New England, viaggio tra oceano e foliage

Da Boston alle spiagge sull'oceano, alle montagne del Vermont passando attraverso i colori del foliage e l'atmosfera di Halloween
Scritto da: Malella 1
new england, viaggio tra oceano e foliage
Partenza il: 03/10/2015
Ritorno il: 12/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

Sabato 3 ottobre – Milano/Boston

Finalmente è arrivato il fatidico giorno, era tanto che lo aspettavo. Su una rivista, probabilmente dalla parrucchiera, avevo visto tanti anni prima delle foto meravigliose del New England e mentre ancora mi stavo chiedendo dove diavolo si trovava questo posto, dentro di me avevo già deciso che prima o poi ci sarei venuta. Ed ora eccomi qui…

Partiamo in auto da Verona in direzione Linate, abbiamo un volo British Airways Linate – Londra alle 14.20 ed arrivati a Londra abbiamo poco più di 1 ora e mezza per prendere il volo per Boston. Con un po’ di ansia per la ressa e il poco tempo a disposizione riusciamo ad arrivare al gate e ad affrontare la seconda tappa. Londra – Boston dura 7 ore, il volo e’ abbastanza buono, i pasti discreti ma non funzionava bene l’entertainment e cosi’ riusciamo a vedere solo metà film.

Arriviamo a Boston alle 19 ora locale, disbrigo formalità con Esta e quant’altro e pronti per ritirare l’auto noleggiata. Pronti… si fa per dire perché l’auto si ritira nel centro rental dove sono tutte le società di noleggio e si raggiunge attraverso un percorso di 10′ di shuttle n. 33 che parte davanti all’aeroporto e vi accompagna gratuitamente.

Finalmente ritiriamo l’auto, una Kia Sorento, proviamo il navigatore che avevamo portato da casa dopo aver acquistato e scaricato la mappa degli USA (risparmiando rispetto al noleggio del navigatore qui – costo mappe 38 euro contro noleggio a 180 dollari per 10 gg) e ci indirizziamo stanchi morti verso il nostro albergo.

Fortunatamente l’albergo e’ poco distante dall’aereoporto, ca. 15′. È’ lo Hyatt Boston Harbor, un bell’albergo, molto silenzioso nonostante tutto, abbiamo una stanza spaziosa , letti comodissimi ed una vista su Boston fantastica. Unico neo il costo del parcheggio (48 dollari al giorno per un posto scoperto) ma non c’era alternativa. A questo aggiungi il costo del taxi per andare in centro (ca. 20 dollari a tratta) ma ci siamo resi conto subito che comunque parcheggiare a downtown sarebbe stato complicato e caro, meglio muoversi con il taxi. Ripensandoci si poteva arrivare con un taxi in albergo e poi ritirare la macchina il lunedì successivo, pazienza…..

Siamo cotti si va a nanna, da domani parte l’avventura americana.

Domenica 4 ottobre – Boston

Dopo una notte buona, nonostante il fuso orario, ci sentiamo rinfrancati e verso le 8.30 lasciamo l’hotel per visitare la città. Non abbiamo fatto colazione e la nostra ottima guida (Lonely Planet) ci consiglia la caffetteria Paramount a Beacon Hill. Sarà perché è domenica (capiremo la domenica successiva che qui e’ usanza questo giorno fare colazione fuori casa) ma il posto è strapieno di gente, prima fai la coda e ordini, paghi e poi il cameriere ti trova un tavolo. Abbiamo mangiato in mezzo ad un discreto caos ma ne valeva la pena per l’esperienza unica. Mio marito ha preso french toast con pancetta ed io french toast con caramello e banana più due caffè; ottimo prezzo: 22 dollari in due.

