24 metri di puro terrore in stile Halloween: ecco perché in questa antica chiesa medievale è ospitato uno scheletro gigante
Ermetismo, un aggettivo che si diffonde a partire dai primi anni del Novecento per catalogare l’opera artistica di personaggi come Quasimodo, Montale, Ungaretti. Decadenza, ricerca di una spiritualità lontana dagli schemi religiosi classici, passione per il mistero che non ha tracce logiche. Ed è proprio in questo contesto che nasce uno dei progetti artistici più “terrificanti”, ma allo stesso tempo affascinanti d’Italia. Ci troviamo a Foligno, un interessante borgo dell’Umbria nel novero di quei luoghi francescani che videro la vita e la predicazione religiosa del poverello di Assisi. Ma la Calamita cosmica di Gino de Dominicis va oltre questi canoni del dialogo e della fede, e propone una visione nuova del mondo. E che merita da sola il viaggio.
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Calamita cosmica, lo scheletro colossale realizzato in segreto
unga 24 metri e perfettamente corretta dal punto di vista anatomico (a eccezione del becco di uccello in sostituzione del naso), l’opera di Gino De Dominicis è conosciuta più comunemente come Grande Scheletro o Scheletrone, ma anche come 24 metri di forme d’oro, in riferimento al progetto dell’artista, mai realizzato, di rivestirla d’oro zecchino. Ma che cos’è questa Calamita cosmica? Appunto, lo scheletro di un essere umano, in scala circa di 12:1. In pratica, è ingrandito di almeno 12 volte rispetto alle normali dimensioni di un uomo, raggiungendo ben 24 metri d’altezza. Ma sarebbe meglio dire, lunghezza.
Le sue origini sono per lo più sconosciute, poiché è stata realizzata in assoluto segreto e la prima volta fu esposta al Magasin di Grenoble, in occasione della grande mostra antologica ordinata dal maestro nel 1990. L’opera ricompare poi solo 6 anni dopo, sola ed esposta nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli. De Dominicis, con questo gesto, volle dimostrare la sua potenza creativa, ma anche il coraggio di presentare un’opera sola come un universo assoluto che “esaurisce in se stessa le ragioni del proprio essere.”
Nel tempo sono state diverse le esposizioni dell’opera, ad esempio ad Ancona, Milano, Roma, Parigi, Firenze. Nel 2004 però, la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, acquistò Calamita Cosmica per destinarla al CIAC (secondo polo museale del Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno) che ha sede nell’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, della quale oggi è l’opera di punta. Il 9 aprile del 2011 è stato inaugurato il polo museale ed è stata esposta l’opera colossale di De Dominicis nella navata.
In particolare, nel 2021 è stato realizzato un allestimento dedicato all’opera e all’artista che consente un visita immersiva.
Ecco dove si trova oggi la Calamita Cosmica
È affascinante pensare che un’opera così carica di suggestione e mistero abbia trovato definivo riposo, dopo il girovagare di anni per l’Europa, all’interno di un’opera architettonica altrettanto enigmatica come l’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno. Due capolavori, apparentemente estranei si sono trovati in simbiosi costituendo un unicum senza confronti.
Calamita Cosmica è un’opera d’arte contemporanea realizzata in vetroresina, ferro e polistirolo. Le sue sono misure che fanno paura, esattamente come la forma dello scheletro: 22,55 metri di lunghezza, 2,84 di altezza al cranio e 3,16 metri di altezza dalla base alla punta dei piedi. L’ex chiesa fu costruita nel 1760 grazie al contratto tra le monache e i maestri muratori, registrato, guarda caso, dal cancelliere De Dominicis, omonimo di Gino. Il progetto, però, non fu mai completato e la “chiesa” venne utilizzata per molti anni come panificio, granaio, caserma, rimessa per auto, ma anche officina meccanica, tanto che al centro della lastra di cemento che compone il pavimento, c’è la fossa per cambiare l’olio. A seguito del terremoto del 1997 fu abbandonata e, durante i lavori di restauro, vennero alla luce una decorazione al centro esatto dell’aula e un vano ipogeo utilizzato come sepolcreto con le ossa delle monache all’interno delle nicchie.
La particolare conformazione dell’edificio, permette di ammirare l’opera sia dal piano terra che dal secondo piano, grazie agli affacci al corridoio che percorre tutto il perimetro della struttura. In più, c’è un passaggio aereo trasversale che attraversa la navata, consentendo di ammirare Calamita Cosmica frontalmente dall’alto.