Il Natale vissuto dagli altri: un viaggio tra tradizioni radicalmente diverse tra le nostre, passando per il culto millenario degli ornati

Redazione TPC, 28 Ago 2025
il natale vissuto dagli altri: un viaggio tra tradizioni radicalmente diverse tra le nostre, passando per il culto millenario degli ornati

Per gli italiani, credenti o meno, il Natale rappresenta da sempre un momento di raccoglimento e condivisione fondamentale, profondamente intrecciato con la nostra identità culturale. È il periodo in cui le famiglie si riuniscono, le città si illuminano e antichi riti si ripetono con rinnovata emozione, tra presepi, canti e pranzi interminabili. Il simbolismo che accompagna questa festività – fatto di gesti, colori e ritualità – è talmente radicato da risultare familiare a quasi tutti, indipendentemente dalla fede personale. Eppure, se in Italia conosciamo bene le nostre tradizioni natalizie, dalle celebrazioni religiose alle usanze più popolari, ciò che spesso ignoriamo è come il Natale venga vissuto altrove nel mondo.

Ogni cultura ha elaborato nel tempo i propri modi per celebrare la nascita di Cristo o, più in generale, per dare senso a questo periodo dell’anno legato alla luce e al rinnovamento. Alcune consuetudini possono sembrarci curiose, addirittura bizzarre o stravaganti, ma custodiscono significati profondi e raccontano storie affascinanti di popoli e territori. Oggi vi portiamo a scoprire alcune di queste tradizioni natalizie dal mondo: un viaggio tra simboli, riti e festeggiamenti che dimostrano come, al di là delle differenze, il Natale sappia unire persone e comunità sotto il segno della condivisione e della speranza.

Mari Lwyd – Galles

In Galles, tra dicembre e gennaio, può accadere di trovarsi alla porta di casa un teschio di cavallo grazie a un’antica e suggestiva tradizione chiamata Mari Lwyd, che significa “giumenta grigia”. La scena è piuttosto surreale: una persona, nascosta sotto un lenzuolo bianco ornato di nastri e campanelli, regge un vero teschio di cavallo montato su un bastone, trasformandolo in una creatura spettrale e insieme festosa. Attorno a lei, alcuni compagni la accompagnano nel canto. Ma non si tratta di semplici melodie natalizie: il gruppo, infatti, sfida i padroni di casa in un vero e proprio duello poetico, chiamato pwnco, fatto di battute e insulti in rima in lingua gallese. Se i padroni accettano la sfida, il botta e risposta continua finché la giumenta non “vince” e ottiene il permesso di entrare. A quel punto, il clima si scioglie: il gruppo viene accolto in casa per mangiare e bere insieme, trasformando l’inquietante apparizione in un momento di allegria comunitaria.

Pollo fritto KFC – Giappone

Se in Italia associamo il Natale al panettone o al pandoro, in Giappone il simbolo della Vigilia è… un secchio di pollo fritto! E non si tratta di una leggenda metropolitana: ogni anno oltre 3 milioni di famiglie giapponesi festeggiano il 24 dicembre con un menù targato KFC.

Tutto nasce negli anni ’70, quando la catena di fast food lanciò la campagna pubblicitaria “Kurisumasu ni wa Kentakkii” (“Kentucky per Natale”), pensata per colmare il vuoto di tradizioni natalizie in un Paese dove i cristiani rappresentano una minoranza molto piccola. L’idea ebbe un successo travolgente: il pollo fritto diventò rapidamente il piatto “ufficiale” del Natale giapponese, al punto da trasformarsi in un’abitudine collettiva che continua ancora oggi.

I ragni di Natale – Ucraina

Che ci crediate o no, in Ucraina non c’è nulla di più natalizio… delle ragnatele! Qui, infatti, gli alberi vengono decorati con ornamenti che ricordano sottili trame di ragni, simboli considerati portafortuna. La tradizione affonda le radici in un’antica leggenda popolare. Si racconta di una vedova molto povera che non aveva i mezzi per addobbare l’albero dei suoi bambini. Addolorata, lo lasciò spoglio la sera della Vigilia. Ma al mattino, al risveglio, scoprì che durante la notte i ragni avevano tessuto ragnatele sottili e splendenti tra i rami. Quando i primi raggi di sole illuminarono l’albero, quelle trame brillavano come fili d’oro e d’argento, trasformando la povertà in meraviglia. Da allora, in Ucraina, appendere ragnatele decorative all’albero è diventato un gesto augurale, legato alla speranza di prosperità e fortuna per l’anno nuovo. E non è tutto: anche in altri Paesi europei, come Polonia e Germania, sopravvive la credenza che trovare un ragno o una ragnatela sull’albero di Natale sia segno di buon auspicio.

La cura degli ornati liturgici: preservare la bellezza dell’Avvento

Tornando alle tradizioni che sono di casa, approfondiamo la cura e manutenzione dei parametri sacrali usati durante le funzioni. Durante l’Avvento, tempo di attesa e raccoglimento in preparazione al Natale, i paramenti sacri assumono un ruolo centrale. Tra questi, gli ornati liturgici contribuiscono a creare l’atmosfera solenne che accompagna le celebrazioni. Prendersene cura significa non solo preservarne la bellezza, ma anche onorare la sacralità del rito e il messaggio spirituale che veicolano. Gli ornati sono realizzati con tessuti pregiati – come seta, velluto, broccato, lino o cotone – e spesso arricchiti da ricami e decorazioni artistiche. Non sono quindi semplici indumenti, ma vere e proprie testimonianze di fede e di artigianato. Un ornato ben conservato esprime rispetto e devozione, mentre uno trascurato rischia di sminuire la dignità della celebrazione. La pulizia è il primo passo per la loro cura: spolverarli regolarmente, affidarli al lavaggio a secco quando sono di tessuti delicati, oppure lavarli a mano con detersivi neutri se in materiali più resistenti. Le macchie vanno trattate subito, con prodotti adeguati e testati in zone nascoste. Fondamentale è anche la conservazione: gli ornati devono essere custoditi in luoghi freschi e asciutti, lontani dalla luce diretta, meglio se appesi su grucce imbottite e protetti da custodie traspiranti. Un controllo periodico aiuta a prevenire danni maggiori. In caso di usura, la riparazione tempestiva – dal ricamo scucito alla sostituzione di piccole decorazioni – è essenziale per mantenerli in perfetto stato.

Particolare attenzione richiedono gli ornati dell’Avvento, generalmente di colore viola, più delicato alla luce, e rosa nella Domenica Gaudete. Essendo usati frequentemente, necessitano di cure regolari e accurate. La manutenzione degli ornati non è solo un gesto pratico, ma un atto di devozione: custodire questi paramenti significa custodire la storia, l’arte e la fede che essi incarnano, contribuendo alla bellezza e alla solennità della liturgia. Potete esplorare questo vastissimo mondo sul sito Per il Prete.



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