Un viaggio a Malta a novembre

Visita di La Valletta e Giro turistico dell'isola di Malta e Gozo con auto a noleggio spendendo poco, in un fine settimana allungato.
Scritto da: Ricright
un viaggio a malta a novembre
Partenza il: 17/11/2018
Ritorno il: 20/11/2018
Viaggiatori: 2

Il volo per Malta era sempre risultato troppo caro ma questa volta ne troviamo uno che ci permette di volare andata e ritorno fino a Malta, con poco più di 50 euro a testa e non ci lasciamo scappare l’occasione. Con la stessa cifra, Simona ed io, prenotiamo un hotel tre stelle per tre notti, colazione inclusa a Gezira, a pochi passi da Sliema, a nord della capitale, La Valletta. Ottima posizione strategica per la visita. Ciliegina sulla torta, un’auto a noleggio per tre giorni a 29 euro. L’andata e ritorno in treno per l’aeroporto costerà € 44,20. Il budget totale è di 600 euro: ce ne restano ancora quasi 300 che cercheremo di farci bastare.

SABATO 17 NOVEMBRE 2018. Arriva il giorno della partenza. Il viaggio non inizia bene. Perdiamo la coincidenza per Pisa ad Empoli. Siamo costretti ad attendere il treno successivo ma raggiungiamo comunque in tempo, l’aeroporto. Andiamo diretti ai controlli del metal detector. Giorni fa, ho acquistato una cintura con fibbia in plastica dura, appositamente per i viaggi in aereo. Aspettavo con ansia che la signorina addetta al controllo, mi intimasse di togliere la cintura: è un classico che la macchina si metta a suonare, per la fibbia metallica che non ti sei tolto! E infatti ecco puntuale la bella signorina che mi dice: – “Si tolga la cintura, prego!” – Ed io: – “Grazie, non ho dimenticato di toglierla, questa può passare, non suona!” – Le rispondo con soddisfazione e senza darle tempo di replica. Attraverso la barriera elettronica del rilevatore metallico, mentre osservo compiaciuto, la sua faccia leggermente incredula, al mancato suono del detector. Mi sono preparato bene questa volta, ho pensato. Sono passato alla prima e senza problemi. Ricordo che ad uno dei primi voli, sono dovuto tornare indietro ben tre volte. La prima per la cintura, la seconda, ho dovuto togliere le scarpe a causa di alcune borchie metalliche. Alla terza, reggendomi i pantaloni, con la camicia di fuori e camminando scalzo, sembravo un deportato ed ho dovuto svuotare le tasche dagli spiccioli, facendo una figura alquanto meschina. A quel punto, mentre soddisfatto, mi appresto a recuperare velocemente il bagaglio, scatta un allarme. Improvvisamente, un poliziotto mi blocca e mi ordina con ferma risoluzione ed in modo un po’ scortese, come fossi un criminale, di tornare indietro. Rimango imbarazzato e subito capisco di non aver tolto il pc portatile dallo zaino. Ero talmente concentrato nel godermi la scenetta della cintura che non ho dato importanza all’avvertimento della signorina che diceva: – “attenzione, cellulari e pc fuori dalle borse” -. Mentre ritorno indietro, noto che la signorina, osservandomi ripassarle davanti, sorride sotto i baffi (che non ha) e mi sento un poco meno soddisfatto di me stesso. Piove e sono ben 18 gradi, quando arriviamo a Malta in perfetto orario. Fatichiamo per trovare il rental car all’interno del terminal. Con un inglese un poco arrugginito, Simona riesce a farsi consegnare le chiavi dell’auto a noleggio. Ritiriamo l’auto nel piazzale dell’aeroporto, poi…la guida a destra! È la prima volta: parto dal parcheggio e mi scaravento nel traffico, seguendo un’auto. Procede a 20 all’ora ma non ho il coraggio di superarla. Per svoltare a sinistra, tutto facile. Le cose si complicano alla prima rotonda, per non parlare del primo incrocio a destra, dove l’abitudine mi fa stringere troppo la curva. Mi ritrovo a cavallo della mezzeria, con il rischio di prendere un frontale. Cerco di rimanere più concentrato possibile. Il navigatore parla italiano ma solo se Simona mi ripete le indicazioni, capisco dove andare. Anche cambiare marcia non è facilissimo con la mano sinistra. Ogni tanto, do qualche gomitata sul lato interno dello sportello di destra, cercando il cambio da quella parte. Tuttavia, se pur tremolante e incerto, riesco a raggiungere l’hotel e a parcheggiare l’auto. Prima di uscire di macchina, mi accorgo che al rental car, non ci hanno consegnato il libretto di circolazione dell’auto. Faccio controllare a Simona anche nel vano portaoggetti, ma nulla neanche lì. Speriamo non ci fermi mai la polizia! Non piove più.