Abbiamo un giorno intero per visitare la città e seguiamo il percorso classico che vuol dire Freedom Trail. Più volte durante il giorno torniamo a Beacon Hill, questo quartiere ci piace troppo e merita un buon numero di fotografie. Per pranzo ci fermiamo al Quincy Market, un mercato coperto pieno di venditori di street food, anche qui scegli, paghi e poi devi trovarti un posto dove sederti, se ce la fai… Per noi era impossibile, era domenica ed abbiamo dovuto mangiare in piedi ma il cibo meritava: una meravigliosa bread chowder (pagnotta scavata ripiena di una zuppa densa a base di panna arricchita con molluschi e pesce) e lobster roll (un panino caldo e croccante ripieno di aragosta a pezzi condita con poca maionese). Scopriremo che si potrebbe vivere di lobster roll e qui fortunatamente l’aragosta si mangia dappertutto a tutti i prezzi.

Nel pomeriggio, anche se stanchi, facciamo un giro per negozi, poi compriamo due sandwich e decidiamo di cenare in stanza seduti difronte ad una grande vetrata ed osservando Boston by night.

Alle 20.30 siamo già a letto, ma forse il fuso orario non è ancora stato smaltito del tutto… forse.

Lunedì 5 ottobre – Boston/Portland

Ci svegliamo presto verso le 7 e per non perdere tempo decidiamo di fare colazione in albergo con scelta tra una colazione americana a 20 dollari ed una continentale a 15. Entrambe sono eccessivamente ricche rispetto alle nostre abitudini ed allora decidiamo di scegliere un menù alla carta, un singolo piatto con una tazza di caffè americano. Optiamo per burrito e yogurt ai mirtilli, ma a mio marito portano una specie di piadina arrotolata ripiena di uova, fagioli e non so ancora che altro, a me per errore portano il porridge con mandorle e uvette che non ho mai assaggiato. Faccio presente l’errore, si scusano, mi portano il mio yogurt gigante con strati di muesli e mirtilli e mi lasciano anche il porridge. Assaggio tutto ma è veramente eccessivo fare colazione così.

Lasciamo Boston e ci dirigiamo verso nord.

La prima tappa e’ Salem, un sobborgo di Boston meglio conosciuto come il paese delle streghe che, manco a dirlo, è già in pieno clima di Halloween. Seguiamo anche qui un percorso guidato da una riga rossa per terra, modello Freedom Trail. Il paese e’ molto carino, pieno di zucche, mostri e ragnatele ed i negozi vendono ogni sorta di accessorio stregonesco ma non visitiamo i musei e la casa delle streghe, attrazioni che ci appaiono solo turistiche.

Proseguiamo per Gloucester, parcheggiamo vicino al porto e passiamo davanti al famoso pub dove è stato girato il film “La tempesta perfetta”, e’ veramente un locale caratteristico, vorremmo fermarci a bere una birra ma qui i controlli sono molto severi su chi guida e non vogliamo correre il rischio. Giriamo un po’ per Gloucester ma non ci sono tante cose da vedere a dire la verità, credo valga la visita solo se si decide di salire su una barca per andare ad avvistare le balene, cosa che noi decidiamo di non fare.

Si riparte per Rockport che invece apprezziamo molto. Dicono che d’estate e’ impossibile girare per le stradine per la folla di turisti, oggi riusciamo a passeggiare tranquillamente ed ad assaporare l’atmosfera di questo villaggio sul mare, pieno di negozi curiosi forse retaggio di un passato dove qui vivevano molti artisti. A Rockport ci fermiamo a mangiare in un locale piccolo ma grazioso, il Flav’s Red Skiff, ovviamente lobster roll con patatine fritte. Rockport e’ una ‘dry town’ cioè una città in cui gli alcolici non sono venduti nei negozi e raramente si trovano nei ristoranti, nei bar sono del tutto assenti e qui fanno una faccia strana quando chiediamo una birra, quindi… coke.

Riprendiamo il viaggio per Portsmouth facendo un breve passaggio nel New Hampshire. La cittadina e’ carina ma niente di che per cui proseguiamo verso un nuovo stato, il Maine che sicuramente risulterà uno dei nostri preferiti. Ci viene avanti Ogunquit, bellissima! Complice forse una lunghissima spiaggia con i gabbiani, un tramonto meraviglioso, una serie di sedie bianche rivolte verso l’oceano con la onnipresente bandiera americana alle spalle, bellissimi locali e suggestivi motel illuminati, insomma, se non avessimo Portland che ci aspetta ci fermeremmo qui molto volentieri per la notte.

