Land of Pagodas

In giro per il Myanmar. Viaggio auto-organizzato dall'Italia
Scritto da: Cesena
land of pagodas
Partenza il: 14/06/2013
Ritorno il: 01/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Periodo: ultime 2 settimane di giugno, per un totale di 16 giorni più due di viaggio. Nonostante fosse metereologicamente sconsigliato, abbiamo avuto fortuna e di pioggia ne abbiamo vista poca. Calzature consigliate: assolutamente ciabatte/infradito…bisogna toglierle e metterle decine e decine di volte e non si può entrare nei luoghi sacri con i calzini. Il nostro travel agent è Teo (www.teoguidabirmania.it) ed il servizio è stato francamente ottimo. Si è dimostrato molto disponibile, ha assecondato le tante richieste compreso il cambiamento in corso dell’itinerario che era stato concordato, aggiungendo delle mete e compattandone altre al fine di evitare i tempi morti (possiamo considerarci viaggiatori esperti, le nostre vacanze non sono propriamente riposanti e normalmente non ci avvaliamo del supporto di agenzie). L’autista messoci a disposizione si è dimostrato sempre estremamente puntuale, disponibile e corretto. Nonostante fosse di poche parole aveva comunque una padronanza della lingua inglese discreta rispetto alla media e soprattutto rispetto ad alcune receptionist di alberghi di lusso che a volte abbiamo fatto davvero fatica a capire (e il nostro inglese è di buon livello).

Quota pagata a Teo: 850 $ a testa (saldati all’arrivo) comprensivi di trasporto con i vari pedaggi ed i voli aerei (3 nel nostro caso), spese di vitto ed alloggio per l’autista (a cui abbiamo comunque volentieri offerto dei pasti con noi). Esclusi ovviamente gli alberghi, i pasti ed i vari ingressi ai siti, nonchè l’assicurazione di viaggio.

Gli alberghi, su nostra esplicita richiesta, sono stati scelti e prenotati da noi via internet dall’Italia, esclusi quello alla Golden Rock e quello di Monywa, per i quali non è stato possibile fare diversamente. Generalmente non è stato assolutamente difficile comunicare via mail.

Resoconto del viaggio

15/6: Arriviamo alle 9 e Teo ci attende con il suo pulmino a/c all’aeroporto di Yangon. Ci consiglia di acquistare una sim card locale per 25$ caricata con 20$ di credito. In Birmania i nostri cellulari non ricevono e pertanto l’unico modo di comunicare è utilizzare questa sim. Può essere ricaricata ma per consentire questa operazione non bisogna azzerare il credito. È in vendita praticamente solo all’aeroporto. Sempre qui cambiamo 300$. Gli aeroporti in genere si sono rivelati i luoghi più vantaggiosi per il cambio di denaro, ma se alloggerete al Mother Land Inn 2 Hotel come noi, sappiate che anche qui, a differenza di altre strutture alberghiere (soprattutto quelle di lusso dove non conviene invece affatto) il cambio è ancora più vantaggioso.

Raggiungiamo il Mother Land Inn 2 Hotel dove ci offrono colazione, anche perchè il check-in è alle 12. L’hotel, forse una stella italiana, ha camere piccine, a scelta del cliente con bagno oppure no e con a/c oppure ventilatore (la differenza per il costo della camera è davvero minima, 5 $). È comunque pulito, con una clientela prevalentemente costituita da giovani backpackers. Ha un piccolo negozietto interno a prezzi onestissimi ed offre un servizio di accesso ad internet per 1000 K/ora, con diverse postazioni a disposizione. Se non si ricerca il lusso ci si trova comunque discretamente.

La nostra guida ci porta al mercato Bogyoke Aung San dove girovaghiamo per circa un’ora. Ci viene a riprendere ed è la volta della Shwedagon Paya, ingresso 5$ per i turisti, molto suggestiva. Poichè è in arrivo un temporale ci sdraiamo a terra in un piccolo tempio satellite e dormiamo un’oretta, recuperando un pò di jet lag. Ritorna il sereno e riusciamo ad ammirare la luce del sole che si riflette sull’oro della pagoda. Decidiamo di incamminarci a piedi verso il centro e visitiamo un mercato in una strada molto trafficata all’altezza dell’Aung San Market. È incredibile come dispongano qualunque tipo di alimento a pochi mm dall’asfalto, semplicemente appongiandoli su foglie di banano. Tutto è comunque ordinato e piacevole da vedere, se non si considerano le più basilari norme igieniche.

Dal centro prendiamo un Taxi che per 3000K ci porta fino al Feel Myanmar Restaurant che forse è uno dei ristoranti in cui mangeremo meglio durante tutta la vacanza. 9750K in due con noodle fritti con fegato di pollo e noodle di riso con pollo, samosa gamberoni ed una birra. Ritorno in hotel 2500k…alcuni taxi sono veramente sgangheratissimi…non esiste il tassametro ed ovviamente il prezzo va contrattato anticipatamente.

16/06

Sveglia alle 8 e partenza per Bago. Facciamo una sosta al Taukkyan War Cemetery.

