New England all’avventura

Viaggio on the road attraverso terre meravigliose
Scritto da: crazyhorse
new england all'avventura
Partenza il: 06/10/2013
Ritorno il: 19/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

NEW ENGLAND ALL’AVVENTURA

Il nostro viaggio On The Road è iniziato nel pomeriggio del 6 ottobre 2013 ed è terminato nel pomeriggio del 19 ottobre 2013. Abbiamo percorso 4500 chilometri attraverso i sei Stati che compongono il New England, da sud verso nord e poi di nuovo giù a sud per puntare decisamente la prua a est. Molte sono state le deviazioni, muniti solamente di cartina stradale, lasciando il navigatore a chi va di fretta. Appena si varca il confine di uno Stato si può andare al primo ufficio informazioni, dove il gentilissimo personale addetto ci allieterà con utilissime notizie sulla zona, dove troveremo strade ben segnalate e davvero facili da percorrere. Il leitmotiv di questi 13 giorni è stato il bosco in tutte le sue varietà di colori. L’esplosione del foliage, durante il quale i boschi si trasformano in una tavolozza di rossi fiammanti, gialli e arancioni sfacciati, è più evidente in tutta la parte ovest del New England, soprattutto nel Vermont e nel Berkshire, in Massachusetts.

Buon Viaggio da Laura & Giancarlo.

Domenica 6 ottobre 2013

MASSACHUSETTS…he Bay State

Partenza puntuale dall’aeroporto Marco Polo di Venezia alle ore 6:50, arrivo a Boston alle ore 12:45 ora locale (in anticipo di 45 minuti!).

Ritirati i bagagli, prendiamo lo shuttle gratuito che ci porta all’autonoleggio della Alamo, il tutto senza mai uscire dall’area aeroportuale. La scelta è tra una TOYOTA RAV 4 e una FORD ESCAPE; scegliamo quest’ultima, bellissima, grigia, nuova, immortaliamo il momento con una foto e via sulla 93 North in direzione Lowell.

Lungo il tragitto ci accompagna la pioggia, ma niente male, è una delle rarissime giornate in cui ci infastidirà!

Lowell, oltre ad essere una cittadina interessante a livello storico per la sua tradizione industriale tessile, è anche la città che ha dato i natali a Jack Kerouac, l’autore del libro “On the Road”, faro di quell’incredibile movimento culturale che ha dato vita alla Beat Generation.

Arriviamo in downtown e abbiamo due obbiettivi: l’Owl Diner e la casa di Jack Kerouak. Come trovarli senza navigatore? Semplice, chiedendo alla gente del posto! Il diner lo abbiamo trovato dopo qualche giro a caso, purtroppo è chiuso ma ci emoziona ugualmente, poiché è il primo che vediamo ed è molto bello, con la sua classica forma che ricorda i celebri vagoni ferroviari americani.

La casa di Kerouac ci dà più filo da torcere, perché pare che a Lowell lo scrittore non lo conosca nessuno! Ci fermiamo a chiedere indicazioni ad un ragazzo che appena saputo cosa stiamo cercando ci accompagna nel vicino salone di parrucchiera di sua sorella, la quale fa una rapida ricerca in internet e, dopo essersi trascritta i nomi di alcune vie, chiude il negozio e con suo fratello ci fanno strada con la loro autovettura!

Nonostante il gentilissimo aiuto non è stato per niente facile trovare la casa, che dopo più di mezz’ora di ricerche ci è apparsa finalmente davanti. Si trova nel quartiere di Centralville, piuttosto anonimo e periferico, ma apparentemente tranquillo. Dopo aver scattato alcune fotografie alla semplice abitazione a due piani, tuttora abitata, e alla targa commemorativa, ci congediamo dai nostri improvvisati e splendidi amici, felici anch’essi di aver scoperto che un personaggio così importante e famoso sia nato e vissuto nella loro città!

Ora la fatica del viaggio si fa decisamente sentire, è tardo pomeriggio e ci dirigiamo verso Salem tornando sulla 93 South e poi sulla 95 Est. Prendiamo alloggio al motel Clipper Inn (160 $), un po’ caro ma ci mancano le forze per fare una ricerca più conveniente.

Andiamo a mangiare un boccone in un pub del centro, notando lungo le sue strade acciottolate piccoli gruppi di ragazzi con le candele in mano e alcuni “vampiri” che raccontano la misteriosa storia di questo luogo chiamato “città delle streghe”; per quanto sia faticoso credere alla loro esistenza, qui in effetti si percepisce una strana atmosfera. Famoso è il processo celebrato qui nel 1696 ad alcune donne accusate di stregoneria, al termine del quale furono arse vive sul rogo. In realtà Salem ebbe un ruolo fondamentale nei commerci via mare con l’Estremo Oriente.

Tornati al nostro motel, ci addormentiamo distrutti alle ore 20:30!

Lunedì 7 ottobre 2013

Ci svegliamo ben riposati alle ore 7:00 e iniziamo la giornata con una visita a Salem, la nostra prima meta è la famosa “Casa dei Sette Abbaini”, descritta mirabilmente da Nathaniel Hawthorne nell’omonimo romanzo del 1851. La casa è vicina al mare, è avvolta da un alone di mistero ed è molto curata, cosa normalissima per un popolo orgoglioso del proprio patrimonio artistico, storico e culturale. Curiosiamo nel porticciolo cittadino, dove non manca un bellissimo faro e dov’è ancorato il veliero Friendship. In giro non c’è quasi nessuno, passeggiamo lungo le pittoresche stradine ricche di case meravigliose, già addobbate per Halloween con zucche, ragnatele, scheletri e fantasmi.

Lasciamo la bella Salem e imbocchiamo la 127 North che corre lungo la costa. La strada è molto panoramica e si ha la netta sensazione che gli abitanti di queste zone non se la passino per niente male! Arriviamo a Gloucester, dove di fronte al mare ci accoglie la statua di Leonard Craske, raffigurante un pescatore con un grande timone in mano; il monumento è soprannominato “The Fisherman Gloucester” ed è dedicato a tutti i lupi di mare. Una leggera pioggerellina ci accompagna, ma in questa pittoresca cittadina di mare la pioggia ci sta a pennello, ci riporta all’atmosfera dei famosi film “Capitani Coraggiosi”, con Spencer Tracy e “The Perfect Storm”, con George Clooney, girati proprio da queste parti.

Parcheggiamo sulla Main St. e ci incamminiamo per una visita di Gloucester, una delle città più antiche del New England. Vediamo in sosta un automezzo dei Vigili del Fuoco vicino ad una stazione di polizia e Giancarlo vuole farsi una fotografia, nel frattempo un poliziotto esce dall’ufficio e si offre subito per farcene una assieme. Continua ad essere indescrivibile l’enorme gentilezza degli americani, addirittura mentre stiamo facendo una fotografia ad un bar con le insegne della Sicilia, un altro poliziotto in transito lungo la strada con la vettura di servizio si ferma bloccando momentaneamente il traffico, perché vorrebbe scendere per farci una fotografia insieme davanti al locale!!! Cerchiamo l’ormai famoso bar Crow’s Nest, dove hanno girato alcune scene di “The Perfect Storm”; il semplicissimo locale si trova di fronte al porto, dentro è tutto rimasto autentico, con l’enorme bancone, il biliardo, gli sgabelli di legno e alle pareti tante fotografie delle riprese cinematografiche e del mitico peschereccio Andrea Gail, al comando del quale George Clooney affronta la spaventosa tempesta perfetta. Scambiamo due chiacchiere con il gestore del bar ed alcuni avventori, beviamo due freschi orange juice e nel salutarci il barista ci racconta che era stato a Venezia soltanto pochi mesi prima!