Dopo il check-in alla reception dell’hotel Bay View, saliamo in camera. La stanza è pressappoco come ce l’aspettavamo. Il mobilio è un po’ datato. Il bagno ha la doccia in alto, all’interno della vasca e non esiste una doccetta con flessibile. Tuttavia la pulizia è buona e ci sono tutti i confort standard. Posati i bagagli, usciamo. Sono quasi le 15. Ci fermiamo per un pranzo veloce, pochi passi sulla sinistra dell’hotel. Un locale gestito da siciliani. Ordiamo lasagne al sugo e tortelli al pesto con pistacchi, più un arancino siciliano a testa. Per bere, birra del posto: marca “Cisk”. Tutto per 18 euro e soprattutto parlando italiano. Poi velocemente a piedi verso l’imbarcadero. Il battello collega Sliema a La Valletta, traversando le acque dell’insenatura in circa 10 minuti, al prezzo di € 1,50. Purtroppo il servizio è sospeso a causa del mare mosso. Non è mia intenzione riprendere l’auto per oggi. Decidiamo di fare due passi per Sliema. Camminiamo per una mezzora, fino a buio. Sliema è praticamente un quartiere periferico de La Valletta, pieno di locali e con diversi bei negozi anche firmati. Una leggera pioggia inizia nuovamente a bagnare la strada. Decidiamo di rientrare in hotel per riposare. Stanchi e stressati dal viaggio nonché dalla guida al contrario, non ci preoccupiamo neppure della cena e ci addormentiamo. Verso le una di notte, un gran trambusto mi sveglia. Cerco di capire cosa stia succedendo. Le voci che sento, sono incomprensibili. Un suono quasi assordante, simile ad una sirena impazzita, continua a riempirmi le orecchie: sembra un allarme… forse un segnale antincendio. Ascolto con più attenzione, svegliandomi quasi del tutto. Simona si muove nel sonno e farfuglia qualcosa, tipo: – “cosa sta succedendo?”-. Le rispondo: – “Non so, forse un allarme antincendio!” -. Non sono sicuro che sia veramente sveglia perché sembra non recepire il pericolo. Rimane immobile e mi sembra che non apra neppure gli occhi. Sono tentato di alzarmi dal letto ed aprire la porta per rendermi meglio conto dell’accaduto. Non trovo la forza. Mi sembra però di capire che si tratti di un falso allarme. Sono ancora stanco. Mi giro e cerco di dormire ancora. Nella penombra della stanza, la piccola luce del bagno lasciata accesa, mi fa vedere che Simona è immobile e con gli occhi chiusi. Dorme tranquilla. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che tutta quella confusione si attenui e svanisca. Nel frattempo, anche io mi addormento nuovamente.

