Sotto ai cieli del Nepal

Tra Kathmandu, Bhaktapur e Bandipur
Scritto da: supermary58
sotto ai cieli del nepal
Partenza il: 18/08/2010
Ritorno il: 30/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
19 AGOSTO 2010

Dopo 12 ore di volo e quasi altrettante di sosta nei vari aeroporti, atterriamo finalmente a Kathmandu. Con la padrona della nostra guesthouse avevamo concordato il transfer, così dopo aver fatto il visto (25 USD) e ritirato i bagagli, incontriamo all’uscita dall’aeroporto un simpatico autista che ci accoglie con una ghirlanda di fiori freschi e l’immancabile: “Namaste, welcome in Nepal!”

Sono quasi le 21.00, le vie adiacenti alla guest house sono ancora animate di gente, anche se parecchi negozi hanno già le serrande abbassate, facciamo due passi alla ricerca di un posticino per mangiare qualcosa, ma purtroppo i ristoranti nei quali entriamo, vista l’ora, non sono più propensi ad accettare clienti, perciò ci accontentiamo di rinfrescarci con una birra e di rientrare per una bella dormita.

ASMITA Bed & Breakfast, 20 USD la doppia a notte con bagno e colazione

20 AGOSTO

Ci svegliamo molto presto e tanta è la voglia di cominciare a conoscere la città. Gli stupendi templi costruiti sulle vie lastricate di Durbar Square, cuore della città vecchia, ci riportano indietro nel tempo…stiamo per immergerci in una dimensione completamente diversa da quella in cui siamo abituati!

Il Kumari Bahal, costruito nel XVIII secolo, è uno degli edifici più importanti di Durbar Square ed è famoso perchè in esso vive la Kumari, la dea bambina tanto amata e venerata ma costretta ad una vita senza gioia. Scelta tra un gran numero di bimbe, viene riconosciuta dea solo se riesce a superare alcune difficili prove per le quali è necessario dimostrare un grande coraggio. Tolta ai suoi genitori in tenera età, non può avere amici, non può uscire di casa se non in alcune feste particolari durante le quali viene trasportata su una portantina dorata perchè le è vietato toccare terra, non può frequentare la scuola perchè una dea sa tutto e non ha bisogno di studiare…insomma il suo è uno stile di vita difficoltoso e non proprio invidiabile. All’arrivo del suo ciclo mestruale oppure alla morte del re perderà la sua divinità e in questo caso, nel giro di qualche giorno, sarà costretta a ritornare, spesso in modo traumatico, alla normalità ed in un mondo che non le appartiene.

Intorno al Palazzo, numerosi sono i templi nei quali buddhisti e induisti si ritrovano a pregare indifferentemente e con grande devozione e molti sono i fedeli che portano le loro offerte e le appoggiano con gesti abitudinari ai piedi degli altari. Lungo le strade è tutto un andare e venire di uomini, donne, vecchi e bambini……dal mendicante che ti chiede una rupia alla vecchietta tutta rughe e pelle e ossa, dal gruppetto di studenti con la divisa della scuola, al conducente di risciò tutto muscoli, dal venditore di erba a quello che va a caccia di turisti …siamo coinvolti in una folla multicolore che ci assorbe e dalla quale non ci possiamo sottrarre. Il traffico inoltre è incredibilmente caotico: taxi, macchine, autobus sgangherati si incrociano facendosi pelo e contropelo, nessuno si arrabbia e, strano ma vero, non si vedono incidenti.

Nel pomeriggio ci rechiamo al tempio buddhista di Swayambhunath chiamato più semplicemente “il tempio delle scimmie” per le numerose scimmie che vivono su questa collina. Per arrivarci percorriamo una lunga scalinata che ci conduce al piazzale dal quale ammiriamo un bel panorama di Kathmandu. Qui sorge un grande stupa imbiancato a calce e sormontato da un blocco quadrato ricoperto d’oro con gli occhi del Buddha che sembrano ti seguano ovunque tu vada.

Attorno allo stupa molte sono le ruote di preghiera che i fedeli fanno ruotare con una mano in senso orario.

Dopo aver ammirato il tramonto, prendiamo un taxi e ritorniamo nella caotica Thamel per una cena allo Yangling Tibetan Restaurant dove gustiamo degli ottimi momo che dicono siano i più buoni della città. Dopo cena facciamo due passi in questo quartiere attraversato da un’infinità di stradine e vicoletti dove si susseguono uno dopo l’altro negozi di tutti i generi, le librerie, in modo particolare, sono stupende!

