Napoli a casaccio

Quattro amici a spasso per la città
Scritto da: Limo
napoli a casaccio
Partenza il: 31/10/2013
Ritorno il: 03/11/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Anche quest’anno complice il ponte di Ognissanti abbiamo organizzato il nostro weekend lungo. Meta già decisa da tempo: Napoli.

Partiamo con il Frecciarossa prenotato in largo anticipo 3 ore di viaggio e alle 23.00 siamo a Stazione Garibaldi dove cerchiamo disperatamente un taxi. Ce n’è uno in lontananza, chiediamo informazioni e lui ci indica dove andare ad aspettare…In pochi minuti ne arrivano una ventina alla spicciolata.

Il ns ci accompagna al B&B in zona Università, con un guadagno extra di ben € 8,00, ma sia… è simpatico!

Posiamo le valigie e voliamo in strada, è Halloween e c’è un sacco di gente, così ci prendiamo una birretta e vagliamo il posto.

1 Novembre

Il ns B&B è vicinissimo a Piazza Domenico Maggiore, in pieno centro storico, ma notizia più importante è vicinissimo a Scaturchio la pasticceria che fa le sfogliatelle più buone del mondo! La colazione quindi è scelta: sfogliatella e caffè! Non c’è che dire, tutto ottimo.

Dopo questo trattamento godurioso, inizia il nostro tour che parte dalla Chiesa di San Domenico Maggiore con il suo obelisco e prosegue poi per i vicoli sopra finchè Davide (stranamente) si accorge di una biglietteria. E’ quella della Cappella di Sansevero dove si trova il famosissimo Cristo velato, un’opera marmorea di un a me sconosciuto Giuseppe Sanmartino. Riusciamo ad entrare per primi e per pochi minuti siamo soli nella cappella ed ammiriamo l’unicità della statua…è semplicemente commovente. Credo di non essermi mai soffermata così tanto davanti ad una scultura, ma è impressionante e rivoluzionario per quei tempi: il velo è leggero e traspare le forme e le pieghe del corpo e del volto di Cristo, trasmettendone le sofferenze tanto che in passato alcuni studiosi lo hanno ritenuto erroneamente opera di un processo alchemico di “marmorizzazione”.

Non mi stupisco che il maestro Riccardo Muti abbia scelto il volto del Cristo per la copertina del suo Requiem di Mozart.

A scendere due inquietanti statue di macchine anatomiche (uomo e donna) chiuse in due bacheche.

Proseguiamo il ns itinerario che ci conduce al Monastero Santa Chiara, dove però si sta svolgendo la Messa. Decidiamo quindi di visitarne il Chiostro maiolicato, che con una giornata così calda e assolata, non guasta. Quello che mi ricorda vagamente sono le azulejos dell’architettura spagnola e portoghese. Ci sono molti alberi di aranci e mapo e una serie di guardie che controlla che nessuno raccolga niente o si sieda sulle maioliche….che ansia! All’interno del Chiostro c’è un Museo dove sono esposti reliquiari e altri oggetti sacri e da qui si accede ad un percorso esterno che ha portato alla luce le vecchie terme romane.

Per pranzo abbiamo deciso di mangiare in una Trattoria che mi ha suggerito un amico napoletano, una delle poche non turistiche che si trovano a Borgo Marinaro, e siccome si è fatta una certa sarà bene incamminarsi!

Seguendo le indicazioni del ragazzo del B&B ci troviamo proprio sopra la stazione Metro della Linea 1: Università che fa parte del circuito d’arte, quale occasione migliore per scendere a guardarla?! Si viene subito attratti dai colori fluo. Ma i contrasti cromatici sono utilizzati anche per favorire la circolazione dei viaggiatori: i due colori dominanti, “pink” (rosa fucsia) e “lime” (giallo-verde acido) indicano rispettivamente la direzione verso la banchina per Piscinola (attualmente Dante) e per Garibaldi (di futura apertura). Al di là dei tornelli e del Box agenti, un lungo light box (Ikon) di figure virtuale. Tra il light box e i pilastri neri, Synapsi, una sinuosa in acciaio satinato, che pare rimandi all’intelligenza umana.

