Viaggione in Namibia

Tutto quello che c’è da sapere per scoprire la Namibia
Scritto da: honey-sunny
viaggione in namibia
Partenza il: 27/07/2017
Ritorno il: 20/08/2017
Viaggiatori: 7
Spesa: 4000 €

Namibia (agosto 2017)

A) INFORMAZIONI GENERALI:

IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 33 pagine… almeno sapete… di che morte morire se iniziate a leggere. In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte, in mesi di lavoro e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i prezzi dei vari ristoranti in modo tale da dare un’idea di quanto si spende in quel posto e i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa. Mi spiace, ma racconto anche qualcosa di personale che a chi legge non interessa. E’ l’unico itinerario che scrivo quindi deve essere anche un nostro ricordo. Portate pazienza…

Quando: 25 giorni dal 27.07.2017 al 20.08.2017.

Itinerario: (giro in senso orario) Whindhoek, Lake Oanob, Kgalagadi Transfrontier National Park (in Sud Africa), Keetmanshoop (foresta alberi faretra), Fish River Canyon, Luderiz e città fantasma di Kolmanskoop, Sesriem (deserto del Namib), Swakopmund, Spitzkoppe, Skeleton Coast, Grootberg, Etosha e Windhoek poi volo su Cape Town e qui 2 notti.

Perché questo viaggio: Erano anni che ci sognavamo il mitico parco transfrontaliero Kgalagadi (metà è in Sud Africa e metà in Botswana e si può accedere anche dalla Namibia) ma, nonostante avessimo più volte cercato di andare, non siamo mai riusciti a prenotare. Da qui abbiamo unito un tour della Namibia (visitata già due volte) inserendo la parte sud che non avevamo mai visto più alcuni posti a nord dove siamo già stati. Poi, siccome il nostro volo passava da Cape Town, città che a noi piace tantissimo, abbiamo aggiunto 2 notti. Quest’anno, per la prima volta, siamo andati con una famiglia di nostri amici, Monica, Pietro e loro figlio Luca, soprannominati i Pocket. Per loro è stata la prima esperienza in Africa e sono tornati super soddisfatti.

Pubblico questo itinerario nella sezione Namibia, quello relativo alle giornate nel Kgalagadi Transfrontier Park e a Cape Town, con tutte le relative informazioni, nella sezione Sud Africa.

Valuta: Il Nad (dollaro namibiano) segue il Rand sudafricano. Hanno lo stesso valore. In Namibia accettano anche Rand ma in Sud Africa non accettano Nad. Il cambio è di Nad/Rand 15,00 circa. Quello che abbiamo pagato prima di partire è variato da 14,00 a 16,00. Durante il viaggio circa 15,00.

Prenotazioni: abbiamo fatto tutto noi. I prezzi che riporto nell’itinerario sono riferiti solo alla nostra famiglia.

Voli: li abbiamo prenotati a settembre 2016, direttamente sul sito delle compagnie aeree, per un totale di € 3.596. I prezzi sono per 4 adulti visto che i miei figli (Matteo 17 anni e Martina 15) non hanno più nessuno sconto. All’andata abbiamo viaggiato con l’Ethiopian da Malpensa a Whindoek, via Addis Abeba (con voloce scalo tecnico a Roma, nella prima tratta) al costo di € 462 a testa. La tratta Whindoek-Cape Town con South African Airways unita al rientro intercontinentale da Cape Town a Malpensa, via Dubai, con la Emirates al costo di € 437.

Abbiamo avuto un problema con l’Ethiopian. Quattro mesi prima di partire ci hanno scritto che dovevamo restare 24 ora ad Addis Abeba in scalo perchè la tratta a lì fino a Windhoek quel giorno era stata annullata e veniva percorsa solo a giorni alterni. Per noi era impossibile pensare di arrivare un giorno dopo. Questo comportava dover percorrere in un pomeriggio oltre 600 km. per arrivare a pernottare dove avevamo prenotato al Torgos Lodge, al gate di Mata-mata, l’accesso al Kgalagadi. In Africa è sconsigliatissimo viaggiare di notte perchè non ci sono luci e gli animali girano. Abbiamo dovuto quindi anticipare di un giorno la partenza e abbiamo aggiunto una notte al Torgos Lodge. Siamo stati fortunati, abbiamo prenotato le ultime camere disponibili. Poco male così abbiamo avuto un giorno in più da dedicare al Kgalagadi.

Auto, navigatore e dropp-off: ci sono tantissimi agenzie che affittano auto. Alcuni hanno macchine normali o jeep mentre altri forniscono 4×4 con le roof tents (tende che si aprono sul tetto della vettura) e tutto il necessario per dormire e per campeggiare. Tenete presente che tutti gli operatori elencati di seguito hanno il parco macchine a Whindhoek e forniscono gratuitamente la navetta da e per l’aeroporto. Questo può implicare l’aggiunta di una notte nella capitale o comunque perdite di tempo. Considerate che gli uffici solitamente sono aperti dalle 8 alle 16.30 circa.

Per l’affitto consigliano di scegliere un operatore tra quelli associati alla Ca.r.a.n. (Car Rental Associaton of Namibia) (www.natron.net/caran/homepage_E.htm):

– Asco Car Hire – http://www.ascocarhire.com/?gclid=CLDhkumj2NACFQcQ0wodyF0KhA

– African Hire – africar@iway.na

– African Sun Car Hire – http://www.smiling-africansun.com/

– African Tracks – http://www.africantracks.com/vehicles-rates.php

– Savanna Car Hire: https://www.savannacarhire.com.na/

– Namibia Car Rental – http://namibiacarrental.net/

Noi le altre 2 volte in Namibia avevamo affittato con l’Asco. Ottimo e con auto praticamente nuove ma quest’anno non abbiamo voluto farlo con loro perchè troppo vincolante essendo in centro a Windhoek. Abbiamo optato per la Rental Car – www.rentalcars.com (operatore che affitta auto di tutti i rental car internazionali). Vedi le tariffe che offrono Avis, Europcar, Herz ecc.ecc. scegli quella che più ti aggrada, si può parlare anche con un operatore. Tutte queste agenzie hanno il banco all’interno dell’aeroporto e le auto appena fuori quindi puoi partire direttamente da qui senza fermarsi nella capitale. Oltretutto avevamo un sconto di 400 euro per un piccolo disguido (non imputabile a loro ma all’operatore in loco) che abbiamo avuto l’anno scorso ad agosto ad Upington (Sud Africa). Ci hanno fatto questo buono (ad essere sinceri non pensavamo che ci dessero nulla) da scalare sull’affitto seguente. Quindi a settembre 2016 abbiamo prenotato, tramite loro, all’Avis, un Toyota Hillux double cab 4×4 con hard top per noi ed uno per i nostri amici per il tour della Namibia e poi un pullmino Hunday H1 (8 posti) per i 3 giorni a Cape Town per tutti quanti. Le due jeep in Namibia erano praticamente nuove. Con l’Avis si poteva affittare una seconda ruota di scorta ma pala e corda per estrarre la macchina se ci si insabbia, non sono disponibili.

Abbiamo speso:

– Toyota: € 1704 (20 giorni) + € 120 di assicurazione – pagato acconto di € 150 al momento della prenotazione (a settembre dell’anno prima) e il saldo un paio di mesi prima.

Poi in loco (ma prenotati con la macchina) il GPS con le tasse, la doppia ruota di scorta e il border permit per portare l’auto in un altro stato. Abbiamo speso per il GPS + tasse Nad 2100 € 140 (Nad 105 € 7 al giorno) e il border permit Nad 1460 € 97. La doppia ruota di scorta non ce l’hanno fatta pagare. Ci avrebbero addebitato il costo dell’utilizzo se che bucavamo le altre due.

– Hunday: € 257 (2 giorni x € 128,50) – GPS Rand 200 (Rand 100 € 6,60 al giorno)

Riportando le macchine dove le abbiamo ritirate non paghiamo nessun drop off. Bisogna consegnarle ovviamente con il pieno fatto.

Prenotazioni dei lodge: le ho fatte tutte io contattando i lodge (dando il n°della carta di credito facevano loro il prelevamento) oppure le ho fatte direttamente sul loro sito (pagando con carta). Alcuni hanno chiesto il pagamento completo, altri solo una parte e poi il saldo all’arrivo ed altri invece hanno voluto solo il numero della carta come garanzia e abbiamo pagato tutto all’arrivo. Ho avuto problemi con le prenotazioni a Sesriem e all’Etosha. Solitamente Sesriem lo si prenota direttamente dai siti dei vari lodge mente l’Etosha sui due siti ufficiali:

  • http://www.nwr.com.na/index.php (della Namibian Wildlife Resort)
  • http://www.etoshanationalpark.org/

Risultava già tutto pieno ovunque ai primi di settembre in questi due posti. I tour operator si accaparrano le camere e poi, se non riescono a venderle, le liberano a ridosso della data. Per questo motivo ho contattato un’agenzia locale, la Cardboard (http://www.namibian.org/) per farmi aiutare. Loro sono molto quotati. E’ una delle migliori agenzie. Mi hanno trovato posto a Sesriem ed invece all’Etosha nulla da fare. Evidentemente i tour operator internazionali hanno più voce in capitolo di loro. O magari, e forse è questa la versione più corretta, se avessimo prenotato tutto con loro, compresa la macchina, magari ci avrebbero fatto saltare fuori le camere nel parco. E con giusta ragione. Quindi abbiamo optato per soluzioni appena fuori dal gate. Mi è dispiaciuto tantissimo perchè le pozze illuminate di notte, specialmente quella di Okuakuejo, sono indescrivibili. Gli altri anni avevamo visto tantissimi animali (compresi 2 rhinos) che bevevano. I 2 lodge sui quali abbiamo dovuto ripiegare avrei potuto prenotarli direttamente io on-line ma ormai il discorso con la Cardboard era avviato e, vista la gentilezza, non mi sembrava carino dire che contavamo su di loro solo per Sesriem (anche se in realtà, se avessi temporeggiato qualche giorno e non mi fossi fatta prendere dal panico, anche qui avrei potuto farlo io direttamente). Loro hanno voluto un pagamento di acconto con carta di credito al momento della conferma ed il saldo 2 mesi prima della partenza (solo in questo momento ci hanno inviato la documentazione). A luglio abbiamo chiesto di riverificare la disponibilità all’Etosha nel caso in cui qualche camera non fosse stata venduta ma nulla. Ho parlato con una ragazza che ha un’agenzia italiana specializzata per l’Africa e mi ha detto che loro prenotano le camere in certi posti addirittura con 1 anno e mezzo / 2 anni di anticipo. Mi sembra follia. Ed era stupitissima quando le ho detto che avevo fatto quasi tutto io perchè la Namibia è molto difficile da prenotare da soli.

Siti internet dei lodge:

– Lake Oanob Resort – http://www.oanob.com.na/

– Torgos Lodge – http://torgoslodgenam.com/

– KALAHARI CAMP – http://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=352&resort=56

– NOSSOB Camp – http://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=58&camp_id=56

– Gharagab Camp – https://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=166&camp_id=89

– Bitterpan Camp – http://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=52&camp_id=57

– Quiver Tree Forest Rest Camp a Keetmanshoop – http://www.quivertreeforest.com/

– Canyon Village – http://www.gondwana-collection.com/the-fish-river-canyon-experience/accommodation/canyon-village/

– Kairos Cottage –

– Desert Camp Lodge – http://desertcamp.com/

– Weltevrede Guest Farm – http://www.weltevredeguestfarm.com/index.htm

– Meike’s Guesthouse –

– Grootberg Lodge – http://grootberg.com/

– Etosha Village – http://www.etosha-village.com/

– Emanya Etosha – http://www.emanya.com/#home

– Trans Kalahari Inn – http://www.transkalahari-inn.com/

– Leisure Bay Appartment (Cape Town) –

Lodge:

N = Nad e R = Rand hanno lo stesso valore.

28.07.2017 Lake Oanob Resort Lake Oanob Sarabi chalet SC N 2030 € 136

29.07.2017 Torgos Lodge Mata Mata Gate 2 Luxury tented chalets DBB N 3640 € 248

30.07.2017 Torgos Lodge Mata Mata Gate 2 Luxury tented chalets DBB N 3640 € 248

31.07.2017 Kalahari Tented Camp Kgalagadi T.N.Park 1 family desert tent FDT4 SC R 2145 € 130

01.08.2017 Nossob Rest Camp Kgalagadi T.N.Park 2 cottage CH4 SC R 1990 € 122

02.08.2017 Gharagab Wilderness Camp Kgalagadi T.N.Park 2 log cabin LC2 SC R 2990 € 181

03.08.2017 Bitterpan Wilderness Camp Kgalagadi T.N.Park 2 red cabin RC2 SC R 2990 € 181

04.08.2017 Quiver Tree Rest Camp Keetmanshoop 1 family room SC N 1298 € 85

05.08.2017 Canyon Village Fish River Canyon 2 doppie B & B N 4558 € 292

06.08.2017 Kairos Cottage Luderiz 2 doppie B & B N 1360 € 87

07.08.2017 Kairos Cottage Luderiz 2 doppie B & B N 1360 € 87

08.08.2017 Desert Camp Sesriem 2 doppie DBB N 5020 € 351

09.08.2017 Weltevrede Guest Farm km.40 a nord di Sesriem 2 doppie DBB N 3800 € 266

10.08.2017 Meike’s Guesthouse Swakompund 2 doppie B & B N 3105 € 217

11.08.2017 Meike’s Guesthouse Swakompund 2 doppie B & B N 3105 € 217

12.08.2017 Meike’s Guesthouse Swakompund 2 doppie B & B N 3105 € 217

13.08.2017 Grootberg Lodge Grootberg 1 family room DBB N 5460 € 348

14.08.2017 Etosha Village Etosha National Park 2 doppie DBB N 5240 € 366

15.08.2017 Emanya Etosha Etosha National Park 2 doppie DBB N 5520 € 386

16.08.2017 Trans Kalahari Inn Whindhoek 1 family room SC N 769 € 50

17.08.2017 Leisure Bay Apartement Cape Town 1 appartamento S.C R 1600 € 113

18.08.2017 Leisure Bay Apartement Cape Town 1 appartamento S.C R 1600113 N/R 66.325 € 4.441

La scelta dei lodge è stata fatta in base a recensioni di altri turisti e pareri di Trip Advisor. Abbiamo puntato su soluzioni con un buon rapporto qualità/prezzo. Non aveva senso trovare strutture meravigliose e care per poi non poterle neppure apprezzare. Arrivando al tramonto e per lo più partendo prima dell’alba, in hotel si stava davvero poco. Comunque abbiamo trovato sempre camere pulitissime. Nessun posto ha il riscaldamento quindi la sera e al mattino fa freschino. I letti sono attrezzati con piumoni e coperte supplementari. I prezzi riportati nello schema sopra sono per tutta la nostra famiglia. S.C significa Self Catering, B & B (pernottamento e colazione) mentre DBB (dinner, bed & breakfast). Per le cene abbiamo dovuto fare da soli nel Kgalagadi. Le cucine nei self catering sono completamente attrezzate con stoviglie, piatti, pentole, un paio di strofinacci, una spugnetta e detersivo per lavare. Per il resto bisogna portare tutto. Bisogna lasciare la cucina pulita. Nello schema sopra l’importo in € è una media di cambio tra gli acconti pagati prima di partire e il cambio applicato per il saldo durante il viaggio.

Altri costi: oltre agli importi dei voli, hotel e auto bisogna aggiungere le spese sostenute in loco: gasolio € 465 in Namibia ed € 25 a Cape Town (costo al litro benzina/gasalio circa NAD/Rand 11,00 = € 0,73 circa); spesa al supermercato per le colazioni, i pranzi e varie € 366; cene al ristorante, non comprese nel costo della camera, € 1211; escursioni € 372 (a Swakopmund) ; ingressi ai parchi € 176; parcheggio Malpensa per 25 giorni € 80, pagato in loco, prenotato a maggio, (siamo stati al Green Parking – http://www.greenparkingmalpensa.it/ – il più economico trovato); varie (mance, regali ecc.ecc) € 100.

Patente e guida: la guida è a sinistra. I fari della macchina devono essere accesi anche di giorno. In Namibia ci vuole la patente internazionale. Va bene sia quella della convenzione di Ginevra (dura 1 anno) che di Vienna (dura 3 anni). Costa € 86, le tempistiche per averla sono di 3 settimane. Ci siamo rivolti ad un’agenzia privata del nostro paese, l’Asl non offre questo servizio. Per il Sud Africa ci sono pareri discordanti. I rental car non la chiedono. Potrebbe chiederla la polizia se vuole proprio rompere le scatole. Nei nostri diversi giri in Sud Africa nessuno ce l’ha mai chiesta. Se serviva abbiamo sempre fatto vedere quella italiana. Anche per il Sud Africa vanno bene entrambe le convenzioni. Quest’anno all’Avis a Windhoek, e idem quando ci ha fermato la polizia a Sakopmund, abbiamo dato quella italiana e ce l’hanno accettata senza problemi. Comunque, per 86 euro, non conviene rischiare.

Strade: In Namibia sono così classificate:

– B ed un numero solo a seguire sono asfaltate (tarred road)

– C oppure M con due numeri a seguire sono sterrate (gravel road) ma sono ben battute e molto frequentate

– D con due o 3 numeri a seguire sono sterrate meno frequentate quindi c’è il rischio che siano tenute un pochino meno bene.

– piste di sabbia (sand road) sono percorribili solo se capaci di guidare in queste condizioni e solo per 4×4 (vedi alcune deviazioni sulla Skeleton Coast e il tratto finale facoltativo per raggiungere Sossusvlei). Bisogna tenere le gomme gonfie a 2,20 su asfalto, 1,80 sul sterrato mentre su sabbia sgonfiarle a 1,30. Abbiamo comperato un piccolo manometro quindi per sgonfiare facevamo noi mentre per rigonfiare lo facevamo fare ai distributori.

Ci sono posti di blocco in entrata ed uscita da Windhoek e lungo le strade asfaltate che portano a nord e a sud dalla capitale spesso ci sono poliziotti con l’autovelox. Qui c’è il limite dei 120 km./h. Le piste sterrate hanno il limite dei 100 km./h ma è troppo, consigliano i 60/80. Bisogna informarsi sulla percorribilità di alcune strade dopo le piogge. Molte vengono rovinate e ci vuole tempo prima che vengano risistemate tutte.

E’ scritto dappertutto: andate piano. Le strade sono diritte e si è portati ad accelerare ma è veramente pericoloso. Su sterrato la macchina si comporta in modo completamente diverso dall’asfalto. Ci sono molti dossi che non si vedono e tanti animali liberi che possono attraversare creando incidenti. Dicono, è crudele ma è vero, se vi capita davanti un animale conviene investirlo piuttosto che cercare di evitarlo. Si sbanderebbe e ci si capovolgerebbe. Non viaggiate dopo il tramonto, le strade sono completamente buie. Ci sono stati tanti incidenti mortali.

Per quanto riguarda il Kgalagadi sono tutte strade sterrate. Alcune sono solo per 4×4 perchè su sabbia, più avanti spiego tutto sul parco.

Benzinai: sono segnati sulle cartine. Ce ne sono ma non tantissimi quindi conviene sempre fare il pieno anche se si è a metà serbatoio perché è capitato ad alcuni turisti di arrivare e trovare i distributori vuoti in attesa del camion con il rifornimento. Nel Kgalagadi sono presenti solo nei campi di Nossob, Mata-Mata e Twee Rivieren ma non sempre hanno disponibilità di gasolio/benzina. E’ meglio fare rifornimento prima di entrare. Indem all’Etosha. A noi è capitato che tutti e 3 i distributori presenti nei 3 campi (Okaukwejo, Halali e Namutoni) erano senza disel. Abbiamo dovuto uscire e fare parecchi km. per fare il pieno. C’erano macchine ferme, senza più un litro, che attendevano il camion dei rifornimenti. Hanno compromesso la vista del parco e perso le prenotazioni dei pernottamenti.

Km. percorsi: Namibia e Kgalagadi km. 6340 (asfalto km.1680 e sterrato/sabbia km.4660) – Cape Town km.350

Mance: solitamente sono pari al 10% di quanto speso. Si possono aggiungere al totale della spesa se si paga con carta di credito oppure si possono pagare in contanti a parte.

Malaria: nel giro che facciamo noi la malaria non c’è. Non ci sono fiumi, non c’è acqua quindi non ci sono le zanzare. In Namibia la malaria esiste nella fascia più a nord, a ridosso del confine con l’Angola e nella striscia del Caprivi. E poi se anche fosse, in inverno, con le temperature basse, non ci sarebbero.

Documenti e visti: IMPORTANTE se fate anche solo scalo in Sud Africa: dal 01.06.2015 ci sono nuove regole per l’ingresso dei minori (anche solo in transito) in Sud Africa. Ogni minore, anche se in viaggio con entrambe i genitori, deve essere in possesso di un certificato di nascita multi lingue. Su questo vengono indicati nome del minore con data di nascita e i nomi dei genitori. Questo documento si richiede all’anagrafe del proprio paese ed è gratuito. Un sito sul quale poter guardare i vari aggiornamenti è il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/). Questo ovviamente è aggiornatissimo. Per entrare sia in Sud Africa che in Namibia non ci vuole il visto. Il passaporto deve avere come al solito validità residua di 6 mesi dalla data del rientro e 2 pagine bianche.

Cibo: abbiamo mangiato sempre benissimo, la sera a cena nei ristoranti (a parte le 4 notti nel Kgalagadi) mentre tutti i pranzi e le colazioni non comprese, li abbiamo fatti per strada sulla macchina con quello che acquistavamo nei supermercati.

Acqua: Abbiamo sempre lavato i denti con l’acqua delle bottiglie e non abbiamo mai mangiato verdura cruda. Nessuno di noi ha avuto il men che minimo problema di salute.

Flora: le Welwitschia mirabilis (piante millenarie, crescono solo 1 cm. all’anno e non vengono mangiate da nessun animale), albero faretra, camelthorn o acacia erioloba (sul quale gli uccelli tessitori fanno dei nidi enormi che sembrano balle di fieno poste sui rami), moringa ovalifolia (sembra un baobab bonsai), ecc. ecc.

Fauna: un tempo chi andava in Africa voleva come trofei di caccia i “Big five” (i primi 5 dell’elenco di seguito) ma ora questi trofei sono per lo più fotografici quindi sono diventati i “Big nine”. RINOCERONTE bianco o nero (più raro). La differenza non sta nel colore del mantello (entrambe sono grigetti) ma nel labbro. Quello bianco ha la forma della bocca più squadrata adatta a brucare negli spazi aperti della savana. Quello nero ha la bocca più tondeggiante con il labbro superiore prensile adatto a mangiare rametti e foglie di acacia nel bush. Questo fa si che si differenzino anche nella gestione dei cuccioli. Quello bianco segue i piccoli perché negli spazi aperti può brucare e tenere d’occhio la prole, quello nero, deve precedere i cuccioli perché deve far loro strada in mezzo alla vegetazione fitta. Quello bianco si muove in piccoli gruppi, quello nero è più solitario. ELEFANTE, LEONE, BUFALO (tra tutti è il più pericoloso perché, se viene isolato dal gruppo e si sente braccato, attacca), LEOPARDO (caccia di notte, durante il giorno si riposa all’ombra), GHEPARDO (lo si distingue dal leopardo per una linea nera che gli parte dagli occhi ed arriva, contornando il naso, fino sotto alla bocca), GIRAFFA, IPPOPOTAMO (vive di giorno in acqua e di notte pascola, mangia fino a 60 kg.di erba ma non magia quelle acquatiche), ZEBRA. Oltre a questi si possono vedere tanti tipi di antilopi, gli gnu, i babbuini, le iene, i facoceri, gli sciacalli, le procavie, coccodrilli, struzzi (femmine grigie e maschi neri) e chi più ne ha più ne metta … Nel giro che facciamo noi non ci sono bufali, ippopotami e coccodrilli. Li si trova solo nel tratto a nord della Namibia dove ci sono i fiumi.

Ci sono anche i “Little Five” che vivono sotto la sabbia nelle dune del deserto: il gecko palmato che la pelle trasparente, un tipo di ragno (Dancing White Lady), uno di serpente (Peringuey Adder), uno di camaleonte Namaqua, uno di lucertola. Ci sono anche molti serpenti, insetti e scorpioni. Ci sono tantissime specie di uccelli tra i quali pellicani e fenicotteri.

Anche in mare ci sono i big five marini (squali, balene, delfini, otarie e pinguini).

In Nambia ci sono gli squali ma non ci sono escursioni per andare a cercarli. Balene, delfini ed otarie del capo (si distinguono dalle foche perché hanno delle piccole orecchie mentre le foche hanno solo un foro come padiglione auricolare ) si possono vedere nelle escursioni a Walvis Bay. A Cape Cross (Skeleton Coast) c’è una colonia enorme di otarie. A Luderiz ci sono otarie e pinguini (ad Halifax Island ).

Quando eravamo in Namibia nel 2012 avevamo letto un articolo di una rivista specializzata che riportava l’elenco dei 9 animali sudafricani che hanno ucciso più persone: ippopotamo (sottovalutato perché non carnivoro ma diventa pericolosissimo se disturbato e se si sente in pericolo), la zanzara che trasmette la malaria, l’elefante, il serpente Black Mamba (se lo si incontra bisogna stare immobili, non serve correre per scappare in quanto raggiunge una velocità di 20 km./h), il coccodrillo, il leone, il serpente Puff Adder (che noi abbiamo visto dalla macchina all’Etosha sempre nel 2012), il bufalo ed infine il rinoceronte nero.

Paesaggi: 100 km. non sono uguali ad altri 100. Bisogna viaggiare tante ore ma non ci si annoia perché cambiano in continuazione. Ciascuna zona ha le sue caratteristiche che non smettono mai di sorprendere. La Namibia è un bignami di paesaggi. Con le dune del Namib sembra il Sahara; con le foche, le balene ed i pinguini (si trovano vicino a Luderitz) sembra i poli; con il Fish River Canyon e le strade senza curve per tantissimi km. sembra gli Stati Uniti; con gli Himba e i Boscimani sembra Africa Nera e con gli animali sembra Zambia, Tanzania, Kenya e Sud Africa; con l’atmosfera di Swakopmund e Windhoek e la torta di Solitarie sembra Germania; con le incisioni rupestri sembra Australia o Norvegia; con lo Spitzkoppe (il Cervino d’Africa) e con i ragazzi che fanno sandboarding sulla Duna 7 vicino a Walvis Bay sembrano le Alpi di casa nostra; con i paesaggi del Moon Landscape sembra la Dead Valley statunitense oppure… la luna… Che dire di più… una meraviglia…

Namibia da record: Questo stato detiene alcuni primati mondiali. Il deserto del Namib è il più vecchio al mondo. Le dune del Namib (Big Daddy e Big Mama) sono le più alte e la Duna 45 è la più fotografata. La Skeleton Coast è uno dei posti più inospitali e la colonia di otarie di Cape Cross è uno dei posti più puzzolenti. La pianta Welwitschia mirabilis è una delle piante più antiche. Nel Damaraland vivono gli unici rinoceronti neri allo stato brado. La Namibia è uno dei posti migliori al mondo per fotografare le stelle visto che c’è pochissimo inquinamento luminoso. Il Fish River Canyon è il secondo per dimensioni dopo il Gran Canyon. L’Hoba Meteorite è la più grande trovata al mondo e la grotta di Dragon’s Breath è il lago sottomarino più grande. L’Etosha National Park è uno dei migliori luoghi per osservare gli animali.

Popolazioni: la densità è pari a meno di 2 persone per kmq, è una delle più basse al mondo. Ci sono i seguenti gruppi etnici: i Baster nella zona di Rehoboth, i Subia e i Fwe nel Caprivi, i Kavango ad ovest del Caprivi, gli abitanti di “colore” (razze miste africane/europee) e gli Owambo nelle regioni centro meridionali, i Damara e gli Himba nelle regioni del nord/ovest, gli Herero nelle zone centrali, i Nama ed i San (boscimani)a sud, i Tswana al confine con il Botswana ed infine i bianchi.

Sicurezza: a Windhoek sono da evitare le township ed è bene non girare dopo il tramonto a piedi. Prendere un taxi per andare fuori a cena. Non lasciate nulla sui sedili che possa interessare e fate in modo di trovare un hotel che abbia il parcheggio interno. Girare a piedi durante il giorno senza attrezzatura fotografica. Non voglio spaventare ma qualsiasi città è pericolosa specialmente se la gente è povera e rubando cerca di garantirsi un paio di pasti gratis. Se parcheggiate durante il giorno, vi si avvicineranno dei “parcheggiatori”. Se gli garantite una ricompensa al vostro rientro, vi controlleranno la macchina. Se si usano poche accortezze andrà tutto bene. Anche a Swacopmund dicono di stare un pochino attenti. Solo per sicurezza anche qui scegliere un hotel con parcheggio recintato. Per il resto la Namibia è più che mai sicura anzi, è veramente sicura. Spesso non si incontra nessuno per tantissimi km. e se ti fermi tutt’al più ti chiedono se hai bisogno. L’unica nostra paura era di poter aver problemi con la macchina anche se quelli del rent a car assicurano auto nuova entro 24 ore.

