Il libro proposto questa settimana è “Strade blu” di William Least-Heat Moon, a suggerircelo è Michele C.Le strade blu sulle quali viaggia l’Autore di questo libro sono quelle secondarie e statali delle cartine americane, segnate appunto in blu sulle mappe, che insieme a quelle principali tracciate in rosso, tessono la ragnatela della rete viaria del nord America.
William Trogdon è un mezzo sangue Sioux in uno di quei momenti difficili della vita di un uomo che nella storia hanno portato a tante fughe, tanti fallimenti, tanti capolavori.
Il licenziamento dal college dove insegnava a Columbia, Missouri, la separazione dalla moglie, uno stato di disperata lucidità che traspare dalle prime righe lo portano all’idea che” l’uomo che non riesce a far quadrare i conti può sempre levare le tende”.
E levare le tende vuol dire partire per giro circolare del nord America sulle strade secondarie, circolare così da avere una meta, il ritorno, a bordo di un furgoncino.
Riesumato il proprio nome indiano Least Heat-Moon e battezzato con un rituale e scaramantico Ghost Dancing il furgoncino Ford parte alla ricerca di se stesso, di rapporti umani, di posti dove il mutamento non significhi rovina.
Strade blu è il risultato di quattro anni di rielaborazioni dei pensieri dei tre mesi del viaggio, e di taccuini e registrazioni che in origine Least Heat-Moon pensava di utilizzare per ricavarne qualche racconto da pubblicare su qualche rivista.
È qualcosa di più di un semplice viaggio a tappe per città e paesini, coste e montagne, è un libro scandito dalle persone che incontra, dalle facce, dalle idee con cui si scontra, relaziona, arrabbia.
Di ogni posto rimane sempre l’immagine di un viso ed una storia, un passato e sempre quel futuro che l’Autore ricerca per se con affanno.
È una riscoperta dell’america provinciale e secondaria, così distante dalla realtà cui siamo abituati pensare di grattacieli e velocità, un elogio della lentezza e della lontananza da leggere aspettando le prossime tappe.
Libro non facile forse alle prime pagine, sembra senza mordente e con la trama propria dei libri di viaggio, cioè più o meno nessuna, ma riga dopo riga ci ritrova ogni volta a chiudere il volume sperando che lo sgangherato Ford ce la faccia, e chiedendosi ancora quale sarà il prossimo incontro, il prossimo viso, la prossima tappa…
Michele C.
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