ASMITA Bed & Breakfast

21 AGOSTO

Ha diluviato tutta la notte e la giornata, dal punto di vista metereologico, non promette niente di buono! Dopo circa un’ora di taxi arriviamo nel villaggio di Dakshinkali dove due volte a settimana (martedi e sabato) vengono sacrificati decine di animali in onore della Dea Kali chiamata giustamente “la sanguinaria”.

Dal parcheggio seguiamo un sentiero lungo il quale sono disseminate numerose bancarelle che vendono oltre a fiori, noci di cocco e candele anche polli e capretti ignari della brutta fine che andranno a fare.

Scendiamo una lunga scalinata fino ad arrivare al tempio dove avvengono i sacrifici, vicino si trova il fiume nel quale vengono successivamente lavate le vittime. Le sensazioni sono forti, i macellai sgozzano e decapitano gli animali e con il sangue che sgorga dai loro corpi bagnano i bassorilievi raffiguranti la Dea Kali.

In taxi proseguiamo verso Pharping dove visitiamo alcuni grandi monasteri tibetani e un bellissimo stupa. Il paesino è molto tranquillo e circondato da vasti prati verdi mentre i monaci, molto disponibili, ci aprono le porte dei loro coloratissimi templi.

Con un bus locale, in circa mezz’ora, ritorniamo a Kathmandu, ritiriamo gli zaini e in taxi raggiungiamo Bodnath principale centro buddista della valle, dove visitiamo il più grande stupa del Nepal e il secondo al mondo per ampiezza. Qui vive la maggior parte dei tibetani fuggiti dal loro paese prima dell’invasione cinese degli anni cinquanta. Nell’antichità Bodnath era considerata il punto di riferimento dei mercanti tibetani che si fermavano al tempio per ringraziare le divinità di averli protetti durante la difficile traversata dell’Himalaya. Entriamo per una stretta porta allontanandoci dal rumore assordante dei clacson delle auto e dei motorini. Notiamo diversi monasteri con i tetti dorati, monaci in preghiera che girano attorno al mandala, parecchi negozietti che vendono articoli religiosi e ristoranti che rendono un po’ troppo turistico questo luogo sprituale.

Ceniamo e pernottiamo in una tranquilla guest house vicino al Monastero di Shechen.

Shechen Guest House, circa 11 euro la doppia con bagno

22 AGOSTO

All’alba ci svegliamo con il suono dei tamburi e, con molta discrezione, ci rechiamo al vicino Monastero di Shechen, dove i monaci si ritrovano per la prima preghiera della giornata. Non è possibile entrare ma riusciamo ugualmente a dare un’occhiata all’interno del monastero. Suggestivi sono i dipinti murali raffiguranti divinità, Lama del passato e mandala, mentre in fondo alla sala, davanti ad un altare, molte sono le offerte di frutta, fiori e candele al burro di yak.

Contattiamo il prezzo di un taxi che in circa un’ora ci porta a Bhaktapur. Decidiamo di visitare la città l’indomani e con un bus locale raggiungiamo Thimi, un tipico villaggio newari a pochi chilometri da Bhaktapur. Passeggiamo tra le stradine lastricate sulle quali si affaciano numerosi templi. La gente del posto si dedica principalmente all’arte del legno e della ceramica e molti sono i vasai che plasmano l’argilla e mettono i vasi ad essicare lungo le vie.

Rientriamo a Bhaktapur e dopo cena, sotto la pioggia, facciamo quattro passi tra le tante bancarelle che animano Durbar Square.

Shiva Guest House – II, circa 16 euro la doppia con bagno

23 AGOSTO

Bhatktapur non a caso viene considerata la più bella città del Nepal. E’ impossibile descrivere, uno ad uno, tutti i templi che ammiriamo in Durbar Square, così come è difficile descrivere l’atmosfera che regna passeggiando per i quartieri cittadini. La gente, povera ma dignitosa, vive con apparente serenità lungo le strade, le donne lavano i panni nei lavatoi pubblici, i bambini giocano tra loro senza giocattoli, mentre i uomini si ritrovano per fumare e giocare a carte. Galline, piccioni, cani randagi scorazzano nei tanti cortili. E’ un vero viaggio nel tempo, ci perdiamo nelle stradine lontane da Durbar Square tra case diroccate e finestre in legno intarsiato e abbiamo l’impressione che anche i visi della gente appartengano ad un lontano passato. Dopo aver seguito i due itinerari proposti dalla Lonely ci ritroviamo ancora a Durbar Square ed è inevitabile la salita al maestoso Tempio di Nyatapola con i suoi 5 piani e 40 metri d’altezza è il più imponente del Nepal. La scalinata è ripida e ai lati degli stretti gradini sono posizionate enormi statue raffiguranti due lottatori, due elefanti, due leoni, due grifoni e due dee. Dalla terrazza, oltre ad ammirare un bellissimo panorama della città si può osservare anche il continuo andarivieni della gente ognuno diretto ad una propria meta.

