Fioritura di Castelluccio, ecco lo spettacolo naturale più colorato d’Italia
La fioritura di Castelluccio, all’interno del Parco dei monti Sibillini, è ormai diventata un must e ogni anno porta a Piana Grande un numero sempre maggiore di turisti, auto, caravan, pullman. D’altra parte le immagini che si trovano in rete sono spettacolari e contribuiscono ad attirare i visitatori.
Decidiamo di fare anche noi una puntata sull’altipiano, nei primissimi giorni di luglio, evitando il week end che, come ci hanno detto in molti, è eccessivamente affollato. Anche così, prenotando con un anticipo di un paio di settimane, riusciamo a trovare una sistemazione per la notte solo a Norcia, che dista circa 25 km, una mezz’ora abbondante di percorso in auto, essendo una strada di montagna. Peccato, avremmo preferito un’esperienza immersiva, perché le diverse ore della giornata, con il mutare dell’incidenza della luce, regalano sfumature diverse al paesaggio. E questo vale non solo per la fioritura, ma anche per i prativi delle montagne che sovrastano la Piana. Un Piccolo Tibet, come lo aveva definito Fosco Maraini. E questa definizione mi viene subito alla mente quando, raggiunto il valico, a circa 1500 metri di altitudine, il panorama della Piana si apre davanti agli occhi in tutta la sua vastità e la dolcezza dei profili.
Trascorriamo sull’altipiano un pomeriggio, fin quasi al tramonto e la mattina successiva. Non conosciamo il posto e quindi scegliamo di percorrere a piedi una stradina sterrata che partendo dal paese di Castelluccio scende gradualmente verso la Piana, percorrendo a mezza costa il lato occidentale, per una vista d’insieme, panoramica, sovrastata sul lato opposto dal Monte Vettore.
Il mattino successivo, invece, ci immergiamo in mezzo ai campi fioriti, percorrendo stradine che separano un appezzamento dall’altro, avvistando in lontananza un gregge di pecore, bovini al pascolo e un gruppo di cavalli, all’apparenza bradi.
La descrizione del paesaggio, dei suoi colori e dell’esperienza immersiva la lascio alle immagini, limitandomi a notare che inoltrarsi in mezzo ai campi fioriti, sempre su sentieri battuti, regala scorci ogni momento differenti, composizioni di colori (con una prevalenza del rosso dei papaveri e del blu dei fiordalisi nei giorni in cui siamo andati noi) di diversa intensità e densità: il tempo passa veloce, quasi senza accorgersene.
Andare a Castelluccio per ammirare la fioritura non significa tralasciare qualche considerazione sullo stato del paese che a quasi cinque anni dal terremoto del 2016 continua a essere un paese fantasma, pur affollato di turisti. Le distruzioni hanno interessato la gran parte delle abitazioni, le macerie sono state portate via, ma la parte alta del paese è off limits, zona rossa in cui non è possibile entrare. Il resto, almeno in questi giorni, è occupato da punti di ristoro, alcuni anche mobili, piccole rivendite di prodotti tipici, prime fra tutte le eccellenti lenticchie locali. Chiacchierando con le ragazze che lavorano presso il piccolo bar-ristoro Bottega Albero Bello, a conduzione familiare, non si può non notare l’intraprendenza e l’impegno delle persone nel risollevarsi da questa catastrofe, l’amore sconfinato e l’attaccamento a questo luogo.
Nel week end abbiamo letto che sarà possibile raggiungere la Piana solo tramite navette e solo dal versante umbro. Ci raccontano che ci sono state difficoltà nel trovare un accordo tra i due comuni limitrofi. Il recupero dell’intera zona sarà più difficile senza una collaborazione attiva da parte di tutti.
Come visitare Castelluccio di Norcia
Da Roma siamo arrivati a Norcia passando per Spoleto, dove abbiamo abbandonato la Flaminia per la statale che arriva fino a Norcia attraversando un paesaggio verdissimo, in parte lungo il fiume Nera, sovrastata da speroni calcarei: sono paesaggi che conosco dall’infanzia e continuano a colpirmi ancora oggi per la loro bellezza. Per il ritorno invece siamo scesi dal versante marchigiano e passando per Visso, Colfiorito abbiamo raggiunto la Flaminia a Foligno. Una strada più lunga, ma ci piaceva diversificare l’itinerario.
Per la sistemazione fuori Norcia, sulle colline sopra il paese, abbiamo scelto l’agriturismo Il Casale degli amici, attentamente ristrutturato negli spazi, sia all’interno che all’esterno, e con un buon ristorante, di cucina basata sui prodotti del territorio. L’accoglienza amichevole ha contribuito a rendere gradevole il pur breve soggiorno.