Lingua: inglese e tedesco e le varie lingue locali.

Documentazione: itinerari di Turisti per Caso (che ringrazio per aver messo a disposizione di altri viaggiatori le loro esperienze), informazioni varie trovate su internet, cartina della Freytag & Berndt acquistata on-line (http://www.maps-store.it/namibia/immagine-mappa-namibia-488.html) a € 9,95, guida della Footprint (Edizioni White Star) acquistata on-line (http://www.whitestar.it/Libro/1925/3007/guide-turistiche-footprint/namibia.htm) a € 17,50 poi informazioni chieste all’Ufficio del turismo già nel 2012 (info@namibia-tourism.comwww.namibia-tourism.com). Ci avevano inviato una cartina ed un dvd contenente 300 pagine di informazioni ed elenco hotel, non so se offrono ancora questo servizio. Abbiamo poi usato sempre un’applicazione dell’i-Pad che è dettagliatissima ed è off-line. Bisogna solo scaricare le mappe prima di partire e poi quando si è sul posto le si consulta senza avere collegamento. Si chiama Maps.me oppure è buona anche City maps 2 go.

Cellulare: Segnale quasi ovunque. Si può noleggiare il telefono satellitare dove si affitta la macchina (chiederlo con anticipo perchè devono procurarlo).

Fuso: in Namibia – 1 ora in meno rispetto all’Italia.

Fotografia: state attentissimi alla polvere che arriva ovunque. Proteggete l’attrezzatura e tutte le sere vi conviene pulirla. Ho fatto 4.769 foto … quest’anno ho proprio esagerato … Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300. Il tele è fondamentale per gli animali.

Corrente: acquistare un adattatore sudafricano/namibiano nel primo supermercato che trovate, all’aeroporto lo vendono. La corrente è a 220.

Spiagge: non si può fare il bagno perché la corrente del Benguela (che arriva dall’Antartide) è fredda. Ci sono onde grosse e per di più fino a tarda mattinata (anche fino a 50 km. dal mare) c’è la nebbia. Questa si crea quando l’aria fredda portata da questa corrente si scontra con quella calda del deserto. Quando il sole riesce a scaldare il terreno la nebbia sparisce. E’ solo grazie a questa, e all’umidità che porta, che molte piante ed animali riescono a sopravvivere in questi luoghi desertici.

Temperatura e abbigliamento: di notte 5/10°. Di giorno dai 15 ai 36°, dipendeva dalle zone. Ai primi di agosto la primavera è alle porte quindi durante il giorno le temperature si sono man mano alzate. Gli altri anni siamo stati in Namibia a giugno e non si riusciva mai a scendere dalla macchina senza il giubbotto, nonostante il sole. Quest’anno invece partivamo super coperti per poi rimanere in pantaloncini e maglietta maniche corte. Se c’è vento, sulla costa, bisogna stare comunque coperti.

Sole: alba alle 6.00 tramonto alle 17.30

Giornata tipo: all’alba in auto, se non prima, cena intorno alle 18/19 e in branda verso le 20/21 massimo.

Siti internet generali della Namibia (posto per posto li elenco nell’itinerario):

www.namibia-tourism.com

http://www.namibia-travel.net/

http://www.Jacanaent.Com/Maps/NamibiaEtosha1.JPG – cartina dell’Etosha

http://www.map-of-namibia.com/etosha-maps.html – cartina dell’Etosha con dettaglio sulle singole pozze

www.etosha.it

http://etoshanationalpark.co.za/

http://www.etoshanationalpark.co.za/

www.namibiatravel.com

www.swkmun.com.na

www.Namibian.Org

www.youtube.com/watch?v=fVw6gf8YWJg (documentario di Alberto Angela sugli Himba)

http://www.youtube.com/watch?v=bIhB1Q20M2Q&feature=related (video sulla Namibia in generale)

Opinione generale:

In 5 parole: l’Africa non delude mai.

B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:

1) 27 luglio 2017 giovedì

Alle ore 17.00 inizia la nostra nuova avventura africana. Raggiungiamo velocemente Malpensa dove lasciamo la macchina al solito parcheggio (Green Parking – http://www.greenparkingmalpensa.it/) prenotato mesi fa. Paghiamo € 80 alla consegna della macchina. Ci troviamo qui con i nostri amici Pocket. Solita trafila in aeroporto, cena veloce e imbarco alle 21.30 con volo Ethiopian diretto ad Addis Abeba (con scalo tecnico senza scendere a Roma). Alle 24 si riparte.

2) 28 luglio 2017 venerdì- km.136 h.1,30 (Windhoek – Lake Oanob)

Atterriamo dopo 5 ore e mezza di volo ad Addis Abeba. Qui c’è un’ora in più rispetto all’Italia. C’è nebbia. L’aeroporto è sempre molto caotico ed mal gestito. L’ala nuova che avevo visto in costruzione a febbraio è ancora da finire. Ripartiamo e dopo 6 ore atterriamo a Windhoek, alle 13.00. Qui c’è un’ora in meno rispetto all’Italia. Dopo 4 anni finalmente siamo tornati. Questa terra è stata la causa del nostro male incurabile, il Mal d’Africa… Superiamo velocemente il controllo documenti dove consegniamo il modulo compilato con i nostri dati (consegnatoci in aereo), recuperiamo le valige e andiamo al cambio. Abbiamo la necessità in questi primi giorni di avere soprattutto Rand Sudafricani perchè nel Kgalagadi non accettano i Nad Namibiani. Ce li danno senza problemi tanto, come ho detto, hanno lo stesso valore (cambio 14,60). Andiamo al banco della Herz per le formalità. Ci fanno una strisciata della carta di credito dove addebiteranno eventuali danni alla macchina (la consegneremo intatta), paghiamo Nad 2100 (€ 140) per il navigatore e per le tasse e poi Nad 1460 (€ 97) per il border permit (permesso che compilano al momento fondamentale se si vuole portare la macchina in un altro stato). Presentiamo la patente italiana e non ci chiedono quella internazionale. Con la macchina è prevista una ruota di scorta agganciata al semiasse posteriore. Noi avevamo fatto richiesta all’atto della prenotazione di una seconda. Ci dicono che dobbiamo pagarla solo se danneggiamo le altre due. Questa verrà messa nel cassone. Sistemato tutto ci accompagnano con un pulmino a ritirare la macchina (il parcheggio è distante poche centinaia di metri). Gli addetti, di una precisione maniacale, ci mostrano ogni dettaglio della macchina, e la tirano per le lunghe in un modo esagerato al che gli diciamo che è la terza volta che affittiamo questa tipologia di macchina, così velocizziamo. Alle 16 finalmente partiamo con un bell’Hillux, rigorosamente bianco, targato CPT311NC. Pietro è alla sua prima esperienza con la guida a destra ma se la cava alla grande da subito. Il sole si sta abbassando davanti a noi e diventa tutto color oro, quanto mi mancava questo colore …. vediamo dei babbuini e dopo aver superato un posto di blocco della polizia (non ci fermano), raggiungiamo Windhoek.

Informazioni su Windhoek, dovessero servire:

(http://www.namibia-1on1.com/windhoek.html) – Windhoek, la capitale della Namibia, si trova ad un altitudine di 1650 mt. ed ha una popolazione di 306.000 abitanti. Importante centro per il commercio delle pelli di pecora, Windhoek era in origine residenza di un capo Nama che sconfisse gli abitanti Herero della regione nel XIX secolo. La Germania occupò la regione nel 1885. L’odierna Windhoek venne fondata il 18 ottobre 1890, quando Von François posò la prima pietra del forte che viene oggi chiamato Alte Feste (Vecchia Fortezza). La città divenne sede del governo coloniale nel 1892, come capitale della colonia dell’Africa Tedesca del Sud-Ovest. Durante la prima guerra mondiale, nel 1915, Windhoek venne occupata dalle truppe sudafricane per conto degli inglesi. Nel 1990 la Namibia raggiunse l’indipendenza dal vecchio regime coloniale sudafricano dell’apartheid. Windhoek divenne sede del primo governo democraticamente eletto della Repubblica di Namibia, guidato dal presidente Sam Nujoma. Windhoek è gemellata con Trossingen (Germania).

Ufficio del turismo:

MET ( Ministery of Environment dna Tourism) Corner of Dr Kenneth Kaunda St & Robert Mugabe Ave (lu-ve 8-17 e sa-do 8-13)

Ristoranti:

– Gatheman (elegante – tel. tel 2264061223853) –

– Cattle Baron

– Gran Canyon Spur (sull’ Indepenence Avenue)

– Luigi’s fisher

– Joe’s Beerhouse (il ristorante più caratteristico della capitale – prenotare – Nelson Mandela Avenue 160, tel/fax +264061232457 – info@joebeerhouse.com – www.joebeerhouse.com) prendere bushman sosatie, uno spiedino alla griglia con carne di struzzo, coccodrillo, zebra, kudu e pollo

– The Gourmet (in Post Street Mall)

– ristorante argentino El Gaucho

Cosa vedere a Windhoek

– Casa delle Gemme con una vasta collezione di minerali (niente di particolare)

– zona commerciale pedonale (Post St. Mall) piena di negozi, centri commerciali, gioiellerie

– meteoriti di Gibeon esposte al centro del viale di Post Street Mall (http://www.namibia-1on1.com/gibeon-meteorites.html)

– Namibian cruft centre vendono diamanti (all’aeroporto rimborso 15% iva) questo l’unico posto forse in tutta la Namibia dove troverete oggetti artistici fatti nel paese, che è davvero povero di artigianato.

– Tinterpalast del 1913, oggi sede del Parlamento

– Chrisuskirche (chiesa luterana) costruzione progettata all’inizio del XX° secolo in Peter Muller St.

– Alte Feste (Robert Mugabe Avenue), antico fortino tedesco del 1890 che ospita il National Museum of Namibia (http://www.namibia-1on1.com/a-central/alte-feste.html)

– Torre dell’Orologio

– mercatino lungo Fidel Castro Street

– Gathermann’s Complex, in Indipendence Avenue, sono 3 edifici del periodo coloniale costruiti dall’architetto Willi Sander

– Zoo park di Indipendence Avenue. Fino al 1962 era lo zoo cittadino, ora è un parco con una colonna realizzata dalla scultrice namibiana Dorthe Berner che raffigura la caccia ad un elefante e poi Kreigerdenkmal, un monumento ai soldati delle Schutztruppen caduti durante la guerra del 1893/1894 contro le truppe del capo nama Hendrik Witbooi.

– Ludwig Von Estorff House (tra Neser St. e peter Muller St) un tempo mensa per soldati poi residenza per ufficiali, poi ostello, poi scuola elementare ed ora biblioteca Estorff Reference Library

– Kaiserliche Realschule (tra Peter Muller St e Robert Mugabe Ave) prima scuola elementare tedesca del 1908 che poi diventò la prima scuola superiore tedesca e poi una scuola media inglese

– Officers’ House un tempo casa degli alti ufficiali oggi chiusa al pubblico

– Officlials’ Houses (in John Meinert St) 6 case del 1908 costruite per i dipendenti statali

– State House dove vive il presidente della Namibia

– St.George’s Anglican Cathedral (Love St.) è la più piccola cattedrale dell’Africa meridionale.

– Werth Lookout è un punto panoramico dove ci sono 2 bellissime ville (Migliarina e Lanvers) del 1907

– Turnhalle (tra Bahnhof St e Robert Mugabe Ave)del 1909 è ora la sede del Consiglio Nazionale

– Obergericht (tra Korner St e Robert Mugabe Ave) del 1908 era la corte suprema usata anche come tribunale per qualche anno

– Oode Voorpost (tra John Meinert St e Moltke St) è del 1902, un tempo era la sede degli uffici topografici coloniali, ora è la sede della Namibia Wildlife Resorts che gestisce i parchi nazionali. La statua che c’è tra Indipendence Ave e John Meinert St commemora i kudu morti nel 1896 per un’epidemia di peste bovina

– National Art Gallery (tra Robert Mugabe Ave e John Meinert St) ingresso libero

– Owela Museum (Luderitz St) sono esposte opera namibiane

– National Theatre (Luderitz St) del 1960 è il centro culturale principale della capitale

– Magistrates’ Court (angolo Luderiz St e Park St) del 1898 vecchia corte di giustizia ora è sede del Namibia Conservatorium

– Hauptkasse (in Luderiz St) del 1899 era l’ufficio delle imposte, ora è sede del Ministero dell’Agricoltura

– stazione ferroviaria (in Bahnohof St) edificio in stile olandese del Capo del 1912 all’ingresso del parcheggio c’è l’Owambo Campaign Memorial del 1919 eretto in memoria dei militari inglesi e sudafricani morti nello scontro del 1917 contro Mandume, capo della resistenza.

– Trans-Namib Transport Museum (sopra la stazione ferroviaria) c’ è il museo dei trasporti

– Hofmeyer Walk camminata di 2 ore che offre panorami della città e si sviluppa nella valle di Klein. Parte da Sinclair St o da Uhland St e termina nel punto in cui Orban St diventa Anderson St.

altre cose da visitare a Windhoek:

– Mammadu (centro di aiuto per bamini orfani) – http://www.mammadu.org/

– Naankuse (vicino all’aeroporto) centro di recupero ghepardi ed altri animali) – http://www.naankuselodge.com/

– parco di Daan Viljoen Park (ad ovest di Windhoek) con animali – si può fare il percorso con la propria auto – http://www.namibweb.com/daan.htm – http://www.namibia-1on1.com/a-central/daan-viljoen.html

Evitiamo il centro della capitale prendendo strade laterali così arriviamo velocemente nella zona sud imboccando la B1 (asfaltata). Altro posto di blocco ma proseguiamo senza controlli. Ci sono 20°. Arriviamo a Rehoboth.

Informazioni su Rehoboth:

(http://www.namibia-1on1.com/rehoboth.html) – Si trova su un altopiano caratterizzato da una scarsa piovosità, compensata dalla presenza di sorgenti d’acqua calda. Ha una popolazione di 21.378 persone. La maggioranza della popolazione è costituita dai Basters, una etnia di origine mista boera e africana.

Appena prima del paese giriamo a destra su una strada sterrata. Raggiungiamo il gate del parco dove pachiamo N 30 (€ 2) a testa per l’ingresso. Vediamo uno sciacallo della gualdrappa (black-backed jackal) ed alcune antilopi alcine (eland) che sono le più grandi antilopi africane.

Il sole tramonta mentre raggiungiamo il Lake Oanob Resort.

Info del lodge:

sito: http://www.oanob.com.na/

prenotato: inviando una mail all’indirizzo trovato sul sito

pagamento: all’atto della prenotazione abbiamo dati i dettagli della carta di credito. Hanno fatto l’addebito due settimane prima del ns arrivo

camere: family chalet, noi Sarabi n°3 mentre i Pocket Sarabi n°4

pasti: era previsto solo pernottamento poi abbiamo cenato e fatto colazione al ristorante del lodge

giudizio: carino

Info sul Lake Oanob:

(http://www.namibia-accommodation.com/listing/oanob-dam) lago artificiale dove è presente un lodge e ci sono alcune case private. In estate è molto frequentato in quanto ci sono molte attività da fare. Qui vivono diversi animali ma non ci sono predatori.

Attività:

– Nature Drive 1 ½ hour drive, incl. 2 drinks (min. N$ 400.00) N$ 200.00 Child N$ 90.00

– Self-drive 4×4 Route N$ 50.00 Child N$ 25.00 – durata circa 1 ora

– Hiking in the Game Park N$ 30.00 Child N$ 15.00

– Boat ride 20 Min. (min. N$ 300.00) N$ 150.00 Child N$ 80.00

– Water-Skiing (20 min. plus boat rate per person) N$ 300.00

– Tube / Wake Snake (20 min. plus boat rate per person) N$ 50.00 Child: N$ 30.00

– Canoeing 30 Min. N$ 20.00 (per person)

– Aqua Cycle 30 Min. N$ 50.00 Child N$ 30.00

– Swimming in the Lake free

– Floating pontoon Boat “Fish Eagle” (max. 60 people) N$ 2000.00 1 h N$ 3000.00 2 h N$ 4000.00 3 h

Sono le 17.30. Gli chalets sono distanziati uno dall’altro, sono tutti sulle rive del lago e sono forniti di cucina. Andiamo in macchina alla nostra camera, Sarabi chelet n°3. Praticamente è una villa. Ha un grande portico con vasca idromassaggio (coperta perchè ora è inverno), griglia, tavoli e sdraio. All’interno una cucina con salotto con divani, due camere da letto, due bagni di cui uno con vasca. D’estate deve essere molto bello. Ora l’unico neo è che fa freddo. Ci sono impianti di condizionamento ma non di riscaldamento. Ma sappiamo che in Africa in questo periodo è così quindi ci adattiamo senza problemi. C’è una piccola stufa che accendiamo in bagno per farci la doccia quindi va bene. Usciamo per andare a cena con le torce alle 19.30. E’ buio pesto. Nella zona ristorante c’è la piscina (ora non utilizzata) ed una bella terrazza vista lago. Ceniamo all’interno. Siamo solo noi ed un altro paio di coppie. Cena discreta con carne, verdure e riso (Nad 720 € 52,42). Rimaniamo in attimo sul portico della nostra casetta a guardare il cielo. Le stelle si possono toccare e la via lattea è nitidissima. Una delle cose che tanto mi affascinano dell’Africa sono i meravigliosi cieli notturni. Organizzo i borsoni in modo tale da dover ritirare domani mattina solo il minimo indispensabile, e via di corsa sotto il piumone super pesante. Ohhh che bello essere di nuovo qui ….

3) 29 luglio 2017 sabato – km.497 h.5,30 (Lake Oanob – Mata-Mata, Kgalagadi)

Sembra che sia passato un secondo da ieri sera e la sveglia suona… sono le 6.00… incurante del freddo esco a vedere l’alba ed ecco che arrivano i Pocket tutti belli pimpanti e già super operativi. L’entusiasmo per la prima giornata di vacanza c’è… Andiamo alla reception per registrarci per il self drive nel parco (N 50 € 3,30 a testa) e a farci dare la cartina. Andiamo poi a fare colazione al ristorante di ieri sera (Nad 90 € 6 a testa). La vista dalla terrazza è bella ed il sole scalda. Da super bardati rimaniamo solo in pile. C’è un matrimonio e andiamo a curiosare. Andiamo poi a fare il giro nel parco. Nulla di che. Non merita niente. Non vediamo nessun animale e la cartina è fatta male quindi dopo mezz’oretta decidiamo di andare via. Andiamo a Rehoboth alla ricerca di un market. Dobbiamo fare scorta per i prossimi giorni al Kgalagadi dove dovremo aggiustarci per tutti i pasti. Quest’anno ci facciamo furbi e prendiamo degli scatoloni così tutte le cose non ci girano per il cassone. I sacchettini di plastica, che danno alle casse, sono piccoli e si rompono subito. Anzi, a dirla tutta .. non prendiamo gli scatoloni, ma un signore si fa in 4 per portarceli. Io ne vedo uno vicino alle casse e lo prendo. Chiedo se ne hanno altri ma la cassiera dice di no. Dopo un attimo un signore gentilissimo arriva con 4 scatoloni per mano … Mi sono anche attrezzata da casa con una borsa frigo in modo tale da ritirare alcune cose che non si devono impolverare (appena si arriva sullo sterrato il cassone si riempie di polvere quindi è necessario che cose come formaggi che poi rimangono aperti ecc. ecc rimangano nel pulito). Primo assaggio di vita africana caotica. C’è gente che va e che viene, macchine parcheggiate dove capita, bambini curiosi che vengono a parlare con i nostri. Il primo anno in cui siamo venuti in vacanza in Africa eravamo un pochino diffidenti ma ora siamo a nostro agio. Ovviamente bisogna avere una certa soglia di attenzione perchè non si sa mai, come in qualsiasi altro posto, però in questi posti io mi trovo bene. Incomincia a fare caldo quindi mettiamo tutti i pantaloni corti. Sono allibita dalla temperatura. Non credevo che ci fosse così tanta differenza da giugno ad agosto. Alle 10.30 siamo operativi e partiamo. Sosta veloce poco dopo la città per le foto di rito al cartello del Tropico del Capricorno. Prima di Mariental giriamo a sinistra sulla C20.

Informazioni su Mariental:

E’ capoluogo della regione di Hardap. Si trova in quella fascia di terra chiamata Grande Namaland o Namaqualand (il Piccolo Namaland appartiene al Sudafrica) e conta circa 12.000 abitanti prevalentemente di lingua “name” discendenti dei Khoi, i primi abitanti della Namibia. Deve il suo nome a Hermann Brandt (1858-1925), il primo colono che si stabilì nella zona nel 1912, che la chiamò con il nome della moglie: Maria. Quindi “Mariental” significa “Valle di Maria”.La risorsa principale di Mariental è l’allevamento degli struzzi la cui carne viene qui macellata ed esportata in tutto il mondo. Ad est della città inizia il deserto del Kalahari

– Hardap Dam (diga, safari in auto per vedere gli animali, birdwatching, escursioni a piedi) http://www.namibweb.com/hardap.htm – http://www.nwr.com.na/index.php/resorts/hardap-resort – http://namibian.org/travel/lodging/hardap.htm

Da qui in poi sarà tutto sterrato ed incroceremo solo una macchina … A Stampriet giriamo a destra sulla C15. Ci fermiamo a pranzare lungo la strada. C’è una casa in mezzo al nulla circondata da coltivazioni. Tutto intorno è deserto. Sicuramente qui c’è una falda acquifera notevole per poter bagnare tutto quanto. Facciamo il nostro primo pranzo sul cassone della jeep …. Sosta gasolio a Gochas, un paesino di 4 case. Il benzinaio, non so se lo è, ma sembra un boscimane. La benzina costa N 11,09 € 0,72 al litro mentre il diesel Nad 10,97 € 0,73. Vediamo tanti nidi condominiali degli uccellini tessitori (socialbe weaver), sembrano delle balle di fino buttate sui rami degli alberi. Capita spesso che il ramo si spezzi quando sono troppo pesanti. A volte se ne vedono più di uno sulla stessa pianta. Riescono a costruirli anche sui pali della luce. Attraversiamo una zona in cui producono carbone. Ci sono tante pire fumanti ed il carbone viene venduto anche lungo la strada. Deviamo poi sulla C15 che ci porta direttamente al gate di Mata-Mata, l’accesso al Kgalagadi Transfrontier Park, meta tanto sognata. Sono le 17.00. Ci fermiamo qualche km. prima dove si trova il Torgos Lodge dove pernotteremo per due notti.

Info del lodge:

sito: http://torgoslodgenam.com/

prenotato: direttamente sul loro sito. Si vede la disponibilità reale

pagamento: hanno fatto un addebito sulla carta della metà dell’importo. Il saldo lo abbiamo pagato al lodge

camere: noi due tented chalets – i Pocket 2 stone chalets

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: molto carino

In questa zona ci sono solo altre due possibilità per dormire. Il nostro lodge ha solo camere poi c’è il Kalahari Game Lodge (http://www.kalaharigamelodge.com.na/) che ha sia camere che campeggio e poi il campeggio Sitzas (http://www.goingwhere.co.za/sit004). Queste sono ottime soluzioni per chi è interessato al Kgalagadi ma non riesce a prenotare i campi all’interno. Se si pernotta in questi lodge/campeggi lo si può visitare in giornata (solo una piccola parte). Il Torgos Lodge si trova sulle rive del fiume Aoub che poi entra nel Kgalagadi. Questo fiume è sempre asciutto, credo che si fermi un pochino di acqua solo quando piove molto. Il lodge è gestito da due persone anziane molto gentili e disponibili. Ha una struttura ristorante molto carina con piscina e poi gli chalets (con due posti letto), sia in muratura che tendati, si trovano nella zona circostante. Il terreno è tutto rastrellato. Il proprietario ci dice che così facendo al mattino riesce a vedere bene le impronte degli animali che sono passati. E’ capitato solo una volta che un leone ha trovato una via di fuga dalle recinzioni del parco ed è arrivato fino a qui. Lui ha chiamato i ranger che lo hanno addormentato e riportato all’interno. C’è una pozza illuminata di notte. Il sole tramonta alle 17.15 quindi inizia a fare freddo. Per andare a cena ci spostiamo in macchina. Non ci fidiamo ad andare a piedi con solo le pile come arma di difesa… un minimo di attenzione in più non guasta mai. A cena siamo solo noi 7 ed un’altra famiglia italiana con due figli grandi. La cena è ottima: crema di verdura poi piatto unico con carne, verdure e riso ed infine il dolce. Andiamo alla pozza a piedi con il proprietario che ci accompagna. Ci sono solo springbok che bevono. Le stelle anche questa sera riempiono il cielo. Purtroppo la luna sta crescendo. La via lattea rende molto di più quando c’è la luna nera. Fa decisamente freddo, credo si sfiori lo zero. Andiamo in camera. Quando abbiamo due doppie facciamo punto appoggio valigie solo in una e poi i due poveri prescelti (sempre Pier e Martina) … migrano in pigiama nell’altra camera … Alle 21.00 siamo sotto il piumone al caldo (ci sono i letti riscaldati quindi prima di andare a cena li abbiamo accesi). Silenzio totale.

4) 30 luglio 2017 domenica – km.187 (Kgalagadi)

Questa notte ha fatto davvero freddo ma con il materasso riscaldato si stava benone. Giornata dedicata alla visita del Kgalagadi Transfrontier Park uscendo poi la sera per pernottare ancora in questo lodge. (Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

Facciamo in tempo a farci una doccia e poi vedere il tramonto. Con oggi davano un’impennata delle temperature e lo percepiamo. Fa freddo ma non come ieri sera. A cena siamo solo noi 7. Scambiamo due parole con i proprietari e poi paghiamo il saldo del pernottamento più le bevande che non erano comprese. Non funziona la macchinetta della carta di credito quindi il proprietario, si fida già bene, ci fa scrivere su un foglietto che sembra la carta del formaggio … il numero della nostra carta. Dice che lo porterà in banca a Keetmanshoop il mese prossimo. Siamo un pò titubanti sulla riuscita di quest’operazione comunque a metà settembre vedremo l’addebito. Alle 21.00 siamo tutti in branda.

5) 31 luglio 2017 lunedì – km.150 (Kgalagadi)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

6) 01 agosto 2017 martedì – km.220 (Kgalagadi)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

7) 02 agosto 2017 mercoledì – km.173 (Kgalagadi)

8) 03 agosto 2017 giovedì – km.200 (Kgalagadi)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

9) 04 agosto 2017 venerdì – km.417 (Kgalagadi – Quiver Tree Forest a Keetmanshoop)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

Alle 13.30 siamo di nuovo in Namibia e partiamo dopo aver spostato indietro di 1 ora gli orologi. Percorriamo a ritroso la C15 fino alla C17 che seguiremo, con vari sali-scendi sulle dune di sabbia rossa ricoperte di erba gialla, fino alla foresta degli alberi faretra, qualche km. prima di Keetmanshoop. Qualche km. prima di arrivare vediamo lo svincolo per il Mesosaurus Fossils (si può anche pernottare.

Informazioni sui Mesosaurus Fossil:

(http://www.mesosaurus.com/ – http://www.namibia-1on1.com/mesosaurus.html)

Si trova sulla C17 una trentina di km. prima di Keetmanshoop. E’ forse uno delle migliori prove che attestano l’avvenuta deriva dei continenti. Gli stessi fossili si trovano in Africa del sud (Whitehill formations) e in America del sud (Irats Formations). Ci sono circa 5.000 esemplari di alberi faretra. Per visitare questa foresta si può entrare da soli mentre per vedere le formazioni rocciose, i fossili e le due tombe di militari tedeschi morti qui nel 1904, bisogna andare accompagnati.

Arriviamo alle 16.00 alla fattoria dove pernotteremo il Quiver Tree Forest Rest Camp.

