Pakistan, da Islamabad al confine con la Cina in tuktuk
Esistono vari modi di girare per un paese, in automobile, in autobus, in treno, ma farlo con un mezzo come un tuktuk (comunemente chiamati anche rickshaw) è sicuramente qualcosa di unico, divertente e anche pericoloso aggiungerei, soprattutto in un paese come il Pakistan, che non è il primo paese che viene in mente per una destinazione turistica, in quanto tipicamente viene classificato come “poco sicuro”.
Questa avventura inizia il 18 giugno 2022 da Islamabad, la capitale del paese. L’obiettivo è arrivare al confine con la Cina al passo di Khunjerab a 4700m attraverso la Karokoram, l’autostrada internazionale più alta del mondo. Il viaggio prevede più di 1000km (compreso un tratto del ritorno) per una durata totale di 8 giorni.
Siamo un gruppo di 4 tuktuk dove ogni squadra è composta da 2-3 membri. Il nostro team si chiama Team Alfredo, ed è composto da me (Riccardo, 26 anni, Italiano, videomaker e content creator), Mark (35 anni, Canadese, videomaker, content creator e travel influencer), Jorden (29 anni, Australiano, content creator e travel influencer).
Il viaggio è un alternarsi di problemi, momenti divertenti, momenti pericolosi e momenti di interazione con le comunità locali. Dopo un breve training con i nostri mezzi partiamo da Islamabad direzione montagne. La prima parte del viaggio è caratterizzata da un traffico intenso tra camion, auto e altri tuktuk, un vero caso. Attraversiamo Abbottad, città famosa per essere stata il nascondiglio di Osama Bin Laden. Lasciandoci alle spalle il traffico delle città Pakistane arriviamo nelle zone più naturalistiche del paese. Qua la strada è immersa in paesaggi mozzafiato, dalle verdi valli di Hunza fino ai rocciosi pendii di Passu, il tutto circondato dalla cornice delle montagne dell’Himalaya. Molte volte veniamo fermati dalla gente che ci chiede selfie e anche dalla polizia, sempre per lo stesso motivo. Sono molto orgogliosi del loro paese e ci tengono a darne una buona immagine. Alcuni highlights sono stati aver giocato a cricket con dei ragazzini, aver finito la benzina svariate volte durante il percorso e di conseguenza aver dovuto spingere in attesa di rinforzi, aver quasi distrutto il tuktuk attraversando pozzanghere a tutta velocità, e infine aver attraversato ponti tibetani mezzi distrutti sui fiumi.
Nonostante tutte le peripezie riusciamo ad arrivare sani e salvi a 4700m. La cosa più sorprendente è stata la resistenza del nostro mezzo per tutti quei kilometri e il fatto che esista una strada, tenuta anche bene, a certe quote.
Farlo in tuktuk è stato sicuramente un modo di godersi a pieno il paese, la sua gente, la sua cultura e le sue bellezze naturali. Quello che ho imparato da questa storia è che l’idea che avevo del Pakistan è completamente sbagliata, la gente è super accogliente e gentile. Molte volte ci veniva offerto da mangiare e quando ci fermavamo in qualche paesino lungo la strada spesso ci regalavano accessori come collane o cappelli.
Rimango grato di questa esperienza che mi ha permesso di scoprire un nuovo paese in maniera particolare e la considero a tutti gli effetti una delle esperienze più bella mia vita.