DOMENICA 18. Ci svegliamo presto, intorno alle 6:30 e dopo una doccia veloce ci vestiamo e scendiamo per la colazione. Era veramente tanto che non facevo una colazione in stile anglosassone. Bacon alla piastra, uova strapazzate, salame, wurstel, formaggio, pane. Poi ancora due brioscine dolci calde, un thè e un succo di arancia; Simona invece sceglie il classico caffè e latte con e brioscine dolci farcite. Una colazione da Re! Camminiamo lungo mare in direzione nord. Il sole fa capolino e tutto sembra più bello. Il mare è ancora agitato. All’imbarcadero, notiamo il solito cartello che ci avverte della sospensione del servizio per La Valletta. Decidiamo di raggiungerla in auto. Ritorna l’incubo della guida a sinistra ma cerco di non pensarci. Appena saliti, ci giunge la brutta notizia da casa: nonna Lucia è caduta e si è rotta il femore. Ci rimaniamo male ma da qua non possiamo fare molto. Essendo circa le nove della domenica mattina, non c’è molto traffico e mi destreggio abbastanza bene per le strade del centro. Troviamo subito un parcheggio dove lasciare l’auto. Inizia qui la visita della città vecchia. Percorsi appena 50 metri, ci troviamo in una enorme piazza con al centro una bellissima fontana. La famosa fontana del Tritone. Realizzata nella seconda metà del 1900 è opera dello scultore Apap Vincent. La piazza in cui è situata, dicono che la sera è spesso animata dai giovani maltesi che si incontrano sotto le pittoresche illuminazioni. Spiccano alte, le tre statue dei Tritoni mezzi uomini e mezzi pesci che sorreggono un grande piatto, da cui zampilla acqua e molteplici altri forti zampilli che provengono dal basso, ravvivano la scena. Il gruppo scultoreo è in realtà una lega Rame/Zinco/Stagno, pertanto è più corretto parlare di ottoni. Il Monumentale basamento della Fontana è invece in nobile Travertino Romano proveniente dalle cave di Tivoli. Infine il pavimento decorato dalle due fasce colorate che circonda la fontana è in cemento di elevatissima qualità, eseguito con una tecnica molto in uso qui a Malta, fino a qualche anno fa, chiamata: “mosaico”. La fontana è stata recentemente restaurata dal romano, Federico De Feo nel 2017. Sullo sfondo, le mura di fortificazione della città. Traversiamo un ponte sospeso nel vuoto. Un tempo attraversava lo specchio d’acqua che cingeva le mura. Eccoci in pieno centro storico. Qui, alcune costruzioni ultra moderne, come il nuovo palazzo del Parlamento, si mischiano a palazzi storici di epoche diverse e di notevole rilievo artistico come: il Vee Gee Bee Art oppure il teatro Reale, con stili che tendono soprattutto al barocco ed influenze diverse. Molto ricorrenti, i balconi dei palazzi chiusi da strutture in legno colorato a vetri. Sono una caratteristica propria, del paesaggio cittadino maltese. Tantissime le chiese. Visitiamo internamente, solo Carmelite Church. Vaghiamo per le strade del centro rigorosamente parallele e perpendicolari anche se spesso caratterizzate da grandi salite e discese che ricordano vagamente quelle di San Francisco. La città è interamente circondata dall’acqua del mare perché costruita su di una penisola all’interno di un grande golfo. Percorriamo per prima, la centrale Rebublic street che ospita anche molti negozi dalle grandi firme e locali di gran richiamo, come il famoso caffè Cordini nonché diversi altri palazzi importanti. Percorriamo la famosa e pittoresca S.ta Lucia street. Attraversiamo le due piazze principali adiacenti al palazzo Armoury, sede del National Library of Malta e dopo diversi giri, visitiamo il giardino Barrakka Gardens… da cui si ammira uno stupendo panorama sul lato sud-est della città con i centri periferici di: Senglea, Vittoriosa e Calcara: tre penisole densamente abitate che si protendono in mare, da quel lato, verso La Valletta. Non manca molto a mezzo giorno quando torniamo al parcheggio e saliamo nuovamente in auto. Ci dirigiamo adesso, verso Marsaskala, un paese a circa 10 km di distanza. È un simpatico agglomerato che si trova sul mare ma non fa parte dei circuiti turistici. Si sviluppa intorno a due baie principali denominate, Marsaskala e San Tumas che sono collegate tra loro, da una splendida passeggiata lungomare con vista sul porticciolo e sulle saline sottostanti. Facciamo due passi e poi scegliamo un posto dove pranzare. Ce la caviamo con 10 euro a testa per uno spaghetto al ragù con salsiccia per me e tortelli in salsa verde per Simona, il tutto annaffiato con birra Cisk del luogo.

