Se stai per organizzare un viaggio a Buenos Aires, ecco tutto quello che devi sapere prima di partire

Una serie di consigli pratici per chi va a Buenos Aires e programma un'escursione alle cascate di Iguazu
luplay, 29 Set 2023
se stai per organizzare un viaggio a buenos aires, ecco tutto quello che devi sapere prima di partire
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Ecco alcuni (anzi, molti!) consigli pratici per la visita di Buenos Aires e le cascate di Iguazu. Per la preparazione del viaggio, ho cercato: le migliori tariffe sui voli e sugli hotel; l’assicurazione, il modo migliore per arrivare dall’aeroporto al centro e viceversa, i profili sanitari, come cambiare valuta, la sicurezza, il tipo di prese utilizzate, come avere garantita la connessione internet, le guide cartacee da comprare, l’eventuale guida parlante italiano sul posto, i trasporti, le attrazioni da visitare ed i ristoranti con un migliore rapporto qualità prezzo.

Tutto quello che c’è da sapere per un viaggio a Buenos Aires

Voli

Il volo è una parte impegnativa del budget del viaggio. Quando programmo un volo intercontinentale cerco di affidarmi sempre a vettori aerei affidabili e che garantiscano un discreto comfort per le diverse ore che occorre rimanere a bordo. Tenendo conto di questi parametri, la soluzione migliore dopo attenta ricerca l’ho trovata con booking. Voli con tragitto Roma Fiumicino – Monaco – Rio de Janeiro, poi da Rio a Buenos Aires e dalla capitale argentina a Fiumicino con scalo a Francoforte. Per i tragitti intercontinentali ho volato con Lufthansa, mentre per quello da Rio a Buenos Aires con Aerolinas Argentinas, tutto con un’unica programmazione multitratta e con un bagaglio in stiva da 23 kg per ciascun passeggero per ogni volo. Con Lufthansa tutto ok, un po’ meno con la compagnia argentina, con l’aereo un po’ datato e con un volo in cui abbiamo ballato per tutto il tempo. Con la stessa prenotazione ho aggiunto anche l’assicurazione sanitaria per tutto il periodo. Il costo di tutti i voli è stato di 1.196 euro a persona. Il bagaglio da 23 kg è indispensabile perché viaggiando in agosto (il solo mese in cui posso farlo) si è in pieno inverno in Sudamerica e si trova un clima molto variegato con la conseguente esigenza di diversificare i capi di abbigliamento da portare. Si passa infatti dal caldo umido (in pratica la nostra estate) di Rio ed Iguazu al freddo abbastanza pungente di Buenos Aires (per rendere l’idea 26 °C a Rio ed Iguazu e 10 °C a Buenos Aires). Per andare alle cascate di Iguazu ho optato per un volo che partisse alla mattina presto e rientrasse in serata. Ho scelto la compagnia low cost argentina Flybondi. La compagnia non ha buone recensioni in quanto ritenuta non affidabilissima con gli orari e con rischio di spostamento dei voli. Io in realtà sono stato fortunato, spostamento del volo di poco più di mezz’ora alla mattina comunicato via mail con netto anticipo e ritardo alla sera della partenza di circa 40 minuti. Per il prezzo che ho pagato 286 dollari in tre andata e ritorno mi è andata decisamente bene. Si tratta di un volo anche abbastanza lungo, di un’ora e 50 a tratta.

Hotel

Per gli hotel ho cercato a lungo una sistemazione che mi garantisse un buon rapporto qualità prezzo anche in relazione all’ubicazione della struttura. In rete le zone consigliate sono soprattutto Palermo e Porto Madero che sono piene di locali per la serata e sono anche considerate le più sicure. Parecchi sconsigliavano la cosiddetta zona del Microcentro perché, essendo quella degli uffici, la sera poteva risultare meno viva e più insicura. Però Palermo non sarebbe stata baricentrica rispetto alle attrazioni da visitare e Porto Madero aveva prezzi troppo alti. Alla fine ho scelto la zona centrale in corrispondenza dell’Avenida 9 de Julio, una delle principali arterie della capitale che con i suoi 140 metri di larghezza è anche una delle più larghe del mondo. Ritenevo che in una strada così importante non avrei avuto alcun problema ed in effetti è stato così. Io non sono rientrato mai dopo mezzanotte per cui non saprei dire come possa essere la situazione nelle ore notturne. Dall’esame delle recensioni il miglior rapporto qualità prezzo l’ho trovato all’Hotel 9 de Julio, un hotel moderno proprio nelle vicinanze del Ministero della Salute sulla cui sommità c’è una grande antenna ed è ampiamente visibile perché sia sul lato sud che in quello nord c’è una grandissima raffigurazione di Evita. Prenotando con netto anticipo sul loro sito ho ottenuto un 50% di sconto ed ho pagato 341,50 dollari per 5 giorni per tre persone (imposte escluse). L’albergo è molto particolare perché non ci sono camere normali, ma ci sono dei grandi loft con zona giorno con divano letto e nel soppalco il letto matrimoniale ed il bagno. I punti di forza sono:

  • le dimensioni, grandissime rispetto ad una camera d’albergo normale;
  • la dotazione (microonde, frigo, ampio armadio, tavolo e cassaforte nella zona giorno, quest’ultima indispensabile), ampio letto e bagno molto grande sul soppalco, dove il must è la presenza del bidet (sedersi con la schiena verso il muro e poi mi ringrazierete dato che lo spruzzo è dal basso ed al contrario vi farete la doccia).