Decidiamo di raggiungere il Tempio di Suriya Binayak nella zona sud, quando passando da Poters’ Square vediamo il cadavere di una mucca in mezzo alla piazza pronta per essere bruciata.

Alcuni uomini attorno alla grossa bestia stanno accendendo il fuoco sotto agli occhi incuriositi dei bambini. Queste sono le loro usanze e noi ne prendiamo atto rimanendo stupiti di ciò che sta accadendo.

Il Tempio di Suriya Binayak dista meno di un’ora dal centro città. E’ una piacevole passeggiata tra case diroccate e negozietti che vendono dalle frittelle preparate al momento a pezzi di carne macellate non proprio piacevoli da vedere.

Arrivati alle gradinate del Tempio saliamo i tanti scalini fino a raggiungerlo. Pochi sono i fedeli in preghiera e un po’ offuscato dall’umidità, dovuta alle tanta pioggia, è il panorama.

Ritorniamo in città rifacendo lo stesso percorso e facciamo “colazione” con qualche fumante frittella servitaci in un foglio di giornale.

Il primo pomeriggio lo trascorriamo girovagando ancora per Durbar Square facendo un po’ di shopping e scattando decine di foto, anche se la luce non è delle migliori. Bhaktapur è un museo all’aperto e ad ogni angolo c’è sempre un’immagine da immortalare.

Sul tardi ci trasferiamo a pochi chilometri dalla città e precisamente a Changu Narayan dove visiteremo un magnifico santuario dedicato a Vishnu. Diluvia, le strade sono allagate, il traffico indescrivibile, i clacson delle auto e dei motorini suonano in continuazione. Alloggiamo in una guest house vicinissima al tempio. Ha solo 4 stanze con il bagno in comune, molto spartana (necessari sacchi lenzuolo), la vista dal piccolo balcone dà su qualche albero da frutto e qualche improvvisato orticello. Siamo gli unici turisti, la padrona di casa è molto simpatica e ospitale ed è tutto molto tranquillo e rilassante. Ceniamo su una terrazza coperta da una tettoia di lamiera, è buio, la tavola è illuminata da un paio di candele, ci riscaldiamo con una zuppa calda e l’immancabile pollo. Un cane randagio ci tiene compagnia, ci guarda affamato con i suoi occhioni tristi e buona parte della cena la diamo a lui.

Chengu Guest House, 25 USD la doppia

24 AGOSTO

Il Tempio di Changu Narayan, dichiarato Patrimonio dell’Unesco, risale a IV secolo e le sue sculture di pietra risalgono all’epoca dei licchavi, un popolo proveniente dall’India. Costruito a forma di pagoda a due tetti , il tempio è sorvegliato su ogni lato da coppie di animali mitologici come leoni, elefanti e grifoni, mentre le travi del tetto sono scolpite e raffigurano divinità tantriche con tante braccia. E’ mattina presto e oltre ai fedeli c’è anche l’immancabile sadhu intento a recitare i mantra. Avevamo previsto un’escursione in qualche villaggio Tamang, ma purtroppo ci rinunciamo a causa del cattivo tempo. Sotto un diluvio universale riprendiamo gli zaini e raggiungiamo i bus posteggiati all’inizio del villaggio passando davanti a tante botteghe che espongono coloratissime maschere in legno raffiguranti i vari dei oppure thangka sui quali sono dipinti mandala o ruote della vita.

Dopo un’ora circa stipati su un bus scassattissimo con tanto di “musica a palla”, rientriamo a Kathamandu e ci riposiamo un’oretta nella nostra, ormai familiare, guesthouse.

La nostra tappa pomeridiana è il Tempio di Pashupatinath il più importante tempio indù del Nepal che sorge sulle rive del Bagmati, fiume sacro tanto quanto il Gange in India. Assistiamo ad una cremazione, una scena toccante ma per niente macabra vista la naturalezza con cui viene vissuta dai familiari del defunto. Le ceneri verranno poi disperse nelle acque del fiume che confluiscono con quelle del Gange. Nonostante siano putride diversi bambini ci sguazzano felici così come uomini e donne si bagnano cercando un contatto con il mondo degli dei. Nei dintorni dei ghat si aggirano sadhu seminudi, con barbe e capelli lunghi e il corpo cosparso di cenere che pretendono denaro in cambio di una foto. Saliamo sulle terrazze che sovrastano il fiume passando davanti ad una serie di tempietti dedicati a Shiva, vediamo il fumo che sale dalle pire accese mentre nell’aria si diffonde l’odore del corpo bruciato.

