Slovenia, Madre Natura dell’alto Adriatico

In uno degli Stati più piccoli d’Europa vi è un unico assioma che governa il litorale, la capitale e i rilievi montuosi: l’amore per la Natura
Scritto da: Buk
slovenia, madre natura dell’alto adriatico
Partenza il: 25/04/2013
Ritorno il: 28/04/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Non sono mai riuscita a capire se la Slovenia fosse realmente un bel Paese. Un po’ probabilmente per una mia chiusura mentale, un po’ perché suppongo vi sia questa convinzione popolare che un viaggio in Slovenia sia come andare a trovare i parenti durante le feste, sei assolutamente convinta di conoscerla, sai già cosa aspettarti e le sorprese ormai sono finite nei primi ricordi d’infanzia. Considerando che è il mio terzo viaggio in Slovenia (tutti svolti nella zona montuosa), sono partita con lo spirito di chi, durante le vacanze estive, deve andare a trovare la zia in villeggiatura nella pensione termale. Lungo il viaggio si cambia poi prospettiva.

Ho programmato questa full immersion slovena cercando di gustare le sue sfaccettature, conseguentemente ho dedicato un giorno al litorale Adriatico, un giorno alla Capitale e un giorno alla zona della Alpi.

Arrivo a Capodistria nel primo pomeriggio. Scelgo Portoroz come base per visitare il litorale sloveno e dato che dobbiamo ancora pranzare e per di più è festa opto per un ristorante segnalato dalla guida, il Ribič uno dei ristoranti più amati della costa sia da sloveni che dai vicini triestini. Per la sua particolare posizione questo ristorante da già l’idea di come in Slovenia strutture e natura siano perfettamente in unisono. Si trova a Seča alla fine di un lungo promontorio che costeggia le saline di Sečovlje, visitabili al costo di 6€.Degli enormi fichi e ulivi fanno ombra nel giardino di fronte al mare dove potete gustare dell’ottimo pesce e dell’ottima cucina istriana, i prezzi naturalmente sono da ristorante.

Tornando sui miei passi e ripercorrendo il litorale verso Portoroz vi è un bellissimo scorcio sulla baia che presenta nuovamente questa contrapposizione fra l’industrializzazione (il porto con le sue alte gru) e l’antica vita di paese (il campanile della chiesa che si alza sopra ai tetti rossi). Essendo in zona ne approfitto per apprezzare questa prospettiva di vita dall’alto e così scalo l’altopiano carsico del Črni kal raggiungendo il Castello di Socerb che oggi ospita un ristorante cui terrazza (a cui si può accedere liberamente) da direttamente sulla baia triestina e di Koper. Del castello in senso lato non rimane molto, ma la visuale della baia soprattutto durante il tramonto è molto bella, tenendo sempre presente di questa antitesi fra natura e industrializzazione. Se siete in orario di aperitivo consiglio di fermarsi a godere una birra seduti ad uno dei tavolini di questa terrazza dove regna silenzio e armonia.

Se volete invece addentrarvi ancor di più nella vita dei paesini carsici vi consiglio i meravigliosi affreschi di Hrastovlje custoditi nella Chiesa della SS. Trtinità. Hrastovlje (in italiano Cristoglie) è un piccolo borgo di 150 anime arroccato sopra una collina e dominato da questa splendida chiesa in stile medioevale cui affreschi rappresentano, oltre ai classici cristiani, danze macabre esprimendo la morte che guida al riposo eterno bambini, vescovi e contadini indistintamente dalla loro ragione sociale. Perdersi poi nelle strette viuzze di questo borgo immerso nella sua quiete è piacevole e rilassante.

Per cena ci dirigiamo a Piran che ci costringe, dato che è una città assolutamente vietata al transito dei non residenti, a lasciare la macchina presso un parcheggio fuori dall’abitato. Deserto e silenzioso il porto di Piran offre solo il rumore delle barche che sbattono sulla darsena circolare, mentre all’interno dell’abitato echeggiano i suoni delle stoviglie lavate nelle trattorie nascoste negli angoli bui e segnalate da piccole candele.