Info del lodge:

sito: http://www.quivertreeforest.com/wmenu.php

prenotato: inviando una mail all’indirizzo trovato sul sito

pagamento: abbiamo dato i dettagli della carta di credito come garanzia. Abbiamo pagato tutto al lodge

camere: noi camera quadrupla – i Pocket un igloo per 3

pasti: solo pernottamento

giudizio: brutto

Non avevo letto grandi recensioni su questo posto ma volevo vedere la foresta degli alberi faretra al tramonto e all’alba quindi abbiamo deciso di pernottare qui ugualmente. Non si hanno molte possibilità in zona. La foresta si trova sul terreno di proprietà della fattoria come pure il terreno dove ci sono le formazioni rocciose Giant’s Playground (che si trovano sempre sulla C17, qualche km. indietro, sulla strada che abbiamo percorso arrivando qui). Si paga il biglietto alla reception del Rest Camp e vale per entrambe i siti (non ci sono guardiani, in tutti e due i posti si apre il cancello da soli). Qui, tra i vari altri animali come cani e facoceri che girano ovunque, vivono dei ghepardi. Gli spazi sono molto grossi ma sono in gabbia. Non si procacciano cibo da soli ma il proprietario della fattoria, li sfama la sera permettendo ai turisti che hanno pagato il biglietto per la foresta, di assistere (Cheetah feeding). Organizza anche al mattino camminate con loro (Nad 200 a testa) oppure girare in macchina nello spazio dove loro sono liberi (Nad 100 a testa). Al nostro arrivo andiamo alla reception. Non sapendo bene com’era questo posto, era nelle nostre intenzioni andare a cenare a Keetmanshoop. Chiediamo comunque se eventualmente possiamo rimanere qui ma il proprietario (persona gentilissima) ci dice che ormai è tardi per aggiungere 7 persone. Non sa più che cosa fare per scusarsi, ma noi capiamo benissimo. Ci prenota quindi la cena al Central Lodge, in centro. Ottima decisione perchè vediamo in cucina alcuni cani sdraiati per terra e 5 o 6 gatti di fianco ai fornelli e sul tavolo. Io sono assolutamente pro animali (abbiamo 3 labrador e abbiamo avuto di tutto e di più … ) ma dove c’è un’attività di ristorazione aperta al pubblico, a mio avviso gli animali devono rimanere fuori. Ognuno a casa propria fa quello che vuole ma non se hai un ristorante. Andiamo a portare le valige in camera. La nostra è carina e pulita, quella dei Pocket invece no. Di notte dal soffitto continuano a cadere insettini. Monica passerà la notte in bianco. Prima di indirizzarci alla foresta andiamo a vedere i ghepardi. Tristezza infinita. Gli hanno dato delle procavie del capo (simil marmotte) come cena. Ce ne andiamo subito. Raggiungiamo in macchina il cancello dell’area dove ci sono gli alberi.

Informazioni sulla Quiver Tree Forest:

(http://www.namibia-1on1.com/quivertreeforest.html)

La Quiver Tree Forest (in inglese “foresta degli alberi faretra”; Köcherbaumwald in afrikaans) è una nota attrazione turistica nel sud della Namibia. Si trova 14 km a nord della città di Keetmanshoop, sulla strada, la M29, che conduce a Koes, nel terreno della fattoria di Gariganus.

L’albero della faretra o “Kokerboom” è una delle piante più interessanti e caratteristiche delle parti molto calde e secche della Namibia e della parte nord-occidentale della Provincia del Capo in Sud Africa. In realtà non è un albero, ma una pianta di aloe. Il nome botanico è Aloe dichotoma. E’ chiamato volgarmente faretra perché i suoi rami sono usati dai Boscimani per costruire le faretre, astucci per ritirare le frecce. L’albero faretra è un albero robusto che arriva fino a 9 metri di altezza con un tronco liscio che può arrivare fino a un metro di diametro a livello del suolo. Le piante sono di solito vivono singolarmente ma in alcune zone ce ne sono molte dando l’effetto di una foresta. Si generano nuove piante dai semi. Hanno i loro primi fiori quando hanno circa 20 a 30 anni. I fiori sono pannocchie lunghe fino a 30 cm e hanno un colore giallo brillante. La fioritura è in inverno nei mesi di giugno e luglio. L’albero faretra cresce soprattutto in zone dove ci sono formazioni di roccia nera (chiamati “ysterklip”) che assorbono molto calore durante l’estate quando la temperatura media è 38°C. Le rocce ancorano le piante al suolo. L’albero faretra non gela per il freddo invernale. Gli alberi della foresta sono naturali. Non sono sono stati piantati dagli esseri umani. La foresta degli alberi faretra è stata dichiarato monumento nazionale il 1 ° giugno 1955. I grandi alberi della foresta hanno anche tra i 200 ei 300 anni. Ce ne sono circa 250 esemplari. Molto bello all’alba o, meglio ancora, al tramonto. Ci sono molte procavie del capo. Se non si vuole entrare gli alberi si vedono comunque bene anche dalla strada solo che i più grossi sono all’interno. L’ingresso costa Nad 60 (€ 4) a testa più Nad 40 (€ 2,70) la macchina. Foto in notturna Nad 200 (€ 13) a testa.

Facciamo una bella passeggiata fotografando le piante da ogni angolazione. La luce è meravigliosa. Mi separo dal gruppo perchè in me, in alcuni posti, scatta la follia del fotografo, anzi a dire il vero in vacanza sempre, quindi corro di qui e di là per cercare la luce e la posizione migliori … il sole scende velocemente quindi devo cogliere l’attimo …. Loro mi guardano e ridono … mi dicono che sembro uno stambecco. Comunque farò dei bellissimi scatti. Vediamo il sole tramontare poi decidiamo di non farci la doccia e di cambiarci ma di andare subito a cena. Raggiungiamo Keetmanshoop su una strada buia. E’ la prima volta che viaggiamo completamente con il buio in Africa … ed è proprio buio … ovviamente le strade non hanno illuminazione. Raggiungiamo la città. Mentre raggiungiamo il ristorante notiamo un market … ok per la spesa di domani mattina sappiamo dove andare … A cena andiamo al Central Lodge, si può anche pernottare. Ceniamo discretamente (N 570 € 37,00) ma più che altro … c’è il wi-fi!Dopo 1 settimana i tre ragazzi erano in crisi di astinenza … e devo dire che ne usufruiamo anche noi per sentire casa …. Pietro ordina un dolce che sarà il filo conduttore della vacanza per lui … Il Dom Pedro con tanta Amaruala. Gli piace un sacco. Sono le 20.00 … tardissimo! raggiungiamo il lodge, doccia e a dormire!

10) 05 agosto 2017 sabato – km.240 (Keetmanshoop – Fish River Canyon)

Io e Pier siamo svegli presto quindi alle 4.45, chiudiamo in camera i ragazzi che dormono, per andare a vedere l’alba nella foresta. Non c’è nessun altro. Proprio bello. Ci sono 7°. Poi decidiamo di fare una puntatina anche ai Giant’s Playground.

Informazioni sui Giant’s Playground:

(http://www.namibia-1on1.com/giants-playground.html)

Queste particolari formazioni rocciose coprono una superficie di 180 000 km2 nella regione di Keetmanshoop e risulta che si siano formate tra 160 e 180 milioni di anni fa. Sono magma che si è solidificato sotto la superficie terrestre.

In pochi minuti raggiungiamo il cancello tornando indietro dalla strada dalla quale siamo arrivati ieri. Il cancello è aperto. All’interno ci sono le pecore quindi bisogna fare in modo di richiuderlo bene. Facciamo un giro veloce. Carino ma non ce lo siamo gustati. I ragazzi non sanno che siamo usciti, ma conoscendoci lo hanno immaginato, quindi torniamo indietro velocemente. Al nostro arrivo loro sono pronti ed i Pocket pure… Monica dice che ci ha visto andare via (ha passato la notte in bianco per via degli insetti che le cascavano in testa….) e che sarebbe venuta anche lei. Mi spiace. L’avessimo vista …Mentre carichiamo le valige ci sono due facoceri che giocano a palla con due cani Border Collie. Non è uno scherzo … i facoceri portano via la palla ai cani e la spingono con il muso. Da morir dal ridere… Alle 7.30 partiamo. Mi spiace per Monica che ha avuto questi problemi questa notte. Lei ha la fobia degli insetti. Questo è stato l’unico posto che non ricorderà volentieri. Andiamo ancora in centro a Keetmanshoop per la colazione. C’è un piccolo bar proprio di fianco al Central Lodge quindi ci fermiamo lì. Più che una colazione risulterà essere un pranzo perchè con i toast ci portano patatine fritte, uova e salsiccette, per il “folle” costo di € 4 a testa. Andiamo al market. Gli Spar sono ovunque e sono super riforniti. A noi piace un sacco andare a fare la spesa perchè ci sembra di integrarci ancora di più nella realtà locale. Non concepisco le persone che viaggiano ma rimangono nella loro campana di vetro. Se non vuoi entrare a contatto con la realtà locale, scegli un’altra destinazione o restatene a casa. Ovviamente la sicurezza viene al primo posto, ma, se si è sicuri e ci si cala nella parte, ci si gode di più la vacanza. Lasciamo la città diretti al Fish River Canyon. Da qui in poi si entra nei circuiti turistici anche se il Fish River Canyon, essendo tanto a sud, spesso non viene raggiunto. Il gran turismo lo troveremo dal Namib in su. Alle 10.00 partiamo. Lungo la strada vediamo coltivazioni di palme e viti. Fanno effetto da vedere in mezzo al deserto. Lasciamo la B4 asfaltata per imboccare la strada sterrata. A parte un tratto che porta a Luderitz, d’ora in poi non toccheremo quasi più l’asfalto fino all’uscita dall’Etosha. Prendiamo la C12 che passa attraverso le Klein Karas mountains. Poi giriamo a destra sulla C37 che si trova nel Gondwana Canyon Park (area privata con alcuni lodge), confina con l’Ai-Ais National Park. Deviamo poi ancora da quest’ultima su una strada a destra. All’Ai-Ais National Park si accede da questo punto, l’Hobas Gate, per visitare il Fish River Canyon e più a sud per andar ad Ai-Ais.

Informazioni sull’Ai-Ais / Richtersveld Transfrontier Conservation Park:

Quest’area di conservazione è stata creata nel 2003 unendo l’Ai-Ais National Park namibiano con il Richtersveld National Park sudafricano. E’ in programma di unire a questi anche lo Sperrgebiet National Park (la zona proibita dei diamanti), la Skeleton Cost e il Lona National Park dell’Angola. Quando questo avverrà prenderà il nome di Three nations Namib Desert Transfrontier Park. Si cercano di togliere le recinzioni in modo tale che gli animali possano ricominciare a circolare come un tempo. Una cosa simile è stata fatta tra Sud Africa e Botswana creando il Kgalagadi Transfrontier Park e tra Sud Africa e Mozambico creando il Limpopo Transfrontier Park.

Informazioni sul Fish River Canyon:

Http://www.eishsa.co.za/minisites/fish-river-canyon-sa.html

Http://www.namibia-1on1.com/fishrivercanyon.html

Http://www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/fish-river-canyon.html

Http://www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/fish-river-canyon/info.html

Http://www.namibia-accommodation.com/listing/the-fish-river-canyon

Il Fish River Canyon è una delle meraviglie naturali dell’Africa. E’ il secondo canyon più grande al mondo (il primo è il Grand Canyon americano). E’ lungo 161 km., ha quasi 27 km. di larghezza e raggiunge i 549 metri di profondità. Si trova in una pianura rocciosa scarsamente coperta di vegetazione ve la siccità permette la vita solo ad alcune piante grasse come le euphorbia e agli alberi faretra. C’è una strada che costeggia il canyon per 58 km. sul lato orientale, dove ci sono molti punti panoramici. Fino all’Eagle Rock si può accedere con qualsiasi macchina, oltre è consentito solo ai 4×4. I biglietti vengono fatti al gate di Hobas. Si pagano Nad 80 (circa 5 €) solo oltre i 16 anni più 10 Nad la macchina. Veduta spettacolare dai punti di osservazione principali.

Il fiume Fish non si prosciuga mai. Ci sono delle sorgenti di acqua calda in alcuni punti delle rive e la più grande si trova nella parte sud del canyon, ad Ai – Ais ove sono stati costruiti impianti termali. Il canyon è abitato da babbuini, klipspringers, zebre di montagna, vari tipi di antilopi, leopardi, serpenti, roditori, varani e molti uccelli. I momenti migliori della giornata sono l’alba ed il tramonto. Per gli appassionati di trekking questo è un paradiso. Si può percorrere il Fish River Canyon Hiking Trail. Il percorso inizia all’Hiker’s View point. E’ lungo 85 km. e dura 4/5 giorni e si può fare dal 1°maggio al 15 settembre sono in direzione nord-sud. Possono partecipare minimo 3 persone e massimo 40. Per poter accedere all’escursione bisogna presentare un certificato medico in inglese con data non superiore ai 40 giorni. Bisogna essere attrezzati con tutto. Si può anche decidere di percorrerne solo un tratto uscendo al Sulphur Springs Viewpoint (da questo però non si può accedere)

Al gate un signore gentilissimo dice ai Pocket che hanno una gomma a terra. Gli uomini la cambiano velocemente mentre noi donne andiamo alla reception a pagare. Il biglietto vale 24 ore quindi, se vogliamo, possiamo entrare anche domani mattina per vedere l’alba. Paghiamo N 80 € 5,33 ad adulto (Martina non paga) e Nad 10 € 0,60 per la macchina. Non forniscono cartine quindi facciamo una foto alla mappa che ha sul bancone. In questo posto c’è un campeggio, l’Hobas Campsite prenotabile sul sito dei Namibia Wildlife Resorts, una piscina ed un piccolo market. Percorriamo i 10 km. che ci separano dal canyon. Arriviamo direttamente al Main Viewpoint. Pier dice di lasciarlo per ultimo perchè è il più facile da raggiungere …. mega errore … poi il sole cala e la bellissima ansa del fiume sarà in controluce …. nervoso …. è il punto migliore e non sono riuscita a fare una foto decente …. grrrrrrr … Andiamo quindi al punto più a nord, l’Hiker’s Viewpoint. E poi visiteremo gli altri scendendo verso sud. Sono 2 km. percorribili anche a piedi seguendo un sentiero parallelo alla strada. Wow… da urlo. Davvero bello. Da qui partono per il Fish River Canyon Hiking Trail. Tra foto e selfie dei ragazzi rimaniamo qui un bel pò. Qui promettiamo a Martina che il prossimo che vedrà sarà il Grand Canyon … lei ci tiene un sacco ad andare negli Stati Uniti, noi non siamo interessati perchè vogliamo tornare in Africa anche il prossimo anno …, ma ogni tanto bisogna scendere a compromessi. Torniamo indietro al Main Point e decidiamo di lasciare per la fine anche il Sunset Point. Se si chiama così vuol dire che è il punto migliore quando cala il sole. Le indicazioni non sono chiare su dove passare per vedere gli altri punti panoramici. Molti difatti vedono solo questi 3 e poi tornano indietro. La strada sembra che prosegua oltre il Sunset Point verso sud ma non è così, lì finisce. Quindi dal Main Point torniamo verso il gate di 1 o 2 km. e poi giriamo a destra. Così facendo imbocchiamo la strada che costeggia tutto il canyon. Troviamo in ordine il Rockies Point, The Tdge, il Sulphur Springs Viewpoint, il Desert Rim e l’Eagle Rock. Oltre inizia il 4×4. Pranziamo con vista panoramica. Ci sono 18°. Torniamo indietro e andiamo al Main Point. Come ho scritto è in controluce quindi le foto non rendono. Dalla macchina due ragazze mi chiedono se ci sono solo questi 3 punti panoramici, ecco .. vedi che la maggior parte delle persone non sa degli altri!!! Andiamo poi al Sunset Point. Forse è il punto che mi è piaciuto meno. Si sono diverse piante di euphorbia. Torniamo al gate con l’idea di venire quei domani mattina a vedere l’alba per poter fotografare l’ansa che si vede dal Main Viewpoint. Siamo rimasti al canyon 4 ore. Torniamo alla C37 e raggiungiamo velocemente il nostro lodge che fa parte della catena Gondwana, il Canyon Village.

Info del lodge:

sito: http://www.gondwana-collection.com/the-fish-river-canyon-experience/accommodation/canyon-village/

prenotato: direttamente sul loro sito. Si vede la disponibilità reale

pagamento: pagato tutto con carta di credito all’atto della prenotazione

camere: noi due chalets – i Pocket 2 chalets

pasti: compresa solo la colazione – abbiamo cenato al ristorante del lodge

giudizio: molto bello

Le camere, due per ogni struttura, sono disposte a semicerchio tra le rocce. In mezzo a questo ci sono tante piccole piante di alberi faretra e ci sono alcune pozze d’acqua dove oryx e springbok vengono a bere. La zona ristorante/bar/reception/shop ha il tetto in paglia. Quando fa caldo si può cenare fuori. La lapa ha già il fuoco acceso. La piscina si trova in un punto rialzato a ridosso delle rocce. Proprio bello. Peccato che al nostro arrivo la zona sia già in ombra. Le camere sono belle. Andiamo a cena presto ma è già buio pesto. Siamo in un posto fuori dal mondo. Molto suggestivo. La cena (N 1470 € 97,00) sarà ottima anche se, abituati alla solitudine del Kgalgadadi .. abbiamo la sensazione che ci sia già un pò troppa gente …. Andiamo al bar dove conosciamo una coppia di ragazzi carinissimi, Simona e Renzo. Li rivedremo diverse volte nei prossimi giorni. Matteo e Luca, bello da vedere, sono al bancone del bar dove chiacchierano con il barista, ovviamente in inglese, come se si conoscessero da sempre. Non so quale sia l’argomento ma tutti e 3 se la ridono a più non posso. Andiamo poi intorno alla lapa a guardare le stelle. Notte nel silenzio più completo.

11) 06 agosto 2017 domenica – km.510 (Fish River Canyon – Luderitz)

Ovviamente sono sveglia presto. Matteo dorme ed io esco per vedere l’alba. Mi arrampico sulle rocce dietro alla piscina. Spettacolo. Si vede benissimo tutta l’area del lodge. Hanno scelto proprio una bellissima location. Il sole sorge ed illumina tutto poco per volta. Dopo un attimo vedo arrivare Pier … ovviamente non ci siamo messi d’accordo… Andiamo a fare colazione con i Pocket dopo aver recuperato i ragazzi e poi torniamo sulle rocce per far vedere anche a loro il panorama. Alle 8.00 partiamo. Al contrario degli altri anni non faremo tante levatacce. Non ci stiamo con i tempi per tornare a vedere il Fish River Canyon quindi partiamo in direzione sud. A noi piacciono le strade alternative quindi abbiamo deciso di arrivare a Luderitz non sulla strada comoda (la C12 che abbiamo percorso ieri arrivando qui e poi tutta la B4 asfaltata….) ma di andare fino al confine con il Sud Africa, costeggiare l’Orange River e salire dall’altra parte dell’Ai-Ais National Park. Ottima scelta. Partiamo sulla C37. Il paesaggio è lunare. Proprio bello. Costeggiamo il fiume Gamkab (ci sono coltivazioni) e poi arriviamo all’Orange River. C’è un gate d’ingresso all’Ai-Ais N.P. ma non c’è nessuno a parte qualche babbuino. Seguiamo il fiume. Troviamo solo altre 2 macchine. Vogliamo andare a vedere la frontiera (Sendelingsdrif) con il Sud Africa dove c’è un ferry che trasporta le macchine da un lato all’altro dell’Orange ma non riusciamo ad avvicinarci. Arriviamo poi a Rosh Pinah, piccola città in mezzo al nulla, dopo 4 ore di viaggio. Controlliamo da un benzinaio la pressione delle gomme, spesa al market e poi pranziamo in un parcheggio. In 1 ora e mezza raggiungiamo, tutto su asfalto, Aus. C’è un’ufficio informazioni sulla strada ma è chiuso perchè oggi è domenica. Imbocchiamo la B4 e, sempre su asfalto ci indirizziamo verso ovest. Questa è la famosa zona dei cavalli selvaggi. Non è recintato quindi ci sono diversi cartelli stradali di pericolo. Vediamo la scrittao Garub Wild Horse e deviamo a destra. C’è un hide che si affaccia su una pozza d’acqua, l’unico punto in cui queste povere bestie possono abbeverarsi.

Informazioni sui cavalli selvaggi:

http://www.namibia-1on1.com/a-southern/aus-wild-horses.html

http://www.namibia-1on1.com/a-southern/aus-pow-1.html

http://www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/aus.html

http://www.wild-horses-namibia.com/

http://www.namibia-accommodation.com/listing/namib-desert-horses

Questo posto è conosciuto per le nevicate e gli inverni freddi. Qui, il 15 agosto 1915, fu creato un campo tendato di prigionia con 600 guardie e 22 prigionieri di guerra. Il numero è arrivato fino a 1.500. Dopo poco, viste le condizioni climatiche avverse, le tende sono state sostituite dalle case. Alla fine della prima guerra mondiale iniziarono a liberare i prigionieri. L’ultimo gruppo se ne andò il 13 maggio 1919. Ora rimangono solo ruderi ed una targa commemorativa. Il sito Schutztruppe Prisoner of War Camp, monumento nazionale, è aperto al pubblico. Per raggiungerlo si devia dalla B4 sull C13 per circa 3 km dove c’è l’indicazione Rosh Pinas. Si prosegue e si prende la biforcazione a sinistra. Il campo si trova 500 mt. dopo sulla destra. Ad Aus è stata creata una concessione, Koichab Concession Area (15.000 ettari) dove vengono organizzati tour per visitare questa bella zona (Klein-Aus Vista). Qui si possono fare trekking a cavallo di più giorni. Ci sono le dune rosse, alcune ricoperte di vegetazione, e vivono i cavalli selvaggi. Se non li si riesce a vedere dalla strada principale, la B4, passando in macchina, ci si può fermare al Garub Plain dove c’è un hide che si affaccia su una pozza d’acqua. Qui i cavalli vengono ad abbeverarsi e li si può vedere da vicino. I cavalli selvaggi vivono in queste terre (350 kmq) da un centinaio di anni. Sulla loro comparsa ci sono diverse storie. La più veritiera, testimoniata da fotografie, risulta essere quella della presenza, per un poco tempo, durante la prima guerra mondiale, di 10.000 soldati e 6.000 cavalli. Durante un attacco aereo molti sono scappati e si sono adattati a vivere in queste terre estreme. L’unico punto in cui possono abbeverarsi (bevono una volta ogni 5 giorni circa) è la pozza artificiale, costruita per loro, a Garub. Il loro numero è oscillato dai 50 ai 250 (ora sono circa 150) e l’unico metodo per il controllo demografico, è contare quanti corpi trovano durante i periodi di siccità.

Non c’è nessun cavallo che beve ma ne vediamo in lontantaza. Non so come possano vivere qui. Si cibano di pochi fili d’erba e basta. Torniamo sulla strada principale e ne vediamo uno a ridosso della carreggiata. Non so se è vecchio o malato comunque fa una pena immensa da quanto è magro. La strada che percorriamo ora si trova già nel deserto del Namib. A sinistra abbiamo la zona proibita perchè estraggono diamanti.

Informazioni sul Deserto del Namib:

http://www.clupviaggi.it/viaggi_agy.asp?idViaggi=108&scheda=3P

http://www.namibian.org/travel/namibia/namib-naukluft.htm

Il Namib è il deserto più antico del mondo. Ha 80 milioni di anni. E’ lungo 2000 km. e largo 100. Si sviluppa lungo tutta la costa, dall’Angola al Sud Africa. Il nome Namib significa “luogo vasto” in lingua Nama (abitanti della regione). Le estati possono essere molto calde e gli inverni molto freddi. E’ una zona ventosa soprattutto al sud. Nello Sperrgebiet sono stati registrati i picchi massimi mondiali di velocità del vento. La pioggia è un evento raro nel Namib (da 5 a 85 mm all’anno) ma le nebbie costiere create dall’incontro del freddo portato dall’Antartide dalla corrente marina del Benguela ed il caldo del deserto (arrivano anche a 30 km. dalla costa) forniscono una certa umidità che consente la vita. Nel nord del Namib ci sono circa 1.000 tipi di piante, nella zona centrale 400 e nella zona a sud 600. Sono piante grasse che sopravvivono grazie alle particelle di acqua presenti nella nebbia. L’uomo, nel’età della pietra, viveva in queste zone. Le testimonianze sono nel Brandberg e a Twyfelfontein. Come animali vivono: sciacallo dalla Gualdrappa, iena maculata e iena marrone, orix, zebre di montagna, cavalli selvaggi, springbok, volpi del capo, serpenti, gechi, lucertole, ragni, scorpioni, coleotteri. Nel Naukluft Park si vedono raramente i leopardi.

E’ un’eco-sistema delicatissimo al punto tale che, in certe aree, non fanno entrare i turisti per preservarle. In questi posti non si deve toccare nulla, non toccare le piante perchè potrebbero contenere qualche goccia di acqua fondamentale per qualche piccolo animale, non raccogliere rami che si pensano secchi perchè in realtà con le piogge potrebbero riprendere vita, non spostare sassi perchè sotto potrebbe esserci qualche insetto che potrebbe essere il nutrimento di qualche animale più grande. Con un piccolo gesto insignificante si potrebbe creare una catena di eventi che non vanno bene. Con la macchina bisogna restare solo sulle piste segnate.

La caratteristica principale del Namib è la presenza delle dune di sabbia. La zona tra il fiume Kuiseb e Luderiz ci sono le dune più alte e spettacolari del mondo (la duna 7 con i suoi 388 metri è la più alta del Namib e la Big Daddy con i sui 325 metri è la più alta della zona di Sossusvlei). Le dune sono gialle mentre nella zona di Sossusvlei sono rosse. Le dune sono mobili e hanno tutte diverse forme. Questo è dovuto al vento. Nella zona a sud di Walvis Bay e quelle lungo la costa sono dune trasversali in quanto sono perpendicolari ai venti che arrivano da sud, nella zona di Sossusvlei sono multicentriche perchè colpite da venti che arrivano da ogni direzione mentre nella zona di Homeb sono parallele perchè colpite da venti da sud, in certi periodi, e da est, in altri. La costa chiamata Skeleton Coast prende il nome dagli scheletri dei relitti delle navi che sono naufragate e delle quali si possono ancora vedere i resti.

Fanno parte del deserto del Namib:

1) Skeleton Coast National Park: dall’Angola a nord fino al fiume Ugab a sud (ad ovest del Brandberg)

2) Dorob National Park (ex National West Coast Recreation Area): dal fiume Ugab a nord fino al fiume Swakop a sud. nell’entroterra mentre sul mare arriva fino al delta del fiume Kuiseb. Confina quindi con il Namib-Naukluft National Park. Del parco fa parte la laguna di Walvis Bay ma non sono compresi i paesi di Walvis Bay, Swakopmund, Wotskasbaken, Henties Bay e due punti a sud est di Walvis Bay. E’ stato istituito il 1° dicembre 2010. Sono circa 200 km. di costa, e si sviluppa nell’entroterra per 30/ 50 km. per un totale di 16.400 kmq. )

3) Namib – Naukluft National Park: dal fiume Swakop alla B4 vicino a Luderiz (49 768 km²) ha le attuali dimensioni dal 1986. Si è ampliato ancora dopo che nel 1979 sono stati uniti in un unico parco il Namib Desert Park ed il Naukluft Park.

Ci sono 4 zone importanti:

– Sandwich Harbour

– Namib Desert Park

– Naukluft Park

– Sossusvlei

4) Sperrgebiet (zona proibita): occupa un triangolo sulla costa a nord di Luderiz poi si estende dalla B4 vicino a Luderiz fino al fiume Orange 360 km. più a sud. e nell’entroterra per 100 km.

Informazioni sulla Sperrgebiet:

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=347

Questa è la zona sud del deserto del Namib. Si estende per 360 km. dall’Orange River a sud fino al 26° parallelo, una sessantina di km. a nord Luderiz (la zona a nord è solo un triangolo sul mare) e nell’entroterra per 100 km. Copre una zona di 22.000 kmq. E’ stata chiusa e dichiarata zona proibita (Sperrgebiet) dalle autorità coloniali tedesche quando scoprirono i diamanti a Kolmanskop nel 1908. E’ diventato parco nazionale nel 2008. Questa zona chiamata Diamond Area No.1, appartiene alla Namdeb (proprietà del governo namibiano) e dei De Beers. Non si può accedere a meno che si abbiano dei permessi speciali. Quando si passa sulle strade della zona di Luderiz è sempre meglio rimanere in carreggiata e non uscire visto che queste zone sono tutte controllate. Nel 1994 una società britannico-canadese ha avuto i permessi per raccogliere i diamanti in fondo al mare quindi si possono vedere imbarcazioni che scandagliano la zona. Questo è molto difficoltoso viste le condizioni climatiche proibitive.

Dicono che qui nel giro di 20 anni i diamanti saranno esauriti ma non si sa se poi verrà comunque aperta al pubblico perchè è una zona protetta per la delicatezza dell’ecosistema. L’uomo ha toccato solo alcuni punti, il resto è preservato e tale vogliono farlo rimanere. Ci sono bellissimi archi di roccia, crateri formati dalle meteore, siti archeologici e fossili. In mare ci sono 17 isole. Sulla spiaggia ci sono diversi relitti di navi. Qui vivono 1050 specie di vegetali, il 25% di quelle presenti in Namibia con solo il 3% di dimensioni dell’intero stato. Vivono, tra le altre, le rarissime succulenti.

Come animali ci sono: iena marrone, orix, springbox, sciacalli, 120 specie di uccelli, 100 di rettili, 16 di rane e molti insetti e invertebrati (il 90% di quelli presenti nel parco non sono ancora stati studiati). In mare ci sono delfini e balene.

