Bernina & Valtellina

A zonzo tra i monti della Valtellina
Scritto da: Leonardo&Maura
bernina & valtellina
Partenza il: 27/07/2015
Ritorno il: 03/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Lunedì 27 luglio

Dopo aver “accompagnato felicemente alla porta” gli ultimi ospiti (abbiamo un B&B), caricato la macchina non dimenticandoci delle due grazielline restaurate per l’occasione, riusciamo a partire abbastanza presto rispetto ai programmi. Per spezzare il viaggio decidiamo di fermarci a Paratico sul lago d’Iseo. Arriviamo che abbiamo ancora tutto il pomeriggio, prendiamo possesso della nostra camera e dopo le formalità, decidiamo di farci un giro lungo le rive del lago. Pur essendo una giornata soleggiata il clima è molto piu’ piacevole rispetto a quello di Firenze, quale miglior occasione per inaugurare le due biciclettine fiammanti? Scarichiamo la prima e già ci vediamo a pedalare piacevolmente rinfrescati dalla fresca brezza del lago, scarichiamo la seconda, e … amara sorpresa … con il calore dell’auto è scoppiato il copertone anteriore, che delusione! Non ci resta che andare a piedi.

Con una bella passeggiata lungolago raggiungiamo Sarnico dove ci rinfreschiamo con due ottime granite. Poi rientro perchè ci aspetta una serata con amici della zona, che con l’occasione non manchiamo di fare loro un saluto.

Martedì 28 luglio

Sveglia con abbastanza calma: destinazione finale Tirano. Passiamo, su suggerimento della ragazza del B&B, dal noto Pierino “aggiustatutto” che velocemente ci risistema la bicicletta e poi ci dedichiamo all’esplorazione della costa sud est cominciando da Iseo, località molto carina e ben tenuta ma piccola per tanto in 1 ora l’abbiamo girata in lungo e in largo. Dopo alcuni errori che ci hanno condotto a percorrere strade con gallerie interminabili, siamo riusciti a trovare la strada che corre lungo la riva e da qui risalire tra piacevoli scorci, fino a Lovere, visitiamo anche questo angolo di lago e via verso Tirano per comprare il biglietto del famoso BERNINA. E’ inutile dire che avevamo un po’ di confusione su quale tipo di treno prendere e sulla scelta della carrozza: aperta, panoramica, chiusa,ecc. Il nostro consiglio è secco: prendete il treno regionale e se il tempo lo permette, per almeno un tratto prendete la carrozza aperta.

Il regionale infatti in certe fasce orarie e a seconda del meteo ha in coda due carrozze gialle di legno scoperte , le quali vi offriranno una esperienza indimenticabile e la possibilità di scattare foto senza ostacoli di nessun genere; ricordate che è il regionale il vero trenino rosso, quello che ha fatto la storia della ferrovia Retica, mentre il panoramico è veramente una trovata turistica, in cui dovrete pagare un supplemento ad oggi di euro 14, per la prenotazione obbligatoria del posto…non ne vale assolutamente la pena!

Ceniamo, su consiglio di una nostra cliente, alla trattoria Del Simone che si trova a Baruffini una frazione sopra Tirano da dove si domina tutta la valle. E’ il nostro primo assaggio di pizzoccheri, taroz, schiatt…

Mercoledì 29 luglio

Ore 9:00 partenza da Tirano destinazione St. Moritz arrivo stimato 11:11, partenza puntuale ma strada facendo accumula un pò di ritardo sia all’andata che al ritorno, pertanto ci cade il mito della precisione svizzera, al momento per la nostra esperienza la precisione è solo giapponese. Da Tirano a Poschiavo a parte il ponte a ellisse il tragitto è piuttosto normale, unica particolarità le rotaie, in alcuni punti e per qualche chilometro camminano direttamente sulla carreggiata in promiscuità con le automobili e nei corsi principali dei paesi. Il pezzo piu’ suggestivo è tra Cavaglia e Pontresina. Noi siamo scesi ad Alp Grum alle 10:25 (in ritardo di 12 minuti) pensando di arrivare ai piedi del ghiacciaio, ma presto ci siamo resi conto che tra scendere al lago e risalire andava via troppo tempo e l’orario dei treni diventava sfavorevole. Alle 11:15 quindi abbiamo ripreso il regionale per St.Mortiz, usufruendo delle carrozze scoperte, nel primo treno non c’erano.