L’indomani mattina siamo pronti per la capitale, ma prima non possiamo non fare tappa alle Grotte di Postumia e al Castello di Predjama. L’ingresso alle Grotte, associato alla visita del Castello non ha un prezzo relativamente basso. A seconda del tipo di visita si va dai 27 ai 50€, ma per chi non c’è mai stato, posso assicurare che ne vale la pena. Alla base dell’entrata delle grotte vi è un piccolo mulino. Quasi sempre in funzione galleggia sulle acque del fiume Piuca che inabissandosi nei secoli ha creato queste formazioni di una bellezza estrema su tre livelli. La visita prevede un tour dei due livelli superiori delle grotte, quelli “prosciugati”, mentre il fiume Piuca negli stessi istanti in cui percorrete l’unione di stalagmiti e stalattiti sta scavando altre grotte al terzo livello, quello inferiore, per poi risalire in superficie dando origine al Ljubljanica (il fiume che percorre in toto Lubiana) e terminare il suo viaggio nel Mar Nero. La visita prevede uno sbalzo termico notevole dato che la temperatura annuale all’interno è di 9°c quindi consiglio vivamente un giubbotto e si svolge in 1 ora e mezza. Un trenino parte ogni ora e percorre per 20 minuti all’andata e 20 al ritorno parte delle grotte, al termine del quale toccherà a voi armarvi di buone gambe per esplorare, con guida italiana annessa, queste bellissime formazioni che variano a seconda del tipo di elemento che contengono, dal rosso ferreo al bianco del carbonato di calcio. Un viaggio al centro della terra insomma.

A 9 km dalle grotte vi è poi uno dei castelli più strani mai costruiti, il Castello di Predjama o meglio “il castello anticamera della grotta”. Questo castello è appoggiato ad una parete rocciosa che in qualche modo ne fornisce le mura sovrastando il torrente Lokva e facendo da guardiano alla tetra grotta di Predjama. Pur non avendo rimasto molto del castello antico, la visita si presenta piacevole, ma meglio se capitate da queste parti in Luglio per assistere alla Giostra di Erasmo, festa medioevale con tanto di tornei a cavallo che ripropongono la vera tradizione dei Cavalieri.

Sulla rotta per Lubiana, seguendo le indicazioni per Vrhnika, attraverserete a mio avviso una delle zone più belle della Slovenia. Costeggerete infatti l’area carsica per eccellenza fatta di piccoli agglomerati di case contadine, di paludi e riflessi blu infiniti che svaniscono nel nulla per poi ricomparire poco più in là, dando vita a isolotti di natura incontaminata.

Arrivata a Lubiana verso sera mi dirigo verso il Bit Center Hotel, struttura moderna situata in periferia segnalata ad 1 stella, ma che vi assicuro porta il lusso di un 3 stelle. Essendo appunto in periferia il centro città è raggiungibile esclusivamente in macchina o in bici e per questo motivo l’hotel offre un servizio di noleggio che sfrutteremo l’indomani mattina.

La Lubiana notturna è da scoprire senza timore né pregiudizi. La Capitale della Slovenia viene da molti italiani e non, considerata una delle città baldoria a basso costo e a km zero. Niente di più sbagliato. Prima di tutto bisogna sfatare il mito che il costo della vita in Slovenia sia basso, forse 30 anni fa, ma da quando l’Euro è diventata la sua valuta, i prezzi si sono accostati a quelli italiani. Come secondo punto, il divertimento notturno di Lubiana si basa sulla passeggiata lungo la Ljubljanica , facendo la spola fra un bar e un altro. La vita di Lubiana si svolge attorno al Ponte Triplo (Tromostovje),una delle costruzioni più eleganti dei Balcani che dà a Lubiana uno stile veneziano e barocco. Se dovete cenare o semplicemente bere un drink non dovete che scegliere una delle sponde che percorrono il fiume e farvi guidare dalle vostre sensazioni. Io personalmente che non amo le grandi folli turistiche ho oltrepassato il Ponte Triplo addentrandomi ancor di più nella città fino ad arrivare a scoprire lo splendido Palazzo dell’Università, che oggi ospita la facoltà di diritto, e ho optato per una cena semplice in un locale di fianco alla splendida Filarmonica. Tornando sui miei passi il caldo eco di un sax avvolge le mura fredde e spigolose di una Lubiana primaverile. Seguendo il suono ecco che mi ritrovo nella splendida Mestni trg, una delle piazze più signorili della città. A farle da padrone è il Municipio Rotovž che a mio avviso viene totalmente nascosto e messo in secondo piano dalla Fontana dei Tre Fiumi. La fontana di per se non è nulla di eclatante da un punto di vista architettonico (o almeno non lo è per me che di architettura non ne so nulla), ma documentandomi ho percepito il vero significato di questo monumento ovvero la rappresentazione dei tre fiumi Carniolani: il Sava, la Ljubljanica e il Krka. Ecco di nuovo comparire quindi questo amore, che ho avuto la sensazione di percepire lungo tutto il viaggio, fra il popolo sloveno e la natura che lo circonda, tant’è che Lubiana è una delle città più verdi che io abbia mai visitato. Continuando a passeggiare nelle notturne e deserte vie di Lubiana percorrendo esternamente le alte colonne del mercato coperto Tržnica (che l’indomani mattina ci offrirà bancarelle caratteristiche), ecco che in lontananza scorgo il profilo dei Draghi, i dormienti padroni della città.

