Last step: Agra e Varanasi
Dopo Agra ci siamo diretti a Varanasi. Città sacra e molto particolare. Varanasi si affaccia sul Gange su cui sorgono decine e decine di ghat. La vita dei suoi cittadini gravita intorno al lento scorrere del fiume sacro. Per noi non è facile comprendere quanto sia fondamentale questo fiume per la città e per i suoi cittadini, tutto gravita intorno al fiume. Gli abitanti di Varanasi lo utilizzano per pregare, per lavorare, per lavare i vestiti ed il bestiame, per fare yoga, per meditare, per rilassarsi, per fare il bagno, per giocare a cricket, per trascorre il tempo e anche per dare l’estremo saluto ai propri cari. Passeggiando tra i vicoli della città, infatti, non è affatto raro incontrare cortei funebri che trasportano i defunti avvolti in un telo su barelle di bambù, sino ad uno dei ghat adibiti alla cremazione. Un ghat in particolare, Manikarnika Ghat, è destinato a questa funzione; qui è possibile assistere all’intero processo di cremazione che viene eseguito esclusivamente dagli appartenenti alla casta più umile, gli intoccabili. Questi uomini, ormai esperti nell’arte della cremazione, pesano i pezzi di legno che verranno utilizzati per bruciare i corpi (il prezzo della cremazione varierà a seconda del peso e della qualità del legno). Il corpo, dopo essere stato immerso nel Gange, viene adagiato sulla pira e viene dato alle fiamme sotto gli occhi della famiglia e degli amici, che rimangono a pochi metri di distanza. Ci vogliono circa tre ore per bruciare completamente un corpo, e circa 300 Kg di legna. Nelle immediate vicinanze del ghat vi sono alcune palazzine cadenti, annerite dal fumo, in cui vi dimorano le famiglie degli intoccabili e coloro che sono in attesa di morire. Secondo la religione hindu, morendo a Varanasi si raggiunge la moksha, ossia l’interruzione del ciclo delle reincarnazioni, liberando il proprio spirito, ma bisogna bruciare il corpo entro 24 ore dalla morte. Per questa ragione molta gente è disposta a percorrere anche migliaia di chilometri per accompagnare i propri cari ad esalare l’ultimo respiro su queste sacre sponde. Un intoccabile che si occupa della cremazione ci raccontava che alcune categorie di persone non possono essere cremate: le donne incinte, i bambini ed i sadhu, santoni asceti che dedicano la loro vita alla meditazione ed al raggiungimento della moksha. I loro corpi vengono legati a pesanti sassi e vengono poi fatti sprofondare nelle acque del fiume.
A Varanasi il tempo è scandito dallo scapanio proveniente dai vari templi che annunciano le celebrazioni. Molto affascinanti sono quelle che si tengono al tramonto, in onore del fiume sacro. Da non perdere è un bel giretto in barca sul Gange. Noi ci siamo andati all’alba, ed è stato bellissimo nonostante fosse un pò nuvoloso. Altrettanto affascinante è farsi cullare dalle onde al tramonto ed osservare le celebrazioni sui ghat direttamente dal fiume. Sfortunatamente dovrete attendere ancora un pò per vedere le fotografie. Speriamo di riuscire a caricarle per fine mese, da Calcutta o da Mumbai. E’ un vero peccato perchè vorremmo tanto mostrare a tutti quanto è bello il posto in cui ci troviamo adesso. Attualmente vi scriviamo da Raidighi, una piccola cittadina a 100 km da Calcutta, nelle cui vicinanze c’è l’ospedalino in cui stiamo offrendo il nostro aiuto come volontari grazie alla Onlus S.A.R.A. Project. In attesa del prossimo post, vi invitiamo a dare un’occhiata al sito dell’associazione (http://www.saraproject.org/) di modo che possiate conoscere le importanti attività che portano avanti e, se interessati, offrire il vostro aiuto. Se avete domande saremo più che lieti di fornirvi tutte le informazioni necessarie, non esitate a chiedere.
A presto!