L’Isola di Pasqua, l’ultimo avamposto di civiltà dell’Oceano Pacifico dove arrivare è (quasi) impossibile

Ivano Carpentieri, 21 Mar 2023
l'isola di pasqua, l'ultimo avamposto di civiltà dell'oceano pacifico dove arrivare è (quasi) impossibile

Chi non ha mai sognato di poter andare almeno una volta nella leggendaria Isola di Pasqua? Le misteriose figure dei Moai sono conosciute da tutti e sono il simbolo di un luogo lontano e fuori dal tempo. Il fascino di quest’isola sperduta è dovuto a molti fattori: il nome intrigante, gli enigmi legati ai Moai, la bellezza dei paesaggi e della natura incontaminata, la lontananza dalla civiltà.

Scoperta il 5 aprile 1722, giorno di Pasqua (da qui il nome Isola di Pasqua), da Jacob Roggeveen, l’Isola di Pasqua è entrata a far parte dei territori del Cile dal 9 settembre 1888, da cui dista ben 3.690 km. Sono invece 4.190 i km di oceano che separano l’isola da Tahiti. Per raggiungere il luogo abitato più vicino, l’altrettanto sperduta Isola di Pitcairn dove attualmente vivono circa 50 persone discendenti dagli ammutinati del Bounty, dobbiamo percorrere poco più di 2.000 km.

In lingua locale l’isola è chiamata Rapa Nui (grande roccia), Te Pito o Te Henua (ombelico del mondo) ed ha una forma triangolare. La distanza massima da un punto all’altro dell’isola è di 24 km e la minore è di 13 km, quindi un’isola abbastanza piccola da poter essere visitata in 3-4 giorni.

Sono presenti 4 vulcani spenti: Poike, Rano Raraku, Rano Kau e il Terevaka, che con i suoi 507 metri è la cima più alta dell’Isola di Pasqua. La costa ha scogliere molto alte e una delle poche spiagge dell’isola, Hanakena, è molto frequentata nonostante le acque dell’Oceano Pacifico non siano caldissime e fare il bagno è una vera e propria prova di coraggio. L’unico centro abitato è Hanga Roa, sulla costa sud ovest, dove si trovano l’aeroporto, negozi e hotel di ogni sorta.

Oggi la popolazione dell’Isola di Pasqua consta di circa 4.000 persone, metà locali e metà di altre nazionalità. Appena l’isola fu scoperta vi vivevano oltre 15.000 Rapa Nui, la popolazione indigena, ma scomparvero quasi del tutto a causa delle malattie, come il vaiolo, portati dai conquistatori stranieri.

Gli enigmatici moai

La celebrità dell’isola è dovuta soprattutto agli oltre 1.000 moai disseminati per tutta l’isola. Ma cosa sono i moai? Sono delle sculture in tufo basaltico proveniente dal cratere del vulcano di Rano Raraku, dove ancora oggi è possibile ammirare oltre 400 moai incompleti.

Ogni statua è alta tra i 4 e i 10 metri, pesa svariate tonnellate e ancora oggi gli studiosi dibattono su cosa queste enormi teste raffigurino. Si pensa che siano delle rappresentazioni degli antichi guerrieri dell’isola o dei defunti, messi li a protezione di Rapa Nui e del suo popolo. Curioso il fatto che tutti i moai, tranne i sette che si trovano nel sacro luogo Ahu Akivi, siano rivolti con lo sguardo verso l’interno dell’isola.

La fabbrica dei moai: Rano Raraku

raro raraku

È sicuramente uno dei siti archeologici più affascinanti di tutta l’Isola di Pasqua. Il vulcano spento di Rano Raraku si trova nella parte nord est dell’isola ed è conosciuto anche con il nome di Vivaio dei Moai. Infatti, è qui che si estraeva e scolpiva il basalto con il quale le statue sono fatte e ancora oggi è possibile vedere oltre 400 moai abbandonati in varie fasi di creazione: da quelli appena abbozzati a quelli terminati, visitare Rano Raraku equivale a fare un viaggio alla scoperta nella tecnica costruttiva di questi enigmatici giganti di pietra.

Dalla sommità del cratere, al cui interno ci sono un piccolo lago e alcuni moai, si gode uno dei panorami più belli di tutta l’Isola di Pasqua.

