Voglio tornare in Messico!!!

Nel 1999 sono stata in Messico con due amici e da allora aspetto solo il momento in cui potrò tornarci! Il nostro viaggio è iniziato il 12 luglio 1999 alle 10.00 dall’aereoporto di Malpensa. Siamo partiti in due, il terzo sarebbe arrivato successivamente, il 21 a Durango. Avevamo ciascuno uno zaino di poco più di dieci chili e un biglietto...
Scritto da: Simona Scolari
voglio tornare in messico!!!
Partenza il: 12/07/1999
Ritorno il: 26/08/1998
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3500 €
Nel 1999 sono stata in Messico con due amici e da allora aspetto solo il momento in cui potrò tornarci! Il nostro viaggio è iniziato il 12 luglio 1999 alle 10.00 dall’aereoporto di Malpensa. Siamo partiti in due, il terzo sarebbe arrivato successivamente, il 21 a Durango. Avevamo ciascuno uno zaino di poco più di dieci chili e un biglietto aereo andata e ritorno comprensivo di due viaggi interni (Città del Messico-Chihuahua per il 14 luglio e Cancun-Città del Messico per il 24 agosto), oltre che le idee un po’ confuse su cosa andavamo cercando. PRIMO GIORNO 12/7 L’impatto è stato incredibile e sconvolgente: atterrati su Città del Messico (proprio sopra… L’aereoporto non compariva mai, solo case, case e case e ancora case) intorno alle 19.00 abbiamo subito scoperto che il nostro bagaglio era rimasto a Madrid, dove avevamo fatto scalo per una frazione. Poco male. Abbiamo davanti 45 giorni, non possiamo mica lasciarci scoraggiare subito da così poco! Pernottiamo all’Hotel Buenos Aires e scopriamo subito come interpretare la nostra peraltro preziosissima guida Lonely Planet: meglio diffidare di frasi come “semplice, ma pulito e dignitoso” o “ottimo rapporto qualità prezzo”! Vivamente sconsigliato l’Hotel Buenos Aires, centrale, ma per nulla economico, con bagni al piano (nulla di male non fosse che erano tutti senza porta) e un odore di disinfettante da far lacrimare gli occhi e colare il naso tutta la notte. Molto meglio l’Hotel Washington, altrettanto centrale (duecento metri dallo Zocalo), conveniente e pulito. SECONDO GIORNO 13/7 Il mattino alle cinque siamo svegli (il maledetto fuso orario ci farà penare per giorni…) e cerchiamo disperatamente qualcosa da mangiare. Troviamo il Café El Popular che, insieme allo Jugos Canadá, è uno dei posti che consiglio: colazioni abbondanti ed economiche oltre che gustosissime! Allo Jugos Canadá consiglio di prendere un liquado de leche alla frutta (provate la sandia, l’anguria): non lo dimenticherete facilmente! Con un pulman, che subisce più di un controllo da parte della polizia, andiamo a visitare Teotihuacan. Pernottiamo all’Hotel Washington.

TERZO GIORNO 14/7 Ripartiamo, dopo aver finalmente recuperato i nostri bagagli, per Chihuahua. L’arrivo è divertente: l’aereoporto è un piccolo prefabbricato, l’aereo atterra lungo, esce dalla pista, è costretto a fare marcia indietro. Dopodiché ci abbandona sulla pista dove a piedi raggiungiamo la costruzione e i nostri bagagli. Pernottiamo all’Hotel San Juan, un albergo vecchio e dall’aspetto un po’ equivoco, ma affascinante, con il suo cortile decorato da piastrelle colorate. Da Chihuahua intendiamo prendere il treno che percorre la Barranca del Cobre e arriva a Los Mochis. Purtroppo non è facile capire come prenotare il biglietto e dove trovare la stazione…

