La Rotta dei Fenici: Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa

Questa settimana i Siti per Caso e il Giornale del Cibo esplorano insieme l’affascinante mondo dei Fenici, grazie alla collaborazione di Antonio Barone dell’Associazione “La Rotta dei Fenici”, a cui diamo subito la parola...
Turisti Per Caso.it, 10 Ott 2008
la rotta dei fenici: itinerario culturale del consiglio d'europa
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Questa settimana i Siti per Caso e il Giornale del Cibo esplorano insieme l’affascinante mondo dei Fenici, grazie alla collaborazione di Antonio Barone dell’Associazione “La Rotta dei Fenici”, a cui diamo subito la parola

“Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi per vederle.”

Questa citazione di Marcel Proust ci sembra la più indicata per spiegare cos’è un itinerario culturale come “La Rotta dei Fenici”, uno dei 24 Itinerari Culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa. Per Rotta dei Fenici si intende la connessione delle grandi direttrici nautiche che, dal XII secolo a.C., furono utilizzate dal popolo dei Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo. Attraverso queste rotte, i Fenici, marinai e mercanti geniali, diedero origine ad una grande civiltà, per certi versi ancora poco nota, che si affermò attraverso l’espansione ad Occidente, generando intensi scambi di manufatti, uomini ed idee, e contribuendo nell’antichità alla creazione di una koiné (comunanza) culturale mediterranea ed alla sua circolarità.

Così queste rotte sono divenute parte integrante e fondante della cultura del Mediterraneo.

Oggi, i Fenici rappresentano il modello di interculturalità mediterranea posto alla base di un Itinerario Culturale che passa per 18 Paesi del Mediterraneo ed oltre 80 città di origine e cultura fenicio-punica in tre continenti. Dunque l’Itinerario mira a promuovere la cultura mediterranea e a rafforzare i legami tra paesi accomunati dalla storia: si basa sulle relazioni storiche, sociali e culturali che i Fenici hanno stabilito lungo le rotte marittime seguite, e lungo gli approdi e le colonie che hanno fondato nel bacino del Mediterraneo.

Le città fenicie diventano le tappe di un viaggio lungo tutto il Mediterraneo, attraverso cui scambiare oggetti, conoscenze ed esperienze. Per raccontare tutto questo la Rotta dei Fenici propone una rete di siti archeologici, etno-antropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra popoli e paesi del Mediterraneo che mostrano oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato. Allo stesso tempo La Rotta dei Fenici è anche un Itinerario – laboratorio sul tema del turismo, nell’attuale fase di passaggio dal turismo postmoderno (che ha contribuito a quella che Claudio Minca definisce la disneyficazione del turismo e del patrimonio) a un nuovo modo di utilizzare il proprio tempo libero. Forse lo stesso concetto di turismo è superato, chiediamo al turismo molto più di una vacanza. Duccio Canestrini parla di “una società che organizza la fuga da sé stessa”. Tale compito è dei tour operator ma ognuno di noi sogna di organizzare la propria “evasione”, potendo oggi contare su internet e sugli strumenti che la tecnologia moderna mette a disposizione (GPS, navigatori satellitari e altro). Allora cosa cerca l’uomo del nostro tempo? Di cosa sente più bisogno? Cosa gli dà più soddisfazione nel proprio tempo libero? Zanetto diceva diversi anni fa: “Il turista parte ma non torna indenne”.

Secondo molti, oggi il turista è un cacciatore di emozioni. Ma quali emozioni? Ognuno di noi secondo il proprio sentire desidera provare un’emozione particolare e conserva nel più profondo tale desiderio. Spesso non sa di averlo. Alcuni se li fanno prestare da altri, chiedendo (consciamente o inconsciamente) consiglio ai mediatori di sogni (i tour operator), agli amici e parenti, ai media e alla comunicazione di massa in generale. Ma non sempre i sogni prestati da altri riescono a soddisfare il nostro bisogno di emozioni. Allora viaggiare diventa un pellegrinaggio (come dice Jean Pierre Lozato Giotart) da una meta all’altra del turismo.

