Siviglia come Venezia: si pagherà un biglietto per entrare nella celebre Plaza de España

Stefano Maria Meconi, 27 Feb 2024
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Non è solo una delle piazze più grandi d’Europa, con i suoi oltre 50.000 metri quadrati (5 ettari), ma Plaza de España è il simbolo stesso di Siviglia, la città più iconica dell’Andalusia e anche tra le più visitate. Forse, troppo visitate. A questo devono aver pensato le autorità cittadine che, per prevenire il fenomeno dell’overtourism, hanno pensato a una soluzione tanto radicale quanto già applicata in altre parti del mondo. E che dovrebbe avere un impatto significativo su come i viaggi, in futuro, si trasformeranno dal modello “mordi e fuggi” in qualcosa di più simile ai Grand Tour dell’epoca.

Un biglietto d’ingresso per Plaza de España

Esattamente come avverrà nel corso di quest’anno a Venezia, che ha imposto un biglietto d’ingresso del costo di 5 euro per 29 giorni l’anno a maggiore frequenza turistica, anche Siviglia si prepara a contingentare, o comunque valorizzare economicamente, l’ingresso a Plaza de España. Basti pensare che ogni anno la città è visitata da 3 milioni di persone, quasi 4 volte tanto la sua popolazione, e che anche qui – come in moltissime altre parti della Spagna – il fenomeno dell’overtourism comincia a mostrare il suo lato negativo. Gentrificazione, spopolamento della popolazione residente, orari della movida sempre più dilatati e costi per gli affitti saliti vertiginosamente, che impattano su chi vive qui da sempre.

L’annuncio del sindaco su Twitter

Se qualcuno pensa che uno spazio emblematico come questo si può mantenere e può arrivare così al 1929 (centenario della Esposizione universale in cui fu creata la piazza, n.d.r.) […] dovremo imporre un biglietto d’ingresso che dovrà essere pagato solo dai visitatori che provengono da fuori della provincia di Siviglia”. 

È con queste parole che José Luis Sanz, sindaco di Siviglia, ha accompagnato un video su Twitter/X in cui si può ammirare (sic.) l’attuale stato di degrado della piazza più famosa della città: giocolieri, saltimbanco, venditori abusivi di paccottiglia, immondizia ovunque, turisti che bivaccano senza nessun rispetto per le storiche architetture e per le balaustre, danneggiate in più parti. Uno scenario che indigna e invita a riflettere, ma che non poteva che essere accompagnato dal solito codazzo di polemiche. Mi impegno affinché questo spazio arrivi in condizioni perfette al 2029, ha poi aggiunto Sanz, eletto nel 2023 per il Partito Popolare con il 41% dei voti dopo essere stato sindaco per 14 anni della vicina città di Tomares.

Per David Serrano, consigliere del partito di opposizione Más País Andalucía, “i sivigliani non devono fare la fila per entrare in uno dei loro patrimoni culturali. Per ricavare fondi per la gestione turistica c’è la tassa del turismo, e in più è urgente regolarizzare il modello turistico”. 

L’esempio di Venezia

Il contributo di accesso a Venezia, che parte in via sperimentale quest’anno, ha l’obiettivo non di ridurre il turismo, ma di disincentivare un modello turistico “mordi e fuggi”. È per questo motivo che la giunta comunale ha approvato un calendario di 29 giornate, che saranno così suddivise:
  • Aprile: 25, 26, 27, 28, 29 e 30;
  • Maggio: 1, 2, 3, 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25 e 26;
  • Giugno: 8, 9, 15, 16, 22, 23, 29 e 30;
  • Luglio: 6, 7, 13 e 14.

Durante le quali chi entra dalle 8.30 alle 16 e ha più di 14 anni dovrà pagare un biglietto di 5 euro. Ne saranno esentati under 14, chi vive in Veneto, lavoratori, pendolari, studenti e chi pernotta a Venezia



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