito passo dopo passo le sue risorse economiche, una vita quasi perfetta fino al giorno della catastrofe che tutti ricorderanno e che è racchiusa in un nome: Tsunami.

L’autore racconta la fuga dallo stesso. Fugge, inseguito da una macchina tritatutto che lascia dietro di se centinaia, migliaia di corpi senza vita. Poi, la ricerca di cibo e acqua per aiutare tutto il suo staff e per la sua stessa sopravvivenza. Nel suo rifugio, nel punto più alto dell’isola per lunghi tredici giorni, mangia radici, banane, riso e qualche uova, cerca di aiutare, grazie ad alcuni cellulari, tutte quelle persone che cercavano disperatamente i propri cari dispersi.

Perché aveva deciso di viverci, perché aveva cambiato tutta la sua vita per quel paradiso? Un luogo senza auto, con una temperatura ideale, con della gente splendida, un posto apparentemente senza pericolo. C’è voluto un colpo di coda della natura per distruggere tutto quanto aveva costruito. L’autore lo racconta nei dettagli, la storia è pura realtà. Coinvolge, ci fa sognare quei posti tropicali ma poi ci porta dritto nella tragedia, soprattutto, quando racconta la storia di altri che hanno perso i genitori, una futura moglie, un figlio.

Luciano è una delle tante persone comuni che senza pensarci due volte si sono fatte in quattro per aiutare gli altri superstiti: non solo è rimasto in Thailandia, ma ha fatto pubblicare il suo numero sui principali quotidiani italiani e ha cercato attivamente i dispersi. Senza aspettarsi in cambio onorificenze o riconoscimenti. Parte del ricavato di questo libro sarà devoluto ai sopravvissuti di Phi Phi Island, dove ancora adesso Luciano vive e lavora. Potete acquistare la vostra copia in libreria o direttamente on line

La Redazione



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