Namibia spettacolare, fly&drive con la famiglia

Paesaggi sconfinati, silenzi, emozioni, incontri... un'Africa bella e sicura!
Scritto da: Ary11
Partenza il: 19/07/2014
Ritorno il: 03/08/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
In breve:

– periodo: Luglio 2014

– voli A/R Air Ethiopian Roma-Addis Abeba-Johanesburg + voli A/R Air Namibia Johanesburg -Windhoek

– 1 notte a Johannesburg all’andata e 12 notti in Namibia

– Itinerario: Windhoek – Okonjima (Africat Foundation) – Etosha – Damaraland – Swakopmund – Deserto del Namib – Deserto del Kalahari – Windhoek

– viaggio in self-drive con auto Hyundai 2×4 per 2 adulti e 1 bambino, organizzato da Giuseppe di CartOrange (http://www.cartorange.com/giuseppegianassi/)

– km percorsi: 3050, di cui circa 2300 di sterrato

– Foto fatte: 1575!!!

Commento generale

E’ stato un viaggio straordinario, apprezzato tantissimo da nostro figlio di 11 anni. La Namibia è adatta a viaggiare con i bambini e anche i molti km da percorrere in auto non sono un ostacolo, in quanto i panorami variano di continuo e la natura incontaminata la fa da padrona attirando l’attenzione anche dei più piccoli.

Dopo aver chiesto preventivi anche a tour operator locali più volte consigliati anche su questo sito (che però non offrono il servizio di biglietteria aerea), ho deciso di prenotare col mio consulente di fiducia (Giuseppe di CartOrange), perché mi offriva un servizio completo, la possibilità di parlare con lui di persona (ho proposto io l’itinerario di base e poi ho discusso con lui le variazioni) e poi il prezzo era equivalente a quello dei preventivi fatti dai “locali” (che quindi ci guadagnano molto!!!). In particolare, ottimo è stato il suo suggerimento di effettuare il giro in senso antiorario, contrariamente a quanto fa la maggioranza dei viaggiatori: è vero che si vedono subito molti animali a Okonjima e Etosha, ma non è vero che poi non ci si emoziona più alla vista degli animali lungo il percorso, anzi per nostro figlio è stato motivo di contentezza e orgoglio identificare già da lontano ogni animale incontrato. Inoltre vedere prima il Damaraland e poi dalla costa spostarsi verso l’interno è un’ottima preparazione ai deserti del Namib e del Kalahari, che sono bellissimi e diversi fra loro. Anche l’arrivo a Solitaire dopo 260 km di sterrato e di “nulla” è molto più emozionante che arrivarci da Sesriem, dopo poche decine di km. Inoltre, nonostante io volessi noleggiare un 4×4, il mio consulente ha insistito per un “semplice” 2×4, che ci ha consentito di risparmiare un po’ di soldi e che si è effettivamente dimostrato adatto al percorso da noi fatto: neppure nelle tappe più lunghe abbiamo desiderato un mezzo diverso. Tutti gli hotel/lodge prenotati sono stati ottimi e superiori alle nostre aspettative e sempre in posizione strategica sia per l’avvistamento degli animali (ad es. dentro Etosha) che per gli spostamenti (vicino al gate di ingresso a Sossusvlei). Anche a Windhoek ci sono stati prenotati ottimi boutique hotel.

Prima di partire avevo diversi timori, che si sono poi rivelati infondati. Alcuni esempi:

– il navigatore: per il giro classico fatto da noi è assolutamente inutile. Basta avere una buona cartina e inoltre il materiale di viaggio consegnatoci conteneva la descrizione in chiaro dell’itinerario con tutti i bivi da prendere: tutti gli incroci sono segnalati col n° della strada all’incrocio stesso (qui da noi in Italia ce la sogniamo una segnaletica così!!!); per fortuna quindi non avevamo richiesto il navigatore;

– il 4×4: già detto sopra; è probabilmente utilissimo per andare al Nord o al Sud, ma un 2×4 un po’ alto è stato più che sufficiente per il nostro giro e ci ha consentito un risparmio per noi non trascurabile; inoltre con una macchina così non sei portato ad andare forte, e quindi è come avere un limitatore automatico di velocità!