Volendo trovare il pelo nell’uovo sul soppalco ed in bagno non ci sono dei piani d’appoggio. La colazione non è compresa nel prezzo, ma si può ottenere con un servizio a pagamento direttamente in camera. La colazione l’ho fatta una volta sola perché non è stata di mio gradimento. Anche le pulizie sono a richiesta, ma ad un prezzo irrisorio. Nel mio caso si avvertiva un po’ di rumore fastidioso perché mi trovavo nella camera vicina alle unità esterne dei condizionatori, ma alla fine non disturbava più di tanto. Si entra in stanza con un’applicazione del cellulare da scaricare e si comunica con la reception con WhatsApp. Personale in reception molto giovane e molto cortese. In definitiva un hotel che mi sentirei di consigliare sicuramente. Vicino all’albergo diversi locali per fare colazione, anche se sconsiglierei il più vicino, con insegna la dolce rosa, che mi è sembrato un po’ un’oreficeria per i prezzi di Buenos Aires.

Collegamenti da e per gli aeroporti

Gli aeroporti sudamericani utilizzati non sono serviti da una linea ferroviaria, né tantomeno da una metro che garantisca il collegamento con il centro città. Per cui ho cercato qualche soluzione alternativa ed alla fine mi sono rivolto ai servizi di booking taxi che ho trovato convenienti, comodi e davvero affidabili. Il trasporto da e per l’aeroporto l’ho pagato mediamente tra i 22 e i 25 euro e l’ho usato 4 volte, all’arrivo e alla partenza ed il giorno della visita alle cascate. Non so quanto possa costare il tragitto verso il centro con i taxi gialli dell’aeroporto, ma il sistema di booking taxi l’ho trovato decisamente comodo con le informazioni sull’autista che prima del servizio ti arrivano o sms o via WhatsApp.

Il servizio si chiama Booking taxi, però in realtà non vengono utilizzati i taxi gialli, ma autovetture anonime, una sorta di servizio di auto con conducente sul modello di quello di UBER. Rimane il fatto che non ho avuto alcun problema e che ho pagato una cifra non esorbitante per cui mi sentirei di consigliare questo modo di prenotare gli spostamenti da e per gli aeroporti.

Sanità

Relativamente ai profili sanitari, non c’erano vaccinazioni consigliate per il viaggio a Buenos Aires. Per i rischi connessi alle punture di insetti, presenti ovviamente visto il clima solo nell’escursione alle cascate, ho acquistato un potente repellente Jungle formula molto forte.

Cambio valuta

Per il cambio valuta, bisogna essere molto attenti perché se non si conoscono i meccanismi si prendono grandi fregature. Bisogna assolutamente sapere che esistono due tassi di cambio, uno di mercato ed uno imposto dal governo. Il tasso di mercato (comunemente chiamato dollaro blu) viene applicato dalle agenzie di cambio, da qualche negozio e da una marea di persone che lo propongono per strada (quest’ultimo canale lo cito per dovere di cronaca, ma non lo utilizzerei mai). Quello ufficiale, imposto dal governo, viene applicato dalle banche e dai canali delle carte di credito.

Il problema è che la differenza di cambio tra quello ufficiale e quello di mercato è abissale: con il primo per un euro ti davano 378 pesos, con il secondo 780 (oltre il doppio). Fatta questa premessa è evidente come risulti decisamente sconsigliato pagare con le carte di credito in Argentina. Occorre portarsi un po’ di contanti e poi cambiare negli uffici di cambio (io mi sono fatto consigliare dalla guida a cui potete chiedere tranquillamente). Ho trovato conveniente il cambio fatto nelle sedi della Western Union con un euro cambiato a 780. Una era proprio vicina all’albergo: la Western Union Pago Fácil in Moreno 955, in pratica attraversando la strada 9 de Julio, una parallela della via dell’albergo in direzione del Ministero della Salute (350 metri a piedi).

Il problema principale è che in Argentina ci sono quasi esclusivamente banconote di piccolo taglio (1000 o 500 pesos) per cui bisogna cambiare in più occasioni per evitare di dover trasportare i pesos con una valigia! Questo è l’altro inconveniente di non poter utilizzare le carte di credito, dato che dovrete andare in giro con mazzette di banconote (noi le avevamo divise un tanto a testa), ma almeno che non vogliate buttare i soldi, è il modo migliore per risparmiare. Con il cambio blu la vita a Buenos Aires vi sembrerà particolarmente economica per cui è indispensabile partire con un po’ di contanti al seguito. Noi per 5 giorni abbiamo cambiato circa 500 euro e ci sono bastati in tre per colazioni, ristoranti, Uber, visite e per una serie di regali da portare a casa.