Proseguiamo verso Luderitz. La strada è dritta. La ferrovia la costeggia per tutto il tragitto. E’ in ottime condizioni ma non viene usata in quanto, essendoci sempre vento, la sabbia invade i binari. Ci sono un paio di stazioni diroccate. Il paesaggio è particolare complice il sole che si sta abbassando di fronte a noi, ed il vento che muove la sabbia e la porta sulla carreggiata. Questo è uno dei posti più ventosi di tutta la Namibia. Prima della città vediamo Kolmanskop, la città fantasma. Domani mattina verremo a visitarla. Ora è chiuso. Avevo scritto una mail agli uffici, mesi fa, chiedendo se potevamo prenotare la visita guidata. Mi avevano risposto che bastava presentarsi al gate, ma vorrei avere conferma. Qui girano le iene. Ci sono diversi cartelli di pericolo. Di fianco al gate c’è l’ingresso per la zona proibita (Sperrgebiet). Ci sono alcune jeep con le tende sul tetto, incolonnate per i controlli. Con super permessi si può accedere. Li guardiamo con una certa invidia. A noi piacciono queste cose fuori dalle solite rotte turistiche. Arriviamo in città alle 17.00.

Informazioni su Luderitz e penisola:

http://www.namibia-1on1.com/bartholomew-diaz-2.html

http://www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/luederitz.html

http://www.namibia-1on1.com/luderitz.html

https://www.tripadvisor.it/Attractions-g316112-Activities-Luderitz_Karas_Region.html

http://www.namibia-accommodation.com/listing/site-of-original-dias-cross-luderitz (dias cross)

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=1280

Si tratta di una cittadina caratteristica che si trova in un ambiente estremo tra le roventi dune del Namib ad est e il gelido oceano Atlantico ad ovest. I suoi punti di forza sono i diamanti del deserto e quelli dell’oceano, i pesci e le aragoste. Una trentina di anni fa la città era quasi una città fantasma poi, nel 1981, hanno riaperto la miniera di diamanti ad Elizabeth Bay e quindi ha ricominciato a rifiorire. Oggi è una meta che viene inserita nei tour della Namibia.

L’ufficio informazioni si trova in Bismarck Street (orari estivi: lunedì-venerdì 8.00-12.30 e 13.30-17 mentre in inverno lunedì-venerdì 7.30-12.30 e 13.30-16.30, sabato 8.30-12.00 e domenica 8.30-10.00). Qui si prenotano le visite guidate alla città fantasma di Kolmanskop.

E’ una cittadina ventosa soprattutto d’estate e la cosa strana è che qui la famosa nebbia non c’è. Questa nebbia si crea dallo scontro dell’aria calda del deserto con quella fredda del mare portata dalla corrente del Benguela che arriva dall’Antartide.

Uno dei ristoranti migliori è il Ritzi’s.

Il primo europeo che arrivò qui fu il portoghese Bartolomeo Diaz, il giorno di Natale del 1487. Quando nel 1488 rientrò dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza, come usanza, eresse una croce sulle scogliere. Questa penisola a sud ovest di Luderiz è visitabile.

In mare ci sono alcune isole nella baia: Penguin Island, Seal Island e Flamingo Island. In mare aperto invece, a 100 mt. dalla riva, c’è Halifax Island. Questo è uno dei 3 posti in Namibia dove vivono i pinguini. Un tempo sfruttata per la raccolta di guano e delle uova, con il conseguente crollo del numero degli abitanti, ora è super protetta e non si può accedere.

Cosa visitare:

– Luderiz Museum: si possono vedere foto e manufatti delle popolazioni indigene

– Flasenkirche: chiesa

– Goerke House:è senza dubbio la perla architettonica di Luderitz. Niente di eccezionale ma l’atmosfera che regna all’interno e’ magica. E’ una casa storica costruita all’inizio del XX secolo, era il diamante di punta della città. La casa è stata ristrutturata recentemente. La visita costa poco ($ 2,40) e si possono visitare più camere. Orari: 14.00-16.00 tutti i giorni (sabato e domenica 16.00-17.00).

Sperrgebiet (zona proibita)

– zona a nord, Agate Beach: bellissima. Qui estraevano agate e diamanti. Non uscire dalla carreggiata perchè le zone oltre sono controllate dalla Namdeb.

– più giorni in 4×4 nel deserto con guida ma si guida la propria jeep. Tour operator:

Coastways Tours (http://www.coastways.com.na/)

– Elizabeth Bay: tour di mezza giornata, con Ghost Town Tour (http://www.namibweb.com/ludtour.htm), in una zona dove estraevano i diamanti e in un’altra dove si estraggono ancora (no ragazzini sotto i 14 anni e bisogna fornire copia dei passaporti con alcuni giorni di anticipo)

– Rock Arch Tour: anche con questo tour si entra nella zona proibita. Dura una giornata intera, si visitano miniere e si arriva fino ad un arco di roccia (Bogenfels) che dista 100 km. da Luderiz (sempre Coastways Tour). Anche qui bisogna dare in anticipo copie dei passaporti.

– tour in barca di 2 ore e 1/2 fino a Diaz Point, Halifax Island, Shark Island, Penguin Island e Seal Island. Lo organizzano Sedina Boat Trips (solo al mattino)( http://www.namibweb.com/sedina.htm e Sturmvogel (al mattino e al tramonto). Si può prenotare all’ufficio turistico il giorno prima.

– la penisola di Luderiz, a sud della città è visitabile su strade sterrate. Ci sono baie, spiagge ed insenature rocciose. Vivono colonie di otarie del Capo e pinguini. Appena lasciato Luderitz c’è il relitto della nave Elena. A Sturmvogel Bucht c’era una stazione baleniera. Ora si vedo i resti arrugginiti di alcune navi e ossa. Si può arrivare fino a a Diaz point, dove è stata eretta la croce di Bartolomeo Diaz. Ci sono molte otarie e c’è un chiosco. C’è anche un faro del 1910. Questo tour viene anche organizzato da tour operator come Diaz Trails).

Di primo impatto diciamo che è proprio brutta. Alla fine però, dopo due giorni qui, ci dobbiamo un pochino ricredere, non è una bella città, parte la zona del porto turistico ed alcune case i stile tedesco, però c’è l’atmosfera è piacevole. L’abbiamo vissuta un pò come dei residenti tra giri in banca, market, meccanico, lavanderia ecc ecc. ci siamo sentiti a nostro agio pur avendo visto in giro pochi bianchi. Andiamo subito al nostro B &B, il Kairos Cottage che si trova nella penisola oltre il porto, Shark Island, anche se non è un’isola. Rimarremo qui due notti.

Info del lodge:

sito:

prenotato: inviando una mail all’indirizzo trovato sul sito

pagamento: hanno fatto un addebito sulla carta della metà dell’importo. Il saldo lo abbiamo pagato al lodge

camere: noi 2 camere doppie – i Pocket 1 camera tripla

pasti: compresa solo la colazione

giudizio: molto carino

Il sole sta tramontando proprio di davanti a noi. Questo piccolo albergo è grazioso, semplice ma piacevole. Ci sono solo 5 o 6 camere doppie. Troviamo qui Simona e Renzo, i ragazzi conosciuti ieri sera al Fish River Canyon. Al nostro arrivo dobbiamo telefonare alla proprietaria. Arriva in 5 minuti. Queste soluzioni di pernottamento mi piacciono molto. La signora è gentilissima. Ci spiega tutto quello che c’è da fare e ci dà dritte sui ristoranti e sulle lavanderie. Non ne abbiamo mai usufruito negli altri viaggi ma qualche pile dobbiamo farlo lavare. Avendo fatto la griglia al Kgalagadi diversi vestiti si sono puzzati di fumo. Docce e poi andiamo a cena. Ci sono 14° ed il vento è assente. Il ristorante che ci ha suggerito è il più referenziato della città ma devo dire che non ci farà impazzire. Tutti piatti a base di pesce ma niente di che, il personale non è neppure tanto gentile. Si chiama Ritzi’s (fino a poco tempo fa era sul lungomare, ora si trova in centro) (N 925 € 61,00).

12) 07 agosto 2017 lunedì – km.97 (Luderitz – Kolmanskop – Luderitz)

Questa mattina ce la prendiamo con calma … 7.30 … La colazione sarà molto apprezzata. Ci sono 3 menù dal più light al più tosto. Ovviamente i ragazzi iniziano in bellezza la giornata con salsicce, uova ecc ecc. Abbiamo tempo quindi gironzoliamo per la città. Andiamo all’ufficio del turismo in Bismark Street per prenotare la visita guidata. Paghiamo qui N 85 € 5,60 gli adulti e N 50 € 3,30 Martina. La signora dice che comunque bastava presentarsi al gate. Le visite guidate non sono a numero fisso. Va beh, almeno non abbiamo perso tempo alla biglietteria. Andiamo in lavanderia (Joyce Laundrete). Lavano e asciugano al costo di N 130 € 8,60. Pietro porta dal gommista la ruota a far riparare nel mentre noi andiamo a fare due foto alla chiesa che si trova sulla sommità di una collina e ad alcune case in stile tedesco. Tornimo indietro di qualche km. sulla B4 per la visita della città fantasma.

Informazioni sulla città fantasma Kolmanskop:

http://www.namibia-1on1.com/kolmanskop.html

http://www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/kolmanskop.html

http://www.namibia-accommodation.com/listing/kolmanskop-ghost-town

Non serve prenotare. Si va direttamente al gate. Se si preferisce prenotare invece lo si deve fare all’ufficio informazioni di Luderiz in Bismarck Street . Costo adulto N 85, bimbi N 50. Se si è fotografi professionisti ci vuole un permesso speciale e possono entrare anche all’alba o al tramonto al costo di N 230 a testa. Ci sono 2 visite guidate: da lunedì a sabato alle 9.30 e 11.00. La domenica solo alle 10.00. Apre alle 8.00 e chiude alle 13.00.

Si può fare in autonomia o accompagnati da una guida del posto che parla inglese o tedesco (senza ulteriore costo). Si può girare in libertà negli edifici. C’è sempre vento, varia da forte a fortissimo, ma con il sole (se siete fortunati) è veramante emozionamente girare tra edifici cedenti e pieni di sabbia, in alcuni punti la sabbia è arrivata al secondo piano. La storia di Kolmanskop è breve. In un arco di 40 anni la città aveva vissuto, prosperato e morì. Kolmanskop (nome afrikaans che significa “la collina di Coleman”, in tedesco Kolmannskuppe) è una città fantasma nel deserto del Namib, in Namibia meridionale, a pochi chilometri dalla città portuale di Lüderitz.Il nome della città risalirebbe a un trasportatore di nome Johnny Coleman che durante una tempesta di sabbia abbandonò il suo carro di buoi su una piccola salita di fronte all’insediamento. Nel 1908, l’operaio Zacharias Lewala trovò un diamante mentre lavorava in questa zona e lo mostrò al suo supervisore, l’ispettore ferroviario tedesco August Stauch. Dopo aver appreso che questa zona era ricca di diamanti, molti minatori tedeschi si stabilirono in questa zona e subito dopo che il governo tedesco dichiarò la grande superficie Sperrgebiet (“zona riservata”) (dall’Orange River a sud fino a 360 km. a nord, fino alla latitudine 26S, e nell’entroterra per 100 km.), incominciarono a sfruttare i campi di diamanti. Dopo aver appreso che questa zona era ricca di diamanti, molti minatori tedeschi si stabilirono in questa zona e subito dopo che il governo tedesco dichiarò la grande superficie Sperrgebiet (“zona riservata”), incominciarono a sfruttare i campi di diamanti.Spinti dall’enorme ricchezza dei primi cercatori di diamanti, gli abitanti del villaggio costruirono la città in stile architettonico tedesco, dotandola di servizi tra cui un ospedale, una sala da ballo, una centrale elettrica, una scuola, un teatro, un casinò, un impianto di produzione di ghiaccio, così come il primo tram in Africa. Venne anche attivata una ferrovia per Lüderitz. La città si è spopolata dopo la prima guerra mondiale, con la diminuzione dell’attività estrattiva dei diamanti e venne definitivamente abbandonata nel 1956. Le dune di sabbia hanno invaso le abitazioni e spesso, una nebbia sottile si alza la mattina dal mare, creando un’atmosfera, se possibile, ancora più spettrale. Nel 1979 le rovine furono salvate dalla sabbia e venne deciso di creare un posto visitabile ai turisti. La visita guidata dura meno di un’ora poi si può girare tranquillamente tra gli edifici. Si possono vedere il museo creato da De Beers nel 1980 (mostra vecchi attrezzi di estrazione e una vasta collezione di fotografie dei giorni felici della città in cui abitavano circa 300 tedeschi, 40 bambini e 800 lavoratori a contratto Owambo), la casa del negoziante, una sala da ballo, la residenza restaurata del capitano, la macelleria, la palestra. Sulla collina che domina la città c’è un serbatoio di acqua che ricorda la sfida che hanno dovuto superare gli uomini per vivere qui.

Il costo è lo stesso sia che si fa la visita guidata che in autonomia. Noi stiamo con il gruppo per il tour generale di 40 minuti e poi giriamo da soli. I ragazzi si divertono a fare foto. Ci sono 19° e poco vento. Devo dire che mi è piaciuta molto questa visita. Ci sono angolini davvero belli da fotografare. Vivere qui non deve essere stato per niente facile. Vediamo Simona e Renzo. Loro questa sera hanno prenotato a Betta, verso nord, quindi devono partire presto. Dopo un paio d’ore usciamo. All’ingresso di Luderitz cè un posto di blocco della polizia. Vogliono vedere il permesso della macchina, essendo sudafricana, e la patente. Pier consegna quella italiana e non quella internazionale. Non contestano. Recuperiamo la gomma dei Pocket, sistemata per la cifra “folle” di N 80 € 5,30 andiamo a prelevare in banca e poi al waterfront per pranzare. Scegliamo l’Essenzet Resaurant che si trova al piano superiore della costruzione con vista mare. Ci sediamo nei tavoli sul portico. Si sta benissimo in maniche corte perchè è riparato. Pranzo ottimo (N 545 € 35,00). Alle 14.30 siamo di nuovo in macchina pronti per la visita della penisola ad ovest di Luderitz. Percorriamo tutte le stradine che ci sono. Arriviamo poi a Diaz Point dove c’è un faro del 1910 molto fotogenico. C’è un piccolo bar. Per raggiungere il punto dove c’è la croce di Diaz un tempo c’era un ponticello in legno. ora è crollato quindi camminiamo sulle rocce. Da lassù c’è un bel panorama e si vedono le otarie che nuotano in mare tra le onde enormi. Qui il mare è davvero arrabbiato. Riusciamo a restare solo 5 minuti perchè c’è un vento fortissimo che addirittura rompe la cerniera, già precaria, del giubbotto di Matteo …. e vai … In macchina proseguiamo sulla strada ad ovest della penisola passando per Guano Beach ed arrivando ad Halifax Island. E’ distante una decina di metri dalla riva, perchè c’è la bassa marea, ma è impossibile da raggiungere a piedi per il mare mosso. Qui c’è un paesaggio lunare del tutto inospitale. Ci sono solo sabbia e rocce battute dal vento fortissimo. Arriviamo fino a Grosse Bucht e poi torniamo indietro. Raggiungiamo la grossa spiaggia che si trova tra il faro e Angra Point, per vedere i resti di una baleniera, ma non troviamo nulla. Arriviamo fino sulla spiaggia ma non osiamo attraversarla per non insabbiarci. Non vogliamo sgonfiare le gomme e via dicendo. Il paesaggio diventa ancora più surreale quando il vento porta dal mare un nebbione pazzesco che si disperderà poi in 5 minuti. Questa zona non è soggetta alle nebbie mattutine classiche della costa namibiana per il fatto che c’è sempre vento. Facciamo ancora una sosta nella Second Lagoon, prima della città, per fotografare il relitto insabbiato di una nave. La luce è perfetta per le foto. Abbiamo fatto il giro della penisola in due ore circa. Solite cose di routine: market e gasolio poi doccia e cena da Barrels Pub (N 697 € 46,00) chiuso il sabato e la domenica (https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g316112-d2562318-Reviews-Barrels_Restaurant_and_Bar-Luderitz_Karas_Region.html). E’ meglio prenotare. Questo posto ci è piaciuto molto. Il personale è stato gentilissimo. Si può scegliere alla carta oppure c’è il buffet. Ceniamo davvero bene e poi c’è una bella atmosfera. Due ragazzi seduti vicini al nostro tavolo ci suggeriscono di uscire a guardare la luna. C’è l’eclissi parziale. Bello e loro gentili ad avercelo detto. Vorremmo fare due passi dopo cena ma quando usciamo fa freddo quindi ci rintaniamo sotto le coperte.

13) 08 agosto 2017 martedì – km.473 (Luderitz – Sesriem: Namib)

Oggi abbiamo parecchi km da fare quindi facciamo presto colazione e alle 7.30 siamo in macchina. Abbiamo sempre il sole di fronte perchè viaggiamo verso est. I colori sono belli, vediamo tutte le tonalità dal giallo all’albicocca. Faccio una foto alle rotaie del treno che sembrano non finire mai. In prossimità di Aus vediamo 8 cavalli a ridosso della strada. La pozza è vuota. Dopo 1 ora siamo ad Aus. Lasciamo l’asfalto. Giriamo a sinistra sulla C13 e poi, dopo 50 km. ancora a sinistra sulla D707. Questa è ritenuta una delle più belle, se non la più bella, strada della Namibia. Si snoda tra le Tiras Mountains. Sono 123 km. di sterrato e qualche tratto di sabbia. Davvero bei paesaggi e formazioni rocciose particolari. Vediamo qualche carcassa di oryx e sprigbok. Non abbiamo visto una pozza d’acqua quindi qui è difficilissimo vivere. Siamo a Betta alle 12. Ci fermiamo al distributore dove c’è un ristorante con un piccolo lodge. I ragazzi si prendono un hamburger (N 240 € 17,00). Pranziamo nel portico. Fa caldo. Proseguiamo sulla C27. Da qui in poi ci sono distese di erba gialla. I paesaggi sembrano sempre una tavolozza di colori pastello. Proprio bello. Vediamo alcune zebre. Le macchine sono inesistenti. Siamo a Sesriem alle 16.00. Andiamo al gate a chiedere due info perchè sappiamo che le regole d’ingresso sono cambiate. Un tempo bisognava pagare quando si entrava, questo portava via molto tempo, vista l’affluenza. In alternativa si poteva fare e pagare il permesso già il giorno prima al gate o in altri uffici MET (uffici del turismo), a Windhoek o Swakopmund. Ora invece segnano solo il numero della targa e si pagherà all’uscita. Ottima cosa. Andiandiamo al Sossusvlei Lodge per fare il check-in per i nostri lodge, che sono della stessa catena. Noi abbiamo prenotato al Desert Camp mentre i Pocket al Desert Quiver Camp (non avevamo trovato tutti nello stesso posto). Al Sossusvlei Lodge avevamo pernottato il primo anno in cui siamo venuti in Namibia, nel 2012. Fatto sta che, non so come mai o forse perchè eravamo già stati clienti, a noi hanno cambiato Lodge. Questa sera dormiremo qui mentre i Poket al Desert Quiver. Poi, come previsto, ceneremo tutti insieme qui.

Info del lodge:

sito: http://www.sossusvleilodge.com/

prenotato: con l’agenzia Cardboard

pagamento: subito acconto del 25% dando i dettagli della carta di credito, il saldo 2 mesi prima della partenza

camere: noi 1 family – i Pocket 2 chalets al Desert Quiver Camp

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: molto bello

Ci assegnano la stessa camera (due doppie comunicanti) della scorsa volta. Notiamo subito che ci sono stati dei cambiamenti nelle camere e nella zona piscina/bar. Chiediamo ed in effetti hanno riaperto da un paio di mesi dopo la restrutturazione. Devo dire che le camere le preferivo prima. Avevano la base in muratura ma sopra erano tendate color sabbia e mattone. Ora sono tutte in muratura color sabbia. All’interno sono bellissime. Cazzeggio fino all’ora di cena. Ci troviamo con i Pocket. La cena sarà strepitosa, come la ricordavamo. L’unica cosa è che tutti i tavoli sono all’esterno, illuminati solo da luci soffuse quindi romantico e con una bella atmosfera, ma fa parecchio freddo. Andiamo al bar per un’ottima Amarula e poi di corsa a dormire. Domani mattina dobbiamo fare una levataccia.

14) 09 agosto 2017 mercoledì – km.186 (Sesriem, Namib)

Con il buio pesto andiamo alla reception a recuperare il nostro breackfast box. Nel 2012 ci avevano dato un sacchettino con dentro varie cose … ora … servono 2 ragazzi per caricarcelo in macchina … è un cesto in vimini enorme, per tutti e 7, con tazze e piatti in plastica dura, 3 tipi di cereali, 3 tipi di yogurt (da 1 litro l’uno in barattoli di vetro), frutta, affettati, succhi di frutta …. da paura … quando torneremo indietro da Sossusvlei, lo dovremo restituire. Andiamo al gate. Sono le 5.00. Vediamo che c’è già una macchina davanti …. noooooo … i Pocket sono arrivati per primi! Retrocedono e ci lasciano il primo posto … wow, carinissimi … Sono belli carichi nonostante l’ora ed il freddo, ci sono 7°. Grandi! Dopo poco arrivano tante macchine. La cosa sarà lunghissima. Il gate apre alle 6.30 quindi ne abbiamo di tempo … non possiamo fare colazione con il cesto perchè scomodo, quindi la faremo con le nostre cose. Attingeremo da lì per pranzo. Ad un certo punto Monica mi fa morire. Manca mezz’ora all’apertura del gate. Non avevo notato che una macchina si era affiancata a noi. Ovviamente vogliono fare i furbi e passare davanti. Monica viene a bussarci e ci dice che la cosa è intollerabile. Ha ragione, visto che questo è arrivato bello bello senza fare la levataccia. Lei parte come un treno e va a fare presente che la coda inizia circa 200 metri indietro. Loro la guardano ma non dicono nulla e non si spostano. Va beh … tanto Pier non li fa di certo passare, è questione di principio. Arriva l’addetto del gate e appena li vede parte come un treno anche lui e, molto scocciato, li fa andare via. Ecco. Ora ci rilassiamo. Non cambia essere primi o decimi o ventesimi. Fino a qualche anno fa faceva la differenza perchè si rischiava di restare qui 1 ora per il pagamento, ora no. E’ solo la soddisfazione di dire … entriamo per primi … anche se quelli che hanno dormito nel campeggio all’interno del parco hanno potuto farlo 1 ora prima di noi. A 10 minuti dall’apertura del gate Matteo ci dice che deve andare in bagno … noooo … i miei figli hanno sempre un tempismo !!! Come facciamo!!! Se ci spostiamo di qui perdiamo il posto. Scende solo lui e va di corsa al distributore. Ci mette una vita …. se non arriva in tempo dobbiamo metterci da parte e far passare le altre macchine. Lo vediamo poi arrivare. Pier mette in moto, lo recuperiamo e torniamo in posizione ed ecco che, arriva l’addetto ed apre i cancelli … ce l’abbiamo fatta al pelo!!! Sono le 6.30. Entriamo nel deserto più antico al mondo.

Informazioni su Sossusvlei:

http://www.sossusvlei.org/

http://www.namibia-1on1.com/sossusvlei.html

http://www.namibia-1on1.com/sesriem-canyon.html

Sossusvlei è uno uno dei fiori all’occhiello della Namibia. E’ un paesaggio unico dove le dune arancioni fanno da padrone. Il colore più o meno scuro della sabbia indica l’età delle dune. La sabbia contiene ferro che con il tempo si ossida quindi quelle più scure sono le più anziane. Le dune sono multicentriche in quanto vengono colpite dai venti che provengono da tutte le direzioni. In alcuni punti, di questo mare di dune, ci sono delle zone chiamate “pan”, che significa acquitrino in afrikaans. Sono aree asciutte per la maggior parte dell’anno se non addirittura per anni, dove ogni tanto si può fermare l’acqua. Quando questa evapora, grazie alla composizione salina, lascia un terreno bianco che, seccando con il sole, si crepa. Il contrasto di questo bianco con le dune arancioni crea un effetto unico. Qui vivono orix, springbok, struzzi, sciacalli della gualdrappa, serpenti, gechi, lucertole e altri piccoli animali.

Il costo d’ingresso è Nad 80 € 5,33 adulti, ragazzini fino ai 17 anni non compiuti gratis e Nad 10 € 0,66 per la macchina. Gli orari invernali sono 6,30 – 17.30. Si ha la possibilità di entrare 1 ora prima se si pernotta al Sesriem Campsite, l’unico all’interno del parco. Considerate che entrando negli orari giusti non si arriva in tempo per vedere l’alba dalla sommità di una duna. Il limite di velocità è di 60 km./h. A Sesriem ci sono un distributore ed un piccolo negozio. Al Sesriem Camp Site si possono fare i permessi per attraversare le oasi d Ganab, Hotsas e per la Welwitschia Drive.

Dal gate si percorre una strada (km.65) asfaltata. C’è il divieto assoluto di uscire da questa. L’ecosistema è fragilissimo e bisogna rispettare le regole. Nella parte iniziale non ci sono dune. Iniziano dopo una trentina di km. Sono molto belle all’alba e al tramonto quando un lato è in ombra. Durante le ore centrali della giornata i colori rendono di meno ma è sempre comunque un luogo magico. Ogni duna ha un nome. Dopo 65 km. si arriva al parcheggio 2×4. Qui c’è un bagno e ci sono dei tavoli. Da qui si parte a piedi per vedere l’Hiddenvlei. Si può decidere se lasciare qui la macchina o se avventurarsi nel tratto di 5 km. solo per 4×4. Il fondo è sabbioso. Se si lascia la macchina o si va a piedi o si può prendere la navetta al costo di Nad 110 € 7 a testa. Superati i 5 km. si arriva ad un secondo parcheggio dal quale si visitano la Big Daddy e il Deadvlei. Dal parcheggio 4×4 si prosegue ancora per un paio di km. per raggiungere la piana di Sossusvlei con la Big Mama.

Attrazioni:

– Duna Elim: la prima sulla destra, a 5 km. dal gate. La si raggiunge con una deviazione dalla strada principale. Prende il nome dalla fattoria che c’era prima che chiudessero il parco.

– Duna 45: alta 85 metri, si trova a 45 km. dal gate. E’ la più fotografata al mondo. La si può scalare. E’ molto frequentata la mattina per vedere l’alba da chi pernotta nel Sesriem Campsite.

– Hiddenvlei: pan molto bello e poco frequentato che si raggiunge in 40 minuti di cammino (sono 2 km. circa) dal parcheggio 2×4 (arrivando si va a la sinistra e poi sempre diritto). Il percorso è segnalato da paletti di legno.

– Cessnavlei: pan che si trova a sinistra arrivando al parcheggio 4×4. Lo si attraversa per scalare la Big Daddy.

– Big Daddy: alta 325 metri è la più alta dell’area di Sossusvlei. La si può scalare partendo dal parcheggio 4×4 attraversando il Cessnavlei. Ci vogliono circa 45 minuti. Dalla sommità c’è una vista meravigliosa di Deadvlei raggiungibile scendendo direttamente dalla duna.

– Deadvlei: il punto più bello. Pan bianco con alberi di camelthorn morti. Questi hanno circa 900 anni. Un tempo il fiume Tsauchab arrivava fino a qui e consentiva la vita a queste piante. Poi con il cambiamento climatico nel corso dei secoli e lo spostamento delle dune dovuto al vento, il corso del fiume è stato deviato e le piante sono morte. Non si sono ancora decomposte grazie al clima caldo e secco. Lo si raggiunge dal parcheggio 4×4 o scalando la Big Daddy e poi scendendo sul fianco della duna oppure percorrendo circa 1 km. quasi tutto in piano (c’è solo una piccola duna alta 20 mt. da superare) direttamente dal pargheggio 4×4, sempre sulla sinistra.

– Sossusvlei: proseguendo dal parcheggio 4×4 per un paio di km. si arriva a questo pan. Molto bello. Si trova sulla sinistra del parcheggio. E’ un pianoro di forma grosso modo ellittica, coperto da una crosta di sabbia salina indurita e screpolata. Il pianoro è il fondo di un lago quasi sempre asciutto, ed è stato modellato attraverso i millenni dalle acque del fiume Tsauchab. Lo Tsauchab, secco per la gran parte dell’anno, si riempie d’acqua solo in occasione di piogge particolarmente intense; in queste occasioni, può accadere che la piana di Sossusvlei venga alluvionata. (Il fenomeno non ha luogo tutti gli anni. Una delle ultime alluvioni di Sossusvlei avvenne nel 1997.) Il nome del luogo descrive questo fenomeno periodico: vlei è il termine afrikaans che indica il pantano, mentre sossus, in lingua nama, significa “senza ritorno” o “fiume cieco”, con riferimento al fatto che qui le acque dello Tsauchab si perdono nel Namib. Intorno al vlei si innalzano in ogni direzione alte dune arancioni, che ospitano una vegetazione di cespugli, erba, e qualche albero (di Acacia erioloba e altre specie).

