Il mio paese non c’è più
Dopo un pomeriggio e una notte di terrore e orrore, in cui il paese è rimasto tagliato in due da una cascata di fango, al risveglio c’era il sole, un bel sole caldo che ha permesso di guardarsi attorno e realizzare che le macerie raggiungevano i 5/10 metri di altezza sopra il livello della strada e del canale, che tutti i pianiterra erano completamente ricoperti, così come la ferrovia, che non c’era più né luce né acqua né gas né copertura telefonica e che il paese era circondato da decine di frane attive. Si è iniziato con l’evacuare bambini e anziani via mare, col cercare di organizzare l’organizzabile e di recuperare il recuperabile.
La settimana è volata e al contempo è stata interminabile e faticosissima, ma siamo tutti consapevoli che è solo l’inizio e che la strada non sarà certo in discesa. Ieri una nuova allerta meteo e le prime analisi statiche hanno costretto all’evacuazione del resto degli abitanti, fatta eccezione per una cinquantina di uomini rimasti a vigilare sul paese.
Non ho visto gli altri paesi colpiti dall’alluvione, ma so che sono anch’essi devastati e che come Vernazza, grazie ad una popolazione tenace e con l’aiuto dei volontari e spero delle istituzioni, torneranno quelli di prima. A detta dei tecnici, per Vernazza le cose saranno particolarmente complicate e i tempi lunghi, ma il paese risorgerà, non dalla cenere, ma dall’acqua e dalla roccia che l’hanno visto nascere e fiorire già una volta.
Nelle prossime settimane avremo particolarmente bisogno di braccia volenterose. Se va tutto bene e se le condizioni meteo lo permetteranno, i mezzi dovrebbero sgomberare il centro abbastanza rapidamente e tra una decina di giorni, al momento di liberare i fondi, i volontari, muniti di stivali, guanti e pala, saranno i benvenuti. La solidarietà ha già scandito le giornate fino ad oggi. Aiuti di ogni genere e volontari da ogni parte. Centinaia di persone che hanno messo a disposizione case, viveri, vestiti, materiale, mezzi e forza lavoro. Migliaia di messaggi di sostegno ed incoraggiamento. Per il momento, “grazie” è l’unica risposta possibile. “Grazie di cuore”.
Atena, Guida per Caso delle Cinque Terre