Ingresso all’area dei templi di Bago :10$ più 300K a tempio per la macchina fotografica/videocamera/i-pad.

Vediamo i 4 Buddha seduti, il Buddha gigante sdraiato, uno stupa su cui si può salire ed ammirare il bel paesaggio della giungla in cui sono disseminate diverse pagode (l’accesso è vietato alle donne) il palazzo d’oro, il pitone gigante (dicono abbia 118 anni e mangi 50 kg di pollo ogni 10 gg). L’autista ci dice che solitamente dorme…oggi invece decide di strisciare! Io esco ma Paolo e l’autista rimangono dentro la sua “gabbia” con gli addetti che lo sorvegliano. I fedeli fanno delle offerte e gli addetti toccano il serpente con le banconote mettendosi poi a cantare una litania.

Pranzo in un ristorante con cucina tipica birmana in cui ci porta l’autista: 3500K in tre. Livello igienico approssimativo.

A metà pomeriggio raggiungiamo la stazione dei camion scoperti che portano turisti e pellegrini alla Golden Rock ma dobbiamo aspettare un’ora prima che il mezzo sia stracarico e si possa finalmente partire (2500K a testa). La pendenza delle strade (molti tornanti) per arrivare in cima è notevole ed il livello di sicurezza durante il viaggio tendente al nulla. Ci consoliamo pensando che l’autista non faccia altro nella vita e che quindi il suo stile di guida sia dato dall’abitudine. Il camion ci porta fino alla cima. Sarebbe possibile scendere prima e fare un sentiero a piedi, ma siamo all’imbrunire. Ingresso 6$ a testa.

Dormiamo al Kyaikhto Hotel a 60$ (non ceniamo perchè decisamente fuori-prezzo…riso in bianco a 3500k). Camera spartana, tè ammuffito (il tasso di umidità è notevole) a disposizione in camera, comunque ampia; manca l’acqua calda. Molto caro per il livello qualitativo offerto. Sconsigliato.

17/06

Sveglia alle 5 per vedere il sole che sorge e passeggiata fino alle piattaforme per l’atterraggio degli elicotteri (militari/governo). Colazione china-style con spaghetti di riso. La pulizia del locale adibito alla ristorazione dell’hotel scarseggia, pur essendoci decine di ragazzini in divisa che gironzolano. La Golden Rock ed il paesaggio sulle montagne circostanti sono molto belli.

Poi riprendiamo il camion per ridiscendere alla base, anche questa volta aspettando un bel pò. Chiacchieriamo durante tutto il percorso con dei ragazzi del luogo decisamente benestanti (stanno frequentando l’università in Inghilterra) che hanno pernottato in un hotel non consigliato dalle guide occidentali, sulla scalinata che scende oltre la Golden Rock e porta al villaggio in cui vivono gli ambulanti ed a quanto pare si sono trovati molto meglio di noi.

Ci attende un lungo viaggio in auto, con sosta in un ristorante cinese lungo il tragitto: 6600K,nulla di che. Il paesaggio rurale è abbastanza statico e nonostante il nostro autista ci inviti spesso a fermarlo non appena lo desideriamo, ci asteniamo dal farlo.

Arriviamo a Taungoo verso le 15. Visita alle pagode, e passeggiata a piedi in centro. Alla periferia della città ci imbattiamo in un albergo di recente costruzione ma che rievoca i tempi che furono…si tratta del Royal Kaytumadi Hotel. Si estende su un terreno vastissimo e dall’esterno sembra davvero bello. Pare che appartenga a qualcuno molto vicino al governo. Lasciamo libero l’autista, che ricontatteremo telefonicamente per farci accompagnare al ristorante. Compriamo alcuni mango: qui constano 300-400K l’uno contro i 200K per tre mango al mercato di Yangoon. Cena a base di riso (nulla di che) al Yangoon Food Villa a 4800K. Anche l’autista cena con noi. Sconsigliamo questo ristorante ma non credo che le alternative pullulino. Dormiamo al Myanmar Beauty Guest House IV, 40$ la doppia con bagno in camera ed a/c. Sicuramente una delle migliori colazioni della vacanza, tipica, abbondante e molto varia. Personale disponibilissimo. La stanza è ampia, tutta in legno: non può essere paragonata ad un hotel di lusso, ma l’accoglienza è stata deliziosa. Il proprietario è un medico che ancora esercita ed organizza anche tour per osservare gli elefanti al lavoro nella giungla, ma il periodo climaticamente non è adatto e va prenotato con largo anticipo per ottenere i permessi governativi. Tutt’intorno vi sono campi coltivati. Altamente consigliato.