– Big Mama: duna che si può scalare che si affaccia sul pan di Sossusvlei. Ci si impiegano per arrivare in cima circa 15/20 minuti.

– Narravlei: è un altro pan che si trova a destra del parcheggio di Sossulvlei.

– Sesriem Canyon: 4 km. fuori dal gate. Prende il nome da “sei ( “ses”) cinghie di cuoio ( “Riem”)”, il numero delle corde di cuoio che hanno dovuto legare insieme primi Afrikaans, che sono arrivati qui, per raggiungere il fondo del canyon per prendere l’acqua con un secchio. Il canyon è profondo 30 mt ed è lungo 1 km. L’altezza si riduce andando verso Sossusvlei. Qui scorre il fiume Tsauchab. Ci vogliono circa 40 minuti per visitarlo.

Attività:

– escursioni a piedi: (http://www.namibweb.com/sosonfoot.htm)

– mongolfiera (http://www.sossusvlei.org/activities/)

– sorvolo (da Swakopmund) con piccoli aerei da 6 posti: (http://scenic-air.com/) – http://www.sossusfly.com/ ) – (http://www.bushbird.com/our-tours/fly-in-safaris/scenic-flights/)

Non ci fermiamo lungo la strada perchè vorremmo arrivare a vedere il Dead Vlei senza la fiumana di gente. Pier va piano quindi riesco a fare tante foto alla linea netta del rosso e del nero delle dune. Sempre meraviglioso. Arriviamo al parcheggio 2×4. Ovviamente proseguiamo. Dopo aver fatto il Kgalagadi vorrai mica che non andiamo fino alla fine con la nostra macchina! Proviamo a non sgonfiare le gomme perchè non vogliamo poi doverle risistemare a fine giornata quindi affrontiamo questo tratto tutto su sabbia con la pressione a 1,8. Non credevo che ce l’avremmo fatta perchè avrebbero dovuto essere a circa 1,2/1,3 ed invece andiamo via benissimo. Alcune jeep sono insabbiate ma non possiamo fermarci per soccorrerle. Se ci fermassimo di certo non ripartiremmo più. Passano sempre i trattori per aiutare. Arriviamo al parcheggio 4×4 e partiamo subito. Decidiamo di gestire in maniera differente rispetto al 2012. Allora avevamo attraversato subito il Cessnavlei e scalato la Big Daddy per poi scendere nel Dead Vlei. Ora facciamo il contrario. Andiamo subito al Dead Vlei e poi saliremo sulla duna per poi scendere di nuovo nel Dead Vlei. Ottima soluzione perchè lo vedremo con solo una decina di persone. Lo raggiungiamo velocemente. E’ ancora in ombra per metà. Luogo surreale. Facciamo tante foto alle acacie. Arriviamo fino alla piana del Pan e poi decidiamo di scalare da qui anzichè tornare indietro e passare dal Cessnavlei. Luca e Matteo, mi sa che sono gli unici due pazzi che hanno preso questa decisione, vogliono salire dal lato frontale. Matti all’ennesima potenza. Le dune si scalano di sbieco oppure sulla cresta partendo dal punto in cui arrivano sul terreno. Comunque si mettono a torso nudo e salgono. Cavoli. Ce l’hanno fatta. Va beh che sono super sportivi ma è un’impresa folle. Sono sulla cresta in meno di 1 ora. Monica e Martina decidono di aspettarci sotto un’acacia … mentre io, Pier e Pietro saliamo seguendo delle impronte che salgono di traverso sulla prima duna e poi la superano passando in cresta. Pietro, anche lui grande sportivo, arriverà per primo. In 50 minuti siamo sopra. A differenza del 2012 quando eravamo qui solo noi 4 più un’altra coppia … ora c’è il mondo. E’ ovvio, è agosto. Foto a non finire. Da lassù è bellissimo. Ci si perde in un mare arancione. Scendiamo di corsa dalla duna tornando nel Dead Vlei. I ragazzi si sono rotolati quindi hanno sabbia ovunque. Guardiamo dov’erano Monica e Martina ma non vediamo nessuno quindi deduciamo che sono andate alla macchina. Ripercorriamo tutto il Dead Vlei e raggiungiamo il parcheggio 4×4. Una volta là … le due signore non ci sono! Le radioline non prendono e neppure i cellulari quindi Pier e Pietro tornano indietro a chiamarle. Sono tranquille sotto un’acacia, all’ombra, che se la raccontano…. Ci sono 27° ed è mezzogiorno. Ci spostiamo poi a Sossusvlei, un paio di km. oltre. Andiamo velocemente nella piana, foto alla Big Mama che sovrasta il pan e poi ci sistemiamo sotto una grande acacia per pranzo. Nel cesto c’è anche la tovaglia. Pazzesco. La apriamo sul portellone del cassone e togliamo tutto il contenuto del cesto. Si potrebbe mangiare in 15 … Facciamo pranzo con yogurt, cereali, frutta ed affettati. Devo dire molto gradevole. Tre oryx e 2 struzzi ci guardano incuriositi. Raccolgo qualche frutto a forma di mezzaluna delle acacie. Lo userò a casa per fare un centrotavola. Un minimo di relax per loro e giro fotografico per me ed è già ora di ripartire. Ripercorriamo a ritroso la strada fino al cancello. Sono le 15. Abbiamo dovuto tralasciare l’Hidden Vlei perchè avrebbe richiesto un’ulteriore ora di cammino sotto il sole cocente. Mi spiace perchè, quando eravamo stati, ci era piaciuto molto. Prima di uscire andiamo alla reception per pagare N 80 € 5,33 ad adulto e N 10 € 0,66 per la jeep (totale N 250 € 16,35). Ci facciamo fare il permesso per domani per poter attraversare la zona di parco dove ci sono le oasi di Ganab e Hotsas, verso Swakopmund. Il costo è di N 40 € 2,66 ad adulto e N 10 € 0,66 € l’auto (totale N 130 € 8,50). Andiamo al Sossusvlei Lodge a riportare il cesto della colazione. Prendiamo qualcosa da bere e ci mettiamo a bordo piscina per un’oretta. Ripartiamo e in un’altra ora raggiungiamo il nostro lodge, la Weltevrede Guest Farm. La proprietà di questo lodge confina con il Naukluft Park. I proprietari sono gentilissimi.

Info del lodge:

sito: http://www.weltevredeguestfarm.com/index.htm

prenotato: contattandoli direttamente via mail all’indirizzo trovato sul sito

pagamento: tutto subito dando i dettagli della carta di credito

camere: noi 2 doppie – i Pocket 2 doppie

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: accettabile

Informazioni sul Naukluft park:

http://www.wheretostay.co.za/topic/5712

http://www.namibian.org/travel/adventure/hiking/naukluft.htm

https://www.travelnewsnamibia.com/

Lasciando Sesriem in direzione nord si attraversa una delle 4 aree del Namib-Naukluft National Park chiamata Naukluft Park (istituito nel 1968).Questo parco si estende dalla C19 fino al paese di Bullport. E’ una zona desertica e montana di notevole bellezza. Organizzano trekking di uno o più giorni. Famoso il Naukluft hiking trail. ‘ stato istituito per la protezione delle zebre di Hartmann che qui vivono con vari tipi di antilopi, lo sfuggente leopardo, lo sciacallo dalla guardrappa, l’otocione (bat-eared fox) e vari piccoli roditori più i serpenti.

Attività:

– Naukluft Hiking Trail: km.120 in 8 giorni

– Waterkloof Trail: km.17 in 7 ore

– Olive Trail: km.10 in 4/5 ore

– Naukluft 4×4 Trail: km.73 in 2 giorni da fare con la propria jeep

Il lodge si trova in una grossa proprietà dove ci sono diversi erbivoli tra i quali molte giraffe. La nostra camera è proprio di fronte alla pozza dove si stanno abbeverando. Le camere sono vecchiotte ma pulite. La cena non sarà nulla di che. Vado alla reception a chiedere la cortesia di prenotarci per una delle prossime sere un ristorante, The Tug, a Swakopmund. E’ necessaria la prenotazione essendo il ristorante più gettonato della città. Hanno posto solo fra 3 sere alle 21.00. Andiamo poi intorno alla lapa a scaldarci. Le stelle si vedono benissimo. Notte tranquilla.

15) 10 agosto 2017 giovedì – km. 374 (Namib – Swakopmund)

Quando ci svegliamo apro le finestre e vedo 8 giraffe alla pozza. Facciamo colazione e alle 8.00 partiamo e raggiungiamo velocemente Solitaire.

Informazioni su Solitaire:

http://www.namibia-1on1.com/solitaire.html

http://www.solitairenamibia.com/

Lasciando Sesriem in direzione nord si arriva, dopo un’ottantina di km, a Solitaire. Questo posto molto singolare in mezzo al nulla. Si può pernottare al Solitaire Country Lodge (http://www.sossusvlei.org/accommodation/solitaire-country-lodge/) o al Solitaire Guest Farm Desert Ranch (http://www.sossusvlei.org/accommodation/solitaire-guest-farm-desert-ranch/), ci sono un negozietto di alimentari, una pompa di benzina ed una spettacolare panetteria la Moose McGregor’s Desert Bakery. Il proprietario era un omone tedesco tutto tatuato. Pochi anni fa è deceduto ma il locale è ancora aperto. Si trovano tanti dolci e tortine salate. Famosa la sua apple pie. Questo posto desolato sembra Radiator Springs nel film di Cars. C’è anche una vecchia pompa di benzina ed alcune macchine arrugginite tra i fichi d’india. Caratteristico pur non essendoci nulla. Come attività si possono fare passeggiate, giri in bici e c’è la possibilità di visitare un santuario dei ghepardi il Namib Carnivore Conservation Centre (http://namibccc.blogspot.it/p/activities.html ) che si trova nel Solitaire Guest Farm Desert Ranch. Il centro studi e salvaguardia della specie NCCC è nato dall’unione tra questo ranch e la N/a’an ku se Foundation (http://naankuse.com/) che si trova vicino all’aeroporto Hosea Kutako di Windhoek.

Arriviamo in quello che ricordavo fosse un posto deserto (eravamo solo noi), tranquillo e dove si potevano fotografare nel silenzio più assoluto le vecchie macchine ed ecco che invece …. c’è il delirio. Sicuramente perchè chi va verso nord è partito da poco da Sesriem e fa tappa qui. E’ l’ora di punta. Ci sarà lo stesso affollamento, di chi fa il giro in senso antiorario, a metà pomeriggio. Non mi da fastidio la gente perchè è ovvio che ce ne sia visto che è agosto, mi da fastidio il poco rispetto. Gente che urla, che si chiama, che è incurante che stai facendo una foto e si piazza davanti per farsi un selfie, motori accesi, macchine che accelerano sulla sabbia alzando un polverone in mezzo alla gente … Quello che era un piccolo negozio di torte è diventato un impero. Hanno costruito un grosso stabile con tavoli e sedie nel portico. La tomba del vecchio Mr. Moose, fondatore della pasticceria e morto nel 2014, è proprio di fronte al distributore. Volevo prendere dei dolcetti quindi mi metto in coda con Martina. Pier, vedendo l’ambiente, è andato a fare gasolio e poi è rimasto in macchina. Mentre aspettiamo il nostro turno con gente che spinge a destra e a manca, entra un’italiana, incurante della coda, con tanto di scarpette con un filo di tacco, giubbottino della Colmar bianco candido e borsetta di Gucci (per cartità non ho nulla contro il modo di vestirsi delle persone … ma qui era a dir poco ridicola, tutti la guardavano ridendo …) e urla al cameriere: vorrei un caffè d’orzo in tazza grande macchiato latte freddo di soia …. a parte che il cameriere non ha capito e hanno dovuto tradurglielo … ma questa sa che siamo in Africa???? … è oltre ogni limite … prendo e me ne vado in macchina anche io … Lasciamo Solitaire delusi. Per fortuna che questo sarà l’unico momento di sovraffollamento fastidioso della vacanza. Ora torniamo nella solitudine del deserto. Entriamo nel Namib Desert Park.

Informazioni sul Namib Desert Park:

Si prosegue in un’altra delle 4 aree del Namib Naufklut National Park chiamata Namib Desert Park. Si estende (tra i fiumi Swakop e Kuiseb). Sono pianure di ghiaia ed erba gialla. Istituito nel 1907 dal governatore tedesco Friedrich von Lindequist per creare una zona cuscinetto e limitare la sovranità Inglese a Walvis Bay. Per accedere ad ogni pista fuori dalle due strade principali (C14 e C28), ci vogliono i permessi da farsi al gate di Sesriem o al Met (Ministero Ambiente e Turismo) che si trova all’angolo tra Bismarck Street e Dr. Sam Nujoma Ave a Swakopmund (orari 8/17). Non ci sono controlli ma può essere che si incontri qualche ranger e chieda i permessi. Costano pochi euro a zona (circa 4 ad adulto e 1 per la macchina).

Lungo la strada si possono vedere:

– Dopo 40 km. da Solitaire si passa il Tropico del Capricorno

Gaub Pass: in realtà non è un passo ma un avvallamento dove si trova il letto di un fiume

Kuiseb Pass e Canyon: altro avvallamento dove il fiume Kuiseb ha creato un canyon

Zebra Pan, Mirabilis, Homeb e Gobabeb: per fare questo percorso ci vogliono i permessi. Si devia sulla sinistra dalla C14 a Kriess-se Rus e la si riprenderà dopo una cinquantina di km. La deviazione è di circa 200 km. Allo Zebra Pan c’è una sorgente d’acqua dove si abbeverano gli animali. A Mirabilis (c’è un campeggio) ci sono delle formazioni rocciose dove dicono che l’uomo viveva 8.500 anni fa. Ad Homeb (c’è un campeggio) ci sono sulla sinistra le grandi dune di sabbia. Il fiume Kuiseb, che scorre quando piove, evita che la sabbia riempia le pianure di ghiaia del nord

Vogelfederberg (a 50 km. da Walvis Bay): formazioni rocciose particolari (ci vuole il permesso)

Ganab e Hotsas: deviando invece a destra, sulla C14 sempre da Kriess-se Rus si procede verso nord per poi arrivare sulla C28 dopo 52 km. Ganab e Hotsas sono due oasi. A Ganab c’è un molino con un pozzo dove vengono ad abbeverarsi gli animali.Ci vogliono i permessi per passare.

Groot Tinkas e Bloedkoppie: percorso per 4×4 dove si ci sono campeggi. Ci sono belle formazioni rocciose. Per accedere si prosegue diritto dopo aver incrociato la C28 arrivando dalle oasi di Gabab e Hotsas oppure girando a destra sulla C28 e dopo qualche km. girando a sinistra. Anche questa strada si ricollega alla C28 dopo sessantina di km.

– Welwitschia Drive – Moon Landscape e Goanikontes Springs :

http://www.namibia-1on1.com/welwitschia-plant.html

http://www.namibia-travel-guide.com/bradt_guide.asp?bradt=649

http://www.namibia-accommodation.com/route/welwitchia_plains

Anche per percorrere questa strada ci vogliono i permessi. Dopo circa 80 km., da quando si è raggiunta la C28 dalle oasi di Gabab e Hotsas, si gira a destra sulla D1991. Da qui parte una strada sterrata lungo la quale si vedono molte Welwitschia Mirabilis. Le più grosse sono circondate da sassi per proteggerle. Dopo 9 km. c’è uno svincolo. Diritto, dopo 27 km. si arriva alla Welwitschia più grande di tutte. E’ una strada senza via d’uscita quindi bisognerà poi tornare a questo svincolo. Le piante si trovano lungo questi 35 km. Dalla deviazione per andare alla grande Welwitschia, se si gira a sinistra sulla D1901, si entra nel Moon Landscape, paesaggio singolare, sembra di essere sulla luna. In questa zona si possono vedere i Dollar Bush, piantine grasse con piccole foglie verdi.

Ci sono 13 punti interessanti chiamati beacon lungo questa strada (noi li vedremo al contrario):

1) Xanthomaculina convoluta: ci sono sulle pietre dei licheni neri che sopravvivono grazie alla nebbia creata dalla corrente del Benguela. Sembrano morti ma se si fa l’esperimento di fargli cadere sopra delle goccioline di acqua, crescono di volume e cambiano colore.

2) Desert Vegetaion: si possono vedere le piantine di Dollar Bush (dalle foglie carnose e rotonde come una moneta) e l’Ink Bush (dalle foglie sottili)

3) Tracks in the Desert: Decenni fa veniva usato il percorso “Baaiweg” per portare i rifornimenti di cibo dalla costa all’entroterra. Si può vedere ancora oggi questa traccia perchè i licheni sono stati distrutti. Impiegano circa un anno per crescere meno di 1 millimetro quindi il processo è lungo per chiudere questo sentiero. Questo dimostra l’importanza che i turisti rimangano sulle strade segnate.

4) The Moon Landscape: Le valli del fiume Swakop formano un paesaggio lunare spettacolare. Sullo sfondo si può vedere la montagna Rossing. C’è un bivio per Goanicontes, un’oasi nel fiume Swakop.

5) Lichen Fields: A causa del clima eccezionale del Namib con le sue notti di nebbia, i campi di licheni qui sono più grandi che in qualsiasi altra parte del mondo. Crescono molti diversi tipi di licheni.

6) The Moon Landscape: Un’altra vista delle valli del fiume Swakop – un paesaggio lunare spettacolare. In primo piano sono ci solchi causati dall’erosione.

7) World War 1 Remains: In questo punto le truppe sudafricane si accamparono per alcuni giorni nel 1915 durante la prima guerra mondiale. Insieme alle bottiglie rotte e alle lattine arrugginite, si può anche vedere le tracce di una prima forma di veicolo cingolato. Si prega di non rimuovere nulla.

8) Dolorite ridges on the hills: Si deve svoltare a sinistra al T-junction. Sulla destra vi è un chiaro esempio di una cresta nera di dolerite che si snoda attraverso le colline.

9) Dolerite: Il percorso attraversa una diga di dolerite.

10) The Swakop River Valley – Acacia erioloba (Camelthorn): Rispetto alle pianure desertiche circostanti la valle del fiume Swakop ha una vegetazione lussureggiante. Crescono qui molte piante come l’albero di Camelthorn. Ci sono molte piante parassite che crescono sugli alberi.

11) The Welwitschia Mirabilis: in questa zona ci sono molti esemplari di queste rarissime piante

12) Old Welwitschia Mirabilis: Questo splendida Welwitschia ha più di 1.500 anni.

13) Von Stryk Mine: Questa è la miniera abbandonata Von Stryk. Veniva estratto il ferro introno al 1950

– Welwitschia Mirabilis:

La Welwitschia mirabilis è una conifera nana che cresce dall’Angola meridionale fino al fiume Kuiseb. Chiamata tweeblaarkanniedood, che significa “le due foglie non possono morire” appartiene alla famiglia delle gimnosperme ma si comporta come un’angiosperma. Si presenta come una grossa radice a fittone che si espande in orizzontale e ha due foglie laterali, lunghe fino a cinque metri. Le foglie sono pelose e si appoggiano al terreno in una matassa di fili verdi che nascondono il corto tronco. La particolarità della foglia è che continua la sua crescita dalla base, mentre la sua estremità progressivamente appassisce e si stacca. Le dimensioni delle foglie sono notevoli, possono arrivare fino a mezzo metro di larghezza e 4-5 metri di lunghezza. Per la presenza del tronco e di parti legnose, questa pianta viene accumunata agli alberi, in particolare alle conifere per la produzione di una infiorescenza somigliante alla pigna. La vita della Welwitschia mirabilis nelle difficili condizioni atmosferiche dei territori aridi, è garantita dalla particolarità delle foglie che, essendo pelose, riescono ad assorbire la rugiada e procurarsi così l’acqua necessaria alla sopravvivenza. Le piante maschili producono coni color salmone che contengono il polline. E’ una delle meraviglie della natura: è una delle piante più antiche della terra. Alcune di queste piante hanno più di duemila anni. Vi è un esemplare di Welwitschia del quale è stata calcolata un’età superiore ai 1500 anni. Questo e’ il motivo per cui queste piante vengono chiamate “fossili viventi”.

Ci fermiamo a fare una foto al cartello del Tropico del Capricorno (ci sono 27°) e poi facciamo altre soste perchè il paesaggio è particolare. Deviamo dalla C14, a Kriess-se Rus, al cartello con la scritta Gaub, giriando a destra. Vediamo facoceri e struzzi. Il colore predominante è il giallo dell’erba. Raggiungiamo la D 1982 e andiamo sempre diritto verso Hotsas. C’è un cartello che indica strada solo per 4×4 ma devo dire che era tutta ben battuta e non c’era sabbia. Probabilmente durante il periodo delle pioggie diventa impraticabile. Vediamo un hide che si affaccia su una pozza in lontananza, con il cartello che indica la strada con scritto:Game Viewer Shelder. Andiamo lì a pranzo. Ci sono 31°. Si cuoce. Cerchiamo di raggiungere una pianta di acacia per pranzare all’ombra ma ci rendiamo subito conto della grande cavolata che abbiamo fatto. Per terra ci sono tante spine che si sono staccate dalla pianta stessa. Torniamo subito al parcheggio con il patema di poter aver forato. Per fortuna nulla. Ripartiamo e raggiungiamo la C28. Dopo 30 km.inizia l’asfalto. Dopo altri 40 km. c’è l’indicazione D1991 dove inizia la strada che dovevamo percorrere, la Welwitschia Drive + Moon Landscape. In realtà questa sarebbe l’uscita ma si può percorrere in entrambe i sensi. L’inizio è a 27 km. oltre, sempre su questa strada. Fatto sta che io mi sono un attimo addormentata … e Pier, sovrappensiero, non vede l’indicazione. Si ferma allo svincolo dove c’è ingresso alla D1991. I Pocket non arrivano. Viaggiamo sempre ad 1 km. di distanza per la polvere sullo sterrato, ma qui, su asfalto non capiamo come mai non ci sono. Le radioline non prendono. Siamo molto preoccupati. Riusciamo finalmente a telefonarci. Loro sono fermi allo svincolo dell’uscita… 27 km. indietro … la strada che dovevamo prendere. Anche loro sono preoccupati perchè, quando cambiamo strada, ci fermiamo sempre ad aspettarli. Quindi Pietro è stato attento e ligio al programma stabilito … Pier no! Comunque ci raggiungono e facciamo il giro in senso giusto, in base ai numeri in ordine crescente indicati sulla cartina, con le cose di interesse da vedere. Dovremo poi tornare qui ripercorrendo la stessa strada. Non mi devo addormentare .. in realtà non capita mai ma i 31° che c’erano quando abbiamo pranzato mi hanno cotta … Ora per fortuna, avvicinandoci al mare ed essendo nella zona dove arrivano le nebbie mattutine, ci sono 21°. Facciamo sosta in tutti i punti indicati sulla cartina. Proviamo al n°1 a bagnare un lichene con dell’acqua. Nel giro di poco si gonfia tutto. Wow. Ci fermiamo a fare diverse foto. Matteo guida per qualche km. Non si potrebbe ma siamo in mezzo al nulla. L’anno scorso, in un parco dove eravamo solo noi … ha guidato per tantissimi km. e non è la prima volta. L’anno prossimo, quando prenderà la patente, avrà il problema che lui è capace a guidare con i comandi a destra … Non siamo del tutto incoscenti. Glielo abbaimo lasciato fare solo quando c’erano condizioni di sicurezza al 100% e viaggiando pianissimo perchè su sabbia. Tornando a noi … non arriviamo alla grande Welwitschia ma torniamo sulla C28 verso Swakopmund.

Informazioni su Swakopmund:

http://www.namibian.org/travel/namibia/swakopmund.htm

http://www.namibia-1on1.com/swakopmund.html

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=1279

http://www.africa-adventure.info/namibia (attività)

http://www.namibia-accommodation.com/listing/swakopmund-architecture

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=1279

Cittadina di 30.000 abitanti che sorge sulla costa atlantica. Si trova in corrispondenza della foce a delta del fiume Swakop, da cui prende il nome (“Swakopmund”, in tedesco, significa “foce dello Swakop”). Circondata dal deserto del Namib e dall’oceano, Swakopmund ha un clima temperato, con temperature medie comprese fra 15 °C e 25 °C e meno di 15 mm di pioggia all’anno. Alla scarsità di precipitazioni supplisce la fredda corrente oceanica del Benguela, che trasporta nell’area umidità in forma di nebbie mattutine. L’acqua è costantemente tra i 14 e i 18° quindi è impossibile fare il bagno senza muta in qualsiasi periodo dell’anno. E’ una piccolo paese bavarese costruito tra il mare e il deserto. Molti edifici sono stati costruiti in stile tedesco con i tetti spioventi. E’ un luogo singolare. E’ relativamente sicura comunque la sera è sempre meglio muoversi in macchina o con un taxi. Accertatevi che il vostro hotel abbia il parcheggio interno.

Il paesaggio era ben diverso quando nel 1793 vi giunsero i primi esploratori europei ( Sebastian van Reenen e Pieter Pienaar). Stando al loro resoconto, una lussureggiante vegetazione ricopriva le sponde del Swakop (ora sempre asciutto) e la sua foce era popolata da elefanti e rinoceronti. Oggi occorre risalire per un lungo tratto il letto asciutto prima di incontrare un qualche arbusto e di animali selvaggi non vi è traccia per tutto l’arco della valle.

Gran parte del territorio dell’odierna Namibia fu assegnato alla Germania dopo la conferenza di Berlino del 1884. Nel 1890 fondarono Windhoek e nel 1892 scelsero la foce del fiume Swakop (vista la presenza di acqua dolce) per costruire un loro porto (Wlavis Bay era stata data ai britannici). La città fu fondata il 4 agosto 1892 quando l’equipaggio di una nave chiamata Hyäne (“iena” in tedesco) eresse due segnali su una grande duna, nei pressi dell’odierno faro. I primi abitanti dell’insediamento furono 120 soldati, 40 coloni e alcune centinaia di africani di etnia Kroo provenienti dalla Liberia, che furono impiegati per i lavori pesanti. Nel 1898 fu completata la realizzazione della prima barriera frangiflutti, usata anche come molo. Venne costruita la ferrovia per collegare il mare con l’entroterra. Il primo treno arrivò a Windhoek da Swakopmund il 19 giugno 1902. Dopo questa ne vennero costruite altre. Venne costruito un molo per creare un riparo per le navi. I lavori terminarono il 12 febbraio 1903. La cittadina si espanse sempre di più fino al 1915 quando queste terre passarono dai tedeschi agli inglesi e quindi gran parte delle attività portuali furono trasferite da Swakopmund a Walvis Bay. Di conseguenza, Swakopmund conobbe un periodo di recessione; nello stesso periodo, però, ebbe inizio la trasformazione della città da centro portuale a località di villeggiatura (oggi, gran parte dell’economia di Swakopmund ruota attorno al mercato del turismo). A partire dal 1976 iniziarono le attività di estrazione presso la miniera di uranio di Rössing, a 70 km dall’abitato. Rössing divenne rapidamente la più grande miniera di uranio a cielo aperto del mondo; questo diede un impulso decisivo alla crescita economica di Swakopmund, che divenne una delle più moderne della nazione.

Ora è un paradiso per le attività:

– birdwatching nel Swakop Estuary

– camminate

– golf (http://www.rossmund.com/en/golf-course)

– escursioni in cammello (http://www.swakopmundcamelfarm.com/)

– escursioni in mare (partono dal porto di Walvis Bay – vedi pagina Walvis Bay)

– equitazioine, pesca, paracadutismo, quad, sanboarding, bicicletta, kayak: ci sono molti operatori, tra questi:

· http://fishingtoursnamibia.com/Activities.php

·

· http://www.namibiadesertexplorers.com/

· http://www.okakambe.iway.na/

· http://www.daredeviladventures.com/

– voli sul deserto

· http://scenic-air.com/

·

· http://www.sossusfly.com/

· http://www.bushbird.com/our-tours/fly-in-safaris/scenic-flights/

Ufficio del turismo:

MET (Ministery of Environment and Tourism)

(corner Bismarck St & Sam Nujoma Ave): Mon-Fri 8-13 e 14-17, Sat/Sun 8-13

Cosa poter visitare (in città):

– Swakopmund museum (http://www.namibia-accommodation.com/listing/swakopmund-museum), vicino al molo.

– faro: costruito nel 1903 era alto 11 metri poi ne vennero aggiunti 10 nel 1910), dietro ai giardini del museo

– Kaiserliches Bezirksgericht (residenza per le vacanze del presidente), vicino al faro

– Marine Memorial (statua in memoria dei caduti durante la guerra contro gli Herero nel 1904-1905), vicina al faro

– Vierkantvilla (ultima casa costruita, con pezzi prefabbricati in Germania, dall’Hafenbauamt. E’ del 1899). Poco più a nord del faro, in Ludwing Koch Street, sul mare.

