Perù. Storiella d’amore e qualcosa di più
Di Gianni C.
..E poi io ero invaghito da tempo di quella ragazza nera, proprietaria del ristorante La Canada, dove sostavo spesso, e mi avevano informato che quella sera sarebbe andata proprio ad assistere alla pelea de gallos.
Ahimè non sapevo che avrei assistito a una rappresentazione allegorica del mio..
Ma andiamo per ordine…
Già da un’ora buona era cominciato l’avvenimento, l’atmosfera era calda ma non tesa e la gente scommetteva e beveva che era una meraviglia.
Era bellissimo vedere come le scommesse fossero accettate, gestite, riscosse e pagate con la massima semplicità da una sola persona, senza errori di sorta e con l’ausilio della sola memoria.
I campioni pennuti si succedevano nell’arena a ritmo incessante e chiaramente ogni vincitore lasciava sul terreno la corrispondente vittima, e non solo nel senso letterario..
Quand’ecco ad un tratto si presentano al combattimento un gallo assai robusto e di bianco piumaggio che il proprietario dell’allevamento orgogliosamente dichiarò di origini padovane, contrapposto a una pollettina locale tutta nera e magrolina con un bel becco rosso corallo.
Cominciarono a guardarsi e guatarsi girando in tondo come due spadaccini, o sarebbe meglio dire, osservando come si svolgeva la tenzone, che il bianco gallo nordico lo facesse un po’ distratto e per niente convinto perchè non gli piaceva quel giorno lottare contro una così simpatica e così ben abbronzata avversaria, al contrario il suo cuore batteva in una maniera inusuale e di sicuro aspettava il momento opportuno per chiederle il numero di telefono dell’allevamento da cui proveniva.
Successe tutto in un istante, come un lampo a ciel sereno, che mai si era visto a Nasca : la pollastrella si avventò contro il gallo norteno e con un solo colpo delle sue affilatissime unghie gli squarciò stomaco e cuore, riempiendo la sabbia dell’arena di sangue e grani di mais.
Il grosso gallo bianco totalmente intontito, sentendo che la vita si stava sgranando proprio come sabbia tra le dita, tra le lacrime sussurrò : ‘ Ahìì que vida loca’ e morì singhiozzando e sbattendo le ali, così pancia in alto e senza più pudori.
La gente gridava e c’era molta confusione nell’arena, sembrava che quasi si accapigliassero e qualcuno gridava che era tutto un imbroglio e l’incontro truccato. Quasi tutti persero la loro posta e la somma in gioco era molto alta, perchè nessuno si sarebbe immaginata la vittoria della bruna pollastrella locale, che come si rese conto della crudeltà commessa fuggì piangendo e cominciando a volare sempre più in alto, fino alle massime altezze dove si accorse di essersi trasformata in una ‘condorita’ libera, dominatrice dello spazio e mai più racchiusa in una gabbia.
Il grosso gallo del nord, di carne bianca e tenera, dopo averlo ben spennato se lo mangiarono alla brace quella notte stessa, al ristorante La Cabana, tutti i nasqegni inferociti che avevano scommesso tutto il loro denaro.
E con una bella bevuta di frizzante e fresca birra Cristal inghiottirono anche la delusione di quel giorno.
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