Sempre lungo la 127 North raggiungiamo Rockport, un delizioso villaggio sul mare, come d’altronde ce ne sono tantissimi lungo le coste del Massachusetts e del Maine. Sembra una cittadina in miniatura, tutto è piccolo e basso, dalle case ai negozi. E’decisamente a vocazione turistica, non si contano i negozi di souvenir, di opere d’arte, dalla pittura alla scultura, e di tanta strana oggettistica. Sembra una bomboniera, è davvero carina e i turisti si crogiolano al sole, che adesso risplende e non ci lascerà più per il resto del viaggio.

Saliamo in macchina, imbocchiamo la 133 North e attraversiamo le località di Essex e Ipswich; la strada, in downtown, diventa la Main St. di questi paesini che osserviamo senza scendere, sono molto carini, hanno mantenuto il fascino delle origini, ci sono vari negozi di antiquariato e tutto è reso più allegro dagli immancabili addobbi di Halloween.

Proseguendo ci fermiamo a pranzo da Clam Box, un originale ristorante sulla strada, dove friggono di tutto e le porzioni sono davvero abbondanti.

NEW HAMPSHIRE…The Granite State

Lasciamo la 133 North e proseguiamo sulla 1A North che ci conduce a Newburyport. Elegante cittadina con un bel porto, facciamo una passeggiata nel piccolo centro, con i suoi curatissimi edifici di mattoni rossi e le candide facciate delle chiese. Dopo una breve pausa nell’immancabile Starbucks, ci dirigiamo verso la fotogenica Portsmouth, lasciando per il momento il Massachusetts ed entrando nel breve tratto di costa del New Hampshire. A Portsmouth c’è una graziosa e tipica chiesa sulla piazza principale, come ce ne sono tantissime in questa zona, tutte bianche e linde con il loro svettante campanile centrale.

MAINE… The Pine Tree State

Proseguendo sulla 1A North entriamo nel Maine, un brivido ci attraversa tutta la schiena solo pronunciandone il nome, da quanto questo Stato è ricco di fascino, di miti e di leggende. Lungo la strada si susseguono molti paesini, tutti bellissimi, ma ci colpisce particolarmente l’alto numero di motel presenti in zona. Sono i classici motel americani, qui però particolarmente curati perché siamo in una zona turistica vicina al mare, ma anche perché qui gli Outlet abbondano e sappiamo quanto gli americani vadano pazzi per lo shopping!

Spesso i motel del Maine sono molto diversi da quelli di altre zone degli States, sono dei veri e proprio cottage, tutti rigorosamente in legno, graziosissimi.

La nostra destinazione finale di oggi sarebbe Portland, è già buio e arriviamo in downtown in cerca di alloggio, ma sono tutti parecchio costosi e tra l’altro soffia un vento pazzesco che quasi ci impedisce di scendere dall’auto. La città è piuttosto grande e girandola in automobile non ci sembra particolarmente interessante, allora decidiamo di lasciare Portland e percorso qualche chilometro ci imbattiamo nel grazioso e panoramico Motel Best Western Freeport Inn, accogliente e abbastanza economico (106 $). Siamo molto stanchi e quindi decidiamo di cenare nel piccolo locale situato vicino al motel, sono le nove di sera e siamo gli unici clienti, gustiamo un classico e ottimo hamburger con patatine e andiamo a dormire.

Martedì 8 ottobre 2013

Prima tappa della giornata è Freeport, situato sulla costa rocciosa del Maine, villaggio-outlet dove ogni edificio ospita un marchio famoso. Il più rappresentativo di tutti è L.L. Bean, dal nome di un cacciatore che in pratica ha inventato gli stivali da pioggia con la suola di gomma, stufo di tornare ogni volta dalla caccia con i piedi bagnati. Si mise a venderli per corrispondenza ma le richieste furono così tante che decise di aprire un negozio tutto suo. Oggi L.L. Bean è uno spazio commerciale grandissimo, dove si può trovare davvero tutto ciò che serve per l’attività all’aria aperta.

Continuando sulla 1A North raggiungiamo Brunswick, dove andiamo alla ricerca della casa di Harriet Baecher Stowe, lo scrittore de “La capanna dello zio Tom”; la troviamo al 63 di Federal St. e si presenta come una bellissima villa tutta bianca, con un grande giardino perfettamente curato.

Brunswick è una cittadina gradevole e molto signorile, con case dai colonnati sontuosi, bellissimi portici e facciate in stile coloniale.

Proseguendo attraversiamo Wiscosset, una cittadina di passaggio e perciò andiamo avanti fino a incontrare Boothbay Harbor, piccolo villaggio di pescatori molto pittoresco che merita una sosta.

Per strada si incontrano tanti paesini uniti da lunghi ponti, poiché la costa è molto frastagliata, ciò che affascina di più sono gli edifici di un tempo dove campeggiano moderne e coloratissime insegne al neon di tutte le forme, that’s America!

Giunta l’ora di pranzo ci fermiamo a Damariscotta, al delizioso Damariscotta River Grill, dove finalmente ordiniamo e gustiamo un’eccezionale e famosissima aragosta del Maine!

Dopo aver attraversato Rockland, Camden e Belfast, all’altezza di Ellisworth abbiamo cambiato direzione seguendo la 3 East, che ci porta direttamente a Bar Harbor, meta finale di questa giornata.

Senza entrare in downtown pernottiamo in un’accogliente camera del grazioso Motel Highbook (117 $), posizionato su una piccola altura che ci regala una vista stupenda sui boschi circostanti.

Sistemati i bagagli facciamo un giro in centro, Bar Harbor è davvero una bella città di mare, molto curata e con un turismo piuttosto raffinato, qui siamo praticamente all’interno dell’area dell’Acadia National Park.

Purtroppo, ma ce lo aspettavamo, a causa del famoso “shutdown” che ha colpito gli Stati Uniti, cioè il blocco delle attività amministrative, il parco statale è chiuso, ma all’ufficio informazioni di Bar Harbor ci indicano un giro alternativo più esterno al cuore del parco, dove è comunque possibile ammirarne la bellezza, vedremo domani.

Ceniamo al Rosalia’s Pizza, locale che sembra piuttosto conosciuto nel New England, ricco di bellissimi memorabilia anni ‘50, tra i quali uno scintillante jukebox con cassa acustica da parete. La pizza, enorme, non è niente male!

Mercoledì 9 ottobre 2013

Oggi sveglia alle ore 6:30, ci aspetta tanta strada da fare!

Facciamo colazione in motel, molti dei quali ormai si sono attrezzati per offrire ai viaggiatori questo servizio, che spesso consiste nel prepararsi la colazione da soli e disporla su dei vassoi, per poi consumarla tranquillamente in camera, molto simpatico e divertente, ti fa sentire decisamente “on the road”!

