Mercatini di Natale: Dresda e Lucerna

Atmosfera natalizia fantastica tra due dei mercatini di Natale più belli d'Europa
Scritto da: jurefax
mercatini di natale: dresda e lucerna
Partenza il: 15/12/2014
Ritorno il: 20/12/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Siamo una giovane coppia (24 anni) di Roma e abbiamo deciso di trascorrere una settimanella in due città che si dice abbiano i più bei Mercatini di Natale d’Europa. Complessivamente (Voli, Alberghi, Cibo, Regali vari), il viaggio è costato sui 1200 Euro a testa ma il grosso è stato speso nei 2 giorni e mezzo passati a Lucerna (eh, cara la Svizzera..)

LUNEDÌ 15

Volo Easyjet, con partenza alle 7:15 da Fiumicino e durata di un’oretta e tre quarti con arrivo a Berlino Schoenefeld. Ci aspetta una bella arietta fresca ma, tutto sommato, secca che rende quei 5 Gradi di Temperatura quasi piacevoli, specie se si sta in un punto soleggiato. Aspettiamo circa una mezzoretta il pullman della Berlinbus che, direttamente dall’Aeroporto, ci condurrà a Dresda in circa due ore (N.B.: Conviene acquistare i biglietti un po’ di giorni prima, direttamente su Internet, in modo tale da risparmiare quasi il 50% sul prezzo del biglietto (a noi è costato 9 Euro a testa + 1 Euro per alloggiare il bagaglio in “stiva”)). Arriviamo a Dresda verso l’ora di pranzo e decidiamo di procedere a piedi fino all’albergo (che dista circa 15 minuti da dove l’autobus c’ha scaricato) in modo tale da poter dare subito un’occhiata ai mercatini della “parte nuova” di Dresda, a ridosso del fiume Elba: grandi, belli e con la particolarità che ogni stand appartiene a un paese diverso o a una particolare regione della Germania.

Albergo: Ibis Budget, in pieno centro storico (a due passi dal più grande e antico mercatino della città) e con un eccezionale rapporto qualità/prezzo. Abbiamo pagato 52 Euro a testa per due notti, colazione esclusa e, per quello che ci ha offerto, si è rivelato veramente un’ottima scelta. Unica nota dolente, l’impossibilità di aprire la finestra per accedere al piccolo balcone (motivi di sicurezza, c’hanno detto).

Dopo esserci sistemati e rilassati un attimo, decidiamo di visitare il grande mercatino accanto l’albergo. Favoloso. Il clima che lì si respira è totalmente diverso rispetto a quello delle misere bancarelle che fino all’anno scorso occupavano, ad esempio, Piazza Navona. Tanta tanta gente, tutti con una bella tazza di Gluhwein (Vin Brulè) in mano e poi stand su stand che vendono ogni tipo di leccornia, dal dolce al salato. Chiaramente, il piatto forte sono i Wurstel (completamente differenti da quelli che comprereste al supermarket sotto casa qui in Italia), ma non mancano i funghi, i crauti e tanti altri piatti come panzerotti ripieni di speck e formaggio. Considerate anche che un buon 70% delle bancarelle vendono cibo; insomma, diciamo che si cerca sempre di assaggiare tutto ma, a meno di non possedere stomaci forti e portafogli belli carichi, è difficile riuscire nell’impresa. I costi, come detto, sono abbastanza altini. Diciamo che se si assaggiano tre portate e si prende un bicchiere di Gluhwein, 15-20 Euro son facile da spendere. N.B. Per il Gluhwein, si usa pagare una sorta di “cauzione” di 5 Euro ogni qual volta venga fornita una nuova tazza; ad ogni bevuta, potete scegliere se riportare indietro la tazza e riscattare i vostri soldi o tenervela tutta per voi (e le tazze son carine). L’unico problema è che ogni mercatino (e a Dresda sono almeno cinque i Mercatini) ha la sua tazza, quindi questo giochetto non vale con tazze di mercatini diversi.