St.Mortiz ci ha deluso, un luogo tanto blasonato per l’esclusività, ha un urbanistica mediocre con tanti “palazzacci”, che ci hanno ricordato Montecarlo; il classico posto senz’anima. Probabilmente innevato il paesaggio sarà migliore.

Se i cosiddetti Vip si rifugiano veramente qui, vuol dire che sono messi proprio male in quanto al gusto del bello. Come a Montecarlo e altri luoghi simili l’unica esclusività è l’ostentazione del denaro fine a se stessa. E i “very normal people” intenti a farsi selfie con macchine di lusso e a sognare davanti alle vetrine….non è proprio il posto per noi. Carina la passeggiata lungolago ma molto ventosa.

Dopo un breve giro riprendiamo il nostro trenino rosso, con l’intenzione di scendere a Ospizio Bernina e raggiungere a piedi, per sentieri molto scenografici, la stazioncina di Cavaglia. Alle 14:40 siamo a Ospizio Bernina, le vedute sono molto suggestive, il lago sovrastato dal ghiacciaio, ricorda un po’ la Patagonia ma a circa due km. dalla stazione un sempre piu’ intenso temporale ci respinge e ci convince a rientrare frettolosamente alla stazione, dove troveremo altri escursionisti che avevano fatto la solita scelta. Complici gli indumenti bagnati e la temperatura bassa, 8 gradi, siamo veramente infreddoliti, ci rifugiamo in una micro sala di attesa che per fortuna è riscaldata. Con il senno di poi, anche se sofferta, è stata una saggia decisione perchè la pioggia si intensificherà e durerà tutta la notte.

Rientrati a Tirano prendiamo la macchina e con un tempo da lupi raggiungiamo Livigno località Trepalle dove ci aspetta il nostro B&B.

A cena siamo invitati da amici a Livigno centro, perché per puro caso scopriamo che anche loro sono in zona già da qualche giorno. Trascorriamo così una piacevole serata di chiacchiere.

Giovedì 30 luglio

Ci svegliamo con un bellissimo sole e dopo una rigenerante dormita sotto il piumino e una ricca colazione siamo pronti per affrontare prima il sentiero 129 e il 136 poi destinazione Alpe Trell dove troviamo una malga gestita da tre ragazzi che allevano mucche e pecore e dove ci rifocilleremo con un tagliere di salumi e formaggi ottimi. Da li il programma prevedeva di fare un anello rientrando dal 138 passando dalla sorgente dell’Adda oppure passare dal 130 e poi dal 129 attraverso il lago Nero 2560 mt., ma considerato la nostra velocità di passo prevedevano l’arrivo a Trepalle intorno alle 19:00, salvo imprevisti, quindi abbiamo deciso di ripercorrere il 136 e 129 anche al rientro per gustarci il paesaggio. Non prima però di provare a raggiungere (senza riuscirvi) i Laghi di Cancano via sentiero 130!

Alle 18:00 si conclude la nostra escursione con 18 km 4000 calorie consumate e 900 mt. di dislivello.

Cena al ristoro Fopel, 14 km da Trepalle sulla strada che porta in Svizzera.

Venerdì 31 luglio

Livigno, mattinata dedicata allo shopping, naturalmente. Nel complesso però non essendo interessati alle classiche marche di tendenza, alle sigarette e agli alcolici, non abbiamo trovato granché da comprare, ci siamo indirizzati sull’abbigliamento tecnico da montagna che al di là dello sconto, notoriamente in questi luoghi montani si trova maggior varietà di scelta. Così ci compriamo due bei piumini e due paia di scarpe, soddisfatti pranziamo velocemente in centro e poi partenza per Santa Caterina Valfurva.