Come programmato la sera prima, proviamo lo stesso ad avvicinarci all’ingresso dell’Acadia National Park, ma ovviamente lo troviamo chiuso, quindi decidiamo di percorrere la strada alternativa che si insinua ugualmente all’interno dei boschi che sono nel pieno del foliage; il bosco e i suoi stupefacenti colori sarà il leitmotiv del nostro viaggio nel New England e il bello deve ancora venire! Il nostro tragitto ai margini del parco ci porta anche a toccare l’immenso oceano, è meraviglioso essere qui, siamo praticamente soli, noi e la natura.

Terminato questo emozionante tragitto torniamo in direzione Ellisworth, dove siamo momentaneamente indecisi se proseguire verso il Mt. Katahdin, che è piuttosto distante, ma essendo al nostro quarto giorno di viaggio e avendo ancora cinque Stati da visitare, a malincuore rinunciamo e imbocchiamo la 1A in direzione di Bangor, importante cittadina che deve la sua fama ad alcune storiche fabbriche di legname. Qui andiamo alla ricerca della casa di un altro personaggio famoso, Stephen King, uno dei più importanti e conosciuti scrittori del nostro tempo.

Non è stato facile, ma finalmente troviamo l’abitazione dello scrittore sulla West Broadway, una bellissima villa di mattoni rossi circondata da un curatissimo giardino, recintata con una inquietante cancellata nera in ferro battuto a forma di ragnatela. Facciamo un breve giro della città, che non offre spunti di particolare interesse, dopodiché imbocchiamo la 2 West con l’intento di raggiungere North Conway, nel New Hampshire.

Questa è una strada fantastica, si viaggia per moltissimi kilometri in mezzo ai boschi, è facile da percorrere e offre spesso panorami mozzafiato; attraversiamo Newport, Skowhegan e raggiungiamo Bethel. Lungo la strada ci fermiamo a pranzare in un ristorantino che si chiama “What’s Four Supper?”, frequentato da gente del posto. Dopo aver salito alcuni scalini di legno che portano all’ingresso del locale, entriamo in una sala con un invitante espositore di grosse pagnotte, calde e profumate, dove consumiamo un pranzo delizioso di piatti tipici per soli 13 $!

Riprendiamo la nostra marcia, attraversando minuscoli paesi composti da due strade e qualche abitazione, la chiesa, la biblioteca, la stazione dei Vigili del Fuoco e il Dipartimento di Polizia, che pace!

NEW HAMPSHIRE… The Granite State

Attraversato il confine arriviamo a Gorham, dopo aver fiancheggiato il Mt. Washington, che visiteremo domani, quindi proseguiamo per Jackson dove incontriamo il nostro primo ponte di legno coperto, numerosi in queste zone e davvero originali. Questo ponte si può attraversare in macchina, è emozionante passare sotto le sue travi poeticamente intrecciate, quindi scattiamo qualche foto e via.

Iniziamo ad essere un po’ stanchi mentre il sole lentamente sta tramontando, sono le ore 17:30 e iniziamo a cercare un alloggio per la notte. Dopo una breve ricerca decidiamo di optare per il classico Continental Motel di North Conway, dove, una volta aperta la porta della camera, rimaniamo increduli nel notare, all’interno della grande ed accogliente stanza con letto enorme, una vasca idromassaggio angolare per due persone, il tutto all’onesta cifra di 117,72 $!

Dopo un bel bagno rilassante e una cena in un locale consigliato dalla nostra Lonely Planet, andiamo a dormire particolarmente soddisfatti.

Giovedì 10 ottobre 2013

Questa mattina alle ore 8:00 siamo già da Priscilla’s, graziosissimo locale dove servono abbondanti breakfast e lunch. Il posto è molto curato e arredato in stile country un po’ eccentrico, noi sperimentiamo una tipica e buonissima colazione del New England con pancake, sciroppo d’acero e frutti di bosco, annaffiata da caffè americano bollente. Notiamo che sui tavoli, compreso il nostro, è poggiata una lastra di vetro sotto la quale sono conservati alcuni tovaglioli di carta riportanti delle dediche e dei messaggi di apprezzamento scritti dai clienti del locale, cosicché ne abbiamo disegnato uno anche noi con l’Italia, il nome e l’ubicazione delle città principali. Ebbene, dopo aver donato la nostra “opera” a una cameriera, lei ci chiede da dove veniamo e, alla risposta “Venice, Italy”, si è levato un vero e proprio boato di approvazione anche dai clienti attorno a noi!

Dopo la bellissima e gratificante esperienza vissuta da Priscilla’s, che ci ha dato ulteriore prova di quanto gli italiani siano amati in questo straordinario Paese, la prima meta della nostra giornata è il Mt. Washington, situato nella White Mountain National Forest; dopo aver pagato 34 $ d’ingresso all’area, iniziamo la salita. Più si sale e più la vegetazione si fa rada, i grandi alberi lasciano il posto ad una vegetazione più bassa, fino a scomparire del tutto e regalare un paesaggio lunare. Dalla vetta, situata ai 1917 metri della montagna più alta degli Stati Uniti Nord Orientali, si gode di un panorama stupendo. Lo sguardo spazia a 360°, ovunque i boschi si estendono all’infinito, con le loro chiazze colorate da un foliage esuberante. Siamo stati proprio fortunati, abbiamo trovato una giornata abbastanza limpida e calda, cosa che qui in cima non è affatto usuale. Solitamente soffia un forte vento da nord e spesso nevica anche in questo periodo.

Sul Mt. Washington si può salire con la propria autovettura, con un bel trekking oppure scegliendo un insolito mezzo, un trenino a cremagliera che letteralmente si arrampica fin quassù, affrontando la seconda salita più ripida al mondo.

A malincuore salutiamo questo posto meraviglioso e prendiamo la 16 South in direzione Conway, per raggiungere una delle strade più belle degli Stati Uniti, la Kancamagus Highway, che ci porterà fino a Lincoln.

Il percorso è bellissimo e tortuoso, si viaggia immersi nei boschi della White Mountain National Forest. Il nome di questa strada significa “L’Impavido” ed è un omaggio al capo della tribù nativa dei Penacook, che cercò invano di difendere la sua terra dai conquistatori. Lungo la strada è un’esplosione di colori gialli e rossi, grazie agli aceri che assumono queste tonalità, e ad ogni curva il panorama cambia lasciandoci a bocca aperta. Lungo il nostro tragitto incontriamo rarissimi viaggiatori, perciò ci godiamo questo spettacolo con tutta calma, correndo a passo d’uomo e fermandoci di sovente per scattare delle fotografie.

Da Lincoln imbocchiamo la 3 South attraversando, a ovest del Lago Winnipesaukee, le cittadine di Plymouth, Holderness, Meredith, Weirs Beach, carinissima con la ferrovia che arriva nel cuore del minuscolo centro che si affaccia sul lago, Laconia e poi giù fino a Concord, la capitale del New Hampshire.

