Vacanze taglia premaman: San Candido e la Val Pusteria

Vacanza con vista sulle Dolomiti all'insegna del relax e del buon cibo
Scritto da: lauracassinelli
vacanze taglia premaman: san candido e la val pusteria
Partenza il: 15/06/2014
Ritorno il: 19/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Chi l’ha detto che non si può viaggiare con il pancione? Certo, ci vuole sicuramente qualche accortezza in più, ed in primis bisogna sentirsela e non avere una gravidanza a rischio o problematica, ma visto che Luca è in arrivo in agosto ed io ero a casa da metà giugno, mi sembrava un peccato non approfittarne e fare qualche giorno di vacanza al fresco.

Dopo un’attenta valutazione delle possibili mete, abbiamo scelto San Candido in Val Pusteria per la qualità dei servizi offerti (ci sono diversi hotel con piscina coperta e centro benessere, la valle ha un’andatura dolce che permette alcune passeggiate non impegnative, Brunico e Lienz sono facilmente raggiungibili anche in treno) e per la presenza di un ospedale – non si sa mai.

Contattando direttamente i vari hotel, abbiamo ottenuto delle offerte più vantaggiose rispetto a quelle pubblicate sui principali siti di prenotazione: nel mese di giugno ad esempio l’Hotel Villa Stefania proponeva una promozione 4 notti al prezzo di 3 (da domenica a giovedì) in camera Superior con accesso al centro benessere e trattamento di mezza pensione alla “modica cifra” di 570 euro. Bevande e tassa di soggiorno escluse, ovviamente. Vista sulle Dolomiti, tempo permettendo, inclusa.

E così domenica 15 giugno raggiungiamo San Candido in macchina attraversando Cortina e il Parco delle Dolomiti. Il confine tra Alto Adige e Veneto è percepibile in maniera netta sia per la cura quasi maniacale delle strade, sia per il marcato accento tedesco con cui la gente parla in italiano, in quel modo vagamente incerto con cui ci si esprime in una lingua che non ci appartiene del tutto.

Una volta effettuato il check in albergo, facciamo una passeggiata a San Candido e ne approfittiamo per vedere il mercatino dell’antiquariato e mangiare un panino con lo speck nell’Enoteca dell’Orologiaio (12 euro in due). Il pomeriggio è dedicato al riposo fino a quando il sole non decide di far capolino tra le nuvole: ci incamminiamo lungo la pista ciclabile in direzione di Lienz e ci godiamo il verde dei prati punteggiati di fiori e masi. Di sera nei paesi di montagna non ci sono molte occasioni di vita mondana, oltre alla classica passeggiata fino al centro del paese, quindi le nostre serate scorrono tranquille.

Visto che da tempo immemore non facciamo una vacanza con trattamento di mezza pensione, il lunedi’ mattina a colazione infrangiamo subito le seguenti regole non scritte:

– sedersi ad un tavolo qualunque libero per la colazione, anzichè utilizzare quello assegnato la sera prima a cena;

– andarsene senza comunicare la scelta del menù per la cena. Un cartellino giallo non ce lo leva nessuno. Rimediamo in corner per non turbare troppo l’ordine e la precisione, su cui veglia Vesna la ragazza tuttofare.

Ci dirigiamo verso la stazione, io compro un biglietto andata e ritorno per Lienz (19 euro, solo ritorno 9 euro) mentre Dario noleggia una bicicletta, con la possibilità di restituirla direttamente a Lienz ed effettuare il ritorno in treno (noleggio per una giornata 16 euro). Percorrere la pista ciclabile fino a Lienz (circa 40 km in leggera discesa) è una delle attività più gettonate per chi è in vacanza in zona e forse è un percorso un po’ sopravvalutato: superato il confine con l’Austria la valle si stringe, il panorama perde un po’ in fascino e la pista ciclabile è decisamente meno curata. Lienz incarna lo stereotipo della cittadina di montagna teutonica con le sue case linde e colorate, le pasticcerie, i negozi di articoli sportivi, il centro storico rigorosamente pedonale, un fiume che la lambisce. In due-tre ore la si percorre in lungo e in largo e si riesce anche a pranzare: noi abbiamo optato per il tempio della cotoletta (Lienzer Schnitzelwelt) ed abbiamo speso 25 euro in tutto.

Di ritorno in albergo, ci siamo goduti il centro benessere e la merenda nella Teestube, sala da the e da lettura costruita nel 1911. Onde evitare sguardi dubbiosi o “rimproveri” dal personale, ricordate che qui vige la regola di accesso a sauna e bagno turco rigorosamente nudi.