– la compagnia aerea: Air Ethiopian è stata buona sia come servizio a bordo che come puntualità nella consegna dei bagagli, solo il primo aereo era un po’ datato; inoltre consente di imbarcare 2 bagagli a testa (di 23 kg ognuno, eccessivo!), il che è ottimo per portare una o più piccole valigie con cose da regalare;

– l’adattatore per la corrente e la scheda telefonica namibiane: comprati e mai usati! Nei lodge dove eravamo c’era sempre una presa europea (al limite tedesca). Col ns. corrispondente eravamo d’accordo sentirci solo in caso di emergenze (che per fortuna non ci sono state) e non per dare/avere feedback continui sul viaggio: questa è stata una nostra scelta, ma preferivamo davvero sentirci “liberi” e “soli”;

– la paura dei furti: noi abbiamo sempre lasciato l’auto in posti con parcheggiatori, ai quali abbiamo dato mancia e magliette/indumenti da noi dismessi. A Windhoek abbiamo usato il parcheggio a pagamento di fronte all’Hilton. Abbiamo spesso regalato cose a persone più povere (molto apprezzate le scarpe) e solo una volta abbiamo trovato una persona eccessivamente insistente. Ovviamente abbiamo usato prudenza, ma siamo andati a cena fuori con l’auto sia a Windhoek che a Swakopmund, dopo consiglio del nostro albergatore.

Imperdibili

Per vedere gli animali, da non perdere Okonjima (leopardo) e Etosha, con raccomandazione di soggiornare a Okaukuejo, alla cui pozza abbiamo visto decine di elefanti, giraffe e diversi rinoceronti.

L’Etosha si gira tranquillamente con la propria auto, mentre nelle riserve private è necessario fare le escursioni organizzate.

Da fare anche l’escursione in barca a Walvis bay per l’avvistamento di foche (che a volte salgono anche in barca), delfini e pellicani.

Il Damaraland è spettacolare e il Twyfelfontein lodge è stato una delle strutture più belle dove abbiamo soggiornato. Consiglio di effettuare l’escursione per vedere gli elefanti del deserto e, se si ha tempo a disposizione, di fare una notte in più nella zona di Palmwag rispetto al giro da noi fatto.

Il deserto del Namib è imperdibile, abbiamo fatto sia l’escursione a Sandwich Harbour (dove il deserto si getta nel mare) che ovviamente la salita sulle dune a Sossusvlei (all’alba).

Il deserto del Kalahari è infine assai diverso da quello del Namib e quindi merita una sosta anche se non ci si dirige verso sud.

Consigli

Vivere con i ritmi del sole. Alzarsi all’alba (noi ci siamo alzati in genere alle 6 per partire entro le 7) e fermarsi prima del tramonto (che in questo periodo è alle 17:30). Cena alle 18:30-19:00 e poi tutti a letto!

Portare vestiti, pennarelli, quaderni e caramelle per i bambini: saranno apprezzatissimi!

Quando si intraprende una qualunque conversazione con un namibiano (anche solo per un semplice servizio come fare benzina), chiedere sempre prima come va!

Di seguito itinerario dettagliato, per chi vuole leggere!

Itinerario in dettaglio e impressioni di viaggio

sabato 19/07/2014

Si parte con calma da Firenze, abbiamo il volo Ethiopian Airlines alle 23.40 da Fiumicino, destinazione Johannesburg via Addis Abeba. Notte in aereo.

domenica 20/07/2014

Arrivo a Johannesburg alle 13.20 . Su consiglio di Giuseppe abbiamo interrotto qui il viaggio per uno stop over di una notte a Johannesburg, visto che siamo partiti stanchi dall’Italia e preferiamo arrivare a Windhoek già attivi la mattina dopo.

Pernottiamo al Garden Court OR Tambo International Airport, a 5 minuti dall’aeroporto, raggiungibile con comoda navetta.

Ceniamo presto e poi subito a letto.

