Il mio pensiero vola…

Credo di aver scritto nella mia mente queste parole durante le lunghe ore passate in pullman tra gli altipiani e le pianure, forse più per me che perché altri la leggano. Viaggiare attraverso gli stati del Chiapas, del Tabasco, dello Yucatan ed infine del Quintana Roo è stato affascinante.Affascinante come scorrere le pagine di un libro di...
Scritto da: Marica C
il mio pensiero vola...
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Credo di aver scritto nella mia mente queste parole durante le lunghe ore passate in pullman tra gli altipiani e le pianure, forse più per me che perché altri la leggano. Viaggiare attraverso gli stati del Chiapas, del Tabasco, dello Yucatan ed infine del Quintana Roo è stato affascinante.Affascinante come scorrere le pagine di un libro di storia e di cultura generale tutto insieme, da dove , in ogni angolo spunta fuori qualcosa di nuovo, di strano, o di particolarmente seducente che ti lascia ogni volta col fiato sospeso. Il paese, la gente, la sua storia, tutto concorre a rendere il viaggio in Messico qualcosa di tutt’altro che scontato, qualcosa che va al di la delle sue grandi piramidi o delle chiese. Ho viaggiato in aereo, in pullman, in auto ..E anche a piedi, in ogni posto visitato ho scoperto qualcosa che lo differenziava dal precedente. Non vi annoierò con la descrizione dei vari siti archeologici, in tanti hanno già scritto. Forse questo mio scritto vi annoierà, ma volevo mettere su carta…O su schermo ,per lo meno, alcune visioni, alcuni quadri e paesaggi che mi sono apparsi, più per rendermi conto che è stato reale, che per dare informazioni sul luogo. Voglio partire dall’aereo, il mezzo più usato per percorrere le lunghe distanze di questo sconfinato paese.Ti permette di recuperare tempo, e allo stesso di perdere parte del viaggio. Dall’alto in Messico ti propone una prima diversificazione. Parti da Cancan, o da Merida e tutto quello che vedi attorno a te sono le sterpaglie di un terra di Siena tendente al verde, e in alto le nuvole. Messico e nuvole…Quanto è vero!!!E poi ti sposti verso nord, verso Villahermosa e tutto si fa di un verde intenso, per poi veder alzarsi le montagne, e le gole e tornare tutto di un monotono colore verso il Chiapas.Gli aeroporti sono caotici nella loro disorganizzazione, ma sono il mezzo più comodo per le lunghe distanze. In pullman la situazione è diversa, tutto è più a portata d’occhio, e ogni villaggio che incontri, ogni casa isolata ti dice qualcosa sui suoi abitanti. Le strade si inerpicano in alto. C’è l’interstatale, quella che dal Canada arriva alla terra del fuoco, che passa dal Chiapas e ti accompagna per un tratto, rendendo le cose più semplici all’autista. Ci sono le stradine che portano ai villaggi indios, a volte una buca continua, a volte terra rossa in un mare di verde. Prima di partire non avevo pensato all’altitudine.Ti immagini il mare dei caraibi e i pochi metri sul livello del mare; in Chiapas invece le strade si inerpicano alte per arrivare a san Cristobal a 2500 metri.Il fresco è pungente, la nebbia alla mattina avvolge le montagne, sembra di essere sul Trentino, e invece sei dall’altra parte del mondo.Vedi il cerro dal quale ,alta , sventola la bandiera messicana,vedi le cime delle montagne e senti nell’aria un odore di storia, pensi che qui c’erano i maya, o meglio ci sono ancora ,nascosti tra le tante etnie che popolano il paese.Ti volti e credi di scorgere un guerriero, ma poi ci rifletti e ti chiedi se è un antico maya o uno zapatista. Qui c’è ancora un grosso credo nei guerrieri zapatisti.Il chiapas e la zona di Ocosingo sono il cuore della guerriglia.Nella piazza della cattedrale di san Cristobal le bambine cercano per venderti le bamboline che raffigurano il loro idolo, il loro eroe, il Sub comandante; non si risparmiano le magliette.Non è un business occidentale ,però, lo fanno più per credo ,penso. Oltre il