18/06

Partenza alle 7.30 per Mount Popa con sosta al Feel Express, versione “autogrill” del Feel Myanmar. Il locale è pulito ed il menu accattivante, ma siamo ancora sazi e compriamo solo dei dolci al sesamo a 1000K a confezione. Raggiungiamo la cima del Mount Popa a piedi salendo una ripida e lunga scala che per fortuna è riparata dal sole che anche oggi ci accompagna. Sugli scalini ci sono decine di scimmie alle quali i locali lanciano semi in piccoli conetti di carta di giornale venduti dagli ambulanti. Sulla sommità del monte ci sono tanti piccoli santuari dedicati ai nat e un bel panorama. In serata raggiungiamo Bagan. L’hotel che abbiamo scelto è l’Amazing Bagan (70$ a notte a camera con la promozione per il periodo monsonico) veramente bello, un buon 4 stelle italiane. L’autista ci offre un assaggio di Bagan e ci porta in alcuni templi ed infine ad ammirare il tramonto dalla Shwesandaw Paya, bella vista ma affollata…non osiamo immaginare cosa diventi in alta stagione. Il cielo è terso e lo spettacolo davvero emozionante. Ci viene offerta una cena presso il nostro albergo poichè abbiamo prenotato per 2 notti. L’hotel offre un discreto menu fisso ad 8$ bevande escluse.

19/06

Colazione abbondante e varia a buffet con pancake preparati sul momento. Ottime le marmellate (una all’anguria in particolare). Visita al mercato. Souvenir molto più cari che altrove. Sole ed un gran caldo ci accompagnano nel nostro giro per i templi fino alle 12. Segue una pausa relax in hotel con bagno in piscina, acqua caldissima e pulita. Riprendiamo a giorovagare per i templi alle 16.30. Questa sera ammiriamo il tramonto alla Pyathada Paya con una ampia e bella terrazza meno affollata di quella del giorno precedente. Buona cena all’Aroma 2, ristorante indiano (1300K) che raggiungiamo in bici dal nostro albergo (il noleggio è gratuito). Avremmo voluto cenare al Black Bamboo ma è chiuso per ferie.

20/06

Sveglia alle 6 e partenza alle 6.45 per un altro giro dei templi. Praticamente il nostro autista ci ha fatto vedere quasi tutti quelli menzionati sulla Lonely Planet, senza mai sbagliare strada e senza farci assolutamente perdere tempo. Spesso abbiamo lasciato le scarpe all’interno del pulmino (che ogni mattina ci ha fatto trovare pulito e profumato) e lui ci ha lasciati sulla soglia. Non so quanto questo sia attuabile con le folle che immagino ci siano in alta stagione. Ne vediamo anche uno buio, pieno di bassi corridoi che normalmente è chiuso, ma un’anziana signora che si trovava lì in quel momento ci ha aperto la porta (a volte se non sono presenti sul momento questi “guardiani dei templi” possono essere cercati nei paraggi, gli si lascia una mancia e ci si fa aprire). Visitiamo anche un villaggio tipico e molto turistico che è francamente evitabile. Ci mostrano le antiche tecniche di tessitura e di fabbricazione dell’olio di arachidi. Alle 10:30 vediamo i monaci pranzare nel monastero che è accanto al negozio di lacche Moe Moe. In quest’ultimo è molto interessante vedere i vari processi di preparazione delle lacche. Acquistiamo due bracciali con foglia d’oro a 20$ l’uno che però si riveleranno molto delicati (messi poche volte si “sfoglieranno del tutto”) e cari. Nonostante quello che si affermi sulla Lonely Planet ed il lavoro che comporta la fabbricazione di questi oggetti, in considerazione di quello che è il livello economico della popolazione ed i loro stipendi medi, i prezzi sono esorbitanti. Compriamo due dipinti su tessuto a 3000 e 6000K fatti su sabbia. Questa notte cambiamo albergo (per sfizio) e ci spostiamo all’Hotel@Tharabar Gate (128$). La stanza è bellissima ma l’acqua della piscina, sarà perchè i turisti sono pochi ed in alcune aree dell’hotel è in corso la ristrutturazione, non è pulitissima. Poi altri templi e per il tramonto oggi il nostro autista ci porta in un piccolo tempio secondario dove siamo soli (situato subito dopo la Dhammayazika Paya la cui cima era chiusa per restauro). Ottima cena al Moon, To be kind to animal, ristorante vegetariano (11000k).

21/06

Giro di mattina presto a un paio di templi. Compriamo un completino tipico da bimbi in cotone a 2500K ed un piccolo gong a forma di pagoda 5000K. La colazione à la carte del Hotel@Tharabar gate è eccellente (pancake-waffle-french toast-brioches-salsicce-frutta-succhi-bevande calde). Partiamo e alle 13 arriviamo in un villaggio dove ci sono dei bei templi non restaurati nella foresta. Vediamo la produzione dei bastoncini di incenso (2 confezioni che troveremo identiche in un centro commerciale a Yangoon ad 1/5 del prezzo per 1500k). Raggiungiamo Monywa dove pernotteremo all’Hotel Monywa (35$) e da lì ci spostiamo a Hpo Win Daung che raggiungiamo dopo 1 ora e 30 di auto. Trattasi di un complesso rurale con 492 templi buddisti, per lo più scavati nella roccia. Sulla sommità c’è una piccola vasca in cui le scimmie si tuffano e nuotano. Troviamo le nicchie 478 e 480 sulla via del ritorno consigliate dalla guida e sono davvero belle. Ceniamo al Pleasant Island, pollo all’ananas e limone, buono (10500K in due). Torniamo a piedi in albergo. Il Monywa Hotel è pulito ma è molto cupo, con le classiche coperte multicolor di peluche e ci sono zanzare a go-go. La colazione è standard: toast, succo di frutta, banana e uova cucinate su indicazione del cliente.