Dopo esserci rifocillati e aver fatto un veloce giro, decidiamo di andare a visitare il Museo dei Trasporti, usufruendo anche dello sconto studenti che ci permette di pagare 3 Euro invece che 7 (altro che gli sconti che ti fanno qui in Italia). Consiglio: VISITATELO, specie per il padiglione dei Treni che contiene vere e proprie locomotive all’interno.

Prima di cena, giretto da Primark (una specie di H&M ma molto più bello ed economico) dove spendiamo un 50 Euro a testa comprando questo mondo e quell’altro e visita a un altro Mercatino (più piccolo) dove ci compriamo qualcosa di dolce. Infine, visita alla chiesta Protestante (molto bella) e cena alla Augustiner.

MARTEDÌ 16

Colazione da Starbucks (bleah) e poi si inizia a visitare un po’ meglio la città. Vediamo nuovamente il mercatino sotto casa e poi quello del Castello (bello, dove tutti hanno abiti medioevali e dove si può anche tirare con l’arco per soli due Euro). Prenotiamo due biglietti per il Teatro dell’Opera (Semper Opera House) per la sera seguente (19,5 Euro a testa per posti al terzo anello) e, dopo pranzo, andiamo a vedere quella che dicono sia la più bella Latteria del mondo, nella Dresda Nuova (carine le porcellane, buono il latte, belli i formaggi ma divieto assoluto di fare foto all’interno), e poi il Museo della Ricostruzione dove, tra foto e oggetti d’epoca, si ripercorre la storia di Dresda durante la Seconda Guerra Mondiale (dimenticavo di dirvi: verso la fine della guerra, Dresda fu pesantemente bombardata dagli alleati e cadde poi sotto mani sovietiche; fino ai primi anni ‘90 non venne ricostruita e, tuttora, su molti edifici (vedi la chiesa cristiana) sono ancora evidenti i segni del bombardamento, con mattoni e statue annerite dalle bombe incendiarie). La sera cena alla Paulaner, altra birreria decisamente più intima e buona della Augustiner dove ho potuto assaggiare l’oca arrosto.

MERCOLEDÌ 17

Ci aspetta una giornata parecchio impegnativa. Dopo aver fatto le valigie, sfruttiamo la possibilità che dà l’Ibis Hotel di depositare le valigie, per quanto tempo si vuole, in una stanzetta chiusa a chiave vicino la reception. Andiamo quindi a visitare lo Zwinger, piatto forte della città, dove all’interno vi sono ben tre musei: quello delle porcellane, quello dei dipinti (con quadri di Tiziano e del Canaletto) e quello della matematica e fisica. Purtroppo dedichiamo troppo tempo a quello delle porcellane (non che non sia bello, anzi, ma non era, per noi, di particolare interesse) e poco a quello della Matematica e Fisica, pieno di cose interessanti. ATTENZIONE: non perdetevi mai le chiavi dell’armadietto del guardaroba dove lascerete le vostre cose; non hanno chiavi di riserva. A me è successo e sono stato costretto a rigirarmi tutti i musei (che sono enormi) per trovare ‘sta benedetta chiave.

Dopo lo Zwinger, tocca al Museo del Castello, pieno zeppo di una parte (n.b.: sottolineo “parte”) dei tesori del Re di Sassonia (statue di argento e avorio, zaffiri, rubini, diamanti a mai finire, etc. etc.). Anche questo fu bombardato durante la guerra e molti tesori vennero derubati; nonostante tutto, le ricchezze lì ancora contenute sono tantissime.

Infine, visita alla chiesa cristiana, ultimo giro (ahimè) ai mercatini e poi direzione Semper Opera House. Scopriamo che è uno dei teatri dell’opera più importanti d’Europa e, in effetti, è molto grande (4 anelli) e molto molto bello e decorato. Assistiamo al concerto di una soprano (Anja Harteros) accompagnata da un pianista. Bello, veramente.

Torniamo quindi in Albergo (sono quasi le 23), ritiriamo i bagagli e ci avviamo all’Aeroporto di Dresda (con il trenino S3) dove ci attende subito una pessima sorpresa: il volo dell’Etihad Regional (operato dalla Darwin Airlines) delle 6:30 del mattino seguente che avrebbe dovuto portarci a Zurigo risultava già spostato alle 9 del mattino. Le informazioni che riescono a darci all’aeroporto sono poche; in sostanza ci dicono che conviene comunque dormire lì perché non è detto che tale ritardo venga poi effettivamente confermato. Insomma, ci prepariamo a passare la notte in aeroporto già parecchio arrabbiati poiché non eravamo stati neanche avvertiti del ritardo (della serie che se magari lo avessimo saputo prima, magari dormivamo un’altra notte in Albergo).

