A Torino il Festival Internazionale dell’Oralità

Il 18-19-20 giugno l'unico Festival Internazionale dedicato alla trasmissione dei saperi.
Turisti Per Caso.it, 15 Giu 2010
a torino il festival internazionale dell'oralità
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La quinta edizione a Torino, 18 – 19 – 20 giugno

Il centro storico della città ospita l’unico Festival Internazionale dedicato alla trasmissione dei saperi. Il programma è un invito a girare nelle strade e nelle piazze torinesi che in ogni momento della giornata offriranno incontri, laboratori, musica, teatro, racconti, letture, giochi, cibo, installazioni, video… Oralità allo stato puro potremmo dire. Oralità interpretata e animata. Oralità trasmessa e condivisa.

Info: http://www.reteitalianaculturapopolare.org/

Il saluto di Antonio Damasco

direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare

«La Rete Italiana di Cultura Popolare è il luogo dove poter indagare le connessioni tra l’utilizzo, tipicamente moderno, dei nuovi strumenti di comunicazione (blog, chat, social network, ecc…) e la rinascita di antiche forme di ritualità locali, come un legame indissolubile che guarda al futuro.

Ci troviamo oggi di fronte ad una incessante ricerca di comuni radici, proprio le nuove generazioni sembrano avere voglia di comunità, di cui per troppo tempo abbiamo pensato di poterne fare a meno. Comunità reali, virtuali, o comunque la necessità di indossare un costume riconoscibile, sentirsi meno soli, parte di un tutto, fosse anche una maglia della propria squadra calcistica. Questo ancestrale bisogno emerge con urgenza proprio nell’uso dei nuovi social network, dove persone, storie, fotografie e video di un passato, spesso ri-elaborato, vengono condivisi, messi in rete… la speranza è l’incontro di un altro, ma che spesso nasconde un’antica esigenza, quella di rappresentare se stessi in una società spersonalizzante. I progetti che questa Associazione nazionale promuove guardano proprio a quei giovani che con sempre maggiore frequenza stanno rivolgendo la propria attenzione ad una “cultura altra”, non omologata, fatta di attenzione alle tradizioni ma con la capacità di re-inventarla, farla propria: il modo in cui scriviamo un sms o in chat è ben lontano dalla scrittura, ma ricalca, talvolta con segni diversi, forme di oralità, modi di dire, esprimersi e comunicare che presuppongono la presenza fisica della persona a cui ci rivolgiamo. Non stupisca, per questo, se i temi di cui trattiamo abbiano a che fare più con il presente ed il futuro, che con il passato. Che questo Festival Internazionale dell’Oralità Popolare, così come la Carovana dei saperi che se andrà itinerante per la penisola italiana sono tra le maggiori forme di una cultura contemporanea e sperimentale.

Tutto questo è possibile grazie a quei “Maestri inconsapevoli” che ci vengono segnalati da molte persone da tutta Italia, di cui la Rete durante l’anno, studiando dei progetti con loro e gli enti locali interessati, ne verificano la possibilità di essere rimesse in circolo le idee. Affinché i loro saperi, vere resistenze culturali, in un sistema che aveva, in maniera autoreferenziale, promosso se stesso come cultura di serie A, possano riavere la dignità che meritano ed essere trasmesse alle nuove generazioni con la forza innovatrice che gli è propria. Esiste un’oralità di ritorno che si sta diffondendo velocemente verso un dialogo intergenerazionale, Op vuole essere la testimonianza viva di questa cultura necessaria.

I soci della Rete Italiana di Cultura Popolare si sono assunti il compito di far nascere dei veri e propri “laboratori dei territori”, grazie alle “Antenne locali” che si stanno istituendo in tutta la penisola, per mettere a sistema le reti locali in un ottica nazionale ed internazionale. Qui il neologismo di “glocale” ci viene in soccorso, ovvero una Rete in grado di ragionare con una cultura globalizzante, con tutte le sue accezioni positive, ma che riesca attraverso la capacità di non perdere la forza del “locale” a non essere inghiottita dalla forza centripeta di tale spinta economico/culturale. Esiste un modo diverso di lavorare insieme, che tenga conto delle diversità e quindi della “bellezza” di ognuno.

Op 2010 è una vera e propria Università viaggiante, un luogo di incontro tra saperi e persone impossibile da trovare per caso. Non si configura come festival di musica o teatro, ma di una “altra” espressione culturale. In questo ritroveremo tutti i suoni o la teatralità che i territori esprimono, ma anche “valori” e capacità di ri-mettere in gioco modi di “saper fare”. Al nutrito programma di laboratori, incontri e performances che troverete qui ben segnalato, si sono aggiunte delle “Tavole rotonde” che si terranno per la prima volta in piazza al fine di recuperare una peculiarità tutta italiana: la vivacità delle nostre piazze, luoghi di ritrovo e discussione. Anche per questo abbiamo pensato agli Incontri Op a Km 0, videointerviste con alcuni grandi pensatori che ci aiuteranno nelle riflessioni che dovranno muovere le azioni della Rete in questi prossimi anni.

