Kathmandu in Suzuki Maruti

Il nostro viaggio (8 – 23 agosto 2010) è iniziato con qualche giorno a Kathmandu e continuato nell'India del nord...
Scritto da: gallinapadovana
kathmandu in suzuki maruti
Partenza il: 08/08/2010
Ritorno il: 23/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Il nostro viaggio (8 – 23 agosto 2010) è iniziato con qualche giorno a Kathmandu e continuato nell’India del nord. Arrivati in Nepal via Delhi, dopo qualche giorno siamo tornati in India per un tour da Varanasi a Delhi con un assaggio di Rajasthan. Anche il nostro racconto è stato quindi spezzato in due parti, nei relativi Stati. Arrivare a Kathmandu via India richiede l’esercizio di una buona dose di pazienza ed una penna sempre a disposizione. Sia nel transito in India che all’arrivo in Nepal dovrete infatti compilare moduli di tutti i tipi, sia in volo che a terra, e sottoporvi a controlli vari ogni tre passi: alle persone, ai bagagli a mano, alle carte d’imbarco… Ogni volta vi verranno timbrati biglietto aereo ed etichetta del bagaglio a mano (fondamentale averla). Code ai controlli: spesso sono 2, suddivise per sesso. Negli aeroporti (ma non solo) la presenza di militari è molto numerosa, la paura di attentati è quasi palpabile.

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Visto Nepal: si richiede direttamente all’arrivo in aeroporto, presentando passaporto , fototessera ed un paio di moduli compilati al momento. Accettano senza problemi sia dollari che euro. Se arrivate via India per ritornarci poi vi servirà anche un visto multiplo per questo Paese. Kathmandu ed i suoi dintorni si visitano tranquillamente in 3 – 4 giorni al massimo; il modo più comodo per spostarsi sono i taxi (quasi tutte Suzuki Maruti) contrattando il prezzo prima di salire: la lonely planet riporta “tariffe indicative” a cui fare riferimento per i principali tragitti da/verso i siti turistici principali.

In città:

  • abbiamo girato a piedi (anche senza meta) nelle stradine tra Thamel e Durbar Square. Consigliamo l’estensione del biglietto di accesso a Durbar square per tutto il soggiorno in città: si fa nella stessa piazza, nel palazzo adiacente la Casa della Kumari.
  • siamo arrivati in risciò al tempio buddista di Svayambhunath, detto tempio delle scimmie (monkey temple) in cima ad una collina: la vista è splendida anche se la scalinata per arrivarci è leggermente micidiale.
  • abbiamo visitato il vecchio palazzo reale di Narayanhiti ora trasformato in museo. Nel giardino retrostante vi sono le fondamenta della palazzina abitata dalla famiglia reale e rasa al suolo dopo la strage del 2001.
  • Infine abbiamo visitato il tempio di Gokarna Mahadev e provato l’itinerario a piedi Gokarna – Kopan – Bodhnath tra colline e monasteri buddisti (riportato sulla Lonely Planet).

I dintorni:

  • Patan e Baktapur con le rispettive Durbar Square.
  • il tempio indù di Pashupatinath, che è il principale tempio indù nepalese e sorge sulle rive del fiume sacro Bagmati; molti nepalesi scelgono di essere cremati qui, è l’equivalente dell’indiana Varanasi.
  • la stupa buddista di Bodhnath (o boudhanath).
  • La trasferta a Dhulikhel (speranzosi che la giornata grigia ci consentisse comunque una seppur minima vista panoramica sull’Himalaya) si è rivelata infruttuosa: ad agosto in Nepal il clima non regala viste panoramiche.
  • Trasferta a Bungamati: è un paesino caratteristico ma a nostro avviso non vale la pena.

Clima di Kathmandu ad agosto: “monsonico”. Abbiamo avuto T° minime sui 21-22°C e massime sui 30°C; pioggia 2-3 ore tutti i giorni, al pomeriggio. A volte leggera, altre più intensa. Anche quando non piove il cielo è comunque nuvoloso. Vista sull’Himalaia: non pervenuta. Può essere molto utile un K-way con cappuccio (o “raincoat” che dir si voglia) ed una pila per le ore notturne. Cosa ci ha colpito: Il primo impatto con il traffico è devastante: macchine ma soprattutto moto, scooter e circa 4500 tuc tuc (ape piaggio italiana) dappertutto, e tutti suonano sempre il clacson come per arrivare prima di te. La regola è che non esistono regole: chi arriva prima passa e gli altri cercano di passare prima di lui. Attraversare a piedi i viali più larghi è un tentativo di suicidio ogni volta. Sopravvissuti al primo impatto e metabolizzato il traffico si apprezzano la gentilezza, religiosità e spiritualità di questa gente: a noi sono piaciuti in particolar modo Pashupatinath e Bodhnath, oltre alle tre Durbar square (Kathmandu, Patan e Baktapur).

Continua in India……



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