Cose dell’altro mondo: Plin Plin
Altri tre racconti di viaggio scritti da Licia, Paolo e Marianna
Big Island, Hawaii.
Paolo ed io siamo in giro ormai da parecchie ore. Fa molto caldo ma è troppo bello scoprire e fotografare i segreti di quest’isola così particolare. Siamo talmente presi dal nostro itinerare da non sentire neppure la fame… Ma la sete sì! E allora beviamo, ci idratiamo, ma poi si deve fare “plin plin”. Ed infatti succede che devo proprio andare in bagno e poco dopo un cartello ci indica i “restrooms” .
Questa volta Paolo non ha bisogno di usufruire dei servizi perciò rimane all’esterno dell’edificio. Lo saluto con un rassicurante: “ Ci vediamo fra un attimo!”. In effetti le mie soste di questo tipo sono frequenti ma velocissime. Mi trovo all’interno di un basso edificio e di fronte a me ci sono tre bagni allineati che hanno la stessa tipologia di quelli che si trovano generalmente negli autogrill, in aeroporto o in altri luoghi pubblici. Il box alla mia sinistra è occupato, quello alla mia destra non è funzionante (sulla porta c’è il cartello “out of order”), perciò scelgo obbligatoriamente quello centrale. Appendo il mio pesante zainetto al gancio della porta, mi giro verso il sanitario ed il mio sguardo s’incrocia con quello di una bionda donna paffuta, con i capelli ricci e la carnagione rosacea. In Inglese mi rivolge un sonoro:
“Buon giorno!”
Istintivamente rispondo al saluto ma in una frazione di secondo mi rendo conto che non si dovrebbero visualizzare altre persone all’interno di un bagno una volta chiusa la porta. In realtà la signora è nel box a fianco ma è appoggiata col mento al basso muretto divisorio e con la testa fa capolino nel mio spazio! Abbasso lo sguardo di scatto, sono imbarazzata e mi sento a disagio. Non so cosa pensare. Dopo il saluto però la donna si allontana dal muretto ed io mi auguro che non si affacci più dalla mia parte.
Che illusione! I riccioli biondi e il viso paffuto riappaiono prontamente. La signora è felice: “Soffro di claustrofobia e questo bagno è stata una vera sorpresa per me”, dice. “Le garantisco che lo è stata anche per me!”, rispondo. Detto questo sparisce nuovamente. Però quella presenza che va e viene mi ha bloccato e non riesco a fare pipì. I minuti passano e il mio cellulare suona. Sicuramente Paolo vuole accertarsi che sia tutto OK vista l’insolita attesa. Sto per prendere il telefonino dallo zainetto quando dal box di fianco si sente: “Signora le sta squillando il cellulare!”. “Lo sento, grazie”.
La signora prosegue: “Potrebbe essere importante!” “Mio marito è un po’ preoccupato per la mia sosta più lunga del solito, ma non riesco a fare pipì”, le spiego. “Come mai?”, domanda la donna. Vorrei rispondere: “E me lo chiede? Provi un po’ ad immaginare!”, ma mi trattengo dall’esternazione e mi limito ad un banale: “Non so perché”.
Passano giusto pochi attimi e mi convinco che il mio disagio sta per finire perché la signora ha azionato il gettito d’acqua nel WC. Si sente aprire la porta e avverto che si sta lavando le mani. Per assurdo mi sembra perfino strano che non mi abbia salutato prima di uscire! Finalmente riesco nella mia impresa (pur con il timore che in quei pochi secondi potesse entrare qualche altra signora del tipo precedente). Ora mi sento decisamente meglio.
Mi sto ricomponendo ancora all’interno del box quando sento: “Stia tranquilla signora, faccia con comodo. Suo marito è qui fuori e non mi sembra preoccupato”.
Che dire? Una volta tanto sono rimasta senza parole.