Napoli, bella e decadente

Weekend a Napoli, città dalla personalità difficile ma splendida
Scritto da: Alice Monitillo
napoli, bella e decadente
Partenza il: 15/06/2013
Ritorno il: 17/06/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Da qualche mese avevo in mente che mi sarebbe piaciuto fare una gita a Napoli. Alla fine, la gita si è trasformata in un piacevole weekend con il moroso, con partenza il sabato mattina da Roma Termini e ritorno da Napoli Centrale il lunedì mattina. Il treno a/r su Roma è costato 50 euro, ovviamente Frecciarossa, purtroppo in classe standard, quindi niente snack e drink di benvenuto… Abbiamo alloggiato al Royal Continental Hotel a via Partenope, sul lungomare. Grazie a una conoscenza di mio padre, la quale conosce il direttore dell’albergo, abbiamo strappato una camera con vista mare e Castel dell’Ovo al prezzo di una con vista muro: 110€ a notte colazione inclusa. L’hotel è un 4 stelle ed effettivamente bello, nulla da dire. L’unico appunto riguarda il moquettone in camera e ai piani, che non si addice proprio ad un hotel italiano del XXI secolo!

Indice dei contenuti

GIORNO 1

Arrivati a Napoli Centrale abbiamo preso l’autobus 151 che dalla stazione ci ha portati vicino all’albergo all’imbocco di via Partenope, che è un lungomare pedonale. Abbiamo impiegato circa 30 minuti. Dopo aver preso possesso della stanza e aver caldamente ringraziato il direttore per lo sconto concessoci, siamo partiti alla volta della città, e alla ricerca di qualcosa da mangiare, visto che era l’una passata. Abbiamo fatto tutto il lungomare e siamo arrivati a piedi a piazza del Plebiscito, ampia e maestosa. Poi abbiamo preso via Toledo e ci siamo infilati in una delle prime traverse, dove abbiamo trovato un ristorante pizzeria in cui pranzare. Tale traversa, si trova ovviamente nei quartieri spagnoli, e scopro solo a fine vacanza, da una mia collega, che non è affatto sicuro addentrarsi in tali vicoletti! Noi ci siamo giusto affacciati, però onestamente non mi sono sentita mai in pericolo, né lì, né in tutti gli altri punti della città che abbiamo toccato. Sinceramente, la fama di Napoli è quella che è, e sicuramente c’è del vero, ma credo che non sia poi più pericolosa di tante altre grandi città d’Italia e d’Europa. Comunque sia, abbiamo pranzato da Nu Murzill Sapurito e per soli 3 euro (roba che al nord non ti danno neanche l’acqua per quel prezzo) io ho mangiato una buona pizza margherita. Il moroso s’è preso una pizza fritta farcita e poi ci siamo fatti un piatto di fritti, che comprendeva delle crocchette, dei mini supplì e altri fritti poco identificati ma buoni. In due abbiamo speso 20 euro, roba da matti!

Dopo pranzo ci siamo fatti tutta via Toledo, che devo ammettere, ha dei bellissimi negozi di scarpe, sia originali di marca che imitazioni, fino a piazza Dante e poi ci siamo incamminati verso via San Gregorio Armeno, quella famosa per i negozi che vendono qualunque genere di statuetta per il presepe (c’era pure Balotelli, con la Fico e bebé). Siccome lì vicino c’era il punto di partenza della Napoli sotterranea, prima dei presepi abbiamo fatto la visita guidata. È durata più di un’ora al costo di 9 euro 30. La nostra guida ci ha spiegato che sotto Napoli ci sono 400 km di gallerie che altro non erano che un acquedotto romano. Poi durante la guerra sono diventati rifugi antiaerei e alla fine oggi una piccolissima parte è visitabile con la guida. Si arriva fino a 40 metri sotto terra e la parte più suggestiva consiste in 150 metri totalmente al buio (ti forniscono una candela per illuminare il cammino) in un cunicolo molto stretto che in realtà era nato per far confluire l’acqua e non per far passare gli uomini. Alla fine, non è per nulla pauroso, ma il mio moroso ha solo avuto il coraggio di cominciarlo, tornando indietro dopo i primi due passi! Usciti da sottoterra la guida ci ha portati a vedere i resti di un anfiteatro romano, resti trovati in quello che una volta era un garage per motorini, un forno e tuttora degli appartamenti abitati. Ha più volte menzionato il “connubio napoletano tra vecchio e nuovo”… sarà… Dopo la visita abbiamo passeggiato tra San Gregorio Armeno e spaccanapoli, ammirando la vita cittadina che scorre, tra il vociare delle persone e i motorini e le automobili che passano nei vicoli strettissimi tra i panni stesi e gli altarini devoti ai santi.

