La leggenda di Sant Jordi, il patrono della Catalogna
La figura di San Giorgio è una delle più importanti della cristianità primordiale: vissuto tra il III e il IV secolo, sarebbe stato un militare originario della Cappadocia (nell’odierna Turchia centro-orientale) al soldo dell’imperatore Diocleziano, uno dei massimi persecutori dei primi seguaci del messaggio evangelico.
Secondo la leggenda, che riporta numerosi episodi straordinari con protagonista il martire Giorgio, il giovane cavaliere uccise un drago che terrorizzava la popolazione di Silena, città dell’attuale Libia. Risparmiando i giovani e l’intera popolazione, la morte del drago venne accolta come una vera liberazione, e il culto di questo militare protetto dalla fede in Gesù Cristo venne assurta a una vera e propria celebrazione religiosa.
In Catalogna, le vicende umane di Sant Jordi sono per certi versi “personalizzate” sul territorio di Montblanc, comune della provincia di Tarragona. Anche qui il drago, al quale era sacrificata una persona al giorno, salvò una principessa da morte certa. Dal sangue del drago, ucciso dalla spada del santo, uscì un copioso rivolo di sangue che si trasformò in un roseto, dal quale sbocciavano rose dal colore intenso.
Ancora oggi, la festa di Sant Jordi è ricordata utilizzando le rose rosse, che decorano palazzi, strade e piazze della Catalogna. Lo fanno anche in uno dei monumenti più conosciuti e apprezzati di Barcellona, Casa Batlló, opera del primo Novecento di Antoni Gaudí che proprio alla leggenda di San Giorgio si ispirò nella realizzazione dell’edificio.
Il drago è rappresentato idealmente nel tetto, che è coperto di piastrelle policrome raffiguranti le squame del drago, mentre l’edificio culmina nella Spada di Sant Jordi, una croce a quattro bracci che ricorda la spada del santo usata per trafiggere la bestia.
In tutto l’edificio l’iconografia cattolica è richiamata con elementi architettonici e artistici, dalla Sala degli archi che ricorda il torace del drago ai balconi dalle forme di teschio, dal balcone della principessa sino alla coda del drago, che è rappresentata nei richiami in pietra all’ingresso della palazzina.
Non deve certamente stupire questo incontro di architettura, arte e fede: Gaudí infatti dedicò gran parte della sua vita a progettare, costruire e incrementare la bellezza della Sagrada Familia, la grande basilica barcellonese la cui realizzazione è ancora in corso dopo un secolo e mezzo. Una fede autentica, semplice e dai tratti mistici, che si avvale dell’uso di colori, forme, materiali con l’obiettivo ultimo di stupire attraverso l’incontro di legno, ferro, pietra, vetro e ceramiche.
Il 23 aprile 2020 la Festa di Sant Jordi sarà arricchita da un evento particolarmente importante per tutta la città di Barcellona, la riapertura della facciata di Casa Batlló. Il lavoro di conservazione, pulizia e restauro dei trentadue metri della facciata, che ha richiesto più di un anno di lavori, fa parte delle progettualità che, anno dopo anno, permettono a questo iconico monumento catalano di risplendere ed essere ammirato in tutto il suo splendore dai visitatori.
La pulizia della pietra, l’impermeabilizzazione del tetto, la sostituzione delle piastrelle del tetto deteriorate, ma anche gli interventi che hanno riportato i balconi al loro antico splendore hanno coinvolto nel 2019 una squadra di architetti, ingegneri e restauratori di fama internazionale. Tutte le competenze, le tecnologie e le capacità sono state messe a servizio dell’opera gaudiniana con l’obiettivo di donarle una nuova giovinezza.
In occasione della festa i balconi della Casa saranno interamente decorati con le immancabili rose rosse, le stesse che saranno vendute e scambiate dagli innamorati a Barcellona e in tutta la Catalogna. Sì, perché il gesto di San Giorgio di donare una rosa alla principessa è considerato dai catalani come il simbolo dell’amore autentico, e più che a San Valentino è il 23 aprile che si celebra l’amore.
Amore per l’altro e l’altra, ma anche per la cultura. Passeggiando per la Rambla o il Passeig de Gràcia si scopriranno decine, centinaia di bancarelle che vendono libri. In questa data si celebra infatti la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, promossa dall’UNESCO per ricordare l’anniversario della morte di Miguel de Cervantes e William Shakespeare, e che coincide proprio con la tradizione spagnola del Dia de los libros, ufficializzata nel 1926 da Re Alfonso XIII.