Yucatan e Chiapas 4

Viaggio itinerante del Messico, partendo da Cancun
Scritto da: gianni gravante
yucatan e chiapas 4
Partenza il: 08/01/2012
Ritorno il: 30/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Note di viaggio: Yucatan e Chiapas dall’08 al 30 gennaio 2012; Durata: 21 giorni; Costo: € 5.500-6.000 circa per due persone. Volo, soggiorni, pasti, autonoleggio, carburante, ingressi, guide.

GIORNO 1: TRENTO – CANCUN

Ci siamo, è l’8 gennaio, e dal Catullo di Verona ci imbarchiamo destinazione Cancun per tre settimane di cultura, svago e relax. Il volo Blue Panorama questa volta è puntuale (un’oretta la si perdona a tutti, no?), e così dopo 12 ore di volo eccoci in Messico. Tempo ottimo, temperatura gradevole, ritiriamo l’auto alla Europe Car, prenotata tramite Globel Car a prezzo davvero competitivo, e quindi via in Hotel a nanna. Il mattino successivo abbiamo recuperato la lucidità necessaria per giudicare l’hotel Hiyatt Regency corrispondente alle aspettative; bella la struttura, soprattutto l’interno, buoni i servizi, nota di merito alla Press Tour, con cui abbiamo prenotato questo Fly & Drive di 11 giorni più 10 da trascorrere a Playa del Carmen in defaticamento.

GIORNO 2: CANCUN – CHETUMAL KM 380

Sveglia alle 6,30 e partenza per Chetumal, 380 km lungo la costa dello Yucatan. Durante il tragitto sosta d’obbligo a Tulum, e visita allo splendido sito Maya, direttamente sulla costa. E così possiamo finalmente ammirare dal vivo le rovine Maya che si affacciano sul mar dei Caraibi, e che tante volte abbiamo visto in foto pubblicizzare questo posto. Terminata la visita si fa sentire un certo languorino e quindi, ricordandoci le raccomandazioni di evitare cibi con intingoli vari, venduti lungo le strade in baracchini di pochi metri quadrati, ovviamente ci siamo fermati al primo posto corrispondente a questa descrizione. Quindi via per Chetumal, passando da Bacalar, nei cui pressi si trova il grande cenote azùl. Sulle sue rive un grazioso ristorante propone specialità appena “pescado” che ci fanno desistere dall’idea di attendere l’orario canonico di cena. Sono le 19, nessuna voglia di arrivare troppo presto in hotel, e quindi decidiamo per una passeggiata a Bacalar, tornando indietro di qualche chilometro. Qui la sorpresa di scoprire una cittadina lagunare di una tranquillità assoluta, piccola elegante e soprattutto con una irresistibile aria retrò che ci riporta, chissà perchè, alle belle atmosfere italiane di una volta. Dopo una rilassante passeggiata, via in Hotel, l’Holliday Inn proprio di fronte al museo delle tradizioni Maya della Città, imperdibile. L’hotel è abbastanza squallido, con una prima colazione da evitare, così come abbiamo fatto, ma almeno ha connessione Internet Wi Fi gratuita.

GIORNO 3: CHETUMAL – CHICANNÀ KM 155

Al risveglio, passeggiatina in città, visita al museo e partenza per Chicannà, nello stato del Campeche ma sulla strada per il Chiapas. Dopo il posto di controllo doganale, alcuni mutamenti vanno segnalati. Le strade sembrano meno curate che nel Quintana Roo, lo stato da cui arriviamo, e nei posti di controllo lungo le strade, alla polizia si sostituisce l’esercito. Veniamo fermati e controllati due volte. Dopo alcune ore di guida e due soste lungo la strada per visitare i siti di Kohunlich e Becan, arriviamo all’hotel Biovillage di Chicannà. Struttura particolare, immersa nella foresta, ma che comunque offre un buon servizio.