Lasciamo a malincuore questo posto e ci muoviamo verso Kennenpunkport, anche questa cittadina merita una visita, molto carina anche se arriviamo tardi con il buio e dobbiamo affrettarci a ripartire.

Finalmente arriviamo a Portland, sono quasi le 20, il tempo di andare in stanza (bellissimo anche questo hotel, il Westin Portland Harbor) ed usciamo a piedi per la cena, destinazione il Lobster Co., sul lungomare, cosa mangeremo stasera? Ma lobster, ovviamente! Questa volta prendiamo due aragoste intere bollite con patate fritte e due pannocchie da sgranocchiare, più due birre. La cosa divertente è che ordini, paghi e ti danno un’aragosta di plastica che suona e vibra quando il tuo piatto è pronto, così te lo vai a prendere. Ridiamo come matti con questa aragosta vibrante ed è un’occasione per socializzare con degli americani seduti al tavolo vicino. C’è anche un gruppo che suona, insomma per 58 euro in due passiamo proprio una serata divertente.

Adesso a letto, e’ tardi e siamo stanchi. Domani è un altro giorno.

Martedì 6 ottobre – Portland/North Conway

Sveglia presto, non riusciamo a dormire tanto qui in New England ed andiamo alla ricerca di un posto giusto per la colazione. Ce la faremo oggi? Troviamo uno Sturbucks vicino all’albergo, prendiamo due caffè, un muffin ai lamponi, uno scone ed un croissant, tutto più normale ed affrontabile… Visitiamo Portland, la città più grande del Maine, con i suoi magazzini in mattoni rossi e le sue residenze vittoriane, giriamo per il centro e il vecchio porto e poi partiamo per Cape Elisabeth per vedere il faro più fotografato d’America ed il più antico dei 52 ancora funzionanti nel Maine, il Portland Head Light.

La strada che ci conduce lì e’ fantastica con case viste un milione di volte nei film, fatte di legno dipinto di bianco con portico, giardino e canestro da basket davanti al garage, nessuna recinzione, che sogno!

Passeggiamo sull’erba nella zona circostante e complice una bellissima giornata di sole facciamo un milione di fotografie.

Terminata la visita si parte alla volta della regione delle White Mountains, una zona spettacolare nel New Hampshire (ci si ritrova) ricca di vette imponenti e vallate lussureggianti che assumono delle colorazioni meravigliose in questo periodo, il periodo del foliage. Il nostro l’albergo e’ a North Conway, il Fort Ridge Resort che alla fine si rivelerà un buon motel immerso nel verde ma di livello inferiore alle precedenti e successive sistemazioni.

Lungo la strada cerchiamo un posto dove mangiare ma non c’è traccia di locali dove potersi fermare, in compenso la strada e’ molto panoramica e si comincia ad apprezzare questo bellissimo fenomeno autunnale.

Arriviamo a North Conway senza aver mangiato e presi dalla fame ci buttiamo in uno squallidissimo Burger King per un hamburger, lo sapevo che almeno uno ce ne capitava in questa vacanza. Finito il lauto pranzo (?) ci indirizziamo verso Fryeburg dove, avevamo letto, si tiene in questo periodo l’annuale fiera di contea, una delle fiere contadine più grandi e più famose del New England, se non addirittura del paese. Il biglietto d’ingresso costa 10 dollari ma lo spettacolo è unico: corse di cavalli, rodeo, bande che suonano… sembra una delle nostre fiere di 50 anni fa con tombola, tiro a segno, pesca di beneficenza. Bellissima!

Comincia ad imbrunire ed andiamo in albergo, ci sistemiamo in stanza ed andiamo a mangiare da

Horsefeathers con hamburger ed una bistecca di manzo, niente di particolare.