A Spaccanapoli abbiamo anche preso il nostro primo vero babà: 1 euro. Che goduria. Essendo ormai tardi, siamo tornati alla volta dell’albergo, per cenare nel borgo S. Lucia. Alla fine però non abbiamo mangiato lì, ma al ristorante Regina Margherita, sempre a via Partenope sul lungomare. E qui ci hanno spennato. Io ho preso una pasta con le vongole, molto buona, per modici 12 euro e 50. Il moroso voleva prendere un fritto, ma siccome gli ho fatto notare che il menù – e anche il cameriere – confermava che il prodotto era congelato, e non ha senso stare in riva al mare e mangiare un prodotto congelato, allora ha deciso di prendere una spigola. Suddetto pesce è costato la bellezza di 32 euro, 40 al kg. Gulp. Ciò non bastasse, al totale finale si sono aggiunti 9,29 di servizio (!), cioè il 15% del totale. Abbiamo speso niente a pranzo per essere salassati a cena, mannaggia… tra l’altro, deve essere una cosa tipica di Napoli, perché in altri posti viene menzionata la percentuale di servizio sul menù, ed inoltre, in tutti i locali in cui abbiamo mangiato – tranne quello dell’ultima sera- ci hanno fatto pagare il coperto pur non dandoci né il pane né i tovaglioli di stoffa. Onestamente, per una come me, sono dei veri e propri balzelli gratuiti, o furti legalizzati, che dir si voglia. Ad ogni modo, la spigola era buona!

GIORNO 2

Dopo un’abbondante e variegata colazione siamo ritornati in città, sempre passando per piazza Plebiscito (dove Pannella attendeva di fare il suo comizio). Siamo andati a visitare il Cristo velato alla cappella S. Severo, 7 euro. Dopo siamo andati a visitare il duomo, a fare di nuovo quattro passi nelle viuzze tra via dei Tribunali e spaccanapoli e infine siamo andati a Castel Sant’Elmo. Per arrivarci abbiamo preso la funicolare, che è stata un’esperienza carina, perché tipicamente napoletana. Al castello in realtà non c’è nulla da vedere, se non il panorama, che comunque è molto bello perché hai una vista della città a 360 gradi. L’ingresso costa 5 euro e ti permette di visitare anche una mostra di arte contemporanea lì allestita.

Tornati in città, siamo di nuovo andati a cercare da mangiare nelle viuzze perpendicolari a via Toledo, alla ricerca di prezzi bassi come il giorno precedente. Abbiamo optato per la pizzeria Eurosoldino, dove io ho mangiato un’ottima pizza con mozzarella di bufala e il moroso una marinara. Il tutto per circa 16 euro con le bevande. Il caffè il moroso l’ha preso al famoso caffè Gambrinus, locale storico non solo della città, ma anche di tutta Italia. È costato solo un euro, ma perché l’ha preso al banco… a suo dire, è stato decisamente un ottimo caffè. Dopo pranzo siamo tornati all’hotel e abbiamo passato il resto del pomeriggio a sollazzarci in piscina, dove abbiamo incontrato Jane Alexander e figlio e dove mi sono addirittura fatta fare un frappé da addebitare al conto della stanza, da vera vip insomma! Per la cena siamo ritornati nei dintorni di via Toledo e, sempre incuranti del pericolo, abbiamo girato una decina di minuti prima di finire all’hostaria Toledo, piccolo locale in una delle parallele di via Toledo. Io ho ordinato dei vermicelli con cozze, fiori di zucca e pecorino e il moroso, un risotto alla pescatora. Dopo aver aspettato circa 45 minuti nulla ci era ancora stato servito, questo perché alla cucina non erano arrivate le ordinazioni! Così ci hanno offerto 2 mozzarelline a testa con un paio di verdurine per “ingannare l’attesa” (e scusarsi per il disguido, anche se non l’hanno mai detto apertamente), fino a che dopo una bella oretta, sono arrivati i nostri due piatti, che devo dire erano davvero, davvero buoni. Avremmo voluto prendere anche un fritto, ma si era già fatto tardi e temevamo che ce l’avrebbero servito per la colazione del giorno dopo. Così abbiamo chiesto il conto, che ci è stato portato su uno scontrino non fiscale e, dopo che io ho pagato con carta di credito, costringendoli a farmi lo scontrino fiscale, ce ne siamo andati. Prima di tornare in albergo siamo ritornati al Gambrinus con l’intento di prendere un ultimo babà. Questa volta però ci siamo seduti ai tavolini all’aperto. Ciò ha ovviamente comportato il triplicarsi dei prezzi: caffè 3 euro, babà con panna 5 euro, frullato 6,50 euro. Come direbbe mio papà, si vive una volta sola…e comunque il babà con panna era davvero buono! Abbiamo fatto un paio di foto a piazza Plebiscito in notturna e poi siamo tornati in albergo, mettendo fine al nostro delizioso weekend.

Che dire di Napoli, è decadente, un po’ sporca e terribilmente incasinata, ma è questo mix di negatività che contribuisce a renderla una città affascinante e molto bella. Non sarebbe Napoli se i muri non fossero tutti pieni di scritte, se la gente non girasse in tre sul motorino senza casco e se non ci fosse un po’ di sporcizia qua e là. A mio parere, è questo che rende Napoli una città unica e bellissima. La sua decadenza è la sua bellezza. Non da ultimo, c’è tanta polizia nel centro storico, il che contribuisce a renderlo sicuro quanto tanti altri centri storici. In ogni caso, vale sempre la regola di stare in campana e controllare gli effetti personali, ma questo dappertutto, non solo a Napoli! Infine, si mangia da Dio e la gente è molto gentile.

Insomma, ne è valsa la pena, davvero una città da visitare e da vivere!

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