GIORNO 4: CHICANNÀ – CALAKMUL – PALENQUE KM 500

Sveglia all’alba per la visita al sito di Calakmul. Immerso nella riserva della biosfera omonima, il sito si estende per circa 70 kmq ed è raggiungibile percorrendo in auto circa 20 km di strada interna, e altri 40 con navette della struttura. Qui la scelta è stata quella di lasciare le rovine Maya emerse dalla foresta solo appena liberate dalla morsa della fitta foresta circostante, senza disboscamento massiccio. Il risultato è sorprendente: templi e piramidi che appaiono come appena scoperti, raggiungibili tramite percorsi pedestri in mezzo alla giungla, abitata da molti animali tra cui il mitico giaguaro. Ci raccomandano di non allontanarci dal sentiero predisposto. Il sito lascia il segno, forse ancor più di altri più blasonati, come avremo modo di scoprire. Quindi partenza per Palenque via Escarcega, dove riforniamo l’automobile e i nostri stomaci. Qui per la prima di tre volte, al distributore Pemex che di fatto monopolizza la vendita dei carburanti su ogni tipo di strada messicana, tentano di fregarci. Il consiglio è quello di aprire lo sportellino del carburante solo quando ci si trova accanto alla pompa, e controllare l’avvenuto azzeramento del contatore prima del rifornimento. Raggiunta Palenque, sistemati all’hotel Villa Mercedes lungo la via che conduce al sito archeologico, passeggiatina in centro, che si rivela assai vivace e affollato sia da locali che da turisti. Dopo cena in città, poi rientriamo in hotel, che dispone di tutto ciò che possa confortare chi ha guidato per ore: piscina, sauna, spa e tutto il resto. Noi, stanchi, apprezziamo quasi subito il comodo lettone.

GIORNO 5: PALENQUE – SAN CRISTOBAL DE LA CASAS KM 200

Si inizia con la visita al sito di Palenque, che merita l’accompagnamento di una guida del posto. Trattiamo all’ingresso, e per 30 euro ci accompagna Enrique, giovane laureato in archeologia. Il sito è molto curato, e subito dopo l’ingresso si manifesta in tutto il suo splendore: Pakal, durante il suo lungo regno fece le cose in grande. Oltre a quanto emerso dalla foresta, molto altro si trova ancora sotto la fitta vegetazione circostante. Attiguo al sito si trova un piccolo museo, con accesso incluso nel biglietto di accesso alle ruinas. Lungo la strada sosta alle cascate di Agua Azul, molto rilassanti. In alcuni punti è possibile concedersi un bagno, e poi un veloce pasto in uno dei tanti localini che affollano le rive del fiume. Quindi in marcia per San Cristobal, 200 km di curve e topas, i mitici rallentatori che non sono semplici dossi, ma veri e propri muretti messi trasversalmente sulle strade. La carrettera è davvero impegnativa, impone bassissime velocità e massima attenzione, anche per la presenza continua di persone, animali e cose sulla carreggiata. Risultato, un numero spropositato di ore al volante rispetto ai chilometri da percorrere. Lo spettacolo che ai gode, anche in queste condizioni, è comunque eccezionale. E alla fine arriviamo in questa cittadina a 2200 metri slm. Passeggiata rilassante dopo accomodamento nel bell’hotel Ciudad Real, in pieno centro, e poi cena al Tierra Dentro, localino particolare assai, dalla bella atmosfera multiculturale.

GIORNO 6: SAN CRISTOBAL – SAN JUAN CHAMULA – ZINANCANTAN KM 40 CIRCA

Opportuna la sosta di due giorni in questa piccola, bella capitale culturale di una regione fiera delle proprie tradizioni, di cui tutto è permeato. Oltre a San Cristobal, visitiamo San Juan Chamula e Zinancantan, poco distanti. Abbiamo modo di assistere, in punta di piedi, a riti all’interno della cattedrale di San Juan al limite del paganesimo arcaico che convive con la profonda devozione verso Santi e Madonne imposte dai conquistadores spagnoli che qui sembrano andati via ieri l’altro. Animali vivi, viveri consumati subito dopo il rito direttamente sotto l’altare, ceri accesi in quantità tale da pregiudicare la salubrità dell’ambiente.