22/06

Partenza alle otto. Raggiungiamo Bodhi Tataung dove troviamo la statua del Buddha eretto (ingresso gratuito) più alta al mondo, ma non saliamo fino in cima. È una costruzione molto recente. Dentro ci sono frotte di studenti in gita che salgono le scale e guardano i dipinti all’interno. Poco più in basso c’è la statua del Buddha disteso, lungo 95 m e nei paraggi un giardino in cui ci sono centinaia di statue di Buddha identiche sotto un parasole di cemento. Prima di raggiungere lo standing Buddha facciamo tappa al Thanboddhay Paya costruito verso la metà del XX secolo, al cui interno vi sono migliaia di immagini del Buddha ma ci accontentiamo di un’occhiata dall’esterno.

Avendo modificato il programma originariamente propostoci ci dirigiamo a Sagain e visitiamo sia la Soon U Ponya Shin Paya (all’interno troviamo molti venditori ambulanti i cui prezzi si riveleranno i più onesti di tutta la vacanza – sarà anche forse per la bassa stagione ma anche le richieste iniziali sono davvero oneste). Ci dirigiamo poi sulla Sagaing Hill per una bella vista dall’alto dell’Ayeryawadynwa. La tappa successiva è Inwa. Visitiamo il Bagaya Kyaung, un monastero in teak del 1834. Nei dintorni visitiamo anche Nanmyin una torre di guardia alta 27 m e saliamo la pericolante scala che ci porta a vedere il panorama della zona dall’alto. Visitiamo poi il Maha Aungmye Bonzan, un monastero in mattoni e stucco del 1822.

Tramonto ad Amarapura all’U Bein’s Bridge, il ponte di tek più lungo al mondo dopo aver fatto una passeggiata all’interno del Maha Ganayon Kyaung che dista circa 5 minuti. Questo è uno dei più grandi monasteri della Birmania ed ospita migliaia di monaci.

A Mandalay pernottiamo al Peacock Lodge. Non è in una posizione comoda per il centro e si tratta di una pensione locale, con una camera ampia e la vista su un canale con fiori di loto. Le camere deluxe sono state ristrutturate recentemente e sono decisamente più carine di quelle standard che comunque sono ampie e dotate sia di ventilatori che di a/c ( che comunque funziona a singhiozzo). Il titolare parla un ottimo inglese ma non si può dire altrettanto del personale che è comunque molto gentile e cortese. Consumiamo qui una cena tipica birmana (prenotata via mail con anticipo), buona e molto abbondante. Anche la colazione non è da meno. Incredibilmente qui c’è un cane lupo….in giro fino ad oggi abbiamo visto solo il “monocane” asiatico.

23/6

Partenza alle 8 con la barca per Mingun (siamo soli). Arriviamo a destinazione in 45 minuti e la traversata è molto piacevole. Incontriamo numerose chiatte che trasportano qualunque cosa..passeggeri, bestiame, legname… All’imbarcadero ci attende un insegnante locale con la Lonely Planet sottobraccio. Ovviamente ci fa capire che gradirebbe un aiuto economico per la sua scuola ma la programmazione delle cosa ci infastidisce. Paghiamo inevitabilmente i 3$ per l’accesso al sito. La pagoda incompleta è bella da fuori ma è pericolante e non viene permesso a nessuno di salire sulla sommità. Vediamo la Mingun Bell, la più grande campana sospesa del mondo e raggiungiamo la Hsinbyume Paya lungo la strada ai cui lati vi sono moltissimi venditori ambulanti. Questa Paya non è nulla di speciale. Compriamo due “grandi” elefanti marionetta in tek per 27000k ed un abitino locale a quadrettoni anni 60 per me per 3000K. Si riparte alle 12 per un piacevole rientro in barca a Mandalay. Il nostro barcaiolo non ci aveva dato dei limiti temporali, ci avrebbero aspettato a nostro piacimento.

Sogi ci porta a vedere lo Shwe In Bin Kyaung, un monastero in tek costruito nel 1895 e poi una delle maggiori attrazioni di Mandalay, la Mahamuni Paya al cui interno c’è una veneratissima statua del Buddha interamente ricoperta da lamine d’oro (5 lamine a 1600k e 1$ per le foto). Qui incontriamo un monaco che ci approccia per parlare un pò inglese (ma fino ad oggi è il primo, mentre dai resoconti di altri turisti sembrava che i monaci non vedessero l’ora di interfacciarsi con i turisti, questa cosa per noi si è verificata solo a Mandalay). Ci accompagna a vedere le statue Khmer che secondo la tradizione se toccate nel punto in cui si ha un dolore o un malanno, possano favorirne la guarigione. Proprio dietro la Paya si sta disputando un torneo di quello sport tipicamente birmano che consiste nel palleggiare senza far cadere a terra una palla cava fatta con delle canne intrecciate (è sempre presente in ogni negozio di souvenir). Ci sono team che provengono anche dall’estero. I giocatori si muovono a suon di musica live all’interno di un’area circolare di una decina di metri di diametro per 30 minuti. Successivamente visitiamo altri templi e raggiungiamo a fine giornata la Mandalay hill per un bellissimo tramonto dove un’intera classe di ragazzini tra i 14 e i 19 anni ci fermano entusiasti per parlare un po’ di inglese.