Riprendiamo la strada in direzione di Marsaxlokk. ma credo che a un certo punto, sbagliamo strada. Finiamo su una specie di mulattiera tutta buche molto stretta. Incrociamo diverse altre auto e dobbiamo faticare per scambiarci. Tornati indietro con una manovra un po’ azzardata, arriviamo al paese. Un tipico agglomerato di pescatori. Conosciuta in italiano come Marsa Scirocco, si trova sempre sul mare, a 3 km da Marsaskala. E’ un piccolo centro di pescatori famoso per il mercato ittico della domenica, per i luzzi, le coloratissime barche che punteggiano le acque della baia e infine per i numerosi ristoranti di pesce sul lungomare. Marsa deriva dall’arabo e significa porto, xlokk invece in maltese significa scirocco con la x- che si pronuncia “sh”. Percorriamo l’intero mercato che non è solo di pesce e respiriamo la tipica aria di paese. Il pesce più pregiato, tra cui spigole e dentici, costa al massimo 12 euro al chilo ma si trovano anche polpi gamberoni triglie e… di tutto un po’. Sono già più delle 15 e visto che non voglio guidare di buio, dobbiamo sbrigarci se vogliamo raggiungere Blue Grotto. Circa 12 chilometri di strada buona per arrivare. Non chiedo neppure a Simona se vuole prendere una barca per visitare le grotte marine. Le imbarcazioni sono piccole e il mare ancora abbastanza mosso: occorre oltre mezzora per il giro turistico in barca e lei soffre il mare, molto più di me. Ho letto che si può vedere un ottimo panorama dall’alto, scendendo un percorso pedonale prima di arrivare all’imbarcadero. Ci fermiamo lì. Ci vogliono solo due minuti per raggiungere il punto panoramico: la vista è meravigliosa. Il tramonto del sole, aumenta la spettacolarità delle immagini. Mentre torniamo in albergo vediamo un raccapricciante incidente: un’auto ha imboccato una 4 corsie in senso opposto e si è verificato un frontale tremendo. Le ambulanze stanno arrivando mentre la polizia devia il traffico: sicuramente ci sono feriti gravi e speriamo nessuna vittima. Mi faccio un ipotetico segno della croce e proseguo la mia strada, rafforzando le attenzioni sulla guida. Parcheggiamo prima che faccia buio di fronte al nostro hotel. Arrivati in camera, ci riposiamo una mezzora e poi torniamo a fare due passi per Sliema prima di fermarsi a mangiare qualcosa per cena.

Camminiamo per il lungomare e torniamo lungo le strade piene di negozi di Sliema, già percorse la sera precedente. Alcuni negozi sono chiusi per il riposo domenicale ma la gente a passeggio è veramente molta. I locali sono tutti aperti e anche molto affollati. Decidiamo di proseguire la passeggiata fino alla punta estrema che si proietta a mare di fronte a La Valletta. Un percorso pedonale illuminato in maniera romantica, ci conduce fino in cima, dove si trova una costruzione con torre di avvistamento fortificata in pietra. Sulla punta di Sliema si esiste pure un complesso abitativo, con palazzi di oltre 10 piani. In mezzo, un enorme centro commerciale su 3 livelli. Lo visitiamo interamente. Ci sediamo poi, su una panchina della piazza principale del complesso, all’esterno, godendoci l’atmosfera pre-natalizia. Rientrando in albergo ci fermiamo a mangiare una pizza in un altro locale italiano: è molto buona e compresa la solita birra Cisk, spendiamo poco più di 10 euro in due.

LUNEDÌ 19. Anche il secondo giorno e la seconda notte, se ne sono andati. Ci svegliamo pressappoco alla stessa ora: le 6:30. Doccia e colazione ancora più ricca, in previsione di una giornata di esplorazione della famosa isola di Gozo, seconda come dimensioni e importanza a quella di Malta. Tornati in camera per gli ultimi preparativi, usciamo per prendere l’auto parcheggiata la sera precedente proprio di fronte all’hotel sul lato opposto della strada. Percorriamo tutta l’isola in direzione nord-ovest fino alla punta estrema di Cirkewwa percorrendo la costa nord per circa una trentina di chilometri. La costa è frastagliata e rocciosa, non è eccessivamente alta sul mare e nasconde qualche piccolissima, rara spiaggia. A Cirkewwa ci mettiamo in coda e attendiamo il traghetto per Gozo. Scopriamo che non importa pagare adesso ma lo si fa al momento dell’imbarco per il ritorno a Malta, nel porto di Mgarr. Abbiamo scaricato gli orari da internet. Secondo il programma partiamo alle 9:00, mentre il ritorno dovremmo prenderlo alle ore 15:00 per avere il tempo di visitare Mdina prima di buio. Il traghetto è puntuale e veloce, circa venti minuti di traversata, quaranta minuti compreso imbarco e sbarco. Messo le ruote a terra sull’isola di Gozo ci dirigiamo verso la spiaggia di IR RAMIA. Questa è una meravigliosa spiaggia di sabbia color arancio-rame incastonata tra lievi verdeggianti pendii. Non ci interessa calpestare la spiaggia, quindi raggiungiamo un punto panoramico da cui ammirare dall’alto quella che dicono essere, una spiaggia stupenda. Con il GPS del telefono riusciamo a trovare quel luogo che sembra dimenticato dal mondo ma dove in realtà, arrivano anche i pullman di turisti. A proposito devo anche ringraziare Moniasvario: nickname di una ragazza che attraverso un suo diario di viaggio, pubblicato sul sito “turisti per caso”, mi ha suggerito tutti gli agganci e gli spunti, per programmare questo bellissimo viaggio, senza sprecare tempo che, in questi casi di fine settimana allungati, è veramente oro colato.