GIORNO 7: SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS – CHIAPA DE CORZO (SUMIDERO) – VILLAHERMOSA KM 400

Oggi si lascia il Chiapas, destinazione Villahermosa, nello stato del Tabasco. Prima, però, una sosta poco distante da San Cristobal, a Chapa de Corzo, per una discesa in lancia lungo il canyon del Sumidero, a risalire il Grijalva, che lungo il suo corso si incunea tra pareti alte fino a 1000 metri. Dopo aver atteso per un’ora e mezza che l’imbarcazione avesse il numero sufficiente di persone per poter partire, via verso questa escursione che potevamo tranquillamente tralasciare, con il senno del poi, anche perché intanto il pomeriggio si avvicina, e questo tragitto ci viene descritto come lungo, difficile e anche pericoloso, se il tempo si mette male. E, infatti, sette ore non sono state sufficienti per arrivare a Villahermosa. Circa metà del viaggio, poi, lo abbiamo fatto sotto una pioggia costante e abbondante, che oltre a limitare molto la visibilità, contribuiva a creare guadi veri e propri, da superare a passo d’uomo. Ma alla fine siamo in Tabasco, e dopo una meritata doccia, in taxi si va a cena in centro. Scopriamo una città abbastanza squallida, umida, con pochi e trascurati locali, e un accenno di movida tamarra solo lungo le rive del suo fiume. Veloce rientro in hotel, il buon Hyatt Regency.

GIORNO 8: VILLAHERMOSA – CAMPECHE KM 490

Sveglia di buon mattino e tanta voglia di fuggire da questa città che francamente non ci è affatto piaciuta. In macchina senza neppure visitare il parco La Venta, unico luogo indicato dalle guide come interessante in una città dalle considerevoli dimensioni, e via: destinazione Campeche, quasi 500 km. Per fortuna le strade, in questo stato piatto ed umido, sono abbastanza buone, e in tardo pomeriggio giungiamo a destinazione. Raggiunto l’Holliday Inn, sul lungomare, doccia e via in centro. La città è bella, il suo centro ricco di palazzi restaurati e dai vivaci colori, lo zocalo con un frequentatissimo giardino e la bella cattedrale attigua. Approfittiamo anche di un caratteristico bus per un giro guidato della zona storica. Finito il tour, ci infiliamo in una specie di fiera popolare poco distante dallo zocalo, e ci confondiamo con la gente del posto, parliamo con loro, mangiamo con loro quello che loro mangiano di solito. Buonissime le marcasitas, specie di crêpes arrotolate e farcite con formaggio.

GIORNO 9: CAMPECHE – UXMAL – MERIDA KM 300

Dopo la serata trascorsa così piacevolmente, non ce la sentiamo di lasciare subito Campeche, e quindi decidiamo per una colazione in centro città. Arriviamo presto, con i negozi ancora chiusi, e l’atmosfera è incantevole. Si parte quindi per Merida, con sosta a Uxmal, e visita ai suoi siti Maya, che risulteranno tra i più belli visitati. Non ci dilungheremo per descrivere luoghi mille volte descritti, limitandoci a dire che la sosta è d’obbligo assoluto. Giungiamo a Merida di pomeriggio, grazie a delle ottime strade insolitamente libere da topas se non in presenza dei posti di controllo della polizia. La città ci accoglie con un discreto caos, gestito con assoluta professionalità da un corpo di polizia locale che disloca su ogni incrocio almeno un agente, che con modi spicci blocca ora un flusso ora l’altro di traffico, consentendo a tutti di avanzare con una certa costanza. Ci concediamo una via di mezzo tra pranzo e cena in centro, ristorante Main Street, a due passi dallo zocalo, gustandoci dei camarones maya, ottimi ed abbondanti. Quindi via in hotel, Villa Mercedes. Ristorati, riposati e dopo il caffettino autoprodotto con la piccola moka che ci segue in tutti i nostri viaggi, all’uscita dall’hotel contrattiamo il classico giro turistico della città in carrozzella. Scendiamo in centro, dove come al solito fervono i preparativi per la festa serale. E noi ce la godiamo, la fiesta, con musica dal vivo e corpi di ballo locali che si esibiscono in piazza. Tutto molto bello.

