In Piemonte c’è un piccolo borgo di 70 abitanti dove rigenerarsi e respirare aria pulita
Piccolo comune poco conosciuto al di fuori del Piemonte, ma che vale davvero la pena visitare, anzi vivere: Carcoforo, infatti, è circondato da alte catene montuose, laghi alpini e foreste, il che lo rende il luogo ideale per gli amanti della natura, degli sport all’aria aperta e dell’alpinismo, ma anche semplicemente per rigenerarsi e allontanarsi dal caos cittadino.
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Carcoforo, un piccolo gioiello immerso nella natura e “villaggio ideale”
Carcoforo si trova nella provincia di Vercelli, all’interno una riserva naturale che comprende paesaggi montani spettacolari e un’ampia varietà di flora e fauna. Qui, nel cuore della Val d’Egua attraversata dall’omonimo torrente, vivono solo una settantina di abitanti che godono di aria pulita e di un ambiente luminoso e aperto. Non a caso, Carcoforo nel 1991 è stato dichiarato dalla rivista Airone il “villaggio ideale d’Italia”.
L’ingresso del paese è abbellito dall’ Arco della Buona Accoglienza, costruito nel 1734 dai cittadini e, grazie ad un sapiente restauro del 1929, è ancora possibile attraversarlo. Ciò che caratterizza questo piccolo paesino sono le sue case in legno, edifici rurali tardo medievali che, probabilmente, risalgono a un periodo prossimo a quello della fondazione dell’insediamento da parte dei Walser, verso la fine del ‘300. La maggior parte di queste case vennero distrutte dalla alluvioni, ma tre sono ancora visibili e altre due presentano la parte lignea ammantata da un rivestimento in pietra.
Nel cuore del borgo spicca l’aguzzo campanile della chiesa di Santa Croce, costruita nel corso del ‘600 lì dove anticamente esisteva una piccola chiesa. All’interno è possibile ammirare i quadri che rappresentano la Via Crucis e due cappelle. Andando verso il fondovalle ci s’imbatte nella deliziosa Chiesa del Gabbio Grande del 1759 che custodisce affreschi di Antonio Orgiazzi il Vecchio e la statua della Madonna delle Neve, alla quale è legata una leggenda: narra che i pastori dell’Egua trovarono, poco prima del colle dell’Egua, una Madonnina e decisero di portarla a valle in un sacco; una volta giunti a Carcoforo, in località Gabbio, deposero il sacco per un attimo di riposo, ma al momento di riprendere il cammino il sacco divenne così pesante da non riuscirono più a sollevarlo, nonostante i vari tentativi. Fu così che i pastori, con la saggezza delle genti di montagna, decisero di costruire una piccola cappella per deporvi la Madonna. Tuttavia, nel 1700, la drammatica alluvione causò ingenti danni alla cappella; la Madonna rimase miracolosamente illesa e i Carcoforesi decisero di dedicarle una piccola chiesa, più arretrata rispetto al torrente, quindi più protetta, quella che possiamo visitare oggi.
Da non perdere poi la meridiana dell’antica osteria del Monte Moro, tornata di recente all’antico splendore e di proprietà della famiglia Ragozzi, così come il Museo Naturalistico del Parco Naturale Alta Valsesia nella frazione Tetto Minocco: grazie ai pannelli descrittivi e agli spazi multimediali è possibile conoscere l’ambiente geografico e i bambini hanno anche la possibilità di partecipare a un laboratorio didattico interattivo.
Cosa fare durante un weekend a Carcoforo?
Questo piccolo borgo è una meta ideale in ogni periodo dell’anno per chi ama la montagna e le attività all’aria aperta. La nuova pista ciclopedonale permette di fare piacevoli passeggiate in mountain bike o a piedi attraversando l’Alta Valsesia. Gli appassionati di trekking possono seguire diversi itinerari che salgono in quota, ad esempio verso la Cima Lampone, la Cima del Tiglio, il Pizzo della Moriana, Quarazzola, e Tignana. Per i più avventurosi ci sono le vie ferrate del Pizzo Montevecchio che salgono fino a quasi 3000 metri.
Durante l’inverno si può praticare sci di fondo, pattinare sulla posta di Tetto Minocco e in ogni stagione giocare tennis sui campi comunali gratuiti. Insomma, Carcoforo è un vero e proprio gioiello delle Alpi da scoprire e amare!