Raggiungiamo Calypso Cave, il belvedere che domina quella stupenda spiaggia, passando per Xeukia di cui la cattedrale merita almeno una veloce fermata. La terrazza di Calypso cave, ci offre una vista veramente stupenda come preannunciato. Usufruisco dei bagni pubblici gratuiti che ci sono in loco e poi riprendiamo il nostro tour dell’isola. Seguiamo le indicazioni per Marsalforn. La località in se, non dice poi molto ma è tranquilla e bella paesaggisticamente. La Baia in estate dicono essere frequentatissima soprattutto dagli stessi maltesi che praticano sport come snorkeling o immersioni sub. Ci soffermiamo per una foto lungo la baia, sopra un terrazzo a mare situato in triq Santa Marja che domina il paese e l’insenatura intera. Proseguiamo seguendo la costa, quasi a pelo d’acqua. La strada poi, ad un tratto si impenna e sale improvvisamente da zero a 140 metri in meno di un chilometro. La nostra auto ha un motore diesel piccolo ma abbastanza potente, nonostante questo, in alcuni punti, ho temuto che non ce la facesse. Si giunge ad un paese chiamato: Iż-Żebbuġ. Giace allungato su una tranquilla collina a nord di Gozo con viste panoramiche sulla campagna gozitana e il Mediterraneo. Su un pendio di fronte Ta’ Ġurdan si può vedere il faro, noto come Sagħtrija. Abili artigiani vi producono olio di oliva, con metodi tradizionali. Nelle vicinanze esiste una cava di preziosa pietra d’onice scoperta nel 1700. I nativi di qui sono famosi per i loro bizzilla (pizzi), nsiġ (tessitura) e kutri tas-suf (coperte di lana di pecora). La campagna circostante è ideale per i pastori. Il latte da loro pecore produce alcuni dei gbejniet più bella di Gozo (formaggi poco tradizionali). Le baie di Marsalforn, Qbajjar e Xwejni sono facilmente raggiungibili di questo pittoresco villaggio. Tutti i locali di ricovero barche da pesca e sono posti popolari per nuoto e tuffi, tra locali e turisti. Si domina il mare, circondati dalle tipiche case dai muri gialli non troppo rifinite, da cui traspare una vita non troppo agiata dei residenti. Un paese come tanti altri, semplice, popolato da persone con i volti sinceri di gente semplice abituata a faticare ma a cui non sembra mancare niente. Da qui puntiamo verso Vittoria, l’antica Rabat, situata quasi al centro dell’isola. Visitiamo l’antica rocca della Cittadella. Massicciamente fortificata, la Cittadella torreggia su di una rupe a circa 150 m s.l.m. e domina l’intera estensione dell’isola. Le sue origini risalgono ai primi insediamenti dell’Età del Bronzo, in seguito vi risiedettero fenici e romani, che per primi utilizzarono la Cittadella, che presenta ai giorni nostri i profili più moderni, come acropoli. Entriamo in un piccolo spazio chiuso dove con pochi euro possiamo seguire su schermi elettronici, molteplici curiosità, informazioni storiche e culturali di Malta Gozo, e della Cittadella in particolare. Al termine uno spettacolo, ben orchestrato, con un video proiettato sulle 4 pareti bianche, di una grande stanza, ne racconta la storia. Purtroppo non capisco molto perché interamente e solo in lingua inglese. Poi giriamo per le vie di questa roccaforte senza approfondire gli interni della chiesa e dei musei presenti ma limitandoci a godere degli splendidi panorami che dall’alto delle sue mura si riescono a dominare. Usciti dalla Cittadella, passeggiamo per le strade del centro di Vittoria.

