In Campania c’è l’unico santuario al mondo ad aver ospitato la Sacra Sindone
Importante centro di devozione religiosa e pellegrinaggio, è l’unico che ha avuto l’onore di custodire la Santa Sindone: stiamo parlando del Santuario di Montevergine, situato sul monte omonimo nel comune di Mercogliano, in provincia di Avellino. La sua storia risale a tempi antichi ed è legata al ritrovamento della statua di Santa Maria di Montevergine o “Mamma Schiavona” da parte di un pastore nel XIII secolo. Successivamente, nel XIV secolo, venne costruito il santuario per ospitare la statua e divenne, fin da subito, una meta di pellegrinaggio importante.
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Ma come finì la Santa Sindone proprio qui?
La storia della Santa Sindone presso il Santuario di Montevergine
In pochi poi sanno che, più di un secolo fa, durante il secondo conflitto mondiale, la Santa Sindone lasciò Torino per essere custodita presso l’Abbazia di Montevergine. Negli anni 30-40 del ‘900, infatti, Casa Savoia, custode della preziosa e misteriosa reliquia, decise di adottare questa misura precauzionale per proteggerla, trasferendola in un luogo più sicuro.
Il “sacro lenzuolo”, che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù deposto nel sepolcro, e la cassa d’argento che lo custodisce, vennero prima trasportati a Roma, al Quirinale, ma questo luogo, così come il Vaticano, non venne considerato abbastanza sicuro in caso di bombardamenti.
Il 7 settembre del 1938, quindi, il cardinal Montini (che poi divenne Papa VI) decise di far portare la reliquia a Montevergine: chiamò a Roma l’abate Ramiro Marcone per comunicargli la decisione, la quale restò segreta ai fedeli e ai residenti dell’Abbazia, con eccezione di pochi monaci.
La cassa rimase sotto l’altare del Coretto da notte del cenobio, un pregevole manufatto ligneo del ‘600, rimase lì fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel 1946, infatti, venne messo a punto il piano per il trasferimento della Santa Sindone a Torino, nella cappella della Real Casa che, nel frattempo venne passata sotto la custodia del Papa e al vescovo del capoluogo subalpino. I monaci espressero il desiderio di vedere il sacro lenzuolo prima che lasci il Santuario di Montevergine; l’ostensione avvenne nella notte tra il 28 e il 19 ottobre, alla presenza del cardinale arcivescovo di Torino Maurilio Fossati, del custode della Sindone mons. Brusa, del priore di Montevergine Roberto D’Amore, dei monaci e di acuni amici della comunità. A questo straordinario evento è stato dedicato anche un libro a cura di Giovanni Mongelli: “La sacra Sindone a Montevergine e la sua ostensione il 28-29 ottobre 1946.”
Cosa vedere oggi al Santuario di Montevergine?
Per raggiungere il Santuario è possibile utilizzare la funicolare, una delle più ripide e veloci d’Europa che, in soli 7 minuti, conduce al Santuario dalla stazione di Mercogliano .
Un’imponente scalinata porta all’ingresso del complesso, composto da due chiese, la più recente Basilica Cattedrale e la Basilica Antica, all’interno della quale è possibile ammirare opere d’arte sacra, affreschi e decorazioni che rispecchiano il fervore religioso della zona. L’ultimo restauro di risale al 1645 e ha donano alla struttura un aspetto tipicamente barocco, anche se elementi gotici emergono on alcuni angoli. La vera gloria del Santuario è l’effige miracolosa della Madonna custodita qui.