Syusy vi invita alla “Fiesta Nomadas”

Celebriamo il Solstizio d'estate sui colli bolognesi, 21-24 giugno
Turisti Per Caso.it, 13 Giu 2012
syusy vi invita alla fiesta nomadas
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Syusy e Maya Devi invitano tutti i turistipercaso alla Fiesta Nomadas, un evento che organizzano assieme a un bel gruppo di complici nell’Orto dei Giusti sui colli bolognesi dal 21 al 24 giugno. Quattro giorni di danze nomadi e spettacoli per celebrare il Solstizio d’Estate! Partecipate numerosi, anche perché il ricavato delle giornate sarà devoluto a un progetto che stiamo mettendo a punto assieme ad Art Container per realizzare un “Asilo Volante” -ovvero un asilo nomade fatto da container innovativi e yurte- in uno dei comuni colpiti dal terremoto. Vi daremo presto maggiori dettagli sull’iniziativa e su come collaborare, nel frattempo leggete e condividete il programma della Fiesta Nomadas. Appuntamento all’Orto dei Giusti in via dei Colli 54 a Bologna.

Programma della Fiesta Nomadas

Organizzato da NOMADIZZIAMOCI di Syusy Blady e NOMAD DANCE FEST on Tour 21- 24 GIUGNO 2012 – BOLOGNA ORTO DEI GIUSTI

Giovedì 21 – Celebrazione del Solstizio d’Estate

  • Ore 19.00 Corte Isolani “Performance di danze etniche in città” con gli artisti del Nomad Dance fest on Tour.
  • Dalle 20.15 Arrivo dei partecipanti che saranno “accompagnati” da musicisti, danzatrici e danze nei boschi, oltre a un percorso illuminato da candele e torce.
  • Dalle 20,30 alle 22,00 Cena ETNICA.
  • Ore 22,00 Spettacolo di danze e musica e l’Inno ad Inanna (traduzione di Susanna Eduini) lettura di Syusy Blady

Danze a cura di: Maya Devi & Rajput Maharani, Irene Borg, Rossella Cicero –Flamenco con guitarra dal vivo con Cristiano.

Musiche live di Walter Maioli percussioni Aras e Aykan Begendi.

Nel corso della serata, “bazaar” di prodotti etnici, naturali, green, solidali, postazioni olistiche e postazioni per Tarocchi, Astrologia, Cartomanzia.

Inoltre: “Tessiture e oggetti che,attraverso mani di donne hanno perpetrato nel tempo simboli arcaici del Linguaggio della Dea.” A cura di Aras e Aykan Begendi, Massimo Scopel.

Venerdì 22 – Workshops e spettacolo

  • Dalle 11.30 alle 13.00 Laboratorio di Suoni dell’antichità con Walter Maioli presso la Yurta di Syusy Blady.
  • Dalle 13 alle 14,30 pranzo etnico preparato da associazione Tekelt.
  • Dalle 15.30 alle 17.00 Workshop di FLAMENCO con Rossella Cicero.
  • Dalle 17.00 alle 18.00 workshop di Danze gipsy del Rajasthan con Maya Devi.
  • Dalle 18.00 alle 19.30 workshop di Danza Arabo-Andalusa con Maria Martines.
  • Dalle 20.15 in poi, cena a tema e Musiche nomadi con Percussioni dal vivo.
  • Ore 22.00 Spettacolo di DANZE NOMADI & FOLK.

Artisti: Tarantarte_ danze del Sud Italia, Maria Martinez-Danza Arabo Andalusa e altri artisti da confermare.

Nel corso della serata, “bazaar” di prodotti etnici, naturali, green, solidali, postazioni olistiche e postazioni per Tarocchi, Astrologia, Cartomanzia.

Inoltre: “Tessiture e oggetti che,attraverso mani di donne hanno perpetrato nel tempo simboli arcaici del Linguaggio della Dea.” A cura di Aras e Aykan Begendi, Massimo Scopel.

Per tutto il giorno servizio di thè e tisane presso la Teteria tuareg curata da associazione Tekelt.

Sabato 23– Workshop diurni e giornata interamente “Nomad”

  • Dalle 11,00 alle 12,30 workshop di danze del Sud Italia con Tarantarte.
  • Dalle 13 alle 14,30 pranzo etnico preparato da associazione Tekelt.
  • Dalle 14.30 alle 16.00 workshop di danza Orientale “La Spirale nella danza del ventre” con Raffaella Cipolato.
  • Dalle 15,30 alle 17,00 workshop di Danze Kalbeliya , Snake charmer dance, con Maya Devi.
  • Dalle 17,00 alle 18,30 Workshop di Danza del ventre arcaica , danza della Dea, con Irene Borg
  • Dalle 18.30 alle 20.00 Workshop di Oriental fusion belly dance con FARIDA.
  • Dalle ore 20 incontro coi Tarocchi: Referenziale di nascita, lettura del tema natale coi tarocchi. proiezione nella yurta dello spettacolo” il cammino della stella”. Regia Barbara Elia
  • Dalle 20,30 alle 22,00 Cena etnica.
  • Ore 22,00 incontro conversazione e proiezioni di filmati dal mondo con Syusy Blady sul tema: I misteri della Dea.
  • Ore 23 Spettacolo di danze e musica “DESERT ROADS”: le danze Zingare dei deserti dall’India all’Andalusia.