paesaggio che si incontra per la strada, i grandi alberi tropicali, i banani, le piantagioni di caffè coi chicchi distesi sull’asfalto delle strade per asciugare; la gente è quella che ti rimane più impressa. La gente e i colori.Nel Messico le tribù hanno tutte i loro colori.Sono imparentati tra loro, nel senso che le loro tradizioni nascono da un ceppo comune, ma ognuna ha qualcosa di diverso, e tutto nasce dai colori. I loro vestiti esibiscono il loro clan.Ogni etnia ha le sue tinte e tu subito rimani tramortito dai colori vivaci.Al mercato è tutto un mescolarsi, mentre sulla strada riconosci il cambiamento di regione dai colori dell’abbigliamento. Le donne di montagna portano una lunga gonna di panno nera, con sopra le camicette del loro colore: a Zinalcantàn sono fucsia con variopinti ricami di fiori, più in basso, a San Cristobal sono rosse, mentre tra le montagne sono bianche, con la stessa gonna nera.Lo stesso gli uomini, con le camice colorate, i pantaloni corti fatti con un unico pezzo di stoffa, a mo di mutandoni; e il cappello dai lunghi fiocchi per la festa. Si, i fiocchi li portano anche gli uomini sui cappelli a simboleggiare l’essere ammogliati o meno, mentre le donne si adornano le lunghe trecce nere con coloratissimi nastri.Nella pianura le cose sono uguali, le donne dello Yucatan indossano tuniche bianche coi grossi ricami, più a nord sono gialle, ma se ne possono incontrare rosse, fucsia , verdi… L’abbigliamento è rimasto quello di secoli fa… e anche il modo di vivere. Le case fuori dalla città sono ancora fatte di legno e lamiera, lavorano i campi con attrezzi antichi e portano le fascine di legna con una pezza di pelle legata sulla fronte.Mi è capitato di vedere una famiglia che aveva appena fatto legna, seguire i sentieri delle montagne portando pesanti fascine sulla testa, col cane e l’asino che li seguivano. Sono scene di secoli, millenni fa, che ancora oggi trovi per strada.Le macchine moderne si affiancano all’asino, in un susseguirsi di vecchio e nuovo che lascia di stucco. La modernità ha anche il rovescio della medaglia.La sporcizia. L’inquinamento. Sono rimasta disgustata dalla quantità di rifiuti che si trovano per le strade, ovunque bottiglie di plastica,non esistono cestini, basta la strada… Il paesaggio così sull’altipiano è tremendo!!! Gli abitanti della zona hanno da sempre avuto l’abitudine di buttare i loro rifiuti nell’orto, e questo da millenni, tanto erano biodegradabili e non avevano problemi di sporcizia, oggi con l’avvento della plastica la gente non si rende conto della differenza e continuano a gettare i loro rifiuti ovunque si trovino, poco consci del fatto che la plastica non si decompone così facilmente!! Arrivando in Tabasco gia le cose si rimettono meglio, le strade sono più pulite. Le montagne finiscono e lasciano il posto a pianure verdissime dove le mucche pascolano tranquille chiacchierando con gli aironi. Su Villahermosa e le sue verdissime paludi ho visto una scena che mi ha mozzato il fiato: uno stormo di fenicotteri ha preso il volo e ha formato una nuvola rosa che volava all’unisono mi sono sentita leggera come loro in quel momento, e il mio pensiero è andato lontano: rimango senza parole al solo pensarci. Lo Yucatan e il Quintana Roo si assomigliano.La pianura e le sterpaglie: le uniche colline sono i resti delle piramidi ancora da ristrutturare I villaggi sono gli stessi del Chiapas, la differenza è che qui la gente è più aperta, e si apre in grossi sorrisi. Il quintana Roo e la regione più turistica, assomiglia più all’America, e i servizi sono più europei.Tutto è più frettoloso e dedito al turismo. Basta spostarsi un po verso l’interno, lasciarsi la costa alle spalle e anche qui scopriamo che la gente è sempre quella che abbiamo incontrato in Chiapas, forse più relegata ancora dalla differenza tra i ricchi e i poveri. La macchina è essenziale per il viaggio in Messico. Le strade sono abbastanza buone e la macchina ti permette di percorrerle col tuo tempo, senza dover seguire i tempi delle guide.E il Messico va seguito, va capito con la lentezza di una sieste pomeridiana, lasciandosi cullare dal sole, dalle foglie agitate dal vento, in modo da capite meglio che ci abita e il senso della loro vita tranquilla. Le strade del Quintana Roo sono costellate di cartelli stradali che ricordano le minime leggi della sicurezza, sono pedanti, ma al limite del redicolo, come quello che ti chiede di rispettare i cartelli(non i segnali!!)