Sicurezza

Il profilo sicurezza mi preoccupava non poco prima del viaggio, dato che dovunque in rete vengono segnalati i rischi che si corrono in quella città. Nella mia guida cartacea veniva citato anche lo scippo alla figlia del Presidente degli Stati Uniti in barba alle decine di guardie del corpo presenti.  Io non ho avuto la sensazione di insicurezza anche se sono stato particolarmente prudente, ho evitato alcuni quartieri ed ho limitato alle ore diurne la visita ad altri. Ho portato con me solo i contanti che mi potevano servire per la giornata ed una fotocopia del passaporto (il resto dei contanti, le carte di credito ed i bancomat, i passaporti sono rimasti chiusi nella cassaforte dell’hotel) Per gli spostamenti sia di giorno che di notte ho utilizzato UBER che è decisamente conveniente.

Prese elettriche

A Buenos Aires le prese elettriche sono di tipo I (avevo letto che c’erano anche le C, ma io non le ho viste). Con le prese tipo I ci vuole per forza un adattatore. Sconsiglio quelli universali, io ne avevo uno, ma è risultato troppo pesante per le prese argentine.

Connessione internet e telefonica

La connessione per me è fondamentale sia per google maps (ho scaricato le mappe off line, ma non sono la stessa cosa), per i taxi di Booking, per Uber e per una serie di altri motivi. Con TIM la tariffa per 10 giorni costa 30 euro con due giga e 50 minuti di chiamate e 100 sms. Costa abbastanza, avevo letto che si possono prendere sim argentine, ma alla fine ho attivato il servizio a 30 euro dato che la connessione era indispensabile.

Guide cartacee e locali

Di guide turistiche cartacee di Buenos Aires ne ho trovata una sola (ed ho girato non poco), si possono acquistare quelle dell’Argentina, ma erano decisamente voluminose per me che avevo interesse solo per Buenos Aires. Quella che ho comprato, era molto discorsiva sulla storia del paese e su diverse curiosità, ma non era paragonabile a quelle che si trovano per altre città europee. Per anni ho viaggiato in autonomia, poi ho scoperto l’importanza di utilizzare una guida turistica locale che sicuramente ti consente di avere una serie di informazioni, scoprire posti particolari e ridurre i tempi per arrivare da un’attrazione all’altra. Poi, considerando le paure che avevo prima di partire, ho ritenuto opportuno girare due giorni con la guida, anche perché era previsto uno sconto (duecento dollari una giornata e 320 due giorni). Ho scelto di usufruire dei servizi di Diego Núñez – agenzia ArG Tour. Diego parla perfettamente italiano e con una proprietà di linguaggio ed uso di alcuni termini non comuni per uno straniero. Abbiamo percorso moltissimi chilometri a piedi mentre per gli spostamenti più lunghi ci siamo avvalsi dei servizi di Uber. Diego conosce benissimo la città e sicuramente con lui abbiamo potuto visitare il doppio dei posti di quanto avremmo potuto fare da soli. Poi conosce molti dettagli, curiosità, elementi di storia del paese e quindi mi sentirei di consigliare l’utilizzo dei suoi servizi. Per far capire la cortesia della persona e della sua famiglia basti pensare che un giorno è venuta la madre in albergo per spiegarci come si prepara il mate (la tipica bevanda calda argentina) dato che il giorno prima avevamo manifestato interesse vedendo delle persone che andavano in giro con il termos.

Trasporti

Per i trasporti a Buenos Aires mi sentirei di consigliare assolutamente UBER per comodità e prezzo. Unica necessità è quella di avere una connessione internet, l’applicazione è di facile utilizzo anche per un mediamente boomer come me. Aprendo l’applicazione si trova nella mappa la posizione attuale, l’unica cosa da sistemare potrebbe essere il lato del marciapiede dove aspettate l’arrivo dell’autista. Poi si mette la destinazione (museo, casa rosada, ecc) e si sceglie la corsa (io ho utilizzato la tariffa comfort quando viaggiavamo in 4 con la guida e UberX che è il più economico quando eravamo da soli) sapendo già il prezzo che dovrete pagare. Ed è proprio questa la differenza principale con il taxi, non c’è tassametro e il prezzo viene stabilito in anticipo, per cui in caso di traffico o di interruzioni sul percorso il problema è dell’autista e non vostro. Uber è abbastanza diffuso a Buenos Aires, un po’ di meno rispetto a Rio, ma non abbiamo mai aspettato più di 7/8 minuti l’arrivo dell’autista. Una volta prenotata la corsa, vi arriva il tipo di auto, gli ultimi numeri della targa ed il tempo necessario ad arrivare, per cui è anche piacevole cercare di individuare per primi l’auto in arrivo. I prezzi sono davvero super convenienti, però è necessario pagare in contanti sempre per evitare il cambio sfavorevole. Per cui bisogna selezionare sull’applicazione il pagamento in contanti direttamente all’autista. Ci si potrebbe procurare qualche banconota da 100 e 200 pesos anche se ho quasi sempre lasciato il resto come mancia visto il costo irrisorio.