Dopo una bella passeggiata che ci porta a toccare Il Castel Nuovo o Maschio Angioino (oggi sede del museo civico e simbolo della città), Piazza Trento e Trieste, Piazza del Plebiscito (fantastica), scendiamo verso il Borgo Santa Lucia che ci fa arrivare diretti sul Lungomare Caracciolo (ormai interdetto alle macchine) di fronte al Castel Dell’Ovo.

Un ponticello ci porta sull’antico Isolotto di Megaride dove sorge il Castello.

Una delle più fantasiose leggende napoletane vuole che Virgilio abbia nascosto un uovo all’interno di una gabbia nei sotterranei e tenuto chiuso e segreto. Dalla fortuna di qs uovo sarebbe dipeso il destino della città.

Dopo un pranzo a base di pesce partiamo per una bella passeggiata sul lungomare dove si respira la brezza di mare e dove i napoletani si godono “lo struscio”. Una sfogliatella, un caffè ed il gruppo si divide: mentre Vale e Marco tornano al B&B io e Davide ci inoltriamo per i vicoli del quartiere San Ferdinando.

Panni stesi, tabernacoli addobbati, macchine parcheggiate e motorini che sfrecciano per qle viuzze e poi i rumori, i suoni, tutto rimbomba tra quei palazzi alti e stretti dove la gente si parla da una finestra a quella di fronte.

Scendiamo in Via Chiaja popolata da negozi e gente pazza per lo shopping, proseguiamo per Via Toledo fino al ns B&B.

Stasera a cena andiamo da Michele dove si mangia LA PIZZA.

E dopo ben 2 ore di coda (piacevolmente allietate dalla scoperta delle “frittatine”, suggerite da due ragazzi del posto con cui abbiamo scambiato due chiacchiere prima di entrare, ed altamente caloriche) finalmente entriamo e mangiamo. ..Buona, digeribile e per niente salata!

2 Novembre 2013

Stamattina, dopo la sfogliatella di Scaturchio decidiamo di assaggiare il caffè più buono di Napoli, quello del Bar Nilo. L’ambiente è decisamente particolare all’esterno c’è addirittura un tabernacolo con un capello di Maradona incorniciato.

Passeggiando per San Biagio Dei Librai, altrimenti conosciuta come Spaccanapoli perché si dice divida esattamente in due la città, arriviamo alla Chiesa del Gesù Nuovo (che si trova nell’omonima piazza) la cui facciata mi ricorda tanto il Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

Tornando un po’ indietro ci infiliamo in Via San Sebastiano, la strada degli strumenti musicali dove ci aspettiamo di trovare qualche artigiano, ma sono tutti chiusi per ns dispiacere…fino a Piazza Bellini che scopriremo la notte si trasforma in un luogo d’incontro di giovani.

Direzione: stazione METRO DANTE, disegnata dall’architetto Gae Aulenti e fa parte del circuito delle stazioni dell’arte. Quello che si nota al di sopra delle scale che conducono al piano inferiore un’opera costituita da un passo del Convivio di Dante Alighieri, “scritto” con tubolari di neon bianco. AL piano inferiore binari che hanno incastrate scarpe e cappelli, e infine un lungo mosaico che va dal pavimento al soffitto dove sono rappresentati tondi colorati su uno sfondo azzurro.

Da lì partiamo alla volta del Vomero, il tempo sembra reggere nonostante le previsioni…Arrivati a Vanvitelli siamo costretti a tornare indietro visto l’acquazzone che ci stiamo portando dietro! Non prima però di vedere la stazione realizzata da Capobianco sulla cui volta è rappresentata una spirale numerica al neon di Mario Merz rappresentante la successione di Fibonacci; nella parte sottostante, alle pareti delle banchine, mosaici di Isabelle Ducroit.

Vista la pioggia, decidiamo di fermarci a vedere anche le altre stazioni, quelle suggerite da una simpatica signora che troviamo sulla metro:

Museo: Costruita su progetto dell’architetto Gae Aulenti. L’atrio della stazione ospita un calco in vetroresina, realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli…ma non ci è piaciuta e non la consiglierei, del resto non sono un architetto e forse non ci capisco molto!