GIORNO 10: MERIDA – Chichen Itza KM 120

Dopo aver visitato il mercato cittadino di Merida, si parte alla volta della mitica Cichen Itza. Si arriva abbastanza presto. Lungo la stradina che porta alle ruinas Maya, veniamo fermati da tale Salvatores, che esibisce regolare tesserino abilitativo, e sfoggiando un buon italiano si offre come guida per il sito. Contrattiamo e concludiamo: 40 euro; l’uomo si rivelerà poi preparato, erudendoci durante il giro. Fila, biglietti e si entra. E qui bisogna pur dire che qualcosa stona, qualcosa non va. Per la prima volta ci troviamo, ancor prima di intravedere i reperti archeologici, confusi in una folla di chiassosi turisti multietnici, a sfilare nei viali sterrati tra due file di bancarelle che vendono di tutto, magliette con logo, piramidi in ogni materiale, miniature di guerrieri Maya, tappeti, cappelli e via… Poi il sito si mostra in tutta la sua bellezza. Ed è davvero bella Cichen Itza, e va vista tutta, con il sapiente accompagnamento di Salvatores, che ci fa rivivere le partite della pelota nel magnifico, enorme campo, e ci mostra i bassorilievi che visualizzano la terribile fine dei soccombenti. E poi i sorprendenti giochi d’eco, e la discesa di Kalakhmul, il serpente piumato, dalla scalinata della gran piramide, El Castillo, e via e via. Ma tra le voci dei commercianti, le gomitate di chi assolutamente vuole quella inquadratura, e lo sciamare di pullmanate di turisti multilingue, beh un qualche rimpianto per la pura Kalakhmul e l’elegante Uxmal emerge. Dopo visita si va in hotel, il Villas Arqueologicas: da dimenticare… Cameretta angusta ed umida; la struttura deve sicuramente aver vissuto tempi migliori.

GIORNO 11: Chichen Itza – VALLADOLID – CANCUN KM 200

Di buon’ora abbandoniamo volentieri il Villas per puntare verso Cancun il muso della nostra vettura, che si è comportata alla grande in questi 11 giorni. Un po’ prima di Valladolid, deviazione per Dzitnup per una visita al cenote X-Keken. Il luogo è suggestivo, completamente interno a una grotta che apre la sua volta all’esterno solo per un piccolo foro, un paio di metri di diametro, forse meno. Da quell’apertura, in marzo e in settembre penetra un raggio di sole netto come una lama, che rende il tutto molto suggestivo. Valladolid ci accoglie un’oretta dopo, e scopriamo una cittadina davvero molto caratteristica. Ci perdiamo volentieri in una lunga, distensiva passeggiata lungo le sue strade tra palazzetti coloniali ben conservati, freschi giardini in piazza, un interessante mercato municipale. In pieno centro, inoltre, si può visitare il cenote Zaci, che nonostante sia quasi completamente all’aperto, non manca di interesse. Prima di rimetterci in marcia capitiamo in una specie di piazzetta coperta sotto cui trovano posto, in un’aria da sagra popolare, tavolini e sedie in legno. Sotto i portici che chiudono la piazza alcuni negozi e soprattutto molti ristorantini che non aspettano altro che servirci piatti della cucina locale. Paghiamo una cifra imbarazzantemente contenuta per un pasto completo e niente male, e poi partenza alla volta di Cancun, dove ritroviamo ospitalità presso il già noto Hyiatt Regency. Il nostro piccolo tour in queste meravigliose Regioni è finito. Conserveremo il ricordo di gente buona, cortese e disponibile, di luoghi ricchi di fascino, storia e culture diverse. Come sempre alla fine di un viaggio ci si ritrova più ricchi, e il mondo sembra un po’ più piccolo, popolato da persone tanto diverse tra loro eppure così in sintonia, se si sa comunicare con semplicità. Domattina si parte per l’ultimo trasferimento a Playa del Carmen, per un soggiorno di sole, mare e relax, ma questa è un’altra storia.

Gianni e Maria Cristina



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