Concord merita una sosta sia per la scenografica State House, edificio imponente in stile neoclassico sormontato da una grande cupola dorata con in cima l’aquila, anch’essa dorata, sia per i bei palazzi che circondano la piazza del Campidoglio. Questa città ci appare come un luogo decisamente tranquillo e a misura d’uomo, ma purtroppo è ora di rimettersi in marcia e quindi imbocchiamo la 202 South in direzione Peterborough, dove ci fermeremo per la notte.

Oramai sono le ore 17:30 e come sempre dobbiamo trovare un alloggio per la notte, arrivati a Peterborough facciamo una ricerca in downtown, ma l’offerta non è molto ampia, perciò cominciamo a cercare un po’ fuori città e facciamo appena in tempo a prenotare l’ultima camera al Jack Daniel Motor Inn, un motel davvero carino, per una spesa di 135 $.

Peterborough è davvero una cittadina molto bella ed elegante, circondata da colline, luogo di ritrovo per poeti, scrittori e pittori.

Come si sarà ben capito, noi prima di partire per questa avventura non abbiamo prenotato alcuna sistemazione, quindi è consigliabile andare alla ricerca di un alloggio entro le ore 18:00, pena il rischio di dover dormire in auto (poco male); è certamente più impegnativo doversi organizzare ogni giorno, ma ci dà quel pizzico di adrenalina in più che rende unico il viaggio “on the road”. Ceniamo al Waterhouse, un intimo ed elegante ristorantino, dopodiché facciamo una tranquilla passeggiata scoprendo un diner originale e bellissimo, risalente agli anni ’50, che purtroppo però è chiuso.

Venerdì 11 ottobre 2013

Puntuali alle ore 8:00 saliamo in macchina e partiamo alla volta di Keene, viaggiando sulla 101 West. Siamo nel sud del New Hampshire, ma oggi ci dirigiamo nuovamente verso nord costeggiando il confine con il Vermont.

Keene non ci regala particolari emozioni, perciò dopo una breve visita prendiamo la 12 North in direzione Wolpole. Perché Wolpole? Perché in questo classico paesino del New England si trova una famosa cioccolateria che si chiama Burdick Chocolate, quindi non possiamo farcela scappare! Divoriamo due deliziose fette di torta al cioccolato accompagnate da due fumanti hot chocolate, che però non ci commuovono più di tanto.

Giunti a Claremont imbocchiamo sbadatamente la 120 invece della 12A, ma non tutto il male viene per nuocere, poiché ci rendiamo subito conto che questa strada secondaria è davvero bella e panoramica, con le classiche case americane con giardino a fare da cornice, che spettacolo! Giunti a Cornish riprendiamo la 12A, dove cominciamo a notare alcuni vecchi ponti coperti.

Decidiamo di attraversare il confine percorrendo il Cornish Windsor Bridge, il ponte coperto più lungo degli Stati Uniti, non nascondendo l’emozione che si prova passandoci sotto. La scritta all’imbocco del manufatto recita “Walk your horses or pay two dollars fine”, così magicamente dal New Hampshire ti ritrovi nel Vermont dopo aver percorso 460 piedi!

VERMONT… he Green Mountain State

Arriviamo a Quechee dove, tra le rocce, si insinua una gola profonda 50 metri, la si può osservare da un ponte sulla strada. Questa attrazione naturale viene definita il Grand Canyon del Vermont!

E’ un paesaggio molto caratteristico e dalla strada partono alcuni sentieri che portano fino al fiume che scorre sul fondo del canyon.

In questa zona, grazie allo sviluppo turistico legato alla presenza di questa spettacolare gola, sono nate varie attività ricettive, tra le quali il delizioso Quechee Diner, dove abbiamo gustato un ottimo hamburger.

Proseguiamo per la vicina Woodstock, adagiata tra le colline e circondata da curatissimi campi da golf. Questa cittadina è molto graziosa, con la sua bella piazza circolare e le pittoresche case che fanno da contorno a una imponente chiesa.

Oggi c’è parecchio traffico da queste parti e tanti turisti in giro, ma questo è il weekend del Columbus Day e anche gli americani fanno vacanza.

Soddisfatti da queste interessanti visite riprendiamo la 4 East e poi percorriamo un tratto dell’Interstate 91 North per raggiungere velocemente Hanover. Questa cittadina è molto vivace grazie alla presenza del rinomato Dartmouth College, un imponente edificio di fronte al quale si apre una grande piazza ovale costituita da un curatissimo prato, che funge da ritrovo degli studenti che spesso sfoggiano la divisa del campus oppure tute da ginnastica con le iniziali del College. Sembra proprio di assistere a un classico film a stelle e strisce!

Salutiamo Hanover e imbocchiamo la 5 North, parallela alla Interstate 91, ma come spesso accade molto più interessante, poiché in questo caso costeggia i numerosi laghetti che separano il New Hampshire dal Vermont.

Questa bella strada ci sta portando a St. Johnsbury, dove arriviamo verso le sette di sera e per questi luoghi è già tardi, infatti le poche strutture ricettive sono al completo e noi, per forza di cose, decidiamo di riprendere la veloce Interstate 91 North e usciamo a Lyndonville. Dopo una non facile ricerca decidiamo di optare per il Motel Colonnade Inn, piuttosto anonimo, con la moquette che emana un odore di stantio, ma va da sé che ci fermiamo comunque, è troppo tardi e quindi con 80 $ evitiamo di passare la notte in macchina.

Per cena sostiamo al Miss Lyndonville Diner, carino e frequentato da gente del posto, arredato con quadri che ritraggono cavalli, campi coltivati e boschi. E’ da queste parti che si incontrano gli orsi.

Sabato 12 ottobre 2013

Al nostro risveglio ci sorprende una fitta nebbia, ma appena prendiamo la 12 South ecco il sole fare capolino dando risalto ai meravigliosi colori di questa stagione. Andiamo alla ricerca di tre ponti coperti, li troviamo e ci appaiono molto belli, rossi e percorribili.

Imbocchiamo la Interstate 89 West e facciamo una deviazione sulla 100 North per andare a gustare un gelato da Ben & Jerry’s Ice Cream.

C’è tanta gente oggi, quindi mangiamo un enorme e delizioso gelato in questa incredibile fabbrica del gusto che assomiglia a un parco giochi, dopodiché puntiamo senza indugio la prua a nord fuggendo dalla pazza folla!

Decidiamo di visitare Montpellier, capitale del Vermont, e a seguire Stowe. Montpellier è una città davvero piccola e attraente, dominata dall’enorme e svettante cupola dorata della State House, posizionata in cima a una collina. Incrociamo un nutrito gruppo di simpatici, coloriti e pacifici manifestanti che stanno protestando contro la multinazionale di biotecnologie agrarie Monsanto Company; l’occhio allenato di Giancarlo nota immediatamente la totale assenza di forze dell’ordine a vigilare sull’ordine pubblico, cosa assolutamente improponibile in Italia.

Lasciata la Capitale giungiamo a Stowe, cittadina molto bella e accogliente, ma in questo weekend la troviamo troppo affollata.

Ritorniamo sui nostri passi per riprendere l’Interstate 89 West e arrivare velocemente a Burlington, fantastica nonché più grande città del Vermont, affacciata sul lago Champlain.