Con il cambio blu si paga davvero poco e la corsa in taxi con Uber potrà costare da meno di un euro ad un massimo di 4 euro per tre persone, da consigliare assolutamente. Per gli spostamenti a piedi ho notato che il traffico è molto più ordinato rispetto a Rio, le auto si fermano al semaforo rosso e non vanno a velocità elevate (poi ho scoperto che in parecchi semafori c’è la telecamera e ci sono diversi autovelox) ed i semafori pedonali sono tarati per garantire l’attraversamento completo della strada (a Rio non è così), tranne che per la 9 de Julio, ma quella è un’arteria davvero larga (140 metri). Ovviamente ci sono una marea di taxi in giro e ci sono anche i trasporti pubblici con corsie riservate, ma con i prezzi e la comodità di UBER non li ho mai utilizzati.

Cosa vedere a Buenos Aires

Le attrazioni da visitare le avevo selezionate dopo un’attenta ricerca in rete ed avevo diviso quelle da fare da soli, da quelle che avevo concordato con la guida.

Con la guida abbiamo visitato moltissimi posti. Abbiamo iniziato dal palazzo del Congresso (il nostro Parlamento) che si affaccia in una piazza molto bella. Nella piazza troviamo una delle tante repliche originali della statua del pensatore di Rodin. L’originale, che doveva rappresentare Dante davanti alle porte dell’inferno, si trova nel suo museo a Parigi, poi ne sono state fatte numerose copie dallo stesso autore sparse in tutto il mondo. Una si trova proprio nella Piazza del Congresso. Il palazzo del congresso non era visitabile per cui abbiamo proseguito per il Palazzo Barolo con riferimenti e omaggi alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Nei pressi del Palazzo abbiamo preso la metro e con poche fermate abbiamo raggiunto Plaza de Mayo dove si trova sia la cattedrale metropolitana, la Casa Rosada, il Capitolo di Buenos Aires e la piramide. La piramide è famosa perché percorsa in senso circolare dalle madri di Plaza de Mayo che hanno come emblema un fazzoletto bianco annodato sulla testa. Le madri con questo tipo di protesta intendono far luce sulla scomparsa dei loro figli ed ogni giovedì pomeriggio si ritrovano per girare trenta minuti intorno alla piramide. La tecnica del girare intorno alla piramide era nata quando il governo dittatoriale aveva vietato gli assembramenti.

Avevo scelto di andare alla domenica perché era l’unico giorno nel quale era consentita la visita della Casa Rosada, ma purtroppo, poco prima della partenza hanno sospeso l’accesso al palazzo.

La cattedrale, che poi è la chiesa dove officiava l’attuale Papa, non è particolarmente interessante sotto il profilo artistico. Dalla cattedrale una piccola deviazione per dare un’occhiata alla Galleria Guemes, che con i suoi 16 piani è stato il primo grattacielo della città costruito nel 1915.  La guida ci ha detto che lo scrittore del Piccolo Principe sembra aver vissuto in un appartamento all’interno di questo grattacielo. Avevo intenzione anche salire all’ultimo piano per godere del panorama, ma il giorno della mia visita non era possibile.

Avevo letto che nei giorni festivi non si può mancare una visita alla feria di Sant’Elmo il mercatino dominicale. Proprio partendo da Plaza de Mayo e dirigendosi verso il mercato coperto di Sant’Elmo si incontrano moltissime bancarelle con l’artigianato locale. Non ci sono cineserie, ma si riescono a trovare degli articoli davvero interessanti per cui consiglierei di acquistare i ricordi del viaggio ed i vostri regali proprio qua. C’è molta gente alla Feria, ma un giretto per le bancarelle è davvero interessante e nel mio caso abbiamo anche trovato una coppia che si esibiva in pubblico ballando il tango. Interessanti anche i negozi che si trovano nella zona. La presenza di così tanta gente però rende impossibile fare la foto sulla panchina di Mafalda (una coda chilometrica per fare la foto ricordo) ed entrare nel mercato coperto, praticamente murato. Il quartiere di Sant’Elmo mi è piaciuto molto e, complice la posizione strategica dell’albergo, sono riuscito a visitarlo diverse volte, sia per fare la foto con Mafalda (mia moglie ci teneva in modo particolare) e per assaggiare la cucina dei locali nel mercato coperto con ottime recensioni. La statua di Mafalda si trova ad appena 3/4 minuti dal mercato coperto percorrendo la strada dove la domenica è presente la Feria di Sant’Elmo. Anche nei giorni feriali si potrà trovare un po’ di fila, ma niente a che vedere con quella chilometrica della domenica.