Peccato che queste mete sono costruite apposta per il turista, sono artificiali, sono spesso uguali nella sostanza tanto da rendere necessario farci la foto davanti al monumento (materiale e/o immateriale) di tale circuito dell’ovvietà per dimostrare che c’eravamo anche noi, per poter dare il nostro giudizio personale, per non confondere i luoghi in un approccio superficiale, spesso banale.

Alla ricerca di autenticità e di emozioni, dimentichiamo che ogni viaggio inizia e finisce dentro noi stessi, perché il viaggio è confronto tra noi e gli altri; attraverso il patrimonio culturale e naturale di un luogo noi cerchiamo dentro noi stessi chi siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace, perché fondamentalmente non ci conosciamo e, spesso purtroppo, non ci accettiamo. Un vero viaggio è quello che ci fa mettere in discussione noi stessi e la nostra vita, così potremo capire meglio i tanti “perché”.

Per questo diventa fondamentale scegliere luoghi da visitare che ci aiutino in questo percorso. La Rotta dei Fenici propone un viaggio nel Mediterraneo, inteso come mare, come culla di civiltà, come stratificazione di culture e di modi di vivere oggi più che mai attuali e ricchi di messaggi per l’uomo. Una parte del mondo dove popoli che non parlano la stessa lingua si capiscono con gli occhi o a gesti, come ci hanno insegnato i Fenici.

La vita dell’uomo mediterraneo spagnolo e di quello libanese differisce per particolari, mentre è uguale il mare che li unisce e li accomuna, simile il quotidiano, specialmente negli antichi mestieri. I siti delle antiche civiltà hanno ancora tanto da dire all’uomo di oggi. Basta saperli interpretare.

La Rotta dei Fenici ha scelto la Pedagogia del Patrimonio come strumento operativo, tenendo conto che se riusciamo a tradurre nel linguaggio di ogni viaggiatore e di ogni abitante di questa parte del mondo gli innumerevoli messaggi che questo patrimonio trasmette, allora avremo dato l’emozione che quell’uomo cercava, ma non sapeva di cercare.

Le pietre parlano, si dice. L’interpretazione comunicativa, la metodologia che applichiamo nelle aree dove stiamo lavorando (fino ad oggi maggiormente utilizzata in ambito naturalistico), ci aiuta a facilitare la comprensione dei messaggi del patrimonio. Protagonisti di questi processi di comunicazione sono i giovani. Attraverso il Servizio Educazione della Rotta dei Fenici stiamo sviluppando percorsi di professionalizzazione in diverse aree del Mediterraneo per giovani delle università, delle scuole superiori, fino ai bambini dagli 8 anni in su. Perché l’unico modo che abbiamo per proteggere e valorizzare il patrimonio è quello di dare coscienza di tale risorsa alle comunità che ci vivono in mezzo e, soprattutto, alle giovani generazioni.

La terra dove vivo non è mia, me l’hanno prestata i miei figli” dichiarò in una intervista Sitting Bull, il grande capo pellerossa. Questa frase, secondo me, racchiude il concetto di sviluppo sostenibile.

Attraverso La Rotta dei Fenici non promuoviamo solo protezione e conservazione, ma anche una rinnovata produzione di cultura, con l’intento di abituare le comunità e i giovani al senso del bello, del profondo. Cultura è qualsiasi produzione dell’essere umano. Ecco allora il nuovo ruolo del viaggiatore, non soggetto passivo ma protagonista, che va coinvolto nel processo produttivo della cultura, deve collaborare alla sua protezione ed alla sua diffusione. A livello scientifico si parla ormai di “heritage” per definire una visione diversa del patrimonio e della sua valorizzazione. Dal confronto con la “conservazione” del patrimonio diciamo che l’“heritage” non ha il suo focus nell’oggetto, ma nel messaggio che questo comunica. Il suo obiettivo non è la conservazione fine a sé stessa, ma un suo corretto uso attuale. Guarda al presente e al futuro più che al passato: il patrimonio è creato da chi lo usa non da una elite di esperti.