Cena in un ristorante thai a 22000k (buono: granchi al pepe nero, seppia con salsa al tamarindo, pollo con salsa di arachidi, vermicelli di soia con gamberi). L’ambiente è elegante e la clientela decisamente benestante.

24/6

Partiamo alle 8 per Pyin U Lwin (anche questa meta non era presente nel programma originario ma abbiamo chiesto di poterla inserire). Durante la stagione calda il clima mite di questa cittadina fa si che diventi un luogo di villeggiatura per i ceti sociali medi e alti di Mandalay. Arriviamo dopo 1h30 di macchina ma oggi sfortunatamente piove. Sosta a un bar sulla strada dove prendiamo una bottiglia di strawberry wine (attenzione perchè se non lo specificate vi porteranno una bottiglia intera) e una insalata piccante con gamberetti secchi 4200k. Pyin U Lwin è rinomata per la produzione di frutta. Vediamo molti chioschi sulla strada che vendono succhi, vino e marmellate. Il vino alle fragole è decisamente alcolico, anche se non viene specificata la gradazione. Visitiamo i giardini botanici (4500K a testa l’ingresso), molto curati. All’interno oltre alle serre c’è anche un aviario con molte specie di uccelli e delle specie di tucani che se ne girano liberamente sulla passerella e si avvicinano ai turisti con fare minaccioso. Sulla via del ritorno il nostro autista ci porta a vedere il Candacraig Hotel, un tipico edificio coloniale, con stanze molto ampie ma che avrebbe bisogno di un buon restauro. Sulla via del ritorno entriamo per qualche minuto e su gentile (dopo mia insistenza) concessione del guardiano all’interno del Dat Taw Gyaik Waterfalls Resort che in questo periodo è chiuso per ammirare dalla cima di un montagna le Anisakan Falls in lontananza. Il paesaggio è caratterizzato da una vallata montana molto verde ed alcune cascate, una in particolare più alta delle altre. Vale la sosta ma non avremmo credo mai intrapreso il percorso a piedi che visto dall’alto ci sembrava abbastanza impegnativo.

Torniamo a Mandalay e ci facciamo accompagnare a casa del maestro di inglese incontrato il giorno prima e stiamo un’ora a parlare con la sua classe di ragazzini. È un’esperienza davvero bella perché i ragazzini sono davvero contenti di poter conoscere qualcosa delle nostre abitudini e poter parlare inglese. Cena allo Yangoon Food Villa (3800K in due), fotocopia di quello in cui avevamo già mangiato a Taungoo (niente di che).

25/6

Partenza alle 8:45 dall’aereoporto con Air Kbz per Heho (per il lago Inle) (96$). Il volo parte con 20 minuti di anticipo..stavano aspettando solo noi per completare l’imbarco. Ci viene detto che in Birmania funziona così..motivo per il quale spesso i travel agents ti portano molto prima del dovuto in aeroporto. In pratica atterriamo quando saremmo dovuti partire! All’aeroporto ci aspetta una ragazza che ci conferma i voli di rientro e ci accompagna dal nostro autista. Partiamo per Pindaya dove visitiamo la grotta di Shwe Oo Min, un’enorme caverna calcarea con migliaia di statue dorate del Buddha (ingresso al sito 2$ alle cave 3$). Non molto distante visitiamo poi un laboatorio di ombrelli di carta fatta a mano. È molto interressante vedere la produzione e come artigianalmente e in modo molto rapido vengano fabbricati ed assemblati i vari componenti degli ombrelli. Il negozietto interno ovviamente vende anche altre cose, dai portafoto alle agende…Compriamo un ombrellino a 4000k e due porta foto a 3000. Forse nei negozietti di Nyaungshwe i prezzi saranno leggermente più bassi ma la qualità di questi ombrelli, pur con occhio profano, ci è sembrata migliore.

Arriviamo a Nyaungshwe dopo avere fatto un po’ di foto al bel paesaggio rurale lungo la strada, con gli aratri trainati dai buoi ed i contadini vestiti con abiti tradizionali (le donne con dei foulards a quadrettoni con colori sgargianti a mò di turbante). Anche per questa tappa, essendoci trovati molto bene a Bagan abbiamo scelto l’Amazing Hotel, 75$ a notte per due notti con la promozione per il periodo monsonico ed una cena omaggio. La scelta del menu della colazione deve essere comunicata la sera prima. Avendone provate 4 diverse alla fine quella “occidentale” si è rivelata la migliore perchè ad esempio una che all’apparenza sembrava buona, con crocchette di varia natura si è poi rivelata essere molto “secca” e le altre forse troppo pesanti per i nostri standard. Siamo fortunati ed in questi giorni c’è una sagra in paese, con molte bancarelle. Assaggiamo delle ottime tortine di farina di cocco cotte al vapore e zucchero di canna (100K) e dei ceci fritti (150K). Acquistiamo dei flip flap per circa un euro a paio.