– Altes Gefangnis (antica prigione, ha una facciata molto bella, viene scambiata per hotel), in Goraeb Street, distante dal mare e dal centro, nella parte nord della città

– Altes Amtsgericht (del 1906 prima scuola poi uffici dei magistrati), appena sotto e più verso est di Vierkantvilla, all’incrocio tra Theo-Ben Gurirab Avenue e Tobias Hainyeko Street

– Swakopmund Hotel and Entertainment Centre (antica stazione ferroviaria oggi hotel lussuoso), in Theo-Ben Gurirab Avenue a pochi passi dall’ Altes Amtsgericht

– Litfass- Saule (risale a prima del telefono e della televisione. Venivano affissi cartelloni pubblcitari. E’ l’unica rimasta in Namibia), all’angolo tra Daniel Tjongarero Avenue e Nathanael Maxilili Street

– Town Hall, municipio (del 1907), in Daniel Tjongarero Avenue

– Antonius Building (per 80 anni è stato l’ospedale della città), in Daniel Tjongarero Avenue

– German Evangelical Lutheran church (insugurata nel 1912), in Daniel Tjongarero Avenue

– Old German School (del 1913 ancora oggi è una scuola), in Daniel Tjongarero Avenue

– Villa Wille (residenza privata di Hermann Will ora Hotel Eberwein), in Otavi Steet

– Living Desert Snake Park (rettilario), in Dr Sam Nujoma Avenue

– Omeg Haus (Otavi-Minen- und Eisenbahn-Gesellschaft”, la società che gestiva la linea ferroviaria. C’è un museo all’aperto, la vecchia stazione ferroviaria, e un giardino botanico), in Dr Sam Nujoma Avenue

– Sam Cohen Library (foto e libri sulla storia della Namibia), in Windhuker Street

– Hohenzollern Building (uno degli edifici più belli della città. E’ del 1909 prima hotel poi sala da gioco poi appartamenti. Particolare la statua sul tetto, sopra la porta principale che rappresenta un Atlante inginocchiato con la sfera del mondo sulla schiena), all’angolo tra Libertina Amathila Avenue e Tobias Hainyeko Street

– Woermannhaus (del 1905 antico dormitorio scolastico ora biblioteca e sede del muso militare), in Bismark Street

– Alte Kaserne (del 1906, la vecchia caserma), in Bismark Street

– Prinzessin Rupprecht Heim (del 1902, prende il nome della moglie del principe di Baviera, prima reparto maternità, ora guest house), all’angolo tra Bismark Street e Anton Lubowski

– National Marine Aquarium, in Strand Street, a sud della città

Cosa poter visitare (fuori città):

– Saline (a 6 km. a nord della città, sulla C34 verso nord). Il sale non viene più prodotto naturalmente. Viene pompato dal mare ed impiega 15 mesi ad evaporare. Con la macchina si può passare fuori dalle recinzioni e ci si può fermare sul lato della costa dove c’è la Seabird Guano House.

– La miniera di uranio Rossing (visite dalle 8.00 alle 12.00 solo il primo e il terzo venerdì del mese. Partenza dallo Schwizerhaus Hotel solo con visite guidate). Questa è una delle realtà estrattive più importanti del paese

– Township Mondesa (fuori dalla città. Solo visite guidate) prenotabile on-line o gli uffici turistici della città (namib-i che si trovano in Hendrik Witbooi Street)

http://www.culturalactivities-namibia.com/township.htm

http://www.namibweb.com/mondesatours.htm

Ristoranti (conviene sempre prenotare):

– The Tug (costruito sul rimorchiatore Danie Hugo in secca vicino al molo)

– Kucki’s Pub

– Ocean Basket (catena)

– Erick’s

Village Café

Farmhouse Deli

Brewer & Butcher (birreria)

Ocean Cellar

Jetty 1905

The Fish Deli

Alle 16.30 siamo alla nostro hotel, la Meike’s Guesthouse dove rimarremoper 3 notti.

Info del lodge:

sito:

prenotato: direttamente sul loro sito. Si vede la disponibilità reale

pagamento: tutto al momento della prenotazione con carta di credito

camere: noi due doppie – i Pocket una family

pasti: compresa la colazione

giudizio: molto carina

Ci sono 17° in netta discesa. Questo posto è molto carino. La proprietaria è davvero gentile. Le chiediamo di prenotarci un ristorante. Quelli che le chiedo io, che mi ricordavo ben recensiti nel 2012, il Lighthouse e il 22 South , li hanno chiusi. Ci suggerisce il Cosmopolitan. Lo raggiungiamo in macchina. Cenermo benissimo anche se l’ambiente non mi piace (N 1530 € 100,00). Ci sistemano in una sala con un grosso tavolo quadrato. Solo noi. Nella sala principale ci sono diverse persone. Non è carino cenare così isolati. Preferisco locali più animati. Poi direttamente a dormire …

16) 11 agosto 2017 venerdì – km. 96 (Swakopmund + dune)

Questa mattina la passeremo separati. I Pocket con Matteo partono presto per andare a fare l’escursione in barca che parte da Walvis Bay alle 9.00 (http://www.mola-namibia.com/attraction/marine-dolphin-cruise/). L’abbiamo prenotata direttamente sul loro sito ad ottobre dello scorso anno e pagato tutto subito.Ci troveremo poi alle 12 per l’escursione insieme a Sandwich Harbour. Il costo della giornata intera con escursione in mare e sulle dune (chiamata Marine Dune Day) costa N 1863 € 126,00 a testa mentre solo il pomeriggio a Sandwich Harbour costa N 1215 € 82,00 a testa. Noi facciamo colazione tranquilli (ottima e servizio molto carino) e poi andiamo in centro. Nel mentre la nebbia si è già alzata. Parcheggiamo all’acquario e raggiungiamo il pontile dalla spiaggia. Andiamo fino in punta dove c’è un ristorante. Le onde sono grosse e schizzano sul pontile. Questo posto è molto fotogenico soprattutto al tramonto. Andiamo a piedi in centro. Martina si compra una maglietta e poi andiamo in banca a prelevare (€ 100 per N 1479 cambio 14,79). Andiamo all’ufficio informazioni per sapere se è complicato arrivare fino a Pelican Point dove c’è il faro, passando da Walvis Bay. Nel faro c’è un lodge. La signora ci dice che è fattibile se siamo capaci a guidare su sabbia perchè è molto soffice. E fino a qui problemi zero. Il problema è che ci vogliono circa 3 o 4 ore. Noi volevamo raggiungerlo mentre aspettavamo i Pocket in rientro dalla gita in barca. Ma nulla. Pazienza. Ci va la giornata intera. Proseguiamo in nostro giro e poi torniamo alla macchina. Uscendo dalla città vediamo sulla sinistra diversi quad. Sarebbe carino domani sera fare un giro. Andiamo a chiedere (http://www.namibiadesertexplorers.com/). Costa N 450 € 30 a testa per 1 ora. Dicono che è meglio prenotare ma vogliamo sentire cosa ne pensano i Pocket. Organizzano varie attività oltre ai quad, come giro sul cammello, visita alle township, giri nel deserto, pesca, surf, sandboarding, kayak, crocere alla ricerca dei delfini ecc.ecc. Fuori dalla città il distacco è netto. Finiscono le case ed iniziano le dune gialle. La più famosa è la duna 7 dove fanno anche sandbording e dove, leggiamo sul giornale locale, ieri sera hanno rapinato alcuni turisti. La strada si trova tra il mare e le dune. Le case di Walvis Bay lungo la spiaggia sono molto belle ed eleganti. Grosse palme costeggiano la strada. In una guesthouse della città hanno vissuto Angelina Jolie e Brad Pitt in attesa del parto (avvenuto all’ospedale di Swakompund).

Informazioni su Walvis Bay:

http://www.namibweb.com/walvis-bay-lighthouse-namibia.htm (storia del faro di Walvis Bay)

http://www.namibia-travel.net/travelguide/central-namibia/walvis-bay.html

http://www.walvisbaycc.org.na/?page_id=87

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=1281

Il navigatore portoghese Bartolomeo Dias approdò a Walvis Bay, con la São Cristavão, l’8 dicembre 1487, mentre stava cercando una rotta marina verso l’est attraverso il Capo di Buona Speranza. Egli battezzò la baia “O Golfo de Santa Maria da Conceição”, ma non ne rivendicò formalmente il possesso. Verso la fine del XVIII secolo le baleniere americane iniziarono a battere la zona, che si rivelò estremamente pescosa. Questo fatto suscitò l’interesse degli olandesi, che il 23 gennaio 1793 presero possesso della baia, ribattezzandola Walvisbaai “Baia delle balene” in quanto, grazie alla presenza abbondante di plancton e alla profondità delle acque, spesso si possono vedere questi grandi cetacei..

Nel 1878, durante la colonizzazione europea dell’Africa, il Regno Unito annesse Walvis Bay e l’area circostante alla Colonia del Capo, allo scopo di arginare le ambizioni tedesche sulla regione e assicurarsi un punto di scalo strategico. Nel 1910 Walvis Bay divenne parte dell’Unione dell’Africa del Sud. Tuttavia, nacque una contesa fra inglesi e tedeschi sulla definizione dei confini dell’enclave. Nel 1911 tale contesa fu risolta, e agli inglesi andò un’area complessiva, attorno alla baia, di 1.124 km².

Durante la Prima guerra mondiale l’enclave di Walvis Bay fu dapprima invasa dai tedeschi, e poi presa dalle forze britanniche del sudafrica nel 1915. Walvis Bay entrò a far parte dell’Africa del Sudovest, in seguito ceduta formalmente all’Impero britannico tramite il Sudafrica dalla Lega delle Nazioni. Nel 1977, per evitare che la baia cadesse nelle mani della Swapo (ostile al governo sudafricano), il Sudafrica riprese formalmente il controllo della baia, ceduta per un breve periodo alla Provincia del Capo. Nel 1978, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite iniziò una serie di negoziati bilaterali fra Sudafrica e Namibia per l’attribuzione di Walvis Bay. Nel 1990, l’Africa del Sudovest ottenne l’indipendenza e nacque la nazione della Namibia. Walvis Bay rimase inizialmente sotto il controllo del Sudafrica, sebbene numerose pressioni fossero esercitate dai gruppi economici locali affinché questo stato di cose venisse corretto a favore della Namibia. La baia, insieme con le isole dei Pinguini, venne finalmente ceduta dal Sudafrica il 28 febbraio 1994, in prossimità delle prime elezioni democratiche sudafricane.

Cittadina senza nulla di interessante. In 5th Road c’è la Rheinsh Mision Church del 1880 (prefabbricata ad Amburgo). L’ultima messa è stata celebrata nel 1966.

E’ molto bella la laguna la Launa di Walvis Bay nella quale si possono avvistare tantissimi uccelli, soprattutto fenicotteri. E’ considerata una delle più importanti aree paludose dove vivono gli uccelli, di tutta l’Africa sud occidentale. E’ un sito protetto Ramsar e comprende oltre alla laguna, le saline e la zona di Pelican Point. Questo posto è importante in quanto qui si nutrono 80% dei fenicotteri minori e il 50 % di quelli maggiori presenti in Africa meridionale. Vivono fissi 170.000 uccelli e 200.000 passano durante le migrazioni. Nell’entroterra hanno costruito dei rifugi intorno a pozze d’acqua dolce.

Nella laguna vengono allevate le ostriche, un fiore all’occhiello del posto.

Alla fine della laguna c’è, sulla lingua di sabbia chiamata Pelican Point, un faro a righe bianche e nere. Si può pernottare nella struttura a fianco, il Pelican Point Lodge (http://www.pelicanpointlodge.com/).

In mare c’è una grande piattaforma in legno chiamata Bird Island. Fu costruita per dare agli uccelli la possibilità di nidificare. Vengono raccolte 1.000 tonnellate all’anno di guano.

Lasciando la città, andando verso nord, la strada passa attraverso le due township Narraville e Kuisebmond. Da qui si percorrono 30 km. fino a Swakopmund passando tra le dune a destra ed il mare a sinistra. Le spiagge sono Dolphin Beach, Langstrand e Long Beach. La duna più alta della zona è la Duna 7. E’ stata costruita un’area pic-nic tra le palme. Andando invece verso sud si possono vedere le grandi saline e poi si entra nel Namib-Naukluft Park. Si può raggiungere con guide organizzate, Sandwich Harbour.

Ufficio del turismo:

MET (Ministery of Environment and Tourism)

Walvis Bay (643 Heinrich Baumann St): Mon-Fri 8-13 e 14-17, Sat/Sun 8-13

Ristorante: Anchors @ the Jetty, The Ruft, Vlooi’s Nest at The Place , Rojo Cafe & Bistro , Lemon Tree Deli

Escursioni mare e deserto:

http://www.sandwich-harbour.com/

– http://www.mola-namibia.com/

Informazioni sull’Eduard Böhlen il relitto che naviga sulle sabbie del deserto a sud di Walvis Bay:

Si può raggiungerla con tour organizzati di alcuni giorni dormendo nel deserto. Sono organizzati da: http://www.desertmagictours.com.na/namib-desert.php

http://www.livethejourney.co.za/tour/conception-adventure/

Il relitto si trova a Conception Bay a sud di Walvis Bay. E’ arenato a 400 mt. dalla costa. E’ il relitto più fotografato della Namibia. Anche se le foto del relitto raccontano le storie di safari avventurosi e trekking, il relitto stesso ha una storia da raccontare. Due navi sono state costruite con il nome Eduard Bohlen. Il primo Eduard Bohlen è stato costruito nel 1889 per la linea Woerman, ma la proprietà è stato immediatamente trasferita al Deutsche Ost-Afrika Line e la nave è stata ribattezzata Reichstag. Il secondo Eduard Bohlen era una combinazione di navi passeggeri e cargo. E ‘stata costruita da Blohm e Voss di Amburgo sempre per la linea Woerman. Hanno finito i lavori il 23 ottobre 1890 ed è stata varata il 28 gennaio 1891. Nel 1891 ha cominciato a solcare i mari facendo la tratta tra la Germania e l’Africa occidentale. Era la prima nave a vapore tedesca per il trasporto di posta. Il 20 febbraio del 1895 venne trasferita ad una nuova società. Il 6 marzo 1895 ha iniziato a navigare sotto la bandiera belga, per la prima volta, da Anversa al Congo. Nel 1898 tornò alla Woerman e navigatà nuovamente sotto la bandiera tedesca. Nel 1904, all’inizio della rivolta Herero, i tedeschi decisero di trasferire sulla nave i prigionieri namibiani da far lavorare nelle miniere sudafricane. L’ Eduard Bohlen salpò il 20 Gennaio 1904 per Città del Capo, tecnicamente diventando una nave di schiavi. Il 5 settembre 1909, l’Eduard Bohlen, ancora una volta ha fatto la storia. La nave doveva scaricare attrezzature per le miniere di diamanti vicino a Conception Bay sul suo viaggio da Swakopmund a Table Bay. Tuttavia a causa della fitta nebbia si è arenata su un banco di sabbia a circa 100 metri dalla spiaggia. Hanno scaricato il carico e poi hanno cercato di trainare la nave fuori dalla sabbia. Nei 10 giorni seguenti la sabbia bloccò ancora di più la nave e con la bassa marea si poteva andare alla spiaggia a piedi. Vedendo che non c’era possibilità di rimetterla in mare, l’hanno usata come hotel per i direttori delle miniere. Quando finirono di estrarre in quella zona la nave fu abbandonata alla sabbia. Oggi l’Eduard Bohlen si trova alcune centinaia di metri nell’entroterra.

Andiamo al porto. Al parcheggio, strapieno di macchine, si avvicina un ragazzo e ci chiede se vogliamo un portachiavi. Vengono fatti con i frutti delle palme che si trovano nella zona a nord dell’Etosha. Li chiamano castagne ma il termine giusto namibiano è “makalani”. Intarsiano la buccia con disegni molto belli e scrivono il nome. Pier, Matteo e Martina li hanno. Io ai tempi non me l’ero fatto fare quindi ne approfitto e ne faccio fare anche uno per una mia amca (N 75 € 5 l’uno). Andiamo al Jetty e ci sediamo al ristorante Anchors. Io e Pier prendiamo solo da bere perchè abbiamo fatto una colazione abbondante. Martina si prende un filettone di pesce fritto … (N 179 € 12,00). Iniziano ad arrivare le barche. Un quantitativo impressionante. Una processione interminabile. Ma quante persone ci sono? Non per fare sempre termini di paragone … ma nel 2012 in mare c’era solo la nostra barca …. Arrivano i Pocket con Matteo. Super entusiasti per le ottime ostriche, il vino ma più che altro perchè, oltre alle otarie e ai delfini, hanno visto due balene. Sono contentissima per loro!!! Alle 12.30 partiamo con la jeep. Ha 7 posti e la nostra guida è Peter. Una gentilissimo signore già in là con gli anni. Attraversiamo le saline. Ci sono dei bei colori rosati. Chiedo di fare delle foto. Quando scendo dice ridendo agli altri: i fotografi sono tutti matti …. Non è la prima volta che me lo sento dire … effettivamente chi è appassionato di fotografia ha un occhio particolare per dettagli che altre persone o non vedono o non interessano. Fiera di essere matta!!!! Ci indica la strada dove parte la pista per raggiungere il faro di Pelican Point. Così la prossima volta sappiamo da dove partire. Nelle saline ci sono molti fenicotteri ed altri uccelli. Raggiungiamo la spiaggia e viaggiamo sulla battigia. Facciamo varie soste per fare foto. Molto belle le dune che gettano nel mare. C’è l’alta marea quindi ci dice che non riusciamo ad arrivare fino a Sandwich Harbour. Cavoli mi spiace da morire perchè il panorama dalla duna che sovrasta il porto naturale è bellissimo. Mi spiace per i Pocket che non possono vederlo.

Informazioni su Sandwich Harbour:

Http://www.namibweb.com/sandwichharbour.htm

Http://www.mondointasca.org/2016/03/18/sandwich-harbour-dune-e-mare/

La baia di Sandwich Harbour si trova a 48 km a sud di Walvis Bay. E’ nel Namib-Naukluft Park. Nel 1800 veniva usato come porto per le navi a vela. Si potrebbe entrare per conto proprio solo se si ha molta dimestichezza con la guida su sabbia. Lo si raggiunge salendo e scendendo dalle dune oppure dalla spiaggia dove le dune si gettano nel mare. Quando c’è la bassa marea si crea un minimo di spiaggia e si riesce a passare. Se la marea è alta è intransitabile. Quindi la cosa più sensata è raggiungere questo splendido posto con escursioni organizzate. Qui vivono più di 180.000 uccelli.

Ci sono tante macchine alla partenza ma poi ognuno si cerca il suo percorso e ne vedremo solo un paio con i quali viaggiamo. Devono essere della stessa compagnia. Facciamo su e giù per le dune. Molto bello. C’è tanto vento. Non vediamo neppure uno sciacallo. Ci fermiamo in un punto riportato tra due dune e ci servono due stuzzichini con la birra. Cavoli l’altra volta c’era una bottiglia si vino bianco sudafricano con ostriche e altri tipi di pesce .. già me li pregustavo ed invece nulla. Pazienza. Facciamo poi un altra sosta dove la sabbia è leggermente scura e c’è qualche filo d’erba. Sotto, ci spiegano, passa l’acqua. Fanno un piccolo buco poi con un bicchiere coperto da un panno di stoffa, raccolgono l’acqua. Alcuni l’assaggiano. E’ acqua dolce. Gli animali che vivono qui conoscono questi posti. Rientriamo per le 17. Bel pomeriggio. Recuperiamo la nostra macchina e torniamo verso Swakopmund. Ci ferma la polizia perchè abbiamo i fari spenti. Ce ne siamo proprio dimenticati. Ci da un cazziatone notevole ma per fortuna non la multa. Ci fermiamo dove affittano i quad per prenotare per domani sera ma è tutto chiuso. Lo sapevamo che erano aparti fino alle 17 ma abbiamo provato… Portiamo Matteo e Martina in hotel così iniziano a docciarsi poi chiediamo alla proprietaria di prenotarci domani mattina, quando aprono, un giro con in quad per domani sera. Andiamo al pontile a vedere il tramonto. Molto bello. Ci sono onde grosse che arrivano fino a dove si cammina. Andiamo al market a fare la spesa e poi a fare gasolio. Può sembrare strano che facciamo sempre tappa ai distributori. Capita che facciamo anche solo 15 € ma preferiamo avere sempre il serbatoio pieno. Si avvicina un signore a Pier e gli dice: vi abbiamo visti l’altro giorno a Sossusvlei… e noi subito a pensare cosa abbiamo fatto per essere stati notati e poi riconosciuti dopo 3 giorni… e poi un conto se eravamo tutti e 7 insieme ma c’è solo Pier giù dalla macchina… Dice che anche lui è tifoso dell’Inter … e noi ancora non capiamo … poi ci indica il vetro posteriore della nostra macchina …. Matteo e Luca il primo giorno avevano scritto togliendo, la povere, la classica frase da associali: Don’t follow me e non avevo visto che sotto hanno poi aggiunto: forza Inter … tu pensa se quel signore era un accanito tifoso di una squadra acerrima nemica … ci dava una randellata alla macchina e noi non sapevamo neppure perchè …. Va beh .. Ci facciamo una risata … Andiamo in camera per una doccia veloce e per recuperare i ragazzi e poi andiamo a cena al Kucki’s Pub (http://www.kuckispub.com/default.aspx#ad-image-0). Fuori troviamo Simona e Renzo … piccolo in mondo … loro oggi hanno fatto tutta la giornata sulle dune quindi sono riusciti ad arrivare a Sanswich Harbour perchè al mattino la marea era bassa … Due parole poi entriamo. Ecco, questo posto mi è piaciuto molto. C’è gente, c’è movimento ma si parla comunque senza problemi. I Pocket, dopo averle assaggiate in barca questa mattina, si sono innamorati dello ostriche namibiane. E come dargli torto? Sono carnose e freschissime. Matteo ne va matto. Martina le ha sempre guardare con faccia schifata … dice che vuole provare ad assaggiarne una. Io tra me e me spero che non la sputi o vomiti …. sapendo com’è pistina sul mangiare … ed invece dopo un secondo, in cui io ho sudato freddo, dice: buona! Ne prendo un’altra… fiuuuu evitato figuraccia. Cenermo molto bene (N 1280 € 83,00) e poi a letto al caldo molto volentieri!

17) 12 agosto 2017 sabato – km.338 (Swakopmund + Spitzkoppe)

Oggi altra giornata molto piacevole ma avrebbe potuto succedere una tragedia. Qualcuno dall’alto ha guardato giù… e io so chi è… Facciamo colazione presto perchè vogliamo raggiungere lo Spitzkoppe. Ho aggiunto una notte a Swakopmund proprio per fare questa escursione in giornata. L’idea era di andar a dormire là, allo Spitzkopper Rest Camp, ma abbiamo dovuto rinunciare perchè in realtà quel lodge a prezzi abbordabili è stato chiuso. Al suo posto hanno aperto lo Spitzkoppe Lodge. Per una notte in B & B (la cena comunque la dovevi fare lì perchè non c’è null’altro intorno e le camere non sono attrezzate per il self catering) alla mia famiglia sarebbe costata 800 € e ai Pocket 700… un filino troppo …. quindi ho trovato una valida alternativa. L’idea era di visitare in giornata sia lo Spitzkoppe che Erongo. Quest’ultimo non siamo riusciti a raggiungerlo per via della prenotazione ai quad. I ragazzi giustamente vogliono fare qualcosa di divertente che non sia solo vedere paesaggi ed animali …. e abbiamo voglia anche noi. Imbocchiamo la B2 asfaltata per 125 km. In 1 ora arriviamo alla deviazione sulla sterrata D1918. La seguiamo per 18 km. e poi deviamo sulla D3716 per altri 12. In mezz’ora ci siamo. Lo vediamo già in lontantanza ovviamente. Grand bel colpo d’occhio. Oltre si vedono chiaramente il Brandberg a nord, distante 90 km. (1 ora e 1/2 di viaggio), e le formazioni rocciose di Erongo, distante 86 km. (1 ora e 1/2 di viaggio), ad est.

Informazioni sul Brandberg, dovessero servire:

http://www.namibia-1on1.com/whiteladyofbrandberg.html

E’ la montagna più alta della Namibia con suoi 2573 mt. – escursioni con guida di circa 2 ore a/r per vedere la White Lady, il più famoso dei dipinti boscimani. C’è la possibilità di pernottare.

Informazioni sullo Spitzkoppe:

Costo Nad 50 sia adulti che bimbi + N 70 l’auto – tour guidato Nad 50

Lo Spitzkoppe (chiamato anche Spitzkop, Groot Spitzkop o Matterhorn of Namibia, “il Cervino della Namibia”) è una formazione montuosa costituita da diversi picchi granitici. La roccia, completamente spoglia di vegetazione, ha più di 700 milioni di anni; la vetta più alta (Grass Spitzkoppe) tocca i 1784 mt, e si staglia quasi a picco per 700 mt dall’altopiano circostante (non è comunque la montagna più alta della Namibia, ha questo primato il Brandberg con i suoi 2.573 mt.). Vicino allo Spitzkoppe si trova un’altra vetta meno elevata, detta Piccolo Spitzkoppe (Klein Spitzkoppe) (1584 mt), e una catena montuosa che prende il nome di Monti Pontok (mt.1628). Sia il grande che il piccolo Spitzkoppe hanno un diametro di circa 60 km. Brandberg, Erongo e Spitzkoppe erano tutti vulcani. La scalata dello Spitzkoppe è alla portata delle tecniche moderne di alpinismo, ma in tempi passati questa vetta rappresentava un obiettivo relativamente ambizioso, soprattutto a causa della sua posizione isolata, del difficile clima del deserto, e della totale mancanza di acqua. Secondo una leggenda probabilmente infondata, un soldato tedesco sarebbe giunto in cima allo Spitzkoppe nel 1904 (quando la Namibia era ancora l’Africa Tedesca del Sud-Ovest) e avrebbe acceso un fuoco sulla vetta; il soldato non tornò mai indietro e il suo corpo non fu mai ritrovato. La prima scalata documentata fu portata a termine nel 1946 da una squadra di Città del Capo guida da S. Le Roux. Una seconda spedizione – O’Neil, Shipley e Schaff – trovò un nuovo percorso d’accesso che passava dagli estremi settentrionali del picco; non riuscirono però ad arrivare alla cima. Una parete di granito di 3 m particolarmente liscia porta ancora i segni di un’antica scalata, gradini di metallo piantati nella roccia. Hans, Else Wong e Jannie de Villiers Graaf giunsero in vetta ancora nel 1946. Per oltre un ventennio, lo Spitzkoppe fu descritto come una vetta che richiedeva due o tre giorni di faticosa scalata. Questa reputazione fu demolita nel 1971 da un gruppo guidato da J. W. Marchant, del club alpinistico e sciistico dell’Università di Città del Capo, che giunse in vetta in quattro ore senza far uso di funi e senza far ricorso ai gradini metallici. Si può fare un giro in auto fermandosi ai punti panoramici oppure andare a piedi. Da soli si possono vedere l’arco di roccia e le piscine. Se si prende una guida (Nad 50 a testa) si possono vedere i dipinti dei boscimani ed il serpente dorato.

Informazioni su Erongo, dovessero servire:

http://www.namibia-travel.net/travelguide/central-namibia/erongo-spitzkoppe.html

http://www.spitzkoppe.eu/erongo.shtml

http://www.namibia-1on1.com/philipps-cave.html

Queste montagne, come Brandberg e Spitzkoppe, un tempo erano vulcani. Si trovano nella Rongo Mountain Nature Conservacy di 200.000 ettari. Sono formate da granito. Famosa è la Phillip’s Cave (raggiungibile in 1/2 ora a piedi dal Bull’s Party), monumento nazionale, dove ci sono molti dipinti boscimani. Il più famoso è l’elefante bianco. Belle anche le formazioni rocciose Bull’s Party and Elephant’s Head. Le escursioni partono dall’Ameib Ranch che si trova alla fine della D1937, qui si può pernottare.