lunedì 21/07/2014

Sveglia prestissimo, navetta delle 4:30 perché alle 6:40 abbiamo il volo per Windhoek. All’Hotel ci preparano packed breakfast. All’arrivo a Windhoek, meet&greet col corrispondente locale (è una consuetudine qui), che ci consegna i voucher e una documentazione di viaggio molto bella e dettagliata. Cambiamo 600€, compriamo per pochi dollari una scheda telefonica namibiana, che poi non useremo mai. Ci accompagnano da Hertz per il noleggio di una 2×4, una bella Hyundai ix35 bianca che sembra nuova, anche se ha “già” circa 40000 km. Spiegazione del cambio automatico, delle modalità di sostituzione ruota e poi via! Mio marito è un po’ imbarazzato dall’avere un’auto così bella in un paese africano. Qualche giorno dopo non lo dirà più perché l’auto non sarà più bianca ma tutta polverosa e perché i turisti in genere noleggiano delle jeep che sembrano astronavi e quindi la nostra auto sembrerà normale! Sulla strada incontriamo i primi gruppi di babbuini e il posto di blocco della polizia. Con la cartina dettagliata della città e le indicazioni precise scritte sul materiale di viaggio consegnatoci, raggiungiamo velocemente il nostro boutique hotel, in un quartiere residenziale di Windhoek a pochi minuti di auto dal centro città. Inizialmente avrei preferito essere in centro, poi, dopo esserci stata, ho invece apprezzato la tranquillità del quartiere dove si trovava il ns. albergo, ovviamente dotato di parcheggio interno. Scaricate le valigie e preso il caffè di benvenuto, andiamo in centro, posteggiando l’auto al parcheggio custodito di fronte all’Hilton. Il clima è ottimo e secco. La città si visita bene a piedi, è pulita e ordinata, non sembra di essere in Africa. Ci sono molti negozi di souvenir, il mercato artigianale e centri commerciali; in orario lavorativo la città è piuttosto animata, ma una volta chiusi uffici e negozi tutto sembra deserto, quasi nessuno gira più per le strade. Da vedere la chiesa luterana Christuskirche, in posizione panoramica, il palazzo del Parlamento, l’Alte Feste (antico forte della guarnigione tedesca; il museo di storia all’interno è in ristrutturazione), Independence Avenue, la stazione ferroviaria con davanti alcune locomotive di epoche diverse ed al primo piano il museo dei trasporti, la Poste Street con i suoi meteoriti. Ma la cosa più interessante è il National Museum of Namibia, recentemente trasferito nel nuovo e originale palazzo-monumento all’indipendenza costruito vicino alla Christuskirche. Ingresso gratuito, accesso tramite ascensore con pareti di vetro da cui si ha una buona prospettiva sulla città dall’alto. Il museo racconta la storia delle popolazioni Nama e Herero, l’arrivo dei tedeschi e gli anni delle rivolte fino al 1990, quando fu dichiarata l’indipendenza della Namibia. E’ narrata la storia dell’ex presidente Sam Nujoma, ci sono foto d’epoca, documenti e materiale su colonialismo, popolazione locale e indipendenza. Ceniamo a O Portuga, buona cena anche se c’è un po’ da aspettare.

martedì 22/07/2014 Windhoek à Okonjima (circa 225 km, di cui 24 sterrati)

Colazione alle 7 e prima delle 8 si parte verso Nord! Sosta al mercato di Okahandja, dove acquistiamo alcune cose, non molte per la verità perché siamo appena all’inizio del viaggio. Iniziamo a regalare vestiti. Lungo la strada si vedono tanti facoceri e ci attraversa anche un varano assai grande. Mio figlio è già emozionato alla vista di tanti animali. Sulla B1, ottima strada asfaltata e con poco traffico, 50 km prima di Otiwarongo troviamo il bivio per l’Africat Foundation, ben segnalato dalla sagoma di un leopardo. Al primo cancello controllano la nostra prenotazione e poi ci dirigiamo dentro al parco, dove passeremo altri due cancelli, fino ad arrivare a Okonjima dopo 24 km di sterrato. Si iniziano a vedere animali, orix e springboks, ci sono cartelli divertenti di “attraversamento ghepardi” e “avvoltoi”, che sono ovviamente oggetto di foto.

La guest farm di Okonjima è la sede dell’AfriCat Foundation, un’organizzazione non profit che ha lo scopo di studiare e proteggere i grandi felini della Namibia, specialmente leopardi e ghepardi oggetto di una caccia spietata da parte degli allevatori a causa dei frequenti attacchi al bestiame.

Noi alloggeremo al Plains Camp, conosciuto prima come Main e recentemente ristrutturato. La nostra standard family room è eccezionale: grandissima e con delle finestre enormi panoramiche con vista sulla savana, proprio di fronte di due letti matrimoniali. Anche gli spazi comuni sono veramente curati e belli.

All’arrivo, insieme al cocktail di benvenuto, ci vengono illustrate le attività a pagamento. Decidiamo di farle tutte!

La prima è con partenza alle 15, il “Leopard tracking”. Si usano delle jeep scoperte con una decina di posti. La nostra guida è Richard. I leopardi col radio collare sono solo 10 (per motivi di studio), distribuiti però in un territorio molto ampio, quindi il loro avvistamento non è garantito. Richard inizia a cercare con l’apposita antenna. Entriamo nella riserva e questo potente mezzo inizia ad andare fuori strada su terreni molto accidentati e pieni di acacie e arbusti pungenti (attenzione agli occhi!).

Dopo neppure mezz’ora eccolo lì: invisibile, stava consumando il suo pasto (una gazzella) su un albero. Si sentiva il rumore delle mandibole, un animale stupendo, soprattutto quando alzava la testa e oltre alla sua bella pelliccia, ci faceva vedere anche il viso.

Siamo stati molto tempo ad osservarlo, fintanto che non è sceso all’albero. Alla fine, visto che mostrava troppo interesse a noi, la guida ha detto che era ora di andare. Ci ha detto che avevamo avuto una gran fortuna, che questo tipo di avvistamenti capitano di rado e che le altre jeep che erano partite con noi e si erano dirette in altre direzioni stavano ancora cercando. Abbiamo avuto modo di verificare la sera che effettivamente era così, perché poi alla fine sono andati tutti a vedere il leopardo che avevamo visto noi, di nome Elektra, la cui posizione era stata comunicata alle altre jeep da Richard. Visti anche dik dik, giraffe, sciacalli.

