Esoterica, automobilistica, cinematografica: la prima Capitale d’Italia è una città di mille scoperte

Ivano Carpentieri, 04 Apr 2023
esoterica, automobilistica, cinematografica: la prima capitale d'italia è una città di mille scoperte

Lo sapevate che Torino è la città dai mille primati? Torino è la città più magica dell’intero globo, ospita la fabbrica di automobili più grande d’Europa, è stata la prima capitale d’Italia, qui è stato inventato il primo cioccolatino della storia, fino al 1908 ha detenuto il record dell’edificio in muratura più alto del mondo e il museo egizio più importante dopo quello de Il Cairo ha sede a Torino.

Curiosi di saperne di più?

Torino, una magia di città

Torino è conosciuta come una delle città più esoteriche del mondo. Si dice infatti che a Torino confluiscano i vertici del triangolo della magia bianca (insieme a Praga e Lione) e di quello della magia nera (con San Francisco e Londra). Numerosi sono i luoghi esoterici sparsi per la città, ognuno legato a un mistero.

Magia bianca

grande madre

A Torino si incontrano il Po (il fiume del Sole) e la Dora Baltea (il fiume della Luna), inoltre la città è attraversata dal 45° parallelo, da sempre uno dei punti con la più alta concentrazione di energia positiva. Uno dei luoghi più intrisi di magia bianca è la chiesa della Gran Madre. Le due statue poste all’ingresso della chiesa rappresentano la Fede e la Religione e si dice che siano a guardia del Sacro Graal, una delle reliquie cristiane più ricercate.

In Piazza Castello invece abbiamo il punto di maggior concentrazione di magia bianca. Lungo la cancellata di Palazzo Reale ci sono le due statue equestri dei Dioscuri, che segnano il confine tra la zona di magia bianca e quella nera. La Mole Antonelliana è per alcuni il luogo in cui si trova il Sacro Graal e l’edificio altro non sarebbe che una grande antenna che irradia nel mondo energia positiva.

In Piazza Solferino c’è la Fontana Angelica, fortemente simbolica. Le statue della primavera e dell’estate sono contrapposte a quelle dell’autunno e dell’inverno, mentre l’acqua che scorre rappresenta il sapere e la conoscenza.

Magia nera

Per l’alta concentrazione di magia nera Torino è anche detta la Città del Diavolo. Il punto più emblematico della magia nera a Torino è Piazza Statuto. Tradizione vuole che qui si trovasse la Porta Decumana dell’accampamento romano che diede origine all’odierna Torino.

Questa porta era tradizionalmente il punto di collegamento tra il regno dei vivi e quello dei morti, una sorta di passaggio tra i due mondi, tanto che qui venivano sepolti i defunti. In questa piazza venivano giustiziati i condannati a morte e sempre qui troviamo due monumenti molto particolari. Quello eretto per commemorare gli operai morti durante la costruzione del Traforo del Frejus e l’Obelisco Geodetico, alla cui sommità c’è un astrolabio.  Conosciuto anche come Guglia Beccaria, questo obelisco è posto nel punto in cui ci si trova esattamente a 5.000 km dal Polo Nord ed altrettanti dall’Equatore. Poco distante da Piazza Statuto troviamo la Domus Morozzo, dove una lastra in marmo che recita:

Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”. Si dice sia stato lo stesso Nostradamus ad incidere il marmo mentre si trovava in città e il significato del testo è abbastanza chiaro ed inquietante. Ma non solo Nostradamus è stato a Torino, anche il Diavolo in persona. Il portone del Palazzo del Diavolo, con il batacchio che rappresentata la testa di Lucifero, sarebbe stato costruito dal demonio in persona, che qui volle imprigionare uno stregone che aveva osato evocarlo.

Altro segno del passaggio del diavolo per Torino sono i cosiddetti Occhi del Diavolo, una lastra, forse un antico tombino, con due fessure che ricordano molto lo sguardo diabolico di Lucifero.

Fabbriche di cultura

Torino vanta un glorioso passato di città industriale e qui ha sede la più grande fabbrica automobilistica d’Europa. Con il cambiare delle tecniche costruttive, anche le fabbriche torinesi si sono evolute e hanno cambiato pelle. Tra le maggiori trasformazioni da fabbrica di mezzi di trasporto a fabbrica di cultura, ci sono il Lingotto e le OGR (Officine Grandi Riparazioni).

Il Lingotto

lingotto

Torino è inevitabilmente legata alla Fiat e alle sue fabbriche. La più grande industria automobilistica d’Italia ha caratterizzato per oltre un secolo l’economia della città piemontese. La prima grande trasformazione è stata quella del Lingotto, che da stabilimento di produzione di macchine è diventato uno dei principali centri culturali di Torino.