!! Forse mi sono lasciata andare un po, chissà in quanti di voi sono arrivati in fondo e quanti si sono annoiati. Mi spiace, a volte la mente corre e le dita la seguono senza fermarsi in inutili considerazioni di lunghezza. Forse il mio scritto sarà poco utile, ma ricordare le emozioni di un viaggio a volte va al di là dei soli monumenti e città, ci vorrebbe un foglio per tutte le persone, per tutti gli angoli caratteristici che ho visto, e allora davvero uno solo non basterebbe…

… Oltre il paesaggio che si incontra per la strada, i grandi alberi tropicali, i banani, le piantagioni di caffè coi chicchi distesi sull’asfalto delle strade per asciugare; la gente è quella che ti rimane più impressa. La gente e i colori.Nel Messico le tribù hanno tutte i loro colori.Sono imparentati tra loro, nel senso che le loro tradizioni nascono da un ceppo comune, ma ognuna ha qualcosa di diverso, e tutto nasce dai colori. I loro vestiti esibiscono il loro clan.Ogni etnia ha i suoi tinte e tu subito rimani tramortito dai colori vivaci.Al mercato è tutto un mescolarsi, mentre sulla strada riconosci il cambiamento di regione dai colori dell’abbigliamento. Le donne di montagna portano una lunga gonna di panno nera, con sopra le camicette del loro colore: a Zinalcantàn sono fucsia con variopinti ricami di fiori, più in basso, a San Cristobal sono rosse, mentre tra le montagne sono bianche, con la stessa gonna nera.Lo stesso gli uomini, con le camice colorate, i pantaloni corti fatti con un unico pezzo di stoffa, a mo di mutandoni; e il cappello dai lunghi fiocchi per la festa. Si, i fiocchi li portano anche gli uomini sui cappelli a simboleggiare l’essere ammogliati o meno, mentre le donne si adornano le lunghe trecce nere con coloratissimi nastri.Nella pianura le cose sono uguali, le donne dello Yucatan indossano tuniche bianche coi grossi ricami, più a nord sono gialle, ma se ne possono incontrare rosse, fucsia , verdi… L’abbigliamento è rimasto quello di secoli fa… e anche il modo di vivere. Le case fuori dalla città sono ancora fatte di legno e lamiera, lavorano i campi con attrezzi antichi e portano le fascine di legna con una pezza di pelle legata sulla fronte.Mi è capitato di vedere una famiglia che aveva appena fatto legna, seguire i sentieri delle montagne portando pesanti fascine sulla testa, col cane e l’asino che li seguivano. Sono scene di secoli, millenni fa, che ancora oggi trovi per strada.Le macchine moderne si affiancano all’asino, in un susseguirsi di vecchio e nuovo che lascia di stucco. La modernità ha anche il rovescio della medaglia.La sporcizia. L’inquinamento. Sono rimasta disgustata dalla quantità di rifiuti che si trovano per le strade, ovunque bottiglie di plastica,non esistono cestini, basta la strada… Il paesaggio così sull’altipiano è tremendo!!! Gli abitanti della zona hanno da sempre avuto l’abitudine di buttare i loro rifiuti nell’orto, e questo da millenni, tanto erano biodegradabili e non avevano problemi di sporcizia, oggi con l’avvento della plastica la gente non si rende conto della differenza e continuano a gettare i loro rifiuti ovunque si trovino, poco consci del fatto che la plastica non si decompone così facilmente!! Arrivando in Tabasco gia le cose si rimettono meglio, le strade sono più pulite. Le montagne finiscono e lasciano il posto a pianure verdissime dove le mucche