Tornati all’auto, proseguiamo fino ad un luogo chiamato San Lorenzo. Situato all’estremità nord-ovest dell’isola di Gozo era sede di Azure Window, un ciclopico arco naturale scavato nella roccia che si protendeva nel mare per un altezza di circa 30 metri e una larghezza di 25. Una violenta mareggiata dello scorso 8 marzo 2017, lo ha fatto crollare. Adesso rimane una splendida vista del mare e della costa dell’isola con rocce che si tuffano nel profondo mare blu e onde che si infrangono durante le spettacolari mareggiate, la grotta di Blue Hole, la Cappella di S.Anna e Inland sea divesite, un lago salato dal quale si può raggiungere in barca il mare aperto, attraverso uno squarcio nella montagna. Ci spostiamo ancora una volta prima di tornare al traghetto e lasciare Gozo. Direzione Xlendi. La baia di Ix-Xlendi è un luogo famoso anch’esso per la balneazione, lo snorkeling e le immersioni. C’è una piccola spiaggia sabbiosa che porta in uno specchio d’acqua poco profondo, adatto sia a grandi che a piccoli, mentre per i più temerari è piacevole nuotare e fare snorkeling nelle acque più profonde che si trovano dopo il blocco roccioso che costeggia la spiaggia. Per le sue formazioni rocciose, ix-Xlendi è il luogo ideale per le immersioni, anche per i principianti. Questo è anche un tipico villaggio di pescatori gozitano ed è ben servito da buoni ristoranti, bar e alberghi. Avremmo dovuto mangiare del buon pesce in questo luogo ma purtroppo arriviamo solo poco prima delle tredici. Alle 14:30 dobbiamo essere a Mgarr per la partenza del traghetto delle 15 ed occorrono almeno 25-minuti per arrivare all’imbarco, per cui ci resta circa un ora per mangiare. Scorsi tutti i ristoranti che si affacciano sulla baia, scegliamo quello prima del ristorante Zafiro, chiediamo un piatto di spaghetti alle vongole ma ci dicono che occorre molto tempo per prepararlo. Siamo quindi costretti a ripiegare su degli ottimi tradizionali pastizzi e del fenek stuffat ovvero pasta sfoglia ripiena di ricotta e coniglio in umido.

Raggiungiamo Mgarr passando nuovamente per Vittoria, dove troviamo un traffico caotico a causa dell’uscita delle scuole. Arrivati a Mgarr, la ricerca del molo non crea problemi perché ce lo troviamo proprio davanti. Sono le 14:35. Sbagliamo strada e finiamo agli arrivi invece che alle partenze. Chiediamo informazioni a due tipi strani sotto un ombrellone: non capiscono ciò che dico e ci propongono una gita all’isola di Comino. Facendo segno di no, riparto. Non è difficile trovare ora la strada dell’imbarco: un indicazione ci dice di voltare a sinistra. Ci fermiamo alla barriera per il pagamento del pedaggio: 35 euro per 2 persone più l’auto, per andata e ritorno. Attendiamo qualche minuto per l’imbarco e così salutiamo Gozo. Sbarcati a Cirkewwa ci dirigiamo verso Mdina, a circa mezzora di viaggio per circa 23 km di percorso. Un parcheggio fuori dalle antiche mura, gratuito e molto comodo, ci permette di arrivare velocemente nel centro storico dell’antica capitale di Malta. Conosciuta anche come Medina, o “Città Vecchia” o anche “Città Silenziosa” (Il-Belt is-Sieket in maltese): ha il titolo di Città Notabile. Conserva ancora un aspetto monumentale, sebbene sia ormai abitata da poche centinaia di persone. Nonostante le sue austere mura arabe, l’interno è stato arricchito dai meravigliosi palazzi delle maggiori famiglie nobiliari maltesi. La giriamo in circa mezzora. Ci soffermiamo anche a mangiare un buon gelato. Non per la fame ma per la voglia di mangiare ancora quei sospirati spaghetti alle vongole, puntiamo verso Marsaxlookk, dove ieri avevamo visto un sacco di pesce fresco e di buoni ristoranti. Sono circa le 17 ed il traffico stradale è intenso. Sta scendendo il buio che rende la guida ancora più difficoltosa ma oramai abbiamo deciso. Percorriamo delle strade strette ai margini del grande centro abitato che ci evitano il caos ma fatichiamo spesso, per gli incroci con le altre auto. Dopo un incrocio, una pattuglia di polizia, ci fa segno di accostare. Penso subito alla mancanza del libretto dell’auto e mi preoccupo un po’. Non credo tuttavia di aver commesso nessuna infrazione. Mi accosto e saluto. Ricevo il saluto dal poliziotto ma non capisco quello che dice. Do per scontato che voglia i documenti. Cerco la patente di guida e consegno solo quel documento. Mi aspetto che mi chieda anche il libretto e faccio finta di cercare. Il poliziotto, dopo aver controllato la patente, me la restituisce e mi fa capire che è tutto a posto e saluta, facendomi segno di andare. Soddisfatto, ringrazio e riparto, cercando di non commettere infrazioni e mi dileguo al più presto.