Materdei: ad accoglierci una banchina di foto di personaggi illustri a cui è stata ritratta una lacrima, nel corridoio centrale invece coloratissimi Wall Drawings

La rampa di scale che conduce ai piani inferiori è sormontata da un mosaico con rilievi in ceramica, una grande distesa marina in cui “sguazzano” creature fantastiche, scugnizzi napoletani e un Pulcinella che si dice abbia il volto dell’artista.

In effetti di carino c’è solo l’esterno e solo i più coraggiosi (io e Marco) riusciamo a vederlo sotto la pioggia!

Infine Toledo, imperdibile! Progetto dell’arch. Oscar Tusquets Blanca si trova al centro dell’area pedonale di Via Toledo, appunto. Dall’esterno si possono ammirare le strutture-lucernari a forma di cono che dalla strada appunto portano luce solare ai sotterranei.

Al 1 piano i resti della cinta muraria di età aragonese Nei rivestimenti di questo primo livello predomina il nero, allusione all’asfalto della città contemporanea.

Scendendo di livello, mutano i colori dei rivestimenti che diventano di color giallo a richiamo della terra e del tufo partenopeo, fino ad arrivare alla quota 0, il mare. Questa è sicuramente la parte più bella: mosaici azzurri ci conducono come per mano alla sala sotterranea, in cui domina il Crater de luz, il grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione, collegando il piano della strada con la spettacolare hall costruita 40 metri sottoterra e proprio sopra le scale mobili. Sulle pareti nel punto più vicino alla volta che circonda il cratere onde in rilievo e in direzione dei binari attraversiamo una galleria fatta da pannelli che riproducono il mare. Devo dire che sarei stata ore in quel punto, tanto bello e suggestiva è!

Pit stop per comprare una giacchetta e via, al Caffè del professore per un nocciolato.

Pranzo da Nennella – ma Vale e Marco dopo aver saputo che c’è da aspettare mezz’ora, reduci dalle 2 ore d’attesa di ieri sera, vanno via. E sbagliano! Perché il pranzo è stato fantastico, l’ambiente rustico e i camerieri molto simpatici!

Siccome il tempo ci ha portato il sole, corriamo al Vomero e ci dirigiamo verso Villa Floridiana, da cui si gode uno splendido panorama sul golfo di Napoli con tanto di Vesuvio. Il parco della Villa sarebbe molto bello e accogliente se solo non fosse così mal tenuto ed in preda ad un esercito di gatti randagi!

Ritorno a Castel Dell’Ovo…è qsi il tramonto e la luce gialla rende tutto molto suggestivo. Stavolta lo troviamo aperto ed entriamo. Siamo in mezzo al mare seppur vicini a terra, una barchetta di pescatori è sotto di noi, sotto la rocca e da qui si respira veramente lo iodo…Bello!

Stasera dopo cena ci fermiamo a bere qualcosa in Piazza Bellini, ed in effetti c’è un bel movimento!

3 Novembre 2013

Oggi non possiamo perderci San Gregorio Armeno, la strada dei presepi. E’ popolata di persone, un pigia pigia terribile che non ci fa vedere nemmeno la chiesa di San Gregorio Armeno che infatti passiamo senza accorgercene. A un tratto, mentre chiediamo info a una signora, mi accorgo di un cartello giallo “Chiostro di San Gregorio Armeno”, in un vicoletto laterale rispetto alla via . Credo la cosa più toccante che abbia visto a Napoli!

Percorriamo la scalinata che ci porterà al chiostro e tutto cambia: lasciamo gli schiamazzi e la folla e troviamo pace. Ai lati dell’ingresso due ruote che servivano per distribuire il cibo e vestiario ai poveri, tuttora in funzione.

Senza trovare nessuno che ci indichi il percorso e cominciamo a girare senza aspettarci molto, erroneamente, guardando in qua e là, finchè troviamo una signora che accompagna un gruppo di 4 persone e ci chiede se vogliamo aggregarci. E come no!