Mercoledì 7 ottobre – North Conway/ Stowe

Oggi la colazione e’ compresa nel prezzo della camera e quindi non dobbiamo cercare altrove. Uova strapazzate, pancakes con acero (questa è proprio la zona di produzione), frutta e yogurt, cominciamo ad abituarci a mangiare di più rispetto a quello che normalmente facciamo a casa.

Decidiamo di rinunciare sia a prendere il treno a vapore che sale sul monte Washington che a prendere la funivia perché abbiamo tante cose da vedere e tutto sommato non ci interessa più di tanto questa proposta.

Piuttosto non vogliamo perderci neanche una foglia del foliage e quindi ci indirizziamo verso la Kancamagus Highway. Si chiamano Scenic Byways le più belle strade per osservare il fenomeno e questa e’ sicuramente una delle più belle. Per un lungo tratto la strada costeggia un fiume che riflette i meravigliosi colori delle foglie degli alberi che si susseguono lungo le rive.

Impossibile non fermarsi in continuazione, gli scorci da immortalare sono innumerevoli e non vorremmo saltarne neanche uno. A volte compare un piccolo lago, a volte un ponte coperto o una passerella da attraversare, a volte gli scoiattoli ci tagliano la strada, ma anche semplicemente guidare su questa strada e’ fantastico.

Continuiamo in direzione della Flume Gorge (un crepaccio naturale nella roccia) e del Franconia Notch (una gola stretta che è un valico di montagna) ma anche qui decidiamo di non fermarci per una questione di tempo.

Il nostro itinerario ci porta adesso a Lyndonville e siamo arrivati nel Vermont, altro stato che abbiamo adorato. Il villaggio e’ carino ma senza niente di particolare da vedere, ci fermiamo a mangiare una pizza in un pizza Hut e proseguiamo per Greensboro. Visitiamo un emporio tutto americano, il Willey’s General Store, dove trovi di tutto: dalle uova, al tubo da idraulico, alle camicie felpate scozzesi foderate di pelliccia… deve fare veramente freddo qui d’inverno. Finiamo il nostro giro a Craftsbury che non vale la pena più di tanto di visitare.

Adesso siamo alla ricerca dell’albergo e quindi impostiamo sul navigatore Stowe ed arriviamo al Golden Eagle Resort. A differenza del motel di North Conway questo e’ veramente bello, la stanza e’ così confortevole, con apertura su un giardino, che sembra di essere a casa. Da consigliare proprio.

Ci sistemiamo ed usciamo per la cena. Finiamo al Plate dove mangiamo un ottimo pollo con zucca e mele caramellate al sidro ed un hamburger veramente speciale. Porzioni abbondanti e spesa di 50 dollari per tutti e due, ottima scelta.

Giovedì 8 ottobre – Stowe/Springfield

Facciamo colazione al nostro motel e poi partiamo verso sud, oggi ahimè abbandoniamo il Vermont, tappa prevista di arrivo Springfield nel Massachusetts. Ci fermiamo subito a fare un ultimo giro a Stowe che ci è’ piaciuta molto anche se è una piccola cittadina di montagna, facciamo rifornimento ed acquistiamo dei vasetti di caramello, l’ho provato su pancakes e waffle ed è meraviglioso… Prima di lasciare Stowe decidiamo di fare una visita da Ben & Jerry, questi americani sono riusciti a fare di una fabbrica di gelato un’attrazione stile Gardaland, impossibile non farsi tentare dal mangiare un gelato anche se siamo in montagna e sono le 9 del mattino. La strada per Springfield e’ lunga, oggi è la tappa più pesante, inoltre abbiamo deciso di percorrere più Scenic Byways possibili e di vedere alcuni ponti coperti quindi allungheremo un po’ il tragitto ma ne varrà sicuramente la pena. Ci fermiamo per pranzo in una pizzeria ma io decido di non assaggiare assolutamente il panino che ci portano, questa volta è troppo, tutte queste salse sono inaffrontabili per me.

Arriviamo a Springfield nel Massachussets un po’ stanchi, non so quanti km abbiamo fatto, dovevano essere 310 ma ho la sensazione di aver sforato di un bel po’. Troviamo il nostro hotel, l’Homewood Suite, molto bello, una suite con divano e cucina molto grande.