Da Sant’Elmo con una piacevole passeggiata di circa un Km siamo arrivati alla zona moderna di Puerto Madero con i suoi grattacieli, gli alberghi eleganti ed una moltitudine di localini nei vecchi depositi dell’area portuale. Da Puerto Madero, sempre a piedi, la guida ci ha accompagnato alla Reserva ecologica Costanera Sur, un polmone di verde al centro della città. È davvero piacevole passeggiare in questa area e vedere una moltitudine di uccelli nella laguna. Noi siamo stati circa un’ora, ma la zona potrebbe meritare anche di più. Tornando indietro, passeggiando lungo la darsena, si arriva al Puente de la Mujer di Calatrava. La forma strana ricorda la scarpa con il tacco di una donna o per i più fantasiosi dei ballerini di tango. La sera è ben illuminato ed essendo pieno di localini è una zona abbastanza viva della città. Attraversato il ponte in poche centinaia di metri si raggiunge la Casa Rosada. Prima di arrivare alla Casa Rosada, si può ammirare lo Skyline di Buenos Aires sui grattacieli di Puerto Madero. Dicono che dal Rio della Plata sia anche migliore, ma io intanto mi sono accontentato di questo. Proprio di fronte alla Casa Rosada, dall’altro lato della piazza la guida ci ha accompagnato a visitare il Capitolo di Buenos Aires che ospita il museo storico della rivoluzione che ha portato l’Argentina all’indipendenza. Visitandolo da soli potrebbe essere una mezza delusione, con una guida che ti spiega e ti fa capire l’importanza per il popolo argentino è sicuramente un’altra cosa.

Alla fine abbiamo percorso circa 13 km a piedi in una giornata, un po’ di stanchezza, ma non più di tanto essendo abituati alle grandi camminate, con il vantaggio di poterlo fare con un bel freschetto. Anche Diego è un gran camminatore e non si può non concordare che proprio a piedi si gode in pieno la bellezza di una città, in special modo se hai una guida che ad ogni angolo ti offre spunti di osservazione e ti segnala curiosità.

Il giorno successivo abbiamo iniziato la visita dal Caminito, la via museo all’interno del quartiere popolare della Boca, inizialmente popolato dagli immigrati genovesi. La visita è davvero consigliata, con le case in legno variopinte che costituiscono l’unico museo all’aperto riconosciuto dell’Argentina. Nelle casette una moltitudine di negozi ed atelier di pittori ed artigiani. Sempre con la guida abbiamo visitato quello di un pittore di origini italiane ed un quadretto lo abbiamo preso dato che erano davvero belli. Oltre ai negozietti ci sono gli immancabili ristoranti dove gli asador arrostiscono alla vista del pubblico quantità impressionanti di carne.

Dopo un bel giro nella via ci siamo diretti alla Bombonera il famoso stadio del Boca dato che il figlio aveva espresso il desiderio di visitarlo. Si accede al museo della bombonera con le foto ed i ricordi dei grandissimi calciatori che hanno indossato la camiseta della squadra, da Maradona a Tevez, da Riquelme all’attuale Cavani. Una grande delusione quando abbiamo scoperto che si poteva visitare solo il museo, mentre era stata sospesa già da tempo la visita allo stadio, decisione davvero incomprensibile. Altro elemento che prova la completa disorganizzazione del museo il fatto che avessero terminato le lettere da applicare sulla camiseta ufficiale in vendita allo shop.

Dalla bombonera con Huber ci siamo diretti al quartiere della Recoleta e come prima tappa siamo entrati nel famoso cimitero monumentale. Il cimitero della Recoleta è uno dei siti maggiormente visitati di Buenos Aires per la magnificenza di alcuni mausolei ospitati all’interno e per le tombe famose presenti. Tra tutte la tomba di Evita Peron che non riposa insieme al marito, ma nella tomba della famiglia d’origine. Il cimitero è a pagamento per gli stranieri ed è impressionante come la nostra guida di fatto conoscesse la maggior parte delle tombe presenti. Il cimitero è destinato ad ospitare solo defunti di famiglie benestanti o personalità illustri del paese. Qualcuno può pensare che sia macabro andare a visitare un cimitero, ma chi ha mai visto quelli monumentali capirà che non è così.

Dopo un giretto in zona ci siamo diretti nel quartiere Palermo dove inizialmente abbiamo attraversato il parque 3 de Febrero, una delle tante aree verdi della città. Una passeggiata è piacevole in quanto il parco è tenuto molto bene alla stregua di quelli del nord Europa. Il must del parco è il roseto, io ovviamente non mi trovavo nella stagione giusta, ma immagino che in primavera sarà davvero stupendo. Proseguendo abbiamo fatto un giro per Barrio Parque (altrimenti noto come Palermo Chico) dove abitano i cittadini più facoltosi della capitale e dove sono situate molte ambasciate.

In questo quartiere si trovano le abitazioni di maggior pregio e si vedono le macchine più costose, praticamente inesistenti nelle altre zone della città. Di conseguenza è anche la zona più presidiata con vigilanza anche privata.