Prima di arrivare attraversiamo un paesino con le baracche in lamiera. Questa è l’unica occasione che hanno i Pocket di venire a contatto con la vera realtà africana. Non raggiungendo la zona a nord della linea di contenimento veterinario, che ad ovest passa da Palmwag, non si ha occasione di vedere le capanne e l’infinità di bimbi che arrivano in strada di corsa quando ti fermi. Sono emozioni uniche che stringono il cuore. L’Africa della povera gente e dei bambini che non hanno nulla ma sono sempre con il sorriso sulle labbra. Vedere questi bimbi che ci corrono incontro ci fa riagiorare tanti ricordi indelebili. Hanno sistemato lungo la strada dei banchetti dove vendono oggettini fatti da loro e pietre. Gli diciamo che ci fermiamo da loro quando rientriamo. Arriviamo alla reception. Monica scende dalla macchina sconvolta. Mi dice: ma quei bimbi non volevano soldi o vestiti, ci hanno chiesto cibo, hanno fame!!! Da grande mamma è rimasta toccata. Andiamo a pagare l’ingresso N 50 € 3,30 a testa, anche Martina, e N 70 € 4,60 la macchina. Chiediamo a che ora parte il tour guidato per poter vedere i dipinti dei boscimani ed il serpente dorato. Ci dicono che il prossimo tour parte alle 11.30 al costo di N 50 a testa. Non lo prenotiamo perchè non sappiamo quanto tempo richiederà la visita. Entriamo alle 10.00. Noto subito i tanti punti campeggio negli angoli vicini alle rocce. Non hanno nessun servizio. Ci si deve portare tenda, cibo e acqua per lavarsi. Molto all’avventura. Ecco, credo che un tipo di vacanza così non riuscirei a farlo. Pur di fare una vacanza in Africa mi adatterei a qualsiasi cosa ma questo è troppo …. Il posto è notevole. Il giallo fa da padrone. Le formazioni rocciose davvero belle. Imbocchiamo la prima strada a sinistra, arriviamo in prossimità dell’arco (sulla cartina è indicato Bridge) e parcheggiamo. Lo raggiungiamo a piedi. Appena partiti Martina è davanti a noi. Si mette ad urlare e saltella come una matta. Corro subito da lei e mi dice che un serpente le è passato attaccato alla scarpa. Guardiamo in giro ma non vediamo nulla. Le diciamo che se l’è sognato. Ha l’incubo dei rettili e se vede muovere qualcosa ha paura che sia una biscia. Poi mi avvicino ad un cespuglietto e lo vedo. E’ lungo circa 40 cm., penso, sbagliando, che sia un piccolo, in realtà quella è la misura di un adulto. Lo guardo da un paio di mentri ma non lo distinguo bene. Non vedo dov’è la testa. Allora metto a 300 il tele e faccio alcune foto. Così ingrandito è bello nitido. E’ bianco e color sabbia. La testa è tringolare. Ci spostiamo e procediamo guardando dove mettiamo bene i piedi. Siamo i primi a passare di qui questa mattina, e poi questa zona non è molto battuta dal turismo, quindi i rettili non si sono ancora andati a nascondere. Sono fuori dalle tane a scaldarsi al sole, dopo il gelo della notte. Vediamo in lontantanza alcuni signori che vengono verso di noi. Percorrono la stessa strada. Gli urliamo di stare attenti. Quando si afficinano vogliono vedere la foto. Dicono che è un puff adder, la vipera soffiante. Io gli dico di no, l’ho già vista all’Etosha, è molto più scura e ha delle caratteristiche righe chiare nel senso della larghezza. Mi dicono che i puff adder sono 7 o 8. A me sembrano troppo saccenti perchè di adder, vipere, ce ne sono diversi tipi, di puff solo uno. Quando sono arrivata a casa e ho visto la foto ingrandita sul pc l’ho subito riconosciuta. Controllo con le schede che ho dei serpenti della parte sud dell’Africa. Mi confermano che si tratta dell’horned adder, vipera cornuta. E’ molto velenosa ma, se presi in tempo in caso di morso, non così pericolosa come il puff adder. Ho iniziato solo da pochi mesi a documentarmi sui serpenti quindi non sono molto ferrata. Non pensavo che la vipera cornuta adulta fosse così piccola. Credevo che fossero tutte delle dimensioni del puff adder (circa metro). E’ per questo che pensavo fosse un piccolo, quella che abbiamo visto noi. Comunque oggi possiamo dire che il nostro grande angelo custode ha guardato giù. Se morsicava Martina non so come sarebbe finita. In Africa si vedono tanti turisti con i sandali … sono incoscenti. Abbiamo visto nel Kgalagadi, dei bambini in giro addirittura a piedi nudi. Le scarpe da trekking sono assolutamente indispensabili! Raggiungiamo l’arco. Davvero bello. All’aeroporto di Windheok in partenza vediamo alla tele il video di una canzone girato qui. Mi segno il nome del cantante (D-Naff ft Tequila – Omwa Official Music Video). In qualche immagine si vede bene lo Spitzkoppe e l’arco in particolare: https://www.youtube.com/watch?v=AX8mdV3nfqk. Torniamo alla macchina girando ben al largo dal punto in cui c’era la vipera e torniamo indietro dalla stessa strada dell’andata, fermandoci alle piscine. Vogliamo arrivare sulla sommità del grande roccione completamente liscio che ci troviamo davanti. Monica soffre di vertigini e rimane giù mentre noi proseguiamo. Dalla sommità c’è un panorama bellissimo. Meritava venir fin quassù nonostante il caldo! Scendiamo e torniamo sulla strada principale andando a sinistra. Passiamo tra il grande Spitzkoppe a destra e il Sugarloaf a sinistra. Quest’ultimo è una parete altissima completamente liscia. Impressionante cosa fa la natura. Vediamo tanti punti campeggio con jeep con roof tent parcheggiate. Sono tutte persone venute fino a qui per scalare lo Spitzkoppe. Che coraggio. Usciamo dal gate sul retro dello Spitzkoppe e andiamo a destra così lo circumnavighiamo. Bello visto anche da un’altra angolazione. Ritorniamo quindi al punto di partenza. Ripassiamo per la strada dove ci sono i banchetti dei bimbi e questa volta ci fermiamo. Un banchetto ha le pareti fatte con le lattine delle bibite. Originale. Monica apre il cassone e distribuisce. La guardo. Mi fa piacere vederla tutta così presa. Con questo posso dire che che si è calata al 100% nella parte!! Anche Pier e Matteo danno alcune cose ai bimbi… io ovviamente faccio foto. Loro si divertono a mettersi in posa. Troppo belli. Alle 12.45 siamo di nuovo alla reception. Abbiamo fatto bene a non prenotare il tour perchè non saremmo arrivati in tempo. Andiamo a pranzo nel ristorantino che c’è lì vicino. I ragazzi si prendono un hamburger (N 170 € 12,00) mentre noi adulti mangiamo le nostre cose. Ci sono 29°. Alle 13.30 ripartiamo diretti a Swakopmund. Siamo in perfetto orario perchè dobbiamo essere alle 15.45 ai quad. Andiamo un attimo in camera a prendere i giubbotti pesanti. La proprietaria della guesthouse ci dice che ha chiamato subito questa mattina ma non ha trovato più posto. Noooooo abbiamo fatto di corsa e non siamo andati ad Erongo per niente! Che peccato. Facciamo allora un giro in centro ma è tutto chiuso. Raggiungiamo il mare e facciamo due passi sulla spiaggia. Torniamo al pontile per il tramonto visto che Matteo e Martina ieri sera non l’hanno visto. Alle 18.00 siamo in hotel. La proprietaria ci consegna i vestiti che le avevamo lasciato ieri sera da lavare. La prenotazione a The Tug (http://www.the-tug.com/) è per le 21.00. Il ristorante si trova dove inizia il pontile. Ci andranno solo i Pocket, gli indistruttibili. Noi siamo ancora scombussolati per la storia della vipera, soprattutto Martina e siamo cotti dal caldo di oggi quindi abbandoniamo l’idea di andare. I Pocket mangeranno benissimo. Hanno detto che c’era una lunga coda di persone che aspettava che si liberasse un posto quindi, quando hanno detto che erano in 3 e non in 7, in un nano secondo hanno staccato il tavolo e fatto sedere altri clienti, per loro serata fortunata!! Io e Martina restiamo in camera e pilucchiamo due cosine mentre Pier e Matteo alla fine decidono di andare a mangiare qualcosa, ma è troppo tardi per raggiungere i Pocket, quindi vanno al Kucki’s Pub dove siamo stati ieri sera (N 750 € 54,00).

18) 13 agosto 2017 domenica – km.486 (Swakopmund – Skeleton Coast – Grootberg)

Oggi abbiamo una tappa impegnativa. Dobbiamo attraversare la famigerata Skeleton Coast.

Informazioni sulla Skeleton Coast:

http://www.huffingtonpost.com/afktravel/the-eerie-shipwrecks-of-n_b_8122710.html

http://www.namibiatourism.com.na/blog/Three-Shipwrecks-on-Namibia-s-Skeleton-Coast

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=285

http://www.namibia-accommodation.com/article/the_shipwrecks_of_skeleton_coast_of_namibia/56

http://www.hentiesbaytourism.com/things-to-do-and-see/shipwrecks/

http://www.namibian.org/travel/namibia/skeleton.htm

La Skeleton Coast, la famigerata costa degli scheletri dei relitti delle navi e delle persone sopravvissute al naufragio ma morte in queste terre desolsate, è resa ancor più inquietante dalla nebbia mattutina creata dalla corrente del Benguela. Si trova tra il fiume Kunene (uno dei pochi fiumi che in Namibia scorre sempre) sul confine con l’Angola, a nord, ed il fiume Ugab a sud. Si estende per circa 500 km. sul mare e 40 nell’entroterra. Occupa 16.390 kmq. E’ stato proclamato parco nel 1971 e ha raggiunto le attuali dimensioni nel 1973. E’ uno dei più grandi tesori della Namibia. La zona oltre Terrace Bay non è aperta ai turisti per preservarla. Per potervi accedere ci vogliono permessi speciali. La foce del fiume Kunene è zona di studio di elefanti, leoni e rinoceronti che vivono in condizioni estreme. I relitti più belli si trovano nella parte non aperta al pubblico. Vivono anche ghepardi, sciacalli, giraffe, kudu, iene, genette, caracal, orix, springbok, zebre, i coccodrilli e le tartarughe verdi lunghe fino ad 1 metro (nel fiume Kunene) e 306 specie di uccelli. I predatori sono rari da vedere e per lo più si concentrano lungo il corso dei fiumi effimeri (Ugab, Huab, Koigab, Uniab, Hoanib, Hoarusib, Kumib e Kunene). In mare vivono delfini, orche, megattere e le otarie.

Orari Skeleton Coast: Ugabmund Gate (sud) e Springbok Gate (nord) 7.30/15.00 ingresso e 7.30/19.00 uscita

Non si paga l’ingresso.

Non si può entrare ed uscire dallo stesso gate a meno che non si pernotta nel parco. Se si entra solo in giornata bisogna uscire dal gate opposto. Questo perchè, all’ingresso, registrano chi entra, a fine giornata faxano all’altro gate questo elenco dal quale vengono cancellati i mezzi usciti. Così facendo hanno la certezza che nessuno sia rimasto nel parco. E’ una sicurezza perchè se capita qualcosa ti vengono a cercare. Se si uscisse dallo stesso gate, faticherebbero di più con i controlli ….. Se si pernotta a Terrace Bay o Torra Bay si può entrare ed uscire dallo stesso gate. Per raggiungere anche solo per visitare, queste due località, ci vogliono i permessi da chiedere al gate. Il tempo di percorrenza da un gate all’altro (km.148) è di circa due ore quindi non si può entrare nel parco oltre le ore 15.00.

Cosa vedere:

– relitto Zeila sulla spiaggia (del 2008 a 55 km. da Swacopmund)

– Henties Bay: punto di pesca e varie attività.

The Chamarel: 30 km. a nord di Henties Bay, affondata l’8 agosto 2012. si vede dalla spiaggia

– Cape Cross:

http://www.namibia-accommodation.com/listing/cape-cross

http://www.namibia-1on1.com/cape-cross.html

http://www.namibia-travel.net/travelguide/central-namibia/cape-cross.html

Nad 40 a testa + 10 la macchina

Orari: risulterebbero dalle 8.00/17.00 dal 16.11 al 30.06 – 10.00/17.00 dal 01.07 al 15.11ma sul cartello all’ingresso c’è scritto 10-17

Il navigatore portoghese Diego Cao sbarcò qui nel gennaio del 1486, durante la sua seconda spedizione sotto l’equatore, e piantò una croce. La croce originale è stato rimossa nel 1893 e poi sostituita da una replica di pietra. L’iscrizione sulla croce dice: “Nell’anno 6685 dopo la creazione del mondo e il 1485, dopo la nascita di Cristo, il brillante, lungimirante re Giovanni II del Portogallo ha ordinato Diogo Cao, cavaliere della sua corte, alla scoperta di questa terra e di erigere questa croce qui “. Qui vive una delle colonie di otarie del capo più grande al mondo, circa 250.000 esemplari. Questa zona è stata dichiarata parco nel 1968 e ha una dimensione di 60 kmq.

– Winston wreck. E’ il punto in cui si è arenata nel 1970 la nave Winston. Si vede con la bassa marea al Mile 108

– Ugabmund Gate: ingresso della Skeleton Coast con i famosi teschi sul cancello. L’uscita è dopo 148 km.

– relitto della nave Dunedin Star affondata nel 1942

– foce del fiume Huab: (indicazione per Huab Lagoon)

– impianto petrolifero abbandonato (oil rig): dopo il fiume Huab, sulla spiaggia c’è il relitto della Atlantic Pride

– Toscanini: vecchia miniera di diamanti. Non si può accedere.

– Torra Bay: dallo svincolo tra il mare e la C39 ci sono le grosse dune di sabbia che caratterizzano la parte nord della Skeleton Coast. In questo tratto di costa ci sono i relitti più belli della navi affondate tanti anni fa. Questo posto è frequentato per la pesca. Bisogna essere autosufficienti in tutto se si pernotta qui.

– Delta dell’Uniab River: tra Torra Bay e Terrace Bay, il fiume si divide in 5 canali. Si possono fare passeggiate fino alla cascata e al canyon che si trova la la strada e la spiaggia. In mare, dipende dalla marea, si può vedere il relitto dell’Atlantic affondato nel 1977

– Terrace Bay: Si può arrivare per conto proprio, avendo il permesso fatto al gate, fino a 14 km.oltre Terrace Bay (fino alla Seal beach, relitto sulla spiaggia con foche). Oltre questo punto è chiuso al pubblico. Per poter accedervi ci vogliono permessi quasi impossibili da ottenere. Riducono al minimo l’accesso a queste zone perché vogliono preservare questo delicatissimo equilibrio. Il campeggio a Terrace bay è consentito solo a dicembre e gennaio ed è obbligatoria la prenotazione. C’è anche un lodge (https://www.nwr.com.na/resorts/terrace-bay-resort#/terracebay-overview)

– Springbokwasser Gate: gate di uscita a nord (orari 7.30 – 17.00)

Alle 6.00 con i nostri breakfast box (questa volta sono scatole e non un valigione in vimini …) partiamo. La nebbia si taglia con il coltello. La città è ancora addormentata… gli unici matti in giro siamo noi… La strada è asfaltata. A 55 km. a nord di Swakopmund ci fermiamo al relitto della nave Zeila affondata nel 2008. Non si può non vederla, nonostante la nebbia. Arriviamo fino alla spiaggia in macchina. Il posto è davvero spettrale. C’è vento ma nonostante questo la nebbia resiste, il relitto, con l’alta marea, è colpito da onde grosse, i cormorani e i gabbiani ne hanno fatto la loro casa e rimangono, nonostante l’ambiente inospitale, appollaiati sugli alberi maestri. Le ossa di una foca sono sulla sabbia. L’avranno mangiata gli uccelli perchè è sono intatte. Se gli sciacalli avessero banchettato avrebbero portato pezzi ovunque. Ripartiamo e dopo 25 km. siamo ad Henties Bay. Non ci fermiamo e proseguiamo, da qui in poi, su sterrato. Il relitto della nave Chamarel non lo vediamo. Dopo 55 km. siamo a Cape Cross. Sono le 7.30, il cartello indica che aprono alle 10.00. Ho sbagliato. Ero convintissima aprissero alle 8.00. In ogni caso, fossimo partiti anche un pochino più tardi, non ci saremmo stati con i tempi. Peccato. Noi qui ci siamo già stati ma sarei rientrata molto volentieri. Ero rimasta impressionata, a parte dalla puzza che ci aveva riempito completamente i vestiti … , dalla quantità di esemplari. I Pocket in Perù avevano visto le foche ma non le otarie quindi mi spiace più che altro per loro. Facciamo colazione con il breakfast box. Pazzesco. La proprietaria della guesthouse ha scritto all’interno di ogni scatola una dedica carina. Piccole cose che fanno piacere. Ci sono diversi banchetti in legno dove sono esposti in vendita delle pietre di sale rosa. Ognuna ha il prezzo e c’è un barattolo in vetro dove lasciare i soldi. Ne prendo una che costa N 20. Proseguiamo. Da qui fino all’Ugabmund Gate sono 51 km. deviamo velocemente al cartello Winston Wreck dove dovrebbero esserci i resti di una nave. Come l’altra volta non vediamo nulla perchè c’è l’alta marea. Arriviamo al Gate, poco dopo, alle 9.30. Andiamo alla reception. Ci registriamo, siamo i secondi ad entrare oggi. Questa strada non è sulle rotte battute dai turisti. Non si deve pagare nulla. Facciamo le foto di rito al cancello con i teschi. Ci sono alcune ossa di balene. Da qui per arrivare allo svincolo da imboccare per uscire dal parco (dritto si arriva a Torra Bay e poi alla zona vietata), sono 118 km. Ci fermiamo dopo pochi km per vedere il relitto di un’altra nave. Non ho ben capito quale sia il suo nome perchè viene chiamato South West oppure Dunedin Star. Andiamo fino alla battigia. Lo si vede benissimo. In tutto il tragitto incroceremo solo 3 macchine di pescatori (hanno molte canne da pesca attaccate esternamente alle jeep). Il paesaggio è particolare. Si è nel nulla più completo ed è affascinate per questo. Siamo in uno dei posti più inospitali al mondo. La strada è ben battuta e non si piò uscire dalla carreggiata. In molti punti la sabbia la invade. Deviamo verso L’Huab Lagoon. Qui il fiume Huab arriva al mare ed è uno dei punti in cui si potrebbero vedere dei predatori. Ci sono 17° con vento. La nebbia se ne va poco per volta fino a sparire completamente alle 10.30. Anche il relitto dell’Atlantic Pride non si vede e non è indicato. Probabilmente, nel corso degli anni, la sabbia ed il mare li hanno coperti o portati via. Ci fermiamo ancora a vedere l’Old Oil Trail Ring. Sono i resti di un impianto petrolifero. Ci avviciniamo. Anche questa volta ci sono molte impronte ma sono piccole. Potrebbero essere al massimo di una iena. L’altra volta ne avevamo vista una enorme che ci ha lasciato intendere potesse essere un leone. Alle 11.45 siamo alla devizione per la C39 che dobbiamo imboccare noi. Qui inizia la parte più bella della Skeleton Coast. Iniziano le grandi dune bianche. La sabbia è in alcuni punti nera quindi il contrasto è notevole. Ci sono i cartelli che indicano che da qui in poi si può procedere solo con i permessi fatti al gate. Non ce li siamo fatti fare perchè tanto non avremmo avuto il tempo di arravare fino a Terrace Bay. Facciamo solo qualche km. per vedere meglio le dune e poi torniamo indietro. Non mi piacciono queste cose, se ci sono delle regole bisogna rispettarle. Imbocchiamo la C39 per 30 km. Questa è ritenuta una delle strade più belle della Namibia. Le rocce sono rosse, il terreno è rosso ricoperto di erba gialla, i cespugli sono verdi, il cielo azzurrissimo. Bei contrasti. Vediamo diverse Welwitschia. Arriviamo allo Springbok gate alle 12.30. Quindi abbiamo impiegato 6 ore e 1/2 da Swakopmund, con varie soste. Ci sono 31°. Dal mare a qui, 30 km., c’è la differenza di 14°. Pazzesco. Dopo qualche km. arriviamo a 36°. Vediamo degli struzzi e degli sprinbok. Abbiamo fame ma non ce la facciamo a stare fuori dalla macchina anche perchè non c’è un riparo quindi decidiamo di piluccare qualcosa viaggiando. Siamo nel Damaraland, una delle regioni più belle della Namibia. Arriviamo all’incrocio con la C43 e andiamo a sinistra.

Se invece si va a destra si possono vedere:

1) Twyfelfontein: incisioni rupestri dei Boscimani del 300 a.c. patrimonio dell’Unesco;

2) canne d’organo (serie di colonne basaltiche in fondo ad una gola)

3) Burt Mountain (montagna bruciata chiamata così perché non ha vegetazione ed al tramonto si colora di rosso come se fosse coperta dal fuoco)

4) pietrified forest (foresta pietrificata, ci sono vari siti, quello ufficiale è a 58 km.ad ovest di Khorixas, sono delle piante che nel corso dei secoli si sono fossilizzate);

Arriviamo a Palmwag. Qui c’è solo un lodge che era già al completo ai primi di settembre dell’anno scorso. Noi eravamo stati. Erano arrivati gli elefanti del deserto ad un centinaio di metri dalla camera. Questo posto è molto gettonato anche per i rinoceronti neri ed i leoni. C’è il distributore oltre la line adi contenimento veterinario (serve per evitare che il bestiame libero dei territori del nord si mescoli con quello controllato e destinato alla vendita dei territori del sud. La strada è completamente bloccata. Non si possono portare a sud di questa linea, carni acquistate al nord). Diciamo che andiamo solo a fare benzina ma nonstante questo ci registrano. In rientro ci spruzzano un disinfettante sulle ruote. Ci sono due himba sotto una tettoia. Ci tenevo che i Pocket le vedessero dal vivo perchè questo è l’unico posto in cui le possiamo trovare. Vivono da Palwag fino all’Angola. Noi avevamo visitato un villaggio poco gettonato alle Epupa Falls. Purtroppo andare fin lassù implicava aggiungere due notti. In questa zona ci sono molte piccole piante di moringa ovalifolia. Sembrano dei piccoli bonsai bianchi. Vediamo due giraffe e ci sono alcuni cartelli stradali di pericolo elefanti. Lasciamo la zona in piano per arrampicarci sulle montagne. Arriviamo fino al Grootberg Pass. Il paesaggio è bello. Proprio sulla sommità c’è la strada che porta al nostro lodge, il Grootberg Lodge.

Info del lodge:

sito: http://grootberg.com/).

prenotato: direttamente sul loro sito. Si vede la disponibilità reale

pagamento: tutto al momento della prenotazione con carta di credito

camere: noi 1 family – i Pocket 1 tripla

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: molto bello

C’è un guardiano che ci chiede i nomi e se vogliamo lasciare qui la macchina e farci venire a prendere dalla navetta. E’ obbligatorio non solo il 4×4 ma addirittura il passaggio seguente, non so di preciso ma ancora marce più ridotte. Ovviamente noi proseguiamo. E’ bella tosta. In un punto la strada è ripidissima. Arriviamo sulla sommità del plateau e da qui si prosegue in piano. C’è una pozza d’acqua per gli animali. Di giorno si può girare da soli mentre di notte no. Ci possono essere predatori. Arriviamo dopo poco al lodge, sono le 15.00. Ci accoglie una ragazza italiana. E’ qui da qualche mese. E’ stupita che siamo riusciti a prenotare da soli perchè la richiesta è elevatissima dal momento che è uno dei pochi posti dove organizzano escursioni, anche di oltre 12 ore, alla ricerca degli ultimi rinoceronti neri. Non vivono quassù, come neppure gli elefanti quindi tutti i game drive devono scendere a valle. Volevamo fare proprio un game drive per cercare gli elefanti ma sono escursioni che durano molto quindi è troppo tardi. Ci propongono di andare a vedere il tramonto da un punto panoramico dove ci sono solo erbivori. Onestamente siamo parecchio stanchi quindi accantoniamo la cosa. Se era per gli elefanti saremmo andati. Così, per una volta, ci godiamo il posto. Andiamo sulla terrazza dove c’è la piscina. Mamma mia che panorama. Tutte le camere e la struttura centrale si affacciano su questa meraviglia. Proprio bello. Andiamo in camera a sistemarci e poi torniamo sulla terrazza per fare merenda, anche se in realtà sarebbe pranzo, con i dolci e le bevande calde disponibili al bar. Matteo e Luca provano a fare il bagno ma l’acqua è freddissima. Relax per un paio d’ore. La cena sarà ottima. Fa freddo, d’altronde siamo in “quota”. Ci infiliamo volentieri sotto le coperte.

19) 14 agosto 2017 lunedì – km.455 (Grootberg – Etosha)

Colazione veloce e poi alle 5.30 partiamo. Saremmo partiti anche prima ma abbiamo preferito che arrivasse un pochino di luce per scendere dalla strada ripidissima. La temperatura in partenza era 16° poi man mano che scendiamo arriviamo ad 8. L’alba è dopo 1 ora ed il sole sorge proprio di fronte a noi. Vediamo delle giraffe sulla strada e 6 femmine di kudu. Arriviamo velocemente a Kamanjab. Ci fermiamo prima del paese per ricompattarci con i Pocket che, per via della polvere, sono sempre un pochino distanti. Scendo dalla macchina e riconosco subito il profumo. Mi guardo in giro e vedo i cespugli di quella che chiamavamo limonina o salvia. Sono grigi. Nei nostri precedenti viaggi li abbiamo visti solo nella parte nord della Namibia. Ho scoperto guardando un documentario che il nome esatto è Leleshwa. Fanno anche l’olio essenziale con questa pianta. Non conosco le proprietà. Passiamo per il paese e stupidamente andiamo a fare benzina. La pagheremo … non carissima … ma ci creerà non poca tensione. E’ la prima volta che non ci fermiamo ad un distributore … Facciamo un tratto di asfalto fino al Galton Gate dell’Etosha National Park. Abbiamo impiegato due ore dal lodge a qui (km.160). L’ingresso ovest del parco, aperto dal 28 febbraio 2014 a tutti i turisti e non solo a chi pernotta al Dolomite Camp. Quindi questa parte del parco non l’abbiamo mai vista.

Informazioni sull’Etosha National Park:

http://etoshanationalpark.co.za/etosha-park-information/

http://www.namibia-accommodation.com/listing/etosha-national-park

http://www.namibia-1on1.com/a-northern/etosha-fort-namutoni.html

http://www.safarilodges.com/index.php?route=safari/region&safari_country_id=4&safari_region_id=284

http://www.etoshanamibia.info/etosha/

http://www.clupviaggi.it/viaggi_agy.asp?idViaggi=227&scheda=3P

Costi: Nad 80 (€ 5,70) ad adulto – ragazzi sotto i 16 anni gratis – auto Nad 10 (€ 0,70) al giorno. Si può pagare al Gate il numero di giorni totali in cui si visita il parco oppure giorno per giorno se si è visitatori giornalieri. Orari indicativi:

gennaio 6.20 – 19.40

febbraio 6.40 – 19.30

marzo 6.50 – 19.20

aprile 6.00 – 17.50

maggio 6.10 – 17.50

giugno 6.20 – 17.30

luglio 6.30 – 17.30

agosto 6.20 – 17.30

settembre 7.00 – 18.40

ottobre 6.30 – 18.50

novembre 6.20 – 19.10

dicembre 6.10 – 19.20

Uno dei più grandi parchi nazionali in Africa e uno dei più antichi. Vivono 114 tipi di mammiferi, 340 di uccelli 110 di rettili, 16 di anfibi ed una specie di pesci. Il nome originariamente era Oshindonga (significa “il luogo in cui non ci piante crescono” oppure “Great White Place”), ma i primi commercianti europei, incapaci di pronunciare il nome, lo hanno definito ‘Etosha’. Un leggenda boscimane dice che un tempo qui c’era un grande villaggio. Tutti gli abitanti sono stati uccisi e le lacrime delle donne sopravvissute hanno riempito il lago. Ci sono molte pozze per l’abbeveramento degli animali. Alcune sono naturali mentre altre sono artificiali. Le pozze dei lodge di Okaukuejo, Halali e Namutoni sono illuminate di notte. Ha un dimensione di 22.000 kmq. E’ stato proclamato nel 1907. Originariamente era di 100.000 kmq poi nel 1960 è stato ridotto. Il 25% del parco è coperto da un grande pan (piana) salato. Un tempo questa piana era un lago alimentato dal fiume Kunene poi, nel corso dei secoli, da cambiato corso ed il lago si è prosciugato. Si riempie di acqua solo quanto le piogge sono particolarmenti forti e, solo in questo caso, si possono vedere fenicotteri e trampolieri. Si può pernottare nei seguenti lodge (da ovest verso est): Dolomite, Okaukuejo, Halali, Namutoni ed Onkoshi (aperto nel 2008). Poi c’è un campeggio, l’ Olifantsrus Campsite. Nei lodge c’è la possibilità di fare rifornimento carburante e c’è un piccolo negozio con i generi di prima necessità. La parte occidentale del parco era chiusa ai turisti (poteva accedere solo chi pernottava al Dolomite Camp). E’ stata aperta il 28 febbraio 2014. I gate per accedere sono (da ovest verso est): Galton Gate (vicino al Dolomite camp) aperto a tutti i turisti il 28 febbraio 2014 , Andersson Gate (vicino al Okaukuejo Camp), Von Lindequist Gate (vicino al Namutoni Camp), e King Nehale Lya Mpingana Gate aperto nel 2003.