GIOVEDÌ 18

Non è finita qui: dormire lì in aeroporto è impossibile. A parte il freddo, ogni quarto d’ora un fastidiosissimo altoparlante annuncia (non so a chi, dato che c’eravamo solo noi due) di stare attenti ai bagagli e di non portare liquidi all’interno del volo. Finalmente albeggia, l’aeroporto comincia a popolarsi e la tizia del Check-in dell’Etihad (che fortunatamente parlava un perfetto Italiano) ci dice che il ritardo era confermato ma che erano ignote le cause. Alle 8, nuovo ritardo: l’aereo dovrebbe partire alle 10 per non specificati guasti tecnici. Finalmente, alle 10:15 decidono di imbarcarci in un altro aereo della compagnia charter Avanti Air. Il modello d’aereo è lo stesso (un ATR 72) di quello che avremmo dovuto prendere ed è praticamente vuoto: 16 passeggeri su 72 posti disponibili.

Arriviamo a Zurigo verso le 12:30 e da lì un’ora di Treno fino a Lucerna. La città è bellissima e ancor più bello è l’albergo che abbiamo prenotato, il Seeburg. Sta a circa 10-15 minuti di autobus dal centro di Lucerna, ma dà direttamente sul lago e la vista è fantastica. La prima cosa positiva che abbiamo notato è stata l’estrema cortesia di un’addetta alla reception. Avevamo scelto, infatti, di pagare in contanti ma, il giorno prima dell’arrivo, c’erano stati bloccati dall’albergo, a scopo precauzionale, 300 Franchi Svizzeri (circa 250Euro) sulla Carta che avevamo fornito al momento della prenotazione (su Booking). Non è la prima volta che accade una cosa simile e non sarebbe neanche un problema se i soldi venissero restituiti all’istante o se si disponesse di un budget abbastanza ampio; essendo due ragazzi, però, quei 300CHF avrebbero fatto la differenza e non potevamo permetterci di aspettarne la restituzione troppo a lungo. Fortunatamente, l’addetta alla reception è stata disponibilissima (parlava anche un buon Italiano) e ci ha permesso di pagare con gli stessi soldi bloccati sulla carta. Inoltre ci ha fornito consigli utilissimi per visitare la città. La camera, come accennavo, era meravigliosa: un quinto piano vista lago e con vasca da bagno (come da noi richiesto) nonostante avessimo pagato (di meno) per una stanza con vista foresta. Dall’interno della camera, non si notava neanche di avere una strada che separava l’albergo dal lago; panorama mozzafiato. I letti erano molto comodi, la stanza ampia e con un frigobar che fa sempre piacere avere. La hall era addobbata in modo splendido (considerate che eravamo sotto Natale) e anche dall’esterno l’edificio risultava parecchio decorato con tutte le lucine natalizie e un alberello illuminato su ogni balcone. Ultima nota positiva, la fermata del bus proprio davanti l’albergo (N.B. Su ogni fermata viene indicato l’orario d’arrivo dell’autobus, ed è sempre rispettato al minuto. Frequenza oraria: circa 3-4 corse). Il costo per due notti è stato parecchio più elevato rispetto a quello di Dresda (circa 130 Euro a testa), ma considerate che lì in Svizzera è tutto molto più caro.

Dopo esserci sistemati, finalmente dormiamo e, verso le 18, usciamo e andiamo a dare un’occhiata ai mercatini. A Lucerna sono “solo” 3, uno alla stazione (piccolino ma con la pista per il pattinaggio sul ghiaccio) e due nel centro storico, di cui uno etnico (con stand provenienti da vari paesi) e uno più tipico. Sono decisamente più piccoli rispetto a quelli di Dresda, ma il clima è grossomodo lo stesso.

