Sulle tracce della Syusy: Enrico ci accompagna in bici fino a Dakar, in Senegal
Anche un nostro amico giramondo pochi mesi fa ha raggiunto Dakar dall’Italia, in bicicletta, pedalando per 6000 km. Lui è Enrico Guastini: abbiamo già raccontato alcune avventure di questo giovanotto di quasi sessant’anni che ama girare il mondo su due ruote. È partito da Sarzana (La Spezia) nel 2003 per Capo Nord, con l’amico Enzo Cantelli, 5000 km in un mese. L’anno dopo per Atene, 2000 km, in solitaria. Pedalando. Nel 2005 ha deciso di cambiare continente e superare lo stretto di Gibilterra, destinazione Dakar. Altri 6000 km in sella alla sua bici, trentacinque chili di metallo, tecnologia, mezzi di sopravvivenza e passione. Ha attraversato Italia, Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, per arrivare in Senegal il 22 giugno.
È venuto a trovarci in redazione a Bologna e ci ha raccontato della fatica che aumentava quando la strada si faceva polverosa e la temperatura saliva, dello stupore nel vedere le incantevoli stelle della notte sahariana o i cammelli che lentamente attraversavano la carreggiata stretta tra le dune. Ha attraversato mercati colorati e villaggi di povere capanne, finché l’ultima notte, a 70 km dalla meta, l’emozione era così forte da non lasciarlo dormire. Il giorno dopo, finalmente, lo sforzo decisivo: gli ultimi 30 km di concentrazione e adrenalina, poi l’imponente monumento all’ingresso di Dakar, e una foto a fissare l’immagine del raggiungimento della meta. Enrico si è fermato spesso, durante il percorso, per osservare gli accampamenti di tende ai lati della strada o la ricca vegetazione nei pressi del fiume Senegal, al confine con la Mauritania, che più a sud lasciava posto al deserto. E lo hanno meravigliato i sorrisi di bambini incuriositi e vocianti, il rito del tè con le donne di un villaggio sedute a terra su coloratissimi tappeti, gli animali incontrati nel tragitto, capre, cammelli, asini; ma anche scimmie, scorpioni e serpenti. E poi i ragazzini che rincorrevano un pallone a piedi nudi fino a dopo il tramonto, gli anziani con tante storie da raccontare in un francese ibrido ma efficace. All’impegno dell’impresa Enrico ha unito la solidarietà. Grazie all’appoggio del Comune di Sarzana e di altri sostenitori il viaggio è stato completato con un progetto di accoglienza in Italia per un folto gruppo di bambini Saharawi, popolo esiliato dal Marocco nel 1974.
Enrico ha documentato tutto con la telecamera e la macchina fotografica, per aiutare la memoria a conservare i ricordi e raccontare con le immagini il proprio viaggio. Tutti i materiali sono stati raccolti in un dvd, che ci ha portato e abbiamo visto volentieri. Syusy farà tesoro dei suoi preziosi consigli. A noi non resta che seguirla, augurandole buon viaggio.