Il Ponte dei Draghi (Zmajski most) è il simbolo per eccellenza della Capitale. Costruito in uno stile liberty ha custodito negli anni il suo fascino vagamente medioevale che di notte si presenta tetro e mistico. Avvolto dall’ambiente fluviale rappresenta la base per il prolungamento di quest’epoca storica che prosegue più in alto, sulla collina, con il Castello. Per arrivarci potete usufruire della funivia che scala lentamente i tetti di Lubiana. La vista sulla città dal Castello è veramente molto bella ma, d’altro canto la visita al Castello è oramai solo una formalità, dato che è stato trasformato in una più moderna sala all’aperto per concerti estivi e dell’epoca in cui è stato costruito non ha quasi più nulla. Consiglio oltremodo di girare Lubiana in bici perché è veramente una città a misura d’uomo, poche auto e rispettose dei ciclisti e dei pedoni, fermandovi magari a mangiare uno spuntino presso Paninoteka +, in un ambiente curato un bell’antipasto Carsico non ve lo toglie nessuno.

Ed ecco finalmente che lo sguardo viene volto verso le Alpi, direzione Bled. Tre volte sono stata a Bled, tre volte ho trovato brutto tempo ed anche in questa occasione il meteo non si è smentito. Freddo, cielo plumbeo, pioggia, sopra ad uno dei laghi più affascinanti regna questa sorta di “maledizione”. Per chi non fosse mai stato a Bled, ciò che affascina maggiormente è il viaggio verso l’isolotto solitario su una delle caratteristiche barche in legno, la Pletna, o il riecheggiare nella valle del suono della campana dei desideri nella Chiesa dell’Assunzione di Blejski otok, o la scalata verso il Castello che sovrasta il Blejsko jezero. Per quanto mi riguarda ciò che mi ha spiazzato maggiormente è stato la fiducia totale di Mlinar, proprietario dell’omonimo B&B in cui ho soggiornato. Questo B&B è situato nella campagna di Bled in un piccolo borgo non tanto distante dal centro. Al mio arrivo non una persona si aggirava nei paraggi e il B&B sembrava deserto. Mi accorgo però che, appuntata in una bacheca a fianco della porta d’ingresso vi è una busta con il mio nome e all’interno le chiavi della porta d’entrata e quelle della stanza. Entro con un po’ di timore, appoggio gli zaini, e riesco in egual modo. Sinceramente non mi capacito della cosa e conosco personalmente il signor Mlinar solo l’indomani mattina durante la colazione. Praticamente un uomo invisibile.

La Gola di Vintgar è la mia prossima meta. Una sorta di passerella in legno percorre questa splendida gola che fa da argine al fiume Rodovna. Fra ponti in legno che attraversano a destra e a sinistra il fiume, vortici e cascate si arriva dopo 2 km all’imponente Cascata Ŝum, un po’ bagnati ma certamente affascinati dalle acque gelide, limpide e turchesi che scorrono impetuose sotto di voi.

L’indomani è giorno di partenza. Per finire in bellezza questo tour naturalistico ci addentriamo nel Parco Nazionale del Triglav. Lungo la strada per Studor non potete non notare i caratteristici kozolci i tipici essiccatoi per il fieno che solo i contadini più ricchi potevano permettersi.Piccola raccomandazione: fate benzina prima di addentrarvi al suo interno perché vi posso assicurare che in mezzo a queste montagne (e alla neve di Aprile) non si trovano distributori.

Tre ore di saliscendi lungo il Parco, per poi arrivare a Nova Gorica e oltrepassare il confine ritrovandosi, nuovamente, nel caos delle cementate cittadine italiane.

Guarda la gallery
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Caratteristica Pletna

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Kozolci, tipici essicatoi regionali

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La Gola di Vintgar

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Battello sotto i 3 Ponti

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Vista dal Castello di Predjama

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Navigazione sulla Ljubljanica

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Draghi che sorvegliano Lubiana

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Panorama sulla baia dal Castello di Socerb



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