Ottima cena e poi safari notturno. Fa freddo e ci danno delle coperte cerate per coprirci, oltre ai piumini che avevamo. Il safari notturno è stato meno interessante.

mercoledì 23 luglio 2014 – Okonjima à Etosha (Namutoni) (circa 350 km, di cui 24 sterrati)

Sveglia alle 5:30, colazione e poi partenza poco dopo le 6 sempre con Richard per una doppia ricerca: il licaone e il ghepardo. La ricerca questa volta si rivela più difficile. Percorriamo una zona diversa del parco rispetto al giorno precedente. Vediamo diversi animali (antilopi, giraffe, ecc) ma niente altro. Proviamo anche la ricerca a piedi. Dopo due ore circa finalmente troviamo un gruppo di licaoni (wild dog in inglese); sono 3, vivono in gruppo. Siamo contenti perché sono animali schivi, difficili da vedere e non li avevamo mai visti neppure nei nostri precedenti viaggi in Africa. Dopo averli osservati a lungo andiamo verso i ghepardi, che stanno in una zona nota e sono ormai poco “selvaggi”. Vediamo anche un gruppo di babbuini. I leopardi sono 3, molto belli, ci andiamo a piedi. Mio figlio è emozionato, ma per chi ha visto il ghepardo veramente libero in natura, questi sembrano davvero un po’ troppo addomesticati. Rientriamo più tardi del previsto, carichiamo la macchina, saldiamo il conto e alle 11 lasciamo questo bel posto per raggiungere l’entrata est di Etosha, il Von Lindequist gate. La B1 si rivela un po’ monotona in questo tratto. Passiamo per Otjiwarongo (benzina) e Otavi e infine a Tsumeb ci fermiamo in un bel parco con palme per un frugale pasto a base di panini. Proseguiamo vero nord, fino a deviare a sinistra sulla C38. Al Lindequist gate paghiamo l’ingresso al parco per tutti e 3 i giorni e poi procediamo verso il Namutoni Resort, dove ci fermeremo per una notte. Namutoni è caratteristico per essere costruito intorno al vecchio forte coloniale tedesco, dal 1950 monumento nazionale.

Solo che adesso è in ristrutturazione e quindi ci sono lavori ovunque. Pernottiamo in una doppia, dove aggiungono un materasso in terra per nostro figlio. Risulterà la peggiore sistemazione del nostro viaggio, ma abbiamo preferito così perché volevamo stare dentro al parco per poter vedere la pozza. Ed effettivamente questa scelta si rivela corretta ci da ragione: all’ora del tramonto andiamo alla pozza, dove vediamo una giraffa, una zebra e il nostro primo rinoceronte (nero). Sembra di essere a Quark e possiamo osservare, oltre agli animali, anche le dinamiche del loro comportamento (la circospezione della giraffa nell’avvicinarsi a bere alla pozza dove c’era già il rinoceronte, ad esempio). Nel lodge circolano liberamente le procavie. Cena alla carta.

giovedì 24 luglio 2014 Namutoni à Okaukuejo (safari in Etosha, tutto sterrato)

Oggi è una giornata dedicata interamente al safari. A fine serata dobbiamo essere a Okaukuejo. Sveglia alle 6, colazione e poi si parte. Quando si fa il safari non si sa mai quale sia la strategia migliore: forse bisognerebbe fermarsi ad una pozza e aspettare a lungo. Anche se non c’è nessuno. Ma dopo un po’ ti prende l’agitazione di non riuscire a vedere tutto e allora ci si muove. Le nostre prima pozze, Okavi e Chudop, ci regalano “solo” sciacalli, gnu, gazzelle, uccelli di vario tipo, orix e faraone.

Ma è alla successiva pozza di Kalkheuwel che vediamo una delle scene migliori: alla spicciolata iniziano ad arrivare elefantesse con i loro piccoli. L’unico maschio, più grande di dimensioni, si mette a “fare la guardia”, mentre le altre e i piccoli (uno è piccolissimo) vanno a bere alla pozza. Saranno una quindicina fra adulti e piccoli. Dopo una mezz’ora circa arriva, dalla parte opposta, un grande elefante maschio. Le dimensioni sono enormi, se confrontate con quelle delle femmine, che già ci sembravano grandi. E’ anche di colore più chiaro e va a dare il cambio al “guardiano”, che, liberatosi del suo compito, va a bere alla pozza. Arriva un altro maschio poi una altro ancora e così via. Ne arrivano 6 in tutto, sono enormi. Dopo un po’ decidono di muoversi vero di noi e uno di loro si avvicina minaccioso allargando le orecchie. Mettiamo tutti in moto e partiamo subito! Visitiamo altre pozze e a Goas vediamo di nuovo elefanti; questa volta sono meno, ma si stanno divertendo a fare il bagno e la lotta (o giocano?) fra loro. Facciamo sosta a Halali verso le 14 per pranzo, riposo, servizi igienici e benzina. Alla pozza di Halali vediamo una coppia di antilopi. Proseguiamo verso ovest e vediamo giraffe, zebre e struzzi.