La temperatura è notevolmente cambiata, ora fa piacevolmente caldo, il tempo è bellissimo e i paesaggi sono da favola. In prossimità di downtown il traffico si fa intensissimo, le code sono frequenti e presto il nostro desiderio di cenare in riva al lago svanisce, in quanto è chiaro che non troveremo mai da dormire. Tutte le strutture ricettive ci accolgono con la colorata e disarmante scritta al neon “No Vacancy” e le nostre richieste di una camera vanno tristemente a vuoto. Molto dispiaciuti e un po’ arrabbiati salutiamo Burlington e prendiamo la 7 South, ma nelle cittadine di Shelburne e Middleville è la stessa storia, tutto esaurito, anche perché questa è zona di college e i familiari degli studenti sono venuti a trascorrere con loro il fine settimana. Questa zona del Vermont ci è apparsa molto benestante, a giudicare dalle persone che la frequentano, dalle stupende ville immerse nel verde e dai numerosi campi da golf.

A questo punto decidiamo di entrare nella hall di un albergo per usufruire del wi-fi libero e cercare una sistemazione con l’aiuto di Booking. L’unica struttura disponibile la troviamo a circa 100 kilometri di distanza, si tratta del costoso Cascade Lodge di Killington e per una stanza paghiamo la bellezza di 252 $!

Questa località sciistica nel cuore del Vermont si trova a 700 metri di altezza, speriamo tanto che domani, al nostro risveglio, i panorami ci ripaghino di questa scelta obbligata. Nel frattempo ceniamo in un locale non lontano dal nostro lodge, dove si respira una bella atmosfera e curiosamente siamo allietati da un sottofondo di musica napoletana; osserviamo attraverso le vetrate l’enorme bandiera a stelle e strisce sventolare fiera sul suo pennone……fuori fa freddo e soffia un forte vento.

Domenica 13 ottobre 2013

Anche questa mattina la sveglia suona presto, guardiamo fuori dalla finestra e il maestoso paesaggio ci induce a pensare che in pieno inverno, con la neve a ricoprire il tutto, sia davvero stupendo.

La colazione di questo albergo non propriamente economico ci delude parecchio, ma tant’è… quindi ci rimettiamo in marcia e imbocchiamo la 100 North. Questa è considerata la strada più bella del Vermont e, in effetti, ci ritroviamo circondati da colline coloratissime, splendide farm con mucche e cavalli al pascolo, chiesette bianchissime e campanili svettanti, sembra davvero di vivere una fiaba! La velocità della nostra vettura è ormai a passo d’uomo, ammiriamo e ci godiamo questi paesaggi rimanendo pressoché in silenzio, quasi a non voler rovinare la magia e l’incanto di questi luoghi fantastici.

Nostro malgrado dobbiamo lasciare questa magnifica strada e prendiamo la 73 West, attraversando la Green Mountain National Forest per giungere a Brandon. Ripercorriamo un tratto di strada che avevamo fatto ieri fino a Rutland e poi giù sulla 7 South fino a Manchester e successivamente a Dorset.

La 7 South da Rutland a Manchester è spettacolare, viaggia in mezzo alle colline ed è proprio qui che il foliage è nel pieno della sua esplosione. Nella prima parte del nostro viaggio non avevamo potuto apprezzare completamente questa meraviglia della natura, trovandoci più a nord e quindi in zone più fredde, ma qui fa ancora abbastanza caldo e di conseguenza le pareti delle colline sono ricoperte da un patchwork di colori di rara bellezza, siamo estasiati!

Da Manchester raggiungiamo Bennington, dove ci fermiamo a pranzo da Madison Brewing, locale tipico in stile country che, dalle persone in attesa di un tavolo, ci fa capire di essere molto conosciuto.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo l’obelisco del Bennington Battle Monument, dove prendiamo l’ascensore che ci conduce in cima al monumento, dalla cui sommità la splendida vista si estende fino agli stati di New York e del Massachusetts.

Dorset ci appare come una cittadina molto carina, elegante e signorile, edificata completamente con il marmo delle vicine cave, trasformate ora in laghetti. Qui troviamo la splendida “The Dorset Inn”, locanda nata nel 1796 e decisamente la più antica del Vermont ancora in attività, circondata da bellissime stradine che ci riportano magicamente indietro a quegli anni.

Successivamente imbocchiamo la 100 East e ci dirigiamo verso Brattleboro, lungo questa strada incontriamo alcuni punti panoramici che meritano sicuramente una sosta.

La stanchezza comincia a farsi sentire e quindi cerchiamo un alloggio, ma oltre a un motel della catena Econo Lodge in questa zona poco frequentata dai turisti non c’è altro, quindi proseguiamo sulla 5 South nella speranza di trovare una sistemazione. Entriamo in Massachusetts e raggiungiamo Greenfield, dove ci fermiamo in un motel Quality Inn (110 $), gestito come molte altre strutture di questo tipo da gentilissimi immigrati provenienti dall’India.

La posizione è ottima, infatti proprio da qui inizia la famosa Mohawk Trail, una strada lunga 100 km molto panoramica, nata come sentiero tracciato dai nativi americani.

MASSACHUSETTS…… The Bay State

Lunedì 14 ottobre 2013

Partiamo da Greenfield con la nebbia, ma dopo pochi chilometri imbocchiamo la Mohawk Trail e il sole ci accoglie splendente con la sua luce magica che, da queste parti, è proprio diversa dalla nostra.

Arriviamo a Shelburne Falls e ci dirigiamo verso il centro del paese, dove visitiamo una singolare coppia di ponti, uno bellissimo in acciaio e transitabile con l’auto, l’altro quasi parallelo e rivestito di mattoni rossi, solamente pedonabile e letteralmente ricoperto di fiori e piante che ti avvolgono da ogni lato, creando una scenografia da favola. All’imbocco del ponte, custodito in una bacheca accessibile a tutti, troviamo un grosso registro dedicato ai commenti e alla impressioni dei passanti, quindi anche noi lasciamo il nostro ricordo!

Proseguendo incontriamo, lungo la strada, il paesino di Charlemont e qui, in un punto dove il sole fa brillare i suoi primi raggi, troviamo un bel monumento circolare chiamato “Hail to the Sunrise”, dedicato proprio alla Mohawk Trail, al centro del quale si eleva imponente la statua bronzea di un nativo americano con le braccia spalancate e rivolto in direzione del sorgere del sole, intento a salutare il Grande Spirito.

Salutiamo il nostro amico pellerossa e raggiungiamo la cittadina di North Adams, famosa grazie alla presenza del Mass MoCa, il museo di arte contemporanea più grande dell’intera East Coast. Continuando arriviamo in cima al Mt. Greylock, a 1047 metri di quota, ma tanto basta per risultare la montagna più alta del Massachusetts e regalarci un panorama favoloso.

Ultima tappa di questa splendida strada è la raffinata e elegante cittadina di Williamstown, dove troviamo lo storico Williams College e dove facciamo una pausa presso il Tunnel City Coffee, piacevole locale pieno di studenti armati di libri e computer, indaffarati a chiacchierare e studiare bevendo dal loro immancabile bicchierone ogni sorta di bevanda calda o fredda.