Ci racconta che nel chiostro abitano 6 suore e ospitano 98 bambini dai 3 ai 10 anni presi dalla strada e da famiglie disagiate o “particolari”. Loro li seguono dandogli un’istruzione ed a volte sono riusciti a mantenere i + meritevoli all’Università, tutto questo grazie alla pensione delle suore più anziane ed al sostegno della mensa dei poveri.

Ultimamente però le cose non vanno bene e quindi loro hanno deciso di aprire al pubblico qs struttura per 2 ore nella mattinata senza chiedere la carità, ma se qualcuno vuol lasciare un’offerta o comprare liquori e biscotti ke le suore fanno in casa.

La signora ci apre una porta che ci porta al coro, posizionato di fronte all’Altare, in fondo alla chiesa.

Qui le fanciulle che prendevano i voti portavano in dote opere d’arte come segno di devozione: ed ecco che si notano un pavimento massone, statue di nudi femminili sul soffitto ed una statuetta nascosta in un armadio che è di una bellezza e delicatezza unica.

Nel chiostro, tra i più suggestivi che abbia visto, si affacciano gli alloggi delle suore crocifisse che hanno fatto voto di povertà e vivono della carità dei napoletani. Al centro un giardino di aranci e mandarini ed una fontana a cui si affiancano due statue ritrovate dopo il terremoto.

Prima di uscire la signora ci richiama e ci fa vedere qlc fuori dal tuor: le manopole della fontana. Il costruttore della struttura idrica della fontana, aveva creato un sistema che faceva sì che i getti d’acqua cambiassero colore a seconda della pressione del flusso e dell’ora in cui la si ammirava…semplicemente unico!

Pochi passi più avanti la Basilica di san Lorenzo Maggiore, spoglia ma bellissima. E’ una delle chiese + antiche di Napoli, in stile gotico francese, e si trova nel centro antico della città dove sorgeva l’agorà greca. Si dice che qui Boccaccio abbia incontrato Fiammetta.

Terminata la visita ci dirigiamo al Duomo, un po’ troppo barocco per colpirmi!

E ora di corsa al Teatro San Carlo dove Vale e Marco ci stanno asepttando per la visita guidata. È il più antico teatro d’opera in Europa ancora attivo e può ospitare 2000 persone. E’ un teatro molto elegante, con un’acustica divina (dovuta al velario che crea una sorta di camera acustica e alle balaustre non lisce). Il ragazzo che ci ha guidato era molto ben preparato e ironico ed ha reso la visita molto divertente oltreché interessante.

Ma si è fatta ora di pranzo e ce ne andiamo a trovare una trattoria, verso il quartiere San Ferdinando: Nu Murzill Saporito, dove scopro con mio sommo dispiacere che O’ panzerotto nient’altro è che polpettina di patate.

Tornando verso il centro, passando per Via Toledo, mi fermo a prendere un babà da Pintauro, forse + rinomato per le sfogliatelle, che per altre paste e ci dirigiamo verso la Napoli sotterranea.

Del resto il 2013 è l’anno della SVOLTA!

Con un po’ di apprensione dato che soffro di claustrofobia, la guida ci fa scendere fino a 36 mt di profondità….la visita vale sicuramente la pena, anche se non mi ha entusiasmato particolarmente. La guida è stata brava ma a volte un po’ sbrigativa. Non so come ma sono riuscita ad entrare anche nel tratto (facoltativo) strettissimo (ci si passa solo di lato) buio e con una candela in mano per farsi luce. Al termine della visita sotterranea sulla vecchia agorà la guida ci tiene una breve introduzione al teatro romano che si accinge a mostrarci. La cosa che colpisce è che i resti del teatro si trovano all’interno di case di privati, come il basso che ci ha mostrato e che oggi è a uso di queste visite.

Il tour è praticamente terminato e noi dobbiamo correre al B&B a riprendere le valige chè abbiamo il treno!

Napule è na’ camminata, inte e viche miezo all’ato

Napule è tutto nu’ suonno e a sape tutto ‘o munno

Ma nun sann’ a verità “



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