Arriviamo a Okaukuejo verso le 17, facciamo il checkin, prendiamo possesso della camera, prenotiamo al ristorante e andiamo subito alla famosa pozza: è bellissima, grande, ci sono panchine, ma sono tutte occupate perché c’è un sacco di gente. Al tramonto vediamo una delle scene più belle di tutta la vacanza: ci sono una quindicina di giraffe a bere. Arriva un rinoceronte (bianco) e quindi le giraffe si allontanano. Diventa lui il padrone della pozza! Poco dopo arriva di gran passo un elefante; poi un altro, poi ancora e così via. Alla fine saranno 32!!! Il rinoceronte si allontana, la pozza è degli elefanti, che bevono, sguazzano, giocano, si insabbiano e così via. Prima gli adulti, poi anche i cuccioli prendono confidenza e si divertono nell’acqua. Doccia, cena e poi di nuovo alla pozza. Adesso c’è una mamma rinoceronte con il piccolo. Stanchi ma felici, andiamo a letto alle 21.

venerdì 25 luglio 2014 – Okaukuejo à Okaukuejo (safari in Etosha, tutto sterrato)

Anche oggi è una giornata dedicata interamente al safari. Poiché pernottiamo di nuovo a Okaukuejo, decidiamo di fare la zona del parco a est, verso Halali che non avevamo visto ieri, poi tornare all’ora di pranzo al lodge per sgranchire le gambe (è faticoso stare seduti in macchina tutto il giorno senza poter scendere) e poi ripartire verso le 15 per sfruttare la luce migliore e vedere un piccolo pezzo della parte a ovest.

Ci dirigiamo quindi verso le pozze di Gemsbokvlakte, Olifantsbad, Aus. Oggi non sembrano esserci molti animali a giro, comunque vediamo una iena e un avvoltoio. A Salvadora e Sueda incontriamo invece decine e decine di antilopi, zebre e gnu. Del leone nessuna traccia. Decidiamo allora di percorrere la Rhino-drive. Fatti pochi km vediamo diverse auto ferme, ci informiamo e ci dicono che ci sono un leone e una leonessa sdraiati nell’erba a pochi metri da noi. E’ incredibile: l’erba è alta e i leoni si intravedono solo sapendo che ci sono! Mi viene da pensare a quanti altri ne avremo passati senza sapere che c’erano! Aspettiamo molto tempo, ma riusciamo a intravedere solo la schiena e la coda del maschio e la testa della femmina. Poi decidiamo di andare, tanto sembrano intenzionati a rimanere lì chissà quanto. Chi si è fermato lo ha fatto perché li ha visti attraversare la strada. Torniamo al lodge e, mentre mangiamo uno spuntino alla nostra solita pozza, arriva nuovamente un grande gruppo di elefanti! Decisamente per noi è la vacanza degli elefanti (scopriremo poi che due turisti italiani che ci sono stati tre giorni dopo di noi non hanno visto neppure un elefante). Alle 15 partiamo per le pozze a nord-ovest, Wolfsnes, Okondeka e Leubrron. Al luce è stupenda e ci sono molti meno turisti che nella parte est. Deve essere bellissimo percorrere questa parte del parco, verso il Dolomite Camp, ma non abbiamo tempo per farlo. Vedremo molte giraffe e zebre.

Rientro, doccia, cena e dormire.

sabato 26 luglio 2014 – Okaukuejo à Damaraland (Twyfelfontein ) –(circa 350 km, di cui 130 sterrati)

Sveglia nuovamente all’alba e controllo presenze alla solita pozza di Okaukuejo, che però è deserta. Prima di uscire dal parco decidiamo di provare a fare un ultimo tentativo di avvistamento leoni alla pozza più vicina, Nebrowni. Tentativo infruttuoso e allora a malincuore ci dirigiamo all’Anderson Gate. Facciamo anche la deviazione per la pozza di Ombika, ma nessun leone. Ci dirigiamo a sud, su strada asfaltata, verso Outjo, dove facciamo benzina, e poi verso C 39 Khorixas. Pensavamo che fosse sterrata invece è ancora asfalto. Khorixas è il nostro primo vero villaggio veramente africano, turisti inesistenti, piccolo market abbastanza sfornito. Facciamo di nuovo benzina, qualche acquisto, regaliamo un po’ di abbigliamento a bambini e adulti.