Da Ma Kyi Kyi Win negozio di abbigliamento locale, al n.9 della Main Road, gestito da una donnina sui 45 anni molto fredda e non prona alle trattative economiche ma che vende articoli di abbigliamento di qualità più elevata rispetto allo standard, acquistiamo una borsina a tracolla tipica shan da bambino per 1000K, una da adulto molto grande per 3000K, un longi per 4000. I completini da bimbo con casacchetta e pareo costano sui 3000K (a Bagan che è sicuramente il luogo più caro per i souvenir, al mercato avevano provato a venderceli per 10000K e non sarebbero mai scesi a 3000). Nel negozio accanto, il Trinity Family Shop (proprietaria molto gentile) prendiamo invece una lanterna in carta 2500K ed 8 tovagliette in cotone grezzo tessuto a mano a 600K l’una ed una confezione di the verde locale per 1500K. Al mercato compriamo un altro vestito per la bimba (azzurro) a 3000K. Mi faccio anche riparare un paio di pantaloni per meno di un euro da una delle tante sartine del mercato fisso. Dopo tanto mangiare locale decidiamo di provare una pizza. Sulla Lonely viene pubblicizzato il Golden Kite, con tanto di storiella che sia stata proprio una sig.ra di Bologna ad istruire i locali sulla cucina italiana. Appena arriviamo veniamo portati a fare un tour della cucina. Ci fanno vedere i vari prodotti che utilizzano e come stendono la pizza (col mattarello!!!!). La cena è discreta, come tante pizze mangiate all’estero (12500K)…questa non è che una brutta copia della nostra, nella fattispecie è piccola, sottile e croccante, simile a un cracker. Ovviamente non può non mancare quel retrogusto di aglio o di insaporitori aromatici che solo all’estero sanno usare….tutto sommato non è poi così malaccio.

26/6

Alle 8 viene a prenderci un ragazzetto in hotel e ci accompagna all’imbarcadero. Il suo inglese è veramente scarso. Il giro in barca per i nostri canoni è davvero troppo turistico. Vediamo un mercato galleggiante (per modo di dire): si tratta di varie bancarelle sull’isola di Yawma. Vendono abitini e tessuti shan in seta o misti tipici del luogo, economici e carini. Come al solito trattiamo i prezzi e riesco a spuntare l’acquisto di una scatolina contenente un presepe in tek (ovviamente puramente turistico) per un terzo della richiesta iniziale (6$). Sempre nella stessa isola vediamo un negozietto in cui producono dei monili in argento. Ci spostiamo poi sull’isola In Phaw Khone e visitiamo un laboratorio di tessitura, dalla pura seta tradizionale a quella fatta con filo di loto, i cui manufatti finali costano cifre esorbitanti, non solo per lo standard locale, ma anche per noi occidentali (una sciarpa 450$). Ci spostiamo poi a Nampam e ci sbarcano direttamente in una fabbrica di sigari. Ne esistono di due tipi, uno piu dolce e l’altro meno (presi 7 a 100K l’uno). Il barcaiolo ci porta poi in un ristorante su palafitta. Gli diciamo chiaramente che non abbiamo intenzione di mangiare pranzo perchè la colazione è stata abbondantissima e mi risponde che dovremo aspettarlo comunque 45 minuti perchè lui deve mangiare. Francamente ci irritiamo anche perchè durante le nostre visite ci hanno sempre attesi in barca o poco lontano ed avrebbero avuto tutto il tempo per mangiare. Dobbiamo tenere conto del fatto che il pasto gli verrà offerto pur avendo portato 2 turisti che non sborseranno un K. Vedendoci irritati decidono di farci proseguire dopo una decina di minuti con 2 bambini (sui 10-12 anni) al timone. In un’altra isoletta veniamo sbarcati in un negozio di souvenir in cui c’è in mostra un’anziana donna con il collo lunghissimo ed inanellato..un vero fenomeno da baraccone. Ultima tappa della giornata è il monastero in tek Nga Hpe Kyaung, dove un tempo i monaci facevano degli spettacoli coi gatti che saltano…alla richiesta specifica un monaco ci risponde che è da molto tempo che lo spettacolo non viene più fatto perchè i monaci che si occupavano dei gatti sono molto anziani. Non mancano però decine di bancarelle. Acquistiamo una borsina da bimbo tipica shan per i soliti 1000K. Vediamo vari orti gallegianti sulla via del ritorno ed ammiriamo le montagne che segnano il confine tra Birmania e Tailandia.

Ritorniamo a Nyaungshwe con i due bimbi come timonieri. Giro in centro.

Cena all’hotel (inclusa nel pacchetto promozionale) non male per nulla. Ovviamente le bevande che non sono incluse costano come in Italia e solo con quelle ci si pagherebbe la cena in un ristorante economico locale.