Nei giorni senza guida abbiamo visitato:

  • il Museo Nazionale delle Belle Arti che ospita anche opere di pregio europee. Basti pensare che all’interno si trovano capolavori di Tiepolo, Gaugain, Renoir, Degas, Van Gogh, Picasso, Modigliani, Manet, solo per citarne alcuni. Ovviamente c’è anche un’ampia sezione dedicata all’arte sudamericana. Anche una copia di El Beso di Rodin, la famosa scultura rappresentante gli amanti Paolo e Francesca dell’Inferno dantesco è presente all’interno. Il museo è ben strutturato con una mappa scaricabile tramite QR code ed è gratuito. Una visita è altamente consigliabile;
  • per gli interessati all’arte moderna, può meritare una visita il museo latino americano MALBA. L’accesso al museo costa 2000 pesos, noi siamo stati fortunati perché il giorno della nostra visita, il mercoledì il prezzo è ridotto a 1000 pesos (poco più di un euro). Siamo andati soprattutto per vedere la parte del museo dedicata a Frida Kahlo, una delle pittrici messicane più famose e apprezzate al mondo, segnata da un grave incidente giovanile che l’ha costretta a disegnare a letto per lunghi periodi della sua vita. È riconosciuta come un simbolo del femminismo moderno;
  • una delle attrazioni che vi salterà subito agli occhi percorrendo l’Avenida 9 de Julio è sicuramente l’Obelisco della città realizzato nel 1936 per celebrare il quarto centenario della nascita della città. Con i suoi 67 metri di altezza si vede da molte parti della città ed è molto bello fotografarlo illuminato di notte;
  • a poche centinaia di metri dall’obelisco è imperdibile anche una visita al Teatro Colon considerato tra i migliori teatri d’opera del mondo. A determinati orari viene fatta anche una visita guidata in inglese che è prenotabile sul sito del teatro. La visita è interessante e la guida molto attenta e cortese. Si percorre l’enorme hall di ingresso, si visita la sala dei Busti (dei più famosi compositori al mondo) e si accede alla sala sedendo sui palchi più prestigiosi dove si ammira la stupenda forma del teatro e l’imponenza dello stesso con una capienza di 4 mila spettatori;
  • altra tappa imperdibile è El Ateneo Grand Splendid che a ragione è considerata la libreria più bella del mondo. L’attuale libreria è stata realizzata restaurando un antico teatro della città. Il sapiente restauro ha interessato anche gli affreschi del soffitto ed il palcoscenico che ora è diventato una sala di lettura e ristoro. La libreria è davvero imponente e viene visitata, oltre da chi deve acquistare dei libri, anche dai moltissimi turisti in visita alla città;
  • Tra le migliori chiese di Buenos Aires quella del Santissimo Sacramento dove il giovane Papa Francesco veniva a pregare la sera insieme a suo fratello. E’ inserita nel tour degli appassionati di Maradona perché qui il pibe de oro celebrò il suo primo matrimonio;
  • su tutte le guide viene raccomandata la visita al caffè Tortoni il bar storico della città. Si trova sull’Avenida de Mayo la grande arteria che collega il Palazzo del Congresso con la Casa Rosada. E’ facilmente individuabile dato che spesso fuori si crea una discreta fila per poter entrare. Posso anche sbagliare, ma ho avuto l’impressione che un po’ di fila la si mantenga di proposito per rafforzare il fascino del bar. Ho avuto questa impressione perché quando stavo uscendo c’era ancora gente in attesa, ma all’interno diversi tavoli erano liberi. Però il locale merita una visita anche solo per prendere un caffè al tavolo in un ambiente storico;
  • una piacevole passeggiata è quella sulla via pedonale calle Florida nella quale più volte abbiamo fatto un giretto per dare un’occhiata ai moltissimi negozi presenti. L’abbiamo imboccata a meno di 200 metri sulla sinistra dal Cafè Tortoni in direzione Plaza de Mayo. Oltre i negozi ci sono una serie di punti di ristoro e una serie di soggetti che per strada vi propongono il cambio valuta. Forse non è la via migliore per fare shopping però è una delle tipiche strade dello struscio.

Mettendo tutte le attrazioni visitate su una mappa potrete capire perché la scelta dell’hotel sia caduta su Hotel 9 de Julio, baricentrico rispetto a molte di esse e con la possibilità di poter arrivare a piedi con una bella passeggiata in quasi tutte.

Dove (e cosa) mangiare a Buenos Aires

Per i Ristoranti (usati raramente sia a pranzo che a cena viste le quantità abnormi che vi vengono servite, in generale in Argentina il poco non sanno cosa sia, le porzioni sono generosissime e dopo un’abbuffata a pranzo, difficilmente si riesce a farne un’altra a cena) potrei consigliare:

  • Hierro Parrilla è il ristorante più famoso all’interno del mercato coperto di Sant’Elmo. È anche uno di quelli più recensiti e raccomandati in rete. Però, proprio la collocazione all’interno del mercato fa si che sia utilizzabile solo a pranzo. Non è facile da individuare perché ha un’insegna non molto evidente, però quando arrivate al centro del mercato e trovate dei grossi tavoloni in legno siete nel posto giusto. Ottimo e veloce il servizio e superlativa la carne, noi abbiamo preso l’Ojo de Bife (Rib eye) di fatto una bistecca disossata di angus argentino molto spessa, tenera e saporita. Ovviamente vi deve piacere la carne un po’ al sangue altrimenti è meglio ordinare altre pietanze. Molto buona anche la birra.
  • Desnivel, sempre in zona Sant’Elmo a poco più di cento metri dal mercato verso il centro. Ci siamo andati la prima volta con la guida perché ci ha detto che era noto per cucinare tra le migliori empanadas (il tipico fagottino di pasta argentino, ripieno di carne o verdura) della città. Siamo entrati e dopo aver visto dei superlativi piatti di carne che venivano serviti abbiamo deciso di prendere un assaggino di empanadas ed una robusta porzione di angus. Abbiamo provato ad assaggiare il vino argentino ed avendo finito quello scelto dalla guida ci siamo fatti consigliare dal cameriere, purtroppo la qualità era davvero scarsa;
  • Santos Manjares in calle Paraguay, una traversa (attualmente parzialmente chiusa per lavori) dell’avenida 9 de Julio. Il locale è paragonabile ad una nostra trattoria ed all’interno ho trovato solo gente del posto. Locale abbastanza spartano, ma con un servizio attento e cortese di alcune giovani ragazze. Ho assaggiato la bistecca di Bife di Chorizo veramente buona;
  • La Pescadorita, dopo le notevoli abbuffate di carne avevamo voglia di mangiare un po’ di pesce pur sapendo che Buenos Aires non eccelle per la cucina di mare. Abbiamo scelto questo ristorante in zona Palermo perché era quello che aveva le migliori recensioni in rete. Devo dire che abbiamo mangiato bene ed anche il vino che abbiamo preso è stato di nostro gradimento. Si paga un pochino di più rispetto agli altri ristoranti segnalati (dove abbiamo speso in media 18 euro a testa), ma è decisamente più elegante e comunque niente a che vedere con i prezzi italiani.

L’Angus Argentino è famoso anche da noi ed in giro per l’Europa si trovano diversi ristoranti che cucinano carne argentina. Però sono come le pizzerie italiane all’estero, già bisogna capire se sono veramente gestite da italiani, poi difficilmente saranno al livello di quelle dalle nostre parti. In Argentina il taglio della carne è diverso da quello utilizzato dai nostri macellai, ma è proprio la qualità stessa ad essere superiore. Provare per credere. Quando il pranzo era stato troppo impegnativo alla sera abbiamo gustato le empanadas e sinceramente ci siamo trovati molto bene presso la catena Sabores Express ed in particolare nel punto vendita di Calle Florida. Preparano empanadas con ripieni di diverso tipo: carne suave, carne piccante, pollo, verdure, cheeseburger ed altre. Le sfornano in continuazione, il tipo di empanadas è impresso sulla pasta, e ci sono diverse offerte che le rendono particolarmente economiche. Di solito non apprezzo molto le catene, ma questa ha incontrato i nostri gusti.

Shopping

Per lo shopping consiglierei la zona di Sant’Elmo con la feria domenicale dove si trovano oggetti di artigianato davvero interessanti a prezzi molto favorevoli e quella del Caminito dove ci sono botteghe di artisti ed artigiani. Come detto in calle Florida c’è una zona commerciale molto frequentata, ma io ho solo fatto un giro comprando solo un berrettino di lana visto il freddo pungente del primo giorno.

Come ricordo potrete comprare anche del mate (dalle foglie essiccate di questa pianta del Sudamerica si fanno degli infusi). Oltre al pacchetto con il mate è necessario acquistare le cannucce tipiche con il filtro, Noi abbiamo preso anche la tazza, ma questa non è necessaria. Ci sono diversi tipi di Mate, noi ci siamo fatti consigliare dalla signora del negozio e abbiamo preso la Yerba Mate Canarias sapore tradizionale. La preparazione del mate è abbastanza semplice, si mette una buona dose di prodotto nella tazza e poi si versa l’acqua calda, assolutamente non bollente. Poi si inizia a sorseggiare con la cannuccia, necessaria per non ingoiare le foglie. Ai primi sorsi la bevanda è molto forte e normalmente viene bevuta da chi la prepara, poi si aggiunge altra acqua calda (per questo la gente va in giro con il termos) e viene condivisa tra più persone.

Escursione alle cascate di Iguazu

Ho fatto questa escursione in giornata da Buenos Aires prendendo il primo volo al mattino presto e ritornando la sera dopo cena. Forse è stata un po’ una pazzia, molti osserveranno che ci vogliono almeno due giorni, ma io avevo previsto un giorno solo per un’escursione da Buenos Aires e sono rimasto soddisfatto della scelta. Inizialmente volevamo fare un’escursione a breve raggio al delta del Tigre o Colonia in Uruguay, poi abbiamo valutato che la possibilità di vedere le cascate considerate tra le migliori del mondo forse non l’avremmo avuta più ed abbiamo fatto questa pazzia. Organizzando da soli i prezzi sono decisamente più vantaggiosi rispetto a quelli proposti dai tour operator. Certo si corre il rischio di eventuali annullamenti del volo, ma in questo caso il rimborso è garantito, e non si devono preventivare altri costi se non quello del taxi da e per l’aeroporto.  In rete i prezzi partono da 6/700 euro a persona, io ho pagato 286 dollari per tre per il volo andata e ritorno, 50 euro per il taxi da Buenos Aires all’aeroporto e ritorno e 16.000 pesos argentini per il taxi ad Iguazu. Proprio per quest’ultimo servizio proverò a dare dei consigli a chi non c’è mai stato. Io non riuscivo a capire che tipo di servizio facesse il taxi ad Iguazu, ho cercato in rete chi mi potesse garantire un servizio di trasporto alle cascate ed ho scelto uno che aveva un proprio profilo. Ovviamente si è ben guardato di spiegare che il servizio si limitava a portarti dall’aeroporto all’ingresso del parque nacional Iguazu lato argentino e ritorno. Per questo servizio conviene prendere i taxi all’aeroporto al costo di 5.500 pesos a tratta per massimo 4 persone, oppure andare con il bus Rio Uruguay che nel giorno della mia visita costava 1.000 pesos a passeggero. L’ingresso al parco delle cascate costa 10.000 pesos a persona. Quindi in definitiva io ho speso 129 euro a persona tutto compreso per vedere le cascate con partenza da Buenos Aires, non male come costo per uno spettacolo del genere.

