Roma green: il Tour delle quattro ville

La tradizione delle famiglie capitoline di costruire ville in campagna ha permesso all’Urbe contemporanea di fregiarsi del record di città più verde d’Europa
Turisti Per Caso.it, 16 Dic 2019
roma green: il tour delle quattro ville
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Una delle grandi glorie della Capitale è costituita dalle sue ville urbane. Sin dal Medioevo, e a cascata fino al Novecento, Roma si è arricchita di spazi verdi che oggi costituiscono il 34,8% dell’intero territorio comunale. Si tratta di un dato che ha pochi eguali in Europa: l’Urbe è preceduta in questa speciale classifica solo da Madrid (35%), Stoccolma (40%) e da Vienna, i cui spazi verdi nel territorio urbano occupano il 45,5% della superficie complessiva. Per fare un paragone con le grandi metropoli mondiali, New York è coperta dal verde solo per il 27%, Tokyo per il 7,5% e Los Angeles per il 6,7%.

Il verde capitolino non è solo fondamentale per il corretto mantenimento dell’equilibrio naturale, ma assurge a luogo di ritrovo, socializzazione e approfondimento culturale per il turista che spazia oltre la visita ai monumenti più noti. Se alcune delle ville di Roma sono universalmente note (basti pensare a Villa Torlonia e Villa Borghese), altre giacciono in una semiombra utile anche per allontanarle da un turismo di massa.

Partendo da Villa Borghese, partiamo alla scoperta di alcune delle ville – e rispettivi giardini – che maggiormente catturano l’attenzione del visitatore. È proprio nei pressi di questa villa, infatti, che si trova il Parcheggio Saba Villa Borghese, in Viale del Galoppatoio 33. La struttura, aperta 24 ore su 24, è situata in un ambito strategico per partire alla scoperta del centro storico capitolino: si trova a poche centinaia di metri da Piazza del Popolo, Piazza di Spagna e Trinità dei Monti e a soli 20 minuti a piedi dalla celeberrima Fontana di Trevi.

Villa Borghese

La corretta esegesi di Villa Borghese, tra le più rinomate e popolari delle ville romane, non può che partire da un’analisi storica di questo luogo. Qui, infatti, gli storici collocano i giardini di Lucullo, ma è grazie a Scipione Borghese, a inizio Seicento, che la zona verde si trasforma in una villa di delizia sulla base delle dimore palladiane e di quelle sorte nei Castelli Romani. Il complesso si estende per complessivi 80 ettari, con ben cinque ingressi diversi (tra cui si sottolinea il monumentale di Piazzale Flaminio), e al suo interno trovano spazio ben sei musei, il parco zoologico di Roma, il Globe Theatre di ispirazione shakespeariana e la Casina di Raffaello. Fulcro di Villa Borghese è la Pinciana, edificio del primo Seicento progettato da Ponzio e Vasanzio e caratterizzato dalla cura stilistica del piano nobile, aperto in una balconata incuneata tra i due elementi laterali.

Villa Torlonia

Dalle dimensioni piuttosto ridotte – l’intero parco occupa circa 13 ettari – è una delle ville storiche di Roma le cui vicende meglio si confondono con la storia d’Italia. La zona, originariamente paludosa, entrò in possesso del cardinale Benedetto Pamphilj nel 1673, ma è con la vendita a Giovanni Torlonia del 1797 che assunse la denominazione attuale. È però nel 1925 che i suoi destini si incrociano con quelli di Benito Mussolini: fu Giovanni Torlonia junior ad offrire al Duce il Casino Nobile (progettato dal Valadier) come sua residenza personale. L’allora presidente del Consiglio dei Ministri elesse Villa Torlonia a residenza personale, mantenendovisi fino al 1943, anno del suo rovesciamento. Durante l’epoca mussoliniana i vari edifici della villa furono mutuati, soprattutto con fini modernizzatori. Abbandonata dopo la guerra, la villa fu acquistata dal Comune di Roma nel 1977, ma solo nel 1993 partì un lungo e complesso lavoro di restauro che ha restituito alla città uno dei suoi polmoni verdi più significativi.

Villa Glori o Parco della Rimembranza

Dominata dal profilo del casale fortificato, Villa Glori occupa circa 25 ettari di quella che è la collina del quartiere Parioli. A differenza delle dimore di rappresentanza seicentesca, questa è una casina di caccia, riconvertita poi alle moderne esigenze cittadine dopo la fine della Grande guerra. Nel 1923 se ne decise la destinazione d’uso a Parco della Rimembranza, per commemorare i caduti della Prima guerra mondiale, mentre nel 1929 i “Padiglioni Marchiafava” furono impiegati come dispensario e colonia estiva per i giovani indigenti. Le stesse strutture, negli anni Ottanta, furono adibite a casa di accoglienza per le persone affette da AIDS. Polmone verde, ma anche struttura sanitaria in un connubio di interessi decisamente atipico nel panorama dei giardini capitolini.

Villa Wolkonsky

Già Vigna Falcone, la dimora ottocentesca prende il nome da Nikita Volkonskij, marito di Zinaida Belosel’skaja, principessa russa e figlia dell’ambasciatore russo alla corte sabauda Belozerskij. Proprio a lei il padre fece dono di questa villetta nell’allora Campagna romana, sulla quale insiste ancora oggi un tratto di 366 metri di un antico acquedotto romano. Più volte ampliata e rimaneggiata, la villa fu venduta dai Campanari al governo di Weimar nel 1922, e fino alla Seconda guerra mondiale assolse alla funzione di ambasciata tedesca presso il Regno d’Italia. Al termine del conflitto, nel 1946, la Repubblica mise a disposizione del Regno Unito i locali per lo stesso scopo, e dal 1951 gli inglesi la acquistarono dallo Stato. Da allora la “piccola Londra romana” ospita ricevimenti, eventi e seminari, oltre alle celebrazioni del Queen’s Official Birthday, la ricorrenza del compleanno estivo della Regina Elisabetta II.

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