Artisti: Maya Devi & Rajput Maharani-Kalbeliya e Snake Charmer dance; Raffaella Cipolato-Danza Orientale; Farida & The Oriental Pearls-Oriental Flamenco; Maria Martinez- Flamenco Arabo Andaluso

Nel corso della giornata, “bazaar” di prodotti etnici, naturali, green, solidali, postazioni olistiche e postazioni per Tarocchi, Astrologia, Cartomanzia.

Inoltre: “Tessiture e oggetti che,attraverso mani di donne hanno perpetrato nel tempo simboli arcaici del Linguaggio della Dea.” A cura di Aras e Aykan Begendi, Massimo Scopel.

Per tutto il giorno servizio di thè e tisane presso la Teteria Berbera curata da associazione Tekelt.

Domenica 24 – Appuntamenti diurni e “FIN DE FIESTA”

  • Dalle ore 11 giornata da passare assieme, lezioni aperte a partecipazione libera.
  • Dalle 13 alle 15,00 Pranzo Etnico.
  • Dalle 15,30 alle 17,30 chiusura del Nomad con Danze in cerchio aperte a tutti i partecipanti. FINALE CON PERFORMANCE di DANZE NOMADI! – a seguire “rituale” collettivo per il solstizio d’estate, celebrazione della Madre Terra e Despacho. A cura di Posto Umano. Accensione del fuoco.

Per tutto il giorno servizio di thè e tisane presso la Teteria Berbera curata da associazione Tekelt.

Nel corso della giornata, “bazaar” di prodotti etnici, naturali, green, solidali, postazioni olistiche e postazioni per Tarocchi, Astrologia, Cartomanzia.

Inoltre: “Tessiture e oggetti che,attraverso mani di donne hanno perpetrato nel tempo simboli arcaici del Linguaggio della Dea.” A cura di Aras e Aykan Begendi, Massimo Scopel.

Nei giorni della Fiesta Nomadas, al Sal8 di Syusy in Piazza Santo Stefano 13, è di scena anche “Coperte di Crine di Capra dell’Anatolia”, una mostra di “tessuto che pizzica” a cura di Aykan e Aras Begendi.

Sulla mostra:

La penisola anatolica è stata terra di passaggio di civiltà dalla comparsa dell’uomo. Il primo insediamento urbanistico catal hoyuk cay onu hacilar è del periodo neolitico. Insieme alla pastorizia e all’allevamento si sviluppò una cultura contadina, agricola, 8550 anni prima di Cristo. La nascita del telaio, ad esempio, si deve proprio all’allevamento di pecore, capre ed altri animali che fornivano lana e sostituivano gli indumenti di pelliccia derivante da animali selvaggi usati per coprirsi fino ad allora.Inoltre la nascita dei primi sacchi per le granaglie, di bisacce per cavalli ed ornamenti per gli stessi, di coperte, fino ad arrivare ad embrionali forme di culle per bambini, testimoniano quindi la prima forma di produzione tessile dell’umanità. Per lungo tempo si succede poi un epoca “buia” 5500-2500 a.C., in cui si ferma l’evoluzione culturale, soprattutto per lo splendore in quei secoli raggiunto dalla vicina Mesopotamia. Successivamente avviene l’emigrazione degli atti, cultura pro ittita che riesce a unificare e governare tutta la penisola anatolica. Anche la città di Troia cantata da Omero, situata a nord ovest dell’Anatolia sul mar Egeo, punto cruciale per il commercio con Babilonia, diventa un ponte tra civiltà anatolica, mesopotamica e medio orientale.

Questa mostra nasce come un tentativo di difendere ciò che ancora resta della produzione tessile derivante da telaio in Anatolia; si vuole impedire che un’arte, tramandata tramite i nomadi, finisca e alla cui fine contribuisce la corsa verso le grandi città che ha svuotato intere zone rurali della Turchia (Istanbul negli anni ’70 contava un milione di abitanti, oggi 20 milioni). I tessuti presenti in mostra sono fatti di crine di capra, un animale che non patisce tumori, la cui comparsa in Anatolia è datata più di 10.000 anni fa e la cui produzione è rara (di solito il 95% della realizzazione tessile è di lana).

Aggiungiamo un particolare: durante la transumanza questi tessuti di crine si rivelavano una protezione efficace contro scorpioni e serpenti. I nomadi (in turco yoruk -quello che cammina- verbo yorumek “camminare”) l’attribuivano a motivi sciamanici, in realtà forse era a causa del fastidio che provoca al contatto. “un tessuto che punge”.



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