Leonardo 1516: a piedi da Roma ad Amboise!
E’ vero, del resto: la stanzialità scelta negli ultimi anni mi ha decisamente abbruttito (forse persino incattivito), con le sue inutili complicazioni ed incombenze derivate dalla proprietà, dalle sue cento tasse e dalle sue mille leggi. Noi esseri umani siamo talmente stolti da complicarci continuamente ed inutilmente la vita, che di per sé è talmente semplice! Una spinta emotiva mi suggerisce allora di riabbracciare la mia indole randagia. Girovago col pensiero in cerca di un’intuizione. Voglio tornare a camminare, ma al tempo stesso non voglio abbandonare la mia famiglia e la vita ideale che stiamo costruendo da tre anni qui in Sardegna. Dev’essere dunque un viaggio breve, per quanto mi sia possibile. Un paio di mesi, non troppo lontano dal focolare che mi porge la mia libertà ma che mi richiede giustamente delle garanzie. Dev’essere un viaggio “con le palle”, carismatico, diverso, attrattivo: viaggio da solo (è un’altra delle mie prerogative), ma desidero al tempo stesso portare con me tutti coloro che sapranno riconoscere i messaggi ed i valori di questa esperienza.
È tra queste riflessioni che mi capita tra le mani un libro ad opera di un caro amico: “Il Memorioso” di Giovanni Bortolin. La curiosità che aspettavo per dar vita ad un nuovo sogno. Il libro inventa, basandosi sulla realtà storica, il possibile viaggio compiuto nel 1516 dal famoso ed eclettico genio Leonardo da Vinci. In quell’anno, su invito di re Francesco I, il Maestro lasciò Roma per raggiungere la corte di Francia ad Amboise, dove morì tre anni dopo e dove tutt’oggi si trova la sua tomba. Il sogno non ha impiegato molto a divenire idea e prendere forma per mezzo di un’accurata pianificazione, concretizzandosi in un percorso ideale. Così nasce Leonardo 1516, un viaggio vissuto già ad un anno di distanza dal primo passo, che muoverò da Roma il 19 settembre 2016, per celebrare il cinquecentenario dello stesso. Sarà un viaggio di quasi 2.000 chilometri in 59 tappe (33 km di media giornaliera). Sarà un viaggio per celebrare l’ingegno di Leonardo anticipando di tre anni le auspicate celebrazioni per il cinquecentenario della sua morte. Un viaggio di scoperta avverso all’insensibilità della nostra epoca. Un’esperienza per riscoprire a tutto tondo le bellezze del territorio italiano e delle sue genti, conducendole metaforicamente in Europa, nell’altrettanto affascinante terra di Francia. Un viaggio che vuole essere un piccolo grande contributo verso un nuovo rinascimento umanistico.
Ma non sarà solo questo. Un viaggio si trasforma infatti anche in corso d’opera e Leonardo 1516 si sta già caratterizzando in questa fase di programmazione. Sarà un viaggio celebrativo, un viaggio culturale, un’impresa sportiva; ma sarà anche un semplice cammino che ripercorrerà antiche vie di pellegrinaggio, vie ricche di storia nell’Europa che fu: l’antica via Cassia, la via Francigena, la Cassiola, la via Mercatorum, la Carraia del Ferro, la via Sancti Martini. Pur non credente, sarò perciò pellegrino involontario partendo da Roma nell’anno giubilare indetto da papa Francesco ed arrivando per amicizia anche alla tomba di San Martino di Tours (30 chilometri dalla tomba di Leonardo), nel corso del 1700° giubileo là celebrato quest’anno.
Sarà un cammino piacevole, sicuramente, ma sarà anche un cammino arduo: dovrò rispettare gli impegni presi nei luoghi dove farò tappa (eventi, conferenze, incontri) e mi farò carico (grazie a BisRocinante, il mio carretto compagno d’avventura), delle lettere che studiosi ed appassionati di Leonardo da Vinci mi hanno affidato e mi affideranno perché le rechi alla sua tomba.
Ma sarà ancora di più, perché sono certo che i miei passi incroceranno sogni, desideri e aspettative che doneranno a Leonardo 1516 altre plusvalenze. A partire dalle mie personalissime, che vedono nel camminare un atto politico. Ma non fraintendetemi: non parlo di partitocrazia che è la deprecabile politica d’oggi; parlo di responsabilità civile. Assumersi le proprie (molte!) responsabilità dinnanzi a problemi che ci appaiono enormi e di cui sentiamo continuamente lamentele prive di presa di posizione. Camminare per provare a cambiare le cose, prendendo noi per primi una posizione. Camminare come autodeterminazione. Un cammino se si vuole un po’ “gandhiano”, come accadde nella Marcia del Sale del 1930. Camminare come antichi nomadi anche per riappropriarsi di tempo e spazio, valicando confini e proprietà (l’Allemannsretten, il diritto di ognuno nelle legislazioni di Svezia, Norvegia, ecc…).
Insomma: Leonardo 1516 camminerà… semplicemente… Io con lui e, me lo auguro, voi con me!
Marino Curnis