Dal Galton Gate ad Okaukwujo sono 200 km. – Da Okaukuejo ad Halali sono 77 km. – Da Halali a Namutoni sono 74 km. La vegetazione è formata principalmente da piante di Mopane poi ci sono degli alberi più spettacolari del parco, i Moringa africano, (Moringa ovalifolia) o un albero fantasma. C’è una zona appositamente recintata per preservarla, circa 30 chilometri ad ovest di Okaukuejo. Questo è un habitat insolito per la moringa che solitemente cresce in altre zone. Spesso viene scambiato per un piccolo baobab.

Questo è il primo parco africano che abbiamo visitato quindi ci è rimasto nel cuore. Siamo contenti di visitarlo di nuovo. Non è un parco completo a livello di animali perchè, non essendoci fiumi, non è l’habitat di bufali, coccodrilli, ippopotami, waterbuck, ecc.ecc. Al gate paghiamo per 3 giorni così non perdiamo tempo tutte le mattine, avendo così diritto ad una corsia preferenziale. Accettano solo contanti. Spendiamo in totale N 745 € 50 (al giorno N 80 ad adulto, Martina gratis, e 10 l’auto). Registrano anche i dati dei nostri passaporti. Gli orari dei gate sono 6.18 e 17.43, alba e tramonto. Cambiano tutti i giorni di qualche minuto e c’è differenza tra un gate che si trova ad ovest da uno che si trova ad est, ovviamente si parla di pochissimi minuti. Acquistiamo un opuscolo con la mappa del parco, N 45 € 3. Facciamo colazione ed alle 8.30 entriamo. Facciamo sosta ad ogni pozza. Sono tutte affollate di erbivori. Ne vediamo una quantità impressionante, soprattutto zebre. Alla pozza Dolomietpunt, sotto la collinetta del Dolomite Camp, rimaniamo parecchio a guardare due stalloni di zebra che litigano. Vanno addirittura nella pozza e buttano acqua ovunque. Gli altri animali, che vorrebbero bere, fanno cerchio intorno a loro ma a debita distanza. Morsi e calci sono davvero pericolosi. Quando si spostano riescono ad avvivinarsi. Poco oltre ci attraversa la strada un rinoceronte. L’abbiamo visto per due secondi quindi non so dire se fosse bianco o nero. In questo punto ci sono solo cespugli di mopane quindi mi fa pensare che possa essere nero (i bianchi vivono in spazi aperti perchè brucano l’erba, i neri invece, mangiano le foglie delle piante quindi stanno nascosti nella vegetazione, questa però, ovviamente, non è la regola, bisogna guardargli il labbro per sapere qual’è). I Pocket purtroppo non lo vedono. Arriviamo all’Olifantsrus Campsite (http://www.etoshanationalpark.org/accommodation/olifantsrus-camp). Facciamo sosta e andiamo alla pozza. Una waterhole così bella non l’ho mai vista. C’è un hide su due piani raggiungibile da un ponte in legno, tutto nuovo. Al piano terra le finestre in vetro (è tutto chiuso) sono a filo dell’acqua quindi puoi veder qualsiasi animale ad un metro. Il piano sopra invece ha tutte le finestre apribili e si è a 2/3 metri sopra l’acqua. Ci sono molte tartarughe che nuotano. Ovunque ci sono impronte di animali, si notano ovviamente quelle degli elefanti. Essere qui quando arrivano in gruppo a bere dev’essere magnifico. Guardo Pier e gli dico: nonostante non mi faccia impazzire l’idea di dormire nella roof tent, qui dobbiamo venire un paio di notti! Arriviamo ad una pozza dove due sciacalli si stanno contendendo i resti, credo, di uno springbok perchè la cassa toracica è piccola, ed una ventina di avvoltoi attendono di fare il lavoro pulizia finale. Poco distante c’è quello che rimane di una giraffa: pelle ed ossa. Ci fermiamo per pranzo all’area pic-nic Sonderkop Camp. E’ recintata con tavoli e wc. Ci sono 30°. Ripartiamo e andiamo a vedere la foresta delle moringa ovalifolia. Ci fermiamo solo per una foto dalla macchina e poi puntiamo ad Okondeka, la pozza che si trova a nord di Olaukuejo, a 18 km. E’ famosa per gli avvistamenti dei leoni. Nel libro degli avvistamenti che c’è alla reception sono sempre indicati. Siamo venuti qui diverse volte ma non li abbiamo mai visti. Comunque, al tramonto ha la luce favorevole e si vede bene il pan bianco. Al mattino è tutto in controluce. Ci sono tanti erbivori ed alcune giraffe ma nulla di più. Questa zona è senza vegetazione e completamente piana. Arriviamo ad Okaukuejo. Abbiamo l’amara sorpresa che non c’è più gasolio. Ci dicono che l’unico campo che ne ha ancora è Namutoni, dove andremo domani sera. Lo sapevo che nei mesi di punta questo è un rischio serio. Chiediamo quando arriveranno i rifornimenti perchè abbiamo autonomia per circa 170 km. quindi arriveremmo al pelo a Namutoni senza fare nessuna deviazione. Ci dicono che non lo sanno. Perfetto. Parliamo con un signore, e come lui altri, che questa notte la passerà in macchina. Da questa mattina è qui fermo. Aveva la prenotazione a Namutoni per questa notte ma la perderà perchè non è riuscito ad arrivare. Il primo distributore, che si trova a 114 km. dal gate del parco, è ad Outjio. Non sappiamo neppure noi cosa fare perchè ad Outjo non abbiamo la certezza che abbiano gasolio quindi se andiamo ora e ne sono sprovvisti, non riusciremmo a tornare all’hotel per la notte (si trova ad un paio di km. dal gate del parco). L’unica possibilità è andare domani diretti a Namutoni. Ci indirizziamo alla pozza passando davanti a quella che è stata la nostra camera per due volte, la Tamboti, quella che avremmo voluto prenotare questa notte ma risultava già occupata 11 mesi fa. Ci sono 4 signori anziani seduti nel portico. Mi è spiaciuto davvero tanto non poter dormire qui, non per il lodge perchè si mangia male, ma per la meravigliosa pozza dove abbiamo sempre fatto grandi avvistamenti. La raggiungiamo e … il delirio … contiamo 52 elefanti … alcuni sono direttamente nell’acqua, altri bevono e si bagnano, alcune femmine allattano i loro piccoli. Non fanno il solito casino caratteristico degli elefanti. Solo uno barrisce per il resto tutto silenzio. Rimango davvero impressioinata dal silenzio. Rimaniamo 1 ora a guardarli fino a quando, tutti in fila indiana, se ne vanno. Vediamo in lontananza alcune giraffe che si avvicinano ma è tardi, non possiamo aspettare che arrivino fino a qui. La luce è bellissima e la pozza non è mai in controluce. A quest’ora, come al mattino e durante la notte, la processione prosegue senza sosta. Che nervoso dover uscire!!! Su asfalto ci indirizziamo al gate. Come sempre facciamo una puntatina all’ultima pozza, Ombika ed ecco che vediamo un rinoceronte nero che beve. Wow. Ha entrambe i corni tagliati, come si usa spesso fare, per far si che i bracconieri siano meno invogliati a rischiare la galera per toglierglieli. In realtà sono invogliati ugualmente perchè all’interno del muso che n’è una grossa parte ma il guadagno sarà minore. Lo guardo, mi fa una pena infinita, è uno degli ultimi sopravvissuti ed è fortunato per ogni giorno in più che riesce a vivere. Mi sembra strano che i ranger non lo abbiano fatto andare via essendo così vicino al gate, è troppo pericoloso questo posto. Usciamo e raggiungiamo in pochi minuti il nostro lodge: Etosha Village.

Info del lodge:

sito: http://www.etosha-village.com/

prenotato: con l’agenzia Cardboard

pagamento: subito acconto del 25% dando i dettagli della carta di credito, il saldo 2 mesi prima della partenza

camere: noi 2 chalets – i Pocket 2 chalets

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: molto bello

Il lodge è bello. Ha la zona centrale con ristorante (tutto aperto) e la piscina mentre le camere sono piccoli chalets molto carini, distribuiti nel giardino circostante. La cena, molto buona, sarà a buffet.

20) 15 agosto 2017 martedì – km.369 (Etosha)

Facciamo colazione alle 5.00 e alle 5.40 siamo al gate. Non sapendo come funziona qui, perchè le altre volte abbiamo dormito all’interno dell’Etroha (in altri parchi africani, se pernotti all’esterno, devi arrivare molto tempo prima dell’apertura del gate per non perdere delle ore), e non avendo info al riguardo perchè non ho trovato dettagli su altri itinerari, ho preferito arrivare presto. Se i Pocket non mi hanno silurata è già bello … siamo i primi e i secondi … la terza macchina arriva dopo 20 minuti e poi …. basta … il gate lo aprono alle 6.20 …. quindi non è necessario fare la levataccia …. Va beh … non lo sapevo e i Pocket, signori come sempre …, non mi hanno dato in pasto ai leoni … E pensare che avevo addirittura proposto di farci dare il breakfast box e di venire qui alle 5.00 … Ci controllano il permesso fatto ieri, segnano nome, targa, dove siamo diretti e ci fanno entrare. Andiamo subito ad Okaukuejo a vedere se è arrivato il gasolio ieri sera tardi, ma niente. Andiamo alla pozza. Ci sono solo erbivori. Partiamo direzione ovest senza andare ancora ad Okondeka (la pozza dei leoni). Facciamo solo le deviazioni brevi perchè non vogliamo rimanere senza gasolio. Questa cosa ci vincola e ci rovina un pochino la giornata. Le pozze più belle, da ovest verso est, sono: Nebrowni, Olifantsbad (oggi non ci andremo per non deviare troppo), Homob, Salvadora, Goas e Chudop. Vediamo tantissimi erbivori e una tartaruga di terra ma nessun predatore. Alla pozza Salvadora ci fermiamo e sentiamo: ciao ragazzi, tutto bene? Nooooo….. Simona e Renzo … combiniamo di vederci domani sera a Windhoek per cena. Prenoteremo e gli manderemo un messaggio di conferma. Facciamo sosta ad Halali per fare uno spuntino e andiamo alla pozza che è illuminata di notte. Ci sono impala e kudu. Il benzinaio è a secco pure qui, ma ce lo avevano già detto ad Okaukuejo. Alla pozza Goas poi ci troviamo circondati dalle zebre. Noto una femmina con la placenta ancora attaccata. Deve aver partorito ma il piccolo non c’è. E’ molto sofferente e raspa il terreno con le zampe posteriori. Non si muove. Se non riesce ad espellerla sicuramente non sopravvive. Mi fa una pena immensa. E’ ad un paio di metri dalla macchina e mi guarda con occhi tristissimi. Anche se andassi da un ranger a far presente la cosa, non la aiuterebbe. Intervengono solo se gli animali stanno male a seguito di qualcosa fatto dall’uomo. Per il resto la natura deve fare il suo corso. Se un animale muore è vita per un altro. Questo mi sta bene, è giusto, però non sarebbe cosa negativa sopprimerli, nel caso in cui i veterinari si rendono conto che non c’è possibilità di sopravvivenza. Non ho ben capito se intervengono in ogni caso con i predatori, essendo pochi e a rischio di estinzione. So che un paio di anni fa avevamo visto, in un parco in Sud Africa, un cucciolone di ghepardo con una zampa rotta. Sono andata in una stazione ranger a far presente la cosa. Mi ha chiesto il punto sulla mappa e ha telefonato ai veterinari. Siamo poi tornati là ed effettivamente sono venuti a vedere ma erano impegnati (con elicotteri e mezzi corazzati) alla cattura di alcuni rinoceronti da portare in altri parchi quindi il ghepardo, sapendo dov’era, lo avrebbero curato in un secondo momento. Anche in Tanzania, un mese fa, un cucciolo di leone, che aveva una grossa massa nel pancino dovuto ad una malattia contratta dai facoceri, è stato operato e poi riportato nel parco. Questo mi fa ben sperare per i predatori ma spiace per gli erbivori. Alle 12 siamo a Namutoni. Il benzinaio …. ha finito il gasolio. Ci sono una decina di macchine parcheggiate lì vicino. Sono tutti disperati ed arrabbiati perchè hanno i serbatoi vuoti e non sanno cosa fare. E’ un grandissimo problema. So che siamo in Africa e che i ritmi sono diversi dai nostri come pure i servizi ma se c’è turismo devi garantire quanto ci si aspetta di trovare. Per lo meno le cose fondamentali. Se non riesci a farlo, non far venire i turisti. Tu pensa se qualcuno aveva un volo da prendere …. I distributori più vicini, sempre se hanno i rifornimenti, sono verso nord, ad Oshivelo, a 55 km. e verso sud, a Tsumeb, a 114 km. Considerando che le nostra macchine indicano 70 km di riserva, optiamo per la prima. Ovviamente, dovessimo arrivare fino a là e non ci fosse gasolio, non riusciremmo più a tornare indietro al nostro lodge, vicino al Von Lindequist Gate. Nel mentre carichiamo una ragazza che lavora in un lodge lungo la strada e le diamo un passaggio. E’ molto gentile. Cerca di telefonare al distributore per sapere com’era la situazione, ma senza riuscire a parlare con qualcuno. Abbiamo paura che altri l’abbiano ragionata come noi e che l’abbiano finito pure là. Viaggiamo pianissimo per consumare poco. All’inizio del paese c’è la linea del contenimento veterinario ma, andando verso nord, non ci fermano. Arriviamo al distributore e ….. facciamo il pieno!!!!!!! Ripassiamo per il controllo veterinario e questa volta ci fanno passare in una pozza dove c’è acqua con disinfettante. Arriviamo al nostro lodge, a pochi km. dal Von Lindequist Gate, l’Emanya Etosha. Sono le 13.30.

Info del lodge:

sito: http://www.emanya.com/#home

prenotato: con l’agenzia Cardboard

pagamento: subito acconto del 25% dando i dettagli della carta di credito, il saldo 2 mesi prima della partenza

camere: noi 2 doppie – i Pocket 2 doppie

pasti: compresa cena, escluse le bevande, e colazione

giudizio: molto bello

La struttura centrale è bellissima ma non ha niente di africano. Sembra una villa di Malibù con tanto di vetrate e ruscelletti di acqua. C’è una pozza con alcuni erbivori che bevono. La piscina ha l’acqua sporca. Ci sono 30 ° quindi i ragazzi avrebbero fatto un bagno volentieri. Un posto del genere dovrebbe curare tutti i particolari. Il personale è … impersonale … nel senso che due misere parole e basta. Accoglienza zero. Chiediamo se c’è la possibilità di mangiare qualcosa, anche solo un toast ma niente. La cucina è chiusa. Ok. Non voglio essere una rompiscatole ma, ripeto, un posto così, dovrebbe dare un servizio diverso. Non avrei preteso nulla in un lodge semplice e senza tanti sfronzoli ma qui, con le arie che si danno, si. Chiedo la cortesia ad una cameriera di prenotarci un tavolo alla Joe’s Beerhouse per domani sera. Le fornisco il numero. Potevamo chiamare noi ma ci sasrebbe costato un capitale… Andiamo nelle camere, molto belle. Mangiamo il solito Ceddar con i crackers ecc ecc, un minimo di relax e poi rientriamo nel parco alle 15.00. La mia idea è di arrivare alla pozza Chudop per il tramonto. L’altra volta l’avevamo trovata invasa dagli elefanti. Quindi decidiamo di fare velocemente il giro del Fishers Pan e poi di andare là. Vediamo un elefante a lato strada, sulla destra, che mangia. Ci fermiamo sia noi che un’altra macchina nell’altra corsia, a 5 metri. Conoscendo gli elefanti e sapendo che solo i maschi viaggiano da soli e questa è una femmina, guardiamo subito a sinistra per vedere dove sono le altre. C’è parecchia vegetazione ma è tutto immobile. La osserviamo un attimo mangiare, facciamo due foto e poi mi giro per guardare a sinistra com’è la situazione e … mi trovo faccia a faccia con un’altra elefantessa con le orecchie aperte. E’ ad un metro dal muso della nostra macchina e sta annusando il cofano con la proboscide. Pericolosissimo!!! Pier all’istante mette in moto, inserisce al retro. Cavoli, è la prima volta che ci capita una cosa del genere. Siamo stati ingenui ma proprio non l’avevamo vista tra i cespugli. Nel mentre guardo la macchina che abbiamo di fronte. Hanno visto tutta la scena e stanno ridendo però quando poi l’elefante va verso di loro, allunga la proboscide e gli fa un fortissimo suono di tromba, non ridono più tanto e retrocedono di corsa… ora però abbiamo riso noi… Il tutto è durato 10 secondi… E’ per questo che nei parchi africani bisogna sempre evitare di mettersi in posti in cui non ci sia la via di fuga. Se si sta attenti ai dettagli va tutto bene, se si prende sotto gamba la cosa, si rischia grosso. Ci era già capitata una volta una situazione poco piacevole, al Chobe in Botswana. La strada seguiva il fiume. Abbiamo fatto una curva e ci siamo trovati davanti un gruppo enorme di bufali che volevano passare di lì. Un maschio si è fermato ad una ventina di metri da noi e ci fissava mentre gli altri cercavano un’altra via di passaggio. Non c’era lo spazio per fare inversioine e non era semplice, su sabbia, fare retro. Poco per volta siamo andati indietro fino ad un punto in cui siamo riusciti a girare. Se il bufalo ci avesse caricati, non avremmo avuto vie di fuga. Quindi …. stare sempre molto attenti …. questa è casa loro… Tornando a noi, facciamo il giro del Fishers Pan dove l’erba gialla fa da padrona e poi andiamo a Chudop. Nooooooo vediamo gli elefanti tutti bagnati che se ne vanno!!!! Abbiamo sbagliato i tempi. Dovevamo venire direttamente qui! Peccato. Ci fermiamo un’oretta a guardare le giraffe. Ci hanno impiegato questo tempo per avvicinarsi alla pozza. Sono 8. Nel mentre degli sciacalli danno la caccia ad alcune tortore… e le prendono …. zebre, oryx e kudu bevono. Quando finalmente le giraffe arrivano alla pozza, si piegano sull’acqua con una titubanza impressionate. E dire che qui non ci sono i coccodrilli … Si è fatto tardi. Andiamo verso il gate e deviamo per andare alla pozza Kelin Namutoni. Ci sono 7 giraffe che bevono. La luce è meravigliosa. Il sole è quasi sulla linea dell’orizzonte quindi è tutto color oro. Usciamo alle 17.30. La cena è servita al tavolo. Buona. Ci addormentiamo sentento i versi degli sciacalli oltre la recinzione.

21) 16 agosto 2017 mercoledì – km.716 (Etosha – Windhoek)

Recuperiamo i nostri breakfast box e andiamo al gate per le 6.00, siamo i secondi. Ci sono 8°. Apriamo i paccheti della colazione. Riusciamo a salvare solo la frutta. Per il resto ci sono salsicce e coscette di pollo bruciate e freddissime. Alle 6.15 aprono il cancello. Andiamo subito a Chudop. Ci sono diversi eland ma nessun leone. Anche questa pozza è famosa per i leoni. Proseguiamo rimanendo sulla strada principale. Dovendo arrivare a Windhoek in serata non possiamo fare tante deviazioni. Potevamo passare fuori dal parco, da Tsumeb ed Otavi, con km.540 da percorrere in h.5,30 con arrivo presto nella capitale e nulla da fare là oppure attraversare il parco e poi andare a sud con km.630 h.7.30 ma rivedendo di nuovo il parco. Ovviamente abbiamo deciso per la prima. Rimarremo sempre sulla strada principale limitando le deviazioni altrimenti arriviamo domani nella capitale. Sopra la pozza Ngobib vediamo un leone. Arriva sulla carreggiata e ci cammina di fianco ad un paio di metri dalla macchina, dal mio lato. Lo vediamo benissimo. E’ anziano e molto provato da graffi e ferite. Ha il naso distrutto da qualche combattimento. Lo seguiamo per una decina di minuti poi devia verso la savana. Giriamo per vedere se ne vediamo altri ma nulla. Torniamo allora ancora verso di lui. Non capisco cosa fa quindi lo guardo con il teleobiettivo. Vedo che fa il classico u … u …. u …. per intenderci …. di richiamo. Lo vedo ma non lo sento. Lo si riconosce perchè tira tutto il muso in avanti. E facendo questo verso torna indietro, dalla direzione in cui à arrivato. Ho idea che cerca il gruppo ma con il rumore delle nostre due macchine, non lo sente. Faccio spegnere il motore a Pier e dico di fare la stessa cosa ai Pocket. Così sentiamo bene il suo ruggito e poi la risposta di un altro leone. Quindi giriamo la macchina e lo cerchiamo. Lo troviamo un paio di km. più indietro. Questo è bellissimo. E’ adulto ma giovane. Non è distrutto dai combattimenti. Mi faccio l’idea che siano padre e figlio altrimenti si sarebbero ammazzati a distanza così ravvicinata. Tutti e due si dirigono nella stessa direzione. Avranno le femmine e i cuccioli da quella parte. Tutti e due sono sporchi di sangue. Siamo rimasti con queste due meraviglie circa 1 ora quindi siamo in mega ritardo. A Rietfontein vediamo molti elefanti che bevono ma la pozza è distante. Alle 12.00 siamo ad Okaukuejo. Avevamo stimato di uscire dal parco per le 11.00…. prendiamo dei toast con patatine al bar vicino alla piscina (N 246 € 18,00) e poi andiamo un attimo alla pozza. Ecco, ultimo regalino, un bellissimo elefantone maschio che beve. Lo guardo … chissà quanto tempo dovrà passare prima che potrò rivederne un altro. Gli elefanti sono gli animali che preferisco. Se ci si documenta un pochino su di loro si rimane estasiati dal livello di intelligenza che hanno. Andiamo al gate ma come al solito abbiamo delle calamite che ci fanno uscire dalla strada principale …. deviamo per un’ultima sosta alla pozza Ombika ed … elefanti …. Ora basta. Dobbiamo andare. Sono le 13.30 …

Infomazioni su quello che si potrebbe visitare dall’Etosha a Windhoek:

1) Tsumeb:

– centro minerario con relativo museo

– Tsumeb Cultural Villane (villaggo che ospita varie popolazioni locali per far vedere come vivono, gli introiti vengono divisi tra le persone)

– lago Otjikoto (24 km. a nord della città, non si può nuotare)

– lago Guinas (appena dopo l’altro) entrambe sono su riserve private, c’è la possibilità di immersioni solo per esperti, sono gli unici laghi naturali della Namibia (http://www.namibia-accommodation.com/listing/lake-otjikoto-and-lake-guinas)

– dopo la città c’è la linea rossa (controllo per il contenimento veterinario)

2) Grootfontein:

– Hoba Meteorite (pochi km. ad ovest della città – meterorite più grande mai visto)( http://www.namibia-accommodation.com/listing/hoba-meteorite)

– grotta di Dragon’s Breath (a 46 km. dalla città, il più grande lago sottomarino al mondo)

3) Outjo:

nulla di che. C’è una super panetteria-pasticceria-bar proprio in centro, la Beckerej Outjo. Se non ricordo male si chiama Ruma, ma non ne sono certa. E’ comunque sulla strada principale direzione nord.

4) Otjiwarongo:

– locomotiva del 1912 (http://www.namibia-1on1.com/otjiwarongo.html)

– Crocodile Ranch: (fattoria dove allevano coccodrilli per la pelle) (http://www.namibia-1on1.com/a-northern/crocodile-ranch.html)

– Otjiwarongo Museum (sono esposti oggetti storici)

– CCF (Cheetah Conservation Fund) sulla D2440: Centro recupero ghepardi (http://cheetah.org/)- si può pernottare

– Waterberg Plateau Park (30 km.a sud di Otjiwarongo): altopiano con riserva per animali a rischio di estinzione – passeggiate ed escursioni anche di più giorni (http://www.waterberg-wilderness.com/) – si può pernottare

– Africat Foundation: 48 km. dopo Otjiwarongo (centro recupero e reintroduzione habitat naturale per ghepardi e leopardi) (http://www.africat.org/) – si può pernottare

5) Okahandja:

– centro popolazione Herero

– 2 mercati artigianali

– Ombo Show Ostrich and Crocodile Farm (centro coccodrilli e struzzi)

– Von Bach Recreation Resort (diga dove si può nuotare e paradiso per tantissimi uccelli) (http://www.namibweb.com/bach.htm)

– Gross Barman Hot Springs (sorgenti termali calde e passeggiate)

6) Daan Viljoen Game Park: pochi km. ad ovest di Windhoek – parco con animali (non carnivori) ed escursioni a piedi

Facciamo una tiratona fino al Trans Kalahari Inn, sulla strada tra la capitale e l’aeroporto. Vediamo il tramonto viaggiando. Arriviamo con il buio alle 18.30.

Info del lodge:

sito: http://www.transkalahari-inn.com/

prenotato: inviando una mail all’indirizzo trovato sul sito

pagamento: acconto all’atto della prenotazione (abbiamo dati i dettagli della carta di credito). Saldo in loco.

camere: noi 1 quadrupla – i Pocket 1 tripla

pasti: solo pernottamento

giudizio: passabile

Paghiamo il saldo, andiamo in camera (semplice ma pulita) per una doccia veloce e alle 20.00 puntuali siamo in centro a Windhoek, alla Joe’s Beerhouse (http://www.joesbeerhouse.com/). Ci troviamo subito con Simona e Renzo. Abbiamo anche un altro appuntamento per cena … una famiglia del nostro paese che ha la figlia coetanea di Martina (andavano a scuola insieme alle medie) che è venuta qui per lavoro. Ovviamente quando hanno saputo che passavamo per la capitale, hanno voluto vederci. A noi ha fatto tantissimo piacere. Quasi tutti prendono il piatto forte del locale, il Bushman Sosatie. E’ uno spiedino con vari tipi di carne. Di solito c’è anche il coccodrillo ma l’hanno finito. Spediamo N 1050 € 70,00. Ci salutiamo con tutti i nostri nuovi e vecchi amici e torniamo in hotel a litigare con i borsoni per riuscire a chiuderli, cerando di distribuire bene i pesi.

22) 17 agosto 2017 giovedì – km.20 + 60 (Windhoek – volo – Cape Town)

Alle 5 lasciamo il lodge. Percorriamo i pochi km.che ci separano all’aeroporto. Facciamo gasolio per restituire la jeep con il pieno fatto e poi seguiamo l’insegna rental retourn. La lasciamo all’Avis. Non ci verrà fatto nessun addebito aggiuntivo. Il volo parte alle 8.20 e dura 2 ore fino a Cape Town dove rimarremo per due giorni

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

23) 18 agosto 2017 venerdì – km.164 (Cape Town e penisola)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

24) 19 agosto 2017 sabato – km.126 (Cape Town – volo)

(Se interessati vedere itinerario pubblicato nella sezione Sud Africa).

Lasciamo Cape Town alle 20.00 direzione Dubai.

25) 20 agosto 2017 domenica

Il volo dura 9 ore passate veloci tra pisolini e film. Qui ci sono 2 ore in più rispetto al Sud Africa e all’Italia. Ripartiamo sul bellissimo Airbus A380 per arrivare dopo 6 ore e 1/2 a Milano. Ora pensiamo solo ad andare a recuperare i nostri 3 labrador… no… in realtà … pensiamo già alla prossima. Per me e mio marito Zambia e Malawi ad aprile senza figli. Per il gruppo Pocket e Bus invece… a brevissimo Botswana. E il fatto che vogliono fare nuovamente una vacanza insieme (e noi pure) e la vogliono fare in Africa. Per noi è stato un traguardo. Missione compiuta. Li abbiamo contagiati con il Mal Africa!



  • lucia59 lucia59
    Ho letto tutto il vostro report e volevo semplicemente fare i complimenti, è raro leggere un racconto di viaggio lungo e che non annoia. Mentre leggevo sono ritornata con la mente a una decina di anni fa, quando anche noi siamo stati in Namibia (anche se non siamo andati in tutte le località che avete visto voi). Ciao Lucia"
  • lucia59 lucia59
    Ho letto tutto il vostro report e volevo semplicemente fare i complimenti, è raro leggere un racconto di viaggio lungo e che non annoia. Mentre leggevo sono ritornata con la mente a una decina di anni fa, quando anche noi siamo stati in Namibia (anche se non siamo andati in tutte le località che avete visto voi). Ciao Lucia"
  • lucia59 lucia59
    Ho letto tutto il vostro report e volevo semplicemente fare i complimenti, è raro leggere un racconto di viaggio lungo e che non annoia. Mentre leggevo sono ritornata con la mente a una decina di anni fa, quando anche noi siamo stati in Namibia (anche se non siamo andati in tutte le località che avete visto voi). Ciao Lucia"
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