La prima pietra del Lingotto fu posata nel 1915 da Giovanni Agnelli, capostipite della famiglia di industriali e fu inaugurato (anche se non era ancora del tutto completato) il 23 maggio 1923 dal Re Vittorio Emanuele III in persona. L’edificio è lungo oltre 500 metri e tra le novità che portò il progetto del Lingotto nell’architettura dell’epoca, era la presenza di un autodromo sul tetto dell’edificio: le macchine qui prodotte potevano cosi passare dalle officine all’autodromo per essere collaudate prima di essere messe in vendita.

La rampa elicoidale che serviva per portare le macchine all’autodromo è annoverata tra i capolavori dell’architettura razionalista. Tra le macchine simbolo costruite al Lingotto, ricordiamo la Torpedo, la Balilla, la Topolino e la Fiat 1100. L’ultima macchina a essere prodotta nel Lingotto di Torino fu la Lancia Delta nel 1982. Con la chiusura le attività produttive furono spostate nel moderno impianto di Torino Mirafiori e per il Lingotto s’inizio ò a pensare a un recupero. Fu cosi che venne affidato il progetto a Renzo Piano, che ricavò nel Lingotto un centro congressi, un hotel, un centro commerciale, uffici direzionali e un auditorium.

Sul tetto del Lingotto c’è un giardino pensile con oltre 40.000 piante.

La Bolla

Simbolo della nuova vita del Lingotto è la Bolla, una struttura semisferica edificata nel 1994 sul tetto dell’ex fabbrica. In vetro e acciaio, è una moderna sala conferenze con panorama mozzafiato sulle Alpi e sull’autodromo. È presente anche una pista di atterraggio per elicotteri.

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli

In una struttura futuristica progettata sul tetto del Lingotto da Renzo Piano e chiamata lo Scrigno, è ospitata la preziosa collezione di opere d’arte di Giovanni e Marella Agnelli. La pinacoteca è stata inaugurata nel 2002 e ci sono opere dei maggiori maestri dell’arte moderna e contemporanea, quali Canaletto, Picasso, Matisse, Balla e Canova.

Officine Grandi Riparazioni di Torino

Oltre alla Fiat, una delle eccellenze di Torino in campo industriale erano le Officine Grandi Riparazioni (OGR Torino), un grande complesso industriale che dalla fine dell’Ottocento si occupava della riparazione di treni, locomotive a vapore e vagoni ferroviari.

Chiuse nei primi anni ’90 e dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2015 si decide di restaurare gli spazi delle OGR e di trasformarle in un grande luogo della cultura, dove ospitare mostre, concerti, eventi culturali e spazi per le arti performative di ogni genere.

Inoltre nelle cosiddette Officine Nord è stato creato un hub per la ricerca scientifica e tecnologica, dove ci sono spazi dedicati a start up.

Il 30 settembre 2017 gli spazi recuperati delle OGR Torino sono stati inaugurati da un grande evento chiamato Big Bang, che ha visto la presenza di artisti quali Elisa, Chemical Brothers e Giorgio Moroder.

Ciak, si gira: l’edificio in muratura più alto del mondo

mole antonelliana

Ebbene sì, a Torino, dal 1863 al 1908 c’è stato l’edificio più alto del mondo. Di cosa parliamo? Dell’edificio simbolo della città, la Mole Antonelliana! Nata come sinagoga dal genio di Alessandro Antonelli nel 1863, con i suoi 167,5 metri la Mole Antonelliana è stata fino al 1908 l’edificio in muratura più alto del mondo e fino al 1953 il più alto d’Europa. Ma perché si chiama Mole Antonelliana? Mole per la grandezza della struttura e Antonelliana in omaggio al suo architetto, Alessandro Antonelli, ideatore tra l’altro anche della cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara.

La sua particolare struttura in cemento armato e ferro era per l’epoca un azzardo tecnico e nel corso degli anni fu più volte restaurata. L’Antonelli miscelò diversi stili architettonici, quali neogotici e neoclassici, creando così un perfetto mix di stili che ancora oggi caratterizzano la Mole Antonelliana. Nel contesto della Torino magica, la Mole è spesso citata come il fulcro di energie esoteriche, anche per la sua forma bizzarra che ricorda una pagoda e una piramide. Dal 2000 ospita il Museo Nazionale del Cinema, dove la magia della settimana arte diventa realtà e sempre dallo stesso anno, sulla cupola c’è l’opera luminosa Il volo dei numeri di Mario Merz, che rappresenta i numeri iniziali della sequenza di Fibonacci.

L’allestimento del museo occupa tutto l’edificio e racconta l’evoluzione del cinema italiano, dalle origini ai giorni nostri. Scenografie (spettacolari quelle del film Cabiria del 1914), costumi, locandine, bozzetti, giochi di luce e proiezioni all’interno della cupola della Mole portano i visitatori alla scoperta della magia della settima arte. Affascinanti il teatro d’ombra e la sezione dedicata alle lanterne magiche, nonché quella riservata agli attuali effetti speciali. In un crescendo, visitando il Museo del Cinema della Mole Antonelliana si scopre come funziona la macchina del cinema, dall’idea alla realizzazione di un film.