Rientriamo a Thamel….domani si parte per Bandipur.

ASMITA Bed & Breakfast

25 AGOSTO

Stamattina la sveglia suona molto presto, il bus che ci porterà a Dumree è posteggiato poco distante dalla guest house. Durante il tragitto, durato circa 5 ore, attraversiamo villaggi microscopici adagiati nel verde di colture di riso terrazzate che ci ricordano vagamente il nord del Vietnam. Molte sono le frane che incontriamo lungo la strada dovute sicuramente alle abbondanti pioggie di questi giorni. Arrivati a Dumree contattiamo il prezzo di una jeep che ci porterà a Bandipur. A circa metà strada tra Kathmandu e Pokhara, Bandipur è un’antica città newari arrocata a 1000 metri sulle colline himalayane. Il tragitto è di circa tre quarti d’ora e, strano ma vero, è uscito anche un po’ di sole tanto che il verde del paesaggio circostante assume un colore più luminoso. Alloggiamo in un’antica casa newari finemente restaurata situata nella piazza principale del paese. E’ ora di pranzo e mangiamo qualcosa in uno dei Caffè vicino all’hotel. Nel pomeriggio assistiamo ad una festa locale che riunisce in piazza tutti gli abitanti del paese. Alcuni partecipanti mascherati ballano instancabilmente lungo le strette vie e un gruppo di musicisti suona davanti alle case di coloro che hanno avuto un lutto durante l’anno trascorso. Lasciamo la cittadina in festa e facciamo una passeggiata fino a Tundikhel nella speranza di vedere la catena himalayana. Purtroppo le nuvole nascondono buona parte del panorama che, con un po’ d’immaginazione, riteniamo debba essere spettacolare, però, nonostante tutto riusciamo a vedere le cime più alte illuminate dai raggi del sole e questo ci conforta. Velocemente si fa buio e, ripercorrendo la stessa strada, rientriamo in paese dove ritroviamo ancora i musicisti che imperterriti continuano a suonare.

Ceniamo sulla terrazza dell’hotel a lume di candela in un’atmosfera tranquilla e rilassata.

The Old Inn Hotel, 2 notti con colazione e 2 cene circa 110 euro per due persone

26 AGOSTO

Oggi non piove… Non ci sembra vero! Ci alziamo di buon ora e facciamo una bella camminata in questo bellissimo villaggio newari che fortunatamente sembra essere scampato al turismo di massa. Sono circa le 7.00 e per strada gruppi di bambini con le loro divise immacolate camminano velocemente verso la scuola mentre le donne, nei loro sari colorati, stendono sulla strada grandi teli sui quali mettono ad essiccare peperoncini e granoturco. Lungo le vie ammiriamo vecchie abitazioni con porte, finestre e balconcini in legno decorato tutti diversi tra loro. Raggiungiamo Teendhara poco distante dal centro del paese dove si trova un lavatoio pubblico nel quale le donne si lavano, fanno il bucato oppure scorta di acqua riempiendo dei grandi secchi. Ripercorriamo la stessa strada fino all’inizio del paese, alcune donne sedute sui gradini delle loro case ci chiedono una foto, le accontentiamo e gliela mostriamo scambiando con loro due parole e cercando di farci capire per quanto possibile. Una donna del gruppo ci invita a visitare la capanna in cui vive…. Una stanza con un giaciglio che funge da letto, quattro stoviglie appese al muro, un paio di caprette in un piccolo recinto e qualche gallina che scorazza nel praticello vicino alla casa. Dice di avere 44 anni, di essere molto malata e di non avere soldi per comprare le medicine che un medico di Kathmandu le ha prescritto. Non sappiamo se questa è la verità, ma le diamo comunque qualche rupia per contraccambiare la sua ospitalità. Ritorniamo in hotel e andiamo a pranzo nel solito Caffè della piazza. Mentre pranziamo seduti ad un tavolo all’esterno del locale, sentiamo da lontano dei forti e insistenti lamenti che assomigliano tanto al grugnito di un maiale.

Dopo pranzo ci dirigiamo nella direzione dalla quale provengono i lamenti e poco dopo vediamo una grossa scrofa sdraiata in un angolo della strada e due uomini che cercano di immobilizzarle le gambe e il muso con delle lunghe corde. Inutile spiegare la sofferenza del povero animale e con quanta grinta e disperazione abbia cercato di sopravvivere. I due uomini la porteranno a morire dopo averla appesa ad una canna di bambù e, mentre si allontanano, sentiamo le urla della scrofa farsi sempre più flebili.