pascolano tranquille chiacchierando con gli aironi. Su Villahermosa e le sue verdissime paludi ho visto una scena che mi ha mozzato il fiato: uno stormo di fenicotteri ha preso il volo e ha formato una nuvola rosa che volava all’unisono mi sono sentita leggera come loro in quel momento, e il mio pensiero è andato lontano: rimango senza parole al solo pensarci. Lo Yucatan e il Quintana Roo si assomigliano.La pianura e le sterpaglie: le uniche colline sono i resti delle piramidi ancora da ristrutturare I villaggi sono gli stessi del Chiapas, la differenza è che qui la gente è più aperta, e si apre in grossi sorrisi. Il quintana Roo e la regione più turistica, assomiglia più all’America, e i servizi sono più europei.Tutto è più frettoloso e dedito al turismo. Basta spostarsi un po verso l’interno, lasciarsi la costa alle spalle e anche qui scopriamo che la gente è sempre quella che abbiamo incontrato in Chiapas, forse più relegata ancora dalla differenza tra i ricchi e i poveri. La macchina è essenziale per il viaggio in Messico. Le strade sono abbastanza buone e la macchina ti permette di percorrerle col tuo tempo, senza dover seguire i tempi delle guide.E il Messico va seguito, va capito con la lentezza di una sieste pomeridiana, lasciandosi cullare dal sole, dalle foglie agitate dal vento, in modo da capite meglio che ci abita e il senso della loro vita tranquilla. Le strade del Quintana Roo sono costellate di cartelli stradali che ricordano le minime leggi della sicurezza, sono pedanti, ma al limite del redicolo, come quello che ti chiede di rispettare i cartelli(non i segnali!!)!! Forse mi sono lasciata andare un po, chissà in quanti di voi sono arrivati in fondo e quanti si sono annoiati. Mi spiace, a volte la mente corre e le dita la seguono senza fermarsi in inutili considerazioni di lunghezza. Forse il mio scritto sarà poco utile, ma ricordare le emozioni di un viaggio a volte va al di là dei soli monumenti e città, ci vorrebbe una pagina per tutte le persone, per tutti gli angoli caratteristici che ho visto, e allora davvero un solo racconto non basterebbe…

Lo Yucatan e il Quintana Roo si assomigliano.La pianura e le sterpaglie: le uniche colline sono i resti delle piramidi ancora da ristrutturare I villaggi sono gli stessi del Chiapas, la differenza è che qui la gente è più aperta, e si apre in grossi sorrisi. Il quintana Roo e la regione più turistica, assomiglia più all’America, e i servizi sono più europei.Tutto è più frettoloso e dedito al turismo. Basta spostarsi un po verso l’interno, lasciarsi la costa alle spalle e anche qui scopriamo che la gente è sempre quella che abbiamo incontrato in Chiapas, forse più relegata ancora dalla differenza tra i ricchi e i poveri. La macchina è essenziale per il viaggio in Messico. Le strade sono abbastanza buone e la macchina ti permette di percorrerle col tuo tempo, senza dover seguire i tempi delle guide.E il Messico va seguito, va capito con la lentezza di una sieste pomeridiana, lasciandosi cullare dal sole, dalle foglie agitate dal vento, in modo da capite meglio che ci abita e il senso della loro vita tranquilla. Le strade del Quintana Roo sono costellate di cartelli stradali che ricordano le minime leggi della sicurezza, sono pedanti, ma al limite del redicolo, come quello che ti chiede di rispettare i cartelli(non i segnali!!)!! Forse mi sono lasciata andare un po, chissà in quanti di voi sono arrivati in fondo e quanti si sono annoiati. Mi spiace, a volte la mente corre e le dita la seguono senza fermarsi in inutili considerazioni di lunghezza. Forse il mio scritto sarà poco utile, ma ricordare le emozioni di un viaggio a volte va al di là dei soli monumenti e città, ci vorrebbe una pagina per tutte le persone, per tutti gli angoli caratteristici che ho visto, e allora davvero un solo racconto non basterebbe…

Ciao a tutti!!!



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