Allora l’Itinerario diventa uno strumento per facilitare l’accesso al patrimonio, per far incontrare il viaggiatore non solo con il luogo ma anche con la comunità locale, per vedere il “paesaggio vivente” (come ci dice Maurizio Forte), per capire il cosiddetto “genius loci”.

Insieme con partner di tutti i Paesi del Mediterraneo, associazioni, fondazioni, ONG ed altro, con l’aiuto di ricercatori ed esperti di università, enti di ricerca e formazione, operatori professionali, mediatori culturali, e tanti altri amici, stiamo mettendo in rete percorsi, esperienze, servizi nei 18 Paesi della “Rotta dei Fenici”, dalle Colonne d’Ercole alla Fenicia (l’attuale Mezzaluna Fertile), attraverso l’Europa e l’Africa mediterranea. Tramite la creazione di network di settore stiamo sviluppando la collaborazione tra i territori ed i tour operator per proporre nuovi viaggi per nuovi viaggiatori. Viaggiando a piedi, a cavallo, in bicicletta, in barca a vela o sulle barche dei pescatori, lungo percorsi subacquei e di superficie, con qualsiasi mezzo, proponiamo modelli di viaggio che guardano già al futuro, quando il costo dei carburanti cambierà le modalità e le abitudini di viaggio, ma che rispondono soprattutto ai desiderata del presente, a quel bisogno di scambio, di incontro tra chi visita e chi vive i luoghi.

Seguendo logiche di turismo integrato i percorsi su ogni territorio si incrociano e si completano. La cultura si esprime nel paesaggio, nei monumenti, nelle produzioni dell’uomo, nelle sue tradizioni, nella sua lingua, nella gastronomia, nelle molteplici espressioni della sua “umanità”. Il viaggiatore interessato deve trovare in ogni parte della Rotta dei Fenici porte aperte alla conoscenza dei luoghi e delle persone, amici che lo accompagnino alla scoperta dei particolari (non più guide ma mediatori territoriali secondo la terminologia proposta dall’Unesco), in un viaggio che non è solo nello spazio ma anche nel tempo, perché ogni cosa che esiste oggi ha un perché antico quanto la sua origine.

Nulla è casuale nel Mediterraneo.

Nel suo paesaggio fisico come in quello umano, il Mediterraneo si presenta come una immagine coerente, come un sistema dove tutto si fonde e si ricompone in unità originale. Tutto ciò resta incomprensibile se non preso nel suo insieme” (Fernand Braudel). Per la promozione di un turismo responsabile e compatibile, rispettoso di chi ospita e di chi è ospitato, “La Rotta dei Fenici” collabora con numerosi corsi di laurea, master ed enti di formazione, ospita tirocini e seminari tematici nei Centri di Pedagogia del Patrimonio che stiamo aprendo in diversi siti del Mediterraneo. Per questo è stata scelta dal Consiglio d’Europa già nel 2005 come progetto-pilota sul turismo culturale; nel 2007 dal Network delle Università Unitwin “Cultura – Turismo – Sviluppo” Unesco come oggetto di studio insieme ad altri 2 itinerari in Asia e Sud America; nel 2008 è stata segnalata per lo studio dell’OCSE sui rapporti tra Turismo e Cultura; a dicembre 2008 se ne parlerà all’incontro conclusivo dell’Anno Europeo del Dialogo Interculturale, organizzato dal Ministero della Cultura francese, quale esempio di turismo che favorisce la conoscenza tra i popoli.

Nel 2009 La Rotta dei Fenici sarà proposta alla Conferenza dei Paesi del Sud America come modello per i nuovi itinerari culturali. Con l’aiuto dei territori e dei partner tecnici troverete anche in questo sito proposte di viaggio, ma se volete contribuire anche voi ad una profonda riflessione su un nuovo modo di intendere il turismo saremo lieti di ricevere le vostre idee.

Antonio Barone Direttore dell’associazione “La Rotta dei Fenici” – Itinerario Culturale

Leggi anche le iniziative veliche legate alla Rotta dei Fenici nell’articolo pubblicato su Velisti per Caso e quelle gastronomiche nell’articolo pubblicato sul Giornale del Cibo.



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