Ahu Tongariki: clic a gogò

ahu tongariki

Poco distante da Rano Raraku troviamo Ahu Tongariki, uno dei luoghi più fotografati dell’Isola di Pasqua. I 15 moai allineati a guardia di un antico villaggio, oggi distrutto e ridotto a poche rovine, sono stati completamente restaurati a metà degli anni ’90, dopo che nel 1960 uno tsunami li aveva abbattuti.

Divertitivi a trovare trai i moai la tartaruga dal volto umano e altri animali scolpiti nel basalto.

Tutti al mare, anche a Pasqua

Anakena è la spiaggia più grande e famosa di Rapa Nui. Si trova sulla costa nord dell’isola, ha sabbia bianca finissima, mare cristallino, acqua che va da 20°C in inverno a 26°C in estate e ben 7 moai a vegliare su di voi: sono i moai Ahu Nau Nau. Poco lontano un altro guardiano, il solitario moai Ahu Ature Huki.

Orongo

rano kau

Uno dei vulcani dell’Isola di Pasqua è il Rano Kau.

Inattivo da tempo immemore, all’interno del cratere oggi c’è un lago che rende il paesaggio affascinante ed enigmatico allo stesso tempo.

Sul versante del vulcano che guarda il mare, possiamo ammirare i resti del villaggio di Orongo. Queste case furono scavate all’interno del versante vulcanico ed è qui che si tenevano i riti cerimoniali che omaggiavano Rei Miro, l’uomo uccello.

Rei Miro, il simbolo dell’Isola di Pasqua

Anche se oggi è quasi del tutto estinto, sull’isola abbondava l’albero di toromiro e con il suo legno si realizzava il Rei Miro, anche detto uomo uccello, un pettorale di forma arcuata con alle estremità due teste di animale.

Per come era realizzato, il Rei Miro poteva sembrare o una canoa o un uccello con le ali spiegate. Oggi il Rei Miro è il simbolo dell’Isola di Pasqua e una sua raffigurazione di colore rosso è presente sulla bandiera dell’isola.

La Grotta delle Vergini

Nella parte orientale dell’isola, poco distante dal cratere del vulcano Maunga Pu A Katiki, si trova la Grotta delle Vergini, o Ana O Keke in lingua locale. La leggenda narra che in questa grotta venissero custodite le giovani vergini per far si che il sole non rovinasse la loro pelle chiarissima, simbolo di purezza.

Mozzafiato, letteralmente, il sentiero a strapiombo sul mare che posta all’ingresso della grotta.

Il Festival Tapati

festival tapati

Si svolge dal 1970 per preservare e tramandare le tradizioni dell’Isola di Pasqua. Dura una settimana, detta anche Settimana Rapa Nui e si svolge nella zona di Hanga Vare Vare, poco fuori dal centro abitato di Hanga Roa.

Il Festival Tapati si tiene ogni anno la prima settimana di febbraio ed è l’evento più atteso e importante dell’Isola di Pasqua. Lo svolgimento del festival coincide anche con l’alta stagione, dato il grande afflusso di turisti che il festival richiama.

Questo festival porta in scena le tradizioni dei Rapa Nui, in particolari le sfide tra le tribù che qui vivevano. Prove di forza, balli, canti, riti antichi, cibo a volontà e l’incoronazione della Regina Tapati, che conclude il festival con una solenne parata in abiti tradizionali.

Isola di Pasqua: cosa mangiare ?

Sull’Isola di Pasqua si mangia principalmente pesce. Nelle acque dell’isola si pescano quasi 200 specie di pesce, quindi la scelta è molto ampia.

Il pesce appena pescato viene cotto su pietre roventi e la tradizione vuole che si debba mangiare prima l’intestino. Presenti anche piatti a base di carne di maiale o di mamari (agnello), il tutto accompagnato da patate, manioca e taro. Da provare le oltre 15 varietà di banane autoctone, la guava, il mango, e l’ananas Nell’Umo Pae, una specie di forno rudimentale scavato nella terra, si cucina il curanto (o come è chiamato in lingua locale, Umu Rapa Nui).