Vi lascio al programma, dove scoprirete la ricchezza della nuove comunità migranti, la bellezza delle nostre valli e montagne, la ri- appropriazione di spazi urbani per il piacere ludico, segnalandovi ancora la presenza dentro Op dei Mondiali di calcio, come uno degli ultimi riti sociali della società moderna. Ringraziando tutti coloro che hanno creduto in questo lavoro vi auguro uno splendido Op!»

ORALITA’ – MEMORIA – SAPERI – RETE

La RETE attraverso un lavoro quotidiano svolto da molte persone in tutta Italia, cerca e trova l’ORALITA’ e i depositari dei SAPERI e fa sì che tutto ciò si trasformi in MEMORIA condivisa. A Torino nei tre giorni del Festival l’Oralità si raccoglie, le diverse identità e culture si incontrano, il pubblico è partecipe e perciò la CULTURA diventa davvero POPOLARE, perché appartiene a chi la agisce. Lontano dagli eventi, dal mordi e fuggi, dalla spettacolarità forzata, il Festival rappresenta invece un LUOGO e un TEMPO dove assaporare lentamente i sapori dei saperi. E infatti OP è solo l’inizio, una sorta di Capodanno della Rete.

Passati i tre giorni a Torino, si trasforma in Carovana e in festival delle Province. Attraverserà e si fermerà in molti paesi d’Italia per toccare i territori che della Rete fanno parte integrante, per incontrare Testimoni consapevoli e spesso inconsapevoli, di cultura, portatori di memoria, creatori di memoria. E dal centro di Torino alla provincia tutta andando a conoscere la Val Pellice e le sue tradizioni. E ancora nella provincia di Cuneo con un itinerario attraverso le quattro valli. E poi in tutta Italia toccando Toscana Lazio Sardegna Campania… Ogni volta sposando un progetto, replicando la festa, raccogliendo altra memoria. E riconsegnando al territorio e alla cultura che l’ha creata il dovuto Testimone.

In questi anni la rete ha fatto molti passi. E’ recente l’incontro a Sassari della Tavola Euromediterranea come anche il primo incontro degli Stati Generali della Cultura Popolare a Grosseto. Sono nomi carichi di cultura i Testimoni premiati in questi anni: da Giovanna Marini a Uccio Aloisi, dall’Opera dei Pupi di Turi Grasso al Coro Bajolese, da Tonino Guerra ai Cantori di Carpino. E questi Testimoni questi Grandi Saggi grazie alla Rete ora trasmettono e raccontano a platee di giovani in tutta Italia i loro Saperi attraverso le Cattedre Ambulanti di Cultura Popolare in cui avviene un vero e proprio passaggio del testimone.

Ma a volte accade anche il contrario. A volte sono i giovani, nuova memoria, nuova cultura popolare, che incrociandosi con la Rete portano i loro nuovi Saperi. Così è accaduto lo scorso anno (e ancora lo vedremo in questa edizione) nell’incontro tra I Poeti a Braccio del Grossetano e i giovanissimi hiphoppers che in una sorta di jam session pieticamusicaldanzata hanno divertito e si sono divertiti. E così accadrà con i giovanissimi artisti contemporanei che allestiranno le piazze con installazioni le più varie, a dimostrazione che l’arte è davvero di tutti, e che incontrare la tradizione significa andare verso il futuro e non certo ricadere in uno sterile elogio del passato. I nuovi linguaggi di ieri oggi sono già memoria. E come non parlarne, come non coinvolgere i giovani bloggers e i giovanissimi chatters che attraverso web e cellulari creano ogni giorno comunicazione altra.

E come non occuparsi di quanto i media tradizionali si stiano sempre più rivolgendo al web, cercando essi stessi modalità altre di comunicazione, di racconto, una nuova oralità, un’oralità di ritorno. OP incontrerà personaggi altrimenti irraggiungibili attraverso gli incontri a KM0. Con il pubblico di OP ci saranno Margherita Hack, Eugenio Finardi, Tullio De Mauro e ancora altri che parleranno del loro concetto di trasmissione dei saperi, declinando il tema negli aspetti che più loro appartengono.

Le Comunità Migranti.

Tante sparse nel Piemonte da sempre terra di migrazione, ricettacolo di culture diverse, ora molte presenti a OP. Con i loro riti, tradizioni, cibi, artigianato, favole e ancora Oralità. La Comunità Indiana di Pancalieri, una per tutte, che con la rete lavora ogni giorno e che grande successo e accoglienza ha avuto al salone del libro che ha appena chiuso i battenti. La Rete è orgogliosa di avere portato agli occhi di tante persone e all’attenzione della stampa la vita quotidiana di una minoranza etnica che in Piemonte lavora e produce e vive. E ora a OP Filippini, Russi, Messicani, Rumeni, Albanesi, Cinesi per la stessa opporunità, con il medesimo obbiettivo.

OP in Piazza OP sul Palco.