La C39 diventa sterrata, una bellissima strada ondulata con lunghe diritte; la nostra velocità è comunque moderata, sia per evitare pericoli che per guardare il panorama. Sosta alla foresta pietrificata “ufficiale”, la prima che si incontra. Ingresso a pagamento, interessante, fa caldo e si vedono anche un paio di esemplari di welwitschia mirabilis, pianta endemica di qui. Frugale pranzo e poi di nuovo in strada. Dopo un po’, bivio su D2612 e D3214 fino a raggiungere il Twyfelfontein Country Lodge. Avevamo letto pareri contrastanti su questo lodge, ma noi rimaniamo subito incantati al vedere come è bene inserito nell’ambente. Sono già le 14:30: aperitivo di benvenuto, visita alla zona bar/ristorante (bellissima anche questa). Alle 15 parte l’escursione per vedere gli elefanti del deserto. Decidiamo di farla e di rimandare a domattina la visita alle incisioni rupestri.

Anche qui l’escursione è fatta su mezzi scoperti, che portano una quindicina di persone. L’escursione è molto bella, gli elefanti si vanno a cercare lungo il fiume Aba-Huab. Pur avendo noi già visto moltissimi elefanti a Etosha, vederli qui è di nuovo un’emozione perché l’ambiente è completamente deserto, arido e desolato (nonostante quest’anno sia piovuto un po’ e quindi c’è anche del verde) e il comportamento degli elefanti è diverso.

Ottima cena a buffet, bello anche lo spettacolino consueto del personale di servizio che ha anche intonato l’inno della Namibia.

domenica 27 luglio 2014 – Twyfelfontein à Swakopmund (circa 340 km, di cui 270 sterrati)

Ci alziamo presto, al solito, perché oggi sarà una delle nostre giornate più lunghe.

Alle 7:30 siamo già a visitare il sito delle pitture rupestri: interessante, anche se la luce per le foto sarebbe probabilmente migliore alla sera.

Il parcheggiatore ci fa notare che abbiamo una gomma leggermente più sgonfia e ci consiglia di rivolgersi allo “Workshop” presso il lodge. Ritorniamo quindi indietro e ci dirigiamo a questo workshop, distante 4 km dal lodge. Scopriamo una improbabile officina meccanica, dove ci tolgono la gomma, individuano un minuscolo forellino da cui stava uscendo l’aria, allargano il buco con un cacciavite e ci riparano la gomma. Meno male che il parcheggiatore si è accorto, altrimenti magari fra pochi km ci saremmo dovuti fermare nel nulla. Io resto comunque un po’ dubbiosa sulla riparazione, cioè sul fatto che possa reggere a tutti i km di sterrato che dobbiamo ancora percorrere (visto che fino ad ora ne abbiamo fatti davvero pochi), e domando insistentemente al ragazzo che fa il meccanico se la gomma reggerà. Lui mi assicura di si e infatti così è stato!

Durante la riparazione abbiamo socializzato con delle donne che dei bambini che erano lì, regalando loro pennarelli, matite e quaderni e abbiamo scoperto che in realtà in una stanza vuota c’era un specie di salone di bellezza, dove queste donne appunto si facevano i capelli l’un l’altra. E’ stato un incontro davvero interessante …meno male che abbiamo forato! Siamo infine andati a vedere le canne d’organo e la burnt mountain poi ci siamo diretti verso sud, partendo assai in ritardo rispetto a quanto previsto. Abbiamo percorso la strada D2612 , spettacolare, una delle più belle fatte. Abbiamo poi percorso la C35, fino a Henties Bay, che si è rivelata un po’ impegnativa, anche se i panorami del Brandberg e dello Spitzkoppe ci accompagnavano nel nostro viaggio. Sosta a Uis per benzina e breve pranzo. Prima di Uis c’erano anche banchetti di donne Himba, ma noi erroneamente non ci fermiamo, convinti di trovarne altri in seguito. A malincuore rinunciamo alla deviazione per Cape Cross, perché altri 100 km, partendo alle 15:30 da Henties Bay diventavano troppo impegnativi. Ci fermiamo quindi a vedere l’oceano e a sgranchire la gambe. Fa freschino, ci sono 17 gradi. Poi strada asfaltata fino a Swakopmund, dove pernottiamo al Sam’s Giardino, un graziosissimo ed accogliente piccolo hotel in un tranquillo sobborgo residenziale di Swakopmund. Ci viene assegnata la family room al primo piano, veramente bella e spaziosa. Fraternizziamo con Beethoven, il cane di Sam. Decidiamo di rimanere a cena da Sam e si rivelerà un’ottima scelta.