Dopo cena, andiamo a fare un salto al Casinò giusto per vedere che aria tira. Il costo per il solo ingresso è di 10 CHF cadauno, di cui 5 spendibili in videopoker. Ovviamente li perdiamo subito e non tentiamo nemmeno di avvicinarci ai tavoli di Black Jack o alle Roulette.

VENERDÌ 19

Dopo una colazione mooolto dispendiosa (circa 20 Franchi per un caffè, un cappuccino, un cornetto e un pezzettino di torta), andiamo a vedere le mura di Lucerna. Da lassù la vista è fantastica. Successivamente, visita al museo storico, veramente bello e pieno di roba di ogni epoca (dalla spada del 4000 a.c. ai libretti per le razioni di cibo durante la Seconda Guerra Mondiale) e poi pranzo ai mercatini. Il costo medio per ogni pietanza è di circa 7-8 CHF. Se ne deduce che, per un pranzo, circa 25CHF a testa vanno via. Il pomeriggio andiamo a visitare il Museo dei Trasporti di Lucerna. N.B.: E’ FAVOLOSO, ENORME E MERITA ALMENO 5 ORE DI VISITA. Purtroppo l’inverno chiude alle 17, noi siamo arrivati alle 16 (la tizia alla biglietteria, che parlava italiano, è stata molto gentile e ci ha fatto pagare un quarto del costo del biglietto) e quindi abbiamo visto poco e niente. Ma meritava, veramente. Ci stanno treni interi, aerei interi, si può guidare un caccia o un elicottero in un simulatore e poi Dio solo sa cosa c’è nei padiglioni Auto e Navi che non abbiamo fatto in tempo a vedere.

La sera ci facciamo un giretto per i negozi (aperti fino alle 21) e andiamo a cena in un ristorantino specializzato in Fondue (dopo aver prenotato); ci sediamo fuori, la vista è molto bella (un primo piano con vista sul fiume), il cibo non eccessivo nelle portate ma molto buono, il conto molto caro. Due fondue, un antipasto e 0,375lt del vino più scrauso che avevano per la “modica” cifra di 120 Franchi Svizzeri.

SABATO 20

Con i fondi ormai ridotti all’osso, decidiamo di salire sul monte Rigi (la vetta del Pilatus era, invece, chiusa). Studiamo fino al centesimo ogni singola spesa e, dopo aver dedotto che ce la saremmo cavata pelo pelo, se tutto fosse filato liscio, con i soldi che ci restavano, prendiamo il battello che, in circa un’oretta, ci conduce a Vitznau da dove parte la Cremagliera (il trenino rosso) che si arrampica fino alla vetta (1800mt). Purtroppo, una volta arrivati in cima (Sì!! Finalmente c’era la neve!) ci troviamo avvolti in quella che non si capisce se sia una fittissima nebbia o delle fittissime nuvole. Fatto sta che l’obiettivo principale per cui eravamo saliti (il bel vedere) sembra impossibile da raggiungere. Dopo un’oretta lassù a giocare a palle di neve e a morirci di freddo, decidiamo di scendere. Per fortuna, il trenino fa diverse fermate prima di scendere fino a valle e, per (s)fortuna, tirava un vento fortissimo. Fatto sta che, nell’arco di pochi secondi, mentre eravamo sul trenino, il vento spazza via tutte le nuvole e la cima viene investita da un forte e bel sole. Scendiamo, dunque, alla prima fermata, aspettiamo il trenino che risaliva e torniamo in cima (il biglietto permetteva tutti questi sali e scendi senza pagare extra). Da lì corsa sulla neve fino al bel vedere, tempo per scattare due foto e corsa nuovamente al trenino per scendere. Ci fermiamo a metà discesa e prendiamo la funivia fino a Weggis. Da lì autobus e poi treno fino a casa.

La vacanza è ormai finita; resta solo il tempo per recuperare i bagagli in albergo, farsi un rapido e ultimo giretto ai mercatini e raggiungere la stazione per tornare a Zurigo da dove, un volo Vueling, ci riporta a Roma.

Bella, bella vacanza piena di cose fantastiche. Unica pecca, l’assenza di neve che avrebbe forse reso ancor più magica l’atmosfera che c’era.



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