Non vi aspettate nomi altisonanti, il richiamo mediatico ad ogni costo. Artisti. Questo sì. Persone che con l’arte convivono perchè di loro fa parte. E soprattutto artisti che portano interi territori, cultura e riti e tradizioni spesso sconosciute. OP ha il merito, e se lo vuole riconoscere, di proporre progetti inediti e di essere loro di supporto alla conoscenza del pubblico. Simone Cristicchi in anteprima all’Auditorium di Roma ha presentato a OP il suo sodalizio con i Minatori e da allora molte volte e in molti luoghi lo spettacolo viene presentato. Il Coro delle Mondine di Medicina per la prima volta su un ampio palco a OP che davvero le ha fatte conoscere al grande pubblico.

E alla Rete spesso accade di essere referente per festival Internazionali che, attenti osservatori del panorama culturale e artistico, da OP prendono artisti e progetti. Tutto questo ci piace. Ci piace perchè rende merito ad un lavoro quotidiano di moltissimi volontari, di operatori culturali, di ecomusei e musei, di enti, associazioni, gruppi spontanei, di privati cittadini che ci segnalano perle del loro territorio. Al concetto di Rete in definitiva. Alla volontà di costruire una Politica Culturale tenace e resistente.

TAVOLE ROTONDE

I temi principali di OP

VERSO GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA POPOLARE:

L’incontro avrà come obbiettivo l’organizzazione nel 2011 degli Stati Generali della Cultura Popolare, affinchè il locale sia relamente tutela del patrimonio, in un’ottica di confronto nazionale ed internazionale.

Ogni giorno e attraverso svariate attività la Rete si ‘occupa’ della Cultura Popolare, dei suoi temi, dei suoi protagonisti, della sua diffusione e vita. La Tavola rotonda intende costruire, in accordo con i territori e le istituzioni che ne sono le voci, una “visione Politica” della Rete, la Politica con la P maiuscola, quella del rapporto fra le persone ed il loro operato. Qui si parlerà di come incrementare il lavoro delle “Antenne locali”., i radar sparsi nel territorio nazionale che raccolgono e consegnano le tradizioni. Si immagineranno spazi per il dialogo e, nell’interscambio, si programmeranno azioni sempre più efficaci, affinché i diversi sistemi di un territorio siano l’ossatura di un lavoro condiviso. L’idea che sta alla base del lavoro della rete e in particolare di questo incontro è coinvolgere fattivamente tutti i soggetti che operano sui territori, salvaguardando le specifiche individualità, ma operando per un’Italia realmente unita territorialmente e culturalmente. La tavola rotonda vuole essere soprattutto quindi un ‘tavolo tecnico’ , un dialogo sul ‘che fare’. Da qui il passo successivo che prevede per il 2011 l’organizzazione, per la prima volta il Italia, degli “Stati Generali Nazionali della Cultura Popolare”, come luogo del confronto e dell’agire comune.

Alla Tavola Rotonda interverranno le maggiori istituzioni Piemontesi, i rappresentanti dell’UPI, le maggiori Fondazioni Bancarie Nazionali e tutte le energie culturali del territorio regionale.

MEMORIE DA… PARTECIPARE:

La Memoria si agisce…

In tanti modi e attraverso tanti soggetti: la ricerca, gli archivi, le università, i libri, i musei, internet, i racconti audio e video…

Incontriamoci, dice la rete, e facciamoli incontrare. La memoria è immateriale è trasmissione orale, ma sono anche gli oggetti, i cibi, i beni materiali. Ovunque si trovano piccole e grandi realtà che in qualche modo si occupano di salvaguardare ciò che è memoria. E ognuno lo fa con estrema attenzione per non disperdere questo grande patrimonio. Incontrando e facendo incontrare i diversi depositari dei saperi, la Rete cerca di metterli in reale comunicazione tra loro. I Dialoghi con i Maestri, persone che hanno lavorato con rigore sul tema e i “Testimoni della Cultura Popolare” che, con le loro cattedre ambulanti rendono, ancora una volta possibile la trasmissione dei saperi. E dal singolo alle istituzioni ,biblioteche, ecomusei, musei da tutta Italia perché si facciano portavoce della memoria delle loro terre. E dal locale al globale passando naturalmente attraverso il nuovo modo di ‘fare memoria’ : web, social network, chat. La nuova oralità, ‘l’Oralità di Ritorno’,la cultura come viene ora prevalentemente trasmessa, il linguaggio del web, le tecnologie che supportano la comunicazione immediata. La cultura è tale dal momento stesso in cui è mutevole e sa adattarsi alla contemporaneità.

Ecco quindi esperti di multimedialità che parleranno dell’ influenza delle nuove tecnologie sulla nostra memoria sociale.

Parteciperanno, tra gli altri, i maggiori archivi Italiani (Istituto Ernesto De Martino di Firenze, il Centro di Cultura Sancto Lucio de Comboscuro di Comboscuro, etc…), rappresentanti dei Musei, Ecomusei ed Etnomusei Italiani, le Biblioteche di tutte le Province Socie della Rete.

Durante le Tavole Rotonde alcuni Incontri a Km0



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