27/6

Partenza alle 8 per giro in barca. Prima tappa è Maing Thauk con un vasto mercato tipico. Altra borsina per 1000K. Cerchiamo quello che doveva essere un orfanotrofio che non è molto vicino ma in realtà in questo momento non ci sono bambini e c’è solo la scuola che è chiusa per le vacanze.

Oggi è giorno di mercato anche a Tha Ley. Anche questo è un vasto mercato locale. Rimane dietro le varie bancarelle di souvenir che circondano la Phaung Daw Oo Paya.

L’ultima tappa è Indein. Il percorso per raggiungerla è davvero bello, c’è un sistema di piccole dighe per evitare i dislivelli d’acqua e sembra davvero di essere in Apocalipse Now, con tutta la giungla intorno. Il sito in bassa stagione è pressochè deserto. Vicino all’imbarcadero c’è una grande scuola e subito dopo un asilo. Poi si gira a sinistra e si prosegue verso il sito. Un lungo porticato porta al suo accesso. In alta stagione qui ci saranno sicuramente decine di bancarelle di souvenir. Purtroppo piove e quindi evitiamo di raggiungere la sommità della collina sopra al sito per poter ammirare il panorama del lago Inle dall’alto, ma ne riusciamo comunque ad ammirare uno scorcio. All’uscita del sito sotto al ponte molte donne stanno facendo, praticamente nude, il bagno nel fiume. Ci sono cartelli ovunque che invitano i turisti a non fare fotografie. Rientro a Nyaungshwe alle 15. Ci addentriamo nel villaggio, lasciando la strada principale. Ci sono decine di ristoranti e negozietti intessanti.

Ceniamo in un ristorante non presente sulle guide e di recente apertura, il Beyond Taste (pollo fritto buono, curry maiale, shan noodle pasticciati e pappa di pomodoro, 11000K). Servizio molto curato, il titolare parla un ottimo inglese. Oggi cambiamo albergo per andare in una piccola struttura a gestione familiare, l’unica con piscina in città: è il Princess Garden Hotel. Prendiamo una camera standard (35$) ampia, pulita, discreto l’arredamento.

28/6: buona colazione (anche il pancake col cacao) e partenza per Yangon con tappa brevissima in un mercato locale molto grande. Sulla strada ci fermiamo a un mercato grande e bello. Partenza alle 9:50 con KBZ (200$). Tutti i voli aerei di cui menzioniamo il prezzo perchè riportato sul biglietto sono comunque inclusi nel forfait di partenza. Ci viene a prendere Teo che ci porta a vedere dove abitava Aung San Su Chi (si può vedre solo il cancello esterno) e poi nuovamente al Mother Land Inn 2 (30$). Ci danno una camera sul retro da cui si sente molto il rumore del generatore.

Passeggiata per Yangon (seguiamo i percorsi consigliati dalla Lonely Planet). Andiamo alla Pansodan Gallery che espone opere di arte contemporanea locale ma i prezzi sono tutt’altro che locali e sinceramente non ne vale la pena. Andiamo a vedere lo Strand Hotel, molto bello ed il listino prezzi del ristorante non è poi così da capogiro. Anzi il menu per il pranzo ci ispirerebbe molto se non avessimo già mangiato. Giro al mercato serale sulla 38-39 St.

Cena al Monsoon, ristorante molto più caro della media (21045K) ma elegante e buono. Nel negozio al piano di sopra (Pomelo shop, ex Loft menzionato dalla Lonely) ci sono delle cosine adorabili, dai vestiti per bambini fatti a mano a dei pupazzi in cartapesta coloratissimi, a delle borsine davvero carine. È l’ideale per comprare dei souvenir non banali. Tutti i manufatti provengono da organizzazioni no-profit e l’incasso andrà (ignoriamo in quale percentuale) in beneficenza. Prendiamo un taxi per rientrare all’hotel (2000K)

29/6

Ore 8:10 partenza con Sogi per Thanlyin e Kyauktan. A Thanlyin la Kyaik-Khauk Paya in realtà non ci sembra nulla di che e poichè c’è brutto tempo non possiamo neanche godere della vista panoramica. A Kyauktan visitiamo un bel mercato locale, soprattutto il “reparto pescheria” i cui livelli igienici vi lasciamo immaginare, ma non andiamo in barca a vedere la pagoda con i pescigatto perchè secondo noi non ne vale la pena, tanto più in considerazione delle condizioni meteo (5000K).

Torniamo a Yangoon e visitiamo la Chaukhtatgy Paya. Il nostro autista ci porta in un parco che si affaccia su un lago (si paga l’ingresso e quindi c’è una selezione di ragazzetti benestanti al suo interno) per vedere il tramonto: all’interno c’è anche un ristorante a forma di barcone cineseggiante dorato dove organizzano diversi spettacoli.

Cena all’Aung Thukka a 7700k. Consigliatissimo dalla Lonely a noi non è sembrato nulla di che, forse perchè di ristoranti birmani ne abbiamo già provati molti. L’ambiente è MOLTO informale.