Alla frontiera ci ferma un barbuto finanziere dall’accento marcatamente meridionale e ci chiede:

” Niente da dichiarare?”

“No!”

“Ah no? E allora che cosa porta di voluminoso nel bagagliaio?”

Ed io con il mio, altrettanto, marcato accento fiorentino: “du grazielline!”

E lui: “du grazielline???? Vada! Vada!!”

Arrivo a Santa Caterina hotel Adler alle 16:00, lasciamo tutti i bagagli e andiamo a Bormio a immergerci nelle Terme Bagni Vecchi.

L’aspetto esteriore non è entusiasmante ma l’interno ci piace da subito; è confortevole c’è poca gente, complice il giorno feriale? Complice il prezzo di ingresso piuttosto elevato? Non lo sappiamo ma sicuramente questo ci ha consentito di apprezzarle ancora di piu’. All’ingresso vengono date ciabatte, accappatoio ed asciugamano, l’armadietto ha al suo interno una cassaforte elettronica, nelle docce oltre ai phon ci sono shampoo e lozioni per il corpo e i capelli di vari tipi, per pelli secche per pelli grasse, ecc. all’interno del centro sono posizionati vari distributori gratuiti di tisane calde e fontanelle di acqua fresca della sorgente dell’Adda.

Unica pecca gli orari di apertura 11:00-19:30, molto limitativi.

Ci fermiamo a Bormio alla ricerca di una trattoria tipica per la cena e troviamo in piazza del Crocifisso la “Vecchia Combo”; non abbiamo mangiato male ma non ci ha neanche entusiasmato, non amiamo i locali con liste di menu’ infinite ma qui c’erano veramente pochi piatti.

Sabato 1 agosto

Ci svegliamo a Santa Caterina Valfurna e il tempo è da lupi. Di mattina facciamo il passo Gavia dove, sfruttando un momento di calma meteorologica riusciamo anche a fare due passi in un sentiero che si inerpica sulla “Cima dei tre signori”.

Visto il meteo avverso ci concediamo una pausa culinaria, ci fermiamo a Sant’Antonio un paesetto sulla strada che da Santa Caterina porta a Bormio, dove nei vari passaggi un ristorante aveva attratto la nostra attenzione. Purtroppo era chiuso ma, come dice il detto tutto il male non vien per nuocere, seguiamo il profumo di cibo e notiamo 5 moto forestiere parcheggiate vicino alla chiesa, che siano a pregare? Nooo! Questi sicuramente sono da qualche parte con le gambe sotto al tavolo ed è cosi che scopriamo il nostro locale preferito di cucina valtellinese: la trattoria Compagnoni. Un posto con pochi tavoli, a gestione familiare, ideale per chi è attento alla sostanza e non alla forma.

Nel pomeriggio pioviggina ancora, decidiamo di fare anche il passo dello Stelvio, il panorama è sacrificato dalle nubi, ma il fascino del luogo è comunque vivo, scopriamo dai molti camminatori che ci sono dei sentieri interessanti che ovviamente non abbiamo il tempo di percorrere.

Dopo alcune foto ripartiamo, sbagliando strada e scendendo nel versante opposto al nostro!! Che cavalli!! Ce ne accorgiamo dopo qualche km perché ci mancano alcuni punti di riferimento. Dove sono le gallerie? Dov’è la casa cantoniera? Dov’è il bivio per il confine svizzero? Ma siamo immersi nella nebbia non si vede a un metro di distanza. Siamo in un piccolo incubo considerato gli strapiombi, i ciclisti, i pedoni e le auto da schivare ma soprattutto l’immancabile imbe@@lle con Porsche 911 GT3 che fa le corse con un altro su una moto Yamaha.