Inizia a pioviscolare quando arriviamo a Marsa Scirocco. Entriamo in un bar e ci sediamo in una saletta al piano di sopra. Il tempo passa in fretta e verso le 19 usciamo per cercare un posto dove mangiare il desiderato pesce. Alla fine scegliamo il ristorante Ir-Rizzu che dovrebbe essere un buon compromesso tra prezzo e qualità. Sul menù scegliamo ovviamente tutti e due, gli spaghetti alle vongole e del polpo per secondo. Quando però le cose non vogliono andare, non c’è nulla da fare…. il cameriere torna dopo poco al tavolo per dirci che non è possibile avere quel benedetto piatto di spaghetti perché hanno terminato le vongole. Sconsolati, ordiniamo altro e rimandiamo quello spaghetto a data da destinarsi. Ci leviamo comunque la voglia di mangiare il pesce mangiando dell’ottimo polpo. Appena finito rimontiamo in auto e torniamo in albergo. Il traffico è oramai tornato normale e non facciamo fatica a tornare. L’orologio segna le 22 quando saliamo in camera.

MARTEDÌ 20. Giorno di partenza. Stamani ci svegliamo con calma e con altrettanta calma iniziamo a preparare i bagagli. Il tempo è grigio, la strada bagnata e sembra voler piovere. Scendiamo per la colazione. Il buffet è pressappoco lo stesso ma al posto del prosciutto cotto di ieri, abbiamo la mortadella con le olive verdi. Facciamo l’ultima colazione anglosassone pensando a quelle fugaci che faremo a casa, quando rientreremo a lavoro. Abbiamo già saldato il conto dell’hotel. Nei minuti a seguire, prima della partenza verso l’aeroporto, facciamo un po’ di conti delle spese sostenute. Siamo ampiamente dentro il budget. Usciti dall’hotel ci accorgiamo che il mare è insolitamente calmo. Il ferry boat da Sliema a La Valletta ha ripreso a funzionare ma noi non abbiamo più tempo. Durante l’ultima guida, mentre riportiamo l’auto a destinazione, mi accorgo di non essere più teso come il primo giorno. Tuttavia non vedo l’ora di tornare alle mie vecchie abitudini stradali. Comincia a piovere quando arriviamo all’aeroporto. Ci avviamo al controllo per l’imbarco che oramai non ha più segreti per noi. Questa volta supero me stesso. Riesco a passare senza nessun richiamo: sono sembrato quasi invisibile agli occhi dei controllori e alla sirena del detector. Il viaggio di ritorno è sempre un poco triste e sconsolato. Ci aspettano, una corsa in ospedale da nonna Lucia ed i suoi futuri problemi di riabilitazione. Rimane il fatto che abbiamo trascorso dei giorni stupendi insieme, io e Simona. La vacanza sta per finire, ma il ricordo di questi giorni, dentro di noi, non morirà mai.

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