30/06

Partenza alle 10. Un ultimo giro all’Aung San Market dove acquistiamo un bel pezzo di raso di seta per pochi $. Teo ci consiglia di andare a vedere in periferia il mercato all’ingrosso della frutta e della verdura. Davvero molto suggestivo. Non abbiamo mai visto così tanto zenzero o così tanti caschi di banane di colori così diversi tutte insieme. Sula strada che ci porterà all’aeroporto ci fermiamo a vedere il Kyauk Daw Kyi, dove c’è una gigantesca statua del Buddha scolpita in un unico blocco di marmo e poco lontano a Hsin Hpyu Daw dove vediamo due poveri elefanti bianchi considerati sacri tenuti ad una catena talmente corta che non gli permette nemmeno di fare pochi passi. Per chi ama gli animali è uno spettacolo raccapriciante e vi sconsigliamo vivamente di andarci. Ultima tappa prima dell’aeroporto, un centro commerciale, crediamo si chiami Ocean. Compriamo le ultime cose utilizzando il contante birmano che ci resta. Le ultime 2 giornate a Yangon sono state un pò difficili perchè abbiamo dovuto “trovare”delle cose da fare. La vacanza sarebbe potuta durare tranquillamente uno o anche 2 giorni in meno, ma in fondo Teo ha gestito le date che NOI gli abbiamo fornito ed ha fatto del suo meglio. C’è anche da considerare che praticamente non ci concediamo mai riposo durante la giornata e cerchiamo per abitudine di sfruttarla al massimo. Un amico che era stato in Birmania qualche anno fa ci aveva caldamente consigliato di visitare Ngapali Beach, definendola un paradiso. Purtroppo durante il periodo monsonico non è assolutamente consigliato andarci, così anche come a Mrauk U.

Volo e hotel: 946 Euro biglietto aereo con Thai, scalo a Bangkok.

Alberghi:

Yangon: Mother Land Inn 2 (motherlandinn2@gmail.com), 30$ la doppia con bagno, doccia e aria condizionata. Colazione: pane, burro, marmellata, tortino tipo pan di spagna, banane, succo di frutta ed uova a piacimento. La sera prima è possibile selezionare, sempre inclusa nel prezzo, una colazione tipica birmana. Ambiente informale per chi non cerca il lusso (backpackers).

Albergo alla Golden Rock: Kyaikhto Hotel, 60$ la doppia don bagno, doccia ed aria condizionata. Colazione inclusa (birmana). Decisamente overpriced per la qualità della struttura (conviene comunque dormire in prossimità della Golden Rock dove però l’offerta alberghiera scarseggia). Sconsigliato.

Taungoo: Myanmar Beauty Guest House IV (drchanaye@gmail.com) 40$ la doppia. Ampia camera, tutta in legno, esteticamente carina. La colazione migliore della vacanza. Personale estremamente gentile.

Bagan: Amazing Bagan (onlinesale1@amazing-hotel.com) 70$ a notte con la promozione per il periodo dei monsoni. Struttura qualitativamente molto valida, ambiente elegante, al pari di un 4 stelle vere italiano. Giardino, piscina pulita, noleggio gratuito di biciclette. Colazione a buffet molto ricca. Abbiamo saldato la prenotazione direttamente al nostro arrivo a Yangon in contanti, presso la sede centrale di questa nota catena di alberghi (ci ha accompagnati il nostro travel agent).

Hotel@Tharabar Gate (reservation@hoteltharabarbagan.com.mm) 128$ con la transazione per la c.c. Un buon 4/5 stelle italiane. Camera molto ampia, arredata con gusto, veranda privata, piscina, colazione à la carte (anche se crediamo sia a buffet in alta stagione). Valutando il rapporto costo-qualità opteremmo comunque per l’Amazing.

Monywa: Hotel Monywa (35$). Cupo, 1 stella italiana. Colazione discreta. Prenotato dal nostro travel agent telefonicamente.

Mandalay: Peacock Lodge (peacocklodge@gmail.com) 30$ la camera standard, 45$ la deluxe. Non comodissimo se ci si vuole muovere in autonomia. Pernottiamo in una camera standard. Discreto 1/2 stelle italiane. Cena tipica da prenotarsi con anticipo e colazione, entrambe molto valide.

Nyaungshwe, lago Inle: Amazing Hotel (onlinesale1@amazing-hotel.com) 75$, 4 stelle italiane. Arredamento ricercato, buon servizio. Drink di benvenuto, fazzolettini caldi, caramelline della buona notte, tè e caffè a disposizione in camera. La colazione nell’hotel della stessa catena era però migliore a Bagan. Qui è alla carta e va scelta e comunicata la sera precedente (oppure verrà servita quella occidentale che secondo noi è comunque la migliore).

Princess Garden Hotel (princessgardenhotel@gmail.com) 35$ la camera standard, 48$ il bungalow), piccolo hotel con discrete camere comunque ampie (frigobar e set per tè e caffè a disposizione). Conduzione familiare, alla periferia della città. Unico hotel con piscina a Nyaungshwe. Molto cortesi il proprietario (buon inglese) e lo staff. Ottima colazione.

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Monaci

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Roccia d'oro

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Pagoda

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Statua

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Aratro

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Tempio a Bagan

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Ponte di legno

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Mercato a Yangon



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