Pienamente soddisfatti per aver percorso questo antico tracciato dei nativi americani, imbocchiamo la 7 South che attraversa la contea di Berkshire. Il foliage, anche in questa zona, è nel suo pieno splendore e ci delizia con i suoi meravigliosi colori.

Facciamo una breve sosta a Pittsfield e proseguiamo per Lenox, questa località di villeggiatura ha un aspetto incantevole, così decidiamo di fermarci a pranzare alla Old Heritage Tavern, tipico locale con il grande bancone di legno nel mezzo e i monitor che trasmettono ininterrottamente l’amatissimo football americano.

Cerchiamo Tanglewood, un enorme parco pubblico di 160 ettari, sede dell’importantissimo Berkshire Music Center, nato nel 1940 come centro di studi musicali voluto da Serge Koussevitzky, direttore stabile della Boston Symphony Orchestra.

L’entrata al parco è imponente e il contesto incredibile, c’è un enorme e attrezzato parcheggio per accogliere centinaia di automobili, ma tutto attorno regna sovrana la natura.

Il nostro meraviglioso viaggio continua e ci dirigiamo verso il Bash Bish Falls State Park dove, dopo aver parcheggiato l’auto, percorriamo un sentiero molto ripido in mezzo al bosco per raggiungere la scenografica cascata, con il suo salto di 18 metri, che si sdoppia per cadere fragorosamente in un laghetto circondato da grossi massi di pietra.

Tornati alla nostra Ford Escape imbocchiamo la 7 North e arriviamo a Great Barrington, dove facciamo una piacevole sosta presso la deliziosa Patisserie Lenox. Attraversiamo il paesino di Stockbridge e decidiamo di concludere la giornata a Lee, in comoda posizione per iniziare domani la tappa di avvicinamento a Springfield.

Alloggiamo in un grazioso motel della catena Rodeway Inn, pulito e profumato, spendendo l’onesta cifra di 81 $ colazione compresa, mica male!

Martedì 15 ottobre 2013

Lasciamo Lee percorrendo un tratto a pagamento dell’Interstate 90, denominato Massachusetts Turnpike, attraversando coloratissimi boschi fino a giungere a Northampton, sede della prestigiosa Università femminile dello Smith College, circondata da un parco molto grande con al suo interno uno specchio d’acqua altrettanto esteso e un’area attrezzata con impianti sportivi di prim’ordine.

Imbocchiamo la 91 South e ci dirigiamo verso Springfield, ma la città ci appare priva di particolari attrazioni e un po’ caotica, così decidiamo di proseguire per Hartford, la capitale del Connecticut.

CONNECTICUT… The Constitution State

In questo tratto di strada notiamo che i piccoli paesi hanno momentaneamente lasciato il posto a città relativamente grandi e trafficate, come la capitale Hartford, dove ci dirigiamo verso lo State Capitol, imponente complesso che viene considerato, a nostro parere ingiustamente, “il più bello dei più brutti edifici al mondo”, realizzato con un insieme di stili architettonici che può spiazzare il visitatore, ma che non lo rende così inguardabile come viene descritto.

Questa giornata che sta per concludersi possiamo considerarla la meno interessante del nostro viaggio, avendo percorso parecchi chilometri in uno scenario considerevolmente urbanizzato e industrializzato, privo di particolari spunti architettonici e paesaggistici d’interesse, ma non ci lamentiamo più di tanto e decidiamo di fermarci per la notte dalle parti di New Haven, sede della prestigiosa Università di Yale.

Mercoledì 16 ottobre 2013

Questa mattina imbocchiamo la 95 East e ci dirigiamo verso Essex, tornando finalmente a viaggiare tra i nostri amatissimi boschi, dove ritroviamo i tranquilli e curatissimi paesini che tanto ci piacciono. Essex è davvero un piacevole villaggio di mare, dove fa bella mostra di sé The Griswold Inn, la locanda più vecchia dello Stato, edificata nel 1776 in splendido stile coloniale. Ci concediamo una bella passeggiata nella zona del porto, dove un faro molto carino indica la rotta ai naviganti.

Successivamente arriviamo a Chester, paesino carinissimo che praticamente si sviluppa lungo un’unica strada, ma ciò che lo rende speciale sono i bellissimi negozi di antiquariato e la River Tavern, uno dei ristoranti più rinomati del Connecticut, dove più tardi ci fermeremo per il pranzo (ogni tanto qualche lusso ci vuole!). Nel frattempo andiamo a visitare il Gillette Castle, raggiungendolo con la nostra auto a bordo di un meraviglioso ferry boat che attraversa il maestoso Connecticut River. Visitiamo il maniero, davvero originale e che si ispira ai castelli medievali della Valle del Reno, edificato completamente con grossi sassi amalgamati fra di loro. Da qui la vista è molto bella e spazia sui boschi e sul fiume a valle.

Proseguiamo un po’ verso nord per visitare la piccolissima East Haddam, con il suo bel ponte di ferro e il Goodspeed Opera House, teatro dove vennero rappresentati i primi musical americani. Riprendiamo il ferry boat e torniamo a Chester che, nel frattempo, si è animata di persone attratte dalla gustosissima cucina della River Tavern.

Il tempo stringe, quindi attraversiamo velocemente Old Lyme e New London per fermarci a Mystic, graziosa cittadina di mare con un bel porto e uno scenografico ponte mobile in ferro. In questa località turistica, che un tempo è stata un importante centro baleniero, si trova l’omonimo locale dove vennero girate alcune scene del film Mystic Pizza, con la brava e bella Julia Roberts.

In seguito ci dirigiamo verso Ledyard, dove si trova la Mashantucket Pequot Indian Reservation, all’interno della quale si trova il mastodontico Foxwoods Resort Casino, attualmente di proprietà, dopo varie vicissitudini, dei nativi americani della tribù dei Pequot. Per un momento ci balena l’idea di fermarci per la notte, ma la strada da fare è ancora tanta e quindi decidiamo di proseguire.

Facciamo una sosta a Stonington, borgo marinaro molto pittoresco sviluppatosi lungo due strade attualmente a senso unico, dove si allineano bellissime dimore ottocentesche appartenute a vecchi capitani di Marina.

E adesso puntiamo decisamente verso Rhode Island, lo Stato più piccolo del New England.

RHODE ISLAND… The Ocean State

Stiamo viaggiando sulla 1 North e cominciamo a cercare un posto per la notte. La strada è molto bella e da essa si diramano tante stradine che portano verso le spiagge affacciate sull’oceano. Ne imbocchiamo una per curiosità e subito ci sembra di essere fuori dal mondo. Probabilmente in estate da queste parti c’è parecchio movimento, ma ora ci siamo solo noi e alcuni surfisti che sfidano le onde e il freddo.

Girovagando in cerca di un albergo arriviamo a Narragansett e ci fermiamo al Village Inn Hotel, dove una camera ci costa 170 $, ma è chiaro che in zona non abbiamo tante altre possibilità, c’è pochissima gente in giro e molte strutture ricettive sono chiuse.

Saliamo nella nostra stanza e la fantastica veduta dal balcone che si affaccia sull’immensità dell’Oceano Atlantico ci ripaga di tutto.

