Voglia di Toscana

Un viaggio in scooter attraverso il Chianti e la Val d'Orcia
Scritto da: Sante Serra
voglia di toscana
Partenza il: 03/05/2015
Ritorno il: 07/05/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €

Non viaggiavo in solitudine dal 1974, quando, a bordo della mia mitica FIAT128 blu, partii da Bologna destinazione Bitonto e, da lì, in Cadore. Giù e su per lo stivale, 1600 Km, animato da spirito di avventura.

Quarantuno anni dopo, le motivazioni sono di natura differente; desiderio di evasione innanzitutto e la scoperta di una terra che mi ha sempre affascinato; il tutto a bordo del mio vecchio, amato scooter. Insomma, un viaggio da vecchio biker, quale non sono mai stato, ma che ho spesso sognato di essere.

Riempio uno zaino e una borsa col minimo indispensabile, non senza aver stampato le mappe degli itinerari programmati e via, partenza!

Sono in preda ad una moderata eccitazione, in fondo è la prima volta e, come tale, non posso sentirmi diversamente. La situazione mi ricorda vagamente la prima uscita con una ragazzina, quando avevo solo quindici anni… insomma, sono pieno di attese, ma nello stesso tempo, leggermente timoroso.

Parto da Bologna e dopo 50 Km circa, prima sosta obbligata al Passo della Raticosa, non per stanchezza, ma per rifornirmi di cibo, il mitico panino col prosciutto. C’è nebbia, nuvole minacciose incombono e l’asfalto dei tornanti interminabili è sdrucciolevole. Una decina di Km dopo il Passo della Futa, le condizioni meteo migliorano e il mio viaggio riprende senza difficoltà.

L’arrivo a Fiesole è emozionante e dall’alto si domina Firenze. Lascio questa strada che i fiorentini chiamano “la bolognese” e imbocco, non senza difficoltà, la Chiantigiana.

Immediatamente mi pervade un senso di pace nell’attraversare queste colline, pulite, ordinate, coltivate a vite e ulivo. Greve in Chianti è considerata la porta del Chianti per la sua posizione strategica, a 30 Km da Firenze e 40 da Siena. Una cittadina ove è piacevole fermarsi, a godere l’aria di paese e a oziare seduti al tavolo di un bar per un caffè. La sua storia è legata saldamente a quella del borgo fortificato di Montefioralle, molto pittoresco, sorto nel XIII secolo, a meno di un paio di Km sulla collina adiacente. Il silenzio, le mura che trasudano storia e tradizione, mi riporta indietro nel tempo e il panorama che si gode da lassù è davvero appagante.

Esco per cena, direzione Piazza di Greve, punto focale della cittadina, con la sua forma triangolare e il porticato che la circonda. E’ domenica e in piazza si svolge una mostra-mercato di fiori, una vera esplosione di colori e profumi; sono stato particolarmente fortunato!

tra natura, città e borghi medievali

Il mattino seguente, sono pronto per riprendere il viaggio, direzione Siena. Ancora vigneti, uliveti, borghi e casali, disegnano panorami spettacolari; i numerosissimi cipressi a punteggiare di verde scuro i campi e i sentieri sterrati che delimitano i poderi agricoli. Tappa d’obbligo a Castellina in Chianti che segna il confine fra Chianti fiorentino e Chianti senese, con la sua maestosa Rocca; il camminamento di Via delle Volte e i sui scorci panoramici.

Obiettivo principale del viaggio resta la Val d’Orcia e per raggiungerla non si può fare a meno di passare per Siena. Dopo tanti km di campagna, entrare in Siena è piuttosto frastornante. Parliamo di una città visitata da migliaia di turisti, anche se non particolarmente vasta. Il suo fascino medievale è indiscutibile e il suo centro storico sorprende sempre, anche se già lo conosci. In particolare, al tramonto e di sera, Piazza del Campo è bellissima e la maestosità del Duomo stupisce. All’interno delle mura di cinta, che ancora si possono vedere a tratti, è zona a traffico limitato e quindi non resta che visitarla a piedi. Ciò è piacevole e consente di apprezzare al meglio le bellezze del centro storico e scegliere uno fra i numerosissimi ristoranti dove assaggiare le specialità senesi.

Il nuovo giorno regala una temperatura estiva; di nuovo i sinuosi declivi, le campagne ordinate e pulite che mi aspettavo. Dopo circa 40 Km a sud di Siena, spicca in alto su di una collina il profilo di Montalcino. Altro borgo medievale, ha un che di fiabesco e all’ingresso della cittadina circondata da una possente cinta muraria, domina un antico Castello. Siamo nella Val d’Orcia e nel regno del Brunello, il vino famoso e apprezzato in tutto il mondo. Il borgo è rimasto lo stesso dal XVI secolo, con le sue viuzze ripide e strette, le botteghe, le osterie, i muri consumati, le piazzette e le chiese. Il panorama che si gode dai bastioni della rocca è un vero dipinto e spazia dal Monte Amiata fino alle colline della Maremma, attraverso la Val d’Orcia.