Nella buca scavata nel terreno viene acceso un fuoco, che viene poi ricoperto da pietre e da foglie di banano. Su quest’ultime vengono disposti strati di carne, pesce e patate, che vengono cotti lentamente con il calore irradiato dalle pietre per oltre 6 ore. È uno dei piatti più antichi dell’isola di Pasqua e quello maggiormente legato alla tradizione. E’ un piatto che viene cucinato e mangiato tutti insieme e si prepara soprattutto in occasioni speciali, come matrimoni e festività.

I turisti sono coinvolti nella preparazione e grande importanza viene dato a questo cibo durante il Festival Tapati Rapa Nui.

Info pratiche

isola di pasqua

Nonostante sia uno dei posti tra i più sperduti al mondo, sull’Isola di Pasqua troviamo un ospedale, una farmacia, svariati supermercati, tantissimi ristoranti e altrettanti bar, nonché hotel per tutte le tasche. Le comunicazioni internazionali sono garantite dal collegamento internet satellitare.

Come muoversi sull’Isola di Pasqua?

Per visitare l’Isola di Pasqua potete affittare una macchina in uno dei rent car di Hanga Roa e quindi esplorare liberamente per l’isola. Potete anche rivolgervi a una delle numerose guide locali che vi accompagneranno alla scoperta delle meraviglie di Rapa Nui. Se siete amanti delle due ruote, la bicicletta è il mezzo che fa per voi. L’isola non è grandissima e le distanze possono tranquillamente essere coperte con una nella pedalata. Molto apprezzato è il percorso ad anello, che in circa 50 km, vi farà apprezzare tutti i panorami l’isola. Un modo suggestivo e spettacolare è con delle escursioni a cavallo al vulcano di Maunga Terevaka.

Come arrivare all’Isola di Pasqua?

Per raggiungere l’Isola di Pasqua il modo più veloce e comodo è senza dubbio con l’aereo. L’Aeroporto Internazionale di Mataveri è servito solamente dalla compagnia aerea LATAM, che effettua voli giornalieri da e per Santiago del Cile e, in alta stagione, per Tahiti.

Questi sono gli unici voli attestati sull’isola. Il volo dura circa 5 ore e ha un costo che vai dai 400 euro a salire. Il porto di Hanga Roa è l’unico dell’isola ma è adibito perlopiù a scalo merci.

Biglietto prego!

Non tutti lo sanno, ma per visitare l’Isola di Pasqua bisogna pagare un biglietto. Infatti tutta l’isola è un parco nazionale e il biglietto d’ingresso, acquistabile in aeroporto appena sbarcati, costa circa 80 dollari. Il biglietto ha una validità di 10 giorni dal primo timbro e permettere di visitare tutti i siti archeologici dell’isola illimitatamente, ad eccezione di Rano Raraku e Orongo, dove l’ingresso è consentito una sola volta a biglietto. Portate sempre con voi il biglietto, perché va esibito in ogni sito che visitate.

Inoltre ogni sito ha il suo timbro personale e collezionarli tutti può essere un bel ricordo del viaggio.

Quando andare nell’Isola di Pasqua

Il clima sull’Isola di Pasqua è mite tutto l’anno, ma il periodo di alta stagione va da gennaio e marzo. A febbraio si tiene il tradizionale festival Tapati Rapa Nui che attira numerosi viaggiatori sull’isola. In questo periodo i costi sono maggiori e gli alloggi vanno prenotati con largo anticipo.

Luglio, agosto e settembre sono i mesi “più freddi” ma l’isola è comunque molto godibile, con temperature minime che sono tutto l’anno sui 21 gradi.

Valuta e lingua

Sull’Isola di Pasqua la moneta corrente è il peso cileno e le carte di credito sono accette quasi ovunque. Un peso cileno equivale a circa 0,0011 euro, dunque con 1 euro è possibile cambiare circa 877 pesos cileni. Il cambio aggiornato è qui.

Se non siete pratici della lingua Rapanui che è parlata da circa 3.500 persone, nessun problema, sull’Isola di Pasqua si parla tranquillamente lo spagnolo.

Che ora è?

Nell’Isola di Pasqua il fuso orario è UTC-5 ed è cinque ore in meno rispetto all’Italia quando è in vigore l’ora solare, mentre è di sei ore in meno quando è in vigore l’ora legale.



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