Spettacolare è l’ascensore in vetro panoramico che si trova al centro della cupola della Mole e che porta i visitatori fino al cosiddetto Tempietto, da cui si gode una spettacolare vista su Torino. Per i più temerari, invece dell’ascensore si possono salire i 650 gradini che dal piano terra ci portano fino al tempietto. Una bella scalata!

La prima capitale del Regno d’Italia

venaria reale

Tra i primati di Torino, c’è quello di essere stata la prima capitale del Regno d’Italia. Dal 1563 al 1847 fu capitale del Ducato di Savoia e dal 1847 al 1865 Capitale del Regno d’Italia. Il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, e successivamente a Roma, allontana i Savoia, una delle casate nobiliari più antiche d’Europa, dalla città che avevano plasmato a loro immagine e somiglianza per oltre 300 anni. L’aspetto dell’odierna Torino si deve in gran parte ai cantieri voluti proprio dai Savoia e nel corso del XVII secolo la città viene letteralmente trasformata.

Gli architetti di corte Guarino Guarini e Carlo di Castellamonte, realizzano spettacoli edifici per i Savoia, quali Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, la Chiesa di San Lorenzo con la Cappella della Sindone, che donano a Torino un’aurea elegante e sofisticata. Ma è nelle residenze sabaude fuori Torino che la magnificenza della corta dei Savoia ha dato il meglio di se.

Tra i tanti, solo per citarne alcuni, ricordiamo la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Castello di Venaria Reale, il Castello di Rivoli, il Castello di Racconigi e il Castello di Agliè. Dal 1997, il sistema delle residenze sabaude di Torino e dintorni è stato inserito dall’Unesco nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità.

Il cioccolatino più antico del mondo

Lo sapevate che i nostri amati cioccolatini sono nati a Torino?

Il legame tra Torino e il cioccolato risale al 1560 quando Emanuele Filiberto di Savoia, per festeggiare il trasferimento della capitale del Ducato di Savoia da Cambery a Torino, decise di offrire ai suoi ospiti una tazza di cioccolata, una bevanda preparata con la polvere proveniente dall’America da poco scoperta.

Il diablottino

Ed è proprio a Torino che legenda vuole sia nato il primo cioccolatino della storia. Siamo nel XVII secolo e si narra che il Conte di Cagliostro (uno dei più celebri alchimisti ed esoteristi della storia) producesse dei dischetti di cioccolato aromatizzato alla vaniglia, che spacciava per afrodisiaco e come elisir di giovinezza, chiamati appunto diablottini (diavoletti).

Nel corso dei secoli Torino è diventa la maggiore produttrice di cioccolato in Europa e sempre qui sono nati i gianduiotti, creati con cacao e la Tonda Gentile, la nocciola prodotta nelle vicine Langhe. E come dimenticare il bicerin, una bevanda calda a base di caffè, vaniglia e cacao che è la bevanda preferita dai torinesi nelle fredde giornate invernali. Assolutamente da assaggiare sono i cremini, dei quadrotti morbidi creati con strati di cioccolato dai gusti più svariati.

Nel centro storico di Torino è immancabile una visita in una delle tante cioccolaterie, alcune storiche e legate a celebri marchi del cioccolato italiano, in cui perdersi tra i profumi del cacao in ogni sua forma.

L’Egitto fuori dall’Egitto

museo egizio

Un altro dei primati di cui Torino si può fregiare, è quello di ospitare il museo egizio più importante al mondo dopo quello de Il Cairo. Ebbene si, se vogliamo vedere l’Egitto fuori dall’Egitto, Torino è il posto giusto. Anche qui c’è lo zampino dei Savoia. Fu infatti Carlo Emanuele I di Savoia che nel 1626 acquistò il primo oggetto di quella che poi sarebbe diventata una delle collezioni egizie più importanti al mondo, la mensa isiaca.

Ma è solo nella seconda metà dell’Ottocento, con le grandi campagne di scavo in Egitto, che a Torino giunge il grosso dell’attuale collezione. Carlo Felice acquistò gli oltre 7.000 reperti della collezione Drovetti e, dopo averla unita alla collezione Donati, già di sua proprietà, diede vita al Museo Egizio di Torino. Nel corso degli anni ’30 del Novecento si sono aggiunti altri reperti e oggi nel Museo Egizio è possibile ammirare di tutto, dalle 24 mummie umane alle 17 di animali, dalle statue in granito rosa dei faraoni, fino agli oggetti di uso quotidiano. 

Spettacolare l’allestimento del museo curato dallo scenografo italiano 3 volte premio oscar Dante Ferretti. Sorprendente è la Galleria dei Re, la sala più affascinante di tutto il museo: le pareti nere sono ricoperte di specchi, le luci sono soffuse e una miriadi di statue raffiguranti i faraoni ci accolgono, come la gigantesca statua di Seti II, altra oltre 5 metri e pesante più di 5 tonnellate o quella in granito nero di Ramesse II.



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