Le cascate di Iguazu sono una delle sette meraviglie naturali del mondo ed interessano l’area ricompresa tra tre stati: Argentina, Brasile e Paraguay. Non pensate di trovare un’unica cascata, ma di fatto sono circa 300 salti di diversa forma e dimensione. La più imponente è sicuramente la Garganta del Diablo al confine tra Brasile ed Argentina. Per avere un quadro di insieme completo sarebbe stato opportuno visitare entrambi questi lati, io per ragioni di tempo ho scelto il lato argentino che era sicuramente il più esteso e da molti considerato il migliore. Ho letto che le cascate di Iguazu impressionarono anche Eleanor Roosevelt che alla loro vista affermò che fanno sembrare le Cascate del Niagara come un rubinetto che perde.

Arrivati all’ingresso del parco c’è la possibilità di depositare a pagamento i bagagli (ci eravamo portati due zaini con i cambi qualora ci fossimo inzuppati. L’ingresso al parco costa 10.000 pesos argentini a persona per gli stranieri (circa 13 euro). Una volta entrati nel parco si percorre un comodo sentiero per arrivare alla stazione del treno dove iniziano tre itinerari da percorrere: la garganta del diablo, il percorso superiore e quello inferiore.

Consiglio di partire dalla Garganta del Diablo perché bisogna prendere il trenino e nelle ore di maggior affollamento si può fare un po’ di fila. Quindi appena arrivati alla stazione occorre andare in biglietteria dove, esibendo il biglietto di ingresso alle cascate, ti danno il biglietto del treno per la Garganta con l’orario della partenza. Si prende il trenino e già a molta distanza dal sito si inizia a sentire il fragore delle cascate. Alla stazione superiore del treno si fa un percorso a piedi non particolarmente impegnativo di circa 1 km per arrivare al belvedere sulla Garganta del Diablo. Il belvedere è spesso molto affollato, è il posto più noto, ma a mio parere non il più bello del percorso. Sicuramente dal belvedere si apprezza il fragore e l’impeto delle acque, ma senza giubbetto impermeabile vi bagnerete sicuramente e sarebbe consigliabile avere una custodia anche per il cellulare. Mi hanno detto che la vista sulla Garganta del Diablo è meglio dal lato brasiliano, ma di questo non posso dare testimonianza diretta. Per fortuna che in rete avevo letto che ad agosto si era in piena stagione secca e la portata era notevolmente ridotta, non oso immaginare cosa possa essere nelle altre stagioni. Ritornando indietro con il treno, nei pressi della stazione partono altri due itinerari quello superiore e quello inferiore.

Noi abbiamo iniziato dal Paseo Superior (meno di due km il giro completo) che permette una vista delle cascate dall’alto. Lungo tutto il percorso ci sono diversi punti panoramici fino ad arrivare alla seconda cascata più grande del sito quella di San Martin. In questo punto il panorama è spettacolare e poi si prosegue fino a tornare alla Stazione di Cataratas. A seguire abbiamo percorso il Paseo Inferior (leggermente più corto del precedente). A mio parere è il giro che offre le viste migliori sulle cascate nel quale potrete fare delle foto spettacolose. Il parco è anche pieno di animali, nei pressi della stazione di Cataratas troverete un’infinità di coati, ci sono centinaia di cartelli che avvertono del pericolo di dare da mangiare a coati e scimmie che diventano aggressivi e possono ferire gravemente i turisti incauti. Ci sono anche moltissimi uccelli e vari tipi di piante tropicali.

In conclusione un’escursione che mi sentirei da consigliare, forse per avere maggiori garanzie si può scegliere di volare con Aerolinas Argentinas piuttosto che con Flybondi (tenendo però conto che il prezzo cambia al rialzo), ma i soldi spesi per le cascate saranno ripagati da uno spettacolo unico nel suo genere. Certo la valutazione può cambiare in caso di brutto tempo, ma su quello occorre solo sperare quando si prenota un volo in anticipo.

Buenos Aires sicuramente non è una delle mete turistiche più conosciute, ma unita con l’escursione alle cascate ed alla precedente tappa a Rio, è una vacanza da consigliare senza alcun dubbio.



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