Ritorniamo a Tundikhel sperando di riuscire a vedere un tramonto migliore rispetto a quello di ieri e una volta arrivati nel grande prato dal quale si ammira il panorama mio marito si aggrega ad un gruppo di ragazzi che stanno giocando a calcio, dando spettacolo delle sue prodezze anche in terra nepalese!

The Old Inn Hotel

27 AGOSTO

La giornata di oggi è quasi interamente dedicata al trasferimento da Bandipur a Kathmandu. La solita jeep ci riporta a Dumree e da qui prendiamo il bus per Kathmandu. La velocità del “potente mezzo” è tale da farci pensare che se riusciamo ad arrivare in città a notte fonda è già una bella fortuna! In effetti dopo una mezz’ora circa si ferma in un’officina lungo la strada per un guasto al motore. Non sappiamo in che modo siano riusciti a ripararlo, però il bus si rimette in moto e ricomincia ad arrancare faticosamente lungo la trafficata Prithvi Ramarg.

Arriviamo nel tardo pomeriggio a Kathmandu e con un taxi fermato al volo sotto l’ormai l’immancabile pioggia, raggiungiamo Patan. Sistemiamo gli zaini nella nostra un po’ tetra guest house e andiamo a cena nell’ottimo Cafè de Patan situato in Durbar Square.

Durbar Guest House, doppia con bagno privato adiacente alla stanza circa 6 euro

28 AGOSTO

La mattina la dedichiamo alla visita di Patan (città della bellezza) ricchissima di templi induisti e stupa buddhisti, un’impressionante concentrazione di “bellezza”, appunto come dice il suo nome. In Durbar Square, alcuni templi sono del XIV secolo, ma la maggior parte risalgono a tre secoli più tardi, periodo in cui la città visse il suo massimo splendore. Uno dei monumenti di maggior pregio di tutta la valle è il Palazzo Reale, oggi museo della città nel quale si accede attraverso la Porta d’oro. Subito sopra la porta c’è una finestra la cui struttura in legno è ricoperta da fogli d’oro e dalla quale un tempo il re si affacciava. Con un sistema di cortili comunicanti raggiungiamo i tre templi consacrati alla divinità più famosa della valle, la dea Taleju. Seguiamo l’itinerario a piedi, proposto dalla Lonely, assistendo a scene di vita quotidiana e scoprendo i templi che si nascondono tra case, lavatoi e cortili appartenenti all’architettura newari.

Nel pomeriggio con un bus locale raggiungiamo il villaggio di Bungamati anch’esso in stile newari e a prima vista poco turistico. E’ bello passeggiare in un paesino molto simile alle nostre campagne di cento anni fa…la gente si ritrova fuori dalle loro case a chiaccherare o a filare il cotone oppure a lavare i panni alle fontane….aspetti di una vita molto lontana dai ritmi occidentali….

Ci fermiamo in un ristorante fuori dal paese e pranziamo sotto un pergolato dal quale ammiriamo un bel panorama dei campi sottostanti. Un signore di mezza età si avvicina a noi, ci chiede di dove siamo e ci racconta di essere stato diverse volte a Firenze e in altre città italiane. Dice che sono molto belle e che tra qualche tempo avrà ancora occasione di ritornare in Italia.

Ci congediamo da lui e riprendiamo il bus per Patan. Da qui con un taxi rientriamo a Kat per trascorrere l’ultima notte nella nostra accogliente guesthouse.

ASMITA Bed & Breakfast

29 AGOSTO

Oggi è l’ultimo giorno del nostro viaggio in Nepal. Ci svegliamo un po’ più tardi ma ancora con la voglia di perdersi tra le vie di questa bella città. La giornata la dedichiamo allo shopping setacciando le tante botteghe di Thamel. I commessi sono molto cordiali e simpatici e le contrattazioni per i tanti acquisti fatti sono un momento di divertimento e di relax.

Gustiamo per l’ultima volta i buonissimi momo allo Yangling Tibetan Restaurant e nel tardo pomeriggio raggiungiamo l’aeroporto in attesa del volo che ci riporterà a Milano.

Salutiamo questo paese che ci ha accolti con molta semplicità e disponibilità, lasciamo questa bella gente al loro povero ma dignitoso stile di vita e alla loro capacità di vivere la religiosità con riti estremamente interessanti e vari, forse per noi difficili da capire, ma straordinariamente affascinanti.

Namastè Nepal…

Mary e Max



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