Giovedì 17 ottobre 2013

Anche questa mattina ci godiamo un po’ lo splendido panorama dalla nostra terrazza, ma purtroppo è già ora di partire e la prossima meta è Providence, la capitale dello Stato. Arrivati in città lasciamo la nostra vettura in un parcheggio e facciamo una rilassante passeggiata verso la State House. Il grandioso edificio neoclassico è molto bello e si ispira alla Basilica di San Pietro (?!). Come sempre entriamo e dopo un minuzioso controllo giriamo liberamente quasi ovunque senza alcun problema. In una stanza molto grande e riccamente decorata ci attira un imponente ritratto di George Washington, dopodiché si avvicina a noi una gentilissima e sorridente signora che ci fa notare un particolare molto curioso, cioè gli occhi del Presidente che ti seguono e ti osservano in qualunque punto della stanza ti trovi!

Il downtown di Providence è cosi bello da essere iscritto al National Register of Historic Places. Le sue strade sono molto romantiche, i lampioni sono addobbati con fiori coloratissimi e parecchi edifici sono costruiti in stile Art Decò e Liberty.

Salutiamo anche Providence e ripartiamo lungo la 114 South in direzione di Newport, sede di varie edizioni della prestigiosa regata velica “America’s Cup”, un’autentica perla che ci regala degli scorci incredibili sul mare e sulle sue stradine acciottolate, ci lascia a bocca aperta dinanzi alle numerosissime e maestose dimore affacciate sull’oceano, in gran parte fatte costruire nel XIX secolo dalle più famose e ricche famiglie di magnati americani.

Torniamo con i piedi per terra e ci rechiamo in Pelham St., la prima strada degli Stati Uniti a essere illuminata, nel 1805, con lampioni a gas. Percorrendola sembra di tornare indietro nel tempo e le residenze storiche, alcune delle quali oggi sono state trasformate in B&B, mantengono con grande cura l’aspetto originale.

Lasciamo a malincuore Newport e ci dirigiamo sulla 138 a Tiverton, cittadina adagiata lungo la costa senza un vero e proprio downtown, ma noi abbiamo una meta ben precisa, si chiama Gray’s Ice Cream e si trova al 16 East Road nella zona denominata Four Corners, storica gelateria artigianale dove un gustosissimo e cremoso “coffee cabinet” ci manda letteralmente in estasi!

MASSACHUSETTS… The Bay State

Decisamente entusiasti e ritemprati dalla sosta, abbandoniamo il Rhode Island percorrendo la 177 e la 6 East, rientriamo nel Massachusetts e ci dirigiamo verso New Bedford. Nel piccolo e grazioso downtown, lungo le sue stradine acciottolate, cerchiamo e troviamo la carinissima Seamen’s Bethel, la chiesa dove venivano a pregare i cacciatori di balene prima di ogni uscita in mare. Lo scrittore americano Herman Melville la immortalò nel suo epico romanzo Moby Dick, scritto nel 1851.

Tempo scaduto, è giunto il momento di procedere alla volta di Cape Cod… ben presto attraversiamo lo scenografico ponte che ci introduce alla penisola, il Bourne Bridge, costruito nel 1933. Lasciamo la 6 per prendere la 28 South che ci porta fino a Falmouth, dove facciamo una passeggiata sulla simpatica Maine St. per assaggiare il gelato all’astice… niente male il gusto, molto delicato il fiordilatte guarnito con bei pezzi del pregiato crostaceo!

Proseguendo sulla 28 attraversiamo Mashpee, paese da sempre abitato dai Mashpee Wampanoag, la tribù di nativi americani che salvò la vita ai Padri Pellegrini e si convertì al Cristianesimo nel XVI secolo.

Ultima destinazione della giornata è la “kennedyana” Hyannis, ormai è il tramonto e dobbiamo trovare un alloggio… sulla South St. rimaniamo colpiti dall’Anchor In Hotel, inserito in una bellissima location con le camere affacciate sulla darsena nella quale ondeggiano alcuni yacht… ebbene, al costo di 110 $ colazione inclusa ci viene assegnata una curatissima stanza dalla cui portafinestra si accede direttamente alla darsena e alla piscina, ai piedi della quale c’è un grande focolare acceso con delle sedie attorno, dove ci si può rilassare godendosi lo spettacolare panorama marino.

Facciamo una breve passeggiata nell’elegante downtown di Hyannis e ci fermiamo a cenare da Alberto’s Ristorante, sulla Main St., dove ci deliziano con due abbondanti piatti di fettuccine fatte in casa condite con crostacei e molluschi freschissimi!

Venerdì 18 ottobre 2013

Al nostro risveglio notiamo che sul pennone vicino alla piscina sono state issate tre bandiere, delle quali una ovviamente a stelle e strisce e una italiana quindi, incuriositi, durante la colazione chiediamo lumi sulla presenza del vessillo tricolore… la risposta ci lascia senza parole ma carichi di orgoglio, in quanto ci dicono che è un omaggio all’Italia dovuto alla nostra presenza nel loro albergo!

Sempre più convinti di quanto sia meraviglioso questo popolo, finiamo di gustarci una delle migliori colazioni del nostro viaggio nella raffinata sala appositamente apparecchiata.

Lasciamo a malincuore l’intimo Anchor In Hotel e andiamo a fotografare la bella statua di Iyannough, leader della tribù indiana dei Cummaquid che ha dato il nome a questa cittadina; nelle vicinanze, posta dinanzi l’omonimo museo, notiamo anche l’espressiva statua di John F. Kennedy che, giacca in spalla, passeggia a piedi nudi sulla spiaggia. Qui infatti il Presidente era di casa e vi stabilì la residenza estiva. Infine, per concludere il nostro omaggio a questo grande uomo, andiamo a visitare il memoriale eretto nella Lewis Bay, dinanzi all’oceano.

Ripartiamo in direzione South Yarmouth, un’occhiata veloce e via sulla 28 fino a Chatham. Qui parcheggiamo l’auto di fronte al bel faro bianco e, osservando alcuni isolotti sabbiosi sparsi a qualche decina di metri dalla costa, riusciamo a vedere con un cannocchiale un numeroso gruppo di foche impegnate a scaldarsi sotto i tiepidi raggi di sole autunnali.

Adesso niente più soste fino a Provincetown, adagiata sulla punta estrema della penisola di Cape Cod, che raggiungiamo percorrendo l’unica strada presente, la 6, che ci regala panorami fantastici su una lingua di terra che si fa sempre più stretta, dove le zone abitate si fanno sempre più rade e lasciano il posto alle spiagge, alle dune di sabbia, alla vegetazione marina, a pittoreschi e isolati B&B.

Giunti nello splendido downtown ci colpisce la bellezza delle sue stradine, sulle quali sono allineate le fotogeniche case di legno colorate e le attività commerciali più variegate e stravaganti, dominate dall’alto campanile del Pilgrim Monument, sfacciatamente somigliante alla Torre del Mangia di Siena, alla quale si è ispirato il suo ideatore e architetto, Willard Thomas Sears.

P-town è notoriamente riconosciuta come una delle località di villeggiatura più gettonate dalla comunità omosessuale americana, che qui può tranquillamente vivere e manifestare il proprio orientamento sessuale senza alcun pregiudizio. Casualmente siamo capitati in città all’inizio di un weekend probabilmente dedicato a varie iniziative in favore delle lesbiche, in quanto ce ne sono moltissime in giro, rendendo l’atmosfera particolarmente rilassata e divertente, grazie alla loro simpatia e gioia di vivere.