A cena usciamo per il centro di Springfield, ci sono lavori in corso sulla strada e siamo costretti due volte ad uscire per trovare strade alternative. Parcheggiamo in centro che appare pieno di bei palazzi sapientemente illuminati ma tutto è chiuso, ci viene il dubbio che riusciremo a mangiare stasera. Poi ci ricordiamo che sulla guida c’è scritto che la città si svuota dopo le 17… benissimo. Alla fine vediamo qualche persona fuori da un locale e ci avviciniamo, evviva si mangia. Insalata di pollo, finalmente qualcosa di abbastanza sano, due birre ed aspettiamo un po’ che inizi anche la musica ma sembrano non averne voglia ed allora torniamo verso l’albergo anche perché siamo parecchio stanchi.

Ottimo anche questo letto (tutti molto confortevoli qui negli USA) e crolliamo fino al mattino dopo.

Venerdì 9 ottobre – Springfield/Cape Cod

Sveglia ed ottima colazione in albergo stavolta a base di uova (lui) e muffins (io). Abbiamo deciso di mangiare di più a colazione per evitarci pasti come quello di ieri, casomai abbiamo scorte di biscotti e mandorle per calmare la fame fino a sera.

Prima tappa l’Old Sturbridge Village, sostanzialmente un museo all’aperto (costo 24 dollari a testa). In questo luogo furono trasferiti antichi edifici di tutta la regione per ricreare una cittadina del New England del 1800. Il risultato è’ meno ‘finto’ di quello che si può pensare e ci volano le ore, alla fine sono 3 ma resteremmo qui più a lungo.

Partenza per la costa, il Connecticut ci attende. Prima tappa Mystic dove nella Mystic Drawbridge Ice Cream, una famosa gelateria, assaggiamo un gelato al gusto di pie alla zucca, ottimo, siamo vicini ad Halloween no? Passeggiamo per il bel paesino, pieno di negozi carini e facciamo la foto di rito difronte al Mystic Pizza che ha lo stesso nome di uno dei primi film di Julia Roberts.

Adesso ci dirigiamo verso Newport, nel Rhode Island. Arriviamo che comincia a fare buio ma forse proprio per questo la cittadina ci piace particolarmente. Quando si teneva l’American’s Cup deve essere stata meravigliosa, ancora oggi ha un’aria un po’ chic.

Comincia a piovere e decidiamo di prendere la strada per la nostra ultima tappa, Cape Cod.

Abbiamo ancora un paio d’ore di strada e ci troviamo ad affrontare il nostro unico viaggio pesante qui in New England. È venerdì sera e i locali si muovono, piove a dirotto, c’è tanto traffico e le strade sono poco illuminate. Sono le 20 passate quando finalmente raggiungiamo il nostro albergo a Hyannis, l’Holiday Inn. Saliamo in stanza prima di cercare un posto per la cena, anche questa volta la sistemazione e’ molto bella, abbiamo una stanza su due livelli ed al piano superiore c’è una vasca idromassaggio, un salottino con un’altra TV ed un terrazzino sui tetti. Wow!

Vorremmo cenare al Raw Bar che abbiamo individuato sulla nostra guida ma e’ chiuso ed allora andiamo al Black Cat, un bel locale dove mangiamo un’ottima frittura di calamari e un big lobster roll.

Mentre parliamo, un signore seduto al tavolo vicino ci fa una domanda in italiano e così conosciamo un personaggio fortissimo. Avrà più di settant’anni ed è’ venuto fino qui da solo, ha fatto un viaggio più lungo del nostro, oltre 2 settimane, ha prenotato dall’Italia solo il volo e di giorno in giorno prenota gli hotel su internet. Fantastico! Ci promettiamo che saremo così anche noi da vecchi.

Quando usciamo dal ristorante ha smesso di piovere ma siamo stanchi per fare un giro e ci ritiriamo nel nostro alloggio.