QUARTO GIORNO 16/7 Rassegnati, decidiamo di partire in pulman. Con un viaggio di circa 5 ore attraverso lande desolate e una bufera da far accapponare la pelle, arriviamo a Creel, una piccolissima cittadina sulla linea ferroviaria per Los Mochis intorno alla quale vivono gli indios Tarahumara. Dormiamo e ceniamo alla Casa Margarita, una specie di ostello pieno di gente di tutte le età. Nel pomeriggio visitiamo il lago Arareco, a sette chilometri dalla città. Si può raggiungere a piedi, in mazzo a uno scenario dolomitico, oppure facendo l’autostop. Non vale la pena di pagare una visita guidata apposta. Sul lago si può noleggiare una barca. Nel frattempo cerchiamo di capire come prendere il famoso treno. Attenzione: è obbligatoria la prenotazione, ma da Creel non si può prenotare! QUINTO GIORNO 17/7 Visitiamo la cittadina e i dintorni tentando di capire come fare ad andarcene da lì.

SESTO GIORNO 18/7 Visitiamo le sorgenti termali di Recohuata approfittando questa volta di una gita organizzata dalla stessa Casa Margarita. La gita richiede un certo allenamento fisico. Io, milanese dal culo pesante, qualche problema l’ho avuto. Un pulmino porta fino ad un certo punto. Poi c’è una discesa molto ripida di circa due ore, che a salire ne richiede quattro. In fondo c’è un torrente e, al lato una vasca che raccoglie l’acqua calda che esce dal terreno. Bhé! Una goduria! SESTO GIORNO 19/7 Decidiamo di ignorare la prenotazione del treno: alle 13.00 arriva il treno di seconda classe, vivamente sconsigliato dalle guide, vivamente consigliato da me: è più divertente, si conosce gente più interessante, si vedono tutti i paesini sul tragitto, va più piano per cui il panorama si gusta meglio. Inoltre costa quasi cinque volte meno della prima classe. Certo, qualche inconveniente c’è: dovrete stare per un po’ di tempo in piedi prima che si liberino i posti, impiegherete 13 ore per fare 350 chilometri. Vabbé, tanto siete in vacanza! Alle tre di notte arriviamo a Los Mochis dove dormiamo qualche ora in stazione tra i grilli che ricoprono a centinaia il pavimento.

SETTIMO GIORNO 20/7 Appena gli autobus cominciano ad andare ne prendiamo uno per Mazatlan, dove ci fermiamo solo qualche ora per fare il primo bagno nel Pacifico. Poi, alle 20.00 riprendiamo il viaggio verso durango: uno dei due viaggi in pulman più traumatizzanti della mia vita! OTTAVO GIORNO 21/7 Arriviamo al mattino, piuttosto sconvolti, ma è impossibile trovare un posto in cui dormire a causa di una fiera. Ci portiamo allora verso l’aereoporto (distante cinque chilometri dalla città che consiglio di percorrere intaxi: autobus non ce ne sono e a piedi, sebbene la distanza non sia molta, si rischia di essere sbranati dalle zanzare!) dove accogliamo il terzo che si unisce al viaggio e scappiamo verso Zacatecas. Arriviamo a Zacatecas e dormiamo presso un hotel sul Parque Enrique Estrada. La città è molto bella e alla sera è molto animata.

NONO GIORNO 22/7 Visitiamo la città: la Catedral, la Plaza de Armas, il Museo Pedro Coronel.

DECIMO GIORNO 23/7 Visitiamo la Mina El Edén, una miniera. Nella zona sono molte le miniere abbandonate da cui un tempo si estraeva l’argento. Prendiamo il teleferico che attraversa sospeso nel vuoto la città e arriva al Cerro de la Bufa o La Bufa, una formazione rocciosa dalla forma particolare.