Decido di visitare l’Abbazia romanica di Sant’Antimo risalente al XII secolo, a pochi chilometri da Montalcino; si trova immersa e isolata nella campagna, spicca solitaria fra i campi di grano, vigneti e casali sparsi qua e là. La leggenda narra di Carlo Magno che, nel 781, si fermò proprio qui poiché la sua guarnigione fu colpita dalla peste. Un angelo apparve, dicendo a Carlo Magno di far bere ai soldati un infuso di erbe del luogo. L’infuso ebbe effetto benefico e il re fece costruire la chiesa in segno di ringraziamento. Un luogo mistico, immerso in un silenzio che racconta di storia, di una bellezza unica.

Decido per la sosta pranzo a Pienza che dista una ventina di chilometri. Lungo il tragitto, lo scenario si fa ancora più affascinante. I campi sulle poetiche colline sono ancora più ordinati e sconfinati, a tratti le coltivazioni di colza li colorano di un giallo intenso e i filari di cipressi contrastano maestosi.

A Pienza mi fermo alla prima trattoria che incontro entrando in paese; sono smanioso di assaggiare il famoso Pecorino, davvero ottimo, nelle sue tre differenti stagionature. A seguire un piatto di Pici cacio e pepe, pasta tipica fatta a mano. Mi sento felice, appagato e pronto per visitare il borgo antico, dove regna un complesso di armoniosi palazzi, la meravigliosa Piazza Pio II e Palazzo Piccolomini. Buona parte del borgo è circondata da una strada panoramica, una sorta di lungo terrazzo dal quale si domina parte della Val d’Orcia.

Riprendo il viaggio in direzione Montepulciano e dopo circa venti minuti si profila sdraiata sulla collina. Raccolgo informazioni sull’ubicazione del B&B “Il Vecchio Forno”. Dopo qualche peripezia mi ritrovo in un casolare di campagna, dove il proprietario mi accoglie con calore. Mi mostra l’alloggio che è davvero originale. Una costruzione bassa, in quello che appunto era un vecchio forno dove veniva cotto il pane per le guarnigioni di stanza nelle campagne, dislocate a protezione della città.

Sono pronto per immergermi nel centro storico di Montepulciano, con strade e vicoli in salita che si diramano dal Corso principale.

Si susseguono numerosi palazzi signorili costruiti sotto il dominio della famiglia dei Medici, fino a giungere in Piazza Grande, il cuore della città. Emozionante l’atmosfera che si respira. E’ ora di cena e non c’è che l’imbarazzo della scelta fra cantine, osterie, enoteche, dove poter degustare il famoso rosso Nobile di Montepulciano e piatti della tradizione locale. Il Ristorante è “La Briciola” e scelgo una tenerissima tagliata al lardo di Colonnata, semplicemente straordinaria.

Per il nuovo giorno prevedo un lungo trasferimento e ripercorro buona parte del tragitto fino a Siena per poi dirigermi verso la Val d’Elsa, con visita a Monteriggioni e sosta a Certaldo per la sera.

Monteriggioni si trova a metà strada fra Siena e Colle Val d’Elsa. E’ un borgo fortificato, dove il tempo sembra essersi fermato e rimasto in pratica intatto. Il camminamento lungo le mura di cinta mostra il paesaggio circostante in tutto il suo splendore. L’importanza e la particolarità di questo borgo sono state rilevate anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Inferno, canto XXXI) e dall’essere meta obbligata per i pellegrini che percorrevano l’antica via Francigena.

Non resta che dirigermi verso Certaldo per una nuova immersione nel medioevo. Appena giunto, raccolgo informazioni per visitare la città vecchia e raggiungo la piazza della città nuova, dove si accede alla funicolare che porta a Certaldo Alto, in cima alla collina. Altro gioiello ad arricchire questa esperienza! Certaldo Alto è certamente la parte più affascinante del comune e colpisce per la perfetta conservazione dell’urbanistica medioevale, famosa in Europa. La sua caratteristica principale è essere tagliata in due da una larga via centrale, Via Boccaccio, dove si svolgevano le attività commerciali e sociali, sostituendosi alla classica piazza. Ho passeggiato per le viuzze, ammirato l’architettura semplice ma indistruttibile dall’uomo e dal tempo, mentre il tramonto colorava di rosso la facciata del Palazzo Pretorio.

Termina qui il mio tour Toscana. Dal cuore della Val d’Elsa attraverso la Val di Pesa, per percorrere a ritroso il tragitto iniziale e far rientro a Bologna.

Da domani, riaprirà il cantiere per una nuova avventura.

La vita è un viaggio e viaggiare è vivere due volte, scriveva un antico poeta persiano…



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