E’ giunto il momento di lasciare Cape Cod e noi decidiamo di farlo percorrendo la 6A Historic Route, strada poco trafficata e molto scenografica. Facciamo una piacevolissima sosta a Sandwich per una visita molto particolare, osiamo dire per intenditori… infatti cerchiamo e troviamo la candida “First Church of Christ”, immortalata con il suo slanciato campanile sulla copertina dell’album gospel dal titolo “How Great Thou Art”, registrato nel 1966 dall’immenso e ineguagliabile Elvis Presley, rimasto folgorato dalla bellezza della chiesa, tanto da convincerlo a riprodurla sul suo disco. Curiosamente, in questo luogo così lontano dai consueti percorsi turistici, incrociamo una coppia di italiani della provincia di Trento, secondo e ultimo incontro lungo il nostro percorso con viaggiatori del Belpaese.

Attraversiamo il Sagamore Bridge e salutiamo Cape Cod, la nostra avventura continua sulla 3 North, siamo diretti a Plymouth.

Nel 1620 quest’area è stata il punto d’attracco della Mayflower, la mitica imbarcazione con a bordo i coloni separatisti inglesi, oggi conosciuti come Padri Pellegrini, che in aperto contrasto con la Chiesa anglicana, accusata di non aver portato a termine la Riforma Protestante, fondarono da questa parte dell’oceano la città omonima della britannica Plymouth.

Andiamo alla ricerca della leggendaria Plymouth Rock, l’enorme masso in riva al mare dove la tradizione vuole che William Bradford e i suoi coloni misero piede la prima volta. Adesso questa roccia, passata nei secoli attraverso mille traversie che ne hanno notevolmente ridotto il volume, è custodita in un sobrio “tempietto”in stile dorico meta di pellegrinaggio dei turisti provenienti da tutto il mondo, che visitano il manufatto e la vicinissima ricostruzione della Mayflower, ancorata nella baia di Plymouth.

Altra affascinante testimonianza di questo glorioso passato è il Plimoth Plantation, un villaggio vivente del XVII secolo perfettamente ricostruito davanti al mare, con i figuranti in costume d’epoca che mostrano ai visitatori come vivevano i primi coloni inglesi sbarcati sul tratto di costa dove fondarono Plymouth.

Al termine di questa istruttiva full immersion nel cuore della storia degli Stati Uniti d’America, ci rimettiamo in movimento lungo la 44 West e la 495 in direzione di Worcester, la città dove sono nati i fantastici e leggendari diner, ristoranti popolari divenuti luoghi di culto per i veri viaggiatori “on the road”.

Domani dedicheremo l’intera mattinata a questa città, andando alla ricerca dei mitici e inossidabili “vagoni”. Trovare una sistemazione per la notte a Worcester sembra un’impresa impossibile, quindi decidiamo di allontanarci dal centro città sperando di trovare qualcosa appena fuori, imbocchiamo la 9 West fino a Leicester e arriviamo a Spencer senza aver trovato nulla. Improvvisamente intravvediamo un’insegna che ci indica la presenza dello Spencer Country Inn, dove finalmente riusciamo a trovare una camera per la notte veramente a buon prezzo. L’edificio, risalente alla prima metà del XVIII secolo, è molto bello, intimo e curato, con il legno dipinto di bianco a dominare la scena e le pareti all’interno ricoperte di vecchie fotografie ingiallite e articoli di giornale datati che parlano di questo posto. Raggiungiamo la nostra stanza al primo piano salendo una stretta e scricchiolante scala di legno, allo stesso tempo un po’ inquietante e molto affascinante. Consumiamo una buona cena nella sala ristorante tutta legno e travi a vista, dopodiché ci ritiriamo nel nostro alloggio.

Sabato 19 ottobre 2013

Di buon mattino torniamo a Worcester, dove sulla Southbridge St. troviamo lo storico Miss Worcester Diner. Dopo le fotografie di rito facciamo colazione con abbondanti porzioni di pancake guarnito con panna e fragole, french toast e caffè bollente a volontà. Notiamo subito con sommo piacere che i diner non hanno snaturato la loro straordinaria storia di locali popolari, frequentati dalla gente del posto e da tutte le categorie di lavoratori e professionisti, dove le classi sociali si annullano e gli avventori amano discutere di sport, di politica e dei problemi di tutti i giorni.

Decisamente satolli proseguiamo con la ricerca dei nostri diner e, dopo pochi minuti, in Shrewsbury St., troviamo il bellissimo Boulevard Diner, dove gustiamo gradevoli orange juice. Usciti dal locale, ci basta attraversare la strada per raggiungere il Parkway Diner, incastrato tra due edifici e comunque elegante con i suoi sgabelli in pelle rosso fiammante e acciaio. Partiamo in direzione della vicina Waltham e, sulla Main St., troviamo il Wilson’s Diner, meraviglioso nel suo bel vestito blu; proseguendo verso Boston raggiungiamo Watertown, dove in Mt. Auburn St. ci accoglie l’imponente Deluxe Town Diner e, per finire in bellezza, rendiamo omaggio lungo la stessa strada anche al New Yorker Diner, con la sua facciata raffigurante un’enorme bandiera a stelle e strisce.

Ed è così che, un po’ alla volta e quasi senza rendercene conto, si materializza di fronte a noi lo skyline di Boston… mestamente ci dirigiamo verso l’aeroporto, dove entro le ore 15:30 dobbiamo riconsegnare la nostra amatissima Ford Escape.

E’ stata molto dura congedarci dalla nostra “fuoriserie”, lasciarla lì nel bel mezzo del grande parcheggio dell’Alamo Rent a Car, è stata una compagna di viaggio affidabile, comodissima e non ci ha mai traditi nei 4500 chilometri che abbiamo percorso assieme.

A risollevarci il morale ci pensa la certezza che ora trascorreremo le ultime tre notti del nostro indimenticabile viaggio a Boston. Ci accoglie una città strepitosa, che noi non esitiamo a esplorare minuziosamente, attraversando i suoi straordinari quartieri e visitando le sue eccellenze di fama mondiale, come il Massachusetts Institute of Technology e la Harvard University.

Boston è ricchissima di storia e il famoso Freedom Trail permette a tutti di seguire un affascinante itinerario attraverso le tappe più importanti che hanno scandito la Guerra d’Indipendenza, conoscendone i principali protagonisti.

Ma quello che ci ha veramente commosso e ci resterà per sempre nel cuore è il West End, il quartiere italiano dove quasi tutto è rimasto uguale nel tempo, consentendo ai visitatori come noi, innamorati dell’epopea dei migranti in cerca di una vita migliore, di “assaporare” ciò che i nostri nonni hanno vissuto agli albori del secolo scorso.

E ora siamo giunti al termine del nostro diario di viaggio, ci rendiamo conto che Boston è così bella e interessante che meriterebbe un capitolo tutto suo, consapevoli comunque che la città è talmente conosciuta che il nostro modesto contributo può tranquillamente concludersi qui.

Laura & Giancarlo

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