UNDICESIMO GIORNO 24/7 Riprendiamo il viaggio: l’intenzione è quella di raggiungere Real de Catorce (ebbene si, Salvatores ci ha influenzati nella scelta di questo viaggio…). Non è una cosa semplicissima: è necessario prendere un autobus per San Luis Potosì, poi un secondo per Matehuala e infine uno per Real de Catorce che attraversa il deserto e percorre la famosa strada spagnola di cui parla Valeria Golino nel film fino ad arrivare al tunnel che porta al paese. Il tunnel è strettissimo, il pulman ci passa appena. Il clima dall’altra parte è quello del deserto: caldo di giorno e molto freddo di notte con un fastidioso vento gelido. Dormiamo all’albergo La Providencia, con una strepitosa vista sull’intero paese che si trova addormentato sull’altipiano ai piedi del quale si trova il deserto. Cena da Valerio, ristorante italiano in piazza: consiglio la carbonara, le uova e la pancetta in messico sono da provare! DODICESIMO GIORNO 25/7 Visitiamo la città: il Palenque de Gallos, il cimitero, la chiesa di San Francesco, con i retablos di centinaia di persone che sono venute qui a ringraziare il santo di essere intervenuto in qualche situazione di pericolo.

TREDICESIMO GIORNO 26/7 Visita guidata nel deserto. Se volete sapere se ci sono veramente i peyote, però, dovrete andarci, io non ve lo dico! QUATTORDICESIMO GIORNO 27/7 Dopo aver tentato invano di prendere il treno dalla stazione di Real, a 17 chilometri dalla città, con un autobus ci allontaniamo verso Guadalajara. A Guadalajara dormiamo alla Posada San Pablo, un albergo tranquillo con camere spaziose e pulite non lontano dal centro.

QUINDICESIMO GIORNO 28/7 Visitiamo Guadalajara: la Cattedrale, il Parque Agua Azul, la Plaza de Armas e il Palacio del Gobierno, l’Accademia di Belle Arti…

SEDICESIMO GIORNO 29/7 Con un pulman andiamo ad Ajijic, sul lago de Chapala. Intorno al algo non c’è quasi nulla, l’acqua sembra ferma e paludosa, l’inquinamento sicuramente altissimo.

Ceniamo e El Mexicano, un grande locale ricavato in un’unica grande stanza le cui pareti sono ricoperte di affreschi che celebrano la storia messicana. Se chiedete un caffé espresso vi porteranno anche una… cannuccia! Partiamo per Città del Messico.

DICIASSETTESIMO GIORNO 30/7 Ci tratteniamo a Città del Messico solo fino a sera e io vado a isitare il museo Frida Khalo, molto suggestivo. Alla sera partiamo per Oaxaca.

DICIOTTESIMO GIORNO 31/7 Arriviamo distrutti e cerchiamo una camera. La troviamo di fronte al Mercado 20 de Noviembre. Dopo una doccia non riusciamo però a rimanere a dormire e, nonostante la stanchezza iniziamo la visita alla città. Visitiamo lo Zocalo, la cattedrale, il Museo di Arte Contemporanea, laIglesia de Santo Domingo, il Museo Regional de Oaxaca.

DICIANNOVESIMO GIORNO 1/8 Naturalmente a non può mancare una visita a Monte Alban, l’antica capitale zapoteca, a pochi chilometri dalla città. Alla sera partiamo per Pochutla dove arriviamo il mattino seguente. Il secondo viaggio in autobus più traumatizzante! VENTESIMO GIORNO 2/8 Arrivati a Pochutla ci spostiamo con un taxi xollettivo a Zipolite dove oziamo per ben dieci giorni in una piccola pensione all’estremità sud della spiaggia a dieci metri dall’oceano.

Da qui in poi non racconto più nulla, prima di tutto perché mi sembra di aver occupato abbastanza spazio e poi perché credo che questa parte del Messico (Chiapas e Yucatan) sia quella più nota soprattutto al turista europeo. Le tappe successive, comunque, sono state San Cristobal de Las Casas, Ocosingo, Palenque, Merida, Uxmal, Chichen Itza, Tulum, Cancun, Città del Messico, Milano.

Ciao Ciao



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