Sabato 10 ottobre – Cape Cod

Ci svegliamo con un magnifico sole, niente di meglio per essere al mare no? La colazione non è compresa e quindi usciamo in cerca di un posticino carino. Lo troviamo proprio difronte al mare, che meraviglia. Prendiamo i soliti due caffè e dei pancakes ai mirtilli e dei french toast buonissimi. A questo punto decidiamo di muoverci in direzione di Provincetown, la punta estrema a nord. Lungo la strada tante spiagge, bellissimi panorami e diversi fari. Facciamo una sosta a Chatam che si rivela un grazioso paesino addobbato da tante zucche e con un bel faro.

Ripartiamo e vediamo un altro faro più avanti, arriviamo a Provincetown a andiamo a mangiare in un ristorante consigliato dalla guida, il Fanizzi’s by the Sea. Capiamo subito perché si chiama così, ha una terrazza coperta proprio sul mare ed è incredibile mangiare con questo panorama in una giornata senza una nuvola in cielo. Che meraviglia! Mangiamo un sandwich con salmone e salsa barbecue e fish and chips.

Dopo pranzo decidiamo di camminare senza metà tra le stradine della città, e’ sabato e c’è un sacco di gente in giro. Provincetown e’ molto vivace e curiosa ed andare a zonzo senza meta è piacevole dopo giornate così intense.

Ritorniamo sui nostri passi anche perché il nostro obiettivo è di arrivare alla punta opposta, a Falmouth ed abbiamo un po’ di strada da fare.

Facciamo qualche altra sosta su un paio di spiagge che immortaliamo con un milione di fotografie e verso metà pomeriggio arriviamo a destinazione. Ne valeva la pena perché Falmouth è proprio graziosa, e’ la seconda città di Cape Cod ed è piena di negozi, pub e gelaterie. In una di queste, la famosa Ben e Jerry, vediamo il gelato all’astice, come possiamo non provarlo? Non male , per niente.

La giornata è quasi finita e ritorniamo a Hyannis, facciamo un giro nel centro prima di cena perché il gelato ci ha tolto un po’ di appetito, ma dopo torniamo al Black Cat dove assaggiamo questa sera dei gamberi gratinati con patate e broccoli ed un’insalata di lobster. Costo totale con due birre 65 dollari ma è stata la sera che abbiamo speso di più, normalmente 40/50 dollari sono stati il costo medio di una cena.

È’ ora di andare a letto, domani si torna a casa e ci saranno un po’ di cose da fare.

Domenica 11 ottobre – Cape Cod/Boston

È un’altra bellissima giornata ed anche la più calda della nostra vacanza. Sembra proprio che voglia già farci sentire la sua mancanza questo New England…

Prepariamo i bagagli ed andiamo a fare colazione in centro con pancakes e french toast, ormai la nostra colazione preferita.

Prima di avvicinarci a Boston vogliamo vedere la spiaggia più famosa per gli amanti del windsurf, figuriamoci se mio marito, amante di questo sport, se la lascia scappare. Di surf neanche l’ombra ma la spiaggia è veramente bella, enorme e ben battuta dal vento, deve essere uno spettacolo d’estate. Andiamo adesso a Plymouth per vedere la Mayflover II e la famosa pietra dei padri pellegrini. Il costo del biglietto e’ 12 dollari a testa, la visita e’ breve perché la nave, che è una riproduzione, è piccola ma è simpatica come esperienza. Ripartiamo per Boston per un’ultima visita, la Harvard University. Giriamo sotto un sole magnifico tra i vari edifici incrociando tanti giovani soprattutto asiatici. Oltre le rive del fiume Charles osserviamo Boston, con i suoi grattacieli e i maestosi edifici, e’ proprio bella ed avvertiamo che la vacanza sta finendo. È ora di restituire la nostra compagna di viaggio, la nostra mitica Kia e di raggiungere l’aeroporto, tra poche ore si torna a casa.

Salutiamo il New England con un po’ di tristezza ma con la gioia di averlo trovato proprio come lo avevo conosciuto su quella rivista dalla parrucchiera, tanti anni fa.

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l'oldsturbridge village

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l'oceano a Ogunquit

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il foliage



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