Domenica 2 agosto

Partiamo di buon’ora per fare il cammino della Val Zebrù considerata l’escursione must della Valfurva, totale percorso 12 km andata, farlo tutto per noi è impossibile, ma si legge che è un luogo incontaminato e pieno di animali da osservare, quindi anche percorrendone una parte deve essere sicuramente bello. Parcheggiamo la macchina a Fantelle un paesino sopra Niblogo perché, a detta di un locale, è piu’ facile trovare parcheggio e ci incamminiamo. Al primo bivio nessun cartello, proseguiamo per intuito poi troviamo l’inizio del sentiero, che sentiero non è ma non è altro che una strada sterrata. Molti domenicali affollano i luoghi, cominciamo l’ascesa, dopo 10 minuti passa un primo fuoristrada e lascia una nube nera irrespirabile, dopo 30 minuti ne sono già passate 15, il naso è impregnato dal puzzo dei fumi di scarico, al che incontriamo un camminatore che scende e gli chiediamo fin dove possono arrivare i fuoristrada. Ci risponde che hanno due ore di strada prima di finire la corsa e che oggi gli abitanti della zona vanno su perché c’è la Polentata, quindi tradotto vuol dire che il paesaggio incontaminato non esiste e che il nostro cammino è in promiscuità con le auto.

Torniamo al parcheggio e ce ne andiamo, così faranno anche altri camminatori….

Il tipo ci consiglia di fare il cammino della valle dei Forni 566 524 e 520/1. Un anello che da Santa Caterina Valfurva sale fino ai piedi del ghiacciaio passando dal rifugio Branca, e cosi facciamo, saliamo dal 524 sullo sfondo la maestosità del ghiacciaio perenne e le cascate formatesi dallo scioglimento. Per la discesa scegliamo il sentiero 520/1 passando dal ponte tibetano, non senza un pizzico di brivido perchè se pur corto, la parte centrale è bagnata, e ti rende consapevole che se scivoli e sei distratto, finisci nel fiume e poi voli giu’ dalla cascata. E’ piuttosto impressionante per chi non è un vero montanaro come noi. Lo spettacolo annulla tutte le fatiche della ripida ascesa. Meno male che abbiamo “preso il toro per le corna” e siamo scappati dalla Val Zebrù! Qui è veramente bello e consigliamo di fare l’anello come abbiamo fatto noi, così salendo si gode lo spettacolo del ghiacciaio e scendendo quello della valle.

A fine serata abbiamo percorso 19Km in 5 ore con un dislivello che va da 1770 mt. a 2526 mt.

Volendo e avendo tempo da qui parte un sentiero che sale fino al Rifugio Quinto Alpini passando per il passo Zebru’ a 3010 mt. per poi scendere nell’omonima valle.

Cena alla mitica Trattoria Compagnoni, prenotata in mattinata, che si conferma essere il miglior ristorante della vacanza. Il piatto top tra i top….ravioli di grano saraceno con ripieno di bresaola…una delizia! Peccato averlo a 450 km. da casa altrimenti sarebbe diventata tappa fissa.

Lunedì 3 agosto

Rientro “a la maison”, giornata fantastica cielo terso nessuna nuvola all’orizzonte.

Ripassiamo per il Gavia questa volta lo possiamo apprezzare in pieno, anche se non abbiamo il tempo per nessun tipo di escursione.

Scendiamo dal lato Ponte di Legno e la strada è talmente stretta ed esposta che ringrazio di non doverla fare al ritorno, spesso è difficile scambiarsi anche con i ciclisti, figuriamoci con auto e camper. Sosta a Ponte di Legno, la cittadina è carina e ben curata, un vero paese di montagna. Dopo qualche ora di perlustrazione, proseguiamo il nostro viaggio per la tappa finale L’Aquardens un centro termale nelle vicinanze di Verona, piu’ o meno a metà strada tra Santa Caterina e Pontassieve, diciamo una sosta tecnica. Le terme non possono essere confrontate con quelle di Bormio siamo su un altro pianeta. Comunque per staccare vanno bene, c’è tanto spazio, peccato siano gestite con un pò di trascuratezza e tante piccole cose che stridono potrebbero essere superate con poco impegno. Il prezzo pieno pagato è esagerato rispetto alla qualità del servizio offerto. Finisce qui questa settimana di risposo fisico e mentale che è assolutamente necessario per affrontare la quotidianità.

Adesso non ci resta che sognare e organizzare le vacanze vere e proprie di novembre: Cuba!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche