È uno dei castelli più belli della Francia, ma qui si parla solo italiano: ecco perché

Un castello fra i più belli della Francia, a due passi da Versailles e a sinistra di Parigi. Qui si parla e si vive Italiano, d'autore. Ecco perché, e grazie a chi
Adriano Bocci, 29 Giu 2024
È uno dei castelli più belli della francia, ma qui si parla solo italiano: ecco perché

Un castello meraviglioso, un vero Château francese, ma con diversi pezzi italiani molto importanti. Il primo? Una grotta. Il secondo? Il parlato. Un castello nato a metà degli anni Ottanta del Cinquecento per fare da dimora a colui che gestiva le finanze di corte per Enrico III, poi messo a nuovo con vari makeup che ritoccano le decorazioni e i giardini già solo quarant’anni dopo. Sempre da un sovrintendente delle finanze, certo, ma di Luigi XIII. Passano cinquant’anni e viene aggiunta una torre colombiera, ma non finisce qui: questo castello francese passa fra mani illustri, divenendo sempre più illustre. Vicino Crespières, o meglio incastonato fra Crespières sopra e Davron sotto, siete i benvenuti al Castello di Wideville, a sinistra di Parigi e poco più sopra di Versailles. Un benvenuto all’italiana, d’autore.

Il Castello di Wideville. Interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissimo verde

Benoît Milon, Claude de Bullion, Jean-Charles de Crussol, la duchesssa de Châtillon e Louis VI Bonabes Victurnien Alexis, marchese de Rouge. Sovrintendenti delle finanze, duchi, duchesse, marchesi e conti: l’ennesimo restauro arriva nel 1870 col conte di Galard che lo restaura senza alterazioni. Un capolavoro il castello di Wideville, rifatevi gli occhi.

 
 
 
 
 
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Un castello circondato da quasi 73 ettari di giardino curati da Wirtz International, con una torre colombiera ed un padiglione meraviglioso con una grotta a conchiglia disegnata da un italiano, Tommaso Francini, ingegnere idraulico fiorentino. La grotta si chiama Nymphaeum ed è decorata da mosaici di pietra, conchiglie e sculture in stucco che vanno a incorniciare un soffitto dipinto da Simon Vouet.

Gli interni vennero restaurati magnificamente dall’ultimo Imperatore della Moda, collaborando con Henri Samuel, portando ad un “fusion” di stili con grossi richiami asiatici tra porcellane e murales della dinastia Qing. Con tanto di scala principale ornata da ritratti di antenati e… schermi pieghevoli, decorati dai motivi di gru. Il lusso, d’autore.

L’ultimo Imperatore della Moda? Ma il nostro Valentino, who else?

L’ultimo Imperatore della Moda è perché qui si parla Italiano

 
 
 
 
 
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L’ultimo Imperatore della moda, nel ’95, si compra il Castello di Wideville. Valentino Garavani, mosso dall’amore per l’arte e l’architettura storica e dalla sua (ormai famosa) passione nel creare ambienti unici e raffinati, collabora con Henri Samuel, rinomato decoratore francese. Hanno finito il restauro in appena un anno, riportando lo Château all’antico splendore, coi loro tocchi personali e curando ogni dettaglio, portando decorazioni cinesi dappertutto. E pensare che dal ’78 è classificato come monumento storico.

Il maestro Garavani, noto per il legame con la cultura e la lingua italiana, ha voluto creare un ambiente che riflettesse le proprie radici ed è per questo che, nel suo Château, si parla solo Italiano. Non è solo una questione di origine, d’altronde: l’icona del marchio che porta il proprio nome doveva distinguersi dalla vicina Versailles. D’altronde ce l’abbiamo anche noi, una mastodontica Versailles. La nostra identità viene preservata anche dentro al castello, così come negli eventi che vi si tengono. Fatevi un tour:

 
 
 
 
 
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Dopotutto capita per pura coincidenza che durante le due settimane della moda parigine la sua residenza ospiti, inaspettatamente e casualmente, numerose feste ed eventi esclusivi. Un’esperienza unica, tutta Italiana, seppur in Francia. Le guide e il personale parlano la nostra lingua, la lingua del padrone di casa, che lo usa come rifugio creativo: tra i suoi spazi preferiti c’è il Giardino d’Inverno, una stanza multifunzionale (anche qui, in stile cinese) dove Valentino si rilassa e accoglie gli ospiti. La colombaia diventa un luogo tranquillo dove leggere, ascoltare musica e progettare mentre ci si rilassa.

Ma alla fine della fiera, Valentino è un po’ come tutti noi. The desire for travel drives me to illustrate the images that can emerge in a particular country (la voglia di viaggiare mi spinge ad illustrare le immagini che possono emergere in un particolare paese). Lo facciamo tutti, nel nostro piccolo, con un disegno, un dipinto, uno scarabocchio o una semplice foto.

Viaggiare è la nostra musa ispiratrice: non ne avete abbastanza?

 
 
 
 
 
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Crediti foto copertina: @asvirkas, instagram



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