lunedì 28 luglio 2014 – Swakopmund à Walvis Bay à Swakopmund (70 km asfaltati)

Oggi abbiamo optato per l’escursione di un giorno denominata “Marine Dune Day “, che include la crociera in catamarano e l’escursione in jeep a Sandwich Harbour, dove il deserto si getta nell’oceano. Abbiamo prenotato ieri con Sandwich Harbour 4×4; l’escursione è un po’ cara, ma le guide che ci accompagnano sono molto competenti. La giornata è splendida, l’aria frizzantina e la visibilità ottima. Portiamo i giacchetti per il vento, mai indossati. In barca vediamo una colonia di otarie (che ci compensa quindi del non essere andati a Cape Cross); altre otarie nel percorso, che salgono anche in barca; infine diversi pellicani e delfini. Pranzo a base di ostriche e ottimi stuzzichini. Alle 13:00 partiamo per Sandwich Harbour: le jeep si arrampicano in modo incredibile sulle dune, affrontando le salite a velocità elevata. Io ho un po’ paura, mentre mio figlio e mio marito si divertono molto. Bellissimo panorama, la guida ci fa vedere anche un serpente nascosto fra gli arbusti e una specie di geco. Rientro a Swakopmund per le 17:30, breve giro della città in auto. Cena al Lighthouse Pub. Delusione: volevamo mangiare il pesce, ma c’era solo frittura di calamari, per il resto è un pub all’americana. Sarà la peggior cena della nostra vacanza.

martedì 29 luglio 2014 – Swakopmund à Deserto del Namib (circa 370 km, di cui 300 sterrati)

Questa mattina il tempo è totalmente diverso. Tira vento e fa un gran caldo: alle 8 ci sono già 28 gradi. Nel percorrere i km asfaltati fino a Walvis Bay siamo immersi in una specie di tempesta di sabbia: il vento soffia forte dal deserto verso il mare e la strada si copre completamente di sabbia. Siamo un po’ preoccupati perché dobbiamo fare molti km oggi. Meno male che ieri era bel tempo, perché fare l’escursione oggi avrebbe avuto un effetto completamente diverso! Per fortuna andando nell’interno il tempo sembra migliorare e il vento non è così forte. Affrontiamo un bellissimo “niente” di oltre 200km. Si passano il Kuiseb e il Gaub Pass. Si passa il Tropico del Capricorno. Dopo numerose foto, finalmente, come un miraggio, ci appare Solitarie, bellissima oasi nel deserto. Benzina al distributore, torta di mele alla pasticceria ormai non più gestita da Moose, foto alle carcasse di auto e al cartello delle piogge annuali posto all’ingresso del minimarket. Una sosta davvero piacevole. Proseguiamo verso Sesriem, diretti all’hotel Le Mirage. Questo hotel era l’unico su cui avevo dubbi perché lo ritenevo un po’ “pacchiano”, essendo una spa nel deserto, però ci era stato consigliato in quanto era quello libero più vicino al gate di ingresso a Sossusvlei. In realtà è una delle strutture più caratteristiche della Namibia per l’architettura, che si ispira ai castelli nordafricani e mediorientali. La nostra family room è spaziosissima. Essendo arrivati presto, mi concedo un massaggio con aromaterapia, visto i costi tutto sommato contenuti per noi europei. Cena gourmet in ambiente molto bello, anche se mio figlio preferisce le cene a buffet con menù più abbondante!

mercoledì 30 luglio 2014 – Sossusvlei (Deserto del Namib) (circa 170 km, di cui 40 sterrati e 10 di sabbia con navetta)

Sveglia alle 5:00, colazione alle 5:30 e partenza alle 6. Alle 6:20 siamo in coda all’apertura del gate, che apre alle 6:40, con 10 minuti di ritardo sul previsto. All’interno del parco la strada è asfaltata e quindi procediamo un po’ più velocemente dei 60km/ora di limite, quando improvvisamente un orice parte di cosa verso di noi. Per fortuna mio marito lo vede e frena, l’orice pure frena, ma lo scontro laterale è inevitabile, per fortuna senza conseguenze per entrambi! Decidiamo di salire subito sulla duna 45. Avevo letto qui che c’erano molte persone, invece non è così. Non riusciamo a vedere esattamente l’alba, perché iniziamo la salita alle 7:30 circa, però i colori sono stupendi. Le dune sono bellissime, anche perché, visto che tira vento, subito dopo il passaggio delle persone in poco tempo il bordo si riforma come nuovo. Arriviamo in cima, scendiamo e poi ci dirigiamo verso il Deadvlei, usufruendo del servizio navetta (costoso, 100 NAD, anche per nostro figlio di 11 anni). Decidiamo di non andare subito al Deadvlei come fanno tutti, ma di salire la duna lì di fronte per poi “tuffarci” nel Deadvlei dall’alto. Così facciamo io e mio figlio, mentre mio marito prosegue per Big Daddy, nonostante il caldo (pur essendo solo le 9:30). Scendere dalle dune, anche se molto pendenti, è facile e molto piacevole. Belle foto Deadvlei, dove ci sono poche persone. Infine abbiamo preso la navetta (che non passava mai) per Sossusvlei, che però abbiamo visto senza scendere, in quanto ormai erano le 12:30 ed era davvero troppo caldo. Ritornati indietro, ci siamo fermati alla caffetteria all’ingresso e poi siamo andati a vedere il Sesriem Canyon con una deviazione di circa 4 km. Il canyon è piccolo e si può scendere per una passeggiata al suo interno… piacevole, ma niente in confronto al resto della giornata! Rientro in hotel presto, così ci siamo riposati vista l’alzataccia.