Martedì raggiungiamo in macchina la Val Fiscalina, occorrono circa 20 minuti per arrivare al parcheggio gratuito situato a Bagni di Moso; da lì partono svariati sentieri e noi ci incamminiamo su quello più battuto che porta all’attacco della salita per le Tre Cime di Lavaredo. In un’oretta a passo blando si raggiunge il Rifugio Fondovalle, la passeggiata su strada sterrata è alla portata di tutti (200 metri di dislivello circa) e permette di godere di una bellissima vista sulle Dolomiti. Al rifugio si può fare merenda o pranzare a prezzi ragionevoli (un succo di frutta costa 2,50 euro), mentre noi torniamo sui nostri passi perchè avevamo in programma di pranzare con i genitori e la sorella di Dario vicino a Dobbiaco alla Gustav Mahlerstube, locale tipico ricavato nell’abitazione di Gustav Mahler. Ci concediamo un tradizionalissimo tris di canederli e delle meno tipiche patatine fritte, ed il conto è decisamente salato (circa 80 euro in cinque sostanzialmente per mangiare un primo e bere acqua), decidiamo quindi di proseguire senza visitare il parco faunistico (ingresso 4,50 euro) dirigendoci al Lago di Dobbiaco, dove stanno installando una serie di parcometri. La passeggiata intorno al lago si interrompe qua e là a causa di diverse risorgive e fontanili, ma è ben segnalata e corredata di alcuni pannelli informativi su flora, fauna e storia del lago. Proseguiamo il nostro pomeriggio nel bar pasticceria Marlene assaggiando strudel e torta di grano saraceno.

In hotel ci attende l’aperitivo tirolese con tanto di musica dal vivo (fisarmonica e corno): non aspettatevi il classico buffet self service, ad ogni ospite viene preparato un piatto con alcuni stuzzichini e stop. In compenso il maitre passa a riempire più volte i bicchieri di prosecco o succo di frutta.

Mercoledì decidiamo di fare un giro a Brunico: per due persone è più conveniente l’auto rispetto al treno, ed in città si trovano diversi parcheggi gratuiti anche se c’è il mercato. Il centro storico brulica di negozi dal sapore altoatesino, dove è possibile acquistare prodotti tipici. A tarda mattinata riprendiamo la macchina e ci fermiamo a pranzo in un agriturismo sulla strada per il lago di Braies (Speckstube Eggerhof): mangiamo wurstel misti e patate al forno, ed il conto è decisamente più contenuto rispetto al giorno prima (24 euro per due persone). Tutti i parcheggi che permettono di raggiungere il lago di Braies sono a pagamento, quindi ripieghiamo sul Kurpark di Villabassa: un parco botanico dove è possibile passeggiare, giocare a tennis o a bocce, con un’ampia area giochi in legno adatta sia ai più piccoli sia ai più grandi, ed un’area a pagamento dedicata al percorso kneipp.

Giovedì la nostra vacanza volge al termine, effettuiamo il check out e ci mettiamo in macchina in direzione autostrada del Brennero; attratti da un cartellone che inneggiava al Mercato contadino del giovedì, ci concediamo una pausa a Chiusa. Il mercato è composto da due bancarelle striminzite, ma il paese ha mantenuto la sua conformazione originaria allungata e parallela al corso del fiume Isarco, con molti edifici risalenti al medioevo; il borgo è sovrastato dal monastero di Sabiona, baluardo del cattolicesimo medievale in Tirolo.

Prossima fermata: Bolzano. Anche qui i parcheggi sono sostanzialmente solo a pagamento e noi scegliamo quello del silos Cineplex, da cui in pochi minuti si raggiunge il centro a piedi. In Piazza delle Erbe c’è un mercato stabile, dove vale la pena fare gli ultimi acquisti di speck, pane e strudel. Per il pranzo ci sono diversi locali tipici ed il centro meriterebbe sicuramente una visita più approfondita, ma il tempo stringe e noi abbiamo un appuntamento con un amico al bivacco Salewa, ristorante costruito di fianco all’avveniristica fabbrica della Salewa. Imbocchiamo la superstrada verso Merano per rimpinguare le nostre scorte di vino alla cantina di Terlano, ed infine riprendiamo l’autostrada in direzione Pianura Padana.

Prima di allargare la famiglia, ci aspetta ancora qualche viaggio taglia premaman: l’importante, in questi casi, è creare la vacanza della misura giusta!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche