L’arrivo ad Amboise

L'ultima tappa del mio viaggio partito da Roma... sulle tracce di Leonardo da Vinci
Marino Curnis, 15 Set 2016
l'arrivo ad amboise
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Sono arrivato. La celebrazione del Maestro Leonardo da Vinci è cosa compiuta. Ho celebrato Lui e con Lui l’intelletto, l’unica qualità che l’essere umano ha a disposizione per migliorare l’Universo di cui è parte. Sono giunto ad Amboise il 17 luglio, accolto dal Comitato di Gemellaggio di Pocé-Sur-Cisse e Grandate che mi hanno aperto la strada accompagnandomi al Clos Lucé, dove giunse Leonardo nel 1516 su invito di Francesco I re di Francia, per poi qui morire tre anni dopo. Ad accogliermi c’è François Saint-Bris, il proprietario del castello che si rivelerà un ineccepibile anfitrione. Visitiamo la stanza da letto di Leonardo, mentre Saint-Bris mi propone di dormire qui questa notte. La giornata scorre impegnativa e piacevole, prima con l’accoglienza presso il Municipio, poi al Castello Reale di Amboise. Qui reco il mio definitivo omaggio alla tomba del Maestro Da Vinci, dopo aver percorso in due mesi quasi 2000 chilometri interamente a piedi da Roma, ripercorrendo il suo probabile itinerario tra scoperte, sorprese e qualche amarezza.

Vengo accolto con ogni onore da ognuno: regalie, medaglie, attestazioni. Brindisi e cibarie, una sorta di agape fraterna. Consegno ai vari destinatari le lettere che mi hanno affidato cammin facendo diversi attori. Anche il quaderno che attesta con timbri e dediche il mio percorso viene consegnato al gentilissimo Monsieur Jean Louis Sureau, direttore del Castello Reale. Dormo al Clos Lucè, odorando quell’atmosfera che per anni deve avere in qualche modo respirato il Maestro. L’indomani appongo la mia firma al libro d’oro del castello, seguendo l’esempio dei Presidenti di Francia e Corea e di altri illustri ospiti. Mi congedo. Les jeux sont faits. Il rientro in Sardegna ad Aggius, dove la mia famiglia mi attende da oltre due mesi, è rapido ma faticoso: una giornata spesa in auto da Pocè a Genova (grazie agli amici Pierangelo e Giuseppe); una nottata spesa in nave, traghettando da Genova a Porto Torres. Sbarco esausto la mattina di giovedì 21. Anche qui mi attende un caloroso benvenuto: Laura, Battista e Nina mi hanno preparato uno striscione per augurarmi il benvenuto all’arrivo in porto. Carmen, amica “nonna camper” come l’hanno soprannominata i bimbi, ci scarrozza a casa dopo un pranzetto di benvenuto approntato da Laura. Sono a casa! Ma quando si torna da un viaggio, il rientro è sempre arduo. Non ci si abitua mai al ritorno. Sono a casa; ma qualcosa è cambiato. Sono a casa; ma non è più lo stesso. La pioggia oggi cade sulla terra riarsa. Qualcosa nell’aria è cambiato, attorno non è più lo stesso. Presto tra la polvere si faranno largo gracili germogli che dovranno ergersi verso il loro cielo. Così i semi assopiti e copiosi di questo viaggio: germoglieranno alla vita con le proprie significanze. Continuate perciò a seguirmi, perché questo viaggio non avrà ancora fine. Continuate a seguirmi e riordinerò con voi ricordi, materiali, fotografie e suggestioni che avrò piacere di condividere in anteprima tramite i canali che ormai conoscete: facebook, Turisti per Caso, la rassegna stampa. Ma anche tramite un libro (o più libri?), che mi auguro verranno presto. Continuate a seguire “Leonardo 1516”.



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