Archeologika 2022, a Cagliari l’Expo del turismo archeologico

Redazione TPC, 19 Ott 2022
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Una grande conferma di interesse e di attenzione da parte del pubblico di settore per Archeologika 2022, la fiera ed Expo del turismo archeologico che si è tenuta a Cagliari lo scorso weekend del 13, 14, 15 e 16 ottobre, e che ha visto una importante partecipazione istituzionale, ma non solo. La Regione Sardegna, ospite d’onore insieme alla Regione Friuli-Venezia Giulia in questa edizione “casalinga”, ha messo a disposizione una rappresentanza sicuramente di livello, coinvolgendo gli editori della Sardegna, ben 6 fondazioni (Mont’e Prama, Barumini, Nora, Alghero, Oristano e Fondazione del Romanico) e appuntamenti riservati alle buyer personas nazionali e internazionali.

Importante in questo senso il coinvolgimento di enti in rappresentanza di tanti paesi dell’Unione Europea, tra cui Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Polonia. Proprio Spagna e Germania, insieme all’Italia, hanno poi affrontato una esperienza speciale: un educational tour di 3 giorni alla scoperta di meravigliosi luoghi dell’archeologia sarda.

Il tour, al quale hanno preso parte anche i nostri giornalisti di Turisti per Caso, ha avuto un programma davvero interessante: il 1° giorno dedicato ai Grandi Nuraghi, con le visite ai siti archeologici di Su Nuraxi di Barumini e Su Nuraghe Arrubiu (Orroli). Il 2° giorno le visite si sono spostate verso Cobras e la penisola del Sinis, per raggiungere il museo archeologico Marongiu, Mont’e Prama e il sito di Tharros. Il 3° e ultimo giorno si è invece diviso tra Cagliari e Pula, con il museo archeologico del capoluogo sardo e i resti della fu Nora.

L’evento ha riguardato poi il grande pubblico grazie a una esposizione parallela, tenutasi negli spazi della Passeggiata Coperta di Cagliari, con oltre 10mila partecipanti che hanno ricevuto materiale informativo e turistico, diffuso in diverse decine di migliaia di copie. È la dimostrazione del sempre ricco interesse che la cultura suscita, e della storia di un territorio unico come la Sardegna, che mette a disposizione dei viaggiatori i suoi tesori più belli.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Emanuele Lilliu (Fondazione Barumini Sistema Cultura) ha illustrato l’esperienza della fondazione con la storia più lunga (attiva dal 1 gennaio del 2007), con l’unico sito UNESCO, Su Nuraxi, presente in Sardegna. È stata sottolineata l’importanza di dialogo tra le associazioni, creando collegamenti con territori e amministrazioni di aree della Sardegna che non hanno il mare eppure sono visitate ogni anno da migliaia di turisti, molti dei quali provengono dall’estero.

È la dimostrazione, ha sottolineato Anthony Muroni (Mont’e Prama) che quando si lavora bene, esattamente come stanno facendo in questo momento le fondazioni, è possibile costruire un modello di turismo non legato alle sole coste, soprattutto in aree della Sardegna, come ad esempio il territorio del Sinis, non favorite dal sistema dei trasporti. La percentuale dei turisti balneari che decide di visitare il Museo dei Giganti – e gli altri siti archeologici – ad ogni modo è ancora bassa. Per questo motivo, la Fondazione Mont’e Prama nei prossimi anni lavorerà per aumentare questa percentuale.  Secondo Muroni, poi, le fondazioni devono avere il ruolo di “facilitatori” nella comunicazione tra tutti gli enti che, non senza difficoltà, lavorano per tutelare e valorizzare i beni culturali dell’isola. Rimangono ancora problemi legati alla burocrazia, soprattutto per una Fondazione, come quella di Mont’e Prama, che è partecipata da altri soggetti, come il Ministero della Cultura, ma l’esperienza del primo anno dimostra che se gli obiettivi sono chiari, i risultati si raggiungono e anche velocemente. Grazie all’accordo con il Centro Regionale di Programmazione, e le risorse a disposizione, la Fondazione Mont’e Prama si occuperà direttamente dell’infrastrutturazione dei più importanti siti del parco del Sinis, tagliando i tempi di realizzazione di progetti che cambieranno il volto della terra dei Giganti.

Per Emilia Franca Pinna (Fondazione Pula Cultura Diffusa), l’ultima arrivata tra le fondazioni sarde, il sistema della rete è la carta vincente: “Bisogna camminare tutti assieme, il mio sogno è quello di presentarci sempre con una voce unica per essere più forti di fronte alle prossime sfide, sia nazionali che internazionali”. Un auspicio raccolto da tutti i protagonisti di un confronto che ha raccontato anche le esperienze dei vari territori.

Andrea Delogu (Fondazione Alghero) ha evidenziato come il modello delle fondazioni dia più agilità e sveltezza rispetto a un ente locale e ha parlato di un’esperienza assolutamente positiva perché consente un confronto con le istituzioni diretto e più efficace.

Antonello Figus (Fondazione Isola del Romanico), infine, ha portato l’esperienza di una realtà che mette insieme quasi 90 comuni dell’isola e che oggi porta all’attenzione nazionale un patrimonio, quello del romanico in Sardegna, poco conosciuto a livello nazionale eppure capace di suscitare stupore e ammirazione per il grado di conservazione di un patrimonio che da quasi un millennio viene protetto dalle comunità locali.



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