giovedì 31 luglio 2014 – Sossuslvei à Kalahari (circa 300 km, di cui 170 sterrati)

Oggi il tempo non è così nitido come ieri: la strada C19 è bella, ma il panorama sui monti è un po’ nebbioso. Arriviamo nel paese di Maltahohe, qui vediamo un gruppetto di 3 bambine e regaliamo loro qualcosa. La cittadina ha poche case, una chiesa, qualche market, un distributore e strade polverose. Da qui la C19 è asfaltata, fino a Mariental. Quest’ultima invece ha più l’aspetto di città, forse perché è sulla B1, ma qui le condizioni di vita sembrano migliori. Sosta all’ufficio postale e al supermercato e poi via verso il Kalahari. Dopo 10 km imbocchiamo la C20 e poi la D, “finalmente” di nuovo sterrata. Fatti 25 km arriviamo al Bagatelle Kalahari Game Ranch. Il lodge è circondato da grandi dune di sabbia rossa. Noi abbiamo prenotato le garden room, attaccate al corpo centrale, ma c’è la possibilità anche di alloggiare in chalet sulle dune, ovviamente a costi più elevati (se il budget lo consente, lo consiglierei).

Il pomeriggio alle 15 facciamo l’escursione in jeep: anche se gli animali li abbiamo già visti, ci fa piacere fare una gita nel Kalahari. Vediamo orix, spingboks, struzzi, gnu e la tana dell’oritteropo! La guida ci spiega meglio i nidi del tessitore socievole, che vediamo fino dall’inizio della vacanza (sono dei nidi condominali, grandi talvolta quasi quanto l’albero stesso). La sabbia del Kalahari è molto diversa da quella del Namib: oltre ad essere decisamente più rossa, è anche più pura, nel senso che ha meno minerali all’interno e infatti non si attacca alle mani. Ottima cena a buffet. Stasera, contrariamente al solito, mangiamo un animale che abbiamo visto, dal momento che ci sono le lasagne all’orix e non possiamo tirarci indietro!

venerdì 1 agosto 2014 – Kalahari à Windhoek (circa 310 km, di cui 25 sterrati)

Questa è la nostra ultima giornata, ci alziamo con più calma, cioè verso le 7. Facciamo una sosta a Hardap dam, una diga che fa da bacino di acqua per gran parte della Namibia. Il paesaggio è insolito, con questo grande lago artificiale; pare che sia un posto frequentato da namibiani nei weekend, ma adesso bar, ristorante e piscina sono in ristrutturazione. C’è la possibilità di fare anche un safari in self drive in una riserva privata, ci proviamo, ma la strada è un po’ dissestata e non vogliamo rischiare proprio l’ultimo giorno di vacanza per vedere animali che tanto abbiamo già visto molte volte e quindi usciamo. Lungo trasferimento per Windhoek. Anche se la strada è asfaltata arriviamo stanchi all’Hotel Thule, che è posto in bella posizione panoramica in collina. Prenotiamo per la cena, che si rivelerà ottima.

Breve giro in città per acquisito ultimi regali.

sabato 2 agosto 2014

Ci svegliamo alle 3:30. Ormai la vacanza è finita, anche se ci attende un lungo viaggio: entreremo in casa nostra a Firenze alle 11:30 di domenica, cioè oltre 30 ore dopo che ci siamo alzati. Con la nostra auto ci dirigiamo all’aeroporto, con molta cautela perché non abbiamo mai guidato di notte. Riconsegna dell’auto, checkin e volo Air Namibia per Johannesburg alle 7:10. Dopo il controllo passaporti (a Johannesburg si fa comunque dogana) e il ritiro e reimbarco bagagli, prendiamo il volo per Addis Ababa delle 14:20, da dove ripartiremo verso mezzanotte.

domenica 3 agosto 2014

Arriviamo a Roma alle 7, con un’ora di ritardo. Piove e c’è un po’ di nebbia…. Ma non doveva essere estate qui?



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